giovedì 31 dicembre 2009

E poi dicono i giovani

Racconti. Mostri. La nipote mi sciocca: una sedicenne che si presenta dicendo "io scopo". La domanda era la classica "studi?". Poi chiarisce agli altri ragazzotti che quando lei (nipotuzza ndr) era fidanzata con V lei se lo era fatto.
E altre cose orrifiche: statistiche fra sedicenni. Quanti rapporti sessuali? Una dice trenta, altra sette, 3 fidanzati e 4 scappatelle. Più che gli atti mi rattristano gli argomenti di conversazione.

Piccoli incomprensioni parentali. Due mattine, la piccola dorme fino alle 13.30, di notte la chiamano per uscire all'una, lei risponde che troppo tardi e si spara la maratona su internet di Gossip (visto una decina di minuti mio malgrado). Storie di ragazzini ricchissimi e perversissimi, chi si fa la madre degli altri e chi imbroglia a più non posso. Che poi mi scappa di alzare la voce, e non lo facevo da dieci anni. Che non si può alzarsi dal letto e aprire "libro di facce" prima di lavarsi o scambiare due parole. E mi guarda allibita mentre le dico che non permetterò che si rduca il cervello in pappa...Ma si sveglia e mi sorride, la scossa le serve a rimettersi in carreggiata. Pranziamo e scherziamo un po' di cose carine.

Non so, mi fanno tenerezza, che noi siamo alla mercè delle nostre idiosincrasie e problematiche gravi e non, ma loro? In balia del trash proposto come reale e della speranza che scivola via. Che a volte mi chiedo quando faremo veramente qualcosa per ridare un po' di senso al tutto?

E in radio si parla della fine del mondo del 2012, e quindi?

mercoledì 30 dicembre 2009

Cosa porto io?

Cena di Capodanno organizzata. Tutti portano qualcosa. Sì ma cosa? Allora scrivo mail di riepilogo. Che poi leggono e mi telefonano. E così si deve rifare tutto, che cliccare su "rispondi a tutti" o "rispondi" rimane un mistero che alcuni non digeriscono. Assemblo i risultati delle telefonate e mando la circolare. In tre si occupano del mio passaggio in auto, dice quello che dice l'altro...

La sensazione è a mezza via.
Metà dice: bello fare una cosa affettuosa e carina e allegra con volti amici.
Metà si interroga: dove sono finiti i nostri anni dolci? E le serate scatenate di balli e stupide cose? E quel sentimento che forse si chiama amore che faceva vibrare la pelle in attesa di un incontro?

Struggimenti delle ultime ore di un anno che ha portato passioni e delusioni, silenzi e abbandoni, problemi e guai grossi, confusione nel cuore e tanta stanchezza.
Recuperare le forze, ripristinare la speranza, ricomporre il piano e riprendere la direzione. Un navigatore emozionale c'è? Lo chiediamo alla befana?

martedì 29 dicembre 2009

Sistemare il passato

Che se metti quattro donne a cena con la chiacchiera veloce...
Atmosfera calda e molto ironica, niente peli sulla lingua. E si corre su e giù dal presente al passato, che ci conosciamo da tanto tempo, che anche se ci siamo perse per un po', ogni tanto, sappiamo le cose salienti ognuna della vita dell'altra e ci conosciamo nell'anima, errori e debolezze comprese. E si scopre che l'attuale compagno crede che io abiti dove abitavo vent'anni fa. E perchè? Che lui non c'era quando abitavo lì. E si scopre che non abbiamo il numero di telefono fisso l'una dell'altra e che conosciamo il modello del primo cellulare dell'amica, quello che qualcuno conosce per nome e modello e noi sappiamo pesasse mezzo chilo. E qualcuno dice che non sa se sarebbe con quell'uomo se non avesse due bei figli, lo dice ridendo e io mi ricordo cose dette tanti anni fa quando quella storia era partita. Lui, il mio compagno di scuola che ha preso il posto dell'altro compagno di tre anni di liceo che è stato il mio amico del cuore per tanto tempo. Lui, l'altro, si è separato recentemente da quella moglie che non ho mai conosciuto e che qualcuno ha definito con un brutto termine. Lei vorrebbe parlare con lui, perchè ha la sensazione di avere "perso tempo" vent'anni fa. E penso che è triste sentire che ci siano cose non risolte. E penso che le ultime cose della mia vita sono tutte non risolte, non finite, non chiarite, sospese e abbandonate. Mio malgrado. Che ho incontrato un paio di persone che hanno giocato con me alla bugia e all'improvviso abbandono del campo. Faticoso, demoralizaznte. Ma quando sono fra questi sorrisi di amiche speciali mi sento felice e vera. Che siamo anche quello che vediamo negli sguardi di chi ci vuole bene, di chi stimiamo e scegliamo per accompagnarci nel cammino. Sistemiamo il presente con affetto per il passato che ci ha dato e ci ha insegnato. Shanti

lunedì 28 dicembre 2009

Telefonate

Rispondo "ciao pasticcino". E mi viene detto che così dolce è scioccante. Lo scopo era ironico-affettuoso ma anche modulato per creare morbidezza. E lo dico, che sei ore in oncologia hanno bisogno di tiepide cose a seguire. Mi dice che mi rivuole un po' polemica e scontrosa. Le dico che mi ci vuole solo un po' di tempo.

Che quando ce vò, ce vò. Un po' di dialogo veloce e "a segno" è ossigeno necessario, care donne vi ringrazio.

domenica 27 dicembre 2009

Mataro da Vergato

Che lo devo scrivere subito sennò me lo dimentico.
La descrizione non gli fa onore. Non ha suonato la lira e capisco che tutti né sono stati felici. Si comincia con cenetta alla romanesca con oste molto romanesco che, visto che eravamo ospiti vip, ci tratta con i guanti. Tutto bene, rilassante, abbiamo fatto un po' di casino ma ci stava tutto, che se non ci si diverte fra cretinette nelle cenette natalizie?!?

Saltimbocca, abbacchio e carciofi, caffé, si va.
Festa, serata ritrovo con performance, non sappiamo cosa ci sarà.
Casa-studio in cantina, non è una casa, è dimora di artista. L'età media è alta, qualcuno ha look discutibile. Mi viene detto che c'è alta densità di galleristi.

Incontro subito due/tre vecchie conoscenze del periodo delle feste con cui si scambiano due parole simpatiche. Ci sono video della mostra, si visita la casa mausoleo. E poi c'è lui, il padrone di casa, l'artista, colui che mi hanno descritto due giorni fa come un torso nudo e muscoloso che suona la lira al cospetto di cento ospiti. Mataro,un genio, un mito, una splendida anima che galleggia insieme a noi nell'universo. E quando si mette a cantare accompagnato dal mitico Emilio (settantanni, una chitarra e accordi che devo leggere io), siamo affascinate e divertite. Intorno le rughe sono tante, nessuno balla, la musica non c'è. Noi siamo allegre. Vic ride di gusto alla recitazione cantata che mi ha anticipato la sera della vigilia. Se non fosse così, lo vorrei come regalo di Natale.

Buona notte tesorine, siete proprio buone amiche, ci vorrebbe una foto. Mataro mi è proprio piaciuto, senza lira anche meglio. La sua allegra follia è proprio simpatica.

www.matarodavergato.com

giovedì 24 dicembre 2009

Imprevisto super affollamento

Come faremo? Faremo e basta. Che mi si disse "siamo sole" e allora ho offerto di fare cenetta di vigilia a casa mia per pochi intimi (indispensabile essere intimi in casa mia). E poi saltano fuori persone a cui si era detto, che non lo sapevo, la stessa cosa. Non credo di avere sedie a sufficienza. Amen. Staremo vicini, vicini. E la dose di cibo sarà la stessa, che di più non posso fare.

Problemino: non ho trovato il nero di seppia. E le seppie sono pronte. Vedremo. Piano B: pasta e broccoli. Meno natalizio ma così è.

Intanto alla radio sento ogni giorno la voce di un dj che ha fatto carriera e che frequentavo 15 anni fa. Era suonatissimo, immagino lo sia ancora.

sabato 19 dicembre 2009

Coincidenza

Può accadere anche questo.
Mia sorella oggi ha pranzato con un uomo al baretto greco. Essendo pieno hanno diviso il tavolino. E hanno chiacchierato e, a forza di parole, a fine pranzo, ha avuto un sospetto. Sì, era lui. Babà, colui che mi ha spezzato il cuore e si è fatto di nebbia in un giorno dell'inverno scorso. E' stato buffo sentirlo descrivere da lei, stupefacente ascoltare quello che ha detto e riconoscere la sua performance da intortatore e le sue gentilezze. Alla fine le ha detto una frase che lei non ha capito bene. Io la immagino dovuta al fatto che ha capito che era a pranzo da un'ora con mia sorella. Una storia sulla sincerità e sul fatto che a volte si perdono le persone care a cui si vuole bene per un peccato di disonestà, perché non si riesce ad essere trasparenti. Mia sorella ha guadagnato il pranzo, che forse offrire lo faceva sentire un po' meglio? Vattelapesca.

E intanto io me ne sto barricata in casa in solitudine, non so se poi sia così saggio ma non riesco a fare di meglio...

venerdì 18 dicembre 2009

Il lavoro rende liberi

Dici?

Notizia: hanno rubato il cartello con la scritta in questione che stava all'ingresso di Auschwitz. Sarà.

giovedì 17 dicembre 2009

Attacchi di panico informatici

Che la tensione colpisce le macchine.
Capessa mia ha energia pessima, e se le persone accusano ma non crollano...per ora, le macchine, che non subiscono minacce di licenziamento, che non temono la crisi, danno forfait. E allora, una dietro l'altra sballano, si impennano, cioccano.
Ieri, con tutto quello che avevo da fare, che l'unico tentativo che ci rimaane è lavorare per il bene dell'azienda, nonostante tutto, insomma, il PC dichiara un netto K.O. E, alla faccia dell'ergonomia, mi tocca lavorare su un portatile della Barbie e la cosa distrugge i miei polsi e le mani, il collo subisce posizioni assurde, le stampanti fanno quello che vogliono prendendo a random carta fiscale e normale. Insomma, è chiaro che a forza di spingere forte qualcosa prima o poi cade. E questi latifondisti della mutua sono proprio pieni di intemperanze: non puoi gestire le cose improvvisando continuamente e facendo finta di dimenticarti che le cose vanno curate.
Oggi è il PC, ieri era il bruciatore, l'altro giorno era la fattura non pagata che blocca le prenotazioni etc etc.

Uffa, che palle.

mercoledì 16 dicembre 2009

Tanti auguri tesoro

Non era detto. Invece si sentiva bene. Si capiva subito dalla voce al telefono. Oggi era il suo compleanno. Ieri è stata una dura giornata: neve e freddo e ore difficili in ospedale. Non mi è costato, nonostante il tempaccio da lupi e andata e ritorno in autobus (neve+ghiaccio+scooter proprio non ho affrontato). Ha avuto tanta pazienza e ha retto bene alle torture e agli imprevisti. Io, per fortuna, avevo portato qualcosa che ha salvato la situazione e l'infermiera è stata molto gentile. L'ho poi accompagnato a casa, il mio ruolo quello di farlo sorridere facendo "rumore" per zittire l'ansia.

Oggi si è svegliato in forma, senza dolori e con la carica giusta. E ha fatto tante cose. E ha deciso che sì, nonostante tutto, o anzi, visto il tutto, questo compleanno andava festeggiato. Un pochino, almeno. E allora che cena sia!

Il regalo gli è piaciuto molto, il trattamento ha funzionato e la cena non è stata poi così difficile da inventare (che ormai lo so cosa non può mangiare).
Il sorriso alla porta era rilassato e felice. Anche per me è stata una bella serata, serena, morbida, divertente. Mi si è stretto il cuore quando l'ho visto scendere le scale con tanta difficoltà.

(è la prima volta che vorrei abitare in uno stabile con ascensore)

domenica 13 dicembre 2009

Berluscones day

Cosa era? Un piccolo duomo?
Ora ci toccano giorni e giorni di parole insensate.
E da ogni fazione e canale televisivo.
I mandanti sono Scalfaro e Di Pietro
E' certa stampa che incita a questi atti terroristici
L'attacco al premier
La dichiarazione di Di Pietro induce al vomito

e di tutt'un po'

Che poi mi sembra strano...non mi pare di ricordare di altri presidenti di consiglio che facessero comizi, firmassero autografi, facessero fotografie con i fan di piazza

"attacchi preventivi"
"Ovvio che si tratta di odio preventivo"
Cosa vuol dire?

Non c'è due senza tre

Che la mattina domenicale inizia con un capuccino al tavolino della Linea. Sereno stare quì a ciacolare con l'amica dal sorriso luminoso, i piedi sono gelati, che è inverno e, anche se è moda piacevole, il tavolino all'aperto ha le sue controindicazioni. La raggiungiamo al banchetto dell'associazione per salvare quei poveri orsi. Compriamo due cosette per sostenere l'organizzazione che si batte contro la tortura dei bestioni in questione (che qualcuno si alza la mattina e considera un lavoro andare a mungere la cistifellea di poveri orsi segregati per ricavarne bile per presunti medicamenti). Firmiamo. Dopo un giretto ritorno al banco e arriva l'orsacchiottone alto che adoriamo entrambe. E ci scappa il bicchiere di vino che ci scalda per benino insieme alle battute deliziose di cui lui è un maestro.
Quando torniamo al banco studiamo con Tizi alcune accortezze pro vendita di sostegno alla causa.

Uno: passa Babà, mi vede, rallenta, io mi giro ma vedo tutto il tragitto, finché scompare. Che strana cosa.
Due: dieci minuti dopo ricompare dall'angolo in cui era sparito, il collo attento a guardare avanti e vedere a sinistra, dove sono io, dove ero anche prima. Stavolta guardo le spalle allontanarsi, lentamente, che non è la velocità del suo passo. L'amica stavolta si domanda, scalpita "non fai niente?" No.
Tre: riappare dopo dieci minuti. Stavolta di fronte.
Continuo a fare quello che stavo facendo. Ha la spesa. E' andato.

Era una giornata carina e serena, rilassata. Quella in cui certo non ti aspetti di incrociare tre volte quel calesse che un anno fa pensavi fosse amore.
Ho passeggiato, ho comprato un regalo azzeccato che mi piace tanto, ho rivisto qualcuno col quale ho fatto belle chiacchiere. Ho pensato anche a lui ma sono tornata a casa nella pace più completa. Così.

sabato 12 dicembre 2009

Scherzetti e bacetti

Mattinata al lavoro di completa pace. Nessun disturbo, calma. Ho ripreso pratiche che durante la mia assenza sono state abbandonate, ho fatto un po' di ordine, con la collega abbiamo sistemato in modo creativo un problema, ho fatto entrare in cassa un bel po' di soldi, ho finalizzato alcune prenotazioni perfette e serene con sconosciuti con cui ci siamo scambiati simpatiche e piacevoli parole. E l'ho presa con calma. E ho fatto belle chiacchiere con l'anziano collega che passava per caso. E con un giovane uomo simpatico dal sorriso smagliante. Che poi ha la mia età.

Che poi siamo finiti a parlare della "singletudine", che lui scherzava e diceva "finché magari arriva quella che mi incastra e mi spenna". Che però, dice, non è mica facile trovare una single dopo i quarant'anni. Il collega anziano allora dice, fra il serio e il faceto, che deve rivolgere le sue attenzioni a donne giovani dell'est o dell'oriente, di quelle sottomesse e docili che pur di sistemarsi sono disposte a essere geishe (tipo).
E lui, con il sorriso che mette allegria solo a guardarlo, sbotta "e no, cazzarola, mica ho bisogno di un cane o di un oggetto per espletare cose sessuali. Una donna la penso come una compagna con cui parlare, discutere, scambiarsi opinioni ed entusiasmi, con cui essere non con cui recitare ruoli assurdi". Lo guardo più attentamente, è allegro e consapevole, forte senza alcuna rigidità, è carino. Scherza e ammicca. Quando racconta della casetta che comprò in Sardegna dopo un anno di militare, scherza con me e dice che, per esempio, tu mica sei libera, no? E invece sì, dico, e il problema esiste anche nel senso inverso. Altre stupidaggini, ridiamo.

Quando se ne va, rientra, mi fissa un secondo, gli faccio gli auguri, allora si avvicina per darmi due bacetti. Che mica eravamo in confidenza fino ad oggi. Ciao. Guardo le sue spalle e i suoi ricci biondo rossiccio allontanarsi. Mi ha messo di buon umore.

venerdì 11 dicembre 2009

Sii blando!

Zapping, incredibilmente un tizio del GF dice "Blando. Sii blando".

E mi fa ridere e sorridere. E penso che sia l'unica cosa da fare. Sempre e comunque, dove possibile, quando è la tattica giusta e quando serve per auto regalarsi un po' di morbidezza, se intorno pare esserci iper ansietà e se c'è un'orgia di movimenti troppo veloci.
E allora, qualsiasi siano le onde intorno a te, la scelta rimane tua e, improvvisamente, ti stupisci di non esserti agitato e di non aver avuto voglia di prendertela troppo, a volte per niente, per nulla che ti riguardi personalmente.

Pensierino della crisi: se non hai grandi attività extra, la spesa è minima. E realizzo che non apro il portafoglio da cinque giorni. Certo che se non mi avessero (con scarso garbo) comunicato che la tredicesima salta...

Certo che un tuffettino nel mare blu zeppo, zeppissimo di pesci colorati ci starebbe proprio bene.

Segretino di ritorno dal Mar Rosso: tutti quei pesci che mi ronzavano intorno mi davano una strana inquetudine.

martedì 8 dicembre 2009

La cena delle cretine

Quando l'avvocato decide nessuno discute. Ma vengono proposte altri nomi al simposio stabilito per almeno una volta al mese. Stasera Cà Di Bazzone autunno-inverno.Polenta e ragù (salto il ragù avedo preventivamente anticipato alla cuoca che la mia maledizione di Montezuma mi esortava a farne a meno). Ma per quanto riguarda il vino non sfuggo, mi viene subito passato un bicchiere versato per me quando abbiamo suonato il campanello. Che lo devi assaggiare, lei è ansiosa di sapere cosa pensi. Ottimo. Sì, sa di pipì di gatto, ammicchiamo alle adepte. Il gioco è rumoroso e divertente: siamo in casa di colei che fuori ci fa vergognare per il volume che tiene nelle sue lunghe esibizioni oratorie con figuracce assurde nei ristoranti e simili. La vendetta si impossessa della tavolata. Urlano tutte, a turno e insieme. Lei urla come sempre ma è costretta a ridere anche della cagnara che deriva da sette persone che la imitano. Giochiamo al mitico Tabù di cui si parla da almeno quattro anni. Gag continue, risate esagerate. Troppi discorsi sulle pulizie domestiche. In tre ci dissociamo dopo quattro minuti. Anche i prezzi della spesa ci lasciano perplesse. Il fastidio di vedere impronte non tue sullo specchio del bagno come motivo basic per il fallimento dell'amore ci appare un po' esagerato, non reale. Ci viene assicurato che lo sia. Non veniamo credute quando raccontiamo di non avere mai trovato impronte moleste all'interno di una convivenza.
Al ritorno la donna che odia le impronte non trova i fanali antinebbia. E dice "un tempo che mi mancava la lucidità trovavo tutto quello che serviva ad arrivare ovunque, ora che sono lucida mi perdo continuamente e non trovo più niente".

Schedati dal grande fratello

Rientro a casa da una settimana lontano. Stanotte era troppo tardi e avevo una valigia in spalle (che anche se non starà bene è MOLTO più comodo e possiblie sollevare 15 kg su una spalla e salire cinque rampe di scale), insomma, alle quattro di notte non l'avevo visto. Vista. Stasera però sulla parete d'ingresso qualcosa luccicava.Una placca elegantona, tutta lucida. Che sarà?
Comune di...condominio numero...indirizzo...codice fiscale...nome amministratore e relativo telefono e fax...
Perchè? A che caspita serve? Vuoi dire che non ci fossero direzioni più intelligenti di questa spesa stanziata dall'amministrazione pubblica?
Perplessità, stupore. Il carattere è quel pretenzioso-antico da targa di notaio o simile. Immagino che il costo sia almeno di duecento euro. Paga il Comune? Oppure il Comune impone a noi di autoschedarci a spese nostre? Mentre i licenziamenti crescono e le tredicesime fanno una fine alternativa, mentre i travestiti stanno rubando la scena ai reality and talent show. La targa avrà inquietanti ruoli futuri? Censimento? Accatastamento? Dazio sul passaggio delle scale? Tassa sull'aria respirata sulla base del volume delle abitazioni? Balzelli nuovi per rioni suddivisi in condomini, sottosuddivisi in piani, in interni, in metri cubi di spazzatura?
Mah. La sensazione è strana. Solo una targa ma mi inquieta.
Come se ci trovassimo in un alveare che qualcuno organizza, non mi piace tanto.

sabato 28 novembre 2009

Tabù

La morte esiste, lo sanno tutti. Non si riesce a parlarne con serenità. Ho passato la notte a cercare di scacciare pensieri angosciosi. Non ci sono riuscita. Devo preparare una valigia e decidermi a volare via decisa alla ricerca di un po' di pace. Confidando nel fatto che mi servirà poter perdermi con lo sguardo nella natura, nell'immensità del mare e del cielo. Non ho dubbi che sia giusto, dove giusto è sinonimo di utile e buono, ritagliarmi qualche giorno di luce e sole.
Tabù della società, della parola. Qualcuno mi ha detto di stare attenta alle differenze. Io vorrei sapere, vorrei affrontare guardando in faccia la verità. Non so gestire l'ennesimo "facciamo finta di niente". La solita, terribile idealista. Mi rode la mistificazione imperante, mi rode l'atteggiamento di falsificazione continua, mi rode l'abitudine all'impotenza ignara. So di non poter, di non dover sostituirmi a chi nella situazione c'è, maledettamente ingabbiato.
Devo fare chiarezza e trovare la mia strada.
Mi vengono in mente le parole delle meditazioni che ho imparato.
Via la spazzatura dalla mente.
Come ti senti? Incazzata, triste, addolorata.
Faccio fatica a rassegnarmi. Scuotendo i riccioli, mi fissa con un mezzo sorriso dolce e mi dice che non è strano che faccia fatica ad accettare la morte di persone giovani quando ho tre nonni sopra gli ottant'anni, quando una delle poche conquiste della modernità è la longevità. A che santo appellarsi?
Al solito, quello della consapevolezza e della calma, quello che dice che il senso c'è nonostante tutto.
Accettare il dolore. Accettare la debolezza (anche la mia). Trovare l'equilibrio possibile sfrondando il superfluo. Gestire la paura (anche la mia).

E non importa se i linguaggi e i topic altrui sono altri. Fa parte delle scorie inutili preoccuparsi del confronto. Ora sono quì e sono così, domani si vedrà.

venerdì 27 novembre 2009

Varie ed eventuali

Non dico mai a qualcuno che non mi sembra in forma, non è carino, non è utile. Ma l'ho vista d'incarnato grigio perla. Sei un po' pallida. Sorride, stanca. Ordina la pizza baby non senza avere domandato se fosse lecito per un adulto usufruirne. La mia amica che, quando le domando delle pinne, mi ricorda che porta il trentacinque. Che mi dice che ha deciso di non svegliarmi più con telefonate briose visto che rischia di ricevere rispostaccia. Le chiedo perdono, la storia finisce lì. Che quando dico che ci conosciamo da vent'anni mi corregge sempre: trenta. Che ha sempre l'aiuto necessario, le parole che mi accompagnano. Che mi dice "ecco, brava" ma anche "quando la finirai?".

Lei è socia, io sarò l'ospite. Costume slabbrato, altro perduto nell'armadio. Imbarazzo della scelta, prima sauna o bagno turco, idromassaggio? A mollo quasi tre ore. Piacevole break in buona, rilassante compagnia. Nella sauna bollente mi accorgo che non vorrei sentire certe notizie, mi interrogo su come farò nei prossimi mesi (sono mesi?). Mi godo, veramente, il pomeriggio. Non so se siamo più magre nel corpo, nella mente certamente.

Con Mr C si parla di dettagli faticosi e piccole conquiste. Una notte di sonno, buono. Il sole, desidera il sole. Non è poi così difficile, accontentatelo! Ce la sta mettendo tutta fra lavoro e pratiche burocratiche, con tutti i dolori e i fastidi. Quando scopre che mi hanno cambiato l'operativo del volo è deluso, voleva tanto accompagnarmi all'aeroporto.

Messaggi da FB. Altri trent'anni di amicizia. E' in Grecia e nuota nel mare blu. Ma dai! Appena possibile vengo a vedere la tua casina e il nuovo negozio.

La piccola donna è a casa mia quando rientro. Aria triste, malinconica. Zia non lo so proprio cosa c'è. Intanto mi lava i piatti, dolce. Sai, non ho voglia di vedere la mamma, vorrei restare con te stasera, ma non posso. Le faccio due carezzine e le presto i "guantini" (sarà la decima volta che mi chiede 'sti guantini!). Esce imbacuccata come solo lei sa fare, si vede solo il sorriso smagliante che è la sua specialità.

Ma secondo voi, la Mussolini, se proprio volesse fare acrobazie erotiche con chi non ha importanza, le farebbe nella sede di Forza Nuova? Baggianate. Chissà quale pessima legge o leggina stanno preparando.

Servizio radiofonico sullo stato delle api italiane. Chissà.

mercoledì 25 novembre 2009

Ciambella senza buco

Una stupida, divertente, stronzata.
Film con George e un paio di bravi attori. Demenziale, piuttosto inutile. The Men Who Stare at Goats. Non capibili le recensioni. Però nessuno ha sofferto durante la visione. Poco ma condizione sufficiente. Anche una doccia sarebbe stato buono, in vece. Certo che son bravi loro a far reddito così.

Sapore di sale, sapore di mare

Con le pinne
fucile ed occhiali
quando il mare
e' una tavola blu...

Esorcismi di tardo autunno. Decathlon veloce, veloce.
Rientro verso casa. Viene giù qualcosa di non bene identificato (nevischio strano?) che rende il tragitto un poco inquietante, che in moto, fra le luci che accecano e le fetenti lacrime atmosferiche sul casco, non si vede nulla.
Passo proprio da lì. Dopo tanti mesi faccio la malefica curva, proprio quella. Un brivido scuote il ginocchio, un altro il gomito. Mi concentro nello scacciare la paura. E sorrido pensando ai miei acquisti: costume da bagno in super sconto, scarpette da roccia e maglietta termica, crema solare e dopo sole.

Le pinne non le ho prese, il fucile non mi serve.
Dimenticavo, fatto anche acquisto in farmacia (che alla veneranda età mi rassegno ad essere previdente, un po').

E anche se sono stata "precettata" per qualche ora lavorativa domani, fa nulla.
Devo dire che la mia depressione si sente già benissimo!

Ostentano ottimismo, loro

Da qualche giorno ascolto il radiogiornale di una "radio popolare".
Non hanno mezzi termini, la dicono come è. Certo il punto di vista è chiaro. E allora, i furbacchioni che raccontano fandonie vengono citati con termini coloriti ed espressivi. Ostentano. Minchia se ostentano!
E in tg vedi quella faccia di gomma liftata che incede molleggiato in mezzo agli emiri in palazzi sontuosi. L'Italia è ER MEJO. La crisi è passata, siamo i migliori partner di tutti (belli e brutti). Ma dove? In che film?
E le risposte importanti ora le danno i/le trans dalla bocca di caucciù e la pronuncia brasilo-romanesca. E Vespa dice che se i politici si fanno chili di cocaina "quello" è un fatto personale. Certo. Nei beceri salotti televisivi si discute cosa scrive il Corano dei matrimoni combinati. Tutto il santo giorno. Quindi, per sfuggire al trash semi-serio, rimane che spiare il celebroleso di turno del GF o sognare con i TalentScout musicali (che poi sono delle operazioni di marketing pazzesche, bravi loro). E le ragazze semi-nude a cospetto del colonnello G? Che bontà questa politica nazionale e internazionale che decide di istruire le tette e i culi del popolo bisognoso di cultura!
Vaccini? Licenziamenti senza stop? L'acqua privata, l'aria in co-partecipazione.
Va tutto benissimo! Siamo ER MEJO. E chi ci ferma?

Addominali dell'anima

Sono viva, non era scontato. Gli ultimi sei giorni lavorativi sono stati veramente troppo. A parte che mi è andata bene, che la "cattiva" ha pensato bene di non infierire, sei per dieci, sessanta ore di iper lavoro fra overbooking e cento persone in entrata e in uscita, con il collega in ferie e la collega malata, malatissima. Insomma, le ore fuori da lì mi sentivo un cane bastonato, letteralmente.

Andata. Sono in ferie! Qualche giorno in città e poi volo verso la luce e il mare.
L'azzardo mi è riuscito. Mi farà bene.

Massaggio di oggi: le mani sul mio plesso raccontano che lo stress ha prodotto un grumo ben piazzato fra stomaco e ombelico, il dolore al passaggio delle dita lungo la coscia dice che fegato, pancreas e reni si sono proprio rotti le scatole delle tossine ingerite. Le sue mani amiche sciolgono i nodi e ripristinano lo scorrere dell'energia. Ogni tanto parliamo e ci sorridiamo, di ipotesi e pinne, di sbucciare la frutta e di come si possa dire a sé stessi alcune cose importanti senza essere pretenziosi o supponenti. La guardo con gli occhi socchiusi e penso che le voglio bene. Alla fine, come sempre, mi esce spontaneo un enorme GRAZIE a cui lei risponde con altrettanta enfasi "Grazie a te".
Ci abbracciamo e ci diamo appuntamento presto, che sarai abbronzata, nè.

venerdì 20 novembre 2009

Stasera la casa è piena di voci

Dopo giorni di solitudine, dopo quelle dieci ore di lavoro, dopo le precedenti dieci, dopo 60 ballerini e altrettanti casini, ritorno a casa stremata. Mi appoggio al letto per venti minuti cercando di convincere il mio corpo a rimettersi in viaggio verso l'ospedale.
DRINN
Dalla Grecia. Telefonata lunga e articolata, ridiamo e ci diciamo cose. Mi viene chiesto cosa penso della follia del momento. Vaccini e politica, potere che si alimenta della paura inculcata, media e becera tv. Un paio di interruzioni (clienti che chiedono mascherine proteggi virus, esaurite e consigli contro la pandemia), chiudiamo un paio di volte. Abbracci e auguri.
Non faccio in tempo a dirigermi al bagno.
DRINN
Dalla Lombardia. Come se ci fossimo viste ieri, iniziamo a parlare e subito ritroviamo l'armonia logorroica di sempre. Anche lei mi chiede cosa pensi delle notizie, della crisi, della televisione becera, del governo. Il telefono si scarica, cade la linea.
DLIN DLON (che poi è un fastidioso BHEEEEE). Campanello.
Realizzo che il mio campanello sono giorni che non suona, succede.
E' la "nana cresciuta" che così si presenta.
Sale, sono al cellulare, saluti e bacini.
DRINN. Sempre lei. Risponde la nana. Si salutano con affetto anche se quando si sono viste la nana era alta un metro. Bla Bla Bla. Si parla di tutto, come al solito. La nana si intromette, si crea un vortice allegro. Il telefono di là si scarica un'altra volta. Lavo i piatti. DRINN.
Una telefonata la faccio anch'io, ho notizie da ricevere, sembra tutto bene.
Gli racconto il tatoo-poesia lungo mezzo metro.
Anche la mamma chiama (non lo fa mai).
Poi la ragazza esce, il telefono si riposa. Io anche. Che movimento!

AHHHHHH. Ancora trans in tv. Proprio non capisco.
Basta! O nani o trans o culi e tette. Disgustoso.

mercoledì 18 novembre 2009

La pellicola

Che strane cose che si dicono a volte. E il bello è che ci si capisce anche se si usano metafore azzardate. Sappiamo che si tratta di un linguaggio in codice non per tutti. Così quando mi dice che in fondo quella pellicola c'è in me, la guardo e realizzo che capisco cosa vuole dirmi anche se non esattamente quello che dice. Poi dice che c'è un "più" a cui corrisponde un "meno" e che la mia pecca consiste nel non rendermene conto in tempo. Capisco anche questa. Come?

La "pellicola", la nostra,si trova ad avere a che fare con situazioni difficili e tristi. Parlarne con te mi fa bene. Mi fai ridere quando racconti qualcosa che è successo anche a me. Certo che se siamo arrivate a desiderare che ci lascino guardare la pubblicità in pace...

Ma esiste anche il mascara piccolino che mi regali, ammetto, lo avevo visto sul banco del tuo lavoro e lo avevo desiderato. E il mouse senza fili minuscolo, il più mini della terra, che mi mostri con gli occhi luccicanti, da invasata.
E tu che ridi con gli occhi spalancati alla Mara Carfagna mentre ti aggiorno sulla mia ultima avventura amorosa, che tu battezzi come la sfiga più grande del secolo.

Paghiamo e usciamo. Siamo state bene, anche se nel baretto di un presunto amico abbiamo speso quanto al Diana. Amen.

lunedì 16 novembre 2009

Un abbraccio bellissimo

Ci incontriamo per "vedere le nostre facce". Che a forza di orari che non si incrociano, trasferte di lavoro fuori città, mariti a Roma, bambini malati...Lo abbiamo fatto altre volte in questi vent'anni ma oggi era desiderato con forza e ci siamo riuscite. In erboristeria ci abbracciamo. E andiamo al bar bello, quello che avevo intravisto e mi aveva incuriosito. Strane figure in cartapesta invadono lo spazio, sospese e vagamente inquietanti. Al tavolo vicino all'ingresso alcune persone sono in fervore creativo per aggiungere altri figuranti da appendere al soffitto. E' bello vedere pennelli e colori e odore di colla in un locale così accogliente. La musica è piacevole. Non sembra un luogo della nostra città. Parliamo e ridiamo. E, improvvisamente siamo strette, con le braccia intrecciate, le mani che si sfiorano. Ridiamo mentre le lacrime scivolano. "Ci sono sempre, anche se a volte sono sorda". Sorriso. "Lo so, anche se a volte sono muta".

Responsi odierni: il menisco è frantumato, il legamento è stirato.
Agenzia di viaggi: lo faccio, parto.
Ospedali e sanità: Mr C è alle prese con un reparto che non si organizza per dargli da mangiare. Vi sembra possibile? La fila di questa mattina aveva del surreale (visite a pagamento, ritardi sull'ordine di un'ora). Il "mio" dottore decide che con me può fumarsi una paglia e lo fa, disinvolto e sicuro.
L'uomo buono oggi supera sè stesso: mi omaggia il trattamento e mi regala consigli e magiche pozioni. Decido che le belle persone sono patrimonio prezioso dell'umanità.

Combatto da una vita per non farmi fare fuori

Lo dice Alda D'Eusanio in un'intervista radiofonica.

E cita la morte delle sue due gatte a seguito della morte di suo marito. Per il dispiacere. E racconta del suo pappagallo Giorgio che ha comprato perchè depresso, perchè ha riconosciuto in lui il dolore della disperazione. Il suddetto pappagallo pare che ogni tanto abbai in memoria del cane molto amato che, pure lui, ci ha lasciato.

Crediamo a tutto? E comunque...

Gli abbracci spezzati

Rientro a casa dopo le ultime ore di lavoro in cui assisto preoccupata alla mia stanchezza fisica e mentale che prende tutto lo spazio. Mi domando perchè, mi domando se ci sia qualcosa a spiegare questo malessere che mi invade. Racconto i miei dubbi e mi viene detto che è assolutamente naturale che sia a pezzi vista la situazione. Mi innervosisco con me stessa che si giudica debole anche quando sta male. Non importa se altri reggerebbero meglio. Per me è troppo ed il limite è già oltrepassato. Mi sdraio un'oretta e non mi riposo. I muscoli sono indolenziti da giorni, il cerchio alla testa è indelebile. Mr C ha un problema nuovo che gli da dolore, rinuncia ad uscire e si prepara al ricovero della mattina seguente. Credo sia meglio l'ospedale vicino a casa sua anche se per me sarà più difficile andare lassù sulla collina. L'amica non esce più, è stanca. Anche la sua vita ultimamente è una corsa stressante. Però Lù, anche lei reduce da settimana difficile, c'è per il cinema. Andiamo nella sala comoda vicino a casa, garanzia di parcheggio facile e poltrone larghissime e scomode. Mi offre Pringles e acqua naturale per festeggiare la nuova auto rosso fiammante. Serata di relax totale.

Almodovar non delude mai. La Penelope Cruz in questo film è simpatica (il suo personaggio non esattamente). La fotografia mi piace, la luce anche, i colori sono i suoi e quelli della Spagna che racconta. Molte piccole scene di dolci cose (il rapporto fra il protagonista e il giovane Diego e fra la madre e il figlio). La solita mescolanza di stranezze e ordinarie cose. La trama ha una lieve struttura di mistero da svelare, leggera e ironica, come sempre. La musica di chiusura mentre scorrono i titoli regala l'atmosfera lieve da portarsi a casa.

Ribadisco la piacevolezza del cinema, quello del biglietto alla cassa, del buio nella sala e della completa immersione nello schermo gigante e nell'avventura raccontata. Niente a che fare con un dvd da vedere sullo schermo del maledetto elettrodomestico di casa. Che sia grande e figo quanto il divano (per chi possiede le due cose, io no) non mi farà cambiare idea.

venerdì 13 novembre 2009

Trans vicini di "ufficio"

Ultimamente lavoro spesso fino alle 23. Non era quello che volevo (non più, il motivo per cui ho cambiato lavoro era proprio quello). A fine turno sono uscita nella strada deserta a fumare aspettando il collega della notte.
La vedo da lontano. Un trans che ha ufficio all'angolo. Mi si avvicina, con delicatezza, rimane un paio di metri a distanza per chiedermi il permesso si avvicinarsi. "Scusa l'invadenza, avresti da accendere?". Sorrido sotto i baffi, che presumere da parte sua che potrebbe disturbarmi che mi rivolga la parola mi fa tenerezza. Rispondo con un sorriso e un "ma figurati".
Da vicino è un'eperienza: caschetto d'oro, circa un metro e novanta, mani enormi e curate, lineamenti assolutamente maschili ma armonici, labbra rouge Dior, voce forte, normalissima. Accende e mi ringrazia. Mentre si allontana mi chiede se sono in turno. "Che strane cose si inventano di 'sti tempi, ci dovrebbero stare gli uomini a quest'ora". Ci lanciamo la buonanotte nella strada buia.

Sapere che almeno c'è qualcuno nell'ufficio affianco mi fa piacere. Che non si sa mai in questa zona che di notte si trasforma.
Rifletto sul fatto che se lo dice anche lei che 'sto turno non va bene...

giovedì 12 novembre 2009

La speranza

Ecco, oggi ho aggredito quell'angolo di casa che ogni giorno mi chiedeva, con sguardo accusatorio e minaccioso quando l'avrei affrontato. Che ancora ci sono grovigli risalenti alle mie fratture estive (che sono arrivate con un tempismo speciale, due giorni dalla fine dei lavori in casa).
Bello, qualcosa è riuscito a prendere una forma e la casa invasa dal sole ora profuma di fiori di campo (tipo, il liquido è rosa shock).

Mr C ri-telefona. La telefonata è arrivata. Non sarà una passeggiata, anzi, ma il doc ha fatto tutti i consulti e ha deciso: ricovero per altre indagini e inizio terapia. Si aspetta solo il letto libero.
Lui parla con un tono di voce diverso, più deciso, più allegro.
"Ora mi concentro nella speranza!".

Sì tesoro, lo so che stare così, senza sapere nulla ti stava fiaccando. Speriamo.

Gita in periferia fino al capolinea del 14

La mamma, la nonna. Che mi piace che nella mia strana famiglia ci siano tradizioni a cui teniamo, nonostante...I compleanni si celebrano con allegria.
E se la mamma, la nonna desidera festeggiare il suo compleanno "laggiù", la accontentiamo. Qualche piccolo intoppo (la ventenne che invita l'amica che non arriva in tempo ma poi si darà di nebbia) e alla fine la parte logistica funziona benissimo. La nuova via non ci costa nulla, che ci sarà di strano ad andare a cena dall'altra parte della città in autobus? La sister arriva giù dai monti e ci raccoglie in mezzo alla nebbiolina tipica della periferia. La cena è carina, le ragazze sono felici di vedere il loro "zio" (il mio ex che già hanno dichiarato sarà sempre lo zio honoris causa, lui felicissimo, io anche).
Qualche intemperanza della festeggiata viene ammortizzata un po' dalle parole mie e della sorellina. Un po' sostiene anche lui con la sua garbata e sguaiata ironia (ossimoro decisamente calzante). Lo zio mostra di non avere scordato assolutamente niente, compresi i nostri gusti in fatto di cibo e qualche parola greca (che ce n'è un paio di cui non sappiamo fare a meno).

Ridiamo e facciamo giochetti simpatici. La mamma è contenta e si abbraccia i cuochi dicendo con occhi lucidi che sono quasi suoi figli, vuole una foto con loro. Noi siamo abituate ad avere il ruolo marginale, decorativo quando la mamma è in vena di atteggiamenti materni e affettuosi. E' sempre stato così, forse è un rituale di difesa emotiva, chissà.
Con lo zio progettiamo una cena di vecchia gente fra due lunedì. Con la piccola nana cresciuta si ragiona di quale viaggio e quale reflex. I regali le sono piaciuti (e ci tenevo tanto).

Rientro in taxi con contrattazione finale, buona riuscita. Sorrido pensando al massaggio di oggi e alle ricette di cozze fumanti che ci faremo io e la donna dalle mani che curano il corpo e l'anima.
Piccoli momenti positivi, ci volevano proprio.
Ohm shanti.

Deciso: andrò al lavoro con un amuleto scaccia energie negative. A costo di scomodare incensi e cristalli magici. Tò.

mercoledì 11 novembre 2009

Provocazioni reiterate dell'ambiente

Il mio lavoro sta prendendo troppo spazio, il mio crudele capo sta avvelenando l'aria e ci stiamo tutti ammalando. Lo possiamo denunciare? Magari.

Che dire? Ho detto cose che mi facevano impressione mentre le pronunciavo. Ho passato la prima mezz'ora della giornata, alle sette del mattino, a fare quella "cosa lì" cioè scrivere senza fermarmi tutta la spazzatura che avevo dentro. Poi ho stirato, ho sistemato due cose rimandate sul pc e altre piccole cose.
Non sono sicura di avere fatto bene a rispondere alla mail come ho fatto. Non era mia intenzione dare malessere a nessuno. Mi domando cosa mi potrebbe aiutare, sbloccare. E, sospetto espresso all'alba al telefono, mi sa che la mia parte piccolina-infantile-depressina si sta allargando e spinge per alimentare la pigrizia dell'adulto. Che non riesce a mantenere i suoi impegni. Con sè stesso. Che sogna un miracolo, una manna dal cielo. Anche un'amnesia temporanea che liberi la mente dai suoi ricordi e dalle sue paure per il presente e il futuro.
Come si esce dal vortice del nichilismo?
Leggendo Sartre o testi di pensiero positivo? O magari azzardando una spesa folle per una settimana a mollo fra i pesci colorati? Mi piace più la seconda. Ci riprovo.

mercoledì 4 novembre 2009

Incontri onirici

L'altra sera ho sognato l'ex collega (due lavori fa).
Oggi ho ricevuto una telefonata da un ex collega (di un lavoro fa).
Mi ha detto che mi ha sognato la notte passata. Un minuto dopo non sono riuscita a raggiungere il cellulare che squillava. Era la protagonista del mio sogno. Al successivo passaggio dalla mia borsa, un bel po' d'ore dopo (che la Caciottara è onnipresente e onnistressante), trovo un sms che mi stupisce. Molto.
E' di una compagna delle elementari che abita lontano, non ci sentiamo da anni (amicizia entrata in fase "caos e poi silenzio" dopo un po' di problemi, suoi, grandi). Mi ha sognato la notte scorsa.

Che è tutto questo traffico nei sogni?

lunedì 2 novembre 2009

6 uomini allegri

Bello spettacolo che ci ha regalato un po' di gioia e serenità.
Sei voci strepitose, sei sorrisi fantasmagorici che ballano e si donano al pubblico. Era tanto che non sentivo applausi così entusiasti. La classe non è acqua.

Take6, thank you, we love you too.

Piccole cose e piccoli passi.
Gli esami danno risultati che accennano ad una speranza e Mr C è combattivo e serenamente progetta rinnovata disciplina per la sua dieta.

Mi lascia un po' perplessa la continua scoperta che i medici "sbagliano" e altri medici lo dicono come se fosse normale. Mah!

venerdì 30 ottobre 2009

Sogni di evasione e rivincita

Ho sognato una ex collega. Ho sognato che mi comunicava che le hanno proposto un lavoro bellissimo nella "sua" isola (ndr. Santo Domingo dove ha passato 6 anni per poi tornare in Italia per la scuola dei bambini). L'immagine era lei e i suoi capelli biondi (lunghissimi nel sogno) che mi sorride con dolcezza ed entusiasmo mentre festeggiamo la notizia. Non la sento da giugno, la chiamerò per scoprire se ci siano novità. Mi piacerebbe.
C'era anche l'altra collega. Chissà, forse il sogno indica una nostalgia di lavorare con persone valide e oneste, loro lo sono e ci siamo legate molto. Forse invece il collegamento riguarda il sogno di cose migliori, di possibilità di giustizia nell'evoluzione delle situazioni lavorative e di vita.

I pre-fine settimana lavorativi, da qualche settimana sono diventati un tour de force antipatici. I turni del giovedì e venerdì mi danno un respiro rispetto all'energia negativa della capessa (non la vedo per 4 giorni) e mi permettono mattine serene e produttive in casa ma mi costringono a pomeriggi densi e faticosi e uscite nel buio della notte e turni consecutivi illegali quando debilitanti. Non sarebbe nulla se non fosse per il collega notturno che mi assale con lamentele e discussioni sterili (che non capisce i conti e non vuole uscire dal suo mondo di "non vedo, non sento ma PARLO"). E' persona gentile e disponibile ma ha il grilletto facile (nel senso di telefonate notturne inutili).
Della serie che esco sfinita e mi ci vogliono ore e ore per ricordarmi che ci sono altre cose nella vita.
Socialità? Brutto tasto. Pare che gli incastri non vadano, i pochi inviti che ricevo sono tutti, magicamente, riferiti a quando non posso...Qualcuno sbuffa, altri mi guardano perplessi. IO, sono perplessa, come si esce da 'sto vortice?

E mi sto annoiando anch'io. Possibile che ci siano solo lamentele e cose negative?

Intanto si scopre che la politica è al massimo della paranoia e che l'argomento Trans e trasgressioni sia all'ordine del giorno. I numeri dei licenziamenti e delle casse integrazione è spaventoso. Il Grande Fratello persevera tronfio come i velini della lega. E tutti, molti, parlano una nuova lingua. Della serie "non si può fare niente, non mi posso curare adesso, ci penserò dopo, è inutile fare e dire, il coltello dalla parte del manico lo hanno loro, è tutto uno schifo, non vale la pena, non si può, non serve etc. E a pochi viene in mente che screditare gli altri non produce riconoscimenti per sé che abbiano una durata e verità utile, che il dividi et impera vada contrastato, che la remissività alimenta lo stato delle cose.

Nichilismo e crisi danzano insieme, sgraziati e pericolosi.

Bla, bla, bla. Ci casco in pieno anch'io. E non mi piace.

mercoledì 28 ottobre 2009

Mobbing

La capessa è in una gabbia, quella della vendetta e dell'ostile battaglia indiscriminata. Mi rompe, mi spia, mi mente. Si inventa cose e bugie, si imbroglia nella ricerca di accuse nuove e fantasiose. Non capisco dove voglia andare a parare. Forse un semplice braccio di ferro per crearsi alibi e un "diversivo" per distrarsi dalla sua noia quotidiana. Mah. La collega a questo punto è perplessa più di me e non sa più come arginare le sue fissazioni.
Schizzofrenici cambi di atteggiamento si susseguono. La dittatrice del latifondo è fuori controllo. Mi guarda in cagnesco, poi, improvvisamente, cerca una falsa armonia, esibisce un sorriso che più recitato non si può e pretende che si giochi alle allegre ragazze. Dieci minuti dopo pretende di sapere cosa avrei detto in una telefonata e si inventa un fantomatico errore che avrei fatto. Non è vero, lo diciamo in due e non si convince. Sclera un po'. Le passa e mi chiama per mostrarmi una cosa frivola. E via così, alla mercè della sua vena torturatrice.
Disgustoso, semplicemente snervante.

Vaffa. Ri vaffa, vaffa for ever.

Facciamo che le mandiamo una benedizione sperando che la sua ansia e cattiveria si plachino un po'. Temo che, comunque, l'epopea debba riprendere. Un due tre. respiriamo e tiriamoci su le maniche

lunedì 26 ottobre 2009

Non aprire i cassetti tutti insieme

La famosa frase che ci diciamo fra amiche. Metafora della sensazione terrifica che si prova quando, al cospetto con un malessere legato ad una difficoltà, si finisce per fare la cosa meno utile: mettere in elenco tutto quello che non va invece di concentrarsi sulla risoluzione del problema o sulla gestione del dolore contingente.
Brutta bestia!

Ieri ero molto stanca, reduce da due pesantissimi giorni di iper fatica e di poco sonno. Ho "sbroccato", ho poi rimesso in sesto la calma e ho parlato con Mr C.
La tensione c'era, c'è. Oggi è una giornata difficile, stasera qualcuno avrà il compito di dire qualcosa che potrà essere molto duro affrontare. Da un lato abbiamo bisogno di sapere. Dall'altro sapere sarà uno shock, forse, probabilmente.

Ieri fila alla sede del PD vicino a casa per votare. Che mi è venuta di botto la voglia di aggiungere un numero all'opposizione di cui si parlerà nei prossimi giorni. Giusto per sentire i TG parlare di un po' di gente che non nè può più di 'sti arroganti che tanto si vantano del plebiscito elettorale. Ovviamente molti anziani (e opprimente odore di naftalina) e facce che da molto non vedevo. Poi passeggiatina e stupide cose, discorsi al baretto sotto l'impalcatura, tentativi di risolvere problematiche tecniche inusuali. Che parlare è sempre meglio che tacere e fare finta che tutto vada bene. Qualcuno soffre molto di freddo improvviso e siamo riusciti a ridere ed a risolvere con ironia (alla fermata del pollicino stupidino mi sono prodigata in una fasciatura con sciarpa di una schiena gelata).
Pizzetta finale, la migliore della storia, dopo altra fila simpatica e a nanna.

Oggi altra lotta telefonica, alla faccia della sanità che "da noi" funziona! Scelta fra tre possibilità, tre classi di servizio. Prima, oserei dire quella che sarebbe giusta: economica (si fa per dire, 40 euro, quanto in altri paesi costa in regime privato)- marzo 2010. Seconda: in regime "strutture accreditate", 60 euro, venerdì. Terza: in ospedale PUBBLICO, in regime privato, fra due ore, 120 euro.

OK, diciamo che dopo otto tentativi, decido che posso ritenermi fortunata per poter scegliere la seconda.

(Per l'altra esigenza invece...niente da fare. Il pubblico o semi pubblico non aiuta, il medico sconsiglia. Vada per i 120 euro, comunque un mese).

Ps: ci sono un paio di "vaffa" che mi ronzano nelle orecchie, ci penserò domani

La crisi che rien

domenica 25 ottobre 2009

Dispnea

Asfissia. Senso di oscurità nel mezzo di una giornata assolata.
Vorrei.
Capire come farlo e non ci riesco. Trovare l'equilibrio per riuscire a non sentire questo macigno sul petto. Spezzare questo filo che non mi sostiene e, temo, porta anche risultati negativi a chi voglio aiutare. Lo voglio aiutare? Sì. So farlo? Temo di no. Temo che le mie scelte non-scelte stiano facendo danno su tutti i fronti. Bisogni: urlare, scappare, dimenticare, fuggire. Non sono bisogni reali. Sono desideri di chi non sa dove andare, come fare. Mi sento così.
Sola e disperata.

Disperato: senza speranza? Speranza e fede sono la stessa cosa?
Solo: chi si sente solo, chi vive nell'isolamento, nella separazione dale resto della gente, chi vive nella falsa credenza che a nessuno interessi il suo sentire.

Quando questa separazione si è concretizzata?
Perchè non riesco ad uscire da questo labirinto?

Ritornare sui miei passi per capire cosa cambiare. Subito, presto.

Lo so, è normale sentirsi male in questa situazione, è dura, è troppo.
Quando ho cominciato ad isolarmi? Quando hanno cominciato ad innervosirmi le "cose" del mondo? Quali? Come ritrovare un contatto? Cosa mi impedisce di aprirmi e mi porta a rintanarmi in una tana scomoda?

Domande, domande.
E le risposte?

E le soluzioni?

Non ho le soluzioni per gli altri, per chi non le cerca da solo. Cercarle per qualcuno che non parla crea solo un buco nero. E, nel frattempo, mi dimentico di cercare quello che serve a me (pessima abitudine sclerotizzata).

Cosa fare? Ora?

Ripristinare un "diritto" per sè e prestare attenzione e ascolto alle voci del cuore.

Muovere le gambe?

martedì 20 ottobre 2009

Galleggio

E funziona abbastanza. Cerco di non pensare troppo, di non fare bilanci e calcoli, di fare quello che posso senza farmi troppe domande e senza aggiungere stress auto-prodotto a quello che circola intorno a me. Non mi va affatto di farmi carico di qualcosa che non mi interessa (job stress and stupidaggini di qualcuno).
Progetto soluzioni intelligenti per problemi reali, mi dimentico ogni giorno, ogni mezz'ora di pre-occuparmi di cosa è stato, di cosa potrebbe essere, di cosa sarebbe bello fosse, non mi interrogo del perchè qualcosa non abbia funzionato, non nè ho più voglia. Mi perdono per non fare di più, mi scuso perchè forse per qualcuno faccio "diverso dal solito", confido sull'amore che vale indipendentemente dalla contingenza.

Passettini e piccole cose.

Oggi ho due biglietti per due date per due spettacoli che ho voglia di vedere.
I miei stivali preferiti sono stati portati al restauro magico (anche se hanno quattro anni non sono pronta a separarmi da loro).
Ho, non senza senso vago di colpa, preso appuntamento con un nuovo dentista. Che il mio mi sembrava troppo anziano, troppo lontano e non so cos'altro. (Che poi si scopre che ha chiuso lo studio. Mi sono quasi offesa: io mi struggo sentendomi di tradire e lui manco mi avvisa!)
Ho spostato due mobili ed è molto meglio così.
Ho fatto giretto da mia sorella (sai la cosa di Maometto e la montagna...).
Ho iniziato un vago ordine dell'armadio.
Ho comprato un paio di capi basic, indispensabili.
Ho preparato la migliore insalata della storia, tutta per me, gnam!

E cerco di aiutare qualcuno che si scopre sta metabolizzando un po' meglio il tutto. Meno male.

Galleggio. Ci provo. Aspetto. Accetto senza entrare nelle spirali comportamentali. E non dimentico di sognare e desiderare. E cerco di rilassarmi per ripristinare un entusiasmo che c'è, lì dentro, un pochino messo in angolo, ma c'è.

giovedì 15 ottobre 2009

Una cascata d'acqua in casa

Mi sono svegliata stanchissima, tardi. Che alle due di notte ero al telefono con il portiere notturno che non riusciva ad emettere una fattura. Non è colpa sua se per gli altri è un optional informarlo sulle cose importanti, che, e mi sono stufata di dirlo, se l'albergo è aperto 24 ore su 24, vuol dire anche che le persone vanno e vengono a tutte le ore, non quando vuoi tu. Che i voli sono a tutte le ore. Ma questo fa parte delle solite cose che non si può discutere.

La casa è gelata. Aziono la leva "inverno" della caldaia. E parte uno scroscio d'acqua, manco le cascate del Niagara. Secchio, perplessità, preoccupazione. Chiudo la leva generale dell'acqua. E adesso?
Telefono al magico manutentore. Mi risponde immediatamente (che il mio nome sul display gli piace di più di quello del lavoro)con voce pacata, gentile, dolce. Confrontate le interpretazioni e le soluzioni da mettere in atto, manometro antipatico, dopo avere sfiatato litri e litri d'acqua, l'emergenza rientra.

Bene. Allagamento sventato, mi consolo pensando a quante cose si imparano nella vita.
Bene. Anche oggi mi posso lavare con l'acqua calda. E lo so che, anche se non ce ne rendiamo conto, si tratta di un lusso, che in molti luoghi della terra tante cose non sono scontate.

mercoledì 14 ottobre 2009

Al C.U.P.

In fila, 29 persone davanti, in tempo per la spesa e una lunga attesa. Qualcuno ha registrato chi c'è e chi non ha resistito. Improvvisamente si va rapidi.
Tocca a me. La prestazione che più mi serve ha tempi assurdi: prima possibilità fine gennaio. Bello.

Racconti fra gli operatori.
Un eco ai testicoli. Il signore tuona:
"MACCHE' TESTICOLI, A ME FA MALE L'UCCELLO".

Manco nei vecchi campi di cotone

E pensare che le cose che tollero meno sono l'arroganza, la prepotenza, l'aggressività gratuita, lo sfruttamento del debole, l'atteggiamento dittatoriale...
E mi ritrovo ad avere a che fare con una persona che ha deciso, non so se tanto tempo fa o recentemente, che tutto ciò è la sua essenza e la mette in atto con determinazione maniacale. Sono troppo stanca per reagire con forza, troppo stanca per subire attacchi ingiustificati.
E l'impotenza? Che già è dura da gestire quando una persona a cui vuoi bene si trova in un tunnel senza uscita. Che avremmo bisogno di pace e di brave persone. Che la crisi esiste, e non si tratta solo di limitare gli acquisti del superfluo. Che la crisi è una precarietà infiocchettata per i soliti noti.

Come si fa? Spostarsi? Dove? Come?
Cerco di trovare una calma necessaria per affrontare un'altra difficile ricerca.

La musica a teatro un'idea piccina. Un biglietto aereo un'altra.
Per la prima volta ho pensato che il lavoro può fare ammalare, peggio di un'influenza. Il fatto è proprio che certe influenze negative, certi virus sono proprio terribili. Non devo cascarci, non devo lasciarmi condizionare.

venerdì 9 ottobre 2009

9 ottobre 2009

Oggi:
- anniversario della morte del Che
- bombe sulla luna
- alluvioni come eccidi
- la verità è che il presidente della repubblica è di sinistra
- il Nobel per la pace è di Obama

giovedì 8 ottobre 2009

Disinfestazioni

Il Sig Mosca, si chiama così, ha un lavoro azzeccato: sterminatore di zanzare, blatte, pulci e tutt'un po'. Arriva con lo spruzzatore, ti chiede la metratura (esterni und interni) e, sgambettando allegramente, procede ad espletare.

Alla rotonda si vedono cose strane. Sulla panchina assolata, di fianco alla grande fontana che svetta (si fa per dire) in mezzo al traffico, due persone sono alle prese con, immagino, i signori pidocchi. Disinvoltamente uno esplora la chioma dell'altro (altra? chissà, a volte non si distinguono i generi delle persone di strada) e immagino che sia un momento di relax.

Dopo aver portato una giacca al consigliere dell'Arcigay al Cassero (che, mi confessa, è l'unica giacca che alla camera dei deputati gli permettono di indossare), mi fermo dalla ragazza etiope bellissima a comprare due cose.

Oggi pace nella valle: la signora piena di rabbia ha la febbre, ore di pace per tutti. E i sorrisi e le battute allegre muovono l'aria, anche al telefono.

COSMONAUTA

Non astronauta
Cosmonauta. Colui che nuota nell'universo. Oppure il popolo che nuota, il nuotare conquista del popolo. Il popolo che saltella lassù.

Lo sforzo è stato tutto ampiamente ripagato.
Dal film e dall'incontro al baretto brasilero.
Il film un equilibrio armonico di bella fotografia, cambi piano e musica. Protagonisti deliziosi. Personaggi affascinanti, attori bravi e convincenti. Battute e trovate creative e divertenti. Il pre film migliore della storia: animaletti di plastilina che si muovono e emettono versi con sottotitoli a decifrarne i dialoghi surreali, una parodia delicata e irriverente dell'arrogante ambizione umana, delle fregature festeggiate manco fossero conquiste.

Bello, appagante, ricostituente. Esattamente la medicina giusta per queste giornate amare che dopo la visione appaiono per quello che sono.

Dopo, ci incrociamo al dopo film, per puro caso, nessuno ha mangiato (io sono a Pringles del cinema dalla prima colazione). Abbracci, abbracci, sorrisi, risate. Uniamo i tavoli e la serata finisce ancor meglio.
Bello. Ci voleva.

mercoledì 7 ottobre 2009

Vai a farti benedire

Da dove viene questo modo di dire?

Oggi ho seriamente pensato di:
- iscrivermi al sindacato più incazzato
- chiedere lo status di perseguitato politico
- andare a farmi preparare un amuleto contro l'energia malefica
- fare un blitz dove lavoro con incensi purificatori
- vendere quel poco che ho e imbarcarmi per le Antille
- proporre al responsabile acquisti cateteri per urinare
- entrare nella lotta armata (armi da decidersi, pernacchie e sberleffi?)

Ho anche pensato che qualcuno ha proprio bisogno di farsi curare e/o benedire. Che vorrei tanto poter documentare quello che vedo e sento.

Ho visto qualcosa che credevo non fosse possibile vedere: qualcuno sbattere gli occhi da cerbiatto (poco convinto) con un uomo per ottenere un contratto. Ho visto in quell'uomo l'orrore annoiato e stupito. Ho visto la falsità patologica di qualcuno che recita talmente male da fare pietà. Anche a sè medesima.

Non so, talmente palese ed eccessivo. Talmente fuori controllo e illogico.

Sai che dico, non dico che va bene, non va bene, ma...
L'effetto è anche di sentirmi MOLTO al di fuori di tutto questo, meno coinvolta, meno responsabile, nel bene e nel male.

E, barzelletta delle barzellette, pare che per quel qualcuno sia importante che io approvi (oltre che assecondare e subire).

Ma RI-VAFF

martedì 6 ottobre 2009

Io comunista, tu teatrante di scarso talento

Avevo intuito. Messa sotto accusa dal mio capo. Perchè non ho il buon carattere di fare finta che sia tutto ok, che sia tutto normale, che sia accettabile. Perchè parlo. Ho sentito tante cose assurde. Per l'ennesima volta mi viene detto che devo lavorare "peggio". Me lo dicono i colleghi. Me lo dice il capo. Che quando cerca di rispondere alle mie obiezioni facendo appello ad una fantomatica famiglia, ad una "unione" in cui i sottomessi sono fieri di fare corpo con il padrone della fazenda...Cerco di trattenere un sano vaff. Cito "el pueblo unido jamas sera vencido", scherzo. Ed ecco che esce la battuta "tu,comunista etc".

Ho detto che penserò alle critiche mossemi. Ho detto che non mi merito certe false accuse (che poi, subito, ha ritirato quasi tutto). Ha detto che siamo un bel team e che dobbiamo pensare solo al lavoro. Ha detto anche che ci sono persone che trattano la gente peggio di lei (e io pensavo, anche molto meglio, se per quello). Che c'è la crisi e bisogna essere flessibili (prenderla in quel posto con sorriso, ndr).

La collega rimane in silenzio, per un'ora si contorce sulla sedia mentre il capo dice e io rispondo. Poi parla, cercando di essere diplomatica. La recita assume altri connotati. Mi appoggia, è abile. Non avevo dubbi.

Quando, dopo due ore oltre il mio orario di lavoro (sveglia alle sei), ho chiesto di poter andare, che avevo appuntamento con il medico, mi ha guardato indagatrice e mi ha chiesto un bacio per dimostrare che era tutto chiarito.
Non era per niente divertente, ho fatto finta lo fosse, credo con scarsa convinzione.

Un bacio? Stiamo scherzando? E tutta la solfa della serie "anche i ricchi piangono"? E la falsa tiritera sull'amore che lei proverebbe per il suo lavoro. E la crisi come alibi per perpetuare la mala gestione di tutt'un po'. Come sentire una campana stonata. Lo sa che non me la darà mai a bere su certe cose.
E che cazzo vuole dire con "spero tanto tu mi creda quando ti dico che non c'è alcuna dietrologia"?

MA VAFF

Destini e cognomi

Un mio conoscente di 15 anni fa, incontrato da qualche mese, un dj, di quelli buffi più che fighi, appassionati più che gettonati, con un suo seguito allora e i suoi agganci oggi, dal fisico largo e la camminata molleggiata, la voce bassa e gli occhi sorridenti che si affacciano sulla barba incolta...
Ha un cognome che sembra proprio una barzelletta, una gag, uno scherzetto stupidino.
E' proprio scritto così e lui non ci può fare niente, da 54 anni.
Niente di stravolgente, il cognome numero 1 è con due T, il secondo è con due S.
La soluzione dell'anagrafe è:
"......tta oppure ......ssa Marco", tutto insieme tutto attaccato, così, come sembra inverosimile.
Amen.

domenica 4 ottobre 2009

Sono una password

Scopro che il mio nome, quello lungo, quello serio, è usato come password da qualcuno che mi vuole bene. Mentre mi ritrovo a pensare a un paio di persone che invece si sono fatte di nebbia improvvisamente dopo un numero indefnito di ore, giorni, mesi di appassionata vicinanza ed effusioni intellettuali e fisiche. Questa cosa dell'accettazione è il mio tallone di Achille. Ancora?
Ancora, che due scatole.

Ancora sono una dilettante dell'arte di sottrarre...
Mi impegnerò maggiormente, meglio.

Devo, voglio imparare ad essere la mia password.
Studiare strategie, velocemente, e mettere in atto, velocemente.
Sottrarre:
- troppe analisi sul perchè delle azioni degli altri
- troppi studi inutili sul passato prossimo e remoto
- le indecisioni sulle cose semplici fanno male
- se l'allegria non sta intorno a te, trova quella IN TE
- "spostarsi" non è peccato
- pestare le cacche capita a tutti, guarda dove pesti

Trallalà. Rinsaldare le competenze e i ruoli.
Solito gioco da gestire: leggerezza e concentrazione e libertà.
Trallalà.

venerdì 2 ottobre 2009

Zapping on line

Era tanto tempo che non navigavo in pace...
Che gli ultimi mesi sono stati come una nuvoletta di sospensione o come una forzata seduta su una scomoda poltrona con la spada di Damocle che oscilla sopra la mia testa.

Alla rinfusa, velocemente...
Scopro tante cose.
Anche che conosco tutte le insegnanti di danza afro di Bologna (che la maestra di tutte è quasi una sorella e le vecchie compagne di corso hanno fatto tutte "carriera" e sono titolari dei vari corsi sparsi in città).
Che un paio di donne che frequentavo, alla soglia dei quaranta, sono in dolce attesa (pazzesco scoprirlo via web!). Una mi ha detto con aria furbetta "a te lo posso dire, sono andata in Spagna a fare la fecondazione assistita, 8000 euro!"
Che tanto marketing creativo ha prodotto la possibilità di regalare di tutto fra cui corsi di aerografo, massaggi e soggiorni in spa, sedute di ogni genere, anche psicoterapiche.

Intanto qualcuno che non sentivo da un po' ha fatto comunione e cresima per esorcizzare i suoi quarant'anni, ed il senso è proprio quello letterale (mi chiedo cosa abbia deciso per i suoi gusti sessuali e quale favola voglia interpretare questa volta). In realtà il tutto mi interessa relativamente, gli auguro di non sprecare troppo tempo ad inseguire stendardi strani.

Costellazioni famigliari?
Oroscopi karmatici?
Vendita alla spina di detergenti e cosmetici ecologici?
Escort in tv come prime donne con qualcosa da dire?
Scudo fiscale e ricchi premi e cotillion per fetenti redenti?

La poesia, la gentilezza, la speranza, l'ascolto, la solidarietà.
L'allegria da recuperare e rinsaldare.

Modem nuovo, vita nuova

Il tecnico, che finalmente è arrivato, è giovanissimo, carino, rilassato.
Tutto sistemato, modem di nuova generazione, si viaggia a tutta birra!
EUREKA

mercoledì 16 settembre 2009

Come se fossi in trasferta

Come se fossi in un'altra dimensione...
Sono stata lontana e mi guardavo da lontano.
Torno? Certo, prima o poi.
Non sono ancora sulla via del ritorno ma ho già un'immagine della data presunta.

Sto mettendo a regime alcune cose, comincio a immaginare come fare altre.
Mi sto avvicinando.
Ho desiderio di tante cose mie.
Arrivo

martedì 25 agosto 2009

Rientro alla base

Il pc di casa non mi permette di connettermi. Boh.
Rientro in città e al lavoro. Pomeriggio in solitaria pace, quasi noia anche se ho smaltito un bel po' di posta. L'energia è buona, le intenzioni pure. Acquistato due libri per intraprendere la battaglia, la mia e quella di Mr C che mi fa una gran tenerezza.
Con calma e amore possiamo passare attraverso questo passaggio stretto, lo sento, lo spero, lo voglio.

Ricordare la notte delle due lune: 27 agosto circa 00.30 tutti con il naso per aria nella notte per vedere un Marte che conversa con la luna.

ps: accidenti alla mia indole curiosa! Ho indagato è ho scoperto che si tratta di una "bufala marziana", che non è possibile che Marte venga tanto vicino alla terra senza provocare catastrofi terribili, maree e inondazioni.
Va bene la solita luna nostra!

sabato 15 agosto 2009

Le parole che non bastano

L'ufficio è in fondo al corridoio, silenzio, solo i nostri passi. La porta si apre ed arriva lui, vestito di verde da testa a piedi, due baffi allegri e un bel sorriso serio ed empatico. Premette che la situazione è molto complessa poi la descrive. E' chiarissimo, non omette nulla ma rimane delicato. Qualche domanda la faccio, le risposte sono precise, dettagliate. Usciamo lentamente, un passo dietro l'altro.

Sarà durissima, è durissima. Le parole fanno quello che possono, non bastano.

venerdì 14 agosto 2009

Gatti e bullismo

Storie raccontate su una terrazza. Gruppo eterogeneo di Buddisti. Un'ora di recitazione che ascolto dal divano. Si sta bene, il suono riempie l'aria calda, il mantra incalza e ti avvolge nel suo ritmo, la mente si svuota fino a che si riesce a isolare i pensieri "buoni e utili". Determinazioni. Ho chiesto a me stessa di sconfiggere la pigrizia, di avere maggiore disciplina e meno confusione.
Il buffet è carino e originale, spiedini di frutta e altre cose.
La signora buffa che andrà a ballare alla gelateria sulla Bazzanese (si balla in gelateria?), ci racconta della crisi condominiale. Il suo gatto bianco che abbaglia, pare torturi un vicino antagonista con azioni sconvenienti e aggressive. Avvocati, amministratori e, udite udite, veterinari comportamentisti sono stati coinvolti nell'indagine. Pare che l'altra padrona sia a questo punto da sottoporre a visita medica: il gattone bianco è stato assolto. E' stato sancito che non è affetto da turbe strane e che le suddette azioni inverosimili sono sicura invenzione della fantasia umana. I gattacci sono semplici gatti in competizione. Le sconvenienti azioni sono state analizzate con prove e contro prove. Nulla di vessatorio oltre la normale crudeltà della natura quando mette due maschi a scontrarsi per la supremazia territoriale. L'angelico gatto candido è solo più forte (e stronzino).

Immagino test e coinvolgimenti della CSI veterinaria.
Immagino un processo con tali imputazioni e testimoni e arringhe finali.

Che di follie e stranezze e pieno il mondo.

mercoledì 12 agosto 2009

Donne, libri, Somatoline

Cinema in una serata di ferragosto, sala deserta come le strade, tutto chiuso, anche i locali che non chiudono mai. Parcheggio quasi facile.
Il film recita "Uomini che odiano le donne". Il "bullo" (libro ndr, che le parole coniate dai bambini di due anni sono per noi neologismi d'autore) non l'ho letto. Non mi attraeva, comunque. Lei sì ed è delusa. L'inizio non è male, poi diventa esagerato, troppo veloce, superficiale, inverosimile. La violenza è data quale realtà non spiegata e non risolvibile. La risposta nella legge del più forte. La donna subisce e soccombe o si vendica e si difende offendendo con le stesse armi. Sadismo e pesantezza mischiate a banali scene di azione e personaggi inconsistenti.

Un'insalata di mezzanotte. I soliti aggiornamenti sulle amiche A and R. Non so perchè né parla ancora, cosa ci sarà da capire? Sì, immagino che entrambe le amiche abbiano fatto uno strano compromesso e gestiscano le loro relazioni (tutte, matrimonio compreso) come un gioco di interesse in cui stare comode. Niente scambio e generosità o sentimento. Lei è diversa, il suo matrimonio è diverso, i suoi sentimenti sono diversi. Perchè parlarne ancora? Anche l'altra famiglia sceglie strane cose. E allora? Altri interessi, semplice.

E, mentre l'insalata finisce e si ricorda che questo è l'unico posto carino dell'estate in città, arriva l'argomento che arriva sempre: l'età e la decadenza del corpo. L'interno cosce è da curare, l'addome è un po' lento, la magrezza estrema è deleteria oltre i trent'anni (felice che l'abbia finalmente deciso dopo vent'anni di gusto anoressico), Somatoline il salvifico prodotto dell'estate 2009...A questo punto si ride delle fatiche e dei discorsi e dal cappello viene estratta la lettura che suo marito ha pensato per me. Esulto, lei sorride, tanto lo sa già che i gusti di lui mi sono più familiari.

E penso alle fatiche e alle coppie e alle donne.
Qualcuna è in difficoltà perchè troppo esigente e severa con sè stessa. Qualcuna è talmente forte da non poterne più di mandare avanti la baracca. Qualcuna non sa gestire la solitudine e diventa inaffidabile anche se non vorrebbe. Qualcuna vorrebbe non dover portare i pantaloni in ufficio e a casa. Qualcuna ha costruito la sua vita sulle sue forze e, finalmente, riesce a condividere gioie e dolori. Qualcuna deve recitare la parte debole in casa anche se al lavoro è il capo di tutti. Qualcuna ancora si confonde e sbaglia, e agisce per cercare il favore degli uomini e le scappano piccoli gesti scorretti nei confronti delle amiche.
Altre storie raccontano di alti e bassi, di percorsi e consapevolezze, di sforzi e sincerità, di vissuto e amicizia, di amore e semplicità.

martedì 11 agosto 2009

Monte Battaglia by night

Invito segreto, si va in un posto che non si sa. Si parte presto che è lontano. Man mano che si va e si sale il panorama diventa verde, verdissimo e l'aria si rinfresca. Ho quasi freddo. I tornanti diventano tanti, il cielo si scurisce e fra le nuvole ci sono striature rosso fuoco. La strada poi si stringe e le auto parcheggiate fanno capire che siamo arrivati. Incastriamo la mini macchina a pelo del burrone e ci avviamo nel buio del bosco. All'inizio del pezzo che si deve fare a piedi, ci fermiamo a riflettere: la salita è tosta, non si vede la fine. Il dubbio arriva prepotente, non siamo sicuri che riuscirò a fare quell'ultimo tratto, dopo tutti quei chilometri! Due minuti e parto, ci proverò. La mia gamba urla un po' ma poi prende il ritmo e, appoggiandomi al braccio del mio compagno, arrivo fino in cima. La musica aiuta, chiama, attira, incoraggia. Lo spettacolo che ci aspetta dietro l'ultima curva è splendido: siamo in cima ad un piccolo monte, il bosco intorno profuma di lavanda, una vecchia torre illuminata si staglia nel cielo insieme alla luna a forma di pesca, ai piedi della torre un piccolo gruppo di persone sdraiate nell'erba ascolta e guarda le stelle. Il violino, l'oboe, il clarinetto, il sax e la tastiera paiono essere stati sempre quì a far compagnia alle due statue adagiate sulla terra. La musica suona dolcemente accarezzando gli alberi. E' veramente meraviglioso.
Valeva la pena intraprendere quella salita!
La discesa sarà ancora più difficile (che il ginocchio impara prima a salire che a scendere, ma questo già lo sapevo) ma la stanchezza si fonde con la calma e la dolcezza infuse dalla musica e dall'aria pura della notte stellata. GRAZIE

sabato 8 agosto 2009

Ordine o disordine?

E' un periodo in cui l'ordine è uno strano oggetto del desiderio. Non proprio cercato e amato, non viene da sé. Invece viene da sé questa sensazione di essere in una bolla sospesa chissà dove. Come se non ci fosse luogo dove andare, cose da fare, parole da dire. Un giorno, quando è stato non si sa, c'è stata una brusca frenata. E una caduta. Gli angeli hanno chiuso la porta del paradiso. Ordinare, devi ordinare. Mettere in ordine cosa significa? Fare spazio, dare spazio, pulire lo spazio. Gettare quello che non serve, quello che non vale per dare collocazione più comoda a ciò che serve, che è utile, che richiede tempo e spazio. Gettare, voltare pagina implicano un atto di volontà e un desiderio, un progetto. E una fede deve sostenerti. Tagliare i rami secchi è come fare piazza pulita dei rossetti che affollano l'armadietto del bagno. Lo sai benissimo che non li userai mai. Che mai hai messo un rossetto rosso fuoco, per quale motivo dovresti, un giorno, trasformarti in qualcos'altro? E, nel pur lontano caso, chi ti dice che non sarebbe marcito nel frattempo? Disordine è il momento prima della decisione. Ordine è la meta da raggiungere. Quell'ambizione ad andare nella tua direzione. La caduta ti fa ancora male? Poco male. Rialzati e ridi della tua capriola e della tua impotenza temporanea, riprendi il binario e seguilo. E non ti curare di loro ma guarda e passa.

Armadietto bagno: fatto.

giovedì 6 agosto 2009

Il pepe affranto

Dove si va? Sedute sul muretto dell'ospedale cerchiamo l'idea, che Re Artù non se ne può più. La mia amica adorata declama "voglio un posto sereno, piacevole, tranquillo, senza rumori, con una bella poltrona (ristoranti con poltrone?), che sono stanca e stressata, praticamente isterica". Il malato, che è nella sua giornata nervosa, che è stanco di non sapere cosa accadrà e quando, sorride e accarezza con lo sguardo la donna che amo tanto e lui non aveva ancora conosciuto. Deciso per quel ristorante all'inizio della salita per la collina. Si sta benissimo. E' un posto strano. Semplice ma con un servizio degno di tre stelle Michelin. Anche troppo. Donne che usano termini forbiti, vere oratrici che pare descrivano il menù in decasillabi. Ordiniamo, scegliendo delizie e scartando a malincuore altre delizie. Antipasto: un errore ci delude, siamo tre, perché due tigelle? Tutto ottimo. Quando ci viene detto in tono semi petulante che il formaggio non s'ha da mettere...quando chiedo pepe da macinare... Arriva un, come si chiama? Mortaio di legno.
Lei lo chiama "pepe infranto".
Non ci stiamo più. E iniziamo a ridere. Che non si deve esagerare! Il detto pepe profuma potentemente, ma sempre semplice pepe è. Va bene la qualità e la raffinatezza ma la leggerezza è indispensabile, sempre, comunque. E abbiamo una nuova citazione per le nostre memorie divertenti. Il pepe affranto, deflorato, afflitto, distrutto, depresso. Al dolce veniamo costrette a scegliere ad occhi chiusi il dessert di Omar, che non è dato avere nessuna informazione in merito. Segreto militare. E il mistero crea favole di cucina. E qualcuno si inventa un amore gay non ricambiato fra lo chef e il lavapiatti della mensa. Il dolce in questione è in effetti apparecchiato con disegno fallico, è ottimo, come tutto del resto.

Alla partenza il mio ginocchio non risponde, non mi regge. Esco presa dai due lati dalle mie amiche che affettuosamente mi prendono in giro, sembro persona in arresto. Mica si può infrangere il pepe senza conseguenze.

mercoledì 5 agosto 2009

Identità e salvezza

Rifletto in questi giorni su come le persone cerchino sollievo e risposte. Sulle scelte di adesione incondizionata, su come i malesseri e gli ostacoli portino a rivolgersi a certezze precostituite, a dogmi e rituali. Alcuni seguono un percorso di dubbio e di studio. Altri si affidano in toto a un gruppo, a una fede, a regole che vivono come salvifiche. Spesso siamo alla ricerca di un "impianto" che ci aiuti a disciplinarci, tutti cercano un aiuto per dirigere la propria vita. Alcuni seguono un percorso che prevede la consapevolezza e ci arrivano cercando di non farsi prendere nelle maglie di schemi rigidi, cercano aiuto ma non si affidano a qualcosa di esterno. Ho incontrato qualcuno che non ha saputo fare di meglio che identificare la sua salvezza con l'abbandono acritico a qualcosa, qualcuno che decide per lui. Mi spaventano queste cose e sono scandalizzata che esista ancora una chiesa che convince la gente che esiste un "male" come se fosse un'entità tangibile e reale che ha il potere di decidere tutto della vita degli uomini. E mi stupisce che persone intelligenti che vivono nel complesso mondo degli anni 2000 si affidino a chi spiega tutto togliendo responsabilità e potere alle persone. E mi fa anche arrabbiare vedere come tante persone soffrano e tanti altri usino la sofferenza altrui per mietere adepti da condizionare. Come se le difficoltà possano essere gestite solo se si abbandona sè stessi per assumere l'identità che qualcun altro prepara per te, come se la salvezza fosse in vendità su uno scaffale. E il prezzo da pagare?

lunedì 3 agosto 2009

Polvere di libri

Giornata che segna un passaggio.
Ho camminato! Nel senso che da sola, andata e ritorno, sono stata all'ospedale a piedi, senza ansia, con calma e determinazione, annusando l'aria e scrutando quello che c'era da vedere (ben poco: strade deserte, strisce blu vuote, serrande abbassate, passanti zero). Abbiamo anche preso un caffè al bar dell'ospedale, deserto. Abbiamo riso delle nostre infermità nel cortile, anch'esso deserto.

Ho iniziato a spostare i libri. Come se fosse un rito, una cerimonia di rinascita. Intanto ho riempito una piccola libreria poi vedremo. La polvere raccontava di un mese di stand by ma anche qualcosa di più. E abbiamo sfogliato pagine e fatto piccole pile di categoria, accarezzato qualche libro significativo, letto dediche e date, trovato piccoli bigliettini di note e messaggi.

E se andassimo veramente ad Istambul a Natale?
Ho messo qualche volume in un angolo separato, a portata di mano. Che alcune letture sono dei desiderata senza essere stati ancora affrontati. Istambul lo leggerò, lo so.

Musica: Days of wine and roses - Earl Klugh Trio- deliziosa

News e piccole gioie

Dall'ospedale: in attesa del responso hanno deciso di liberare per qualche giorno l'uomo paziente. Evviva, anche se ci saranno i sacchettini brutti potremo fare piccole passeggiate. (che avrà fatto km nel cortile e nei corridoi)

Dall'Argentina: sono riuscita ad avere notizie dell'amica che fuggì anni fa da un marito violento. Lei e la bambina stanno bene. Che gioia.

Fatto login di un nuovo blog di una bella donna conosciuta sabato: l'atmosfera di sogno e favola è necessaria come l'acqua.

Uscire dalle pozze di infelicità si può e si deve

sabato 1 agosto 2009

L'ospite d'onore non ci sarà

E non so se mi dispiace, e non so se me lo aspettavo, e non so se la cosa mi tocca. Che se le persone ci sono si vedono benissimo. Che la lingua biforcuta pare una moda un po' noiosa. Che mi va benissimo una cena fra brave persone. Che non c'è tempo per complicatezze e sfuggenti parole inutili.

Qualcuno ha mostrato due lacrime di fragilità. E tutto il resto è scivolato via in una nuvola di dissolvenza. Occupiamoci di cose serie, di persone serie, di affetto serio e di rimettere in piedi questi due.

(Sto facendo amicizia con un sacco di tassisti gentilissimi)

Marte in gemelli, brutta storia

Nuovo mese, speriamo sia un po' meglio. Presupposti?

Quando meno te l'aspetti, quando sei distratto, quando la coincidenza di umori e dolori crea un epicentro dove si concentra l'elettricità...Due minuti e il danno è fatto: la tempesta è scoppiata inaspettata ed è uscita di casa mia così com'era entrata. Non ho mediato, non questa volta, non ci sono riuscita, non ci ho provato. E' la solita storia, che anche se ci sono legami indissolubili, vanno usate cortesia e garbo e rispetto, attenzione. Reciproche. Qualcuno vede solo sé stesso e il suo vortice non si ferma davanti agli altri. Non so come andrà. Mi dispiace ma da sola non posso risolvere, soprattutto se l'interlocutore non affronta l'argomento.

Shanti. Speriamo che Marte abbia finito con me.

venerdì 31 luglio 2009

Luglio col bene che ti voglio

"mi dicevi luglio ci porterà fortuna poi non ti ho visto più...
luglio si veste di novembre...ho tanto freddo al cuore se tu non sei con me..."

In arrivo in ospedale trovo Mr C e i suoi mille sacchetti e tubi in corridoio in compagnia di un'infermiera con un cassone d'acciaio enorme sopra il quale ci sono sacchetti vari. Sono arrivata giusto in tempo per il buffo trasloco. Si cambia reparto e piano. Allibita dalla strana processione, Manu appoggia il romanzo che stava leggendo mentre mi aspettava e, in preda a improvvisa ilarità, scendiamo insieme al nuovo reparto. Il cassone è veramente improbabile, enorme e rischiamo di schiacciare un paio di infermieri. L'autista ride più di noi. Il nuovo reparto è più brutto, molto più brutto e pieno di gente. Sorridiamo, la vita è così: mai pensare che le cose non cambino, cambiano sempre. Sulla soglia della camera vengo bloccata da un abbraccio improvviso. Un amico infermiere sta finendo il suo turno proprio in quella corsia, peccato che sia il suo ultimo giorno, è in partenza per la Sicilia. Sistemiamo la nuova residenza, litighiamo parecchio con la flebo che non ha gradito la passeggiata ma dopo interventi drastici, che Mr C stava perdendo le staffe, riprende la sua funzione senza problemi. Era bello il quinto piano, si vedeva tutta la città ma dal primo si vedono le persone in strada e il malato può fare piccole gite in giardino. Avanti, pian pianino.
Richiesta di oggi: un quaderno e un blocco per disegnare.
Cose mediche: le trasfusioni sono finite, rimesso in sesto l'organismo debilitato si passa alla parte indagine e studio di terapia. Oggi biopsia. Speriamo. Ecco, oggi vorrei essere buddista. E se recito ugualmente?

giovedì 30 luglio 2009

Dimmi cos'altro fare

Avrei questa domanda sulle labbra, da tanti anni. E non ho la risposta. E non so proprio più a chi farla. E subisco e protesto. Con calma e con dolore, con rabbia e con pazienza. Il malato ha capito immediatamente che era un giorno NO. Uno di quelli che arrivano e non ci puoi fare niente. E c'è poco da far finta di nulla. Lui mi guarda e cerca di sorridere, mi dice piano che aveva visto subito. Vabbè. A strattoni e compromessi facciamo tutto. Smaltita la fase acuta si va un po' meglio e l'ultima contrattazione è più morbida. Sì, lo vedo lo sforzo, non basta, sono troppi anni che è di altro che c'è bisogno. Sconti non sono possibili. Ma in alcune cose, molte, non possiamo molto, le decisioni che riguardano la vita degli altri sono loro. Anche se finisci nel loro vortice tuo malgrado, anche se non potrai mai essere immune nonostante la cotica corazzata che ti è cresciuta nel tempo.

E poi ti domandano che c'è...Niente, solo una stanchezza che affonda radici profonde. Solo un po' di desiderio di serenità trallalà

Domani ho un paio di missions impossible per aiutare il mio collega di "estate disastrata". Come farò? Inventerò.

mercoledì 29 luglio 2009

Strana gente

C'è anche Mommi, mitica donna. Comincia il discorso. La mia socia prende in mano la situazione, la placca, la fa spostare di sedia, che non va bene che qualcuno senta. Parliamo un po'. Forse, probabimente sabato ci sarà un meeting che a me sta bene. La socia protesta un po' poi sancisce che verrà anche lei per controllare che l'incontro fra me e lui non sia... mah, ridiamo molto di questa sua ansia, pericoli non ci sono.

La bimba chiede un sorbetto, da sola si accorda con la cameriera e il padrone del locale. Quando arriva il bel bicchiere lo accolgliamo con gioia. La mamma verifica, istinto di mamma, e scopre che ci hanno messo la wodka. Sorridendo spiega che i bimbi non bevono l'alcol. L'idiota infila una serie di battute inopportune e tenta di costringere la bambina a berselo. Avrei potuto farlo io...tutte si aspettavano che parlassi io. Lo ha fatto Mommi. Ha solo detto che "no, la bambina non beve la wodka, il sorbetto va rifatto". Nient'altro. E lui, il perfetto idiota psicopatico, ha cominciato a urlare, a inveire, si è avvicinato con aria minacciosa a Mommi, ha anche dichiarato che si era rotto le p. e che potevamo andarcene immediatamente. Allibite abbiamo mantenuto il silenzio totale per farlo esaurire ed evitare alla bambina una rissa fra sette madri di famiglia over quaranta e un barman esagitato. Ho esortato la mamma ad andare dal proprietario a calmare la cosa e il bel gelatino è arrivato al tavolo. Spiegato il significato di psicopatico ad una piccola donna di sette anni, il tutto è finito li.
Mah. Sospetto che leggo nello sguardo di tutte: se ci fosse stato un padre, scommettiamo che non avrebbe urlato e inveito così?

Piccole conquiste2

Abbiamo fatto un po' di chiarezza, qualcuno si è calmato e abbiamo passato uno spassoso pomeriggio vicine vicine. A parte la gomitata sul mio gomito leso...che però non ha avuto conseguenze, abbiamo fatto piccole cose che mi hanno rimesso un po' in sesto. Il programma ora ha una meta per una settimana in Abruzzo e l'abbandono del progetto Grecia. Il massaggio è riuscito con una posizione più consona (finalmente sono riuscita a stare a pancia in giù dopo venti giorni!).

In ospedale le cose sono cambiate per via di un nuovo degente che ha spezzato la calma e l'armonia della camera. Mr C ha accusato parecchio il nuovo ospite iper agitato. Lo capisco, già è tosta e si prospetta lunga...

L'appuntamento era in un postaccio. Al mio arrivo, nonostante qualcuno fosse andato in avanscoperta per prenotarmi una seduta, c'erano solo posti in piedi e caos inutile e asfalto e...Ci spostiamo all'altro bar. Ci si può sedere. Rivedo con gioia la mia bambina preferita che si è fatta bellissima e grandissima e mi guarda con nostalgia. La sua mamma ricorda i bei tempi in cui eravamo come sorelle. La distanza ora c'è ma non è più problematica. Accolgo con entusiasmo l'appuntamento "strampalato", fra 5 anni a New York. Qualcuno protesta, non vuole pensare così lontano. Nemmeno per allegria?

Braccio e gamba non hanno dato problemi, mi toccherà ancora un po' di clausura ma qualche boccata d'aria si può prendere.

lunedì 27 luglio 2009

Piccole conquiste1

Mi sono lavata i piedi! Da sola, intendo. Con la vaschetta e il sapone, seduta un po' strana sul wc e facendo contorsioni varie ma grande soddisfazione.

Ieri invece ho accettato il rapimento di un'amica che mi ha portato a pranzo da lei e mi ha poi parcheggiato su una sdraio in mezzo al verde. Che bello vedere il cielo e gli alberi, che delizia sentire il vento sulla pelle! Il bel cagnone mi faceva un po' timore con il suo impeto che puntava il mio braccio ma ho apprezzato anche la sua solidarietà (voleva leccarmi il gomito, loro lo capiscono se stai male e vogliono aiutare). Così abbiamo scoperto che nella Smart si riesce ad infilare una gamba che non flette del tutto, certo con un piccolo studio.
Sentendomi coraggiosa sono stata anche dal malato che finalmente sorrideva nonostante e per merito della trasfusione, ha fatto anche una passeggiata con noi. Oggi sono un dolore diffuso, compreso il polso buono che accusa l'iper lavoro di ieri. Avanti, farò piccole cose e lunghe pause.

domenica 26 luglio 2009

4 passi

Sono stata in ansia tutto il giorno di ieri poi è arrivata l'amica dalla campagna con scorta di futta e verdura vera e lo sguardo che appena ho visto ho riconosciuto. Due parole, due lacrime e un abbraccio hanno sciolto la tensione. Ho chiamato l'uomo in corsia e gli ho chiesto cosa gli serviva. Detto, fatto. Stampella, fasciatura per la gamba, sostegno per il braccio, un'amica veramente amorevole e siamo partite. Davanti alla farmacia dove aspettavo un anziano arabo di Piazza Grande mi ha interrogato sulla mia storia e mi ha raccontato la sua. Dopo gli auguri e le benedizioni in arabo siamo risalite in auto. L'ospedale semi deserto sembrava un set di un film ma il reparto nuovo di zecca, dalle sfumature arancio mi ha rassicurato. A parte le flebo ovunque e il terribile sacchetto, Mr C era tranquillo, in buone mani. Io mi sono sentita meglio vedendolo, lui si è sentito sereno vedendo che sono riuscita a muovermi senza problemi.
4 passi + 4 passi, si andrà avanti al nostro meglio.

sabato 25 luglio 2009

Quando non è giusto

Il risveglio è arrivato con una brutta notizia. Un'altra. Il mio prode eroe, il mio angelo custode di questi venti giorni di clausura, l'uomo che si meriterebbe un premio per la sua generosità e bontà è ricoverato in ospedale a meno di 400 mt da me. Porcaccia miseriaccia. E io sono quì con le mie fratturine del piffero e un senso di impotenza immensa. E di rabbia e di tristezza e non so proprio cos'altro dire. Immagino che troverò la forza di rialzarmi e la mia prima uscita di casa sarà una visita in ospedale, la nostra cena è solo rimandata.

Amorevoli visite

Ho un'amica che è una certezza, una piacevole conferma. Il suo pronto intervento di affettuose cose è determinante e di massima efficacia. Così abbiamo festeggiato le sue buone notizie che aspettavamo da qualche anno e il mio corpo un po' stressato si è rifocillato alla sua infallibile fonte. Le dita della mano hanno decisamente reagito con gratitudine alle sue sollecitazioni: non ho più un moncherino rigido e gonfio ma una mano viva e vegeta. Il ginocchio si è sgonfiato e la schiena ha ripreso una postura decente. L'anima e il cuore si sentono sollevati e l'ottimismo si fa strada nella calura. Grazie per questi decenni di presenza e ironia.
La bimba mi guarda perplessa aspettando che le dica che mamma scherza. Certo che scherza, cosa altrimenti dovrebbe fare con un coltello fra i denti e l'aria da tartaruga Ninja? Ha puntato una piantina della mia vicina, amputerà un rametto che trasformerà in una jungla, forse lo restituirà più in là.

giovedì 23 luglio 2009

Persuade tibi

Quaedam tempora eripiuntur nobis, quaedam subducuntur, quaedam effluunt.
Turpissima tamen est iactura, quae per neglegentiam fit.

Seneca esorta a prendersi cura del tempo e di sé stessi.
Oggi non so proprio come fare per non farmi sfuggire la realtà. Vorrei tornare indietro, fare un veloce rewind e ripartire da un punto qualsiasi prima dell'incidente. Che lo so che passa, che so anche che non è la fine del mondo etc etc. E so che guardare indietro è l'ultima cosa che serve. Devo spostare questo fumo e questa nebbia estiva e fantasticare su quello che viene dopo la curva, inventare possibilità e mete da raggiungere. Per arrivare dove voglio e dove posso, nonostante le limitazioni e gli ostacoli si siano di colpo moltiplicati e le prospettive siano cambiate drasticamente nel giro di un mese.
Così è. La cara signora Pazienza evidentemente non aveva ancora finito con me.

martedì 21 luglio 2009

24 ore all'alba

Domani è il giorno X. Dovrebbero restituirmi il mio braccio e la mia gamba. Non vedo l'ora di uscire di casa e prendere un po' d'aria. Quindici giorni di clausura si sentono tutti, scalpito come un cavallo in gabbia.

(le telefonate dalla barca a vela in mezzo al Mediterraneo mi hanno fatto uscire un bel fumetto sopra la testa: "SGRUNT")

lunedì 20 luglio 2009

Happy birthday darling

Mi viene in mente una poesia deliziosa che mi scrisse un corteggiatore di un bel po' di anni fa. Era un uomo in gamba e molto simpatico e mi offriva ogni giorno mille piacevoli cose e la sua passione amorevole. Mi piaceva, non abbastanza perchè ero una giovane ragazza piena di guai e innamorata di qualcun altro. La sua poesia era un piccolo capolavoro di ironia e coraggio. Mi diceva che era interessato a me e che tutto quel vortice intorno a me non lo spaventava finchè continuavo a regalargli quel sorriso. L'ho rivisto volentieri e il suo abbraccio dopo vent'anni mi ha scaldato il cuore come mi scaldava il suo affetto allora.
Buon compleanno tesoro, pensare a te mi fa bene, nonostante tutto. Che ognuno ha i suoi guai e i suoi segreti e nessuno ha il diritto di condannare senza appello.

sabato 18 luglio 2009

Eolo soffia e pulisce tutto

Eolo, figlio di Poseidone, Dio dei Venti, controllava i Venti tra cui i quattro fratelli: Borea, il più violento, Vento del Nord; Zefiro, Vento dell’Ovest, dolce e benefico che annuncia la primavera; Euro, Vento dell’Est, a volte tempestoso e a volte asciutto che porta bel tempo; Austro, Vento del Sud, caldissimo e apportatore di pioggia.

Questa mattina il sole splende fra le nuvole veloci e l'aria corre agitata in vortici rumorosi e improvvisi. L'afa appiccicosa e la polvere puzzolente sono state spazzate via. E' una giornata migliore, anche quassù in mansarda.

Comincio a vedere più vicino il giorno della libertà. Anche qualche piccolo struggimento che avevo accantonato ritorna a fare capolino. Che continuo a non capire alcune modalità e alcune persone che appaiono e scompaiono, lasciando parole e azioni a galleggiare nell'aria. C'è poco da dire, niente da fare, niente da dire, poco da fare. Qualcuno invece mantiene fede alle sue parole e ha fatto molto di più. Grazie per tutto.

venerdì 17 luglio 2009

Dei limiti

Limite è quell'oggettiva differenza che ti dice che non puoi fare qualcosa, qualcosa che vorresti fare. Da dieci giorni i limiti si sono impossessati della mia quotidianità. Con una mano sola alcune cose sono out of limits. Non si può legare i capelli (e nessun'altra cosa), non si può tagliare la bistecca, trasportare oggetti di peso e misura che non potrebbe portare un bimbo di quattro anni, spostare i cuscini nel letto in meno di dieci minuti, infilarsi gli slip e lavare i piatti e tante altre piccole cose. Poi c'è il gambone. Non sopporto più il letto e le posture innaturali in cui mi obbliga. E il limitone? Meno male che avevo dipinto i muri, che questo panorama monotematico è già difficile così. E pensare che domani avrei dovuto essere in mezzo al mare in direzione a 5 metri dal regno di Poseidone.
Sgrunt sgrunt
Brontolina ha ancora qualche giorno da pazientare

mercoledì 15 luglio 2009

Lascia che scivoli via

Si alza da tavola con il melone che non abbiamo mangiato e, con il sorriso irriverente che ben conosciamo, dice con voce da bimbetta: "batta signori con problemi, basta con le quantità extra di problemi, che i problemi e le stravaganze le abbiamo tutti, ma questi, troppi...NO NO".
Arrivate notizie dall'amica che sa un po' di cose. L'elenco ci lascia un po' perplesse, non abbiamo motivo di dubitare. Non sono io a dire che però non sembra, non si direbbe. Neppure a dire che è così gentile e simpatico e affascinante. Taccio anche quando vien detto che tutto sembrava essere così...
L'amica mittente del messaggio, l'assente, parla chiaro. Esorta alla distanza.
Mentre passiamo ad abluzioni varie, scherziamo e ridiamo della varietà delle situazioni, gli mandiamo un affettuoso augurio di pronta resurrezione e lo lasciamo scivolare via. La dogmatica donna gli regala una possibilità, che non si può sapere, che "neanche mi fa tanto effetto". A noi, a me, sì.
In fase massaggio né riparliamo, mi scappa un sorriso quando lei se ne esce con quella frase. Sì, occhi così ti rapiscono, succede.

Dieci giorni, all'alba. Chi mi farà la treccia domani? Quale temperatura africana ci toccherà? Come far arrivare gli shorts dall'Apennino? Il medico verrà? Dove si va appena si potrà camminare?

martedì 14 luglio 2009

L'afa non aiuta

Prospettiva, un'altra.
Mi sentivo benino, si fa per dire. Ma il caldo in mansarda in una città da guinness per tasso di umidità, due oggetti ingombranti e contundenti che non permettono nulla che assomigli ad una doccia rinfrescante, un disperato tentativo di pisolino ristoratore fallito causa sudore und prurito und carenza di ossigeno und nervosetto in crescita esponenziale...Stato di calamità umorale!
Tento con il caffè shakerato (con attrezzo che simula l'arnese dei barman), la posta elettronica mi aiuta un po' con lettera zeppa di abbracci dell'amico del cuore, mi precipito (eufemismo perfetto che la mia velocità, ora che il cartone maxi se ne sta scivolando lentamente a segarmi la caviglia, è dimezzata) ad accendere l'aria confezionata e il ventilatore scassato.
Calma, vieni a me, please. Che non vorrei le amiche mi trovassero incastrata nella mini vasca da bagno con vestiti, arti inzuppati e un sorriso ebete.

Che di richieste pretenziose di pazienza è piena la vita.
Che lo so che passa, perchè tutto passa, prima o poi.

(Dal lavoro si appellano alla mia creatività e fantasia, che magari ho l'idea meravigliosa. Il mio sostituto sta male. Chi si potrebbe precettare per colmare l'emergenza bis? Bella domanda. Collego l'amico che mi ha chiamato due giorni fa per dirmi che è senza lavoro con la dolce collega che si ritrova in questo casino e che, ciò nonostante, ogni mattina cerca di consolarmi con la sua telefonata affettuosa. E che ce la mandi buona)

lunedì 13 luglio 2009

Questione di prospettiva

Ieri ho detto:
"è una splendida giornata, c'è un'arietta meravigliosa, vero?"
Il mio interlocutore è rimasto sorpreso, come facevo a festeggiare una bella giornata dal letto dove sono relegata da 5 giorni? Lo sapevo che era una bella giornata, certo, immaginavo che in spiaggia fosse delizioso. Ma non mi sentivo frustrata. Non potevo essere lì al mare, certo. Ma, il letto è sotto la finestra sul tetto e il cielo, anche se solo quello, si vede benissimo e mi fa compagnia. Certo, sarei più felice, molto, se potessi andare al mare, se potessi uscire di casa, se non avessi due corpi estranei ingombranti al posto del mio lato sinistro, se riuscissi a dormire comoda, se non avessi crampi ad ogni tentativo di deambulazione autonoma, se non mi ritrovassi dipendente da compassionevoli amici e parenti per cibarmi e lavarmi/vestirmi...Ma l'arietta bella la vedo, l'annuso, la percepisco anche da quì. Sarà che tutto quello che potrò fare DOPO mi sembra una conquista, sarà che ogni tanto non fa male ritrovare la consapevolezza di quello che si ha, sarà che i limiti ci insegnano anche le possibilità, sarà che il cielo sereno, sgombro dalle quotidiane occupazioni è ancor più bello.

Sarà che sono a metà strada, sarà che è più furbo vedere il bicchiere mezzo pieno, sarà che chi mi aiuta è molto dolce e rassicurante, sarà che per vedere il buono serve anche una visuale sui possibili mali.

venerdì 10 luglio 2009

Stoppata, bloccata

Sono bastati due secondi. E mi ritrovo per terra con la moto sulla gamba a gridare che qualcuno mi liberi. Dopo otto ore su una barella, esco dal pronto soccorso in lacrime. Gamba e braccio sinistri con un gigantesco cartone a parlare chiaro: non ci si muove di casa per un bel po', l'agognata vacanza salta, l'autonomia diventa un lusso che rivedrò fra un poco di tempo. Le amiche trasmettono solidarietà e amore, qualcuno si da molto da fare e trova soluzioni di grande aiuto. Alla faccia della pazienza che non avevo più voglia di portare...

A questo punto non c'è molta scelta. Usare questo tempo per fare e agire, leggere e studiare, spurgare e ristabilire, depurare e rifocalizzare, rilassarsi e progettare. ESSERE. GUARDARE. ASCOLTARE.

E ridere. Che lo so che sembro proprio una vecchietta nel mio tentativo di movimento lento con il bastone del nonno.

martedì 30 giugno 2009

Al dunque

C'era una simpatica pubblicità qualche tempo fa per radio, un uomo parlava con una voce femminile e le diceva che l'avrebbe lasciata a casa, che non le avrebbe permesso di rovinargli la giornata. Alla fine dello spot si scopriva che il dialogo avveniva con l'Ansia. Ecco, E' una conversazione che tengo da un paio di giorni con la signora. Sarà che scaccio un pensiero da una settimana, sarà che ho incastrato un lavoraccio in casa in giornate in cui non sono per niente pronta, sarà che la stanchezza di un anno senza sosta dal lavoro non è il massimo. L'air condition ha dato forfait proprio nel momento sbagliato, chi per settimane non era disponible ora propone inviti che non posso accettare, sarà che a volte azzardo e a volte mi tocca sbattere il muso per terra. Non importa. Ho un biglietto in tasca per la Grecia. Dopo sarò molto contenta (quando la mia casa dei Puffi avrà ripreso sembianze decenti). I complimenti inattesi fanno sempre piacere. Sapere che gli amici sono pochi ma buoni e si riconoscono nel momento del bisogno...Chi vivrà vedrà.

Impacchetto il pc, le mutande, i libri di una vita, la mia pazienza e mi accingo ad affrontare qualche giorno di caos e stress. Olè

Chissà le elezioni in Albania