giovedì 31 dicembre 2009

E poi dicono i giovani

Racconti. Mostri. La nipote mi sciocca: una sedicenne che si presenta dicendo "io scopo". La domanda era la classica "studi?". Poi chiarisce agli altri ragazzotti che quando lei (nipotuzza ndr) era fidanzata con V lei se lo era fatto.
E altre cose orrifiche: statistiche fra sedicenni. Quanti rapporti sessuali? Una dice trenta, altra sette, 3 fidanzati e 4 scappatelle. Più che gli atti mi rattristano gli argomenti di conversazione.

Piccoli incomprensioni parentali. Due mattine, la piccola dorme fino alle 13.30, di notte la chiamano per uscire all'una, lei risponde che troppo tardi e si spara la maratona su internet di Gossip (visto una decina di minuti mio malgrado). Storie di ragazzini ricchissimi e perversissimi, chi si fa la madre degli altri e chi imbroglia a più non posso. Che poi mi scappa di alzare la voce, e non lo facevo da dieci anni. Che non si può alzarsi dal letto e aprire "libro di facce" prima di lavarsi o scambiare due parole. E mi guarda allibita mentre le dico che non permetterò che si rduca il cervello in pappa...Ma si sveglia e mi sorride, la scossa le serve a rimettersi in carreggiata. Pranziamo e scherziamo un po' di cose carine.

Non so, mi fanno tenerezza, che noi siamo alla mercè delle nostre idiosincrasie e problematiche gravi e non, ma loro? In balia del trash proposto come reale e della speranza che scivola via. Che a volte mi chiedo quando faremo veramente qualcosa per ridare un po' di senso al tutto?

E in radio si parla della fine del mondo del 2012, e quindi?

mercoledì 30 dicembre 2009

Cosa porto io?

Cena di Capodanno organizzata. Tutti portano qualcosa. Sì ma cosa? Allora scrivo mail di riepilogo. Che poi leggono e mi telefonano. E così si deve rifare tutto, che cliccare su "rispondi a tutti" o "rispondi" rimane un mistero che alcuni non digeriscono. Assemblo i risultati delle telefonate e mando la circolare. In tre si occupano del mio passaggio in auto, dice quello che dice l'altro...

La sensazione è a mezza via.
Metà dice: bello fare una cosa affettuosa e carina e allegra con volti amici.
Metà si interroga: dove sono finiti i nostri anni dolci? E le serate scatenate di balli e stupide cose? E quel sentimento che forse si chiama amore che faceva vibrare la pelle in attesa di un incontro?

Struggimenti delle ultime ore di un anno che ha portato passioni e delusioni, silenzi e abbandoni, problemi e guai grossi, confusione nel cuore e tanta stanchezza.
Recuperare le forze, ripristinare la speranza, ricomporre il piano e riprendere la direzione. Un navigatore emozionale c'è? Lo chiediamo alla befana?

martedì 29 dicembre 2009

Sistemare il passato

Che se metti quattro donne a cena con la chiacchiera veloce...
Atmosfera calda e molto ironica, niente peli sulla lingua. E si corre su e giù dal presente al passato, che ci conosciamo da tanto tempo, che anche se ci siamo perse per un po', ogni tanto, sappiamo le cose salienti ognuna della vita dell'altra e ci conosciamo nell'anima, errori e debolezze comprese. E si scopre che l'attuale compagno crede che io abiti dove abitavo vent'anni fa. E perchè? Che lui non c'era quando abitavo lì. E si scopre che non abbiamo il numero di telefono fisso l'una dell'altra e che conosciamo il modello del primo cellulare dell'amica, quello che qualcuno conosce per nome e modello e noi sappiamo pesasse mezzo chilo. E qualcuno dice che non sa se sarebbe con quell'uomo se non avesse due bei figli, lo dice ridendo e io mi ricordo cose dette tanti anni fa quando quella storia era partita. Lui, il mio compagno di scuola che ha preso il posto dell'altro compagno di tre anni di liceo che è stato il mio amico del cuore per tanto tempo. Lui, l'altro, si è separato recentemente da quella moglie che non ho mai conosciuto e che qualcuno ha definito con un brutto termine. Lei vorrebbe parlare con lui, perchè ha la sensazione di avere "perso tempo" vent'anni fa. E penso che è triste sentire che ci siano cose non risolte. E penso che le ultime cose della mia vita sono tutte non risolte, non finite, non chiarite, sospese e abbandonate. Mio malgrado. Che ho incontrato un paio di persone che hanno giocato con me alla bugia e all'improvviso abbandono del campo. Faticoso, demoralizaznte. Ma quando sono fra questi sorrisi di amiche speciali mi sento felice e vera. Che siamo anche quello che vediamo negli sguardi di chi ci vuole bene, di chi stimiamo e scegliamo per accompagnarci nel cammino. Sistemiamo il presente con affetto per il passato che ci ha dato e ci ha insegnato. Shanti

lunedì 28 dicembre 2009

Telefonate

Rispondo "ciao pasticcino". E mi viene detto che così dolce è scioccante. Lo scopo era ironico-affettuoso ma anche modulato per creare morbidezza. E lo dico, che sei ore in oncologia hanno bisogno di tiepide cose a seguire. Mi dice che mi rivuole un po' polemica e scontrosa. Le dico che mi ci vuole solo un po' di tempo.

Che quando ce vò, ce vò. Un po' di dialogo veloce e "a segno" è ossigeno necessario, care donne vi ringrazio.

domenica 27 dicembre 2009

Mataro da Vergato

Che lo devo scrivere subito sennò me lo dimentico.
La descrizione non gli fa onore. Non ha suonato la lira e capisco che tutti né sono stati felici. Si comincia con cenetta alla romanesca con oste molto romanesco che, visto che eravamo ospiti vip, ci tratta con i guanti. Tutto bene, rilassante, abbiamo fatto un po' di casino ma ci stava tutto, che se non ci si diverte fra cretinette nelle cenette natalizie?!?

Saltimbocca, abbacchio e carciofi, caffé, si va.
Festa, serata ritrovo con performance, non sappiamo cosa ci sarà.
Casa-studio in cantina, non è una casa, è dimora di artista. L'età media è alta, qualcuno ha look discutibile. Mi viene detto che c'è alta densità di galleristi.

Incontro subito due/tre vecchie conoscenze del periodo delle feste con cui si scambiano due parole simpatiche. Ci sono video della mostra, si visita la casa mausoleo. E poi c'è lui, il padrone di casa, l'artista, colui che mi hanno descritto due giorni fa come un torso nudo e muscoloso che suona la lira al cospetto di cento ospiti. Mataro,un genio, un mito, una splendida anima che galleggia insieme a noi nell'universo. E quando si mette a cantare accompagnato dal mitico Emilio (settantanni, una chitarra e accordi che devo leggere io), siamo affascinate e divertite. Intorno le rughe sono tante, nessuno balla, la musica non c'è. Noi siamo allegre. Vic ride di gusto alla recitazione cantata che mi ha anticipato la sera della vigilia. Se non fosse così, lo vorrei come regalo di Natale.

Buona notte tesorine, siete proprio buone amiche, ci vorrebbe una foto. Mataro mi è proprio piaciuto, senza lira anche meglio. La sua allegra follia è proprio simpatica.

www.matarodavergato.com

giovedì 24 dicembre 2009

Imprevisto super affollamento

Come faremo? Faremo e basta. Che mi si disse "siamo sole" e allora ho offerto di fare cenetta di vigilia a casa mia per pochi intimi (indispensabile essere intimi in casa mia). E poi saltano fuori persone a cui si era detto, che non lo sapevo, la stessa cosa. Non credo di avere sedie a sufficienza. Amen. Staremo vicini, vicini. E la dose di cibo sarà la stessa, che di più non posso fare.

Problemino: non ho trovato il nero di seppia. E le seppie sono pronte. Vedremo. Piano B: pasta e broccoli. Meno natalizio ma così è.

Intanto alla radio sento ogni giorno la voce di un dj che ha fatto carriera e che frequentavo 15 anni fa. Era suonatissimo, immagino lo sia ancora.

sabato 19 dicembre 2009

Coincidenza

Può accadere anche questo.
Mia sorella oggi ha pranzato con un uomo al baretto greco. Essendo pieno hanno diviso il tavolino. E hanno chiacchierato e, a forza di parole, a fine pranzo, ha avuto un sospetto. Sì, era lui. Babà, colui che mi ha spezzato il cuore e si è fatto di nebbia in un giorno dell'inverno scorso. E' stato buffo sentirlo descrivere da lei, stupefacente ascoltare quello che ha detto e riconoscere la sua performance da intortatore e le sue gentilezze. Alla fine le ha detto una frase che lei non ha capito bene. Io la immagino dovuta al fatto che ha capito che era a pranzo da un'ora con mia sorella. Una storia sulla sincerità e sul fatto che a volte si perdono le persone care a cui si vuole bene per un peccato di disonestà, perché non si riesce ad essere trasparenti. Mia sorella ha guadagnato il pranzo, che forse offrire lo faceva sentire un po' meglio? Vattelapesca.

E intanto io me ne sto barricata in casa in solitudine, non so se poi sia così saggio ma non riesco a fare di meglio...

venerdì 18 dicembre 2009

Il lavoro rende liberi

Dici?

Notizia: hanno rubato il cartello con la scritta in questione che stava all'ingresso di Auschwitz. Sarà.

giovedì 17 dicembre 2009

Attacchi di panico informatici

Che la tensione colpisce le macchine.
Capessa mia ha energia pessima, e se le persone accusano ma non crollano...per ora, le macchine, che non subiscono minacce di licenziamento, che non temono la crisi, danno forfait. E allora, una dietro l'altra sballano, si impennano, cioccano.
Ieri, con tutto quello che avevo da fare, che l'unico tentativo che ci rimaane è lavorare per il bene dell'azienda, nonostante tutto, insomma, il PC dichiara un netto K.O. E, alla faccia dell'ergonomia, mi tocca lavorare su un portatile della Barbie e la cosa distrugge i miei polsi e le mani, il collo subisce posizioni assurde, le stampanti fanno quello che vogliono prendendo a random carta fiscale e normale. Insomma, è chiaro che a forza di spingere forte qualcosa prima o poi cade. E questi latifondisti della mutua sono proprio pieni di intemperanze: non puoi gestire le cose improvvisando continuamente e facendo finta di dimenticarti che le cose vanno curate.
Oggi è il PC, ieri era il bruciatore, l'altro giorno era la fattura non pagata che blocca le prenotazioni etc etc.

Uffa, che palle.

mercoledì 16 dicembre 2009

Tanti auguri tesoro

Non era detto. Invece si sentiva bene. Si capiva subito dalla voce al telefono. Oggi era il suo compleanno. Ieri è stata una dura giornata: neve e freddo e ore difficili in ospedale. Non mi è costato, nonostante il tempaccio da lupi e andata e ritorno in autobus (neve+ghiaccio+scooter proprio non ho affrontato). Ha avuto tanta pazienza e ha retto bene alle torture e agli imprevisti. Io, per fortuna, avevo portato qualcosa che ha salvato la situazione e l'infermiera è stata molto gentile. L'ho poi accompagnato a casa, il mio ruolo quello di farlo sorridere facendo "rumore" per zittire l'ansia.

Oggi si è svegliato in forma, senza dolori e con la carica giusta. E ha fatto tante cose. E ha deciso che sì, nonostante tutto, o anzi, visto il tutto, questo compleanno andava festeggiato. Un pochino, almeno. E allora che cena sia!

Il regalo gli è piaciuto molto, il trattamento ha funzionato e la cena non è stata poi così difficile da inventare (che ormai lo so cosa non può mangiare).
Il sorriso alla porta era rilassato e felice. Anche per me è stata una bella serata, serena, morbida, divertente. Mi si è stretto il cuore quando l'ho visto scendere le scale con tanta difficoltà.

(è la prima volta che vorrei abitare in uno stabile con ascensore)

domenica 13 dicembre 2009

Berluscones day

Cosa era? Un piccolo duomo?
Ora ci toccano giorni e giorni di parole insensate.
E da ogni fazione e canale televisivo.
I mandanti sono Scalfaro e Di Pietro
E' certa stampa che incita a questi atti terroristici
L'attacco al premier
La dichiarazione di Di Pietro induce al vomito

e di tutt'un po'

Che poi mi sembra strano...non mi pare di ricordare di altri presidenti di consiglio che facessero comizi, firmassero autografi, facessero fotografie con i fan di piazza

"attacchi preventivi"
"Ovvio che si tratta di odio preventivo"
Cosa vuol dire?

Non c'è due senza tre

Che la mattina domenicale inizia con un capuccino al tavolino della Linea. Sereno stare quì a ciacolare con l'amica dal sorriso luminoso, i piedi sono gelati, che è inverno e, anche se è moda piacevole, il tavolino all'aperto ha le sue controindicazioni. La raggiungiamo al banchetto dell'associazione per salvare quei poveri orsi. Compriamo due cosette per sostenere l'organizzazione che si batte contro la tortura dei bestioni in questione (che qualcuno si alza la mattina e considera un lavoro andare a mungere la cistifellea di poveri orsi segregati per ricavarne bile per presunti medicamenti). Firmiamo. Dopo un giretto ritorno al banco e arriva l'orsacchiottone alto che adoriamo entrambe. E ci scappa il bicchiere di vino che ci scalda per benino insieme alle battute deliziose di cui lui è un maestro.
Quando torniamo al banco studiamo con Tizi alcune accortezze pro vendita di sostegno alla causa.

Uno: passa Babà, mi vede, rallenta, io mi giro ma vedo tutto il tragitto, finché scompare. Che strana cosa.
Due: dieci minuti dopo ricompare dall'angolo in cui era sparito, il collo attento a guardare avanti e vedere a sinistra, dove sono io, dove ero anche prima. Stavolta guardo le spalle allontanarsi, lentamente, che non è la velocità del suo passo. L'amica stavolta si domanda, scalpita "non fai niente?" No.
Tre: riappare dopo dieci minuti. Stavolta di fronte.
Continuo a fare quello che stavo facendo. Ha la spesa. E' andato.

Era una giornata carina e serena, rilassata. Quella in cui certo non ti aspetti di incrociare tre volte quel calesse che un anno fa pensavi fosse amore.
Ho passeggiato, ho comprato un regalo azzeccato che mi piace tanto, ho rivisto qualcuno col quale ho fatto belle chiacchiere. Ho pensato anche a lui ma sono tornata a casa nella pace più completa. Così.

sabato 12 dicembre 2009

Scherzetti e bacetti

Mattinata al lavoro di completa pace. Nessun disturbo, calma. Ho ripreso pratiche che durante la mia assenza sono state abbandonate, ho fatto un po' di ordine, con la collega abbiamo sistemato in modo creativo un problema, ho fatto entrare in cassa un bel po' di soldi, ho finalizzato alcune prenotazioni perfette e serene con sconosciuti con cui ci siamo scambiati simpatiche e piacevoli parole. E l'ho presa con calma. E ho fatto belle chiacchiere con l'anziano collega che passava per caso. E con un giovane uomo simpatico dal sorriso smagliante. Che poi ha la mia età.

Che poi siamo finiti a parlare della "singletudine", che lui scherzava e diceva "finché magari arriva quella che mi incastra e mi spenna". Che però, dice, non è mica facile trovare una single dopo i quarant'anni. Il collega anziano allora dice, fra il serio e il faceto, che deve rivolgere le sue attenzioni a donne giovani dell'est o dell'oriente, di quelle sottomesse e docili che pur di sistemarsi sono disposte a essere geishe (tipo).
E lui, con il sorriso che mette allegria solo a guardarlo, sbotta "e no, cazzarola, mica ho bisogno di un cane o di un oggetto per espletare cose sessuali. Una donna la penso come una compagna con cui parlare, discutere, scambiarsi opinioni ed entusiasmi, con cui essere non con cui recitare ruoli assurdi". Lo guardo più attentamente, è allegro e consapevole, forte senza alcuna rigidità, è carino. Scherza e ammicca. Quando racconta della casetta che comprò in Sardegna dopo un anno di militare, scherza con me e dice che, per esempio, tu mica sei libera, no? E invece sì, dico, e il problema esiste anche nel senso inverso. Altre stupidaggini, ridiamo.

Quando se ne va, rientra, mi fissa un secondo, gli faccio gli auguri, allora si avvicina per darmi due bacetti. Che mica eravamo in confidenza fino ad oggi. Ciao. Guardo le sue spalle e i suoi ricci biondo rossiccio allontanarsi. Mi ha messo di buon umore.

venerdì 11 dicembre 2009

Sii blando!

Zapping, incredibilmente un tizio del GF dice "Blando. Sii blando".

E mi fa ridere e sorridere. E penso che sia l'unica cosa da fare. Sempre e comunque, dove possibile, quando è la tattica giusta e quando serve per auto regalarsi un po' di morbidezza, se intorno pare esserci iper ansietà e se c'è un'orgia di movimenti troppo veloci.
E allora, qualsiasi siano le onde intorno a te, la scelta rimane tua e, improvvisamente, ti stupisci di non esserti agitato e di non aver avuto voglia di prendertela troppo, a volte per niente, per nulla che ti riguardi personalmente.

Pensierino della crisi: se non hai grandi attività extra, la spesa è minima. E realizzo che non apro il portafoglio da cinque giorni. Certo che se non mi avessero (con scarso garbo) comunicato che la tredicesima salta...

Certo che un tuffettino nel mare blu zeppo, zeppissimo di pesci colorati ci starebbe proprio bene.

Segretino di ritorno dal Mar Rosso: tutti quei pesci che mi ronzavano intorno mi davano una strana inquetudine.

martedì 8 dicembre 2009

La cena delle cretine

Quando l'avvocato decide nessuno discute. Ma vengono proposte altri nomi al simposio stabilito per almeno una volta al mese. Stasera Cà Di Bazzone autunno-inverno.Polenta e ragù (salto il ragù avedo preventivamente anticipato alla cuoca che la mia maledizione di Montezuma mi esortava a farne a meno). Ma per quanto riguarda il vino non sfuggo, mi viene subito passato un bicchiere versato per me quando abbiamo suonato il campanello. Che lo devi assaggiare, lei è ansiosa di sapere cosa pensi. Ottimo. Sì, sa di pipì di gatto, ammicchiamo alle adepte. Il gioco è rumoroso e divertente: siamo in casa di colei che fuori ci fa vergognare per il volume che tiene nelle sue lunghe esibizioni oratorie con figuracce assurde nei ristoranti e simili. La vendetta si impossessa della tavolata. Urlano tutte, a turno e insieme. Lei urla come sempre ma è costretta a ridere anche della cagnara che deriva da sette persone che la imitano. Giochiamo al mitico Tabù di cui si parla da almeno quattro anni. Gag continue, risate esagerate. Troppi discorsi sulle pulizie domestiche. In tre ci dissociamo dopo quattro minuti. Anche i prezzi della spesa ci lasciano perplesse. Il fastidio di vedere impronte non tue sullo specchio del bagno come motivo basic per il fallimento dell'amore ci appare un po' esagerato, non reale. Ci viene assicurato che lo sia. Non veniamo credute quando raccontiamo di non avere mai trovato impronte moleste all'interno di una convivenza.
Al ritorno la donna che odia le impronte non trova i fanali antinebbia. E dice "un tempo che mi mancava la lucidità trovavo tutto quello che serviva ad arrivare ovunque, ora che sono lucida mi perdo continuamente e non trovo più niente".

Schedati dal grande fratello

Rientro a casa da una settimana lontano. Stanotte era troppo tardi e avevo una valigia in spalle (che anche se non starà bene è MOLTO più comodo e possiblie sollevare 15 kg su una spalla e salire cinque rampe di scale), insomma, alle quattro di notte non l'avevo visto. Vista. Stasera però sulla parete d'ingresso qualcosa luccicava.Una placca elegantona, tutta lucida. Che sarà?
Comune di...condominio numero...indirizzo...codice fiscale...nome amministratore e relativo telefono e fax...
Perchè? A che caspita serve? Vuoi dire che non ci fossero direzioni più intelligenti di questa spesa stanziata dall'amministrazione pubblica?
Perplessità, stupore. Il carattere è quel pretenzioso-antico da targa di notaio o simile. Immagino che il costo sia almeno di duecento euro. Paga il Comune? Oppure il Comune impone a noi di autoschedarci a spese nostre? Mentre i licenziamenti crescono e le tredicesime fanno una fine alternativa, mentre i travestiti stanno rubando la scena ai reality and talent show. La targa avrà inquietanti ruoli futuri? Censimento? Accatastamento? Dazio sul passaggio delle scale? Tassa sull'aria respirata sulla base del volume delle abitazioni? Balzelli nuovi per rioni suddivisi in condomini, sottosuddivisi in piani, in interni, in metri cubi di spazzatura?
Mah. La sensazione è strana. Solo una targa ma mi inquieta.
Come se ci trovassimo in un alveare che qualcuno organizza, non mi piace tanto.