martedì 31 marzo 2009

Zena e vento e pioggia e mare



E passi e lo sguardo che spazia.






E papagalli verdi che planano sulle palme







E musica e stradine e palazzi alti rosa e azzurri

venerdì 27 marzo 2009

Non è una bella cosa

Leggo e sento le parole arrivarmi come una botta. Penso che siano parole orribili. Per un attimo, nello stupore, mi ritrovo in due secondi a pensare di cambiare il programma e subito dopo a chiedermi cosa poter fare e dire. Amarezza. Tristezza. Senso di impotenza. Sorpresa.

Cosa sta succedendo? Veramente vivere diventa così difficile da sentirsi obbligati a ferire gli altri con la nostra intolleranza? Davvero l'unica via per eludere la sofferenza è quella di isolare momenti e persone e ruoli in una perpetua recita? E il tempo "risparmiato", quello tolto ad essere presenza e solidarietà o semplice ascolto e comprensione, siamo sicuri venga utilizzato bene? E' la scelta giusta, quella proficua? E' una scelta?

Non so. Poi mi guardo intorno, guardo meglio...
E capisco che non è facile rimanere in equilibrio, che a volte capita di non farcela. Che anch'io tradisco e ferisco anche se non vorrei. Che probabilmente, senza volerlo, mi sfuggono parole o silenzi che fanno male agli altri. Che in fondo, in parte, a volte, capisco il bisogno di prendere le distanze da qualcosa e qualcuno.

Che a volte è solo una frase, non perfetta, come tante cose.

Spero che ritorni presto l'era del cinghiale bianco.

giovedì 26 marzo 2009

Patti chiari, amicizia lunga

Mi sono arrabbiata. E l'ho detto. Non dirò altro. Che qualcuno mi piomba in casa senza avvisare, nella notte. Per l'ennesima volta. E mi tocca parlare chiaro: la prossima volta non ci saranno parole, mi riprenderò le chiavi e buonanotte. E le scuse non mi interessano, un messaggio è il minimo richiesto.
Rimane immobile con gli occhi lucidi. Patti chiari amicizia lunga, baby. E lei lo sa. Passata la predica, ci abbracciamo e mi racconta le novità.
Piccole nane crescono.

E, perplessa, la ascolto mentre dice al mio ex
"Ciao zio, tu sei sempre il migliore".

Last minute in autonomia

Venti minuti alla chiusura della biglietteria. Chiamo, c'è. Corro e acquisto. Pensato e agito. Che avevo bisogno di distrarmi e uno spettacolo è quello che serve. La Lella Costa mi ricompensa della pazienza usata (e sprecata)nell'ennesima giornata lavorativa all'insegna del delirio del mio capo. Che passare un'oretta divertente al cospetto di una donna intelligente e seria rimette benzina nel cervello.

Il termine si avvicina, credo di sapere già la risposta, purtroppo.

mercoledì 25 marzo 2009

Tutto risolto!

Bravissimi! Che governo meraviglioso: ora sì che ci sentiamo più sicuri, la crisi è scongiurata, ora la soluzione a tutti i mali è arrivata. Facciamoci tutti la veranda abitabile e la tavernetta in garage, magari anche la sala sauna sull'albero in giardino. Come mai nessuno ci ha pensato prima!

Scadenza in arrivo

Qualche giorno fa mi sono decisa per darmi una data, una scadenza per decidere. Si tratta di monitorare lo stato del mio malessere relativamente alla situazione lavorativa. Mi sono detta che non posso permettere che lo stress prenda il primo posto nella mia vita. La giusta distanza... Si può riuscirci? Questo è il dilemma da verificare. Ci sono cose che dipendono da noi, altre sulle quali abbiamo un ruolo relativo. Stamattina mi sono messa a contare. Tre mesi. E?

Ancora dieci giorni, che saranno duri e faticosi.
Quello che so è che ho bisogno di altro e se non potrò averlo in questo luogo, dovrò rimettermi in marcia. Che va bene le lezioni e i karma da affrontare ma se il caos altrui prende tutto lo spazio, se chi deve decidere non lo fa, se chi sta al timone di comando mette la barca continuamente in pericolo...
Se... salterò giù al primo porto.

sabato 21 marzo 2009

15 Parole

Ulivi
Cicale
il mare
il calore
la luce
Correre poi dubitare
Ribellarsi per sperare
la risata e la dolcezza
occhi
gelsomino
Il profumo
il sogno

A quando le quote azzurre?

L'organizzazione ha predisposto cartelle di due colori, una azzurra e l'altra rosa. Idea che credo appartenga alle attività organizzate per i bambini. Fra i bambini non ci sono ancora queste linee di confine. Tre uomini su venticinque donne.Il professore conferma, il divario fra i generi si ripropone ogni qualvolta si tratta di letteratura, scrittura, formazione per adulti.

Guardo le donne e cerco volti allegri e sfacciati che non ci sono. Sarò io la più diversa durante queste ore attorno al tavolo più grande abbia mai visto. Sono fortunata: due dei tre uomini siedono al mio fianco. E' una buona postazione, le donne che vedo mi intimoriscono. Quando si entra nel vivo e si leggono gli scritti, tutto cambia.
E l'indole trasgressiva, fragile e forte delle donne e madri si mostra nel suo coraggio e nelle parole capaci di comunicare ed evocare.

Emulo la mia vicina e raccolgo la dedica su un libro che amo molto:
"a bb che ha attraversato emozioni e vertigini".

martedì 17 marzo 2009

Malinconia

In certi momenti non riesco a fare a meno di...
Pensare a qualcuno con nostalgia di qualcosa che non è più.

Mr Cip

Un tempo, per nove lunghi anni, era il mio compagno di serate lavorative e bicchieri di vino di super qualità. Era il mio capo, il mio amico, il mio maestro. Era quello che mi prendeva in giro, era quello che mi consigliava e che mi chiedeva cosa fare, colui che mi "prestava" qualche boccata di sigaro toscano e mi invitava a bere tè afgano e mi regalava tarocchi, giacche, cappelli inglesi e musica barocca.
Lo stesso che diceva che le donne sono strane perchè si innamorano di uomini assurdi, quello che mi dava appellativi ogni mese diversi (colonello, vipera etc), quello che si fidava ciecamente di me, quello che mi diceva "ti odio" quando lo facevo piangere di commozione.

Lui, il suo giubbotto e il sigaro pendente sotto il baffo.
Lui che, solo una volta andato in pensione, ha comprato un cellulare e si è stampato un biglietto da visita su cui ha scritto che il silenzio è la migliore delle scelte, soprattutto se non si ha niente da dire.

E' stato bello passare un'oretta al sole con lui passeggiando fra i fiori della Certosa chiacchierando.
Che di amore è pieno il mondo.

Come nel video di Bill Viola

All'ingresso mazzi di fiori in vendita, colori splendidi. I primi baci. Sorrisi lievi. Cammino accanto a lei, al primo brivido, mi volto e l'abbraccio. Sembra un replay. Eravamo quì qualche anno fa. Era un altro volto, un'altra moto, era il suo amore, allora. Altri baci, altri volti che non vedevo da molto tempo. Mi fermo alla porta, le lacrime scendono mentre scorrono davanti a noi facce che un tempo erano vita quotidiana. La sua donna sorride gentile, qualcuno ride citando le sue sfuriate e il suo carattere impossibile, la sorella cammina e abbraccia tutti noi.
Niente funerale, niente chiesa, niente fiori, niente lapide. Aveva le idee chiare. Solo un gruppo di persone che si stringono al sole per salutarlo.
E ritornano alla loro vita sapendo che il dolore è anche un legame che ci tiene abbracciati.

venerdì 13 marzo 2009

Chi fa da sè fa per tre

Che lo so che non è grande avvenimento...
Ma lo è per me: alla veneranda età X ho osato agire sulla mia chioma

Ed è solo il primo esperimento, credo che userò tutti i simboli possibili per inserire varianti, cambiamenti, rivoluzioni, nuove strategie, giochi incoerenti compresi (coerenti con la mia necessità ma assolutamente "scoerenti" con le aspettattive delle ombre opprimenti, mie e altrui).

Che la strada è lunga (o breve) e non c'è trippa per gatti se non te la prendi.

mercoledì 11 marzo 2009

No! Non ero pronta a questo

Telefonata da chi non mi chiama spesso. Capisco che qualcosa è successo. Infatti la notizia è una di quelle che non vorresti mai sentire.
E ricordi la sua risata e le sue basette e il cappello da cuoco. E i sigari e i vassoi di ostriche che ti offre con grande fierezza. E quella notte che lo ho chiamato perchè ero rimasta fuori casa alle quattro di mattina ed è corso a prendermi per andare a recuperare le mie chiavi di casa. E quando mi diceva che ero l'unica personcina seria nel raggio di 10 km. E le sue orribili cravatte con paperino e la sua risata gorgogliante quando gli ho detto che sarei andata via: "Non resisto certo un solo mese senza di te". E così andò. E ogni tanto andavo a trovarlo, raramente, ma sapevo che era lì. A gustarsi il mio orgoglio nel proporre ai miei commensali i piatti di pesce migliori della storia.

Non c'è più.
Uno schianto sulla via Emilia e non lo vedrò più.
Mi fa incazzare, mi fa piangere.
Rimarrai nel mio cuore, un bacio.

domenica 8 marzo 2009

Slides sulla ciclabile affollata

Bambini, passeggini, pattini, carrozzine con disabili, carrozzine con nonne e coperte a quadri, coppie giovani, coppie anziane, coppie di mezz'età, baffi, occhiali da sole, giubbotti tecnici, cani che si rotolano nell'erba, quattro cocker che fingono di essere statue a guardia della villetta old style, signore dell'est con l'aria fiera, ragazzi che giocano a freesbee (come si scrive), a pallavolo, a carte, a calcio, monopattini e corridori della domenica, uomini in tuta da meccanico sdraiati sotto l'auto, trecicli e macchine a pedali, ragazzi e uomini con in mano un mazzolino di mimose, ragazze, donne, nonni che svuotano la spazzatura nei cassonetti, coppie di donne che camminano raccontandosi guai e malattie, tre amici cinquantenni che passeggiano sereni, uomini oltre la crisi di mezz'età con giacche di pelle e occhiali neri da macho, anziani che sgambettano con le loro tute colorate e la musica nelle orecchie (o la partita?), donne sole che camminano lentamente con l'aria triste, piccole biciclette con piccoli bambini con piccoli caschi, palazzoni con terrazzi altissimi e minuscole case a dieci metri dai binari della ferrovia, signore in elegante giubbotto e pantofole rosa che annaffiano le piante in giardino, minuscoli bimbi con l'aria serissima che accarezzano cani enormi, piccoli cani sorridenti che corrono intorno alle gambe del proprietario di turno.

Domenica di quasi primavera, che ha piovuto tanto e la brava gente è uscita a perdere un po' di tempo all'aria aperta.

Che di stagioni è fatta la vita.

Translation

"Il mio oroscopo non cancella il libero arbitrio ma serve a chiarire le tue decisioni. Questa settimana, per esempio, cercherò di descrivere le scelte che potrai fare quando dovrai prendere una decisione coraggiosa e in sintonia con i tuoi valori più alti. Cosa preferiresti? 1) Liberarti da un'illusione per far emergere quello che vuoi veramente. 2) Darti un paio di pizzicotti sul sedere per costringerti a rivedere le tue idee sui legami personali. 3) Girare su te stesso fino a farti venire le vertigini per rimescolare le tue idee su come avere un'intimità interessante e imprevedibile, e allo stesso tempo rassicurante."

Quanto tempo ho per consegnare?

Stirare l'arretrato di 10 giorni o uscire e vagabondare per ore?
La seconda mi pare meglio, molto meglio.

Oroscopo che va, oroscopo che viene

"Would you rather have love: 1. knock the wind out of one of your illusions, thereby exposing the truth about what you really want; 2. not exactly kick you in the butt, but more like pinch and spank you there, inspiring you to revise your ideas about what it means to be close to someone; 3. spin you around in dizzying yet oddly pleasurable circles, shaking up your notions about how to keep intimacy both interestingly unpredictable and soothingly stable."

Che la pagina web dell'Internazionale ultimamente si comporta in modo misterioso. Ieri sera c'era un testo, questa mattina c'è l'oroscopo dell'altra settimana. Ogni tanto si alternano versioni diverse anche a distanza di ore.

Lo recupero sul sito di Free Willy e in inglese appare più duro.
Ammetto, sono in confusione. Mi sento un po' bandiera al vento. Non so bene dove andare, non so bene come riprendermi il baricentro. Non so come ripristinare la fiducia e l'ottimismo che serve per rientrare nel mondo delle relazioni. E mi sento sola e non so chiedere a qualcuno di farmi sentire un po' di calore. Che si può chiedere? E da un lato pretenderei di cavarmela da sola. E un po' mi vergogno di non essere felice (ma ti rendi conto!!!). E lo so che non vale la pena soffrire per un rifiuto, che chi non sa/non può/non vuole parlare chiaro non è un buon compagno nemmeno per una passeggiata. Che lo so che si deve accettare la perdita, qualsiasi essa sia. Che lo so che, ormai, non si tratta nemmeno più di sentimenti, nemmeno da parte mia.

Il maestro disse, guardandomi intensamente negli occhi, che si deve essere gentili con la propria mente. Visualizzare il suo viso sorridente mi calma.

Che di dolore è pieno il mondo.
Che di colore e luce è pieno il mondo.

sabato 7 marzo 2009

Dense storie di qualche minuto

Mr Mc Guinness, come la birra, arriva sorridente con il passaporto in mano. Me lo porge, scambiamo le due parole d'obbligo, ci sorridiamo e sale in camera. Un'ora dopo, venti partenze dopo, mentre cerco di far quadrare i conti, alzo gli occhi e vedo una persona che mi sorride. Qualche secondo e capisco che è lui. Che quasi ride: indossa un abitino frivolo, coloratissimo, corto al ginocchio con abbondanti spacchi, sandali estivi tacco 20, i capelli ora sono vaporosi, lunghi e profumati, le labbra rosso fuoco.

Sofia, il suo panda e il padre-bambino oggi entrano a farmi visita. Mentre stampo la password per internet, lei stringe forte il peluche e piange disperata, piano, senza lacrime. La mano stretta a quella di lui. Più tardi ritornano e mi lasciano le chiavi (non lo ha mai fatto). Capisco che lei vuole rompere il ghiaccio. La saluto chiamandola Pandina, finalmente sorride e anche il padre. La terza volta vuole solo dirmi che si chiama Sofia, le chiedo come si chiama il panda. E' ancora senza nome. Stabiliamo che oggi deciderà e che la prossima volta che verrà a passare i due giorni di visita con suo padre me lo dirà.

Francesco è piccolissimo. Neanche due anni. Suo padre abita lontano, anche lui. Cammina, un po', poi cade e viene sollevato insieme alla valigia. Arrivano e mi riconosce subito, salutano i due leoni che stanno a guardia del negozio di fianco all'albergo, fa loro due carezze dicendo "grande" poi entra di corsa per andare a prendere le caramelle sul tavolino della hall. Quando rientrano dal pranzo in trattoria mi mostra la sua tigre di plastica e mi dice cinque volte "io sono stanco".
Quando partono mi salutano con la mano.

La signora mi racconta che praticamente non dorme da venti giorni, poi che verso sera arriverà una fontana per lei. Ci guardiamo e non tratteniamo una risata. Non si offende, ride anche lei. Ci rassicura sulle misure dell'oggetto misterioso. Complicatissimo spiegare a chi si dichiara pessima guidatrice come andare a ritirare la fontana di Trevi (giustamente così battezzata dal mio collega)nel luogo più out of limits della città. Rientra e ci dichiara che la fontana arriverà in albergo in quattro pezzi e che forse riuscirà a caricarla in macchina.

Salvador mi dice di sua sorella. E finisce per imbastire un racconto di vita. Mi parla della sua famiglia, dei suoi amori, del suo mutuo a Barcellona, dell'essere innamorati di una persona che conosco bene (me ne rendo conto solo ora). Si decide per una pizza in cui farò il terzo incomodo fra due fidanzati. Poi si sfoga e mi dice: "Quando mi chiedono se potessi scegliere, se vorrei rinascere gay, rispondo ASSOLUTAMENTE NO". Sorrido dolcemente. Mi spiega un pochino poi mi lascia andare ricordandomi che sono sveglia dalle cinque e trenta.

La collega marocchina dal carattere impetuoso e dai gesti volgari e divertenti, che il capo definisce un "cavallo pazzo", viene a salutarmi (oggi non lavora). E finisce per mostrarmi una ventina di piccole fotografie stroppicciate. Deliziose foto tessera con i bordi ricamati. Occhi nerissimi di bambini vivaci, sue foto che non le assomigliano per nulla, sorelle, cugine, figli, fratelli con i baffoni. Piccole immagini con la minuscola scritta in arabo. Scappa via dicendomi che era bella, quando aveva una vita. Deve andare a badare il vecchietto capo della famiglia dei suoi padroni schiavisti.

Che di tanti colori è pieno il mondo.

venerdì 6 marzo 2009

Filmetto e scherzetto

Che stavo pensando, fra un faticoso respiro e l'altro, che così non poteva andare. Che va bene il super lavoro...
Cinema? Detto, fatto. Venti minuti di riposo, piatti di tre giorni sistemati, lavatrice e altre due cose arretrate e sono di nuovo per strada. La domanda che faccio (come sei tu a parcheggio, bestia?) riceve veloce risposta e l'auto è piazzata a tre minuti dalla meta.
EX. Pellicola italiana che stranamente ci attraeva nonostante/anche per il cast di attori televisivi. Colpo assestato: abbiamo riso sguaiatamente tutto il tempo e abbiamo svuotato la mente dalle scorie per rimetterci le cose importanti. Nonostante l'happy end poco verosimile (che io ho letto come ulteriore parodia) e le tinte color caramella che spesso facevano capolino. Belle le caricature dei personaggi e riuscita la commedia in versione rimodernata delle vecchie comicità stile napoletano. La sorpresa la disinvoltura di attori che siamo abituati a vedere nelle fiction televisive, piacevole i dialoghi veloci e divertenti.

Giretto per sgranchire le gambe nella ex zona emotivamente pericolosa (vedere il fuggitivo "cazzimme" mi ha fatto decisamente bene) e salutino veloce nel locale dove ho "abitato" per nove anni impregnato di attività e musica jazz.

La buonanotte sognando il viaggio in Nuova Zelanda, si farà.
Che di colore è pieno il mondo.

giovedì 5 marzo 2009

Amichevolezza ed empatia

"I rami di due alberi in piena fioritura s'intrecciano, e i petali dei loro fiori cadendo si mescolano nei loro magnifici colori. Sembra che cielo e terra siano uniti dall'amore. Eppure i due alberi si ergono individualmente; ognuno di essi è radicato al suolo con una propria connessione con la terra. In questo modo, essi rappresentano l'essenza di amici veri, maturi, vicendevolmente a loro agio, naturali. Nel loro rapporto non esiste alcuna pressione, alcun bisogno, alcun desiderio di cambiare l'altro in qualcosa di diverso. Questa carta indica l'essere pronti a entrare nel regno di questa qualità di amichevolezza. Nel passaggio, potresti accorgerti di non essere più interessato alla vasta sequela di tragedie e romanticherie che coinvolgono le altre persone. Non è una perdita, é la nascita di una qualità più elevata, più amorevole, frutto della pienezza dell'esperienza. È la nascita di un amore veramente incondizionato, privo di aspettative e di pretese."

Osho.

Il disegno è bellissimo e ogni volta che lo vedo mi rassereno.
L'amore fatto di empatia e crescita libera reciproca.
Decido la meta e comincio a camminare, vedremo cosa troveremo sul cammino.

domenica 1 marzo 2009

Le incappucciate sgambettanti

La sorpresa è la pioggia leggera e il cielo grigio. La conferma è che è molto più reale quello che non ha mai chiesto regole di quello che a volte ci sembra un sogno da raggiungere. E diventa perfetto essere dove sei. E se con qualcuno la comunicazione non trova strade possibili, con altri si cammina in salita e si condivide la vita e la libertà. Sorridendo della fatica, scaldandosi insieme, incoraggiandosi quando il fiato è corto e si è tentati dal fermarsi.

Che di colore è pieno il mondo.

In amore perde chi fugge.

Non è questione di vittoria o perdita. Di malinteso, a volte. Di modalità diverse, a volte. Di gioco al risparmio, a volte. Di rifiuto del confronto, a volte. Con gli altri e con sè stessi. Non ci sono vittime e carnefici. Neppure processi da fare. O assoluzioni da dare.
Cosa ho guadagnato dal colloquio con il "fuggitivo"? Avevo voglia di chiudere, di definire, di fare un paio di domande, di sentire cosa aveva da dire, di guardarlo negli occhi per vedere mè stessa. Per girare la pagina e darmi la libertà del futuro senza pendenze ambigue. Non mi hanno convinto le sue risposte. Perchè non erano risposte. Forse è anche sincero nel credere di essere sincero. Di fatto non sa o non gli interessa essere trasparente. E quando gli è scappato di esagerare accusandomi di aver giocato al gatto con il topo con lui...in quel momento ho avuto chiaro il perchè di quel pranzo con l'ex oggetto del mio desiderio (e dei miei sogni romantici). Perchè avevo bisogno di farmi dire cose strampalate, di vederlo arrampicarsi sugli specchi, di vedere i suoi occhi che vagavano nel vuoto cercando di risultare credibile, di osservarlo mentre cercava di sembrare gradevole e corretto quando invece non gli riusciva, perchè avevo bisogno di dirgli in faccia che mi ha fatto stare male perchè ha agito male, perchè gli volevo rompere le scatole togliendogli l'illusione di essere una brava persona. E se non gli cambia niente, certo non mi interessa. Semplicemente perchè avevo bisogno di toglierlo da quel limbo e di realizzare che va bene così, che non mi interessa quello che è. Non per me. Non oggi. E avevo voglia di dirgli che è stato una presenza affettuosa nella mia vita ma che il sentimento e il rispetto sono altro. L'ho detto a lui ma era a me che volevo chiarirlo. Potevo farlo da sola tutto questo? Forse. Ma va bene così, mi sentivo di essere stata costretta al bavaglio e ora mi sento meglio.
Peccato per come non ha saputo gestire le cose. Peccato non le abbia sapute gestire io. Liberi tutti, ognuno come può.