mercoledì 26 maggio 2010

Festina lenta ma anche lentamente... festa

La bimba ci guarda e sorride, le due zie e la mamma giocano sulle parole latine e progettano di spazzare via i guai (tanti) e riuscire in un obiettivo ludico che prevede "solo" un po' di pace all'ombra, si fà per dire, della macchia mediterranea e sotto la protezione del grande Poseidon.

Ho chiamato per un salutino, che erano esattamente a cinquanta metri da me. Al mio arrivo la tensione era densa, appicciccosa. Ho anche sentito un paio di screzi a voce alta ma poi, che per un attimo ho avuto timore di voler fuggire, si è stemperato tutto nella decisione di andare fuori a pranzo. E, miracolosamente, dieci minuti dopo stavamo sgambettando sorridendo e scherzando. Che l'amore è una miscela difficile e complicata e una piccola dose aggiuntiva può sempre fare del bene.

Incontrato il marito di un'amica che non vedo da un po': nonostante la fretta mi ha raggiunto dall'altro lato della strada per uno dei meravigliosi abbracci che ama regalarmi. Bella cosa.

martedì 25 maggio 2010

Brividi gelati

Che se sei in un luogo con una porta sulla strada può entrare chiunque...
Intuisco che non è proprio a posto, non lo è. Ma è anche indeciso fra mantenere un contegno o meno. Provoca e mi scruta. Capisco che devo stare attenta alle parole e ai gesti. Gli rispondo, un po' distaccata, un po' sorridente. Prego che decida di andarsene e intanto penso a cosa fare se la faccenda si mettesse male, non farei in tempo a chiedere aiuto. Il gioco è faticoso, devo essere gentile perchè non vede l'ora di avere lo spunto per diventare aggressivo. Quando mi mette sul banco più di mille euro mi vengono i brividi ma riesco a non apparire preoccupata. Oso dirgli che ho da fare ma non sono alterata, intanto la gente viene e va, per fortuna. E' ancora lì e per un attimo temo che non andrà via. Finalmente si decide, alza un po' la voce, mi guarda fisso dicendo che sono una grande (e che vorrebbe dire molto altro ma non può) e alza i tacchi. Chiudo la porta a chiave e mi asciugo le perle di sudore sulla fronte, respiro. Guardo in faccia la mia paura e mi dico che la vita è fatta di attimi.

sabato 22 maggio 2010

Perchè 'sta primavera mi fa pensare a te

Pino Daniele che dice che la pace arriverà.
Ho cancellato un po' di fotografie, forse anche qualche sentimento che aveva preso una direzione a mia insaputa...
Un vecchio ritornello è meglio di altre inutili cose. Un paio di giorni di clausura a volte servono a pulire lo spazio e l'anima. La mia bronchite si sente meglio, sono pronta per il recupero e la convalescenza.
Pronta per l'allenamento che ora mi è chiaro devo affrontare.

martedì 18 maggio 2010

Il treno parte alle otto

La musica della mia infanzia

Το τραίνο φεύγει στις οχτώ
ταξείδι για την Κατερίνη
Νοέμβρης μήνας δεν θα μείνει
να μή θυμάσαι στις οχτώ
να μή θυμάσαι στις οχτώ
το τραίνο για την Κατερίνη
Νοέμβρης μήνας δεν θα μείνει

Σε βρήκα πάλι ξαφνικά
να πίνεις ούζο στου Λευτέρη
νύχτα δε θα 'ρθει σ' άλλα μέρη
να 'χεις δικά σου μυστικά
να 'χεις δικά σου μυστικά
και να θυμάσαι ποιός τα ξέρει
νύχτα δε θα 'ρθει σ' άλλα μέρη

Το τραίνο φεύγει στις οχτώ
μα εσύ μονάχος σου έχεις μείνει
σκοπιά φυλάς στην Κατερίνη
μεσ' στην ομίχλη πέντε οχτώ
μεσ' στην ομίχλη πέντε οχτώ
μαχαίρι στη καρδιά σου εγίνει
σκοπιά φυλάς στην Κατερίνη


e poi
Loukianos Khlahdonhs - Ena Gourouni Ligotero
Loukianos Kilaidonis - Pou vadizoume kyrioi (Ta ftiakse o minas)

Appena riesco a fare pace con la registrazione di Youtube le carico tutte!

Partire dalle frivolezze

Cure. Indulgenza con sé stessi, accettare gli errori, soprattutto i nostri.
Concedere spazio e tempo e non rimandare il sentimento e l'espressione.

Coccole e allegre stupidaggini.

Le parole possono essere gabbie

Ho resistito circa un'ora. Riunione del menga con frasette odiosette/noiosette: "azienda significa che voi siete strumenti di produzione di reddito" "disse anche Confucio che l'unico scopo è il reddito" "la segretaria deve fare i p....ni al capo". E teatrino sconcertante e delirante.
Vorrei dire ma voglio tacere. Lo guardo di profilo e mi viene in mente il cavaliere (che però il B è un pochino più abile). Chissà cosa intende fare...
Parla troppo il collega psicopatico. E il duce della bassa gli si inchina, sorride, ammicca. Tutto quello che viene detto è falso e a nessuno sembra una cattiva idea continuare a quel modo. Sai quando vorresti urlare e non né hai la forza?
Tipo incubo.

Qualcosa dovrò escogitare.

giovedì 13 maggio 2010

Le parole sono finestre (oppure muri)

Il web ha questa capacità...passando da un sito ad un altro, da una sosta veloce al blog di Musashi (musicista ska afro-japanese americano conosciuto dieci anni fa in California), fino ad arrivare ad un suo contatto a Milano, scopro un piccolo post che cita questo libro di Marshall Rosenberg sulla comunicazione non-violenta.

A proposito.

Baruffa nell'aria

E credo di essere laterale all'isteria collettiva. Che la collega dai pensieri furbissimi quanto semplicissimi dice che "gatta ci cova, vedi che i problemi sono sicuramente al vertice". The manager, l'uomo con la mania dei termini obsoleti, "egregio, pregiatissimo" e dell'orrenda formula che mette 'LE dietro ai verbi (siamo ad inviarLe etc), è in pieno delirio aggressivo e paranoico. Ieri si aggirava chiedendo spiegazione di ogni piccolo foglietto trovava sulla sua strada. Le vene del collo sono tese, le parole che gli escono sono deliranti.
Mi viene in mente Pennac, il capro espiatorio di professione. Si cerca qualcuno a cui dare la colpa di ogni cosa...

Non né ho voglia. Mi porta una guida dei servizi da controllare. E come fare? Vuole sapere veramente cosa pensiamo? Sull'italiano mi limito a piccole cose (la permalosità è una malattia tremenda). Quando arrivo all'inglese invece comincio a fantasticare di ammalarmi fino a che non l'abbiano stampato e messo in uso. Esattamente tradotto direttamente dal bolognese all'inglese assurdo di Totò made in paesello dell'Australia. Troverò la maniera, senza farmi troppo male, spero.

Pensiero da tre soldi, quando la gerarchia non riesce a gestire le cose con la giusta autorevolezza, diventa patetica.

Il collega con scivolate psicopatiche mi conferma che la questio dei dieci centimetri delle cassettine è una barzelletta che toglie punti al director. Chissà cosa gli stanno combinando i capi supremi? In effetti mi chiedono spesso come vada come se volessero farmi dire qualcosa contro di Lui.

Distanziamo, allarghiamo le maglie della rete.
Un po' di sole???

mercoledì 12 maggio 2010

L'avvocato siciliano dalla pelle d'ambra

E' il presidente della più grande associazione italiana che ha a che fare con i generi... Uomo molto simpatico e gentile sempre in giro per Italia ed Europa. Mi regala sempre enormi sorrisi e nell'ultimo periodo mi controlla bonariamente. "Ultimamente la vedo triste, malinconica, mi dispiace. Non mi sembra affatto giusto, cara". Una volta, che ero particolarmente stanca e stressata, gli ho chiesto se avessi un aspetto terribile...No, risponde, sono solo gli occhi a dirmi che si meriterebbe una vacanza in un luogo da sogno.

Così, niente di che.
Le vette e le valli. Ora mi tocca un po' di valle.

martedì 11 maggio 2010

Layout del menga

Poco si merita, citazione solo per sfogare l'idiosincrasia.
Lunedì mattina, otto e trenta, arriva il direttore. E si agita, con la faccia stizzita, scuote la testa. Orrore! Nota che le cassettine porta documenti sono dove sono sempre state. Mi accusa di fare di testa mia. Rispondo, sorridendo, che certo ognuno gestisce il suo spazio lavorativo come meglio crede (oltre ogni dubbio, scarso, inadeguato, scomodo etc etc). Mi dice, serio, che no, il layout della reception lo decide lui. Piccolo particolare, nessuno mi aveva parlato di una cotale decisione. Secondopoi...ma che c...ta sarebbe?
Gli dico, vabbè né parleremo poi, ora vedo.

Avrà avuto un fine settimana del cavolo?
Che cazzarola di problemi di potere si inventa la gente!
Consulto il collega a cambio turno, non sapeva nulla della svolta epocale delle cassettine spostate a dieci centimetri a destra. Conflitti inutili in corso.

F.I.C.

Fine settimana con scorci di sole

Le nuvole da cartone animato, qualcuno disse, vanno e vengono. Qualche macchia paffutta più scura ogni tanto lascia cadere qualche goccia di pioggia. Sabato mattina bicicletta verso il parco dove l'aria è umida e densa. Gli amici sono sorridenti e progettiamo una cena performance: a tema dal cibo alle canzoni da imparare in lingua originale (e testo a fronte, nel senso sulla fronte), la poesia prodotta dal pittore e il vino doc. Ovviamente, quando riparto per i tre chilometri del ritorno, piove, un po'. Bello, che tanto ho il cappuccio, la pioggia crea una bella sensazione di vuoto, nessuno sulla ciclabile bagnata.

Serata carina, vietnamita e stupidaggini varie, rimaniamo in tre a ballare dove nessuno lo fa, baretto dove qualcuno disse "non lì, ci sono le lesbiche". Qualcuna c'era, ma quanto...

Domenica mattina mi sveglio con la suoneria del cellulare al massimo della potenza, quando l'avevo alzata così? San Luca, il menisco racconta che l'incidente dell'anno scorso qualcosa ha lasciato in eredità. Incrocio LaCla che scende, poi l'avvocato che inverte la marcia e viene con me. Drinnn. L'amica lavora. Lo dico per scherzo, magari vengo in piscina, anche. Se non piove. L'avvocato ride, perchè dovrebbe piovere? Un paio d'ore dopo, quando infilo il casco, piove. A casa mangio qualcosa e mi accascio sul letto. Drinn. La piscina è deserta, mi butto in acqua. Dico che è troppo tardi ma due secondi dopo ho infilato il costume e parto sfidando le nuvole. Nuoto per un'oretta. Il ginocchio mi segue perplesso ma contento.

Meno male che ho mosso i muscoli, sottile nervoso mi attraversa, non voglio occuparmene, il lavoro non si merita tanta attenzione.

sabato 8 maggio 2010

Basilicata coast to coast

Tre serate della settimana in cui mi forzo di non rintanarmi in casa a smaltire l' eccessiva stanchezza lavorativa. Ho fatto benissimo, che le ore passate con amiche piacevoli servono molto a gestire l'umore e la realtà stressante.

Con Plain al cinema. Filmetto di grande armonia. Musica molto piacevole, immagini garbate e dialoghi simpatici. Il gruppetto degli attori ci piace, anche la Mezzogiorno che a me non piace sempre (non è colpa sua, vedi registi che hanno rotto facendo strillare gli attori come fossero ossessi). Grazioso e spassoso dall'inizio alla fine. Ironia perfetta e battute gustose con scenario di campagne e montagne che ci hanno fatto desiderare di intraprendere un viaggetto on the road qualsiasi.
L'idea è buona: allungare il percorso della linea retta per cercare aiuto dalle variabili e varianti del tempo non ottimizzato.

P.S.in ottobre scrivevo: "Galleggio. Ci provo. Aspetto. Accetto senza entrare nelle spirali comportamentali. E non dimentico di sognare e desiderare. E cerco di rilassarmi per ripristinare un entusiasmo che c'è, lì dentro, un pochino messo in angolo, ma c'è."

Un pochino di sole, inforcare la bicicletta, osiamo sfidare il temporale autunnale. (a maggio ancora la tregua dal brutto tempo non c'è, anche il meteo partecipa alla crisi mondiale)

martedì 4 maggio 2010

quand'è il tuo compleanno? fra sei anni

Sensazione strana, meno male che nella strada verso questa difficile questione ho incontrato persone speciali. Ho tentato di evitare quello che era deciso...il dottore mi ha fatto un sorriso allegro ed empatico e mi ha detto "ma dai, che lo sai già che meglio di così non possiamo fare". Mi sono seduta sulla poltrona e mi ha annunciato che non mi avrebbe fatto una grande anestesia, solo una piccola cosa locale. La sua assistente, che è proprio simpatica ed affettuosa, oltre che bravissima, mi ha stretto la mano forte. Fatto, sangue e avanti con il fattaccio.

Tutto bene, benissimo, meglio di ogni aspettativa. Il dottore cammina allegro per il corridoio mentre noi facciamo conversazione per verificare se vada tutto bene. E ripete "sono molto contento, sai. E' andata molto meglio del previsto. Sono entusiasta". Poi mi si avvicina e mi abbraccia, due bacetti dati con affetto vero.E mi ripete che andrà tutto bene. Mi fa ridere. Anche Vanni ride ma mi dice che il dottore è sincero, davvero andrà tutto bene.

Ritorno a casa con piccole deviazioni poco impegnative, un po' di sangue c'è, un po' di fastidio anche, dolore minimo ma persistente. Non capisco quale sia il parrucchiere cinese dai prezzi promozionali. Piove, un po', mi bagno un po' ma mi va di camminare. Ripenso alle videochiamate di questa mattina. E mi godo il riposo, che un po' di dolore deve essere smaltito.

Che si tratta di gestire il denaro e la pazienza. E di accettare che si deve essere veloci nell'affrontare gli ostacoli: meno analisi sui perchè, più soluzioni.
Che la fortuna non è non avere guai ma riuscire a risolverli.

domenica 2 maggio 2010

Gente che viene, gente che va

Giorni di passione al job. Tanta gente variopinta e simpatica con la quale scambiati sorrisi e gentilezze. Un delizioso nonno di bambini strepitosi figli di un gran bel papà mi ha detto "che lei è proprio così garbata". Piccoli momenti gratificanti in santa pace senza le isterie dei capi. Target che più misto non si può: ciclisti agguerriti che tornano da cinque ore di corsa in collina, coppiette di cinquantenni svizzeri in gita eno-gastronomica con al seguito autista che assomigliava molto ad un modello pieno di piercing, gruppo della parrocchia campana in visita a non so cosa, giovani che hanno fatto bagordi notturni e vanno a messa con le zie e i nonni, turisti cinesi in viaggio di nozze e tifosi di basket slovacchi, gruppetto di meet-up del partito democratico giovani di qualche lontana provincia piemontese.

Le amiche ieri sera hanno creato un vortice di allegria che ha lasciato la risata perpetuata per ore sul cuscino. E i racconti dell'avvocato alle prese con il penale si sono mischiati allegramente ad altre mille battute demenziali e argute. E la ragazza ci ha deliziato a lungo con il suo sguardo buffo mentre dice "ma è un grandissimo figo" (il belloccio e simpatico vicino di panca che ci interrogava sui sentimenti e sulle separazioni delle coppie). Qualcuno che non parla mai degli uomini ha anche detto la frase del secolo "che un uomo così è tanto raro, bello e...capace anche di parlare".

Il "pittatore" non sembrava invece sulla via della comprensione, povero, mollato dopo quindici anni di matrimonio e non si immagina neppure perchè.

Che di mezcla si può e si deve vivere, e ridere!