lunedì 31 gennaio 2011

Oggi PUZZLE

Il raffreddore non si decide ad andarsene...mi assilla ancora. Che allora la giornata dedicata a ri adattare la casina dei puffi perchè si possa avere un secondo letto diventa un gioco faticoso ma che è perfetto per il clima di questi giorni, che non ho proprio voglia di andare da nessuna parte.
La madre si è presentata all'appello con circa tre ore di ritardo ma il suo aiuto è stato fondamentale, perchè quando l'impresa è titanica, essere in due aiuta a non perdere l'energia quando saresti pronta per desistere. Ride, la madre alle mie esibizioni di quello che lei chiama "il tuo piglio drastico", a volte mi esorta a non esagerare nel sollevamento pesi, mi suggerisce di bere un po' d'acqua e mi incoraggia a fare le prove prima di decidere. E festeggia con me quello che lei chiama il mio talento per i puzzle. Finito, trasformata l'atmosfera, c'è un bel divano che sembra un divano, un letto che sembra un letto, una scrivania che ha trovato un bel angolo dove stanziare...e i libri si sono trovati una bella collocazione, finalmente.

Piccoli passi, andiamo avanti.
Aspettando il disgelo.

mercoledì 26 gennaio 2011

Marron glacè

Si scrive così? Strepitosa scoperta e delizia del palato: mi hanno regalato una confezione di marron glacè turchi. I cinque signori mi parlavano a gesti, a parte un ragazzotto che si scoprì essere il proprietario della pasticceria che li produce ed esporta in tutto il mondo. La soddisfazione quando me li hanno dati...Vera fierezza nel porgere un regalo. E ci credo! La cosa più buona e più elegante abbia mai visto. Nella scatola i deliziosi sono confezionati singolarmente e accompagnati da un paio di bustine con salviettina per le mani. Un oggetto d'arte raffinata più che una scatola di dolci.

La gattara Paola- conosciuta nella sua veste di cat sitter un paio d'anni fa- mantiene la promessa e ci porta due pass Vip per Arte Fiera. E racconta di una storia tragica e di altre cose divertenti. La Bella si comporta finalmente da cane serio e riscuote molti complimenti, anche da me che mi rilasso accarezzandola per dieci minuti mentre lei mi guarda adorante.

Il dottore controlla e mi rassicura, mi fornisce di un paio di soluzioni di emergenza e mi regala attenzione e un trattamento veramente perfetto.

Mi chiamano da casa di Mr C, le cose precipitano e lui ha capito. Me lo dice chiaramente, tesoro, come fare? Tristezza, tristezza, tristezza infinita.

Chissà se e quando riuscirò a dormire...

domenica 23 gennaio 2011

Cetto Laqualunque è fra noi

Qualunque-mente...
La sala è stipata, uno dei cinema più grandi della città è stracolmo, fila alla cassa e ci sono ancora due spettacoli. Dice che le mette tristezza, certo, nonostante la simpaticissima parodia che ovviamente è denuncia e critica, ci si guarda e ci si chiede se e come potrebbe cambiare tutto questo che, seppur buffo ed esagerato all'apparenza, è così tanto reale, diffuso, inquietante, arrogantemente presente.

Albanese è un abile artista e il film è spassoso anche se prevedibile.

Purtroppo siamo circondati di Cetto style mem and women. Alcuni anche meno folcloristici con la loro pretenziosa aria da superiori...

sabato 22 gennaio 2011

Cogli la prima mela

E` la pulce d'acqua
che l'ombra ti rubò
e tu ora sei malato
e la mosca d'autunno
che hai schiacciato
non ti perdonerà.
Sull'acqua del ruscello
forse tu troppo ti sei chinato,
tu chiami la tua ombra,
ma lei non ritornerà.
E` la pulce d'acqua
che l'ombra ti rubò
e tu ora sei malato
e la serpe verde
che hai schiacciato
non ti perdonerà.
E allora devi a lungo cantare
per farti perdonare
e la pulce d'acqua che lo sa
l'ombra ti renderà.

Che il mio lavoro ha dei risvolti...
Tre pomeriggi passati in compagnia di Angelo Branduardi che si diverte a fare aste on line seduto al tavolino vicino a me. Compra orologi vari, vecchi orologi dell'Unione Sovietica e altri simpatici e frivoli. Indossa e mi mostra quello con Braccio di Ferro. Simpatico il maestro. Identico a come lo ricordiamo tutti.

lunedì 17 gennaio 2011

Improvvisa tempesta e poi...musica

Che ho iniziato la giornata con entusiasmo aggredendo un angolo della casa che reclamava il mio intervento. Fatto, un metro quadro perfettamente pulito ed un paio di sacchetti di inutili cose hanno preso la strada del bidone. Mentre guardavo i mobili da spostare, che la faccenda è un po' complicata, ho pensato di fare una prenotazione che richiede una chiamata ad un callcenter. E, in mezzo, ho chiamato Mr C e mi sono scontrata con una richiesta di un sito (sempre per 'sta benedetta prenotazione). La pasta e fagioli stava per bruciarsi, che cavolo, dopo anni che non la faccio mica la posso rovinare...

E' stato un attimo, qualcosa ha fatto click e mi sono ritrovata con un nervoso da cane rabbioso, con l'insofferenza a qualsiasi cosa, disperatamente odiosa anche a me medesima, praticamente sull'orlo di una crisi di nervi.

Ore dopo e tante cose in mezzo, compresa l'amica con cui mica ci eravamo capite ma va bene lo stesso, che sono riuscita a farle prendere il treno in orario facendo solo un paio di piccole infrazioni innocenti (che poi l'auto mica mi ricordavo fosse così complicata in città), mi sono andata a prendere un paio di cose in erboristeria e mi sono sdraiata al buio con la musica che si autodefinisce da relax. Funziona.

Concerto? Sì, vado, a piedi, che bello.
Con le amiche del cuore, nel senso che il cuore è uno e basta un minuto per sapere che tutto, tutto si riuscirà a superare perchè lo si farà insieme...
Non parliamo molto, anzi poco. Che la musica è deliziosa e donna Rita ci presta un pezzetto del suo cuore così caldo e accogliente. Freddo e umido nell'aria. Gli abbracci scaldano invece, moltissimo.

venerdì 14 gennaio 2011

La tazzina dell'amore coniugale


C'è un piccolo vassoio di plastica, bruttino. Se ne sta sull'angolo del tavolo della cucina da 57 anni. Sul vassoio c'è una tazzina di vetro mezza piena di caffè, freddino perennemente. Stasera la signora Maria si prepara un caffettino in un ora strana, mentre prepara la cena. Le chiedo perchè beva il caffè a quest'ora. "Perchè è da tutto il giorno che aspetto questo caffè". Che è stata una giornata d'emergenza. Che avere un figlio malatissimo e un marito al quale viene consegnata una prescrizione per una radiografia d'urgenza in un venerdì pomeriggio nebbioso...E sapere che sei una sola e hai due persone di cui occuparti...Come? Ecco cosa mi sussurra ogni tanto: "come faccio?" E meno male che avevo un auto e le ho detto che volavo a casa loro. Che lei, pragmatica donna, decise che prendeva il malato bis e correva all'ospedale. Che quando sono arrivata c'era solo Mr C. Che sta meglio rispetto a ieri ma che è così debole, tesoro. Al loro rientro le notizie sono buone e lei sorride e si fa 'sto benedetto caffè. E con il cucchiaino asporta la schiuma e un po' di liquido e lo aggiunge alla tazzina sul vassoio. Che il marito sono 57 anni che passa da quell'angolo della vita famigliare e beve un piccolo sorso di quella sbobba che sembra essere il vero fulcro della famiglia. Immobile, disponibile a chi desideri un goccio di simbolo dell'amore, nero e forte. Anche Mr C appoggia le labbra su quella tazzina a volte, l'ho visto!

giovedì 13 gennaio 2011

HEREAFTER

Facendosi in tre l’autore mette lo spettatore al centro di qualcosa di indefinibile eppure familiare come il dolore dell’essere, produce punti di vista potentemente fuori binario sul tema della morte...

Sì, il tema è suggerito ma non ci sono risposte o interpretazioni. L'emozione è con lo spettatore e ci sono momenti in cui ti puoi commuovere ma senza che la favolistica sia stridente, anzi, è talmente dichiarato che la verosomiglianza non c'è...almeno per me è stato così. Le storie parallele mi sono piaciute comprese le scene troppo "pulite" che non hano mai lasciato il film. I ragazzini deliziosi, il mondo inglese raccontato come nei racconti di Dickens, simpatico. Il mondo francese molto "interpretazione americana della Francia". L'operaio americano che sembra un professore di lettere, ma dai...
Ma il cinema è racconto e luci e fotografia e ritmo e sensazioni suggerite e sguardi sulle cose e le persone. O sulle loro rappresentazioni. Clint è sempre preciso e piacevole, perfetto senza essere stucchevole, americano senza vergogna.
Ed è meraviglioso in una cosa importantissima: niente risposte, niente ricette, niente morali. Solo cinema e personaggi.

Per la cronaca, la serata è stata perfettamente all'insegna del relax.

Italiano approssimativo

"Cerco lavoro, disponibile ad ogni lavoro, imbianchino, tuttofare, anche perditempo".
Josè avrà pensato che se 'sto lavoro di perditempo nessuno lo vuole fare...Astenersi non faceva per lui...Se servisse trovate il numero sul muro vicino alla Minganti.

Colole, talio, piegga, tlenta eulo. Il tutto alla velocità della luce.

mercoledì 12 gennaio 2011

C'è chi fa il tiro alla fune

Che un semplice cinema stava diventando "più la fatica del gusto".
Telefonata: io propongo e invito. Lei dice per me, però, così e così. Io rispondo per noi invece così e così, che sai... Lei insiste e mi scappa di dire sì. Con il risultato che nelle successive ore la cosa mi pulsa in forma di stress, che mi mette ansia e non è proprio così che deve essere. E sono tentata da ritirarmi nella mia cuccia, un'altra volta. Poi stamattina, chi è più semplice di me mi propone il "così" che è perfetto per i 2/3 del gruppo. Fatto, capire le esigenze degli altri va bene ma non possono essere sempre gli stessi "altri".

Un No al giorno leva il medico di torno.

Il generale

C'è un tizio che viene in hotel ogni tanto, e non si sa che venga a fare...
Gli piace essere accolto come un abituale e fa di tutto per esserlo. Entra con sorrisi e voce tonante, pronuncia il mio nome ad alta voce come fossimo grandi amiconi. Sono abituata a questa cosa...
Non riesco bene a capire quanti anni abbia, forse sui sessanta. Ieri mi si è piazzato per ore nella hall. E ha ripreso il suo gioco preferito: raccontarmi quanto è importante. E mi ha dato in diretta la news di cui non potevamo fare a meno, il suo capo è diventato segretario della Difesa.
Nella mia testa suonava la frase (greca) di circostanza...Tradotto, senza la trivialità infantile che mi piace tanto,"chi se ne frega".
E via di autocelebrazione autistica senza freni fino al momento in cui mi ha chiamato per mostrarmi la fotografia testimone di tutta 'sta manfrina. Il tizio tutto impettito e gongolante in divisa da gala. Un paio di minuti mi è toccato dargli corda e l'unico modo è stato fare domandine cretine.
E ora conosco ogni dettaglio delle divise dei generali e ho chiaro che il generale è più "alto" del colonello.
A parte il "chi se ne frega"...
A questa gente non sovviene che a qualcuno sembrano tutti pazzi?
A questa gente vengono affidate fette della società, mi spaventa.
A questa gente vengono date in gestione armi e migliaia di persone, inquietante.
Questo mondo militare anacronistico ha le mani in pasta ovunque, brivido di terrore.

Che di tutto un po' è fatto il mondo.
Ma gli alti gradi dell'esercito fanno controlli psichiatrici ogni tanto?

martedì 11 gennaio 2011

Paura liquida

"Una società può essere definita “liquido-moderna” se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure. La vita liquida, come la società liquida, non è in grado di conservare la propria forma o di tenersi in rotta a lungo."
(Z. Bauman, Vita liquida, pag.VII)

Che si farà? chi lo sa...
Non ho tempo, oggi solo immersione in acqua calda, vado al job poco convinta, zero spinta. Domani, domani, domani

venerdì 7 gennaio 2011

Ricordi d'infanzia




Quando qualcuno ti racconta qualcosa così...e vedi che il momento è liberatorio, che il silenzio può essere una gabbia, che le parole sono importanti, che a tutti noi servono momenti senza fretta, senza scopo immediato. E il tempo passa e non è vero che le cose non cambiano. E a volte i piani B hanno la capacità di inventare una possibilità diversa...

Potrebbe essere Chagall anche questo? Non lo so, non credo.

Acqua, fazzoletto, cotone!!!

Questo racconto mi fece mia madre sul regionale veloce da Venezia, ieri sera.

Riassunto delle ultime puntate:
primi giorni dell'anno lavorando...al limite della possibilità fisica (che già ero stanca, stanchissima). Un appuntamento con una dottoressa che finalmente mi aggiorna senza spilorceria di tempo e argomenti sullo stato della situazione di Mr C. In moto nella serata più gelata dell'anno mi domandavo che accadrà quando il rubinetto delle lacrime si aprirà. Mezz'ora di starnuti, tre aspirine e una fetta di panettone chiudono la serata glaciale, che la sveglia è un'ora prima dell'alba. Giorno dopo recupero l'auto e filo velocissima in collina, la situazione che trovo è peggiore del previsto, tre persone disperate a cui non so come dare conforto, cerco solo di parlare poco ed a segno (che le cose si devono fare). La mamma di Mr C respira e scaccia le lacrime, sapendo che non potrà crollare. Mattina del sei gennaio, a un'ora dall'appuntamento, la sorella chiama che non riesce a venirci a prendere che le due ragazze sono ribaltate dall'influenza. E la nonna? La nonna che ci aspetta dopo due anni? Accendo una sigaretta e mi siedo al pc, che cavolo di piano B mi invento? Fatto, tre telefonate, carta di credito, incastriamo tutto e saliamo su un treno per Venezia. Soldi, spesa improvvisa non preventivata, tanto per cambiare. Valeva la pena, assolutamente, la giornata è perfetta, nonostante tutto.

Sul treno di ritorno. Parliamo di un po' di cose. La mamma ha un'aria dolce e serena che non vedo spesso. Io sono talmente stanca che le parole mi escono morbide come non mai. Mi dice "acqua, fazzoletto, cotone".
E' il racconto di qualcosa che la mia mamma non ha mai detto a nessuno in 65 anni.
E' il racconto di un dolore grande di una bambina di cinque anni, di un dolore terribile e di due sogni ricorrenti di cui ha avuto paura fino al matrimonio ed oltre.

"acqua, fazzoletto, cotone" era il suo grido nella notte agitata, era la sua richiesta agli adulti perchè le fornissero i suoi strumenti di consolazione e protezione. Acqua sul comodino da bere al risveglio dall'incubo. Fazzoletto da succhiare insieme al pollice tentando di addormentarsi. Cotone idrofilo in quantità industriale (che si prendeva dall'ambulatorio medico del padre) che veniva messo sotto ai piedi per essere strofinato in maniera autistica fino all'arrivo di Morfeo. Che tenerezza pensare a quella bambina che non si fidava della propria madre...

Su quel treno ieri ho visto qualcosa che credevo non avrei conosciuto mai.

Love Mom, gli anni passano e i dolori si trasformano, vero?

sabato 1 gennaio 2011

Dai, saltiamo i fossi per la lunga!

Primo del nuovo anno

Più ti avvicini alla verità e più fraternizzi con il let-go. L'albero non si dispera se una foglia cade al suolo in autunno, è la cosa più elegantemente naturale del mondo. Esplora la totalità e la completezza in tutti i modi che puoi: le fini e gli inizi coincidono.

il saggio Osho così si pronuncia oggi...

Io mi raccolgo e gioco con le parole e i propositi.
A-tipico fine anno, A-tipico inizio anno.
Accidenti agli urlatori, for ever and ever (che quì, seppur nell'amore per il Budda che in ognuno ci sarà, non faccio sconti: lungi da me mischiarmi con codesti individui) e, comunque, "non ti curar di loro ma guarda e passa". LONTANO.

Propositi dell'anno con l'11:
leggerezza (e fuga veloce)
organizzazione di tempo e spazio
rispolverare la fiducia e l'entusiasmo
(nonostante e perchè servirà molto e per motivi serissimi)
dimenticarsi la paura nell'azione ma ascoltarla e gestirla con amore
non perdere tempo ed energia elucubrando
circondarsi di anime buone
amare a più non posso le anime buone, compagne fidate
giocare, ballare, cantare, inventare
evitare e sottrarre, basta con le lotte con i mulini a vento
accogliere e prendere sul serio nuove cose, nuove avventure

e qualche cosuccia frivola e graziosa che ci sta sempre bene

Amare e alimentare quel bicchiere mezzo pieno sul comodino

Auguri a tutti
ENERGIA PROTEZIONE AMORE ALLEGRIA SALUTE

un pensiero di amore infinito per mr C
un grazie a chi c'era e c'è sempre