venerdì 30 novembre 2012

Ondeggio, guardo, leggo, mi domando

Mi sembra di stare in barca, quando il vento non si sente ma le ondine muovono tutto in modo antipatico. Avrei tanto voluto andare a teatro, ero carica e convinta.
Ho ceduto dopo ore di nausea inspiegabile, dopo un paio di tentativi di fare finta di nulla.

Amen. Mollo la presa. Finalmente a casa. Ci rimango.

Varie piccole cose sulla via del ritorno...

Sedia al rotelle enorme, carica di cose, sacchetti e borse. Arrivo alle sue spalle sotto il portico vagamente illuminato. Cosa sarebbe quella specie di lenzuolo che sembra tenere in mano?
Avanzo, la carrozzina è ferma. Sono a due metri da lui (lui?).
Ha un'enorme foglio di carta davanti a sé, lo tiene con le due mani, a braccia tese. È una mappa dell'Italia, enorme, come quelle che occupavano le pareti delle classi delle elementari. Concentratissimo, l'uomo dai mille sacchetti, studia la mappa della Sicilia.
Boh.

Taxi. Il trucco funziona anche questa volta: se parlo con l'autista e gli sono simpatica, e lo sono visto che introduco argomenti di interesse per la categoria, visto che mi pongo interessata alle opinioni che invito a dare, visto che ascolto con sincero interesse (interessato interesse...)...
Ecco, se parli con colui che ti porta a destinazione quando ti senti in colpa ma proprio quel taxi ti è necessario...allora il conto della corsa sarà un pochino più basso. Meglio.

Oroscopo del simpaticone mica tanto simpatico.
Mi ostinerei in un vecchio pigiama stretto, liso, corto???
Devo svezzarmi?

Sdraiata, me ne sto sdraiata.

Domani mi toccano i vestiti della festa, meno male che c'è pure la festa!

martedì 20 novembre 2012

Quelli che chiedono, quelli che offrono

Ci sono le persone che chiedono, pretendono, urlano, fanno fretta, vogliono...

Ci sono le altre, quelle che parlano morbido, che prima ti salutano, ti chiedono come stai, ti ascoltano e ti dicono e, poi, ti chiedono. A volte ti chiedono. A volte ti danno.
Non importa cosa, non è questa la differenza.
Sono le stesse che sono anche in grado di offrire. Sorrisi, complicità, aiuto, leggerezza, gentili parole, allegria, scambio.

Ci sono persone che ti battezzano quale colei che deve esaudire desideri, soddisfare bisogni, sono persone che hanno richieste e non hanno mai offerte, che non sono mai in pace...

Ci sono altri che si rapportano a te in maniera paritaria, che non si pongono in veste di "bisognosi", che non ti scaricano le loro ansie addosso.

Ieri qualcuno mi ha aggredito con un invito che pareva una minaccia.
Ho velocemente detto la prima cosa che potesse servire a dare un no defiinitivo e non passibile di spiegazioni. E mi sono stupita di aver mentito, io che non mento mai...
Quasi mai. Ultimamente non ho voglia di dover convincere nessuno, semplicemente mi defilo.

Non mi piace molto "sfuggire" alle persone a cui voglio bene.

Ma non mi piace neppure essere presa nei vortici ansiosi e pretenziosi, quale che siano le problematiche altrui.

La mia tolleranza è calata, è diventata tolleranza e quindi ha un limite.
Il limite è la mia pazienza e la mia noia.
Il limite arriva quando preferisco eclissarmi, quando non ho piacere a stare alle condizioni altrui.

Un po' mi dispiace...vivere "evitando" situazioni di stress.
Finisce che evito la gente...

Cazzarola gente! Provate a rompere meno!



Poi mi ritrovo a sorridere di altre modalità.
Ieri un'altra telefonata mi ha commosso: era solo una semplice offerta di collaborazione
La mia metà e il mio collega mi regalano entrambi questa bella comunicazione gentile e disponibile, meno male.

Urlatori e urlatrici, basta, per favore, calmatevi!

venerdì 9 novembre 2012

AMOUR

Triste. Certo, come potrebbe non esserlo?
Forte, duro, dolce, perfetto e poco rassicurante.
Attori meravigliosi, regia terribilmente adeguata.

Alla fine della proiezione scorrono i titoli di coda nel silenzio assoluto.
Non si muove nessuno, non parla nessuno nella sala dove non è rimasta neppure una poltrona vuota.
La storia è la verità guardata da una prospettiva che non toglie nulla al fatto che sia di tutti noi che si parla, senza ricette, senza spiegare quello che è evidente.
Si parla di amore e dolore.
Di umanità, di comunicazione, di qualcosa che è triste ma è anche parte della vita.

Ho visto Mr C sdraiato nel letto della sua morte.
Ho rivisto i suoi occhi che guardano i miei. Ho risentito le sue parole rivolte a me il secondo prima di morire.
Ho risentito anche le mie parole per lui in quel momento che mai dimenticherò.
Lo so cosa significa tenere una mano mentre la vita finisce e sentire forte, fortissimo, che l'amore è quella cosa che scorre potente fra due persone in un attimo che separa per sempre ma unisce per sempre.

All'uscita dalla sala ci siamo guardate con dolcezza, il film ci ha regalato speranza, nonostante tutto.

Saggezza bambina

"Mamma, tu sei la terza cosa più bella"! e, alla domanda spontanea della madre: "La prima è il mondo, la seconda sono io". ..... finalmente, dopo un paio di anni che cerco di convincere la mamma, la signora "terza cosa più bella" ha deciso: non cercherà più di spingere il bambino in questione nella direzione dell'omologazione, non spererà più che sia "uguale" a tutti gli altri bambini, non si sforzerà di proteggerlo tentando di farlo assomigliare agli altri bambini nei gusti (se non ha mai sopportato i giochi di guerra e il calcio, lasciamolo fare, suvvia)... Mi guarda seria e sorridente e mi dichiara che ha deciso di supportare il bambino nel suo viaggio verso la realizzazione dei suoi talenti e caratteri originali, che ha chiarissimo che gli darà quella forza che il mondo a volte sembra non fornire, che (finalmente dico io), smetterà di avere paura che essendo come è, il ragazzo avrà dei problemi. hip hip hurrà ...le strizzo l'occhio dicendole "tanto, cara amica, come istruttore all'omologazione e alla rassegnazione sei sempre stata un fallimento". 'notte

lunedì 22 ottobre 2012

Nanni Moretti con bisturi

Il chirurgo mi deve togliere i punti. E, come l'altra settimana, mi accoglie con quel sorriso pacato, calmo ma allegro. Nanni Moretti versione medico, lo saluto e penso che mi piace proprio, proprio. Sembra in pace con tutto il mondo, tutto. E penso che vorrei incontrare tanti come lui e vorrei sempre sentire quella grande pace che ispira. La passeggiata fino a casa mi ha rilassato, il sole e il tepore di questa giornata mi fanno desiderare di essere migliore. Gli ultimi giorni non mi sono piaciuti, la mia difficoltà a gestire le cose neanche. Allentiamo i nodi. Ho bisogno di trame più morbide, di maglie più larghe. Bimbetti russi simpatici mi salutano con sorrisi strepitosi e mi mostrano la loro abilità nella pronuncia di un paio di parole in italiano. Le due piante avute in regalo e portate a spasso in bus e in ospedale, sono felici di adornare il pianerottolo. Il trasloco sembra quasi compiuto, anche se la mamma accusa malinconia e malessere da sensi di colpa, anche se ancora incrociamo le dita, che il crudelissimo macchinino dei tecnici della compagnia del gas ci dia il benestare. Nanni Moretti dice che domani posso finalmente bagnare la testa. Notizia meravigliosa!

martedì 16 ottobre 2012

Scatole, scatoline, libri e ricordi

Siamo alle prese con il trasloco di mia madre. Si deve svuotare una casa zeppa di mille cose per il trasferimento in una piccola casetta con tutto quello che serve ma con zero spazio per fare accumulo di cose inutili. Non è facile. Mia madre è una collezionista di mille cose dalle quali non si vorrebbe separare. Ama i libri e possiede libri in tutte le lingue, libri che conosce bene, nulla di decorativo...e ci sono le cose "graziose", le cose di famiglia, le cose "preziose". Il primo giorno che sono andata anch'io mi guardava preoccupata e diceva a tutti che era arrivata la sua figlia drastica e veloce, quella che avrebbe risolto... Dopo qualche ora nervosa, un po' di spazio era stato fatto. Anche se aveva tirato fuori un paio di cose dalla spazzatura, anche se si era confusa e aveva strillato al mio compagno (che, a gran sorpresa, le aveva però risposto per le rime), anche se abbiamo dovuto rassegnarci a fare un paio di scatole con etichetta "archivio" e un paio fantomatiche "libri da regalare". Ho dovuto dire a mia madre che i tempi sono cambiati, che i libri continuano ad essere importanti ma non più nella forma stampata, che le enciclopedie degli anni sessanta non servono a nessuno nell'epoca di internet. Il vuoto è cosa ardua da raggiungere... Il mio compagno sfodera dolcezza e fermezza, ogni tanto la stringe a sé e la abbraccia. E, a parte le altre mille opere di sostegno a quest'avventura, questa sua modalità di aiuto, è fondamentale e meravigliosa. In mezzo alla fatica e all'ansia ci sono altre cose: la mamma mi ha detto che ha voglia di usare questo momento per creare buone cose, per gestire una nuova vita al meglio possibile, per rimettersi in rotta con un nuovo equilibrio. Intanto, zucca tagliata e ricucita, il mio bozzo è stato rimosso. Come disse il chirurgo, mi dovrà pettinare il mio compagno per qualche giorno. Un po' male c'è! un po' di fatica anche.

martedì 2 ottobre 2012

Va bene, salutiamoci, festa!

Oggi ho incontrato un tale che un giorno avevo scambiato per qualcosa... Poi la storia, quale che fosse, si fermò. Dopo qualche anno di incroci per la strada dissimulando un poco spiegabile calo della vista, entrambi (mi sono adeguata senza sforzo alla modalità)... Pomeriggio, centro città, mentre tornavo a riprendermi la moto per tornare a casa dopo una visita da amiche e colleghe con le quali abbiamo riso un po' bevendo un bel "caffé dell'amicizia" (così lo chiama lei, sempre)... Lo vedo con la coda dell'occhio e proseguo come sempre MA, chissà per quale motivo incomprensibile (quanto inutile), vengo fermata dal mio nome gridato a rimbombare nella piazza. Babà caro, va bene, ci salutiamo come fossimo amici, tanto che mi costa? Va bene, un po' di sana scena di comunicazione amicale male non può fare. Certo non oggi che gli avvenimenti fondamentali hanno preso piega migliore: - UNO finalmente mi sento bene, ho dovuto pretendere impegno massimo dal dentista ma due settimane di dolore e nervosismo sono finite - DUE la mamma pare essere sistemata, mi mancano ancora un po' di dettagli tecnici - TRE la mia dolce metà (più tre quarti in verità) è al top del piacevole Evviva, salutiamoci che va bene lo stesso :-)

domenica 23 settembre 2012

Autunno, crisi di fine estate?

Settimana che passò nervosa e faticosa. Per fortuna era cominciata con il rientro lunedì notte da un fine settimana bellissimo, al mare, al sole, nella splendida Maremma che ogni tanto bisognerebbe visitare per ricordarci di...respirare. Le cose da fare sono tante, gli impicci si sprecano (non ultimo un terribile momento topico in cui in bocca si spezzò quello che proprio non avrebbe dovuto). La mia dolce metà, dolce come il miele tranne in certi momenti che arrivano improvvisi, è finito in un suo loop depressivo che non so bene come interpretare. Autunnale demenza ansiogena? Crisi da rientro week end al massimo del relax? Dopo ore e ore di morbida gestione di un umore spento e malinconico, di atteggiamento accogliente e comprensivo, dopo mille tentativi di farlo ridere e rilassare (che sembravano perfettamente riusciti del resto), dopo una certa fatica per trattenere il mio sano egoismo, ecco che se nè esce con un paio di lamentele al mio indirizzo. Sono riuscita a non ribattere che l'ultima cosa che mi serve in questa fase già difficile è avere uno zombie brontolone che mi si aggira per casa invece di aiutare e proporre distrazioni piacevoli...rimango consapevole che non si possa pretendere soluzioni e magie dagli altri. Ma ho protestato con forza rispetto alle stupide questioni, ho rifiutato la responsabilità di insicurezze che nulla hanno a che fare con me. E mi chiedo: invece di fare catechismo, perchè non si insegna alle persone che esiste anche un lavoro utilissimo di presa coscienza e relativa elaborazione delle cose emotive? perchè non esiste condanna culturale verso la pigrizia sentimentale? perchè si continua ad insegnare alla gente, agli uomini in particolare, che devono sottostare al giudizio e alla competizione? perchè mai si permette che la gente soffra tutta la vita cercando di soddisfare le aspettative altrui? Paroline, parolone che poco hanno a che fare con la crisi della mia dolce metà. Magari un po' di blues si può accettare e lasciare andare, no?

mercoledì 5 settembre 2012

Le ultime pagine

di un libro sono sempre qualcosa di non-innocente... A volte arrivano che quasi ti dispiace, che vorresti startene ancora un pochino in compagnia della storia e dei personaggi. Altre volte leggi le ultime pagine quasi correndo e sorridendo, pregusti il finale e il momento che chiuderai il libro. Spesso sei soddisfatto e beato all'idea che l'autore ti ha fatto passeggiare con lui in atmosfere colorate, nelle vite delle persone. Ci sono anche i libri che erano bellissimi ma che nelle ultime trenta pagine ti lasciano un sapore amaro, a volte capita che ti venga una specie di tenerezza nei confronti dello scrittore perchè ti sembra che abbia lasciato la presa, che abbia perso l'ispirazione, che non abbia saputo tenere la storia fino alla fine. Ultimamente mi capita di lasciare molti libri a metà, mi annoiano, mi deludono, non mi invitano in alcun modo a desiderare sapere null'altro, non sono divertenti, non sono compagni ma giochi di scrittura mal riuscita o storie inutili di personaggi inconsistenti. Non mi forzo più di leggere se non mi diverto, forse non l'ho mai fatto. Però non lasciavo libri a metà. Ieri sera ho finito un libro di molte pagine. Non mi ha appassionato ma il protagonista mi era simpatico e c'era qualcosa che mi incuriosiva, volevo sapere dove saremmo arrivati. Gli altri personaggi erano poco più di una citazione, non mi dispiaceva. Il finale è un finale, purtroppo solo nella sua accezione più banale. Una specie di tradimento. Il protagonista diventa una persona diversa nelle ultime tre pagine, la storia si conclude semplificando e non rispondendo a nulla delle piccole ispirazioni buone del testo. Ma va bene lo stesso, l'atmosfera delle ultime cose raccontate era talmente surreale e reale che me le sono sognate e sono rimasta dieci minuti sospesa a giocare con le sensazioni evocate nelle ultime righe. Ora cosa leggo? Ci vorrebbe una bella vacanza...

lunedì 3 settembre 2012

Fermi cosi

Ore strane, passate a ragionare, parlare, camminare. Troppi discorsi, non abbastanza. Fatica, utile tutto. Non abbiamo paura. Si che l'abbiamo. Sappiamo di averne, sappiamo Non era facile ma camminare era perfetto. Stanchi, finalmente, di nuovo, si sono fermati così ... Abbracciati, immobili, ogni possibile contatto della pelle, senza sconti. Respiro, solo respiro. E ogni cosa ritorna possibile Ogni cosa racconta di questa scelta, strana scelta forse... Minuti infiniti. E quando riaprirono gli occhi il mondo era li. Tutto detto. Un, due, tre, stella! E se fosse un calesse? E risero insieme

venerdì 31 agosto 2012

Minimalismo sentimentale

Non che ci fosse una vera motivazione... Non le andava di organizzare, di inventare qualcosa per festeggiare, non al solito, non con le stesse persone. Un pochino di senso di vuoto c'era, forse un po' di smarrimento? Ma, questa la cosa che aveva chiara, non aveva nessuna intenzione di fare qualcosa di forzato, di obbligatorio. Come se...se non posso avere quello che voglio, non voglio niente. Ma anche una variante di libertà, se non mi va di fare, non faccio. Bello o brutto che fosse, la scelta era quella: non scelgo finche non so cosa voglio. E ricevette una lettera...che accompagnava un regalo. Il regalo più bello. Un desiderio che diventa tangibile. Cosa rispondere a quella lettera? Che deve trovare qualcosa, che la deve cercare, che gli chiede qualcosa senza sapere cosa potrà dare. Silenzio Legge qualcosa sul minimalismo e si ritrova nel desiderio di nudità... Mare, ci vorrebbe il mare. Se non piovesse sarebbe perfetto. Anche se piovesse. Non ha voglia di scusarsi, non oggi, non per i prossimi trenta giorni, non per i prossimi tremila respiri.

venerdì 24 agosto 2012

Oliare le giunture

Stava camminando lentamente, si sentiva bloccata, ingabbiata, insofferente ed insoddisfatta. Non era felice della sua immobilità, non si riconosceva allo specchio. In realtà aveva un desiderio represso (perchè?) di mettere in atto progetti e buoni propositi. Scoppiò qualcosa, una strana rabbia che divenne disperazione, quella peggiore, quella che non permette l'espressione. Combattuta, in piena lotta con i suoi bisogni e la paura di non fare bene... Riconosceva quel tarlo ma non si permetteva di essere autonoma e libera. La rabbia divenne lamentela e recriminazione. Lo accusò in mille modi mentre non si dava il permesso di chiedere, come se fosse inadeguato volere quello che le serviva. Una serata terribile che finì con una grande ferita che però le restituì una lucidità, la lucidità del dolore che ti regala lo spirito di sopravvivenza. Lui aveva detto qualcosa di noioso e inutile. Anche se lo aveva stancato, non aveva esibito qualcosa di piacevole, anzi, era stato antipatico. L'aveva fatta sentire male, troppo male. La liberò dal senso di dovere nei suoi confronti (perchè continuavano a venire fuori questi strani atteggiamenti di sentirsi quasi ricattata?). Gli disse che da qul momento in avanti non gli avrebbe più permesso di...non lo aveva detto proprio a lui ma lo disse a sé stessa, forte e chiaro. Uscirono due lacrime. La notte aveva un sapore amaro. Al risveglio, quel senso di solitudine che bruciava nel buio della notte, si trasformò in una libertà ritrovata. Uscì non sentendosi obbligata a risolvere. Non insieme... Lui la sorprese presentandosi ad offrire aiuto e affetto senza parole. Sinceramente generoso e dispiaciuto. Sì. Lo avrebbe ascoltato, senza parole andava meglio. Ora si sentiva libera. Sapeva cosa fare per combattere le sue paure. Si ricordò cosa cercava di insegnarle la sua Guida: non c'è obbligo di accettare patti al 100%, si possono cambiare le regole in corso d'opera se le cose non ci piacciono, si può e deve "contrattare" per approssimare, per avvicinarsi a quello di cui si ha bisogno. Anche e soprattutto con le persone che camminano con noi. Qualcuno le disse di uscire dal personaggio e guardare le cose dall'esterno. La terza persona aiuta sempre. Qualcun'altro le fece sentire che le cose ci sono anche se ci si sente un po' isolati. Si ricordò che poteva fare tante cose. Magari non tutte con la stessa persona. Olio per ungere e nutrire. Olio che bagna e rende elastica la pelle. Musica che aiuta a muovere, a rimuovere. Lo stress spiegato nelle sue consegunze sulla circolazione sanguigna, le cellule che non sopportano più di essere sulla difensiva. Chiese all'amica di fare insieme una cosa che voleva fare da tanto tempo. Il complice c'era e la solidarietà pure. Il progetto ora c'è, stare meglio è un obiettivo reale. Non importa più capire, analizzare, attribuire responsabilità. Scivolare. Olio per scivolare diminuendo le parti ruvide. Muoversi, ha chiarissimo che ha bisogno di mescolare e mettere le cellule in grado di riprende la loro naturale funzione. Movimento, creazione, libertà. VIVERE

domenica 29 luglio 2012

ancora una settimana

Non vedo l'ora!

Quando non mi piaccio

quando mi faccio condizionare, quando interpreto male le cose e finisce che mi faccio imbrogliare dalle cattive abitudini altrui. Come se non mi bastassero le mie! Ci sono abituduni che non mi piacciono negli altri e neppure in me. La prinicpale è l'abitudine alla paura. Che di abitudine si tratta, quasi un vizio. E finisce, a volte, che mi lasci imbrigliare in richieste che non capisco. E, nonostante protesti a gran voce, mi scappa di rimanere nella rete a dimenarmi come un insetto preso dal ragno di turno. E, lo so bene, non ci sono ragni in giro a cercare di prendere me e nessuno potrà mai inventare una vita per me, al posto mio. E, nella massima perplessità, improvvisamente realizzo che non ha senso aspettare che altri sappiano cosa vuoi o come lo vuoi. E anche che non serve avere aspettative quando si può benissimo parlare ed agire. Mi è toccato dire chiaramente un NO e mi è costato anche se sapevo benissimo che era senza ombra di dubbio un no giustissimo, utilissimo, necessario. Ho dovuto spiegarlo ma non ho dovuto insistere troppo. E allora, perchè mi sarà mai presa l'insicurezza. Perché.... Cattivi usi e costumi. Ed è tutto affare mio liberarmi dalla necessità che tutto fili liscio sempre. Ed è anche "liscio" quando si deve dire un no. Che ti frega? Ma ho scoperto che ogni tanto devo fare un reset e riscordarmi quali siano le cose importanti, chi sono io e chi voglio accanto a me. Per fortuna ci pensa qualcuno a dirmi che non ha senso avere paura. Ed è quel qualcuno che mi prende sempre quando finisce che mi dimeno tanto nella rete (sua? mia? nostra?) da finire per cadere nel vuoto. E va bene anche il vuoto, ogni tanto. Che il vuoto è fatto appositamente per essere riempito e svuotato. Basta che non diate dei giochi dove tutto è pieno di regole immobili, ecco perchè ho detto quel No. Ecco.

giovedì 26 luglio 2012

Un po' di tutto

è quello che mi serve. tutto, tutto. Ma le varianti di quel tutto che io vedo e annuso e mi piace. Che ho bisogno di vedere le persone che mi piacciono, quelle che mi parlano di questo e quello. Che ho bisogno delle serate a girovagare per librerie, delle facce delle mie amiche che conosco da tanti anni, di scherzare con mia sorella sulle nostre cose belle e brutte. Che ho bisogno di lavorare con persone capaci di interessarsi delle cose del lavoro ma anche delle persone del lavoro, delle cose del mondo e degli argomenti allegri e delle cose politiche. Che mi piace il mio collega cantante di lirica che dall'Argentina mi manda i bacetti come solo lui sa fare. E mi sento fortunata quamndo decido alle sette di mattina di non mettermi subito la divisa ma di perdere (guadagnare) un po' di tempo con il notturno a parlare di charango ed altri strumenti andini. E mi piace che mi saluti consigliandomi di ascoltare un'antica canzone che scopro nella versione dei Simon & Garfunkel (quanto tempo, come si scriveva pure?). El condor pasa. E l'amica con la quale ci siamo prese una lunghissima pausa di riflessione mi/ci invita a festino a casa sua, quasi un pigiama party. Ed è bello riconoscere che, nelle differenze, siamo una bella coppia quando si tratta di condividere l'energia positiva, propositiva e la voglia di festeggiare, anche senza motivi precisi. Mi piace avere sollecitato una telefonata dalla mia nipotina appena sbarcata dalla Spagna, mi piace che mi chiami e mi dica che è contenta di sentire la mia voce. Mi piace che quando sia felice abbia voglia di dirlo anche a me. E mi piace avere scambi di sms che scorrono lisci e decidono con ironia. E quando il fidanzato mi chiede cosa mi serva dal centro commerciale, gli rispondo che mi servirebbe un frisbee. Sento la sua sorpresa. Non mi vengono in mente cose più utili :-)

martedì 24 luglio 2012

demente[de-mèn-te] agg., s.

Passeggio per strada davanti a casa, tipo passeggiatrice. Poi mi volto e lo vedo arrivare sorridente, con camminata elastica e braghetta chiara, scarpa di cuoio morbida e leggera. Ha un mazzo di fiori in mano che lascia ondeggiare a testa in giù,e riesce a farmi ridere immediatamente. Non mi aspettavo pure i fiorellini d'ordinanza. Abbiamo detto che sì, ci divertiamo a fare che oggi festeggiamo quest'anno passato e volato, questi mesi di tante cose ma, cosa più importante di tutte, di tante risate. La giornata è stata dura, la mia più che altro. Racconto, sì, le stressanti cose ma sono già oltre. Abbiamo altre cose da fare, concordiamo. Come faremo stare la chitarra nella micro macchina? Come gestiremo la cosa se l'appartamento prenotato non sarà di mio gusto? Quel simpaticone che deve portarci in giro in barca doveva proprio spaccagnarsi la caviglia oggi? Dopo il vino ghiacciato a fine cena, che il tavolo ci è toccato dentro ma la fine serata ci viene concessa nel micro giardino urbano, saliamo in casa. A fare i de-menti. Cioè tutto quello che di stupidamente allegro e liberatorio ci viene in mente. Era da quando avevo dieci anni che non spegnevo così la lampadina della contegnosa intelligenza...Ridere per leggerezza, ridere per de-faticare la serietà e la stanchezza. Anniversario sì: della complicità più seria che ci sia, quella del sovvertire e ironizzare, giocare e scherzare. DE- un po' di de............ci vuole ogni tanto

lunedì 16 luglio 2012

Il sommergibile

Sogno. Una località stranissima, di mare ma lunare, strade e alte salite, c'è gente , è una specie di piccola città ma non assomiglia a nulla che conosca. Il mio compagno esce e cammina veloce. Non è chiaro se esco per cercarlo o se sto cercando di allontanarmi da lui. Improvvisamente sono in bicicletta e raggiungo una specie di porto nascosto. Ci sono delle persone che si stanno accordando per la serata, sono invitata, se lo voglio. Si cena lì e poi si potrà dormire in questo strano posto. E' una specie di sommergibile, enorme ma nascosto nell'acqua. Mentre il sole tramonta,entriamo da una botola pesante a livello del molo e scendiamo per scalette di metallo, tante scalette di metallo. Alla fine la zona dove staremo si allarga e c'è luce, non la vedo ma sappiamo che ci sarà anche una specie di terrazza all'esterno. esterno dove? nell'acqua? ci sarà un luogo all'interno di una caverna subacquea? Nel sogno non sono sicura se starò o tornerò a casa. Il capo, in che senso non saprei, non è ancora arrivato. C'è il suo letto e uno strano lettino piccolo che se lo chiudi sembra un pianoforte verticale. Dopo un po' siamo tutti seduti per terra mentre lui parla e mi si siede in braccio questo bambino piccolo e biondo. Non lo conosco queso bambino ma lui conosce benissimo me e starmi appiccicato è per lui cosa naturalissima. Mi sveglio con la stessa perplessità che mi sono sentita addosso per tutto il sogno.

Anniversari

Non abbiamo capito quale sia la data, lui mi ha detto di cercarla, io gli ho detto di provare a fare mente locale. Sicuro che la cosa ci diverte molto, ce la inventiamo noi. Finalmente oggi provo a cercare, fra i miei deliri scritti trovo qualcosa. Ora? Ci piacerebbe inventarci una data da trattare come il nostro aniversario, chissà per farci cosa... Detto, fatto. Oggi sancisco che sia il 23 luglio. Ci siamo quasi.

mercoledì 11 luglio 2012

Onde

mare, mare com'è che un tramonto e una nuotata al crepuscolo ci regalano tanta serenità?

Vorrei abbracciarti

e dirti che passerà. e vorrei che, magicamente, il tuo sorriso si apra e mi confermi che non hai più paura. e, lo faccio io quel sorriso, anche se capisco che hai ragione ad aver paura. anche se lo so che lo sai che ci inventeremo qualcosa. mi hai appena scitto che no, non hai voglia di quella serata che non è nelle tue corde stasera. forse non è neppure nelle mie. non importa. io me la invento, sono anch'io stanca di stare con tanta gente. farò il salutino e tornerò da te. grazie per l'abbraccio di ieri e per tutti gli altri. e non lo so se la crisi ci lascerà uguali a prima, non lo so come potrà essere quando i mesi lavorati e non pagati saranno di più. quello che so è che ci inventeremo il modo perché i sorrisi siano il nostro motore quotidiano, sempre

domenica 10 giugno 2012

Venticello estivo

Sono state settimane difficili. Senza chiedermi il permesso, l'ansia e lo stress hanno deciso di piombarmi addosso. E, con la testa che mi girava perennemente, con i pensieri che si sforzavano di essere positivi e propositivi ma non sortivano buoni risultati, sono riuscita a scatenare discussioni con la mia metà ed a sentire il senso di mancanza di equilibrio coinvolgere ogni cosa. E' passata. Non è passato il contingente doloroso e l'instabilità (i movimenti della terra continuo a sentirli e la nausea ogni tanto arriva), mi sono un po' abituata e ho ripreso il cammino, lento e paziente, senza forzare. E' passato il nervosismo, il senso di impotenza generalizzato che avvelenava tutto. Oggi il venticello è portatore di serenità. La casetta della mia metà raccontava che si possono fare tante cose. Le crisi servono anche a questo, a portare lo sguardo d'insieme alla ribalta. Ieri abbiamo fatto il giro, dentro e fuori di noi, ci siamo recuperati, abbiamo partecipato ad una festicciola di bambini deliziosi, abbiamo rivisto un paio di amici che ci piacciono molto, abbiamo passato la serata ad ascoltare musica fra le strade e le piazze imolesi, ci siamo riappropriati della nostra amorevolezza. Mi sono svegliata con un abbraccio e una tavola apparecchiata con amore. E non importa se oggi saremo lontani, il venticello estivo c'è. E la vicina canta alla finesta mentre stira. Bello!

mercoledì 30 maggio 2012

Spaventata dall'essere spaventata

In verità questa botta l'ho presa abbastanza male: sarà che ieri non ho avuto nemmeno un minuto per "gestire" il mio spavento...ho dovuto subito agire per rassicurare e gestire gli ospiti dell'albergo che si sono precipitati a chiedermi che succedesse...insomma, l'edificio antisismico si muoveva manco in barca. E poi, subito, per otto ore, a gestire la cosa...La gente non capiva più l'inglese e io che cerco di ricordarmi da dove cavolo venisse. Insomma, in pochi minuti ho detto in quattro lingue di sedersi, di non uscire o usare le scale, che l'edificio avrebbe retto in quanto antisismico (secondo la categoria di Bologna, finora...). E stampa, traduci le direttive della protezione civile. E cerca di fare calmare una madre con un bimbo di quattro anni da prendere (a piedi? a cavallo?) a Castelfranco Emilia dove hanno evacuato la scuola e le maestre gridano al telefono che "se lo deve riprendere che loro devono anadare a prendere i loro figli". Bambino recuperato, il mio capo se lo va a prendere e ce lo porta. E, lo so che è stupido, mi spavento pensando che se mi spavento io che mi spavento quasi mai... Stremata sto peggio a casa che a gestire i miei ospiti e turisti. E, in tutto questo, l'unica persona di cui avevo bisogno, è una voce gracchiante in viva voce da un auto che alle 23 è ancora in autostrada. Mentre mi arrivano mail e telefonate da clienti dell'albergo che ho visto una o due volte, solo per dire che ci sono vicini, che sperano vada tutto bene. Qualcosa non torna, quando tornerà?

sabato 19 maggio 2012

Quali circostanze mi rendono meno intelligente?

Chiede l'ironico oroscopo che mi diverte sempre... La sua, la nostra, è un'ironia che non tutti capiscono, che non condividono tutti. Vorrei essere più intelligente nell'accettare le sorprese, quelle che recepisco come sorprese. E vorrei essere più saggia nel ricordarmi sempre, costantemente che ognuno gestisce e organizza a modo suo, anche se questo significa che non organizza. E le regole che valgono per me mica è detto che siano usate da tutti. Accidentaccio, accio, accio. Ho un problema da risolvere e sono pienamente consapevole che devo trovare una strada nuova, una comunicazione modificata ad hoc, che quando ti rendi conto che gli inghippi e le incomprensioni ritornano... E anche, la mia anima infantile ancora non si convince ad eseguire le indicazioni della mia razio adulta (o tendente al saggio, non esageriamo) che continua a dire "non dare per scontato nulla, non prenderla sul personale, agisci e parla al tuo meglio e accetta che gli altri siano come sono." Sono io che devo e posso inventare la variante giusta. E sarà un tentativo. Magari andrà bene. Magari dovrà essere trovata un'altra modalità. E non mi devo dimenticare che anche l'altro inventerà qualcosa e dovremo ascoltarci reciprocamente e limare, smussare, aggiustare... E avere fiducia.

venerdì 18 maggio 2012

Due ore di parole, belle parole

Senza un minuto, un secondo, un attimo di attenzione che sfugge. Tanta gente e tutti in silenzio perfetto, il silenzio del coinvolgimento, della concentrazione, del godimento. Lettura, lezione, un mondo raccontato e commentato da chi non solo conosce ma anche, soprattutto, ha qualcosa da dire. E lo dice, come lo dice! Avrei voluto poter memorizzare ogni parola, ogni gesto. Forse l'ho fatto. E, meraviglia delle meraviglie, esci e ti senti proprio al posto giusto al momento giusto. Certo che fra Lucrezio e Lacan...

giovedì 17 maggio 2012

Vagabonda che son io...

Mi dicono "ti chiamo fra cinque minuti". Non salgo in moto, che in moto non posso telefonare (e non voglio). Passeggio un po' e guardo il mondo, la gente, il sole. A due passi da dove vado tutti i giorni. Padri cinesi parlano in italiano a bimbi piccoli che fanno tante domande. Madre africana ritira i suoi figli all'uscita della scuola, anche lei parla con loro nella lingua del paese dove vivono. Gente con piccole, veloci borse su ruote, si avvia sorridente verso la stazione ferroviaria. Qualcuno prende un caffé al bar, al sole. Le vetrine mostrano prezzi improvvisamente più bassi. Guardo in alto e scopro terrazzi in cima ai palazzi, con giardini rigogliosi e qualcuno che legge lassù. Passo da finestre aperte da cui si sentono violini e pianoforti. E se sorrido a chi incrocio per strada, ricevo una bella risposta sorridente. E, camminare a zonzo per il centro, oggi che sono sì stanca ma molto meno (la decisione saggia di ieri sera, a letto alle dieci, ha dato buoni frutti), mi regala un'immediato sollievo dalle fatiche lavorative. Stiamo tutti bene, va bene. Lucrezio stasera!

martedì 15 maggio 2012

Il mio bozzo ed io stiamo bene

Una carezza di un'amica, la storia comincia così. E via di carezze indagatrici... Dopo alcuni tentativi dal mio medico, falliti, telefono alla doc (quella della Mirena, che sembra una sirena ma è la nuova ospite del mio corpo, colei che mi fece spendere un po' di denaro per il suo aiuto alla mia salute psico-fisica). Dopo svariate telefonate senza risposta (chiamo io, non risponde lei, chiama lei e non riesco a rispondere io), rispondo e sento "sono la dottoressa, qualsiasi cosa le sia spuntato in testa, io e la Mirena non c'entriamo nulla"!. Questa dottoressa è veloce, ironica, essenziale ma esaustiva, perfetta. E ride. Ci vedremo fra qualche giorno, suggerisce, "senza stare a prendere appuntamento, no"? Oggi i colleghi mi prendono in giro e mi dicono "dai, accompagna 'sto benedetto Bozzo dal medico"! L'amica della carezza rivelatrice mi manda sms "come state, tu e il tuo bozzo"? Sala d'aspetto che pare anticamera di fucilazione: gente "non allegra", grigio-topo le facce, labbra all'ingiù. Nulla di grave, ho musica giusta e libro che inibisce tentativi possibili di discorsi (Trattato di ateologia). Ore due e trenta, sonno, passo a lettura Internazionale (in dotazione allo studio medico). Il mio dottore mi saluta calorosamente (lo vedo talmente poco). Vorrei chiedergli quale sia la ricetta: è sempre più bello e in forma smagliante. Mi dice e prescrive e spiega. Poi mi esorta a dormire tranquilla. Sarà un bernoccolo propiziatore? Un pretubero che esprime allegorie profetiche? Il mio cervello che vuole più spazio e chiede depandance? Intanto con qualcuno si studia come impostare la postura, come cambiare i limiti degli oggetti intorno a lui, cosa si potrebbe comprare per convincere il suo corpo che non deve tentare di "costringersi" ma, al contario, deve abituarsi a chiedere più spazio. E scopro che nel mio specchio di casa lui si vede SOLO l'ombelico :-)

mercoledì 9 maggio 2012

Addio Tassinari

Che brutta notizia. Mi rimane negli occhi il suo saluto in via Rialto, quel sorriso dolce quando ci diceva che la lezione sarebbe stata faticosa per lui ma che avrebbe fatto del suo meglio, quella serenità e quell'entusiasmo nel raccontare autori e libri...e la vita ciao Stefano

mercoledì 2 maggio 2012

Intoppi e intoppini

Uno: arrivo bella e beata sotto casa dopo troppe- mio malgrado- ore dalla parrucchiera (matrimonio in arrivo). Parcheggio, scendo, moto su cavalletto, tolgo chiave...opsssss. mi ritrovo con mozzicone di chiave in mano. la maggiorparte della chiave rimane nella toppa (si chiama toppa anche quella?). Devo aprire la sella per riporre il casco e prendere il catenaccio. D'istinto infilo il mozzicone e...funziona. Apro, prendo lucchetto e chiudo la moto. Riprendo la semi-chiave e tento l'accensione. Funziona. Bella questa: se ne frega la mia moto se i due pezzi si uniscono solo all'interno, si comporta come se nulla fosse. Tentativi di riacchiappare il pezzetto nascosto con pila, pinze, pinzettine, lamette etc. non portano a risultato. Domani decido se usare i due pezzi fino a che il contatto fallirà nel momento meno adatto oppure portare i due cuori spezzati e la signora moto dal meccanico. Due: mi dico che voglio proprio godermi la serata in solitudine. Leggere mail per organizzazione domenica in campagna, rispondere. alle suddette e pescare un paio di vecchie che aspettano risposta. Guardare il benedetto telegiornale che in questi giorni proprio non sono riuscita a vedere. E fare un paio di cose in sospeso al pc. Ecco il secondo guaio, piccolo ma fastidioso. Il carica computer mi si ribella e non intende dare segni di vita. Fidanzato fallisce con riparazione moto ma fornisce il suo carica pc. Grazie. Peccato che sia così tardi e che la sveglia forse mi toccherà prima del solito, prima del solito che ultimamente mi sembra già così schifosamente presto.

martedì 1 maggio 2012

Complicità, solidarietà e rassicurazioni

"non tutti hanno bisogno di essere rassicurati, qualcuno ha solo bisogno di una mano quando serve". leggo questa frase e penso che nella vita ci sono momenti in cui si ha bisogno di una parola di conforto e incoraggiamento. e penso che ho avuto persone al mio fianco in certi momenti duri che sono state bravissime a dare quella piccola spinta che mi serviva per non cedere ai pensieri negativi e alla sfiducia. sono stati attimi di affetto ma anche di chiari inviti a fare appello alle mie forze. a volte l'aiuto è stato uno sfrontato e ironico suggerimento a smettere di autocommiserarmi e lamentarmi. altre volte qualcuno si è presentato a dare quella mano che serviva. non so quante volte sono stata in grado di capire, sicuramente sono grata a chi ha saputo dire e fare quel qualcosa che ha sbloccato qualcosa in me. non è criticabile chi ogni tanto si lascia prendere dal desiderio di essere rassicurato. qualche volta però ci sono persone che esagerano...che vogliono e chiedono di essere rassicurate e in realtà non ascoltano nulla prese dal loro nichilismo autocelebrato...il problema è anche la frequenza con la quale si presentano queste richieste. oggi penso che qualcosa mi sfugge, che se mi si ripresentano situazioni in cui mi sento presa in trappola dalla cupezza di chi mi sta vicino, qualcosa mi manca di capire. se non ho voglia di essere sempre la "fornitrice" di buoni pensieri, di entusiamo e voglia di fare...mi stanco a sentire fantasie negative, anche se le difficoltà esistono. non credo al mondo cattivo, alle persone cattive, al disastro sempre incombente, all'odio e all'amore come definito dal mondo becero. qualcosa non va se mi innervosisco di fronte alla "stasi" depressiva di qualcuno anche se gli voglio bene? come ci si protegge dalla negatività altrui? sarà che non sono proprio bella stabile sulle mie gambe. e se pure lo fossi. è come quando sei in acqua e qualcuno si sente male: se collabora e non si agita, puoi portarlo a riva nuotando con fatica ma senza difficoltà. se invece il bisognoso di aiuto si lascia prendere dal panico e si muove in modo disarticolato, il suo peso sarà troppo e si rischia di finire annegati entrambi. sono sempre stata una discreta nuotatrice ma conosco la differenza fra una nuotata e un'operazione di salvataggio :-)

lunedì 23 aprile 2012

Stravolgiamo il lunedì

Come trasformare un normalissimo lunedì in una giornata di vacanza. Esco, arrivo al lavoro e scopro che...non dovrei essere da queste parti, errore mio. E adesso? Sono le sette del mattino! Negozi chiusi, uffici chiusi, troppo presto per tante cose. Non per tornare a casa e rassettare, pulire etc etc. E cosa faccio io? Compro un paio di dolcetti e mezzo litro di latte e telefono. Ecco fatto, in mezz'oretta sono a casa dell'uomo in pigiama che leggeva le avventure di Paperon de Paperoni. Il lunedì più travestito da domenica della storia: colazione, panciolle, risate, stupidate, pranzo, risate, stupidate, pisolini, passeggiate e discorsi e risate come se piovesse, massaggi e discorsi seri e risate e barzellette e risate e un paio di caffè. Ogni tanto un paio di telefonate di lavoro. Mio, suo. Suo, mio. E, a sera, quando prendo la strada di casa, ci guardiamo sorridendo: bel lunedì! Sarà forse che, dopo dieci giorni insieme, il fine settimana separati da tutto quel parentado intorno ci aveva fatto soffrire di moltitudine...sarà che, quando le cose rischiano di mettersi male e l'ansia potrebbe salire, ultimamente abbiamo la stessa reazione: cerchiamo di incrementare le dosi di felicità che dipendono da noi stessi. Che altro si potrebbe fare?

mercoledì 4 aprile 2012

Pensieri assortiti, gusti vari


JOB&Co


Collega mi chiede via sms autorizzazione per eseguire direttiva del mio capo.

"Potremmo comprare un sacco di ghiaccio", dice lui.
"Perchè, a Bologna vendono sacchi di ghiaccio"?, io.
"A Buenos Aires ovunque", risponde lui.
"Grazie, anche a San Francisco, Atene, mi vengono in mente mille posti...", rido, io.

Ore 06,45 ante meridiam: allegro anziano finlandese mi sorride e, tutto d'un fiato, mi dice " hai capito che succede quando non ci sei? black out elettrico ieri sera e caldaia k.o. Siamo senza acqua calda, tutti". ah ah ah.
Che ci sarà da ridere? Il poco sonno rende la cosa migliore...
Emergenza passa solo dopo che tutti sono andati in fiera poco lavati :-) ma sorridenti...e si scopre che il capo ha fatto marachella...

Simpatici medici

Ogni tanto faccio il "tagliando" dai medici...quando mi voglio più bene...
oggi era controllo programmato, altro giorno era "visita della speranza"
doc 1- mai fatta visita così allegra, disinvolta, easy. tizia splendida che parla divertente e limpido. Va bene, ci tocca soluzione un po' impegnativa
doc 2- controllo, tutto benissimo. porto il mio quesito che non c'entra nulla con intervento, facciamo la seconda tac della giornata -ora sono più che radioattiva- e la notizia del giorno è di quelle "corpose". Il Dott X, chirurgo con studio in villa e reputazione europea, mi accompagna nel corridoio e mi abbraccia sorridendo "insomma, se vuole brutte notizie, può sempre venire da me", ma mi rassicura su due punti. primo: non ci sono rischi imminenti. secondo: lui è il migliore sulla piazza al fine di non distruggermi la mandibola. Che fortuna!

L'amore è... anche, forse, probabilmente:

Non vedersi da tre giorni, pensare di non vedersi per altri tre giorni, inventare di vedersi con un pretesto, ragionare al telefono se sia meglio vedersi o non vedersi visto lo stato di stanchezza reciproca, decidere che ci si vedrà anche se dopo 600 km di guida, anche se "forse qualcuno potrebbe essere nervosetto"...
E poi, tre ore dopo, incontrarsi sulla porta e sorridersi con intensità, abbracciarsi con tenerezza e forza, sfregare per qualche minuto l'uno la parte del corpo dell'altro che pare più sofferente...e fare di una serata che chiude una giornata di fatica e stress un angolo di piacevoli cose allegre e risate, risate, risate fino a tardi.
La stanchezza sale ma la serenità ci guadagna!

Non ci riesco, non vado alla serata con il sindaco, la Camusso e la Franca Rame.
Mi dovranno scusare, sarà per un'altra volta :-)

lunedì 5 marzo 2012

Essere anziani , non stupidi

La Maria è così simpatica. Erano settimane che mi aspettava, qualche telefonata pressante, senza esserlo, che lei antipatica non riesce mai ad esserlo. Avevo promesso e ho mantenuto l'impegno. Peccato che contassi sul bel tempo mentre mi sono dovuta fare un paio di viaggetti sotto la pioggia. E meno male che oggi stavo un po' raffreddata...Un po' faticoso il tutto, uscita di casa alle 6.30, lavoro tosto, moto, pioggia, bus e di nuovo bus, moto, pioggia. Sono le 21.30 quando arrivo a casa fradicia e stanca. Ma siamo state bene, serene, nonostante un pochino di tristezza l'abbiamo lasciata scorrere, dolcemente. Settimana prossima è un anno che è morto Claudio.

Va bene così, a nanna presto (cena alle 19.00, sai com'è)

LA scena valeva la candela:
suonano mentre siamo a cena, apre leggermente la porta, poco, poco, che ha lasciato il cancello aperto visto che c'ero io. Chiede chi sia e cosa desideri.
E la sento dire, tranquilla, asciutta, decisa:
"no, non potete propormi proprio nulla, sono una ultraottantenne, la legge non vi permette di farmi proposte commerciali che tanto non posso firmare".
Saluta e torna a tavola.

Brava, bravissima.

domenica 4 marzo 2012

Sceneggiate e giochi allegri

La città è assediata da un popolo di strani personaggi che si sono messi in fila per ore per rendere omaggio ad una bara, ad un artista, a qualcuno che per molti anni ha prodotto canzoni e musica che hanno fatto epoca. va bene...tutti, anch'io, sappiamo le parole di molte canzoni a memoria. però mi sembra eccessivo, mi appare come un'altra di quelle "cose" mediatiche e pompate a misura di becero sentimentalismo con effetti speciali. l'edicolante sconvolto dai vari gadget che gli arrivano da vendere a nemmeno 24 ore dal decesso. le radio non suonano altro. i commenti della gente della città sono critici. che poi, simpaticissimo non era. amen, ci teniamo il centro bloccato per un paio di giorni e le canzoni per via d'Azeglio ad oltranza. il comune non esita a spendere questi soldi, strano...

noi inventiamo una giornata densa e allegra, ci tocca (ma oggi la buttiamo sul divertente) il fine settimana "condizionato" dalla ragazzina che la madre dichiara che vuole farsi gli affari suoi. niente di male, anzi. la chiarezza aiuta, come sempre. e facciamo tutto in un giorno invece che in due, pace.e riusciamo anche a fare una lunga passeggiata e giretto ai giardini margherita, la città esce e si spalma sui prati con chitarre, biciclette, pattini, skateboard (bellissimi quelli flessibili a due ruote). dopo intermezzo improvvisato, usciamo di casa in massima velocità, infilandoci le scarpe per le scale, ridendo come due ragazzini che hanno fatto una marachella. queste marachelle sono proprio simpatiche, ci fanno sentire dei giovani giocherelloni.
"bello, grazie, buona serata".

Prendo la mia motoretta e faccio un salto dagli amici artisti, giusto il tempo per due parole e cenetta fusion mangiata sul banco del take away nelle scatolette di cartone, la proprietaria taialndese non parla una parola di italiano ma ha fatto un localino piacevole e cucina velocissima per dieci persone davanti ai nostri occhi noodle coreani, salmone giapponese, polpette svedesi...

giovedì 1 marzo 2012

Segreteria telefonica

Rientro dopo 13 ore fuori casa. lavoro in apnea (ma quando perderò il viziaccio?), seduta rigenerante dalla massaggiatrice-amica che se pisolo qualche minuto non si offende, telefonata del fidanzato che mi dice essere a meno di un kilometro, in orario inconsueto, inserita variante uscita dalla mia voce senza preavviso, aperitivo allegro e passeggiata suburbana...vederlo così felice dell'intermezzo inatteso. driblo la cena con adolescente-figlia. magari se tornassi a casa mia non mi farebbe schifo...

Lampeggia dispettosa la segreteria telefonica. pigio il tasto che mi annuncia "memoria piena". 35 messaggi. leggo-ascolto e cancello.
il primo so quale sia e so già che non lo cancellerò. non ancora. Claudio che mi dice due cose dolci con la voce stanca della sua malattia alla fine "ciao cocca...".
Poi altri che ascolto e cancello:
Nonna greca che saluta e chiede notizie.
La nonna che dice solo che è "la nonna" e che nessuno risponde al telefono.
La Maria che lascia il suo primo messaggio in segreteria e se la cava bene.
Mia madre che varia il messaggio in tutte le salse:
"sono la mamma, bacini" poi, "this is Marina speaking", e ancora "ho mal di testa e sono stanca..." e altri con voci variegate.
Un tale da Firenze che vuole comprare la moto.
Zia uno e zia due che non capisco perchè in un mese mi abbiano chiamato dieci volte quando per anni il silenzio è stato totale.
Rumori vari e indiscriminati che ancora mi chiedo che senso abbia chiamare e non parlare alla segreteria.

La serata di oggi è saltata causa virus intestinale di una delle tre. e siamo alla terza settimana che il giovedì sembra organizzato ma malattia coglie le invitate.

Doccia, pappa, nanna.
Arretrato di sonno è felice del cambio programma.
Ieri sera alla conferenza sugli orti di TU'Rat mi sono proprio divertita. Ma quando mi ricapita di vedere gente così carina? E, mica scherziamo, avere due biologi, un entomologo, un agrario e un ingegnere idraulico tutti per me...a parte la birra "giraffa" nel pub che "non c'è".

Resilienza, pare si dica così...

lunedì 27 febbraio 2012

Il mare d'inverno


Abbiamo questa capacità di riempire le mattine di ...e diventa sempre tardi e ridiamo molto. molto. Partiamo. autostrada due, tre goccioloni. come piove?
ristorante. arrivare tardi vuol dire trovare tavolo vista mare e pioggia e la ressa che sta finendo. la fortuna degli audaci.
chisenefrega se piove. un caffè e smette di piovere. camminiamo fino al faro e alla spiaggia. sole che splende sulle goccioline sullo scoglio, la sabbia è bagnata e i riflessi sull'acqua sono meravigliosi. i gabbiani fanno una festicciola a riva e noi camminiamo allegri. scatta la canzoncina e i sorrisi si sprecano...che ognuno vede i "fondamentali" dell'altro e mica ce lo nascondiamo...
"va bene se andiamo verso Nord"?, mi dice.
e parla di mosaici mentre percorriamo quella brutta stradaccia per Ravenna.
"Sant'Appolinare in Classe", dico e siamo lì. freddo e umido, nessun umano in vista, è buio pesto ma camminiamo fino all'ingresso. strano, è aperto. ed eccoci soli nella chiesa in atmosfera surreale a studiarci l'abside e il catino dai colori bellissimi. peccato che la mia nuova miopia non mi faccia vedere bene le stelline in alto. bellissimo però. i guardiani ci aspettano per chiudere senza metterci fretta e ci salutano prima di sbarrare i portoni.

oggi sono andata ad ordinare gli occhiali, devo poter guardare ancora tanti mosaici,tanti ballerini meravigliosi e tanti gabbiani in volo.

mercoledì 22 febbraio 2012

Ma guarda che ho trovato!

"La seconda decade è a serio rischio nevrastenia: con Venere e Mercurio opposti, si sentirà orribilmente travolta dal suo acerrimo nemico, il Caos. Il fidanzato si dimentica gli appuntamenti, la tintoria non consegna i capi, sul lavoro non si trova più lo scadenzario, offensivi cumuli di polvere sfidano il candore dei pavimenti. Mercoledì e giovedì, con anche la Luna nei Pesci, la situazione potrebbe richiedere l'intervento di uno specialista del pulito. Sabato e domenica, però, riuscirete, con apprezzabile grinta e sovrumana combattività, a sistemare tutto. Bravi!"

.................stupidaggini che però co.incidono..................oroscopi vari


notizie dall'autostrada: pisolino in autogrill, ora partita basket figlio.
io cucino, stiro, lavo, guardo voli papabili verso il mare nostrum, scarico bollette da pagare, cucio giacche che aspettano da troppo tempo, riguardo esami del sangue e cerco in rete che significano questo e quello, mi domando se ho i soldi per tutto quello che serve a sistemare occhi, denti e quel malessere che proprio non voglio più, proprio più! lo specialista del pulito per ora solo lavatrice...
replica di Ballarò, va bene

...e altri che

Ieri ho inventato un silenzio stampa lungo fino a sera. non esatta premeditazione ma sincera astensione da comunicazioni di sorta. l'umore era quello della sera prima, circa. galleggiamento con spaesamento ma senza ansia o agitazione. ieri con aggiunta di "se mi state alla larga è meglio". qualcuno si è prodigato in messaggi e chiamata (una) a cui non sono riuscita a rispondere. sono riuscita a non-rispondere, in realtà. troppe ore però diventano crudeltà mentale. ho chiamato e ho scoperto che sparire un po' mette in movimento pensieri e azioni. questa volta efficaci e semplici. ha disdetto l'impegno che aveva, mi propone cambio programma. le parole che ho sentito erano concentrate e chiare, dirette e dolci.
non quel ronzio da viva voce che in questi giorni mi ha dato noia. non quel "ti parlo ma non ascolto neppure quello che dico". non quella "chiamata di servizio" che non sopporto quando diventa uno dei doveri della giornata, quella con la voce metallica del casello dell'autostrada in sottofondo.
in un'ora, con scarto di cinque minuti, non ritardo di un'ora, è arrivato e mi ha portato a cena fuori (che intuito, non avrei cucinato neanche un uovo).
serata liscia come l'olio, la verità ripristinata: non sono solo io che non apprezzo certe cose, anche lui preferisce altro...
alle sei questa mattina sembriamo due che hanno fatto le ore piccole, come è. facciamo i turni in bagno barcollando come zombie e ci scappa da ridere pensando a come sarà la giornata lavorativa. ore 6.45 in centro, luce. che l'inverno procede verso la primavera. lui si lancia in autostrada mentre io entro al job e inizio con il terzo caffè in mezz'ora

lunedì 20 febbraio 2012

Ci sono momenti che...

non so dove andiamo, vorrei sapere dove andiamo, vorrei sapere se sto viaggiando da sola o in compagnia. mi domando cosa accada, come si faccia a sentirsi bene, benissimo e poi arrivare ad una qualsiasi ora di un lunedì qualsiasi e rimanere così...persa in un labirinto di dubbio e saudade di cui non so che farmene.
allora, che rimango coraggiosa ed intarprendente (lui così dice), riprendo quel telefono chiuso un po' così per usarlo per tentare di uscire da quel isolamento che mi infastidisce. ci voleva un apostrofo? chi se ne frega. e mi intenerisco sentendo una voce dolce. e dico calma, in apnea, quello che voglio dire. che non è molto, è poco, che non voglio certo fare di questa telefonata una storia e una discussione. e trovo quella voce che mi ringrazia perchè l'ho fatta quella telefonata. e mi dice che è colpa sua, che ci stava pensando. a cosa? al fatto che io sono più "brava". non capisco bene. ma quello che voglio fare è solo esprimere un mio sentire, dare il mio "message". riesco a dire che vorrei essere consolata ogni tanto, incoraggiata, accolta, vorrei che mi venga detto da lui che ce la faremo, che abbiamo una meta, che siamo in viaggio e che il viaggio sarà bellissimo.
mi dice che lo sa, che ha visto anche lui come si è comportato in questi giorni, lo sa che mi provoca sconcerto, così dice.

è stupido avere aspettative o pretese? lo sarà forse.
ma a volte mi stanco di essere sempre la parte gestionale, propositiva, positiva di ogni situazione.
lui dice che lo capisce. E??? non è cambiato molto con questa telefonata. solo un piccolo ponte di parole, che è quello che di più prezioso abbiamo, che è il nostro patto di sincerità a cui teniamo tanto.

va bene, ci sono anche questi giorni paludosi...
e magari la giornata lavorativa è stata lunga e stressante (vero). e un po' mi sto agitando perchè penso molto alla malattia e alla morte di Claudio in questi giorni. perché mi sento un po' bloccata senza la mia moto, perché vivo anche le storie di un'altra persona, di un'altra famiglia, perché vedere la Grecia sprofondare mi rende triste, perché la primavera sembra così lontana...

perchè...un giorno di lagna ogni tanto arriva e bisogna solo lasciarla passare

domenica 19 febbraio 2012

Sul concetto di volto nel figlio di Dio

Vado a vedere lo spettacolo senza aver letto critiche e polemiche. Avevo deciso di fare così per avere la possibilità di capire cosa fosse senza pregiudizi o pre-interpratazioni, per vedere con i miei occhi, per partire dallo spettacolo.

Mi è piaciuto? Sì, lo trovo forte e tenero, duro ed ermetico solo se gli si chiede di rispondere a qualcosa che nulla ha a che fare con lo spettacolo stesso.
Ho visto descrivere con tenerezza e semplice realismo senza retoriche una condizione vera e umanissima di difficoltà in cui molte persone si trovano tutti i giorni quando devono gestire la malattia e il decadimento di una persona amata.
Il ritratto di Gesù era bellissimo e il fatto che facesse da sfondo mi ha fatto solo ricordare come ci si senta di fronte allo struggimento che ti prende quando passi mesi di fianco a qualcuno che sta male, che dimagrisce a vista d'occhio, che rimane quello che ami fino all'ultimo, fino a quando capisci che non c'è via di ritorno.
Il volto di Dio...la speranza che un senso ci sia, che ci sia un segno di sollievo nella dolcezza che comunque può esistere se rimane l'amore che non lascia soli davanti alla semplice materia che distrugge l'uomo del quotidiano.
Amore di Dio, amore dell'uomo, dell'umanità che accoglie e accarezza?
Che importa? Il solito errore che tanto male regala: spiritualità nulla ha a che fare con la chiesa, con l'istituzione chiesa, spesso neppure ha bisogno della religione "codificata".

All'uscita da teatro...io non avevo visto feci lanciate sulla tela. Non ho visto offesa o provocazione o critica alla religione. Ho visto piuttosto una condizione umana e un dubbio figlio della fatica del vivere, un appello a capire e condividere chi si sente stanco e perso, bisognoso di sostegno.
In verità non mi ha stupito o colpito particolarmente la seconda parte, quella incriminata se non per il modo forte e originale col quale voleva, secondo me, solo mostrare la potenza di un sentimento, umanissimo e doloroso
di smarrimento.

Poi sono andata a cercare cosa si è scritto.
Non credo di condividere molto di quello detto a difesa dello spettacolo, non sono particolarmente affascinata dalle parole del Castellucci. Però leggo qualche riga di una sua intervista:

"Questo spettacolo mostra, nel suo finale, dell’inchiostro nero di china che emana dal ritratto del Cristo come da una sorgente. E tutto l’inchiostro delle Sacre Scritture qui pare sciogliersi di colpo"

"Tu non sei il mio pastore. La frase di Davide si trasforma così per un attimo nel dubbio. Tu sei o non sei il mio Pastore? Il dubbio di Gesù sulla croce – “Dio perché mi hai abbandonato?” – espresso dalle parole stesse del salmo 22 del Re Davide. Questa sospensione, questa intermittenza della frase, racchiude il nucleo della fede come dubbio, come luce, come l’incerta condizione umana".

lunedì 13 febbraio 2012

Come previsto e pregustato


I tg martellarono con le previsioni meteo e ci siamo preparati: noi, fortunati, non dovendo andare da nessuna parte, abbiamo optato per la serrata piacevole con piccola variante simpatica. Il genio, io, modestamente, ha comprato un paio di biglietti in offerta speciale per spettacolo di danza la domenica pomeriggio pensando che il sabato sera fosse a rischio causa neve, pensando che sarebbe stato bello uscire un po' per questa cosa bella. Ed ecco che, con massima soddisfazione, dopo ore e ore di bufera nevosa vista dalla finestra (con qualche difficoltà visto che le finestre di una mansarda sono per costituzione assalite da strati di neve e neve), ci siamo ben bardati e attrezzati di scarponi buffi e cicciotti per dirigerci, con l'anticipo utile per camminata e bus fino al teatro, alle nostre belle poltrone di platea. Che genio, spettacolo del sabato sera annullato, il nostro no!
Dopo due giorni di ozio e carezze e pranzetti e cenette e suonatine di chitarra e libri letti ad alta voce...ci godiamo questi ballerini meravigliosi.
Amo la danza contemporanea, mi mette allegria e voglia di fare e saltellare.
Anche se in platea i piedi calzati nei mostri di gommapiuma e plastica hanno raggiunto temperatura vicina all'ebollizione. Anche se il ritorno a piedi con deviazione per le piazze cittadine ci ha sfinito, sempre colpa dei suddetti scarponi (che entrambi ormai non sopportiamo più).
A fine serata, esausti e soddisfatti, prepariamo una cenetta a base di fiocchi d'avena (very british...), anche se ci dispiace il week end solo per noi sia finito, ci salutiamo pronti all'inizio settimana lavorativa, pieni di ottimi propositi, ognuno a modo suo...

domenica 5 febbraio 2012

Dimensioni altre


Neve, ancora neve. La guardiamo scendere e coprire tutto e intanto riempiamo le ore con cose piacevoli, senza remore. Fino a che decidiamo che un po' d'aria a me serve, che le tue scarpe non vanno bene per la situazione delle strade innevate. Le ultime ore insieme sono state tante e belle, non fa niente se dobbiamo andare e recuperare la tua figliola a piedi per una serata diversa, in casa tua dove il freddo mi farà decidere di cenare con un pigiamone di pile di quattro o cinque taglie più grande e la berretta in testa. La piccola ride. Ci mangiamo i super pesci comprati al sepermercato deserto che sembrava un'isola nel mare di panna montata intorno e ci riposiamo dalla camminata nel paesaggio surreale di una città piombata in una dimensione così affascinante. E non importa se la tua macchina è immersa in una marea di neve fresca, se la neve arriva al ginocchio nello stradino di casa tua dove mai passerà uno spazzaneve...

Stamattina sole, sole che luccica sui tetti innevati e regala strani riflessi sulle lastre di ghiaccio sulle mie finestre. Ancora qualche ora di dimensione altra...il lunedì mattina è ancora lontano...

venerdì 3 febbraio 2012

Dal pianeta Venere?


Sai quel libraccio che recita "le donne vengono da Venere etc etc"...
Mica me lo ricordo.
Però in questi giorni apocalittici, quelli della nevicata che paralizza, incasina la nostra città e il traffico aereo e ferroviario di mezza Italia ed Europa...
io, consapevole della serie di privilegi dell'ultimo periodo (incluso il capo che mi impone di NON prendere il bus ma di fatturare all'azienda il taxi andata/ritorno dal lavoro), mi crogiolo nel sentirmi grata e felice di avere incontrato la "mosca bianca", colui che c'è e che si inventa mille modi per stupirmi e farmi sentire fortunata. Che, con sorrisi e risate a palate, mi risolve l'ipotetico stress da neve ghiacciata, alzataccia piena di stress da scivoloni etc etc.
E devo essere contagiosa...i desperados degli aerei cancellati, dei treni che ci mettono 8 ore per la tratta Piacenza-Bologna, le colleghie che tardano un'ora di media al giorno nonostante prendano il bus mezz'ora prima del solito in piena notte (che, dilla come ti pare, salire su un bus alle 5.30 per fare 6 ore di lavoro pagato al minimo sindacale e sorridere tutto il tempo è certamente atto eroico degno di altissimo rispetto), insomma, tutti mi si rivolgono con serena ironia ed empatia dicendo che è un piacere attraversare l'emergenza meteo in tale compagnia. Grazie.
Un amico mi manda una mail fiume...e dice, fra le altre cose di neve & Co, "sarà che sono felice". Capisco.
Uomo di Venere, piccolo dettaglio: mi viene a prendere al lavoro per "evitare cadute e autobus con gente nervosa, per passeggiare fino a casa passando negli angoli migliori della città". Quando, davanti ad una meraviglia di neve fresca, mi alleggerisce di borsa e qualsiasi cosa possa impedirmi di sentirmi libera di zompettare fra la neve...allora capisco che non è di questo pianeta, sarà caduto quaggiù da qualche asteroide o dimensione parallela!

Anche se due minuti fa mi ha chiamato e ho dovuto farlo ridere per fargli smettere quel tono da stress lavorativo iper professionale che usa con colleghi e clienti (lo capisco, gente dell'altro mondo, gente che alle nove di sera è ancora lì che chiede documenti e cavolate varie)...

E il ghiaccio recita anche che, sì, stiamocene a casa, in pace, la pace migliore possibile. Poi vedremo.

sabato 28 gennaio 2012

Catering e varianti allegre

Settimana di fuoco, lo stress che sale e sale e si satura nell'ultimo giorno della settimana lavorativa. Ma siamo pronti a fare scivolare via tutto nel fine settimana.
Che avere un alleato, un complice solidale in questi frangenti è un sogno, un'utopia che prende forma...
E mi guarda, sorride aprendo le braccia. E mi ci accomodo in quelle braccia chiedendogli di aiutarmi a svuotare il cervello. "Sono esattamente a tua disposizione", risposta e fatti a seguire in perfetta coerenza.

Ieri cenetta programmata da amici, solo che io sono l'addetta alla preparazione del cibo e quando esco dal lavoro sono ASSOLUTAMENTE a pezzi, fisicamente nei guai...
Prendo un farmaco che ho nel cassetto da due anni ("lo prenda in caso di emergenza", disse il medico) e mando sms che recita "potresti fuggire presto dal lavoro? sto male". Un'ora di speranza (non ho annullato la cena, ottimista)...

Imposto tutte le pentole e padelle, inforno la torta. Telefonata che recita "eccomi, sto arrivando". Provo a dire che...Cambio idea, gli dico di venire appena può...
Tutto fatto, ancora non sono molto stabile sulle gambe, mi abbandono al suo aiuto e sostegno amorevole.

Quando arriviamo l'accoglienza è meravigliosa, accolgono il cibo come avessi preparato il cibo dei loro sogni. Iniziamo a ridere e finiamo un paio d'ore dopo.
Dopo musica e canzoni. Dopo balli e visita guidata nell'atelier del pittore.
F. mi sorride mentre facciamo due passi nella notte profumata prima di tornare a casa, valeva la pena non rinunciare al catering...

A casa ritorno ad essere la malata da accudire, la sensazione è molto piacevole.

lunedì 23 gennaio 2012

Non mi piacciono i segreti

figuriamoci quando si tratta di segreti "istituzionalizzati".
E questo segreto mi rende nervosa e ansiosa.
Anche se mi incoraggio a non prenderla troppo male, se mi chiedo la pazienza di aspettare e vedere. Ma mi rende nervosa e ansiosa.
Non posso parlarne con nessuno e non è una mia scelta. Odio i segreti, odio le obbedienze, odio aver timore, odio tutto quello che chiede omertà e impone leggi che qualcuno si inventa e chiede di rispettare. Anche perchè sono leggi stupide, pericolose, ambigue, false. Da tutta la vita ho la mia opinione, la mia identità limpida. Non mi piacciono le para strutture, i fanatismi, le organizzazioni che strumentalizzano i bisogni delle persone.
L'ho detto, averlo detto non mi fa sentire meglio: ci sono alcune cose che proprio ho chiarissimo non condivido, non voglio condividere e neppure tollerare.

E, intanto, come se servisse, a me non serve che lo so già...
mi stupisco e mi chiedo perchè non sia così evidente per tutti...
la libertà e lo spirito critico, autonomamente critico, sono la base dei miei desideri e dei miei pensieri. Non abbiamo bisogno di ordine purchessia, cavolo!
E cosa sia questo smarrimento, veramente non lo capisco.
Fai la cosa giusta. Ci sono tantissime cose giuste, per fortuna.
E non sono "questa", io non ho alcun dubbio.

Dormiamoci sopra.

e...

giovedì 12 gennaio 2012

Cip e il suo toscano

Che l'ho chiamato in mezzo alla sala del cinema. Ho detto Cip, non Cipolla...
Che in realtà lo chiamavo Cipolla. Non potevo gridare Cipolla.
Era contento di vedermi, di vederci, certo che se la ricordava la mia amica, le persone simpatiche e dirette mica se le scorda.
Aveva voglia di chiacchierare, non ci ha lasciato farci i nostri saluti.
Cappellino e sigaro toscano, piumino corto e lucido da ragazzotto, soliti jeans ma scarpe diverse, non le solite scarpe inglesi super lusso, ora delle strambe con il tacco arrotondato. Il mio adorato Cip che si è ritirato in Garfagnana, dieci anni della mia vita, 6 notti a settimana per dieci anni. E' tanto tempo, come un compagno, forse di più.
Settan'anni? Mi, ci ha raccontato tutti i suoi malanni da vecchiaia, un paio gli ho spiegato che non sono solo da anziani, era tutto contento e sollevato.
Rideva molto, abbiamo riso molto. Delle malattie e delle paure e di tanto altro.

Sua moglie, confessa, gli ha detto che magari non dovrebbe raccontare a tutti del suo problema di DURATIO PENIS. Lui lo fa e ride e te lo spiega esattamente.
Buonanotte Cipolla, va bene, andiamo a mangiare indiano, promesso.
No Cipolla, non esiste a Bologna un indiano come Khan di Londra, Khan di Londra c'è solo a Londra, come faccio a farlo venire nella nostra città!
"Va bene-mi dice-allora se non c'è, andremo dove dici tu".
Buonanotte.

Emotivi anonimi



Leggero come una piuma, soave e divertente, nulla che pretende, nulla che vuole divertire, dire, evocare, spiegare...
Due grandi attori, due caratteristi che si mostrano e ci mostrano un'insicurezza non spiegata e non indagata, una paura che conosce le sue insidie ma che faticano a sconfiggere. Tutto è simpatico e lieve e lascia in bocca un sapore dolce amaro come quello dell'ottimo cioccolato prezioso che scalda la storia. Non vuole essere niente questo film francese, solo l'ennesima maestria di commedia divertente che stupida non è mai, non è mai banale, sempre sulla sottile linea che racconta il cuore delle debolezze umane con affetto e simpatia. Solo i Francesi lo sanno fare. Grazie Francia.