sabato 29 novembre 2008

Forgot! You can do it!

Certo. Lo so. Non si può fare altro. E' l'unica cosa da fare. Così è.
Eppure ancora sono invischiata. Non so in cosa. Cammino in zona (casa sua, lavoro mio, le strade delle nostre passeggiate allegre) e non riesco a pensare ad altro. Saranno i tortellini e il vino rosso, sarà che ci piace credere alle favole a lieto fine, sarà che non mi rassegno alla realtà. Cammino e sogno. Sogno che alla prossima svolta in angolo mi scontrerò con lui e lo guarderò e lui mi guarderà, e sorrideremo e ci abbracceremo forte, fortissimo. E andremo via ridendo, lui con una mano sulla mia faccia e io con la mia sul suo collo.

Non è così. Lo so.

Che, sai, dalle farfalle nella pancia a questo...
mica così facile,eh.


Deve passare un po' di tempo, che magari mi passerà e non ci penserò, non così tanto. E smetterò di sentirmi alienata e triste. E smetterò di fantasticare risoluzioni fantasiose e fiabesche.

Intanto il tortellino è stato gentilmente offerto dalla proprietaria della trattoria, che ho ancora alcune "aderenze" in città :-)

giovedì 27 novembre 2008

Sono strani? Dici?

Superficiali? Frettolosi? Capire? Qualcuno ha voglia di capire? Accogliere? Spiegare? Condividere? Impegnarsi? Noia?
Sicuramente di strano c'è molto.

Anche che stasera (come mai proprio oggi?) sia comparso Mr C.
E se mi sentivo in una bolla, ora mi sento in una bolla di follia.
Che poi non è proprio così. Non mi sento folle.
Ma la vedo, la follia che avanza nella nebbia. Non quella psichiatrica. Quella delle persone che voltano la faccia e non parlano. Il mistero avvolge e fa venire mal di stomaco. La stessa follia che racconta il telegiornale. Gli attentatori arrivano dal mare, l'India sconvolta. E in questo terrore che urla dal video pare piccolo l'improvviso stravolgimento di due persone che pochi giorni fa si parlavano come due cuori che tengono l'uno all'altro e oggi stanno per dimenticarsi il volto l'uno dell'altro. Che poi, che cavolo è successo?

E Mr C? Niente. Lui passa a fare un saluto, propone una cena, gli piacerebbe festeggiare il suo compleanno con me. Mah. Mi ha fatto piacere vederlo, magari a cena ci andiamo. Non temo nulla, è un'anima buona, comunque.
Ed è passato un tizio che conosco da due/tre alberghi fa, abbiamo fatto chiacchiere simpatiche, anche lui mi ha invitato a cena e a fare un giro in moto (in Corsica a primavera). E ho parlato con A, martedì vado a conoscere la proprietaria del nuovo albergo.

Strani tutti, liberi tutti.

SGRUNT E ANCORA SGRUNT!

Che oggi non funziona niente. Che sono arrivata al job ed era tutto per aria. Che ho sbattuto la porta di casa (e non lo faccio mai) per trovarmi poi fra le mani le belle chiavi della bicicletta. Come faccio A RIENTRARE STANOTTE? Chiamata la nipotina, mi salverà lei. Che avrei bisogno di visi amici e invece guardo fuori dalla finestra e mi ricordo che la casa di fronte è ora out of limits. E' mi metto all'opera per rimettere in funzione le macchine dell'ufficio che è riuscito a far saltare.
Vabbè, domani magari sarà giornata migliore

SGRUNT!

Pranzetto

Ti vedo dalla vetrina, seduta con il giornale steso sul tavolino e gli occhialini inforcati. Parliamo un po'. Sei stanca, lo so. Non è colpa tua. E lo so che non è facile accettare che la forza ti manca. Poco conta che per tutti sia naturale che tu abbia paura e che quello che è successo sia duro da affrontare. Non devi fare niente, non devi giudicarti in questo momento.
Ti voglio bene, lo so che l'entusiasmo ti manca, non è grave. Passerà.
L'unica cosa che devi fare è smettere di chiederti cosa devi fare, fai quello che ti senti, anche niente, anche cose diverse da quelle che si apettano da te, da quelle che tu ti aspetti da te. Non pensare a "tornare" te stessa, sei già, improvvisa, fregatene, coccolati e lascia che il tempo faccia per te.

Due parole

Mi chiama per sapere come sto. La aggiorno. Dolce, dice che le cose possibili sono due: o sta molto male o nasconde qualcosa. E già. Non è dato sapere. Valgono entrambe le spiegazioni. Ognuno ha la sua visione e sceglie quello che può e vuole.

Anusara

Chissà perché ma mi ispirava. Trovato un angolo dove le tensioni si possono sciogliere e posso riallineare corpo e respiro. Piccole cose che mi fanno bene. E la ragazza fiorentina molto piacevole e bella. Mi sono sentita la stessa di anni fa, quando il mio corpo era vivo e il mio entusiasmo alto.
E, un, due, tre, senza dubbi e senza esitazioni, mi ritrovo a testa in giù in verticale. Nessuna paura.

mercoledì 26 novembre 2008

Ce l'ho!

La risposta c'è. Sono stata in attesa per quindici giorni. Chiedendomi se io, se lui. Aspettando un segnale che mi dicesse che qualcosa di buono c'era, che qualcuno potesse fare un passo per chiarire, per placare e andare avanti. Avanti semplicemente, sì, senza aspettativa ma con una speranza. Non farlo, dicevano. Non lo faccio, dicevo io. Lo farò, dicevo. L'ho fatto. Perchè mi stavo nevrotizzando nel sospetto, perchè io sono sempre io e credo nel dialogo, comunque. Perchè non mi andava più quel gioco. La risposta, chiamiamola così, è arrivata. Forse avevo bisogno di sentirmi più normale, non mi interessa la "figura" che avrei fatto. Non c'è trippa per gatti. La scelta è confermata. Mi ha fatto male. Ma ho tentato e LUI ha fallito. Si nasconde e sceglie la farsa. Ho la prova che stiamo in luoghi differenti, non importa il dettaglio, le ortiche sono ortiche, ho preso una cantonata. Perdono le mie debolezze, vedo chiare le sue. La sua risposta mostra che è ora che smetta di pensare a cosa fare, non posso farci assolutamente niente. La novità è che mi è chiaro che la prima pensata era quella buona: non c'entro nulla, il gioco era un gioco non mio. Fa male ma...
LIBERI TUTTI

lunedì 24 novembre 2008

domenica 23 novembre 2008

Spero che ritorni presto l'era del cinghiale bianco

Alla deriva, mi chiedo dove siano finite certe cose a cui tenevo tanto.
E' non si tratta di una storia che finisce. Mi sento in una bolla. Una bolla che non mi appartiene e che si è avvolta intorno a me. Si tratta di una serie di cose che mi raccontano che mi sono allontanata dalla spiaggia e cammino in un terreno che non conosco. Non è acqua e non è terra. Non mi riconosco più nelle parole e nei pensieri. Non in quelle che sento mi vengono dette. Non in quelle che dico. Non è più reale nulla. Non è reale il tempo che separa nè quello che unisce. Non è reale il silenzio senza scelta. Non è reale supporre e non sapere. Non è reale la distanza improvvisa. Non è reale la dichiarazione che non dice. Ora un po' capisco qualcosa che forse non avevo mai valutato. Mi dispiace.Ma mi manca qualcosa. Per ripartire. Mi manca affrontare i miei demoni. La paura mi ha parlato troppo forte e sono scivolata. Mi rialzo, con i lividi ancora doloranti, accetto gli errori e affronto le paure, decido e vado incontro al presente e al futuro. Lascio il passato al suo posto. Si tratta di ridare voce ai miei sogni, di guardare in fondo al vaso di Pandora e cercarci la speranza, di alzare la testa e drizzare la schiena, di permettere a quel qualcuno che si è rintanato da qualche parte di riemergere e di sorridere a volto scoperto. E non importa quale sarà la risposta, sarà quella che potrà essere.

sabato 22 novembre 2008

L'esilio

Caro Rob, che intendi?
Dovevo sentire questo abbandono per farci che?

E l'amico viene e mi offre un lavoro nuovo, condizioni buone, si apre la strada di un cambiamento. Strano destino che propone rivolgimenti sentimentali e svolte lavorative insieme. L'amico capisce che qualcosa non va, gli dico in due parole senza spiegare. Non frena la lingua, non lo ha mai fatto "Tanto lo so che è colpa tua". Esiliata e mazzata. Vabbè. Quanto dura ancora 'sto strazio, comincio a non averne più voglia. Sarò mai calma a sufficienza da riuscire a fare quello che vorrei fare? Tre mesi. C'è chi ha definito anche questo termine. Ma...sentire tutte le parole mi rende solo più confusa, vorrei solo sentire due parole dal signore con cui dormivo. Pare che sia l'unica cosa che non accadrà, dicono, loro.

venerdì 21 novembre 2008

Miagoliamo nel buio?

Tutto tace. Sul fronte comunicazione interrotta siamo bloccati.

Le mie giornate sono fatte di alti e bassi.
I bassi sono momenti di struggimento e malinconia nostalgica, i più bassi sono dubbi strazianti e senso si abbandono, desiderio e tristezza per la porta chiusa.
Gli alti sono la calma di cui mi sto ricaricando e le bellissime sensazioni che arrivano dal contatto con persone positive e piene di calore, i più alti sono la consapevolezza di alcune cose importanti che riguardano me e la mia strada.

L'uomo buono è un compagno e un amico che sono felice di avere incontrato. Oggi abbiamo passato un po' di tempo rilassato insieme, abbiamo chiacchierato e bevuto una bella tisana. Per strada il sole rendeva piacevole attraversare il quartiere, la gente salutava e mi faceva battute simpatiche.
Certo, per quanto riguarda babà c'è il marasma silenzioso...

Ma la vita è di più.

giovedì 20 novembre 2008

Lotteria? Volare via?

Ci sto pensando. A perchè me lo dici, a perchè mi faccia uno strano effetto. Ricordo momenti lontani e un'altra persona che mi disse una cosa analoga tanti anni fa. Era il Messico. Intanto, che la provvidenza lavora per noi, mi chiamano persone che da un po' non sentivo e facciamo progetti che parlano di un clic e di luce e aria. Intanto sto per convincermi ad entrare nel team del fioretto. Intanto ho cuori che si stringono attorno a me e mi fanno sorridere e ridere.

Per te, Lussinu (così?)

Non ti preoccupare, va quasi bene, non ti volevo spaventare.
Ti aggiorno appena posso.
(sai, anche i PD hanno i loro limiti).

Lei ed io, noi tre, etc etc

Ci conosciamo da venticinque anni. Ora, da qualche anno, è fidanzata con il mio primo grande sofferto amore (sei anni di convivenza ai tempi della preistoria). Non ci sono scelte possibili: lei ed io siamo amiche da sempre, vere e sincere. Lui ed io siamo stati la coppia del secolo, lo sanno tutti. Ci conosciamo a memoria. Tutti.

Lei può parlarmi delle idiozie di lui, il suo, ex mio (che tanto le sappiamo solo noi che lo adoriamo), io posso parlarle delle mie avventure e di altre mille cose che tanto mi conosce così bene da sapere dove scivolo e quando mi "impenno" per motivi indipendenti dalla contingenza. E mi può frenare quando esagero e può dirmi in faccia che... e che...
E mi ricorda chi sono e chi voglio essere e chi POSSO essere. E mi esorta a svoltare pagina con la stessa passione con cui mi dice "fallo, tu hai bisogno di essere quello". E mi saluta con un abbraccio e una pacca sul culo dicendomi all'orecchio "leggilo tutta la notte, se riesci". (il libro che mi ha regalato ndr).

Cosa ti posso dire?

C'è chi dice che posso farcela. Può essere. Vedremo.

Capisco sempre di più, non di te, non di noi.
Tu hai chiuso il "noi", ma Noi, quelli veri, quelli che parlano e si amano, andiamo avanti. Noi. E mi viene il dubbio che già fossi altrove, dove non so e non è affar mio. O forse sono io che stavo dove non potevo stare, che forse dovevo e devo tornare a casa, che forse non sono fatta per quello che chiedevi o proponevi, e lo so che abbiamo esagerato, soprattutto tu, ma anche io. Ma oggi mi chiedo se e dove potrei tornare. E non credo che saremmo pronti a cambiare, forse sì, ma servirebbe un atto eroico di entrambi. Tu? Io? mmmm.

Che forse, ancora una volta, forse, non nè sono sicura, va bene così. Per me? Per te?

Cappelli artistici, cibo vegano, trattamenti vari

L'uomo dalle mani meravigliose, il mio "accarezza corpo" preferito, mi ha invitato.
Buffet che così racconta: vegano, se non è vegano è macrobiotico, se non lo fosse è vegetariano, se non lo fosse sarà biologico, se non fosse neppure questo, sicuramente è fatto con AMMORE.
Esattamente, ottimo, di più, tutto. Tisane di ottima qualità e, in un angolo difficile, anche vino biologico. Ovunque svettano le creazioni fantasiose del cappellaio magico, provate tutte dalla figlia della mia amica. L'uomo grande, e bello, ci offre suoi servizi gratuiti, passiamo. Improvvisamente vedo gli occhi del cartomante seduto in penombra. Mi avvicino, gli dico due parole e mi seduce con una gommosa caramella allo zenzero. Mi siedo. Non so se mi piace quello che mi dice. Ma ormai è fatta, detto e fatto. Non sono pentita, va bene così. Saluti e baci a tutti. A presto, al prossimo buffet da urlo di Barbarella (ma com'è che siamo tutti così...collegati?).

mercoledì 19 novembre 2008

Provvidenziale oroscopo

Sono un paio di giorni che leggo l'oroscopo, sappiamo perchè.
A parte l'argomento censurato...
Oggi mi avvertiva che avrei dovuto affrontare qualcosa al lavoro.
Mi sono preparata, mi sono detta, in strada mentre guardavo una certa finestra, che QUALSIASI cosa oggi l'avrei gestita con un solo dictat: calma e parole garbate e gentili. Mi ha gironzolato intorno un pochino, rimandando, poi, quando è arrivata, ha parlato calma, senza uscire dal seminato.
Il mio capo ha visto la situazione dell'occupazione dei prossimi giorni, vagamente in ritardo, vabbè, meglio.
Ero così pronta che le ho risposto con assoluto self control e, miracolo, con le parole giuste, esattamente quelle che servivano.
E lei, che non ha esattamente un ottimo carattere, ma che ha già visto che sono stata l'unica a fare qualcosa nei giorni scorsi, quasi quasi ha ammmesso che sa che non è colpa mia. Così.
C'è da fare. Faremo. Farò.
Bene, anche se fa freddo, tanto, troppo.

martedì 18 novembre 2008

Quei giorni passati a...

Un giorno qualunque li ricorderai

Fra un mese fra un anno scordati le avrai

Amore che vieni da me fuggirai

Io ti ho amato sempre non ti ho amato mai

Ricordi sbocciavano le viole

Vorrei dirti le stesse cose ma come fanno presto ad appassire le rose

Non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza

Ma sarà la prima che incontri per strada...

Te lo leggo negli occhi

Finirà me l'hai detto tu ma non sei sincero
Te lo leggo negli occhi

E nei tuoi occhi che piangono mille ricordi non muoiono, perdonami se puoi e resta insieme a me fra di noi

E fra noi forse nascerà un amore vero

Dormi dormi

Stai con me ancora solo un momento

E tu parli, parli
Sogni, sogni che poi svaniscono

E tu dormi mentre i miei sogni crollano e poi i sogni si scordano

Ad aspettare che qualcosa voli

Sentire in fondo al cuore un suono di cemento

Come si cambia per non morire, come si cambia per amore, come si cambia per non soffrire, come si cambia per ricominciare

Avere freddo e non sapere dove...

Quello che fu

A questo passato dove il mio rifugio presso di te fu quello che fu

Duri come pietre...

La follia fu quella che fu

La ripida discesa dal cielo alla terra, fu quella che fu

L'enigma del consenso, fu quello che fu

Quel che deve ancora avvenire...

Ti gridavo: sono dispersoooooooooooooo

Alla riscossa stupidi, i fiumi sono in piena

E non è colpa mia
se esistono carnefici, se esiste l'imbecillità, se le panchine sono piene di gente che sta male

Supererò le correnti gravitazionali

...
Ti porterò il silenzio e la pazienza
Ti salverò da ogni malinconia...

Io sì che avrò cura di te

Una settimana, un giorno, solamente un'ora

a volte vale una vita intera...

Sul ponte sventola bandiera bianca

CANCELLA, CANCELLA

Cancello. Via, vattene via.
Non ti voglio pensare, via, basta, silenzio.

Zitti tutti.

Uffa Fox, che vuoi?

CENSURATO

Strani e un po' cretini

CENSURATO

lunedì 17 novembre 2008

Natale, NOOOOO

Che angoscia, già si sente parlare di Natale. Come potrei esonerarmi?

Bar nazional popolare

Zeppo di uomini e baffi e spalle e giacche da lavoro e odore di sigarette di ultima. Il barista è molto carino e ci tratta da gran dame. Un latte caldo e un cappuccio con deca (sarei al quarto caffè). Lo portiamo fuori. La puzza peggiore è quella dell'alcol di pessima qualità. Troppi uomini e troppi bicchierini di vinaccio alla spina. Parliamo cercando di resistere alle urla che ogni tanto vengono a disturbare.

E pare che l'interpretazione racconti di una gran fortuna, di un'occasione per scoprire giochi karmici e guarigioni. E, comunque sia, comunque vada, si apre una strada che riguarda la vita e le sue evoluzioni. Dopo un primo momento si scarta "quell'idea" e si stabilisce un focus e un tempo da rispettare.

A parte tutto, si son dette anche cose che aggiustano altre cose antiche.

Fotoromanzi

Massimo Ciavarro sbircia con quegli occhioni azzurri dallo schermo della mia tv. L'ultima volta che l'ho visto stava nel Grand Hotel che la mia nonnina teneva infilato nel cesto della maglia insieme ai gomitoli colorati.

Ma quanti anni sono passati? Trenta?

Voci di quartiere

Che strane cose: una vecchietta della zona ha detto alla mia amica di avvertirmi che "quel ragazzo" che frequento non è proprio un fior fiore di fidanzato.

Chissà la signora dai capelli fucsia cosa saprà, o cosa si immagina.
Frequentando la sua stessa parrucchiera si sente voce autorevole, mah!

domenica 16 novembre 2008

Sii una luce per te stesso

Dubbi, indecisione, confusione.
Non accettare l'invito delle illusioni e della paura.
Vinci la tentazione di indossare l'armatura, ancora.
Rompi lo schema.
Le ferite vanno curate, convalescenza e cura.
Crea il silenzio per ascoltare le tue verità.
Non farne un dramma, non avere fretta.

Devo recuperare una cosa che mi serve, e non l'ha lui :-)

Come si fa?

Ad accettare questo silenzio e questa porta chiusa?
A fare finta che si possa stare nella perfetta distanza?
Come se nulla ci unisse?
Come se la gioia che c'era fosse un abbaglio?
Come se improvvisamente fossimo estranei?

Oggi ho sentito il rumore di una bicicletta e ho girato il viso di dieci gradi,eri tu, a venti metri da me, oltre la vetrata. Ho visto le tue spalle tristi per dieci secondi, il movimento della tua testa argento che lentamente usciva dalla mia vista. E ho smesso di respirare.

Si esce da questa situazione?
Come?

Queste farfalle nella pancia fanno male.

Sorrisi gratificanti

Dove lavoro io non ci sono i tornelli, non ci sono le pause, non ci sono protocolli e linee guida, non c'è gerarchia ma solo alternanza di atteggiamenti distesi e amicali e improvvisi scatti di autorevolezza mal comunicata (tradotto: frasi poco ortodosse tipo "io sono il padrone" etc etc). In un certo senso non ci sono regole e l'autonomia è totale. Oggi era l'ennesima mattinata complessa in cui è indispensabile stringere i denti e far funzionare tutto. Ero stanca ma è andata bene, benissimo. Anche grazie a qualcosa che è speciale, ogni volta: TUTTI i miei clienti, nessuno escluso, mi hanno elargito sorrisi enormi, parole gentili e di apprezzamento.
Così, piccole soddisfazioni.

L'ultima vergognosa frase

Disse il papero Brunetta che i "fannulloni" sono per la maggior parte di sinistra.
Complimenti per l'ennesima deviazione da microcefalo.

sabato 15 novembre 2008

Una, due, tre, quattro cuori

Che ad ogni passo, ad ogni avvenimento e ostacolo arrivano anche altre risposte che raccontano quello che siamo meglio di quello che succede. Che quando arriva la raffica di vento è una fortuna avere un luogo, più luoghi dove ripararsi. Che se qualcuno non capisce, e può accadere per svariati motivi, tanti altri indovinano alla prima occhiata o sanno perchè hanno guardato ed ascoltato.

Frasettine che mi capitano fra i piedi:
- l'unico modo per avere un complice è essere complice
- la verità non offende mai
- se hai problemi a guidare nel vento, non resistere, appoggiati

Che se hai qualcuno che ha fiducia in te la vita sorride, qualsiasi cosa succeda.

venerdì 14 novembre 2008

Rossella docet: aspettiamo domani

Che se qualcosa si può fare, meglio farlo.
Silenzio, non farò nulla. Aspetterò rispettando la richiesta.
La mia energia ora si sposta sul rilassare me e il mio cervello esagitato. Il resto si vedrà, domani o fra tre giorni.

(Grazie amiche sagge e pazienti)

WOE PASS AWAY

The day after/2

"Se mi lasci non vale" cantava il mitico Julio.

Lucciole per lanterne?
Favole e ripide discese?
Giochi e acrobazie?

Mi piacerebbe che fosse diverso. Ma comincio a digerire il tutto e a ipotizzare, nonostante i lividi, che forse va tutto bene, che magari meglio ora che poi.

Che magari "se l'acqua è poca, la papera non galleggia".
Che magari "chi mi ama mi segua".
Che magari "meglio perderlo che trovarlo".

Comincio ad accettare qualche dato di realtà, aspettando che faccia meno male, che l'amaro in bocca si attenui.

Una bastonata nella faccia

Quella che ho ricevuto. Non proporzionale a nulla. Non allo "sbrocco" mio di questa mattina presto, non alle mie lacrime che lui ha visto, non ai tre-TRE- appelli di perdono che ho inviato. Ho ricevuto qualcosa che non meritavo. Decisamente.
Sono stata brutalmente, anzi peggio, messa al bando.
Da Babà, quello là, quello che sembrava dolce e carino e tanto preso.
Un sms da guinness dei primati: ira e crudeltà, pure.
Sono stata liquidata con astio e parole non ripetibili.

Barcollo, stupita, affranta.
Le due, tre persone che hanno letto messaggi miei e suoi dicono, senza dubbi, che due sono le possibilità: farsa a favore di una vigliacca strumentalizzazione della situazione per liberarsi dell'oggetto bello ma "impegnativo". Oppure, che non si sa se augurarselo o meno, uomo impazzito e vagamente psicopatico che ha esagerato, MOLTO, nel tentativo di affrontare senza esporsi il pasticcio che ha messo in piedi.

Non so. Spero ma mi dico che devo farcela comunque. Aspetterò e soffrirò. Un giorno alle stelle, il giorno dopo all'inferno. Perchè? Giochi non miei, purtroppo.
Non morirò, questo lo so. E se ci penso, sanguino un po', molto.

Lo sapevo che c'era il rischio di farsi male, non così tanto però.

giovedì 13 novembre 2008

mercoledì 12 novembre 2008

Dammi voce

Dammi spazio. Dammi tempo. Dammi ascolto.
Non importa quanto, un pochino.

Miss Teresa Teng

Cantante pop cinese degli anni ottanta. Grande successo in Giappone e poi nel suo paese. Morta a trent'anni nel pieno di una carriera al top.
Bellissima voce, melodie incantatrici. La cerco sul web: pure carina.

Una cenetta di famiglia improvvisata ci conduce in un angolo mai immaginato, un ristorante cinese che batte quelli di Londra e San Francisco per la qualità del cibo.Ci accolgono e brindano con noi madre e figlio simpaticissimi. Il ragazzo è di una grazia sensazionale e ci aiuta a capire alcune cose della musica cinese. L'anziana madre ride con la sua faccia quadrata e piena di rughe e ci offre un vino dolce e gelato per festeggiare.

All'uscita la nebbia racconta che l'inverno c'è, da qualche parte in agguato, ma c'è.
Quasi ci stavamo dimenticando.

Rabbit romagnoli


Faenza, alle spalle del piadinaro un parco. Cosa sono quelle palle gialle? E quelli che corrono ovunque sul prato? Andiamo ad esplorare: parco cittadino pieno, stracolmo di...conigli. Conigli ti tutti i colori che saltellano allegramente ovunque, cento? Duecento? E i bambini li rincorrono e loro se ne stanno tranquillamente in mezzo alla gente che passeggia.

Mah. Quasi un safari romagnolo.

Andiamo a lavare un po' d'acqua



Un po' confusa, vagamente frastornata, avanzo verso lo stagno.
Chissà se riuscirò a raggiungere l'oggetto del mio desiderio frustrato?

martedì 11 novembre 2008

La storia di Emilia, tutti la vogliono, nessuno se la piglia

Necessito di un'amnesia momentanea.
O che qualcuno dica quello che sta proprio attento a non dire.


---recupero antico post------------fine
-------------------------------------just a joke

domenica 9 novembre 2008

E ora chiamatemi Pamela

Sole, sorridi.
Sguardi e movimenti lenti.
Sono stata VERAMENTE male.
E organizziamo come fare lo shampoo, abbiamo il permesso del medico.Ma prima si va in salotto un po', e poi in terrazzo un po'. Che l'aria è tiepida e il sole scalda la panchina. Arriva anche lui e lo facciamo ridere un po'. Discussioni tecniche: nel bidet? Lavandino? E i tubi? E la morfina? Lavaggio e piega, inventiamo look tra Valentina e Pamela. Fatto.
Ti lasciamo dormire e andiamo via, a cercare una piadina.
Intesa fra me e tuo marito: quella cafona di infermiera è stata fortunata, oggi siamo calmi e non la meniamo. Ma che ci provi ancora a parlarti così!
Abbracciati forte, camminiamo ancora insieme, e tutto si risolve.
Love

venerdì 7 novembre 2008

Ti penso e ti abbraccio con due lacrime nascoste

Panorami di tristezza. Immagini che mi fanno male.
L'intervento sembra essere andato bene. Ma questo non cambia quello che è stato e quello che vedo chiaramente, quello che mi ha descritto lui in due parole. Perchè anche lui aveva bisogno di dividere il suo dolore. Andrà tutto bene, certo. Lui è lì, io sono lontana, posso solo immaginare il dolore e il viso contratto, la stanchezza e la paura, le braccia abbandonate e lo sguardo di cerbiatto ferito. E immagino il sorriso che mi accoglierà quando ti vedrò, e le tue frasi ironiche che cercheranno di alleggerire tutti noi, non troppo (che stai imparando a essere un po' meno forte, almeno quando non serve).

Love

Vorrei...

Che i suoi occhi potessero fare la magia.
Che si affacciasse alla finestra una nuova speranza.
Che potessimo uscire da questo piccolo labirinto.
Vorrei non sentirmi così stanca e fragile.
Vorrei un giro di giornate di 48 ore.
Vorrei un volo per una spiaggia smeraldo.
Vorrei ore insieme senza alzataccie e sacrifici reciproci.
Vorrei fare un rewind e ripartire dal lenzuolo che sventola.
Vorrei una serata di tempo rilassato e di calore.
Vorrei non avere paura del suo sguardo spaventato.
Vorrei sentire corrispondenza di parole e azioni.
Voglio indietro le mie carezze preferite.
Dove si sono nascoste?
Non riesco a capire.

giovedì 6 novembre 2008

La serata dei +1

Il Japan dinner si sta facendo interessante, potrebbe essere un potenziale pasticcio ma mi diverte molto che il progetto "cena al triste Dima" abbia preso una forma non prevista. Dalle solite donne allegre si è passati agli inviti "per evitare permalosità", poi si è ipotizzato un +1 per il mio fidanzato, poi un altro +1 che si porta il suo +1 e, a sorpresa arriva il +1 dalla Germania.
A quanto siamo? +7?
E meno male che hanno solo tavolini da quattro!

Intanto digerisco gli avvenimenti e le emozioni degli ultimi due giorni e sorrido alla conquista di oggi celebrata con chi so io: la bella sensazione che su questa giostra si sta bene nonostante tutto, il mio ritrovarmi veloce nel passare dai tre minuti disperati alla allegra visione che la vita è un'avventura, nel bene e nel male, più bene che male.

Che sia la psicosi ottimista post elezione di Obama? Che abbiamo bisogno di sogni da realizzare, pare evidente.

(E l'amica carissima domani affronta l'atteso intervento che sancisce la guarigione che tanto aspettiamo, del corpo e dell'anima. Incrociamo più dita possibili!)

mercoledì 5 novembre 2008

Ce la possiamo fare, ci proviamo

Telefonata vibrante. Emozionati sfoderiamo la voce più garbata e dolce possibile, entrambi. Veloce carezza con due parole, due. E festeggiamo la notizia a stelle e strisce. Mi scappa una frase affettuosa, dichiarante...
Non abbiamo l'ansia e la fretta sospesa, non oggi. Tutto questo pasticcio rischia di farci bene, speriamo. La paura sta scomparendo, la rabbia (mia) è già andata a disturbare altrove. Grazie Plain, a volte serve una piccola spinta nella direzione che sentiamo giusta anche se non abbiamo chiare le idee.
Il resto è "aggiustare" e lasciare aperti varchi dove poter passare e da cui possono entrare gli altri.

Obama welcome

Siamo molto felici, tanti, molti. Quelli che contano. Che se avesse vinto il vecchio eroe guerrafondaio ci saremmo dovuti subire l'arroganza della parte marcia della civiltà. Gasparri non verrà rinchiuso per le dementi parole inopportune, immagino. Berlusca dice che insegnerà quello che serve a Barak, patetico, barzelletta vivente.

Una notizia confortante nel nulla della nostra situazione politica disgraziata.
Auguri Mister President, take care and good luck!

martedì 4 novembre 2008

Notte bianca a stelle e strisce

Un giro ce lo facciamo?
Nori? Babà?
Vedremo.
Intanto piove, piove, piove

Last but not least, una cosa del genere...

Ho capito che le anelle sono fondamentali per la riuscita del piano.
Mission chiara, vision non nè parliamo.
Strategia in corso d'opera. Domani si sceglie e si comincia dalle piccole spirali.Il buon segno è la ricomparsa del porta fortuna assente da tre anni.

Il primo sarà un omaggio all'uomo dalle mani che "risuscitano i morti" (che così non pare molto bello, ma rende l'idea).

Non scordiamo il Gambaletto




Non importa la bellezza del canone, il significato è tutto nell'amore che decide e abbraccia. O, nel caso, che sorride su due zampette corte ma allegrotte.

lunedì 3 novembre 2008

Non posso sedermi perchè la mia anima danza

Epifania improvvisa: accompagno la mia amica a prendere il mio bambino preferito alla sua lezione di psico-elettricità, all'entrata l'insegna dice che la scuola di danza che è il mio mito da vent'anni si è trasferita a 200 mt da casa mia.

"...Lodo la danza che tutto chiede, tutto favorisce. Salute, lucidità di spirito. E un'anima piena di slancio. La danza vuole un uomo, un uomo vibrante nell'equilibrio di tutte le sue forze..."
Sant'Agostino

Torno a casa con un piccolo sogno fra le mani e un paio di foto meravigliose.
Appoggio sul tavolo il regalo del mio curatore del corpo e mentalmente ragiono sul budget stanziabile. E, in un attimo, progetto tagli e ottimizzazioni di spesa.

Passeggiata romana





Tempi e spazi, ad ognuno un suono.



Cielo e luce

Dialogo fra artisti

Bill Viola e Giovanni Bellini.
Noi, in parte. Loro, quasi.
Movimento rallentato dell'attuale sofferenza contro ieratiche espressioni di un tempo lontano. Due distanti concetti del colore che si guardano da lontano, molto lontano. E ci parlano.

Mentre noi zigzaghiamo fra palazzi e camionettte dei carabinieri, e saliamo scaloni candidi per arrivare davanti al battesimo di Cristo e ci sediamo in silenzio a guardare l'incedere di un uomo sulla spiaggia. L'uomo arriva lentamente in primo piano e prende fuoco, no, arriva e viene inondato da un torrente d'acqua fino a disciogliersi. La Madonna, invece, scruta il sacerdote con aria disillusa, quasi di sfida. Simboli immobili, allegorie in movimento.

Luce, aria, cielo



Il fascino del cielo che anche di notte, in piena città, racconta di un luogo luminoso e pieno di vita, vita di uomini e vita della natura che rimane protagonista e complice. Spazi ampi, pini e palme, fiume e gabbiani che volano alti. E creature dell'arte di tutti i secoli. Che sembra abbiano vita propria, indipendente dalle umane follie.

Partenza, cena, pioggia

Puntuali. Il treno è una specie di carro bestiame, densa presenza umana. Carellino bar sprovvisto del necessario ma propone prodotti inutili e insani. Disidratate arriviamo nella bolgia della stazione della capitale, piove, assai, per tutta la serata. San Lorenzo, ristorante affollato. Amici romani, uno, due, tre. Il numero tre viene introdotto lungamente, ante arrivo. Tant'è che, al suo arrivo lo scrutiamo senza entusiasmo che lui, allampanato estaraneo alla comunicazione diplomatica, ricambia con assoluto disinteresse nei confronti delle forestiere. La casa dove veniamo ospitate una specie di museo (mausoleo?) con vista sul Cupolone. Bella la collina su cui si stagliano i palazzotti pieni di verande e palme. Lettone, piumone, tatami e parquet. No lampadari, solo abat jour imponenti (di cui solo 1/3 con rispettiva lampadina). Assoluta assenza di specchi. Sulla scrivania la foto del padrone di casa che stringe la mano al Papa (non il tedescaccio, l'altro, il polacco simpatico).