sabato 30 dicembre 2006

Incontri

Quarantotto ore di semi-isolamento.
Autocommiserazione? Stanchezza?
Esco. Due libri da riconsegnare mi portano fra quelle colonne.
Sola.
Non passano due minuti.
Un braccio intorno alle spalle. Da destra.
Un sorriso enorme, denti splendenti, occhi allegri.
Sei un bell'uomo, penso.
E, sempre con quel braccio sulla mia spalla,
parli, ridi, mi racconti.
Mi annunci la festa danzante, ci vediamo lì, vero?
Ci salutiamo.
Due minuti dopo, da sinistra,
un'altra serie di denti bianchi,
un'altra mano sul mio braccio.
Sei un bell'uomo, penso.
Mi dimentico spesso di te, penso.
Sorrisi, parole, appuntamento per i prossimi giorni.
Ritorno alla tastiera.
Cammino fra gli scaffali, giù nei corridoi,
salgo le scale, mi siedo a leggere.
In fila. Un altro braccio si allunga verso di me.
Certo che mi ricordo di te.
Ti ho visto al piano di sotto.
Davvero?
Sorrisi, parole, proviamo una rimpatriata?
Sono felice che lavori con la musica.
Ciao. Un piacere averti incontrato.
Esco. Alla porta un'altra coppia di dentature sorridenti.
Mi piace questa coppia.
Essere "bruttini" non significa niente,
abbiamo pensato in molti all'inizio della vostra storia.

Ora sono allegra.
Vado in cerca di slip rossi.
Niente, troppo brutti.
Che faccio?
Aperitivo - voce del verbo aperitivare-
l'uomo capelli argento mi invita a passare il fine anno a casa sua.

Rientro con l'autobus, fa freddo.

giovedì 28 dicembre 2006

Regali di Natale

caro Babbo,
non ho ben capito i tuoi regali di quest'anno.
Uno sì e te ne sono grata.
Ma...
perché una corsa al pronto soccorso la sera della vigilia?
perché l'impossibilità di stare insieme serenamente come tanto desideravamo?
perchè hai privato la mia nipotina del calore della casa e dell'albero di Natale
(montato in mezzo al casino del trasloco con tanta determinazione, per lei)?
perché tutti quegli aghi e la maschera d'ossigeno?
perché la sofferenza e le lacrime?
perché quattro giorni in ospedale in solitudine?
perchè tutta questa fatica per tutti?

Ti ringrazio per il sole splendido,
per averla salvata dal blocco respiratorio,
per la forza che ci hai dato,
per Bubi e Asia ed il loro caldo amore,
per la nuova casetta accogliente,
per il mio unico pacchetto:
una meravigliosa compressa di sali da bagno effervescenti!

mercoledì 20 dicembre 2006

Lancio eseguito

Ma è prorio vero?
Io,
il bradipo più bradipo di tutti,
l'indecisione in persona,
l'insicura che teme di osare,
l'ho fatto???!!!

L'ho fatto!
Mi sento meglio
Mi sento il cervello friggere.
Mi sento leggera e ho voglia di ballare!

Avanti ragazza, è solo l'inizio.
Sono fiera di te.

domenica 17 dicembre 2006

TOC TOC. C'è qualcuno?

Mi domando dove siano finiti alcuni personaggi .

Tantrico?
Dopo seratina al cinema- finita un po' sbrigativamente perchè non stava bene,
SPARITO.
Jacopini?
Dopo capatina sera del mio compleanno immusonito chissaàpoiperché,
DESAPARECIDO.
Paperina?
A forza di partire, tornare, vagare, acquistare e vendere,
IN VIAGGIO A TEMPO INDETERMINATO, mah.
(non scrive - ha dichiarato- mai. Mai?!)
L'Afasia?
Quasi un anno che non ci vediamo.
La vedrò presto, credo. Speriamo che non mi parli tutto il tempo di Cip o di Ciop.
Bobby?
Mito. Mi mancavi tanto, l'altra sera mi sono tanto divertita.
Lacla?
Cara complessità, anche quì "complessiamo" mica male.
Tentiamo un caffè informale in centro?
Alplè?
FUGGITO. Ancora mi chiedo come e perchè.
Mi piaceva tanto tanto tanto.
Soprattutto la sua voce.
Se ci penso ancora mi scappa un brivido.

Ok. Magari lo incontro in giro per acquisti natalizi.
Ecco come usare la suggestione per convicermi ad andare in giro per negozi.
Bleah!

Presente? Pronti, via!!!

PRIMA: un impulso maniacale a rinchiudere la mia vita
in una cella angusta dove ogni cambiamento è vietato.
DOPO: azzardo, la lancio in spirali ascendenti.

Il perchè del passato mi interessa relativamente.
Il perché del futuro mi aiuta a proiettarmi nel sogno.
Il perché del presente è più urgente (e divertente).

Ancora non so esattamente,
eppure già mi sento meglio!
Comincio ad immaginarmi in una nuova avventura
OLE'

venerdì 15 dicembre 2006

Natale ci fa male?

Non ho mai sentito tanta gente brontolare come in questi giorni.

Chi deve andare a troppe feste.
Aziendali (se siete in coppia, due date.Colpo di fortuna se stessa sera!)
Della scuola: materna, del nido, delle elementari. Poi basta.
Anche quì si spera che il figlio tuo e quello del compagno abbiano scuole coordinate con la data della pizza-cena-festa di Natale.
Il casino è se hai due feste aziendali, due figli tuoi + quello del compagno.
I parenti stretti.
Madre e padre separati?
Comincia il balletto di chi/quando/perché/con chi etc.
Trasferte in autostrada se ti va bene e i tuoi sono felicemente uniti da quarant'anni.
I 300/500 km ti toccano. Con gioia, certo, ma sempre autostrada, valigie, regali sono!

ECCO- VOILA' la parola chiave regali.
Si sentono strane comunicazioni di servizio in giro.
"non faccio regali a nessuno, avvertiti tutti!"
" a quei tirchi dei parenti di mio marito, solo libri, un libro a testa! toh!
(NON è CHIARO IN COSA CONSISTA LA PUNIZIONE??)
"udite udite, ho i regali per tutti". Tradotto: "mi aspetto un bel regalo da te.

Sarà che ci arrivo sempre molto lunga, quasi che fosse un'epifania improvvisa..

Sarà che la mia condizione di single sola soletta mi isola un po' da tutto 'sto corri corri.

sabato 9 dicembre 2006

In un' ora

Mi siedo sulla poltrona che mi è stata indicata.
Resto sola i soliti tre minuti, immagino che siano previsti come funzionali.
Mi chiedo cosa dirò. Un secondo dopo mi dimentico di preoccuparmi.
Lascio affiorare la consapevolezza, so perchè sono quì.
Riassumo quattro anni.
Mi segue, si ricorda tutto.
Parlando di lui capisco che non sono sincera da troppo tempo.
Le interessa ogni parola che dico, ogni piccolo dubbio.

Parla. Domanda.
Accompagna le parole con una carezza della voce e dello sguardo.
Le dispiace che non l'abbia chiamata quel giorno.
Un giorno specifico? Non ricordo.
Non importa.

Il pieno, troppo, invadente e invasivo.
Il vuoto, troppo, doloroso,
un compromesso dettato dalla stanchezza e dalla paura.
La forza, troppa, faticosa e prepotente.
Era necessaria, dice, non hai sbagliato. Non allora.
La fragilità. Un linguaggio nuovo, da imparare, da gestire.
L'equilibrio. Tempi giusti e modi utili.
La sua sicurezza diventa anche mia.
Sto imparando.

Un'ora. Per pulire e rassettare l'amor proprio.
(ti cito Plain
grazie per la politica degli abbracci che stai promuovendo)

mercoledì 22 novembre 2006

GITA MANCATA, GRAN RISATA

Ho un'amica, una dolce amica non proprio tutta registrata.
Un'amica che è alla ricerca della pace e della libertà da tanto tempo.
Ha sempre mille progetti e mille idee,
meticolosamente calcola al millimetro ogni mossa e ogni spesa,
è sempre in viaggio e alla ricerca della casa ideale da acquistare.
E' un'amica affettuosa e generosa.
E' anche, però, entrata anni fa nella lista delle amiche poco affidabili.
Per vari motivi.
E' una piccola energia intermittente.
C'è, non c'è. Sì, no. Vado, resto. etc etc

Avevamo preso accordi per una gita venerdì a Mantova.
Tutto fatto, tutto concordato.

Mezz'ora fa un sms:
"Caduta da cavallo, male porco al culo. Rimando."

Mi sono fatta una enorme risata.
Mi ci voleva proprio!!

Thanks to

Plain.
La tua telefonata un regalo che mi ha fatto "svegliare" dal mio momento dark.
Mi hai fatto sentire che il mio sentirmi affranta aveva finito il suo corso.
Ci sono. Con i miei momenti down e con le mie ombre da affrontare.
Ci sono. Per non smettere di tentare e amare. Per comunicare e volare.
Per scambiare e giocare.

La Cla.
Una gradita sorpresa leggerti in quest'angolino a volte occasione di sfogo.
Mi hai fatto sentire meno sola, meno "stramba", ascoltata e capita.
Come quella sera a casa tua con il micio dal carattere complesso.

Andrà.
I tuoi occhi sinceri e coraggiosi mi sollecitano un ottimo vizio:
dare le parole ad un'amica che ne sente la necessità.
Ti voglio bene perchè non ti nascondi mai, perchè esprimi e ascolti.

Amorino..
Ti adoro e sempre ti adorerò.

Le amiche e basta.
Quelle che
ci vogliamo tanto bene anche se non parliamo più la stessa lingua

domenica 19 novembre 2006

Peggio del tuo dolore

C'è il dolore delle persone che ami. Che vorresti serene e felici.
Leggere nei loro occhi la stanchezza e la disperazione ti fa mancare il respiro.

E' anche il tuo dolore ma con una punta acuminata in più:
quella avvelenata dell'impotenza e della rabbia,
quella del tuo smarrimento nel vedere che non puoi aiutare.

E allora?
Allora sono sei ore che respiro a regime ridotto
-che se entra meno aria magari mi sento meno peggio-

Mi hanno chiesto come sta mia madre.
Ho risposto che non sta bene.

Non ho detto che avrei voluto prenderla e urlare BASTA
Non ho detto che non so più cosa fare
Non ho detto che i suoi occhi mi hanno terrorizzato
Non ho detto che non so cosa dire

Ho chiesto a mia madre come stia mia sorella.
Mi ha aggiornato: un ennesimo guaio, grosso.
Sta sempre peggio: stanca, fisicamente a pezzi,
senza un lira, continue problematiche economiche.

Se smetto di respirare e parlare ed ascoltare...
si sistema tutto???

mercoledì 8 novembre 2006

NO GRAVITY

Esattamente la soddifazione massima
del mio bisogno di bello, fluido, appassionante.

Corpi che fluttuano nello spazio,
che nuotano nell'aria,
che salgono scale dall'alto al basso,
che scivolano dalla terra al cielo.
Donne e uomini che raccontano con i loro movimenti la pesantezza.
Uomini e donne che ci mostrano, divertenti e divertiti,
come si può sposare la leggerezza
e volare, danzare, dondolarsi e nuotare,
insieme.
La musica suggerisce come lasciarsi andare,
come scherzare con i muscoli e il cuore.

Serata perfetta.
Merito l'ottimo spettacolo e l'ottima amica.

Giovedì prossimo si va a sentire percussioni giapponesi!
Ultimo appello: domani acquisto ticket!

sabato 4 novembre 2006

Predica bene e razzola male

Al telefono con la mia zietta Rea.
(decido ora, seduta stante che,
metti che mi diano la possibilità
di figliare una femmina, si chiamerà Rea).

Mi ha chiamato dalla casa sul mare.
La nostra terrazza sull'infinito.
Abbiamo riso e parlato dei nonni e di tante altre cose.
Concludendo, come al solito,
che siamo proprio due belle sagge e filosofe.
Le ho quindi spiegato il modo di dire "predicare bene e razzolare male.

DETTO FATTO!

Ci sono cascata nuovamente.
ho chiamato mr Tantrico, again!

Perchè? Perchè mi gratifica sentire come MI riponde al telefono,
perchè mi piace quando dice il mio nome,
perchè mi fa sentire che sono un femmina,
perchè ha un'immagine di me divertente e lo ribadisce,
perchè parla di "noi"come se esistesse un noi.

Lo so. Lo so. Tutte fregnacce.
Razzolando razzolando, abbiamo organizzato di vederci per cena lunedì.
Ecco fatto.
Che succederà?

Danza contemporanea indiana

Teatro in periferia, all'interno di un parco.
Freddo.
Ingresso ampio e luminoso.
Due ragazze sedute a minuscoli tavolini con due minuscoli computer.
Il biglietto esce da una micro stampante elegantissima.

Sala a sinistra.
Un po' buia, enorme, una vetrata ci separa dal parco.
Un dolce indiano in abito chiaro sorride e offre piccoli piattini :
verdurine fritte, nan sottile, salsa alla menta e piccante.
Tappetini pelosetti, tondi e rosso fuoco disseminati sul pavimento lucido.
Divani quadrati a caso nello spazio.
Nell'angolo illuminato, sul tavolo,
bottiglie di vino e luccicanti bicchieri vuoti.

La musica è piacevole.
Un morsetto al cibo piccante, si sta bene.
Mi chiamano, inizia la degustazione.
Vino ottimo, simpatici i sommelier.

Inizia. Entriamo. Sul palco cinque ragazze di spalle.
Ritmo di uno strumento indiano. Si muovono come in marcia sincopata.

Siamo seduti. Qualcosa ci indica che lo spettacolo è cominciato.
Si tengono per mano e fanno movimenti lenti e minimi.
Il suono è SEMPRE, per settanta minuti, identico.
I movimenti SEMPRE gli stessi, sempre MINIMI,
impercettibili, poco significanti e significativi.

Pisolo ci scappa. A tutti.

Spero che martedì vada meglio,
ho proprio voglia di un godereccio spettacolo di danza.

venerdì 3 novembre 2006

Giornata in rosa . Notte in bianco

Perchè si chiama così?
Al lavoro. Mi tocca il turno notturno.

Giornata alle prese con la nipotuzza bella assai che compie oggi 17 anni!

Ballerine jaquard bianche e nere con fiocchetto verde.
Pranzetto greco al To steki.
Al Coin a comprare due piccole tutine per due bebè freschi freschi.
Un baby dai capelli neri e lunghi figlio della sorella peruviana ventenne
della mia nipotuzza (detta anche nana cresciuta, o donna pret a porter).
Una bimba figlia di due quarantenni che si autodefiniscono impacciati.

Allarme che suona, urla.
Mi fermo, rassegnata.
Le due belle addormentate della cassa non hanno staccato l'antifurto.
Veniamo raggiunte dal bellissimo ed elegante uomo della sicurezza.
Perfetto. Completo gessato, bel viso, pelle scura, passo elastico.
Avanza sorridendo. Lo aspetto e penso:
"ecco l'elemento più elegante e raffinato di Bologna e provincia".

Gli dico subito che non intendo tornare dalle soporifere commesse.
Facciamo noi, siamo d'accordo.
Ridiamo. Apriamo i pacchetti. Li controlliamo.
Ci scambiamo convenevoli buffi in francese.

Veloci alla moto.
Lucchetto. Caschi. Cavalletto. Partiamo.
Da dove si esce? Visto.

Un poliziotto giovane con la divisa fresca di negozio,
deambula disordinatamente parlando al telefonino.
Mi scappa, piano, un "e dai, bel poliziotto, ti sposti?!".
Non gli è piaciuto essere stato beccato in posa poco viril-autorevole.
E mi lancia la mano davanti al parabrezza dicendo che quella è una zona pedonale.
Penso:" 'ZZO DICE QUESTO??"
Dico: "Come scusi?"
Balbetta: "Vede il cartello, lì"
Dico: "Vede che sono uscita dall'apposito parcheggio delle moto,
è questa la strada prevista per uscire? O no?"
Tentenna, cerca il modo per fuggire.
Lo guardo interrogativa.
Gracchia: "Non c'è bisogno di alterarsi"
Ribadisco: "Le ho chiesto solo di spiegarmi cosa volesse dire."

Per oggi lo lascio andare. Non lo arresto per stupidità in divisa.
Ra ride.

domenica 22 ottobre 2006

Ancora donne

Serata in casa, pizze e birra.
Cinque donne.
Le single, due.
Le mamme, due.
La donna che ama le donne.
Non le lesbiche, le donne.
E finisce sempre per essere abbandonata.
Non sedotta e abbandonata.
E' lei che seduce, che "caccia" le prede che le piacciono tanto.
Il suo target sono donne extra femminili, quasi caricature della femminilità.
Esagerate. Fuori moda. Troppo tutto.
Finisce che mollano per un uomo.
Ma il passaggio dura tanto.
E ci credo!! Lei è un'ottima compagna.

La serata prende una doppia piega.
Argomenti due.
Bambini, tutta la gamma possibile.
Vizi, tutta la gamma possibile.
Ricordi, fotografie, prese in giro.
Chiarimenti.
(Vengo sgridata per una mia mancanza)
La serata si chiude.
Tardi per le mamme che già pensano alla pupa di due mesi all'alba,
tardi per la single che teme il lavoro del sabato mattina,
tardi per me che non ho dormito niente
e che devo fare dieci km in moto sotto la pioggia.

Ripenso ad una definizione uscita stasera:
le donne invecchiano diversamente,
il loro spirito ringiovanisce con gli anni.

Non so se si possa generalizzare.

IL LETTURISTA

Sembra il titolo di un film.
Surreale.
Invece è realta.
Telefono staccato, cellulare spento.
Ore otto, vado a dormire dopo il turno di notte
( e piccolo giro nel mercatino di quartiere all'alba.)
Campanello, forte.
Una voce nelle scale dice "lettura del gas".
Apro. In tenuta da notte.
Arriva. Gran sorriso.
E parte una lunga chiacchiera.
Tempo dieci minuti e ho tanti dati su di lui.
Segno zodiacale, ascendente, data di nascita, nome e cognome,
città di residenza, attività varie, lavori precedenti, infartino due anni fa,
attività come speaker in una radio locale e qualcosa in tv...
Parliamo anche di lavoro, di cambiare lavoro.
Ridiamo.
Rido anche della situazione.
Appoggiata allo stipite della porta, lo guardo e cerco di leggere chi sia.
Vagamente mi affascina. Vagamente.
Non ha fretta.
Mi invita. Prima a fare un giro sulle mura di Ferrara.
Poi cambia idea, meglio, se ne avessi voglia, una bella festa privata di quelle simpatiche con musica dal vivo che organizza un suo amico pianista.
Penso: "vai a vedere che si incontrano anche così le persone!".
Viene spontaneo, ci scambiamo i numeri di telefono.

Ieri mi ha mandato un sms,
un saluto con un augurio di solidarietà nel caso stessi facendo il turno di notte.
Si è firmato "il letturista".
Non ho ancora risposto. Perchè?
Perchè è stato troppo chiaro.
"se gradito messaggio, rispondi".

Ma chi è questo?
Un matto? Un uomo che intorta le donne in casa loro?
Una simpatica canaglia?
Magari gli rispondo. Poi si vedrà.

mercoledì 18 ottobre 2006

Poesia? Sì, ci piace

FILO SPINATO
ZUCCHERO FILATO
TRINCEA DI ROCCIA
CILIEGIA ED ALBICOCCA
LAGO GHIACCIATO
GELATO PROFUMATO
ROSSO NERO
AZZURRO CIELO


1986 ero proprio piccolina!
L'emozione è piacevole e dolce, morbida:
vedo la ragazzina che ero e provo affetto, tanto.
Così.

lunedì 16 ottobre 2006

abbracciata alla roccia

Metafora.
Imbragata, legata alla mia "sicura"
- un simpatico nonchè affascinante uomo
con tenuta indiana viola e un ampio sorriso empatico-
aderente alla parete, salgo. Ci provo.
Silenzio. Gli altri guardano dal basso.
Tifano per me.
Un passo strisciante, dita infilate nelle fessure,
mani che palpano e cercano, piedi che provano la tenuta.
Mi dai una mano? Saltello, cambio piede.
Sù, sù.
Guardo giù. Guardo dietro. La valle è splendida.
Non ho paura, sento la solidarietà,
percepisco chiara la mia fiducia
crescere e posizionarsi dove nessuno e niente potrà spostarla.
Corpo e mente lavorano insieme.
Cuore e muscoli in armonia.
Fatto. Tocco la catena.
Scendo.
Sodisfatta e felice.

A casa. Le braccia sono indolenzite,
l'anima si gode questa dolcezza del corpo stanco.
La lezione viene dalle piccole cose:
corpo, mente, fiducia, cuore.

sabato 14 ottobre 2006

L'autoperdono è possibile?

L'auto-perdono duraturo è possibile
solo quando cambiamo le cose che facciamo
e che ci derubano del nostro auto rispetto

Cercavo un titolo per questo post,
un'ispirazione.
Trovato questa frase di raja yoga.
Adeguato?
dovrei proprio modificare alcuni atteggiamenti sclerotizzati?
uscire da una certa routine?
Inserire novità, cambiare volti e attività.

Non so.
Sono confusa e poco motivata.
Annoiata. Sfuggo tante cose.
Le persone mi risultano misteriose. Non tutte.
Non riesco a correre in nessuna direzione.
Ho comprato un bel vestito.
Riproviamo.
Ripartiamo.
Reinventiamo.

lunedì 9 ottobre 2006

mi sto trattenendo

Da...
chiamare Mr Tantrico.
Insofferenza. Voglia di serata "scema quanto basta".
Né parlavo l'altra sera con la mamma del super baby di un anno.
Concordava con me sul fatto che anche se donne serie (?),
avremmo voglia di una sbronzetta ogni tanto.
Questo ruolo da sante-lucide-perfette donne micacidivertetanto.

Non vorrei chiamarlo e rimanerci male.
anche perchè- si sa, vero?- quando appoggi a qualcuno'altro un aspettativa
finisce spesso che il tuo senso di amaro in bocca peggiora.
Mi ha chiamato la mia amica.
A lei ho detto la verità.
"Mi girano le palle".

Il collega acido è riuscito anche oggi a tendere i miei nervi.
Appena gli rivolgi la parola scatta "Siete dei deficienti".
Nulla di più odioso di essere appellati al plurale.

Fuck you.
Se non fossi intimamente politically correct,
mi scapperebbe un "checca isterica, sparisci".
Passa. Ovvio, di lui non mi frega nulla!
E' che appena ti dimentichi di quanto sappia essere stronzo,
appena si scambia due parole gentili,
riparte all'attacco.
E' la sua natura.

Non mi trattengo.
Sapendo il rischio, intuendo l'inutilità e il masochismo legato al gesto,
LO CHIAMO.
Se mi va bene, non mi risponde.

Demenza del lunedì sera.
(la motosexi non mi ha giovato, eh??)

domenica 8 ottobre 2006

SEXI MOTO

Desideravo questo giro in moto.
La moto è una mia passione.
QUESTA moto è una meraviglia del creato.
Parole grosse?
Sento questo.

"Sono sotto casa tua. Fumo"
Avevi smesso di fumare.
Scendo. Non c'è proprio nessuno sotto casa.
Guardo in profondità. A duecento metri, lo vedo.
Cammino nella sua direzione.
Casco in mano. Giubbotto quasi invernale.
Zaino-borsa con schiacciato schiacciato maglioncino e sciarpa.
Troppo? Inadeguato?

Abbraccio.
Approvazione: giacca perfetta. Hai maglioncino? Sì.

Come salgo?
Mi stringe la mano. Sali sù e butti la gamba.
"Questa è la mia bestia. Lo sai?"
Sì. "Lo sa anche lei che lo sai".

Motore. Forte. La gomma è larghissima, tostissima.
"Mi appoggio alla tua schiena?! Sì?"
Brava, certo.

Si parte alla ricerca di un bar per un caffé.

Sono già felice.
Tre minuti in cui sento che il driver ascolta il suo passeggero.
Passo l'esame.
Accellera. Rettilineo. Andiamo forte. Insieme.
180 km/h.
Aderisco alla sua schiena. Il mio sedere si fa tutt'uno con la sella.
Curve, anzi pieghe. Non ha dubbi su di me .
Ricordi di moto e schiene aderenti. Ginocchia e cosce in sintonia.
Incrocio le dita alla prima curvona.
Poi me la godo un mondo.
Ai semafori alziamo le visiere in sincrono e ci sorridiamo, parliamo.
Stiamo bene.
E' felice anche lui di avermi sulla sella.
Io assaporo ogni curva e ogni accellerata, il vento e-
ammetto- anche gli sguardi ammirati dei pedoni.
E' una super-bellissima-specialissima moto.

Casa in campagna.
L'uomo, il padrone di casa, K.,
ci si è appena trasferito.
Fuori sgarruppata, dentro bellissima,
frigo letto stereo due poltrone bianche- finito.

Zanzare. Mi aggrediscono.
Un bebè. Due bimbi. Un paio di bellissimi africani.
Donne simpatiche.

Peccato che la festa è per stasera.
Assistiamo all'accensione del fuoco e all'arrivo della griglia e della carne.
Intravedo gente che conosco.
Questo sarà un party "vero".
l'uomo che adoro ora è dispiaciuto.
Vuoi rimanere? Io devo andare.
Lo so. Ho capito. Ho sentito che lo dicevi.

Ripartiamo. Moto. Fa freddino.
Quando si viaggia al tramonto o di sera in moto è così.
Si respira all'unisono, non si perde tempo, si sta stretti e concentrati,
si decide insieme la strada con il corpo, si trattiene le emozioni.

Sotto casa.
I muscoli vorrebbero infilarsi in un letto. Insieme.
Conosco bene questa sensazione.
Mi sa anche lui.
Mi abbraccia.
"La prossima volta sarà più completa", dice.

Deve andare a casa. Dalla ex moglie che non sta bene.
A medicarla.
Gli voglio bene anche per queste cose...
Ma CAZZO CAZZO CAZZO

che ci faccio ora con tutta 'sta eccitazione???

Risveglio

Il corpo è indolenzito, riprendere coscienza un'operazione lenta e faticosa.
Mi alzo. E' tardissimo.
Cosa ho fatto nelle ultime ore?
Ho sognato. Tanto. Tanto che non riesco a ricordare nulla.
Immagino che la mia mente abbia cercato di organizzare ed interpretare.

Ieri.
Telefonate interurbane.
Una internazionale.
Nonno. Novantacinque anni. Lo amo. Profondamente, serenamente, appassionatamente.
Vive in solitudine, in giornate identiche l'una all'altra, legge e divora film.
Aspetta con pazienza il contatto con ciò che lo tiene in vita. Noi.
La sua famiglia lontana. Tre minuti di parole.
"Grazie della telefonata. Ti voglio bene."
ANCH'IO.

Chiamo anche il mio amico di B.
Lo amo. E' l'uomo migliore che conosco.
Sapere che avrò il suo affetto -per sempre-
mi da sicurezza e speranza.

Chiamo C. La mia amica di sempre.
Ossessione. Faccio fatica a reggere la telefonata.
Le dico quello che vuole sentire ma aggiungo a piccole dosi
qualche consiglio. Ti prego: ritorna in te.
Per fortuna l'uomo migliore che conosco
si è affezionato a lei e alle sue figlie e le tiene d'occhio per me- con me.

Serata post lavoro con vecchia amica di passaggio a Bo.
In centro, in mezzo alla gente alla moda,
ci prendiamo due bicchieri di daiquiri
che sembrano due opere d'arte contemporanea frozen.
L'uomo del tavolo vicino tiene il braccio sulla mia sedia.
Mi chiama la sua fidanzata. Sorride.
Sorridiamo.
Mi saluta dicendo "dormi bene tesoro".
Scemo ma simpatico.
Molto virile nelle sue spalle forti e la sua sexi pelata.


L. , l'uomo che adoro,
mi passa a prendere alle tre con la sua bellissima moto.
Andiamo in campagna da amici suoi.
Ecco una variante che mi piace.

Stordita, cerco di stare nella vita.

giovedì 5 ottobre 2006

Lacrime

Lacrime.
Quanti anni è che non vi fate vedere?
Che non vi decidete a scivolare dolci o disperate sulle mie guancie?
Quanto ancora volete farmi aspettare?
Quanto ancora combatterete con il mio pudore o la mia superbia?
O con la mia paura,
il mio terrore che una volta sgorgate non vi fermerete più?
O con la presunzione che niente e nessuno
potrà sostituirsi alla mia piccola e debole corazza?

Ho bisogno che veniate a salvarmi da questa forza che mi sta uccidendo.
Da questa illusione che un giorno tutto tornerà come era,
come piaceva a me.
Da questa supponenza che non mi permette di esprimere la mia fragilità.

Lacrime.
Vi invoco!!
Liberatemi dalle parole che non dico, dalle rabbie che non esprimo,
dai desideri che non inseguo, dalle richieste che non faccio,
dalle pretese e dalle condizioni che non so dare.
Lacrime.
Vi esorto: aiutatemi a scaldare la mia anima. Ho freddo.

Plain, mi dispiace tanto.
Ma tanto tanto.
Tanto che i miei occhi sono gonfi di liquido trasparente e caldo, salato.

Credo che mi fermerò
Credo che rifletterò
Credo che ripartirò

mercoledì 4 ottobre 2006

Aperitivi 3

Dormire?
Non avrei proprio voglia di farlo.
Diciamo che fra tutte le opzioni è quella che scarterei.
Ma devo alzarmi alle sei.

Giornata fra le nuvole, le mie nuvole, quelle belle e colorate.
Aperitivo in centro con S. e B.
S. con sguardo assassino al mio arrivo.
Vero, sono in ritardo. Scusa. Mamicatisuccedeniente..
Titti, paziente e complice, mi strizza l'occhio.
Ha cercato di non farla stressare.
Titti è un mio fan.
Lo so. Lo sento.

Gli strizzo l'occhio io. Si allunga sul bancone del bar per darmi un bacio.
Fuggo dal tabaccaio di fronte.
S. mi guarda interrogativa mentre parla al telefono.
Cosa vuoi che sia. Fra due minuti torno.
Titti ride. Ci prepara da bere.
Per strada incrocio M, il cantante,il flirt di dieci minuti di super baci appassionati in una notte d'estate
(ricordi Plain, quello che hai visto con il GC quest'estate?).
Saluto veloce. bel saluto.
Ritorno al tavolo. Bella musica.
Poi arriva B. Poi arrivano R.- Bobby e supermiticabimbapreferita Alice.

Bobby ed io ci abbracciamo in un lungo bacio.
Il suo sguardo è amorevole. Tanto.
Non smette di tenere la sua mano sulla mia schiena per dieci minuti.

Mi pento di certi momenti di incomprensione e intolleranza- miei.
Amore di amica è prezioso. Sempre e comunque.

martedì 3 ottobre 2006

una delle cose

che ho capito è:
basta con le identità sclerotizzate.

Ergo:
ho desiderio di fisicità e scambio
Traduzione: sesso

eh? si inizia riconoscendo la questione, dicono

PRONOIA

Dieci giorni senza scrivere.
Dieci giorni in cui ho fronteggiato, senza riuscire a reagire,
il mio lato d'ombre.
Ombre.
Tutto passa. Tutto scorre. E si trasforma e ci nutre.

Ho la mente piena zeppa di avvenimenti
che mi hanno "provato" ma anche insegnato
e belle parole che hanno illuminato gli ultimi giorni.

Alla rinfusa:
1 cenetta greca con Plain,
in moto la conclusione "non mi piace essere depressa"
2 a spasso per il centro con il naso all'insù
3 cena africana alle 23.00 di un sabato sera nella casa
"grande come il suo naso"
della mia collega del Togo. Cibo piccante!!
Fotografie, fotografie. Racconti africani e di raduni ferraristi
(i possessori di Ferrari si trovano ogni due domeniche.
Cosa facciano non so.
Cosa faccia Bienvenue neppure)
4 la mia amica S. finisce all'ospedale con un simil-infarto.
Destini difficili eredità delle nostre vite famigliari
5 quali scarpe compriamo per il new look di quest'inverno?
6 FELICITA' è avere sul mio tavolo,
fra le mie mani
il libro di Brezney (succosissimo)
7 Un'amica che non si accorge che dice cose durissime
"faccio guidare la mia macchina solo a chi ha soldi sufficienti a ripagarmela completamente in caso succedesse qualcosa"
8 capito tante cose
9 grazie a tutti

sabato 23 settembre 2006

10 Donne. Donne speciali.

Non so proprio come ho fatto!
Ci sono riuscita: alle 21.00 arrivo a casa, mi metto all'opera e in venti minuti sono pronta per andare a casa di C. provvista del necessario:
bottiglia di vino ottimo, farro ai funghi perfetto, insalata di tre tipi di fagioli+pomodori+tonno+prezzemolo+cipollina tagliata fine
(chiesta in prestito come da copione ai vicini che mi hanno ricoperto di affettuosità e complimenti vari- non so se mi amano più loro o il loro bimbo di un anno che mi ricopre di baci e sorrisi)

Corro -ancora- parcheggio.
E' la festa di addio della casa della mia amica C.
Fra tre giorni trasloca per la sua prima convivenza.

Ottima serata. Il mio cibo ha un gran successo.
Le tolgo una preoccupazione, aveva preparato solo un cous cous.
Temeva l'effetto "donne affamate"
DIECI DONNE.
Ironiche, quasi sarcastiche. Divertite e divertenti.
Intelligenti. Sì. Bando alle finte modestie: le capoccie sono raffinate.
Qualcuna ha bimbi e mariti a casa.
Qualcuna bimba ed ex marito da qualche parte.
Qualcuna ha un nuovo flirt.
Qulacuna non cita l'universo maschile.
Qualcuna è gay.
La futura inquilina di quella casa è scozzese ma ha abitato otto anni in Spagna.
Tutte ci trattiamo con amore, tutte ridiamo con tutti i muscoli del viso.
Tutte festeggiamo l'emozione della nostra amica quando sale sulla sedia per il suo discorso.
E' tesa.
Le dico "niente è per sempre, tranquilla". Ride. Si scioglie.
Si brinda al passato, si ringrazia per tutto quello che è stato.
Si accoglie il presente e il futuro.
Solidarietà. Amicizia. Condivisione. Leggerezza.
Era tanto che non ridevo così.

Di corsa

Giornatona.
Ore 7.oo smonto dal lavoro.
Dimenticato cellulare al lavoro.
Poco male.
Stacco anche il fisso e mi butto nel letto. Sono le 7.40.
Sveglia ore 14.00.
Chissà se mi tocca lavorare anche questa notte?
E saltare il giorno di riposo.
Sarebbe meglio di no, sono già sei giorni che lavoro.
E avrei un invito per stasera a casa di un'amica.
Ma.. il collega,
lo scorpione amorevole ogni tanto
"PESANTE-BRONTOLONE-INDOLENTE"
è malato.

Di corsa vado a fare una piazzata in agenzia di assicurazione.
Sputtàno per bene il titolare della mia agenzia (uno stronzo) ,
stipulo nuova polizza, pago, alziamo i massimali (che palle!)
Ho un nuovo agente, è un ragazzo gentile e professionale.

Corro al recupero cellulare.
Corro ad un colloquio di lavoro.
( albergo del centro, 4 giorni settimana,persone serie? ci penso)
Corro a lezione di inglese.
Esco dalla lezione con L.,
psicologa occhi verdi e capell corti, carina.
Ragioniamo insieme del prossimo corso che faremo.
Propongo aperitivo insieme. Nel bar di fronte. Del mio amico.
Entusiasta, accetta, ci rilassiamo. Mi ringrazia per l'invito. Paga lei.
Corro a recuperare la moto e volo a casa.
Minchia!! Devo cucinare. E' tardissimo.

sabato 16 settembre 2006

Piove sulla povera gente.

Traduzione letterale di una canzone greca popolare
(il genere si chiama Rebetiko, è il blues greco, molto blues!)
"Piove sul quartiere povero,
piove anche sul mio cuore,
sul mio povero cuore".

Camminando in Via dei Mille questa mattina notavo l'enorme differenza
fra le facce in strada e quelle dei presenzianti l'inaugurazione di ieri sera.
Il mondo è diviso in GABBIE.
Quelle d'orate e quelle che puzzano.

Notavo anche un gruppetto di due coppie di ciechi,
con relativi bastoni bianchi,
che tentavano di avanzare di qualche metro in Via Riva Reno evitando biciclette parcheggiate sullo stretto marciapiedi,
famiglia con passeggino che non si è spostata di un centimetro
(erano loro i ciechi?)
ma ha continuato a chiacchierare con uno dall'altra parte della strada.
Il mondo è diviso in STILI.
Gli educati-onesti-sensibili-responsabili e quelli che
"non sanno quello che fanno".

Un gruppo di studenti di una scuola di architettura americana in Roma
che hanno monopolizzato la hall del mio albergo per un'ora con le loro facce da viziati, i loro sederi per terra, i loro zaini ad impedire il passaggio degli altri.
Il mondo è diviso in
GRAZIOSE OPPORTUNITA' PER POCHI FORTUNATI
E NEGAZIONE DEL MINIMO PER I PIU'.

Sai che c'è?
Ho voglia di essere più...utile.
Di fare qualcosa per bene e PER IL BENE



Vedremo come fare.

mercoledì 13 settembre 2006

La banca dei sogni

Io dò un sogno a te e tu dai un sogno a me.

Questo il sunto finale della mitica serata con le amiche di sempre.
Quelle che appena le guardi negli occhi e vi leggi il solito sorriso amorevole ,
ti sciogli e ti rilassi. Passa, è passato.

Quelle che ti chiedono e ti dicono ma "per bene",
con garbo, senza egoismo, senza scopi sottili o pretese e aspettative,
con pazienza e ironia, con rispetto e delicatezza.
Quelle che ci beviamo il vino e ci godiamo le tagliatelle.
Quelle che ti regalano libri in sintonia con te,
tanto che, quanto mi dispiace, lo hai già letto.
Quelle che amano i loro gatti e un po' si sentono esagerate.
Quelle che ti regalano la loro passione e la loro energia.
Quelle che ti hanno lavato e accudito in ospedale.
Quelle che si fiderebbero solo di te come socia d'affari.
Quelle che credono nella "banca dei sogni".
Quelle che presto ti faranno il piano astrale.
Loro, le belle donne che erano, sono e sempre saranno.
Loro, a cui confidi che hai "sbrodolato" un post depresso prima di uscire.
Loro che ci ridono sopra ma con solidarietà.

Grazie ragazze.
Vi voglio bene.

martedì 12 settembre 2006

Ma quando?

Passa. Passerà. Sì? Quando?

Ci sono momenti, come questo,
in cui anche le mie bellissime frasi incoraggianti appaiono spente.
Calma.
Cosa è successo di nuovo?
Niente di nuovo.
Il vecchio, solito malessere.
Non mi sento bene in questi panni.
Non mi sento a mio agio in questo lavoro.
Non mi sento di vivere la mia vita.
PAROLONI. FRENA. REWIND.

sei tu che dici che non si debba fare l'elenco delle "cose storte".
sei tu che credi fermamente agli aforismi newage
NO AI GIUDIZI CERCA LE SOLUZIONI
quindi?
Ora te ne vai a fare seratina rilassante con amiche care che ti vogliono bene
Ora dimentichi i sensi di colpa e di inadeguatezza
Ora agisci:
Un cazzarolo di abito per andare ad un matrimonio salta fuori
Un cazzarolo di treno all'alba di sabato ci sarà,
( non importa che magari un matrimonio non valga il sacrificio)
Un cazzarolo di lavoro migliore, se ti concentri, lo troverai
Un cazzarolo di idraulico per l'allagamento del bagno, lo chiami
Un cazzarolo di CALCIO a quello che non ti serve, basta farlo

Passa, non è vero?

sabato 9 settembre 2006

Mica tanto bello il Sana

Visita al Sana.
Non mi è piaciuto tanto.
Sarà che oggi è sabato, sarà che avevano quasi tutti l'aria da imbonitori e venditori senza scrupoli, sarà che mi sono svegliata un po' male
(dopo un sacco di anni mi sono addormentata alle ventitrè e qualcosa per svegliarmi alle nove. Stato vitale al risveglio: pessimo).

Comunque, il massaggino, mi ero intestardita.
fatto!!
Buono, piacevole, ottima energia dell'uomo.

venerdì 8 settembre 2006

Una donna senza un uomo è come un pesce senza bicicletta

Niente di speciale.
Semplicemente una sensazione poco piacevole.
Capisco l'affetto etc etc.
Ma...
non mi risulta rilassante che le mie amiche monopolizzino i nostri incontri parlando:
di fidanzati (i loro) o della mancanza dei medesimi (presente, sono io).
In particolare, mi sono toccate due serate in cui l'amica di turno impostava la serata sulla ricerca del fidanzato per me.
Grazie. Recepito forte l'affetto.
Ma...
Un semplice chiedermi "come stai?"
Magari faccio altre cose.
Magari mi annoia parlare sempre della solita cosa.
Magari sono stata fidanzata VENTICINQUE anni della mia vita
e non mi sento così angosciata in questa fase.
Magari se insistete finisce che mi sento "strana".
Magari non credo poi tanto che sia di grande utilità parlare BLA BLA.
Magari si potrebbe creare situazioni simpatiche per incontri interessanti.
Magari mi sentirei meno "inadeguata" se si parlasse di altro.
Magari mi divertirei di più se si facesse altro.
Magari mi sentirei più capita se qualcuno mi ascoltasse.
Magari io vedo il bicchiere mezzo pieno..

piccolo sfogo
Ps: la danza urbana di oggi è stata MERAVIGLIOSA!
Sarebbe piaciuta anche a chi l'altro giorno non ha fatto altro che brontolare!

giovedì 7 settembre 2006

SVEGLIA TRAUMATICA, buona giornata

Bella giornata ieri con amorino,
la mia dolcissima nipotina.
Una gioia condividere con lei la danza urbana e le mie amiche.
La sentivo sulla sella dietro di me mentre la riaccompagnavo a casa e mi commuovevo mentre ripercorrevo tanti momenti nostri, a partire dal primo:
quando è uscita dalla sala parto in braccio all'infermiera
e mi/ci ha regalato il suo sguardo profondo e amorevole.
Mi sono addormentata felice.


Risveglio pazzesco:
ore sette vengo sbattuta giù dal letto dalla telefonata del mio collega notturno.
Sarei dovuta essere in albergo a dargli il cambio!
In trenta minuti sono passata dal cuscino alla postazione.
Nove ore di lavoro frenetico. Tutto bene. Sono fiera di me!

Piccola pausa al bar per il pranzo (ore 17.00 ?!).
Accasciata sul letto in coma - ma che afa c'è?

Mi impunto, inaspettatamente sono libera di mercoledì sera,
quindi CINEMA CINEMA

Bella commedia, bravi attori,
argute battute mascherate da critica della società (o viceversa?),
bella compagnia i miei vicini di poltrona (risate compiaciute in quà e in là),
bella fotografia.
Thank you for smoking di Jason Rotman.
Consiglio.
Anche ai fumatori che pensano di smettere, prima o poi.

Consiglio anche il cinema da soli/sole.
Rilassante e gratificante.

domenica 3 settembre 2006

Domenica mattina opzione 4

Primo sms ore 7.50?
Prima: maratona di 7 km, partenza ore 9.30.
Abbandono a causa del mio ginocchio+rinuncia delle ragazze (non so)
Seconda: dormire, pigrizia totale
Terza (mio rilancio): solito giro in bici, 3+3 km+ siesta al parco
Quarta (rilancia Plain):
al museo ebraico in bici per la Giornata Europea Della Cultura Ebraica.

Bella mattinata.
Un'attrice, brava e simpatica, ci racconta la storia dell'anello di Salomone .
In giro per il centro con una guida, brava e simpatica, che
ci fornisci i dati storici fondamentali della storia degli Ebrei in città.
Degustazione di vino Kasher e relativa appassionata spiegazione .
Finale in trattoria con cibo e vino IMPURO.

Arrivata al lavoro accaldata e sudata, ubriaca?
Giornata lavorativa vissuta con un po' di fatica (a sorpresa casino),
ma bella soddisfazione per le cose fatte ed ascoltate oggi.

Benzina per l'anima.
Non dimentico il mio progetto,
domani azioni pro ricerca lavoro nuovo.

sabato 2 settembre 2006

Aperitivi 2

Tutta un'altra storia.
Locale famoso e storico di Bologna.
Piazza piacevole, tavoli curati, personale professionale e gentile,
bicchieri e piatti belli, nuovi e puliti a dovere.
Buffet strepitoso di ogni ben di Dio, bello e buono,
compresa una bella insalata di frutta.
La cifra non certo popolare.11 euro long drink-8 euro il vino.

Va bene se si ha voglia di stare bene e non sentirti trattare a pesci in faccia.
Il vino era ottimo ed a temperatura perfetta.

Unica attenzione da non dimenticare:
non vi venga sete, niente acqua!
Ho ordinato un bicchiere d'acqua frizzante.
Risultato: 2,50 euro per un quartino (25 cc) di H20
E non era neppure Perrier!
Capita.

Aperitivi 1

Diffondiamo il giudizio negativo su un bar famoso che appartiene ad una SPA:
ROSA ROSAE.
Orrendo tagliere di legno sporco con, lanciati sopra come con una vanga, pezzi secchi di pane e pizza con residui bellici di formaggio e pomodoro acido, pezzi di frittata perplessa, servizio che manco al bar della stazione di Civitanova.
Per la modica cifra di :
5 euro- calice vino non speciale 10 euro- negroni bruttino, magari bevibile

giovedì 31 agosto 2006

40+1 party

Ecco.
Fatto. Sono meno giovane di un anno.
In realtà sono solo convenzioni.
'sti du m.........i!

Serata un po' "disordinata" ma piacevole nell'insieme.
Sentito tanto l'affetto delle vecchie e delle nuove amiche,
ricevuto bei regali e splendidi biglietti di auguri, commoventi.
Mi sono divertita a sentire le varie battutacce di A. e di M.
Sono riuscita a ballare, ballare, ballare con ottimi compagni di pista.
Sono stata felice di rivivere allegri cori e balletti con L.
Erano anni che non ballavo e cantavo così.
NB: lo so che si era detto che sarebbe meglio lasciarlo perdere,
... a me quell'uomo piace tantotantotanto!!!tanto?
A sorpresa, ho visto anche J. Un po' spento ma sempre dolce.
Alle tre ci siamo salutati con il solito abbraccio e le magiche parole:
"Ti voglio tanto bene, lo sai vero? " "Sì, lo so".
Lo sappiamo.
Tutta una lunga storia anche lui!!

Lacrime di coccodrillo?
Un piccolo dolore al ginocchio destro-quello operato:
il collega ballerino scatenato.
Mal di testa: alcool, troppo.
Avrei voluto essere più carina con Cla e Plain,
spero siano state bene.


Gratitudine, bella abitudine.
Vecchietta sì, allegra e felice anche.

martedì 29 agosto 2006

Che confusione

Sentimenti contrastanti.
Un po' di ansia da vigilia di compleanno.
Chi verrà? Andrà bene?
Mi sento nervosa e preoccupata.
Vorrei sentirmi più a mio agio.
Non vorrei sentire questo strano nodo allo stomaco.
Dove sono finiti gli sguardi di amorevolezza a cui mi ero abituata?
Dove sono le persone che sentivo "casa"?
Mi passerà.
E, come al solito, domani inventerò qualcosa cercando di non forzare.

(Vorrei solo non provare questa rabbia sottile!)

Ma anche:
bellissimo film al cinema, C.R.A.Z.Y.
simpaticissimo signore inglese che mi ha fatto tanti complimenti
bella serata con madre ieri smangiucchiando ottimi cibi che ci ha preparato un dolcissimo algerino simpatico e garbato
regalino affettuoso al profumo di agrumi della mia collega
etc etc etc

Appena arrivo a casa mi cerco
a) cassetta di Caetano Veloso per struggermi un po'
b) stendo - quello che va fatto va fatto
c) me ce vorrebbe so io cosa
d) respiro respiro respiro
....come tutti, no?

sabato 26 agosto 2006

DEL CULO

Ho appena visto - e GUARDATO - un bel culo di uomo.
Sarà che mi ha anche fatto un bel sorriso.
Non il culo. L'uomo.

Ho sorriso fra me e me e il post precedente.
Il dilemma è:
e se facciamo che per un po' siano i culi a decidere?
Che né pensate mie care agenti?
Basta con la compostezza,
sono un po' stufa, ho voglia di allegra indecenza,
di cazzeggi sguaiati, di frivole serate a fare bagordi.
Si parte? Mi date una mano?

Sull'intransigenza

E sulla tolleranza. E sull'esprimere opinioni.

Non credo, Plain, tu sia intransigente.
Non credo che agire con determinazione quando siano chiari e onesti i nostri sentimenti sia un segno di intransigenza. Semplicemente tutti noi abbiamo momenti in cui non ci sentiamo di decidere per una chiusura di un rapporto.
Magari soffriamo, magari non sappiamo scegliere la strada giusta.
Per fortuna, invece, altre volte, le cose ci sono più chiare ed abbiamo il coraggio di rischiare, la forza di guardarci allo specchio e di capire, di fare la cosa utile, per noi.
Succede a tutti sia l'una che l'altra cosa.

Non siamo tutti fatti allo stesso modo.
Non "stiamo" tutti sempre allo stesso modo.
A volte lo dimentichiamo.
Ci possono sfuggire atteggiamenti rigidi, frasi sentenziose, veloci espressioni che semplificano i sentimenti che stanno tentando di esprimerci gli altri.
E ci può succedere di essere o essere recepito intollerante
(dipende così tanto dallo stato d'animo di chi ci ascolta) .

Siamo figli di un passato e dei metodi che abbiamo imparato nel corso della nostra storia, famigliare e sociale. Spesso non siamo neppure consapevoli di agire seguendo schemi comportamentali non proprio nostri, non decisi da noi.
Succede a tutti.
Nel confronto con le persone, sopr quelle alle quali vogliamo bene e con le quali esiste un mutuo accordo di fiducia e uno scambio di confidenze, possono esserci dei momenti di impasse.
Se lo teniamo sempre presente come inevitabile ma non terribile,
ce la possiamo cavare -SEMPRE- o meglio, il più delle volte.
Anche questa è questione di variabili ed impegno, ma sopr di fiducia e amore.

Non rinunciamo ad esprimere noi stessi e le nostre opinioni, non smettiamo mai di fidarci dell'amore degli altri, non chiudiamoci nella nostra corazza difensiva, non crediamo a chi suggerisce di cercare soluzioni di compromesso "perchè tanto non serve a niente".
Stiamo solo attenti a preservare la nostra lucidità, a riconoscere quando l'abbiamo persa, proviamo ad ascoltare le anime delle persone e a comunicare senza scudi protettivi.
Certo, a meno che non sia necessario.
Camminiamo sorridenti con il cuore aperto e un bastone pronto ad agire in caso di pericolo.
Pericolo vero- se seguiamo il nostro istinto, sapremo riconoscere la differenza.

mercoledì 23 agosto 2006

Mandato accordato

Non mi sono sentita "invasa", mi sono divertita molto.
Non capita tutti i giorni di arrivare ad un tavolo di un' enoteca
e trovare due donne (e che donne!!) che dichiarano di essere pronte all'azione,
che mi comunicano di aver deciso di trovarmi il/un fidanzato.
Non mi sogno di discutere. Ascolto. Rido. Mi diverto.
Mi fido? sì.
Caratteristiche base, poche, abbiamo perso tutte il vizio del dettaglio.
Piccola discussione sulla prima definizione.
"Che ti piaccia". Dice la Cla.
"Un po' ". Dice Plain. "E no. Che mi piaccia, direi".
Avanti.
Obiettivo alto: mi viene detto che la mission prevede che figli- voce del verbo figliare.
Non un pescatore. Non uno basso. Non troppo.
Non quelli "testati" sessualmente dalla Prof.
Cambiamo velocemente argomento, il sesso, sopr quello raccontato,
non ci interessa come parametro.
Certo, uno che non sia lì per sbaglio, che non metta la tariffa a tempo.
Uno che abbia intenzioni a tempo indeterminato.
Giusto. Basta con 'sta precarietà ovunque e comunque.
Dichiarazione unanime: basta con i due "sappiamo quali".
Nuove prospettive.

In realtà abbiamo riso molto e convenuto che servono occasioni di incontro in ambienti "alti".
Alti di intelletto-cuore-argomenti-entusiasmi-autonomia.

Non esageriamo. Ci fermiamo.
L'ironia fa tanta compagnia.
Grazie vecchiette.

domenica 20 agosto 2006

un'altra domenica al lavoro

Dove andrei se non fossi bloccata quì dentro?
Cosa farei se avessi il pomeriggio libero?
Piscina, credo.
Passeggiata a Villa Ghigi, credo.
Chi vedrei se fosse in città?
Non so.
Come se il tempo e lo spazio si fossero dilatati creando una pozzanghera di distanza, di distanze fra il passato - e i suoi personaggi- e la mia vita di oggi.

Parafrasando l'oroscopo di Willy,
"quando il vuoto è davanti a noi, possiamo solo fare, proseguire,
librarci ad ali tese.
Perchè non è possibile perdere niente quando tutto è già visto e digerito."

So però cosa farei se mi potessi imbarcare sulla barca dei sogni.
Madrid.Un mese.
Marocco. Un tour per colori e odori.
Istambul. una settimana di tramonti sul Bosforo.
Parigi a casa di Gemma e a passeggio sulla Rive Gauche.
Lefkada in barca a vela.
Ma anche...
Fine settimana a Lerici con Attilio.
Giro in bici in Austria con Laura.
Brasile o Goa con ChiaraLupa.
Laurea in psicologia o scuola di interprete.
Appartamento a Paggrati, vicino allo stadio antico dove farei jogging.

Sogni.
Mi devo proprio proprio ricordare che questo blog ha la sua ragione d'essere nell'agevolare la mia capacità di individuare e prendere sul serio i miei sogni.

E, allora, anche le domeniche al lavoro sono funzionali.
O no?

sabato 19 agosto 2006

Anelli

Cena alla solita locanda Ca' del Lago dopo pomeriggio in piscina
e tramonto al parco, sotto al "nostro albero".
Il fascinoso cubano ha il solito sorriso irriverente.
Siamo solo noi e una coppia con scatenata bimbetta che parla a raffica.
La scelta del menù ci appaga pienamente.

Andiamo a Ca' de Mandorli. Il parcheggio è full,
al nostro arrivo il locale pare vuoto.
E' grande e piacevole questo posto riscoperto dopo tanti anni.
Tavolini, piccoli gazebo di legno con panche e cuscini morbidi stile etnico ,
due bar all'aperto e il solito bar all'interno.
Ragazzi giovani giovani e qualche trenta-quarantenne.
Target democratico.
Incontriamo C. e M. che, dopo cinque anni di dubbi (che non ho mai capito),
finalmente hanno deciso di vivere insieme.
Tanto per complicare le cose, chissà poi perchè, hanno affittato le loro due case di proprietà in città, entrambe belle e comode, per affittarne una in paese.

Balliamo un po', spostandoci da una pista all'altra appena il dj di turno perdeva la bussola e faceva mix azzardati che smorzavano l'atmosfera.
Stiamo per avviarci alla macchina.
Scendo dalla pista e vedo uno che si sta per accendere la paglia.
"Avresti una sigaretta", gli chiedo.
Me la dà, sorride.
Mi/ci dice "se non siete impegnate, posso sapere i vostri nomi?"
Solo se non siamo impegnate?
Spiega. Se non ci sono fidanzati in giro che non gradirebbero il nostro scambio.
Sorridiamo e chiacchieriamo un po'.
Non ancora convinto, mi prende le mani per scrutarmi attentamente gli anelli.
"Non sei sposata?".
Non gli rispondo ma sorrido. Mi riprende le mani.
Mi è simpatico.
E riparte a parlare degli anelli.
Quelli di S. sono "chiari", o forse -dice- lo è il suo sguardo.
I miei lo hanno insospettito, si chiede se sono anelli da single.
Ce l'ha con me. Dice che sono belli i miei anelli.
Parlano di fedi e di come gli uomini spesso le tolgono quando vanno nei locali.
Parlano di quelle volte che qualcuno ha mentito loro.
Chiede la nostra età, specifica che lui è piccolo, trentadue anni.
Sentenzia che alle quarantenni piacciono gli uomini dai trenta ai cinquanta.
Parlano della loro abitudine a controllare subito le mani delle persone .

Non l'ho mai fatto.
Non mi sono mai immaginata come una in cerca di uomini.
Non conosco gli stratagemmi da usare per flirtare.
Non mi sono MAI sentita una ragazza "da maritare".
Se un uomo tocca questi argomenti,
mi viene subito il desiderio di tornare a casa a leggere un libro
(o di andare in Grecia ad abitare, forse prima o poi lo farò)

giovedì 17 agosto 2006

Calimero

Stanca.
Oggi sono stanca, stanchissima, distrutta.
Questi venti giorni di città mi hanno smorzato l'energia.

lavoro. disorganizzazione. sporco. noia e fatica allo stesso tempo.

Calma.
Decisioni.
Domani speriamo sia bello!

mercoledì 16 agosto 2006

ferragosto

Niente fiordi, niente Medina.
Niente onde dolci.
Niente sguardi languidi sulla spiaggia.
Solo un perfetto tour di Bologna, al tramonto, in bicicletta.
Due ore di strade deserte e silenziose, chiese e palazzi splendidi ,
luci e colori, velocità sui viali di inconsueta bellezza.
Anche questa è vita.

Una doccia e la ricerca di un locale aperto. Fame.
Trovato. In San Vitale.
Ci danno, dice, anche da bere!
Ottima, veramente, pizza al tagliere.
Un disco di legno che gira ad offrire le sue belle fette profumate di basilico.
Siamo pochi in città.
C'è spazio per tutti.
Poi?
Cerca, cerca. Tutto chiuso.
Trovato, esattamente a due passi da casa.
Sandia. Nuova gestione. Ragazzi molto gentili e professionali.
Simpatici.
Un dolce e bellissimo Pitbull di nome Tosca che gira scodinzolando fra i tavoli.
Ci scappa una crepe alla nutella.
Né mangiamo prima una poi l'altra, ci imbocchiamo.
Semplice comunione alla nutella.
Abbiamo festeggiato anche noi.

lunedì 14 agosto 2006

Welcome Eva

Nuova nascita.
Arrivata in una domenica di metà agosto.
Entro nella camera d'ospedale e trovo la mia amica in piedi nella sua camicia da notte e nel suo reggiseno a righe blu.
Aria da ragazzetta dispettosa.
Bellissima, luminosa e serena, muove i riccioli e mi sorride.
Ecco fatto. tutti i miei dubbi prendono il volo.

Vuole fumare, la neo-mamma.
Mi lascia la sua preziosa creatura e scende in strada.
Sono felice delle mie amiche.
La nana sta un pochino buona nella culla.
Poi caccia il suo strillo che dice chiaro "prendimi".
Eseguo. Si calma immediatamente.
Vado poi a prendere alla mammina una schifezzina al cioccolato.
Ecco. Come si può essere utili nella vita.

Vado.
Ho invito a cena da G. un anno esatto dal nostro ultimo appuntamento.
Strano tipo.
Cena. Paga lui. Mi ha sorpreso.
Niente "invito" a letto. Mi ha sorpreso.
Invito per ferragosto. Mi ha sorpreso.
Va bene.
Eva, già ti voglio bene.

sabato 12 agosto 2006

ho perso il mio primo post

Avevo un simpatico post di questa mattina.
Si intitolava "Dimenticavo".
Parlava del fatto che "non si batte un chiodo",
del Signor Tantrico (in verità ex-tantrico ed ex ogni cosa).
Non sono arrabbiata con lui.
In realtà un po' sì. Un po' delusa ed annoiata, direi.
Non tanto perchè mi aspettassi chissà cosa...
E che non mi piacciono più le sue "inutili" telefonate,
e che non capisco perchè mi cerca se poi è così...
come? indefinito- non chiaro-sfuggente-criptico.

Avrò anch'io le mie responsabilità,
certo quella di non avere fornito sul piatto d'argento la soluzione ai suoi dubbi.
Anzi, mi chiedo a volte, forse ho esagerato con la "disinvoltura".
Ma, come scrivevo nel post-dissolto,
NON HO PIU' VOGLIA DI ANALISI E DI ERMENEUTICA
non con le persone, non quando c'è tanto di meglio da fare.
Pota.
Seguiamo il flusso, la corrente, lasciamoci trasportare,
fino a valle. Si vedrà.

venerdì 11 agosto 2006

Buon Natale

12 agosto
freddo e pioggia.
Certo, ammetto di aver sperato in una temperatura non troppo calda per questi giorni in cui mi tocca stare in città mentre sono tutti via e a me tocca lavorare .
città deserta, quindici gradi
Capperi, un po' esagerato, no?

Stamattina giretto in bicicletta sotto le nuvole minacciose
Pedala pedala per la periferia:
negozi chiusi, un passante ogni quarto d'ora (extra comunitario),
un auto ogni dieci minuti,
silenzio e aria da day after, palazzi con le imposte chiuse,
autobus lenti e semi vuoti, strade libere e larghe senza auto parcheggiate,
le voci che escono libere dai pochi bar o negozi aperti,
ritmi rallentati nei movimenti delle persone che incrocio.

In casa silenzio assoluto, neppure un'ambulanza.
Anche se un po' mi sento isolata,
mi godo questa città diversa come se fossi anch'io una turista.
Riuscirò a non perdere la bussola?
Credo di sì.

Parole volti

Mi sveglio con una serie di pensieri aggrovigliati fra loro.
Vedo volti, vedo parole.
"Cafone". "Tantrico" . "Ragnatele".
Qualcosa non va?
Forse.
Vedo gli occhi sorridenti di Edi

"Le donne, se non hanno una relazione, hanno la ragnatela. "
Cosa significa?

Gentile Edi. Mi manchi.
Mi manca la tua splendida incapacità di recriminare,
il tuo essere sempre efficace e caparbio ma morbido e rispettoso.
Doti che spesso scarseggiano da queste parti!!
E, guarda un po', le trovo assai "secsi".

Ma sì,
parole parole parole, soltanto parole

giovedì 10 agosto 2006

locanda del lago

Il lago non c'è.
A cinque minuti dalla città un angolo di collina che ti fa sentire chissà dove.
Sembra di essere in vacanza.
Verde, tanto verde, gattoni e gerani, basilico e candele di citronella.
Fa quasi freddo.
Il gestore cubano con la faccia da schiaffi esibisce il suo fascino e il suo sguardo ironico, il suo sorriso ampio e brillante.
L'altro ragazzo gentilissimo pare uscito dal mondo degli uomini "veri e responsabili".
Mi ricorda Attilio e i suoi fratelli.
A Bo mancano questi uomini.
Pare ci siano solo "ragazzi". Ragazzi di quaranta e cinquant'anni.
Noiosi. Inaffidabili. Senza la gioia del giovane, senza la solidità dell'uomo, senza il fascino della virilità, senza la capacità di giocare con l'ironia. Presi dalla loro mania di rimanere infantili.

A. e S.
Le osservo. E capisco, per la prima volta, che l'affetto che provo per S. non mi fa vedere quello che vedono gli altri: un'anima in pena, piena di tic nervosi e stato vitale "basso".
A. racconta un episodio spassosissimo. Lo fa per sfogarsi e per scioccare S.
Un neonato di uccellino caduto dal nido.
Una signora distinta di un matrimonio-A. ha un agriturismo- la convoca perchè si occupi del fatto.
Lo fa. Prende con sé il gatto- Quattrosoldi ndr- e gli regala il piccolo bebé da sbranare.
Imita i rumori del lauto pasto sotto gli occhi spalancati di S.
Imita la voce della signora che cerca di protestare quando viene a sapere.
Racconta di una telefonata dal Brasile in cui i figli della cameriera del ristorante la accusano di essere un'assassina.
Ride. Ridiamo fino alle lacrime.
Lo scopo è raggiunto: S. è ammutolita. Non ci espone più il suo stato di depressione e le sue preoccupazioni per il suo non-ancora-iniziato flirt con lo sconosciuto incontrato due volte.

Bon Bon el perro

Una landa desolata e sconfinata, vento e terra arsa dal sole.
Un uomo solo che ha perso il lavoro.
Un cane. Un enorme molosso bianco creato in laboratorio.
Un potente cane dalle mandibole mortali al quale hanno dato il nome di Dogo.
Questo si chiama Bon Bon.
L'uomo e il cane viaggiano su una jeep color panna, seduti l'uno a fianco all'altro.
L'uomo acquista un'identità tramite il cane e si incontra con le contraddizioni del suo paese.
Non ci sono morali esplicite, non c'è trama, non c'è finale.
Luce e primi piani, si respira l'atmosfera surreale di una realtà dura difficile, violenta e silenziosa.

Piccolo episodio alla cassa del cinema: riconosco nella cassiera una ragazza con cui ho viaggiato l'estate scorsa. Saluti affettuosi attraverso il vetro, complimenti reciproci.
E' veramente cambiata molto, bellissima, serena e appagata, niente più di quell'aria da cagnolino dolce e triste che aveva.
"cosa è cambiato?" chiedo.
"Sono innamoratissima", risponde.
Intanto appoggio dieci euro sul banco. Li prende, si guarda intorno - c'è un uomo sulla sessantina arrampicato sulla scala proprio sopra di noi- stampa il biglietto, lo allunga verso le mie mani con una banconota da venti euro.
Ci salutiamo, improvvisamente frettolose.

Entro, mi siedo assaporando la mia seratina nel mio cinema preferito.
Disagio. Lo scaccio augurandomi con tutta l'energia possibile che non venga scoperta.
Andrà bene, mi dico.
E cerco di allontanare con tutte le mie forze il ricordo del racconto di Michele dell'altra sera- il licenziamento di una cassiera.

domenica 6 agosto 2006

bici terapia

Partenza alle dieci di una domenica di inizio agosto.
Mi preparo: i soliti, efficaci pantaloni corti e morbidi, canottiera, occhiali (quelli da due soldi ma leggerissimi), le tennis.
E ora la borsa.
Servirebbe un piccolo zaino che non ingombri ma che possa contenere gli oggetti da "biciclettata": pareo per stendersi al parco, l'internazionale, bustina con il mitico lettore mp3, libro, quaderno.
Dove sei zainetto?
Non ce l'ho.Mi manca.
Lo compro al più presto.
Opto per una borsa che avevo deciso di buttare.

Acqua nel porta borraccia e imbocco via V.
Sole, cielo azzurro, venticello lieve, aria profumata, silenzio o quasi.
Una pedalata, la seconda, la terza.
Ecco, già i colori mi dicono che ho fatto proprio bene a muovermi da casa.
Una ragazza sulla bici legge tranquillamente il giornale all'angolo.
Una coppia di cinquantenni passeggia tenendosi per mano.
Accellero. Mi godo la velocità.

sabato 5 agosto 2006

A cosa servirà questa solitudine?

E' arrivato il tanto temuto momento.
Il 5 di agosto. In città non è rimasto quasi nessuno.
In realtà, la solitudine ha poco a che fare con le vacanze.
E' un po' di tempo che la quotidianità mi vede a gestire rifiuti e negazioni.
Pare che qualcosa si sia "rotto"...

Fuga? Silenzi a mascherare malesseri vari?
Tempo per capire per accettare e
LASCIARE ANDARE IL PASSATO
(compresi gli amici che si perdono nelle distanze).

La barca è il mio obiettivo
La barca è il mio oggetto di cure e amore.
La meta mi verrà suggerita più avanti- lo so- lo sento

Alla deriva o in secca?

Una barca tutta per me, per ora.
Una barca da colorare e preparare per il varo e per la partenza.
Nel silenzio assordante di questo agosto in città,
nella solitudine che crea pericolosi ronzii nel cervello,
nel vuoto creato dalle assenze,
nelle lacrime che non vogliono uscire dall'anima.

Scrivere per risvegliare la creatività e per armare le vele.
Per stanare i sogni che si sono nascosti nelle pieghe degli anni.