martedì 23 febbraio 2010

Numeri, ancora numeri

Pensavo alla nuova ansia da prestazione del mondo attuale. Pare che il valore dell'oggi sia il numero, il conteggio, la quantità. Come se il must fosse essere TANTO. "Librodifacce" è il gioco che più rappresenta questa corsa a mostrare numeri che indicano identità. Più amici hai, più SEI. Sei cosa? E' IN essere presissisimi e non avere tempo. Per cosa? Come se avere l'agenda, la rubrica piena fosse un merito. E se tutti sono stressati e corrono appare meritevole. Dove corriamo? Dove arriveremo? Che poi, le richieste della società sono corrispondenti ai nostri desideri? Il televoto ha rotto le scatole. Il valore della popolarità ha preso troppo spazio.

In attesa della primavera e di passeggiate tranquille senza meta.

lunedì 22 febbraio 2010

L'anno che verrà

Ci siamo riusciti: il malato è finalmente uscito. Cinema e pizzetta, una ventata di normalità domenicale.

Film bello, fatto benissimo, emozionante e coinvolgente. Le inquadrature accompagnate dalla splendida fotografia, mostrano angoli dell'Appennino bolognese che conosco bene. Lo stesso colore dell'erba e delle strade, la forma degli alberi che si appoggiano sul pendio immerso nella foschia dell'umidità. Mi ricordavano i dintorni di casa di mia sorella o la casona dove ho passato un'estate qualche anno fa. E le facce. Le rughe profonde degli uomini che lavorano tutto il giorno all'aperto, gli occhi sereni e dolci dei contadini che mi ricordano quelli che ho conosciuto nella famiglia di una mia amica trent'anni fa. Il racconto del film è semplice, secco, privo di retorica. Sono le immagini a delineare i sentimenti. La storia la sappiamo tutti, descritta senza interpretazioni risulta ancora più forte, più crudele. Che la guerra ha la capacità di distruggere la vita, senza motivazioni, senza spiegazioni.
La bambina, nel suo assoluto silenzio, comunica la sua forza e la sua sofferenza rendendola portavoce della condizione di tutti. Per tutta la durata del film i suoi occhi sono i nostri. La scena finale con lei seduta sul ramo nella luce della sera che canta al fratellino neonato, pura poesia scevra di demagogia.

sabato 20 febbraio 2010

Aggiornamenti di mamme e zie

Mi accoglie con un sorriso lieve. Subito dopo mi annuncia che non né può più. Penso che mi ha detto che domani parte per una settimana a Capo Verde di mare e riposo e sole. Le farà bene. Cena tranquilla, che è molto che non si fa.
Mi chiede e racconto.
Il gestore del ristorante è gentile, troppo, nel senso che alla seconda mi lascia un po' perplessa (lei capisce e ride. che mi ricorda un atteggiamento di qualcuno delle medesime origini che così mi lasciava stupita: perchè mi devi blandire, lisciare, intortare???). L'ultima volta che lo fece- questo signore- mi fregò in malo modo con 8 etti di piccolo tonno... L'altro, Babà, quello là, invece riuscì a bilanciare la sua gentilezza e galanteria esagerate con una bella bastonata sulla faccia.
Vabbè.

Su una cosa non ho dubbi e "strillo" come un aquila: un bambino di sei anni che ha rendimento scolastico alto, che sicuramente è sveglio, intelligente, creativo e consapevole, NON PUO' essere umiliato con un voto in condotta bassissimo alla sua prima pagella. Qualcosa non funziona. La scuola non dovrebbe essere questo.
E' un po' che non lo vedo questo piccolo mostro ma i grandi dovrebbero fare di meglio. No?

Non vedo l'ora di partecipare all'incisione inutile.

giovedì 18 febbraio 2010

Sole, vieni a noi!

Che poi basta così poco, non libera da tutti i guai e dalle difficili questioni...
Ma mi piglia improvvisa serenità. La luce c'è.

E lavarsi i capelli dimenticando che l'asciugacapelli si trova in ospedale...
Vabbè, un po' decido che è nella loro natura asciugarsi, poi incrocio il vicino sul pianerottolo e scrocco due minuti di aria calda.

E la caldaia abbiamo deciso che "s'ha da cambià", Michele viene e parliamo di prezzi e tempi e misure. Tre tranche??? Acconsente, meno male.

Pasta e fagioli, oggi niente panino (odio i panini).

I malati oggi sono di cattivo umore, non hanno guardato bene il cielo.

Domani no lavoro, che ultimamente l'avvicinarsi del day off mi consola assai.

Comincio a intravedere e sognare mare, sole e caldo. Ancora un po' ma arrivo.

mercoledì 17 febbraio 2010

Dal cassetto di un bis cugino trovato su FB



ps: io sono quella patata al centro. notare scarpe, look e frangetta

Andiamo a Lourdes?

Alla mia collega è scappata questa frase. E, sì. Fra me e lei siamo alle prese con ospedali da quest'estate. Lunedì corro al Malpighi da mr C, falso allarme, intervento fatto, decidono di dimetterlo, nelle mani del primario va tutto meglio. Martedì il telefono squilla, emergenza. Per l'ennesima volta risulta chiaro che abitare vicino al maggiore ospedale della città ha i suoi vantaggi. Preparo quello che serve per il ricovero e vado al pronto soccorso. La piccola donnapretaporter è da qualche ora muta e con gli occhi lucidi, la flebo attaccata in attesa che vengano scartate ipotesi fastidiose (infettivi? NO!). Stamattina mi chiama e parla, quanto parla. Fra un pochino vado per assistenza doccia alla malata. Allegra, è felice dei libri che le ho portato e degli amici che organizzano visite simpatiche.

Arriverà la primavera, vero?

Scherziamo sul percorso breve fra cervello e parola della sua mamma (mia sister ndr), argomento antico: all'arrivo del suo ex fidanzato storico, la mamma grida un nome che non c'entra niente. Imbarazzo generale, appena smorzato dal mio immediato smentire e riconoscere (e l'avevo visto due volte anni fa).

venerdì 12 febbraio 2010

Cadeaux

Dimmi che amici hai e ti dirò...
Che il mondo è stracciatella, variegata alla frutta, di tutt'un po'.
Mezzanotte circa, reduce dalla buferetta di neve, arrivo a casa un po' zuppa ma felice di avere riportato a casa la mia moto.
Sulla porta, incastrato sulla maniglia, un pacchetto rosso. La scritta dice "con tanto affetto". Un libro e un dvd reportage sull'Ayurveda.
Capito subito. Penso che se c'è una bella cosa, che mi piace tanto, sono le cose impreviste, le persone imprevedibili, le magie e i regalini senza evento da commemorare. Così.

Certo che andrei di corsa a farmi impiastricciare da quei signori lì!

Fetish shoes

Giovanni



Giovanni è in piedi che parla con l'avvocato (appena finita una sessione di ballo sfrenato improvvisato). Ma è anche spiaccicato per terra completamente nudo. Perchè sostiene che se non ti metti a nudo e non permetti alla gente di calpestarti un po', non riuscirai a sentirti libero, non vincerai le tue paure.

Capito?

Galanterie e inviti

Serata degli uomini simpatici e galanti.
Al job.
1) Due inglesi, Mr Logan and Mr Allridge. Carinerie e allegrie, scherzetti e sorrisi. Vieni a mangiare con noi? Simpatico duo della differenza: uno biondo e anglosassone in tutto e per tutto, macho q.b., ariano che vive a Barletta. Altro elegantissimo e dolce, di origine afro qualcosa, delicato e sensibile, un modello-artista che comunica serenità.
2) Entrata d'effetto, sorriso strepitoso, occhi micidiali che ti si piazzano addosso senza pudore. Frank, hai una prenotazione a nome Frank? Ho fatto io, capisco chi è. Poi si racconta mettendo in scena gag varie. Olandese, alto, biondo, sfrontato ma intelligente, gli occhi da Paul Newman (meglio di quelli là, ma me lo ricordano molto). Sono stato molti anni in Asia, Tailandia. Sono arrivato dall'Olanda in camion con un carico di fiori, se avessi saputo che saresti stata quì te ne avrei portati mezzo quintale. Vieni a cena con me? Simpatico. Che magari, se avessi potuto, sarei andata.
3) Occhi di ghiaccio, contorno nero che sembra kajal. Kamal. Sindacalista parigino (di origine marocchina, ecco perchè occhi così). E parliamo di orari di lavoro e regole, diritti dei lavoratori. Fierissimo delle 35 ore di lavoro della Francia. Invito a cena per i prossimi tre mesi, quì o a Parigi. A Parigi il tuo lavoro rende 2000,00 euro al mese. Mah. So che ha fatto corte assillante anche alla mia collega, non importa. Simpatico seppur insistente. Prendo il suo cellulare, così.

E gli altri si divertono a scherzare sulle tormente di neve ed altre cose. Carini ed affettuosi come sempre.

Se non fosse che in questo lavoro l'incontro con la gente è sempre positività...

Che di colore è pieno il mondo

La paura



Mi collego al post di frutti di stagione. E' terribile vedere come la paura sia ovunque e come prenda spazio vitale lasciandoci inermi e frastornati.
Ieri sera un'amica mi parlava delle sue paure rispetto al compagno. Ho cercato di calmarla, lo invitata a non permettere alle sue paure di prendere il sopravvento. Mi ha impressionato vedere come si possa perdere le staffe condizionati dalle notizie varie che impestano l'aria(ha un bambino piccolo con un uomo inglese e, visto che ora vanno poco d'accordo, teme che lui glielo porti via). Non ho capito se ci siano motivi validi per temere ma, in ogni caso, credo che lasciare spazio alla paura tolga l'energia necessaria ad affrontare quello che serve gestire ed affrontare con lucidità e fiducia. Vivere nel terrore crea grandi problemi di comunicazione e innesca fantasie negative che distolgono dal credere nelle soluzioni. Che poi, pensiero che mi angoscia molto, come si fa a dormire con qualcuno che pensi capace di gesti terribili?
Qualcosa non va.

Non lasciamoci fregare!

lunedì 8 febbraio 2010

Che bella banda

Sabato sera intensa e gioiosa, anche se a notte inoltrata...

La collettiva del gruppo degli INUTILI mi è piacuta moltissimo, sarà che il legame con due degli artisti è così profondo e sentimentalmente intenso, sarà che tutti loro sono così intelligentemente simpatici. L'uomo che mi piace ha venduto la sua prima opera d'arte a due minuti dall'inizio del vernissage. Pensa.
Visto tanta gente che non vedevo da un po', bei sorrisi e allegria. La nipotuzza in versione fotografa scatenata mi ha fatto divertire molto, la bella InutilWoman dalle calze pinkissime mi ha commosso con due righe scritte sul mio catalogo.
Di corsa poi alla cena del gruppo "autunno-inverno al Casone", mangiatona e gradevole serata. Che poi l'intimità abbia scatenato uno sfogo un po' "forte" da parte mia...Nulla di grave, che l'amicizia riesce a gestire tutto. E, anche se le lacrime non erano previste, gli abbracci sono stati bei momenti che non dimenticherò.

E, guai arrivano e guai trovano sistemazione.
E, alcune cose di Mr C hanno trovato buone soluzioni mentre la mia caldaia sembra essere arrivata al capolinea. Povera, anziana di diciottoanni, mica avevo realizzato!

venerdì 5 febbraio 2010

Nina Simone canta

Tell me more and more and then some

why do they call me?

Dolcissima canzone che arriva improvvisa e mi regala un sorriso che profuma di vecchi tempi e di sogni che in fondo sono vivi e vegeti

Gemellaggio Moldavia-Bolognina

Esco dalla casa dello shiatsu, serena, ancora negli occhi il suo sorriso che scalda. Freddo, umido. Cappellino calato. Incrocio un signore anziano che cammina con un trepiedi. Mi ferma. "Scusi, si fermi, non abbia paura". Faccio un passo indietro e gli sorrido "Mi dica". Rimane un po' sospeso. "Ma...lei non è straniera". Quasi scocciato, deluso. Gli dico che no, non lo sono ma che mi può dire.

Cercava una straniera perchè è depresso e ha bisogno di aiuto, per pulire la casa e altro. Perchè è così stressato. Gli rispondo che non posso aiutarlo e gli faccio i miei auguri. Dice che non bastano. Lo saluto gentilmente e me ne vado.

Riflessioni:
- con quel cappellino mi scambiano per ragazza dell'Est. Perchè?
- avevo l'aria da badante? Non sarà mica segno dell'età che avanza?
- lo sfacciato pensa che le straniere, tutte, si prestino a tutto?
- dici che abborda spesso in questo modo? E avrà successo?
- quartiere che vai storie che trovi
- la periferia è diversa dal centro città
- ho un eventuale futuro lavorativo a cui non avevo pensato
:-)

giovedì 4 febbraio 2010

Nervi a fior di pelle

Mi sveglio sapendo che ho rimuginato tutta notte. Che fatica. Il nervoso galoppa. Lo so che devo lasciar correre, che l'ansia non è una buona cosa, che se stessi più serena magari le cose andrebbero meglio.

Ma la mia pazienza è al limite. Che non posso cambiare lo stato di alcune cose, soprattutto quelle che non mi riguardano direttamete. E Mr C...Ha esagerato negli anni passati, ha fatto un vero pasticcio di cose lasciate alla deriva. E ora i nodi vengono al pettine. Non è giusto che mi svegli con l'angoscia per lui (che poi contiene un po' di rabbia). Un paio di cose giuste e fondamentali le ho fatte e c'è qualcuno che penserà ad alcuni aspetti indispensabili per aiutarlo. Per gli altri "nodi" non posso fare tutto io, devo accettarlo.
Devo riprendere lucidità. Farò quello che potrò.

E non devo tralasciare le mie battaglie quotidiane.
Lavoro? Tornare a casa sempre a mezzanotte e passa sfinirebbe chiunque!

Calma e rewind e reset.

E se facessimo il test anti-droga a tutta la popolazione italiana?
Tanto abbiamo soldi da buttare!

mercoledì 3 febbraio 2010

Burocratiche demenzenzialità

Sono sul piede di guerra. Per contrastare il senso di ingiustizia e i bastoni fra le ruote dei tempi della sanità. La questio è una di quelle che conosciamo ma in questo caso i suoi effetti sono molto più fastidiosi. Se l'appuntamento per una visita o prestazione disgnostica, per me, per noi si riduce ad un ridicolo "fra 4/5 mesi", ci ridiamo, né parliamo e cerchiamo soluzioni alternative. Pagando un po', rassegnandoci un po', che tanto non è la fine del mondo.
Invece, se la malattia incombe e la burocrazia sanitaria costringe chi ha bisogno a una visita per certificare qualcosa che è già ampiamente certificato (che se sei un malato oncologico con invalidità al 100 % è chiaro che potresti, e HAI, bisogno del contrassegno disabile per l'auto), e se questa prenotazione te la danno 4 MESI dopo!!! Allora si chiama follia pura.

Sto telefonando a mezzo mondo. Il volontario dell'associazione europea diritti del malato ha telefonato all'altra metà del mondo. Ho chiamato amici che hanno amici. Il responsabile del servizio pubblico atto alla suddetta certificazione (doppione di quella che c'è già ma fatta appositamente per chi rilascia il contrassegno), propone la soluzione: chiamare l'addetto alla visita (medico X o Y) e chiedergli di fare uno strappo alla regola e fare "infilare" il malato in questione fra una visita e l'altra. Passando davanti agli altri "ufficiosamente".
Praticamente si chiederà un favore a qualcuno.

Non so. Penso alle persone che intraprendono battaglie contro i mulini a vento e mi sento una formichina che non sa nulla della vita. E pensare che ci sarebbero leggi fatte appositamente affinché non si verifichino queste cose. Che poi, che tutte le voci all'altro capo del filo del telefono, gentili e solidali, spieghino che tutto 'sto casino è dovuto ai furbetti che usano abusivamente i contrassegni auto disabili, non consola, fa solo ancora più incazzare.