mercoledì 28 aprile 2010

Wesak

Sono andata dalla donna dalle mani che trasmettono serenità e che sistema i miei canali energetici. Era un po' che aspettavo un piccolo aiuto, troppe cose negative in questo periodo mi avevano messo tristezza e nervosismo addosso. Abbiamo parlato un po' sedute sul fouton della mansarda. Del seminario a cui ha partecipato e delle paure che accompagnano le persone malate o anziane. Della difficile relazione con il concetto della morte nel mondo moderno che non se ne occupa abbastanza.
Sono uscita e, per arrivare all'orario del mio appuntamento, sono andata al Vecchio Son a sentire per le mie lezioni di canto. E ho respirato la calma della sera di luna piena e ho aspettato l'amica un po' in ritardo.
"Sono stata al Wesak". E il mio desiderio di pace e positività si è materializzato. Dopo la serata carina nel posto carino, rientro a casa con la mia calla benedetta. I fiori bianchi mi ricordano tanto la casa che frequentavo qualche anno fa, quella casa bianca e serena dove si meditava e si respirava insieme.
Le amiche di sempre sono una garanzia, di allegria e ironia, di amore e complicità, di sempre nuove possibilità di riflessione e di percorsi liberi che si fanno insieme.

martedì 27 aprile 2010

Ciao bella ciao

Domenica di sole, 25 aprile rituale, tanta gente, musichetta e corsetto di balli scozzesi, se ti va puoi farti fare anche un assaggio di massaggio Shiatsu...
Ci porto la mia amica, quella con il compagno desaparecido, ha dovuto portare il suo piccolo bambino in Piemonte per poter lavorare i quattro giorni di questa settimana, ha lo sguardo triste ma è contenta di fare un giretto.
All'arrivo incontriamo subito Sandreuse che mi aggiorna su "chi c'è". Il vip della situazione è un baby nato a luglio e che non ho ancora conosciuto. Parto alla ricerca. Incontro il padre e gli dico "dove?". Molla quello che stava facendo e si fa largo fra la folla. Non la troviamo, la mamma dalla chioma esagerata. Esploriamo la zona zeppa di famiglie e incontro TUTTE le mie amiche con pargoli. A volte le vedo io, a volte si sente il mio nome gridato da un angolo del prato. I bambini non li vedo da un pezzo, dalla primavera scorsa. Eppure mi corrono incontro senza sollecitazioni di adulti e mi regalano i loro baciotti, salivosi o asciutti. I piccoli con le loro voci da paperino, le grandi con il loro sorriso più bello (dodici anni e mi superano già in altezza!). I papà, che non vedo da anni, mi abbracciano con gioia e ci aggiorniamo sulle ultime cose che ci eravamo detti. La mia amica accusa un pochino tutti questi padri "normali" ma ci pensano i bambini a consolarla, che i piccoli hanno una sensibilità speciale...
Mi accordo per i prossimi appuntamenti, quelli stabiliti e quelli in ipotesi e le famigliole vanno a casa per la cena. Il vip ancora non l'ho incrociato. Ecco, sento la voce della neo mamma che mi chiama. Il baby è strepitoso, nove mesi di serenità dolcissima, profuma di buono. Due secondi e mi lancia le braccia al collo, mi esplora la faccia con le manine cicciotte, si impossessa dell'orecchino e ride alla grande dietro il ciuccio. Ci scambiamo i numeri di telefono e mi aggiorna sulla nuova residenza, "vicino a casa tua, vieni appena puoi".

Restiamo ancora un pochino e andiamo a farci una pizzetta. Due lacrime le scappano. Non è facile ma passerà.

sabato 24 aprile 2010

E se un giorno un viaggiatore

Vedi l'orizzonte e all'improvviso non lo vedi più. Lo spazio si restringe e si moltiplicano situazioni che precipitano. Non è facile capire il dolore delle persone a cui vuoi bene. Ancora più difficile lenire un dolore che vedi ma immagini solo. Mr C sta male, il dolore degli ultimi giorni è diverso, non smette, comincia a fare paura. Non lo vedo da un po'. Lunedì mi organizzo per fargli visita. Che tenerezza mi fa...
L'amica lontana, che ora è vicina, è caduta in un abisso e siamo tutti preoccupati. E pensare che avevamo passato una serata così piacevole e serena solo la settimana scorsa. Non so come si potrà fare, sono tante le ore di volo per la sua casa.
L'ex collega ha dovuto separarsi dal suo bambino dopo che il compagno è andato a comprare le sigarette ed è scomparso. Sembrano cose di un film e non lo sono.
Domani faremo una passeggiata, speriamo nel sole.

"Lo sforzo emotivo ti toglie il sorriso dal volto"

Non so bene, queste tragedie così vicine mi spezzano il cuore. Ma bisogna andare avanti, con coraggio, con incosciente fiducia.
Che le vette e le valli a volte sono un turbine che ci trasporta in un vortice negativo ma poi passa, passa tutto.

mercoledì 21 aprile 2010

Giorgio Gaber mi manca tanto

Anni affollati di idiomi, di idioti
di guerrieri e di pazzi, anni di esercizi.
Anni affollati di arroganza e di stucchevole bontà
di tentativi disperati
anni affollati di qualsiasi forma di incapacità.

Anni affollati, per fortuna siete già passati.

Ho fatto indigestione, la mia testa è piena
dall’Africa all’America al mio letto
non c’è rimasto niente che non so.

Io sono così pieno da neanche ricordare
il giorno in cui lasciai una donna
o in cui una donna mi lasciò.

Anni affollati, per fortuna siete già passati.

E quanti ne ho mangiati di domani e di destini
e poi gli spazi aperti, le donne solidali
erbe dopo i pasti, l’orgasmo a tutti i costi.

Con l’ARCI non si è soli, famiglia meneghina,
gli amici della Francia.
A scuola imparerò a ballare…
Mi vien da vomitare.

Anni affollati degli ultimi dieci anni
non riesco più a smaltirvi, c’è troppo poco oblio.

Anni affollati di gente che ha pensato a tutto
senza mai pensare a un Dio
anni di gente informata e noiosa
vi sbiadiranno gli anni che sbiadiscono ogni cosa.

Anni affollati di paure, ricatti, di impossibili guerre
anni affollati di mani sentenziose che maltrattano le chitarre.
Anni affollati di spunti divertenti
che il giorno dopo diventano idiozie
anni di terapie.

Anni affollati, per fortuna siete già passati.

Anni affollati, di disperati, senza dignità
di mendicanti un po’ arroganti e senza fisarmonica
di chi rovescia tutto e poi si arrende alla domenica.
La Cina è un po’ scaduta,
Chan Ching l’han condannata
ma forse lo dovevano fare.
Mi vien da vomitare.

Anni affollati degli ultimi dieci anni
non riesco più a smaltirvi, c’è troppo poco oblio.

Anni affollati di gente che ha pensato a tutto
senza mai pensare a un Dio.
Di troppe cose non so cosa farne
per me che avrei bisogno di poche immagini ma eterne.

Anni affollati.
Anni affollati.

Anni affollati, per fortuna siete già passati.
Anni affollati, per fortuna siete già passati.

martedì 20 aprile 2010

Magma bollente di problematiche

Che la settimana passata sia stata molto faticosa e impegnativa era stato compensato da un delizioso sabato sera con notte in agriturismo e pranzetto sereno. Il rientro in città mi ha trovato una decina di minuti a leggere sul sito dell'Ansa i numeri pazzeschi di questo blocco dei cieli europei. Che 60 camere di stranieri che devono riuscire a tornare a casa, avevano già prodotto una mia necessaria assistenza ad un sacco di gente. Bologna-Vienna in taxi: euro 1100,00. Bologna-Colonia: euro 1700,00. I Coreani hanno preso il possiblie verso Sud. Gli Spagnoli hanno puntato Civitavecchia e Livorno e si faranno una mini-crociera. I Sud Americani, dopo due giorni di attesa pacata, oggi vanno in aeroporto cercando di raggiungere Madrid. E altre invenzioni in autobus per la Finlandia o le coste della Sicilia per arrivare in Africa e Medio Oriente.

Domenica sera arrivaa una telefonata che mi chiede un appuntamento per parlare di una spinosa questione. Sono andata. Mi aspetta un periodo impegnativo.
Mr C sta molto male, povero.
Le due amiche con il matrimonio in fase di disfacimento e i pargoli piccini sono allo sbando. Daremo un po' di affetto e sostegno ma ci vuole della calma.

L'effetto della bella serata spensierata e danzante ancora regge. Stasera potrei andare alla festicciola del giovane meraviglioso che mi ha invitato l'altra sera. Se non sarò a pezzi.


Che le valli e le vette si alternano vorticose...

martedì 13 aprile 2010

Frivolezza

Sono stata a vedere uno spettacolo di Drag Queen. A dirla così non rende assolutamente l'idea. Erano veramente straordinarie. Io e i miei pregiudizi ci siamo divertite veramente moltissimo. Gemma Jones mi ha stupito e affascinato con la sua imitazione di Lorella Cuccarini (ballerina fantastica, la Gemma, non la Cuccarini). Aperegina era un tocco inquietante con i suoi 130 kg di pancia sballonzolante ma strepitosa (è la tizia che fa la Mara Maionchi al Chiambretti night). Citronella e l'altra due artiste semplicemente bravissime. Un vero show spassoso fatto benissimo con molte trovate ironiche e intelligenti. La Raffaella Carrà ci ha salutato e presentato la mia amica a sua madre dicendo, con la sua bella parrucca biondo platino, "mamma, ti presento il mio capo".

Che di amate amiche e artisti simpatici e bravi e pieno il mondo

venerdì 9 aprile 2010

Le modalità che fanno male

Mi chiama vincendo il disagio dell'orgoglio. Vado. E' stanca di piangere e di costringere il suo bambino a vedere una mamma in quello stato.
Non si capisce perchè alcuni uomini amino la "modalità scomparsa improvvisa" e non siano in grado di parlare con le persone, nemmeno con chi ha dormito con loro per mesi o anni.
Non posso fare molto, porto un pesto di basilico e mangiamo insieme, che non mangiava da tre giorni, passeggiamo al sole e prendiamo un gelato, gioco un po' con il baby di due anni. Qualche ora senza lacrime e sussulti. Ci organizziamo per future gite in bicicletta, spedizioni a fare la spesa o una pizzetta nei prossimi giorni. Non sarà facile, è tutto da reinventare, dice.
Come si può sparire dagli occhi di un cucciolo così piccolo? Cosa vuol dire mollare un carico come un bambino ad una persona da sola? E il silenzio assoluto che significato avrebbe?

Non capisco. Si vedrà.

giovedì 8 aprile 2010

Deliri di uomini confusi

Mi arriva una e-mail. Leggo e non capisco. Poi intuisco come sia la storia. Qualcuno si è bevuto il cervello e ha fatto un'azione brutta. Di quelle che non si fanno, mai! Meno male che le donne sanno come affrontare certe situazioni e non si tirano indietro quando si tratta di proteggere una madre e il suo bambino dalle intemperanze dei padri. Coraggio tesoro, faremo del nostro meglio e passerà. Chissà cosa credeva di fare...
Speriamo che rinsavisca presto.

Semplice e chiaro

Responso dei Ching: Evitate di riallacciare vecchi rapporti.

Illuminante!

mercoledì 7 aprile 2010

A volte ritornano

La telefonata arriva inaspettata. Rispondo convinta che sia il genitore apprensivo che sollecita. Non è lui. E' il secondo "modalità scomparsa improvvisa" della mia vita. Sono contenta di sentire la sua voce, quasi mi dimentico tutta la storia e tutto il silenzio. Rimaniamo che presto ci vedremo. Che non so se sarà o non sarà. Non faccio in tempo a rimuginare, si parte con l'auto dell'ex-cognato verso la Romagna. Il piccolo incidente ci diverte molto: metto la retromarcia e mi rimane in mano il pomolo del cambio. Colla risolutiva e ci lanciamo in autostrada cantando a tutto volume. Le mie ragazze sono dolci e cresciute mi regalano simpatiche conversazioni che mettono allegria. La donna pretàporter si ricorda tutto e mi aggiorna su dettagli che non mi ricordavo.

Dopo ipotesi ostriche avariate e ipotesi influenza, ore sono più propensa ad interpretare la notte passata a vomitare come reazione del corpo ad una telefonata che mi ha buttato un po' indietro nel tempo...

Dal dentista le cose si mettono complicate. L'infermiera mi saluta con un abbraccio, il dentista mi strizza l'occhio "ce la faremo, tranquilla".

venerdì 2 aprile 2010

Gary Burton Minor Blues

Vibrafono.
Xilofono.
Ritmo.

Microscopici movimenti delle spalle.
Il suono che vibra e arriva ovunque.
Le spazzole che strusciano.

La batteria. Che nostalgia.
Che poesia.
Dum dum

Eliane Elias Call me

Raccontando di donne che ho conosciuto e amato, camminiamo nel sottopassaggio pieno di graffiti metropolitani (anche se si tratta di una piccola città). La Viviane che racconta i primi tempi, quando le davano una borsetta improbabile che le insegnavano come roteare. La Bienvenue che mi offre polenta di semolino e intruglio di pesce all'africana mentre mi offre il suo completo giallo limone di Armani. La Vic, aggressiva donna dalla cacofonica voce altotonante, che è la stessa che mi accarezza dolcemente per placare una recente crisi di pianto. La Paperina che mi regala pacchetti rossi e infiochettati e sparisce per mesi, persa in qualche barca a vela nel Mediterraneo.

E racconto a mia madre di quella sera che le raccontai del sogno più "colpevole" della mia vita. Quella stessa sera che pensavo a qualcuno di cui mi ero infatuata. Quella sera che poi quasi mi spaccavo un pollice cadendo miseramente dalla bicicletta. Si ricorda bene di quella sera. Il mio sogno aveva impressionato più me che lei. Anch'io lo lasciai passare senza troppi problemi. Anche quella storia in erba lasciai andare. Chissà com'è...?

E' che non mi va di inseguire, non è mai stata la mia specialità.

giovedì 1 aprile 2010

Donald Byrd Paul's Pal

Chiamami amore, non temere, non cerco le tue parole per brama di soluzioni. Bramo il tuo corpo per riposarmi del mio, per fare scorrere il flusso della tua gioia che desidera l'abbraccio, per vibrare nel movimento morbido che mi trascina verso la tua pelle, per chiamare gli angeli a suonare la canzone della pace e della condivisione. Per nuotare con te attraverso i movimenti lenti e uscire dalla gabbia del dire e del fare. Chiamami amore, dimmi solo che giorno sarà e correrò da te.
L'amore? Quello che crea la connessione tangibile fra noi e l’altro che siamo noi e allora diventiamo tangibili per qualcuno, spesso per noi stessi. L’altro che ha un profumo che se non arrivi vicino alle persone non lo sai che hanno il loro speciale profumo, il profumo di una pelle ma anche l’accenno di un’anima, di un soffio che scorre in loro. E la pelle? La pelle diventa il suono e la parola di momenti che si separano dagli altri. E il silenzio in cui ognuno ascolta sé stesso e l’altro. E la concentrazione che si libera di quelle mille cose che non interessano più, perché non sono mai state importanti.

Sonny Rollins

John Coltrane I wish I knew

Lui dice tante cose, entra e corteggia, ammicca, esagera, lambisce con parole potenti, invita e sorride. Passano i mesi. Ogni tanto sparisce, ogni tanto ricompare.
Non molla. Ritorna all’attacco. Lei è incuriosita, a volte affascinata, a volte perplessa. Poi, un paio di volte, si perde nei suoi occhi liquidi. Pensa a lui e lo dimentica. Poi un giorno lui trova la chiave di volta, trasforma quell’invito in modo che sia più facile accettare, si propone adattandosi ai ritmi di lei.
Lei, sorpresa e grata della sua capacità di trovare il tempo e il modo giusto, accetta. Accettare e rischiare e giocare e osare e ascoltare. Non importa che piani abbia lui. Gioca bene le sue carte. E lo fa disinvolto, si espone e offre.Qualcuno che cura e offre e sorride e avvolge con attenzioni. Un paio di ciabatte, un accappatoio, una spazzola, una tavola apparecchiata, profumo di cannella, un pezzo di formaggio, vino, spaghetti e insalata. Il suo ritmo e le sue parole sono difficili da gestire. Ma la distanza dell’estraneità aiuta. Niente da controllare o da pianificare.

Un pomeriggio
Estate.

Charly Bird Corcovado

Avvenimenti ed emozioni in questo maggio che pareva il massimo della noia. Riesce ad essere così naturale. Molto dipende dal suo carattere espansivo, ma abbiamo un legame antico. Non è molto cambiato, forse lo sono più io. Dice che quando siamo insieme non si sente giudicato, per il suo carattere e il suo modo di fare. Dice che è stanco, stanchissimo, che gli ultimi anni sono stati molto faticosi. Improvvisamente il suo viso si riempie di lacrime. Siamo appoggiati alla parete esterna della casa, in giardino, intorno a noi le persone vanno avanti e indietro, la musica è forte, assordante. Piange, questo omone di novanta chili, e poi sorride, mi prende per mano. Recupera l’allegria sfrontata e dolce che conosco tanto bene. Torniamo dentro, corriamo in pista a ballare. Ridendo, scherzando, la serata va avanti. Ossimoro, dice, “più ti stringo fra le braccia e più il desiderio di non lasciarti più mi fa male, più sento quanto mi fa sentire bene averti vicino a me, più mi struggo e desidero mandarti via, allontanarti”.

E le parole si contorcono e i sorrisi non riescono a stare dietro al tempo che sfugge. E ai chilometri che creano uno spazio che non si potrà colmare, non più. Era la Svizzera ora è l'Africa. Ma sono gli anni e le differenze fra le anime che spiegano tutto. Finchè non c'è più niente da chiarire o capire.