mercoledì 29 giugno 2011

Ci son momenti, ci son addii, ci son...

stand by - pause- momentanei cali di tensione.
O semplicemente non si vede a occhio nudo (e neppure vestito), ma le persone cambiano o cambiano le direzioni, quelle piccole e quelle grandi.
O cambiano le alleanze perchè le esigenze o le voglie non sono mai le stesse, non lo sono le nostre, non lo sono quelle degli altri. Ci si incontra e si fanno percorsi insieme, si gioca insieme ma capita di vedere un bambino che abbiamo voglia di conoscere, perchè ci piace il suo gioco, chissà.
E non ci sono colpe e neppure responsabilità, accade e la giostra prevede che l'altra corsa c'è se ci sali ma anche se fai una pausa sull'erba.

Qualcuno da lontano mi manda sms finale, lo so che l'ho agitata e la prima risposta era difensiva, potevo immaginare. La chiusa è però di disponibilità, che le persone che ci sono, ci sono e basta, che in trent'anni si sa chi e chi no.

Il coro ieri sera era commovente, potente, bello.
La solista mi ha sorriso da dietro il microfono, bella, vederla ogni quattro/cinque anni mi fa piacere.

E, comunque, ci penso alle cose che mi dicono. Che qualcosa certo posso aggiustare sempre, no?

martedì 28 giugno 2011

Lentezze e tempistica della giustizia

della serie: ma che cavolo!
Urgente, convocata per dirmi che fra sette giorni in miei testimoni si devono presentare in udienza.
Cavolo! Due anni esatti di silenzio assoluto. E oggi mi si dice che sono in ballo soldi sufficienti a quella cosa che sarebbe così bello potessi fare.
E che i testimoni sono fondamentali che fra i due litiganti potrei spuntarla se oppongo bene i miei argomenti ai loro.
I loro mi accusano in modo pretestuoso e ridicolo. Dicono che la visibilità era alta (anche troppo dico io, sole accecante delle ore 13 di luglio), che, visto che abito vicino sicuramente avevo già fatto amicizia con la buca della strada (perchè avere familiarità con la strada dove ti schianti sarebbe un'aggravante?), che, essendo la strada bella liscia e pulita una solitaria buca sicuramente si vedeva bene (al contario, in un cesso di via piena di buche magari sarei scesa e andata a spinta).
Di fatto la buca c'era, tant'è che appena arrivata mia denuncia sono corsi a chiuderla, nero su bianco scrive il Comune.

Un testimone è morto. Sai com'è, le lungaggini della giustizia, la rapidità di una malattia devastante. Ora l'altro testimone non può, non ora, non si può muovere che ha fatto intervento da assoluto riposo per almeno venti giorni.
Inventeremo qualcosa. Peccato che siano i miei primi giorni programmati di svago dopo due anni!
Ce la faremo, sì.

giovedì 23 giugno 2011

Ci sono angoli dove...

puoi andare.
in una serata qualsiasi di afa e struggimento indiscriminato. Che discriminare è fatica inutile e noiosa. Saluti e abbracci con qualche lacrima, riti affettuosi e biglietti che si devono leggere dopo, regali importanti che ci rimango così, stupita, commossa. E contrattiamo che questo no, non voglio te ne privi, partenza e telefonata di aggiornamento, che se non vuoi partire capita di sbagliare direzione in autostrada...
Faccio anche "quella" telefonata. Umana ma fredda, che lo so, lo sapevo che quell'uomo ti ha fatto arrabbiare. Io non so niente, so che è morto. Di più non riesco ad immaginare. Lei non accenna. Capisco, non approvo ma ascolto. Farò quel poco ancora che potrò ma penso che fra un attimo avrò finito di occuparmene. Basta.

E, allora, ci sta, ci sta assolutamente, precisamente, propriamente. Una pausa da tutto e tutti.
Vado lì. Che in quell'angolo nessuno chiede e nessuno ipotizza nulla sulla vita altrui. Qualcuno parla della mostra, si beve un goccetto di vino. E mi rilasso, che siamo e galleggiamo e va bene così.
Arriva Toulose Lautrec con Camilla. Che la Camilla è un cane poco simpatico, l'essere Bassotto non aiuta, il carattere noioso neppure. Toulouse invece è consapevole sia della cagnitudine che della socialità artistica, mangiamo insieme biscotti al kamut, io vino e discorsi artistici, lui scodinzola e starnutisce.
L'artista ha già deciso cosa sarà il mio regalo, ritratto marziano attende.
Va bene, serata afosa, l'avvocato inforca la bicicletta e penso, dico, che mi manca una serata di scemenze con citazione latina. Il "gallerista" accompagna la fotografa ad acquistare abiti per le modelle. Quali? Non importa, a nessuno.
Buona notte. Cena, aperitivo, non si sa domenica sera.
Il resto è solo tempo e spazio.

Pietro, con occhiali gialli, mi abbraccia entusiasta. Simpatico. Chissà cosa avrò detto quel paio di mesi fa perchè sia così caloroso!?!
Liberamente
Libera mente
Mente libera

Dormire sarebbe carino. Tantè

Panta rei

Tutto scorre, tutto si trasforma...

Un'epoca oggi si chiude, si è chiusa. E' partita. Per sempre?
Mesi aspettando che arrivasse, è arrivato quel momento.
La mia coinquilina part-time è salita sulla macchinina rossa che mi ha permesso di fare tante cose importanti ed è andata, non tornerà, forse.
E un piccolo nodo in gola c'è. Che quella macchinina mi ha aiutato così tanto, che questi due anni sono stati duri ma senza il suo aiuto gli ultimi mesi del mio malato sarebbero stati tremendi. E mi ha aiutato lei, la donna con la valigia pesante che però è stata la mia spalla su cui piangere e lo sguardo dolce che mi sosteneva quando tornavo a casa e la forza mi sfuggiva.
Abbiamo riso tanto in momenti terribili, ci siamo prese in giro sulle nostre debolezze, abbiamo preparato caffettini alle sei di mattina e abbiamo fatto le cose stupidine che fanno due compagne di appartamento. E cose difficili, le più difficili che ti tocca fare nella vita.

Buon viaggio.
A noi due, cara. Buona strada.

martedì 14 giugno 2011

GINO


Non resisto, lo schiaffo in prima pagina





(quando mi vengono dei dubbi bisogna che mi ricordi di lui)

CHE C'E'


notare: in barca a vela, in relax

Nuvoloso


Non so definire
Non voglio definire
Non credo serva definire
Non mi interessa serva
Il verbo servire, finire, sfinire, che barba
Dormire e non dormire
Galleggiare




Mi viene in mente Dante in questi giorni
Lui e le sue così precise definizioni dei peccati e delle pene
Le colpe, i vizi, le malattie del carattere
La fisiognomica
L'elettroshock e atre pratiche antiche e moderne
Accidia, mi divertiva come Dante trattava l'accidia e il qualunquismo

In piscina mentre il sole c'è nonostante le perfide sorelle continuino a dire le previsioni infauste che manco gli ottantenni parlano così del meteo.
Mi svago a rosolarmi al sole con la musichetta a coprire i decibel di troppo della MissUrlatriceDimagritissima che esibisce nuovo corpo. Mi leggo tranquilla il librone che mi piace anche se non mi appassiona. Ma, questo il dilemma amletico, nulla mi appassiona ultimamente. Poi mi si chiede di partecipare ad una decisione e mi unisco al tavolo delle birre al sole. Organizzazione fatta, contribuisco con la parte "saggia ed equa" che ancora non mi deficita...
Sai che c'è? Tutto 'sto piangere o auto esaltarsi, mica mi garba tanto. E poi c'è gente che giudica, giudica, giudica a destra e manca,
manco fosse un talent show del c. Ci cascano tanti, anche i migliori. Che non sia, il mio, un attacco di misantropia? O misogenia? O misologia? Da un lato mi sento sola, dall'altro non sono proprio in vena di tribù e discorsi da tribù, che la noia in solitaria ha un suo fascino mentre il nervosismo amplificato dal numero delle teste in gioco...mica mi piace tanto in questo periodo.
Sì, vabbè, ma ditelo!
Quando mi viene enunciata una lista di psicofarmaci, antidepressivi, ansiolitici...
mi infilo la cuffia e mi tuffo in acqua. Nuota, nuota che ti passa.

E mi ricordo che volevo provare quel take away greco, crepi l'avarizia, anche il vinello mi piglio. Il tramonto è bello, sarà questo miscuglio pioggia/sole che dura da dieci giorni che regala scorci di cielo striati e bellissimi.

...una settimana, un giorno, solamente un'ora

domenica 12 giugno 2011

Quella volta che...

ero in spiaggia seduta al tavolino con due tizi incontrati nel pomeriggio quando il cielo ha buttato giù due gocce di pioggia. Noi si beveva un bicchiere di bianco, sereni di essere i pochi ospiti di una spiaggia deserta. Ed è arrivato il mio "appuntamento", in ritardo ma con quel sorriso della complicità di una storia agli inizi, quello sguardo che, quando sei lì lì per invaghirti di qualcuno, ti si avvolge addosso con effetti devastanti.

...
quante illusioni accecanti capitano e poi scompaiono come un piccolo scherzo del dormiveglia. Ma sogno o son desta?
Quando sogno e quando son desta?
...
e quante parole sfuggono "come se" e invece non significano e finisce che si appoggiano come polvere
...
e quante volte sei lì e guardi quel qualcuno che forse sei tu ma non sei proprio sicura assomigli a te, poi ti fermi e scuoti la testa, butti via la polvere tua e altrui e rimani frastornata a chiederti quale sarà la nuova strada
...
e tutto intorno a te corre, dove andrà?

venerdì 10 giugno 2011

Festa grande dalla Maria

E la Maria incontra i tortellini in freezer mentre cerchiamo posto per il ghiaccio che preparo per il suo braccio (un mese di gesso, frattura doppia scomposta al polso). E' gonfio il polso e anche la mano. Argilla e olio di arnica che ha trovato una fisioterapista con i fiocchi che oggi sostengo a gran voce che due ottantaduenni così attraggono gente ottima come il miele...Ma sì, che dici? Ci facciamo i tortellini? Donna allegra ed intraprendente allestisce cena con una mano sola.
E che festa sia!!! La cena è da avvenimento importante, pelo patate e ridiamo quando mi geometrizza il taglio delle medesime che devo fare, il marito mi guarda sornione e mi versa un bel bicchiere di rosso. E sia! Anche la Maria oggi è da vino in allegria. Tutta rossa e ridanciana mi dice che è molto felice che siamo insieme stasera. E anche io, anche Walter. Adozione reciproca felice, decisamente un'ottima serata. Una delle migliori degli ultimi tempi.

E penso, rientrando verso casa attraversando le meravigliose colline nella luce dopo tramonto di una giornata pioggia.sì-pioggia.no, "se si può essere questo a ottantanni allora non è poi così male"!

domenica 5 giugno 2011

La proposta "indecente"

Buongiorno. Scusi se la disturbo, avrei da farle una proposta, è parecchio strana, mi perdoni e non mi prenda per matto.
Sorride, è un signore alto con gli occhiali, sulla quaratacinquina...
Ecco, vede, sto partendo e ho caricato la macchina con mille cose. Ho qualcosa che proprio non riesco a farci entrare, mi dispiace buttarla e ho pensato di regalarla a voi. Gli sorrido e gli dico "va bene". Sollevato mi ringrazia e mi dice che si tratta di una culla da campeggio.
Lo guardo allibita sbirciando il foglio che ho sulla scrivania, sarà uno scherzetto?
Insomma, esce e torna con questa bella borsa blu della Chicco con la culla semi nuova e perfetta. Gli chiedo se magari volesse solo lasciarmela in deposito e riprendersela poi. No, la prego, se la prende lei mi sentirei meglio, che voi la userete. Grazie. Passaggio di mano e mi ritrovo con la culla in mano mentre lui corre via allegro e sorridente verso la sua auto stracarica.

Guardo la collega dal vetro, viene a vedere.
La pratica che mi sono ritrovata al mio rientro dal giorno di riposo era piena di note per me "come facciamo? sul sito c'è scritto che abbiamo la culla e non l'abbiamo, questa prenotazione chiede la conferma".

Problema risolto in modo inatteso.
Quante probabilità esistono che uno sconosciuto entri e ti regali esattamente quello che ti serve? E nel momento esatto in cui ti serve. E non una cosa piccolina