venerdì 31 ottobre 2008

The day after

Lacrime di coccodrillo, la testa un pallone.
Che avrei voluto semplicemente salutare babà, e invece si è, di nuovo, eclissato. Sono rimasta sospesa due ore ad aspettare una risposta, poi, quando la provvidenziale telefonata è arrivata, ho detto che sì, avrei raggiunto il gruppetto di sconosciuti allegri. Fatto. Quattro omoni simpatici (uno meno, molto meno, ci ha pensato la mia amica a distruggerlo). Vino e arachidi, il padrone di casa mi ha preparato mille piccole delizie greche che tirava fuori dalla dispensa con gusto. Ouzo e sardine, noi. Tequila e limone lei. Casa piena di strane meraviglie. La rissa fra lei e il piccolo stronzetto diventa predominante, i toni si alzano troppo, accuse reciproche che tentiamo di placare. Noi parliamo di tante cose e stiamo bene.Poi usciamo per non svegliare il notaio del piano di sopra. Nella piazza deserta ascoltiamo ancora un po' le classificazioni che hanno creato il malinteso e ci salutiamo. Lei ed io verso casa mia (oggi appiedata, meno male che ci sono le amiche) e sale un po' per un caffè, che la sua tequila era un po' troppa. Abbracci alcolici e due risate, poi parte. Tardissimo. Risveglio duro.

Babà stamattina scrive sms poco interessante: come va?
Va bene, benissimo.
Ma tu non c'entri. Ma 'sto giro non mi sei piaciuto tanto. Capisco tutto, se mi viene detto. Sarò pretenziosa, ma alle domande gradirei ricevere risposta. Va bene che...ma se io ci sono, ci devi essere anche tu.
Rimando alla settimana prossima, è meglio.

Si parte, lenzuolo matrimoniale da sotto, ombrello, che si deve mettere in più?

giovedì 30 ottobre 2008

Nostalgia di un'amica



Piccola ma di grande personalità, entusiasta dei nostri viaggi in moto, paziente e allegra come solo i bambini sanno essere.
Le cose cambiano, le sintonie fra le persone a volte hanno date di scadenza, peccato.

Balliamo?

Toc toc

Cossiga? Ancora?

Mi arriva una mail con intervista di C. Come arginare la protesta studentesca infiltrando provocatori, come riprendersi il favore dell'opinione pubblica agevolando un paio di giorni di atti vandalici che mettano a fuoco e fiamme le città per poi menare a più non posso un po' di studenti universitari e "maestrinE giovani". Perchè picchiare è più utile che mettere in moto processi e "cose" legali.
Il consiglio al premier è di essere prudente.
Il tutto si commenta da solo.

mercoledì 29 ottobre 2008

Marciamo a ritmo di tango!



Nipotuzza allegra, Babà che entra in casa con il miglior sorriso possibile (che lo so che è tardissimo ed è in giro dalle otto di stamattina), io che mi sento bene, piena di energia, consapevole delle varie possibilità da accogliere e della fortuna che mi regala questi abbracci e questi giochi. Che la mia amica è in via di guarigione e lo abbiamo festeggiato alla grande. Che l'amore passa spesso da queste parti, che va tutto bene e siamo decisi a fare del nostro meglio e a goderci il bello. Anche se gli ostacoli si presenteranno, anche se ci toccherà portare pazienza, anche se i dubbi arriveranno, anche se...

Nuotando e cantando



Se fosse possibile fermare il tempo
Se tutto venisse in secondo piano
Se ascoltassimo solo odori e sapori e sensazioni
Se le notti e i risvegli...

Piccole donne crescono


Mi accoglie con il miglior sorriso. Mi scatta una foto, divertita dal mio berretto.
E mi abbraccia forte mentre mi confessa un'azione che non andava fatta ma che le procura grande entusiasmo. "Scartalo tu, zia".

Follia, piccola, ma è delizioso. E ci lanciamo in seduta fotografica con musica a tutto volume. Il sangue sudamericano non mente.

Ti porto in un posto, copriti


Non faccio domande, vado a scatola chiusa, mi diverte come mi viene proposto.
Piove, qualche banchetto, vino ad un euro, frittelle di ceci. Lei dice "...mi irrita perchè...". Le dico che le voglio bene e mentre lo faccio sono pronta a vedere il disappunto nei suoi occhi. Spassosa donna che si indispettisce per le frasi sentimentali! Un'oretta simpatica. Rientro in casa domandandomi chi troverò.

martedì 28 ottobre 2008

Che prima o poi volevo farlo

E oggi l'ho fatto. Senza premeditazione, senza dubbi, senza alcun pensiero apprensivo. Con naturalezza e serenità, sicura e chiaramente consapevole del perchè. Ed è andata bene, benissimo. Il mio cuore è in pace (spero anche il suo). Ho incrociato il maglione preferito di Mr C nell'armadio mentre mi preparavo ad andare esattamente a 100 mt dal suo ufficio. Ho messo un sacchettino nel bauletto e, una volta fatta la commissione, l'ho chiamato. Sono passata da lui e siamo andati a pranzo insieme. Sta bene. Parecchie faccende sono state sistemate, la casa è quasi pronta (vernice fresca e consultazioni fra noi su dove sistemare i mobili), le pratiche lavorative sono definite, ha appena comprato un auto usata, ha deciso che l'estate prossima andrà in esplorazione per trasferirsi in Francia. Intanto va ad una serata settimanale con lezione di ballo country (in linea e a coppie), ha in vista un corso di sub e ha in programma lanci con il paracadute, il raduno in Austria è andato molto bene (nonostante la mia assenza, dice).
Insomma, come diceva LaCla l'altro pomeriggio, quasi gli ho fatto bene :-)

Siamo stati benissimo, chiari e lineari, godendoci l'intesa non messa in discussione. Abbiamo parlato di tante cose (ed è una bella persona con idee sane e intelligenti, rassicurante ritrovarlo ). Non siamo nemici, non siamo estranei. Probabilmente, casualmente, il tempo era maturo oggi.
Contenta di avere seguito il mio istinto, il cuore in pace, ci siamo lasciati con un bel sorriso che per me vale tanto (anche per lui, lo so).

Pijama party chez moi

Mi sono data da fare ai fornelli: risotto carciofoso, verdure alla griglia, torta al cioccolato. Lei porta il secondo ad hoc, senza saperlo. E biglietti per compleanni delle amiche. E cd che ho registrato per loro. E che non riuscivo a concentrarmi nei preparativi perchè tutta la creatività sopita mi è scoppiata nelle due ore antecedenti il loro arrivo. Ho masterizzato e tirato fuori musica per me, per loro e per babà. Ho appeso i personaggi del teatro delle ombre greci, ho ravanato ritagli di foto e altre cose che non guardavo da molto tempo. Arrivate, il clima è subito delizioso. Due bottiglie di vino, parole libere che di più non si può, ricordi e fotografie e commenti spudorati (molto spudorati) su un/due miei flirt passati. I miei uomini preferiti riscuotono approvazione. Regali e biglietti scritti in diretta, con postilla "in vino veritas". E ci si commuove davanti alla faccia di noi tre a vent'anni, bellissime e gioiose, super ganze. Faccette giovani e sorridenti e grande affiatamento che non ci ricordavamo. Scanner, urge scannerrizzare questi documenti preziosi. Un botta e risposta continuo, nessuno la passa liscia stasera. Io esagero sapendo che posso farlo: le mie fan e le mie solidali, incorruttibili amiche sono quì a mettere i puntini sulle i. Ci massacriamo a vicenda con amorevole gusto, il risultato è, stranamente, maggior forza e chiarezza per tutte. Mah?!?
E risate e scatto di flash a sancire un feeling che dura da vent'anni e più.

Vi amo come di più non sarebbe possibile. Merci

domenica 26 ottobre 2008

Grazie Amò

Per tutto. Per le tue mani che mi sfiorano e la voce nel buio. Per i sorrisi e l'emozione che provi e non nascondi. Per la serenità che accetti in regalo quando il tuo cuore è in subbuglio. Per tutti i progetti che mettiamo in piedi sperando che, esagerando con le idee, qualcuna si realizzi. Per quello che mi racconti e per come lo fai. Per i dubbi che esprimi con la pazienza che instaura fiducia fra noi. Per l'ascolto e i consigli dati con attenzione e rispetto. Per lo sguardo amorevole che appoggi sulle fotografie del mio passato. Perchè ti ricordi che non abbiamo fatto quella cosa e mi telefoni per dire che ti dispiace. Per come ti interessi alla gente a cui voglio bene. Anche per l'alterna fatica che mi procuri, per lo struggimento che provo quando mi chiedo se sia o non sia...
Ti ringrazio anche per l'insicurezza che mi assale quando penso a te, a noi e mi ritrovo a fare i conti con l'ansia di perderti.
RincitrulloTrallalà. Grazie per le farfalle che svolazzano felici.

Yin E Yang

luna sole
notte giorno
buio luce
freddo caldo
riposo attività
femminile maschile
nord sud
ovest est
inverno estate
autunno primavera
destra sinistra
introversione estroversione
terra cielo
tigre drago

Uomini femminili?

Esiste un pensiero maschile opposto ad uno femmnile? Probabilmente sì. Che, però, c'è chi tiene aperto il collegamento e non rinuncia a capire e passa la vita ad "aggiustare" i vizi del linguaggio della società.
E ci sono gli uomini che vogliono di più. E le donne che accolgono gli uomini che desiderano essere riconosciuti per quello che sono oltre le caratteristiche di genere (che variano per cultura e provenienza geografica e famigliare).
Esistono modi cosidetti maschili. Dipende dai punti di vista.
Quello che vedo, nonostante tutto, è il desiderio di rompere gli schemi. E la gioia di ritrovarsi, quando succede, dalla stessa parte della barricata.
Ho avuto a che fare con uomini "femminili", li adoro.
Mi sono imbattuta in uomini "femminucce", faticosissimi.
Le donne che simulano la forza usando metodi "maschilisti"? Terribili.

Che, semplicemente, siamo Yin e Yang e l'unione fa la forza!

sabato 25 ottobre 2008

La giornata delle missioni compiute

LadyC mi chiede di fare due cose. Eseguo con gioia e ottengo buoni risultati. Discutiamo in pace e stabiliamo come fare. Operazione insieme, a segno.

Regali per amiche del cuore: parto decisa e con le idee chiare, so cosa cerco.
Lui mi comunica che non riesce a venire per l'assistenza proposta. Passeggio e mi godo la città, mi prendo anche un minuscolo gelato speciale. Entro ovunque e parlo con tutti. Vedo l'orecchino dei miei sogni (350,00 euro, uno solo).
Mi chiama e mi raggiunge. Abbracci stradali (ammetto che mi piace essere sbacciucchiata impunemente davanti alle vetrine). Non viene con me nel negozio della sua amica (oggi non tira aria buona fra i due), ci rivediamo dopo venti minuti. Acquisto entusiasta regalo per amica A, mi piace tanto.
Per il regalo "difficile" arriva anche lui. Scelta non semplice fra due meraviglie. Felicissima, è esattamente quello che cercavo. E, presi da entusiasmo, ci facciamo tutti i negozi di pietre e argento che troviamo. L'ultimo, sorridente proprietario ci dice che sembriamo degli esperti di design. Ridiamo e decidiamo che per oggi basta

Ritornato il sereno

Ieri sera ho dovuto forzarmi ad andare, stavo per accasciarmi all'autocommiserazione.
Che poi, quando mi accade, mi spavento e stringo i denti e invento metodi di rinascita. Candele e incensi e cd della Signora Hay (in inglese che così mi diverto anche un po', acquisto di cui non mi sono mai pentita). E chiarezza telefonica con babà: "arrivo tardi e vengo per respirare con te".

venerdì 24 ottobre 2008

Accidentaccio!

Apocalittica dimenticanza: ho bidonato l'uomo buonissimo senza rendermene conto. Presa dalle gnole e dagli incubi, ho dimenticato l'appuntamento. Ribadita l'emergenza stress. Risolvere, agire, smontare e ricostruire, di corsa.

Risacca

Il vento non c'è, non si naviga. L'aria è torbida, l'acqua è stagnante.
Il mal di mare si fa sentire. Ferma in mezzo al nulla aspetto una corrente che faccia ripartire la barca e cerco di non abbandonarmi al senso di fatica destabilizzante. Non riesco a fare sempre il primo passo. Non oggi, comunque.

La gratitudine, questa misteriosa

Ho prestato la cuccia a qualcuno per farci cenetta e seratina in compagnia.
Ho avvisato diligentemente prima di rientrare.
Ho conosciuto il bel tomo (carino).
Al rientro a casa dal lavoro, il secchiaio ancora racconta la cena non mia.
Bel regalo!

Un biglietto con un giuramento mi impedisce di imbestialirmi.
Ma i piatti mi toccano, bleah.

Così non va, Veronica

Mi ronza in mente quel ritornello, chissà perchè.
Lo stress è salito e salito e ha preso possesso di me senza il mio permesso.
Il riposino del pomeriggio (turno della morte oggi) si è concluso con un incubo lavorativo con protagonista Lady Caciotta.
Che, assurdi i meccanismi dei sogni, aveva fatto saltare la luce e mi abbandonava al banco con decine di clienti inferociti appena arrivati. Nel panico, cercavo di capire cosa avesse combinato e di darmi da fare per proseguire il lavoro fatto da lei (che non mi diceva nulla). Alla fine, al buio, ho attirato l'attenzione degli innocenti ospiti stranieri spiegando loro che mi sarei presa cura di loro appena possibile, appena fossi riuscita a districarmi dalla follia che mi aveva allestito quella donna infernale (in inglese, ovviamente).
La cosa si è andata risolvendo con la sua uscita di scena (con ghigno sadico) e con i sorrisi solidali dei clienti che mi hanno aiutato a ripristinare i quadri elettrici. Praticamente come accade quotidianamente: i paganti sono gentili, amichevoli e collaborativi mentre la gente con cui lavoro ha strani atteggiamenti ostili. Sto dando i numeri, urge ripristinare atmosfere vivibili intorno a me. Inventare il COME la questione.

Voglia grande di fanculare qualcuno.
(anche il Beladim, un po', che mi sa che fa il falso amico)

giovedì 23 ottobre 2008

Novanta chili di dolcezza

Vestito da pinguino, gessato grigio, caro.
La cravatta di seta è rimasta nella mia borsa.
Andiamo alla fantomatica trattoria D. Surreale tutto. Mangiamo benino. Ridiamo molto. Mi dici, a un certo punto, che mi pensi spesso quando ti trovi ad avere a che fare con gruppi che tu chiami "tribù". Perchè, mi spieghi, e non lo sapevo, per te, io e te siamo diversi. Uguali nell'essere diversi. Buffa questa definizione a cui tieni molto. Che mi accomuni a te nel non credere nelle manie, nei fanatismi, nelle estreme passioni che escludono altro, la cosa mi rende fiera e felice. E parliamo di tutto e sento che ci sei, con il cuore e con la mente. E mi fai ridere quando asserisci che l'errore madornale di Mr C è stato non farmi guidare la Harley (tu, mio motociclista preferito). E mi fai ridere quando racconti della tua relazione e mi inciti ad avere pazienza con l'assiduo corteggiatore, facendo paralleli puntuali ed incontestabili. Love dear. Grazie per come mi sai prendere in giro con amorevole ironia.
Ritorno a casa serena, sapendo che averti incontrato vent'anni fa ha un bel senso.

mercoledì 22 ottobre 2008

Intuisco, annuso e non mi piace

Le voci, che potenza e che terribile evidenza.
Relax needed, decisamente.

Tagli anche all'illuminazione pubblica?

Attraverso a tutta velocità (le gomme nuove sono un portento) i parchi fra i palazzoni e incrocio donne sole e ragazzini. Ombre che si distinguono a malapena. Bello il crepuscolo cittadino, belle le ombre degli alberi che fanno un po' atmosfera thriller, bello cercare di indovinare la prossima curva sentendo le lacrime scendere ad offuscare la vista (è l'aria, non struggimento, purtroppo). Pedalo e vorrei arrivare più lontano possibile. Ho bisogno di sfogare il corpo per liberare la mente. Mi tocca desistere a metà percorso: la mia luce ha la pila scarica e illumina solo la mano che le metto davanti, tutti gli eleganti lampioni sono decisamente spenti. Buio pesto. Non opto per la strada, il traffico è al top. Rientro, sconsolata.
Ma a che ora accendono? Quando sono tornati tutti a casa?
Uff.

Bisogno di faccia "straffottente" amica

Come se mi sentissi la fatica del vivere altrui addosso.
Ho proprio voglia di vedere il suo sorriso ironico e sfacciato, desidero passare un paio d'ore con qualcuno che mi conosce da tanto tempo e che ha un'immagine di me "ampia" e variegata, che si diverte (e mi diverte!) a tirare fuori tutti i lati e tutte le contraddizioni che ci rendono quello che siamo. Per ridere, per sdrammatizzare, per inventare, per giocare.
Per abbracciarci e volerci bene con tutte le nostre debolezze e forze.

Poi ritorno.

Equilibrismi quotidiani

Sogno strano: entrando da qualche parte, mi dice una frase e mi volto di colpo dicendogli "ok, me ne vado, ci sentiamo domani". Mi rincorre, mi sveglio.

La collega: ho detto al mio fidanzato che se non riesce a mettere un po' di sorriso e allegria nella nostra vita, non potrò resistere.

Il piccolo della mia amica non vede l'ora che venga la sua seduta di "elettricità" ( psicomotricità, a quattro anni la vita ha le sue difficoltà).

La nipotuzza sa per certo che suo padre ha bisogno del suo aiuto.

Serata casalinga creata e mangiata: la famiglia accogliente si inventa fra noi.

Il baby si è fatto male, il padre è distrutto. Capisco e abbraccio come posso. Non è chiaro cosa succeda da quelle parti.
Vorrei... ma non posso, credo dovrò aspettare. Aspettare che decida come muoversi, che si senta pronto. Tengo a freno qualcosa dentro di me, qualcosa che vorrebbe agire in modo impulsivo, in modo distruttivo, in modo impaziente, in modo, forse, giudicante.
Mi prendo solo una pausa, innocente pausa...

lunedì 20 ottobre 2008

Vittima del degrado: 50,00 euro

La Russa, caro, dove hai messo i militari? Potresti per favore stanziarli tutte le notti in Piazza Verdi armati di manganello e proiettili di gomma nonchè di ramazza e paletta? Potresti gentilmente spostare la tua onorevole attenzione dalle piccole dita dei bimbi Rom agli scoppiati di Via Zamboni che pare passino le notti, tutte, a decorare la strada con kili di cocci di bottiglia? Potresti per favore organizzare una distribuzione di hashish e cartine gratuito in un bel chiosco sotto il portico del Comunale in modo da salvare da certa cirrosi epatica o da coma etilico la bella gioventù italiana e non? Se si sballassero in modo più naturale potremmo anche evitare l'odore pessimo di alcol che alle sette di mattina aleggia nella zona mescolato ad essenza di urina.

Ma, soprattutto CAZZO potrei salvare le gomme della mia moto da tutto quel vetro! Slalom e scivolate non mi hanno evitato 50,00 € spesi male e due giorni a piedi.

Faccio causa al comune o ai bar della zona? O al ministro G. che progetta ulteriori tagli all'educazione? (che visti i risultati dei già "educati", sarebbe da meditare un raddoppio degli investimenti per rendere un po' migliori i futuri cittadini).

domenica 19 ottobre 2008

MMMM nu pochetto mi rode

Che mi pare di aver capito che ucci passa serate casalinghe con bimbo e moglie.
E va bene bimbo, certo. Ma la ex moglie?
Mah, si vede che mi toccava un pizzico di gelosia in questa vita mia...

Notte bianca

dieci minuti per decidere come e per evitare i passanti maleducati




Notte bianca

Molto meglio dell'aspettativa. Caos e negozi aperti, colore e musica ovunque, si entra e si esce da palazzi affrescati, ci sono mostre in angoli mai visti e strane sculture in mezzo ai portici, una proiezione di fim di Buster Keaton accompagnato da trio jazz pieno di energia, tanta gente e allegria. Abbracciati e divertiti corriamo e scherziamo, ci perdiamo a guardare gioielli e pietre preziose grezze, stiamo dieci minuti a decidere l'inquadratura di una fotografia, facciamo ipotesi stravaganti e discutiamo tecniche pittoriche, diamo il nostro voto ai ballerini di tango, ammiriamo il banano enorme che ha deciso di svettare in un minuscolo cortile, parliamo con tutti e rimandiamo la cena fino quasi allo svenimento.
E ci deliziamo ad ammirare la performance dei veneti simpaticissimi: una batteria e percussioni che accompagna una chitarra virtuosa in un ritmo incalzante mentre l' "artista" disegna e dipinge e muove piccoli burattini di carta sulla lavagna luminosa che proietta il tutto sullo schermo. Tutto si svolge a tempo di musica e crea un'atmosfera sensazionale che coinvolge grandi e bambini (e immancabili cani).
Felice io, felice lui (e quando si entusiasma lo adoro).
Incrociamo un mio amico che, lasciandomi decisamente sorpresa, abbraccia me velocemente e si lancia a tendergli la mano (cosa accaduta anche la settimana scorsa, come se questo uomo venga identificato al primo sguardo, come, con quale titolo non so).

Tardissimo andiamo a casa a mangiare (con imprevisto di gomma a terra, lui prende il bus e io vado in moto temendo assai per la mia vita).
Scintille e nanna e risveglio ante alba.

Ipocondria e sopensione

Non so, qualcosa mi sfugge. Strane sensazioni che non mi spiego. Babà mostra lati nuovi e alterna slanci e ritirate. Che capisco ma non afferro le conseguenze della situazione. Accoglie con gioia i momenti di svago e allegria che propongo. Si piange addosso con sorriso malizioso e ironia, racconta e si confida in modo parziale, soffre e si strugge e regala grandi tenerezze, c'è e un attimo dopo non so più dove sia finito (con la mente intendo).
Le bilance! Lo vedo nelle caratteristiche che conosco e che sempre mi mettono in difficoltà: troppo preso da non disturbare, troppo attento ad essere "il generoso" della famiglia, a volte formale fino a fare male, smanioso di accontentare e regalare. Che non sono difetti fino a quando creano distanza, finchè ti impediscono di entrare.
Parlando di una canzone, faccio fatica a capire l'ipotetico valore di un atteggiamento che lui definisce ipocondria con affetto. E' distante dal mio sentire: mi piace il sentimento del blues che è malinconia e struggimento ma la mia indole chiede a gran voce la vivacità e la gioia di vivere.
E cammino con lui e dormo con lui come fosse per sempre e poi mi ritrovo come in una dissolvenza che mi crea una sospensione dolorosa, un'attesa che mette a dura prova le mie manie di controllo (questo è bene) e che mi fa sentire "precaria". In parte mi dico che è una scuola che mi serve, in parte mi diverto in quest'alternanza di certezze e vuoto pieno di possibilità ma... faccio fatica a gestire i tempi e i modi.
E realizzo che è la prima volta che mi trovo a dividere un uomo con il suo passato e con una famiglia di difficile gestione. Non so. Intanto mi dico che vedremo camminando e che mi conviene rimanere collegata saldamente alla "mia" gente e a momenti senza di lui.
L'amore? Le mie paure di coinvolgimento si sono presentate puntuali. E' anche vero che le aspettative sono state ampiamente superate.

Cosa vuoi di più dalla vita? Un Lucano, anzi un Luciano :-)
(mercoledì a cena, solo per desiderio di conversazione e amicizia consolidata e solidale)

Le creature


Memminos: the best, enorme, morbido e timidissimo
La cagnina pazza, Bella: salvata da morte certa



Puma, l'elegante dolcezza






Sempre con 'sta faccia imbronciata Kaki!

(nome in codice Caramella)





sabato 18 ottobre 2008

18 anni dopo

Entra e si ferma di fronte a me. Io sono seduta al tavolo del ristorante di un mio amico. Mi guarda, poi sorride. Lo riconosco anch'io anche se faccio fatica a ricordare esattamente. Mi si lancia addosso in un abbraccio (ma eravamo tanto in confidenza?). Era un personaggio conosciuto da tutti, una specie di pierre che trovavi ad ogni concerto o festa o locale notturno con la sua voce bassa e gli occhi vispi e calmi, sempre solo. Tu sei...la fidanzata del P. Vero?
In parte imbarazzata, in parte divertita, rispondo "sì, tredici anni fa, sì". Non ci stai più? E no, da un bel po'. Bla bla. Cita un sacco di gente a cui non pensavo....da 17 anni e mezzo.
Mi chiede di lui. Lui? Sono 18 anni che non lo vedo (e quando ci lasciammo era l'ultima persona che volevo incontrare, una storia pazzesca in un periodo folle). Ma non demorde, cita, chiede, tira fuori nomi di persone e di locali che non ci sono più. Quando tira fuori anche i morti, mi scuso e vado in bagno. Non eravamo amici allora, perchè dovremmo esserlo ora?
Anche se non ho rimpianti, anche se quel periodo aveva il suo perchè, anche se non ho scordato quello che aveva senso, non mi interessa fare finta di essere qualcuno che non ero neppure allora.

(Di quei tempi mi mancano solo le lunghe ore a ballare con i tizi più ballerini della storia).

Ai saluti mi lancia un apprezzamento...trova che non sia cambiata per nulla.
Questo mi gratifica.

Stasera (forse) si parla un po'

Che serve aprire e comunicare.
A me piacerebbe, qualcosa mi dice che non sono la sola a pensarlo.

Flash back

Un filmetto mostra un'0ccupazione studentesca. Zapping veloce.
Sorrido. Ripenso a quando ci trovavamo per assemblee e riunioni filosofiche, a quando si raccoglieva medicinali e vari generi da mandare ai terremotati.
Rivedo i volti e i sorrisi di alcune persone conosciute in mezzo agli scatoloni e ai bicchieri di plastica. Un ricciolino dolcissimo con il quale abbiamo aperto la valigia che arrivava da casa mia: la più piena di tutte, colma di maglioni e coperte semi nuove, scarpe e stivali e cuscini, lenzuola e calze di lana. Ero un po' imbarazzata ma anche fiera di mia madre che non faceva finta di donare, che non dava il superfluo ma quello che veramente poteva aiutare.

Così. Vorrei tanto che fosse ancora possibile fare e credere e sperare.
E vorrei che potessimo ancora trovarci a pensare come fare per cambiare un pochino il mondo.

giovedì 16 ottobre 2008

Permesso accordato

Abbiamo giornate in cui si va veloce e ci spartiamo il tempo a disposizione.
Conosce il mio linguaggio, si diverte quando cito in modo psichedelico, ascolta e non perde una virgola. Acchiappa una parola e la tiene in mano fino a quando la inserisce nella sua frase.
Sorrido, mi fermo ad aspettare che finisca. Ci aspettiamo a vicenda. Ridiamo. A lei il compito di "autorizzare" il termine che io non riesco ad usare. Stabilita la modalità nuova, noi, solo noi, decidiamo cosa voglio e cosa è utile. E sappiamo che va tutto bene.
Lo specchio è lindo e lucido.
La vela c'è, il vento anche, il mare è verde smeraldo.

Scintille, dolci scintille

Provvidenziale il cambio turno che mi chiede il collega, invento la serata e lui si fa in quattro per esserci. Corro in centro a cercare il suo regalo. Nel caos del crepuscolo la città è viva e allegra. Entro nelle librerie, chiedo e mi lancio dove mi indirizzano. Non trovo il libro e passo alla musica.
Mi dimentico la macchina fotografica ma mentalmente immortalo questi scorci di palazzi che si stagliano nel cielo viola. Cammino veloce e mi godo l'aria calda di metà ottobre.
Finalmente mi chiama: è fuggito con l'auto della ex moglie dalla scuola occupata. Lo raggiungo

Con lui tutto bene, l'intimità è divertente e coinvolgente, ci scappano due paroline...
Farfalle e abbracci a suon di musica gypsy turca.
Chi l'avrebbe detto?

E si fanno programmi per gite a Roma e per trekking con le amiche del cuore.
E si ragiona sulla ricerca di un nuovo lavoro.
E si conversa amabilmente con il padre.
E si accontenta la mamma che richiede servizio fotografico alle sue creature.
E si continua a discutere sulla politica e l'economia.
E i file di musica si moltiplicano.
E si affronta l'immenso lavoro del dentista, che non può più aspettare.

martedì 14 ottobre 2008

Carezze amicali

Si sta sciogliendo, il grumo periodico...
Che in fondo so sempre cosa mi aiuta quando mi prende quel tarletto odiosetto.
Nell'osteria dove andavamo a vent'anni a bere due bottiglie di Lutece, siamo noi due, sempre noi.
Si entra in un attimo nei "nostri" discorsi.
Siamo diverse ma non troppo, siamo vicine, abbastanza da scaldare ogni momento difficile, perfettamente in sintonia per celebrare le gioie e per affrontare le asprezze della vita.
E lei dice quelle frasi spassose nei momenti "top".
Non mi sgridare, adesso lasciami dire.
Prima ti dico, poi ascolto la tua predica, va bene?
E verifica le mie gambe, apprezza.
E mi racconta le sue paure non affrontate.
E io confesso l'idea assurda e lei scuote la testa ma mi dice "fallo".
Forse domani ci vedremo a scuola, forse no.
La serenità è tornata a casa con un barattolo di malva e camomilla.

Sogni

E desideri.
Ricordi e sogni.
Respirare insieme e camminare.
Nel sogno eravamo così folli e così appassionati.
Quando arriverà quel tempo?
A volte sento che è già quì e che spinge per essere accolto.
A volte sento che dovrei cambiare tante cose, uscire allo scoperto e chiudere alcune porte.
Altre volte sento che c'è un altro spazio, che basterebbe entrarci.
La fatica è capire cosa suppongo e cosa è.
Trasparenza, dice l'uomo che mi piace.

Biciterapia
La sua musica
anche...

Annaspo, mi fermo, dove vado?

Sensazione. Malessere fisico, fastidio. Mi gira tutto. Ho fatto "quel" pensiero. No? Se fosse? Non è. E alla fatica si aggiunge il dubbio. Pare non debba farmi quel dubbio. Eppure c'è, è, esiste.
E il tempo oggi è stato masticato e sputato fuori. Il risultato è che ancora qualcosa si agita nelle viscere senza spiegare di cosa si tratta. Influenza? Virus?
Ho dormito e sognato, mi sono svegliata con il viso in fiamme e il ricordo vivo del sogno. Gli ho raccontato il sogno. Si è offerto di portare soccorso.
Ho cercato di svuotare il secchio. Sono le due e mi pare che si stia riempiendo, o forse si sta delineando la questione. La luna è piena?
Siamo tutti preoccupati? La contingenza dice che sono tempi duri? Capisco. Capisco ma non riesco a starmene ferma ad aspettare. Come se fosse sempre il tempo sbagliato. Come se la scusa per dirci NO fosse sempre pronta.
Non so esattamente cosa vorrei da lui.
Non so se la vorrei DA lui, penso che la vorrei con lui.

Vorrei non sentire che siamo "dopo" o "tardi" o "forse" o "per ora" o "se".
E capisco tutto ma lo struggimento mi perseguita.
Faccio fatica ad accettare i limiti, che siano idee sue o fantasie mie.
Qualcuno disse che si chiama solo fifa.
Però, caro qualcuno, non puoi fare finta che il problema non ci sia. Ho bisogno di parlarne con te.
Perchè non mi basta per placarmi sapere che "non dovrei, non c'è nulla di cui preoccuparsi, è naturale, non ci pensare". Perchè non si tratta di lui e di me. Si tratta, prima, di qualcosa che devo spostare dal mio stomaco per poter respirare.

E so che passerà, in parte. E che un po' di buio è funzionale all'alba.
E che se stai da schifo, il disastro nel tuo stomaco condiziona la mente non poco. E che se dormissi sarebbe cosa ottima.

domenica 12 ottobre 2008

Il dog sitter, il barista, la direttrice, babà con carrello

Lo sapevo che prima o poi...E' arrivato con l'auto e i bei cagnoni, mi ha sorriso. Ci siamo salutati. I cani, di solito indifferenti a tutto, si sono voltati per guardarmi.

Mi sembrava lui. E' lui. Evidentemente abita in zona. In bicicletta con aria birichina molto diversa da quella super professionale che ha nel suo bar vicino a casa mia. Ciao.

Lei lavora alla Cantina, oggi è passata senza grembiule a salutarmi, truccata ed elegante. Con Sheila, il suo cane dolce ed educato.

Lui passa veloce e sorridente con il suo carrello zeppo di piante che porta dal "dottore". Quest'uomo è molto originale, ammetto.

Strada deserta oggi, solo un paio di facce amiche.

La parabola dello sfruttamento

Circa vent'anni fa, quando abitavo in campagna, il mio compagno si mise in affari con un tizio per affittare qualche albero di ciliegio pronti per la raccolta.
Noi le raccoglievamo e poi si vendevano in strada.
Alle sette del mattino salivo sulla scala a pioli e ci rimanevo tutta la giornata. Cioè fino a quando le gambe non mi reggevano più e, ai piedi dell'albero, avevo qualche cassetta piena.
Ogni sera portavo le casse all'uomo che mi pagava il pattuito per ogni cassa.
Una sera mi ha pagato esattamente la metà. Con candore dissimulato mi ha motivato la cosa comunicandomi che aveva trovato chi pretendeva meno: un vecchio alcolista senza un braccio e una ragazzina down. Ovviamente non sono andata a malmenare i miei "antagonisti", ho solo preteso quello che mi spettava della giornata e, non senza quache difficoltà per evitare che il mio compagno indignato gli sferrasse un bel pugno, me ne sono andata.
Non sono salita sull'albero il giorno dopo, nemmeno gli altri.
La frutta è marcita lassù, sui rami.

Siamo un po' in una situazione simile.
Anche se i più poveri e più disperati sono troppi, anche se la situazione è di difficile gestione, anche se il caos ci fa sentire insicuri e in pericolo, siamo tutti quì a cercare di mangiare e di vivere dignitosamente, la terra ha perso i suoi confini naturali.
I "tanti" sono sempre più in balia degli oligarchi che le provano tutte per continuare a rubare e sfruttare impunemente.
Dividi et impera. Come sempre.

(lo so che ci hai pensato, grazie per avermelo detto)

Il Vignu, quello del nuvolone

Ho incontrato il Vignu ieri sera! Un uomo che mi piace e con il quale facciamo sempre bei discorsi e belle risate. Un grande piacere abbracciarlo.
Era veramente tanto che non lo vedevo, tipo un paio di fidanzati fa...
Il bello è che riusciamo a prendere strani discorsi , sempre.
E, forse, è capitato proprio a proposito, chè avevo un po' di paturnie (ma è argomento da sviscerare....poi).
Il mio Lui non si è avvicinato, ci ha lasciato soli, è venuto solo dopo una ventina di minuti, con un bel sorriso. Apprezzato tanto, Babà. Tutto.

Il batterista sul letto

Non è facilissimo. Neppure difficile. Una dimensione nuova alla quale continuiamo a dare sfumature e invenzioni. Non esattamente liscio. Comunque senza frizioni.
Il mio amato-amante è il caos e la sorpresa perenne.
E' accoglienza e abbraccio, è artista folle e romantico intenditore, ironia mordente e apprensivo sguardo attento.
Avevo voglia di una mattina senza fretta. E' stata bellissima.
Anche se ora mi costa stare chiusa quì dentro senza poter camminare alla luce del sole. E' stata una mattinata proficua: molti risvegli nel lettone profumato, una bella mezz'ora abbracciati ad ascoltare il super Bollani, la doccia mentre un matto suona il tamburello fuori dalla porta, guardarlo mentre mi confeziona una cavigliera di corallo, frugare nell'armadio per vedere il presepe e il trenino di Dumbo che aveva iniziato a costruire, ballettini afro e dischi di Manuche a tutto volume, pulizia dello specchio del bagno e nuova decorazione a mia cura, pizza nei cartoni e film di Totò in prestito.
E ho fumato solo due sigarette dalle dieci di ieri sera!

(Erano anni che nessuno mi chiamava per cognome, mi fa tanto ridere)

venerdì 10 ottobre 2008

"Quelli che mi hanno resa reale ai miei occhi"

Cito dall'oroscopo dei pesci di questa settimana.
Mi piace quest'immagine e mi scuote corde a cui non avevo pensato. In effetti avrei voglia di fare ringraziamenti e di celebrare un piccolo traguardo che non potrei vedere se non fosse per alcuni incontri fatti ultimamente.

Sicuramente un omaggio va alla donna che non ama le frasi sdolcinate. Il suo sguardo accogliente e allo stesso tempo severo è un sostegno prezioso. Grazie per proporre possibilità e libere varianti. Grazie per il tuo incoraggiamento a "sottrarre" e la tua complicità mai banale.

Un benvenuto anche a Babà che mi racconta con le sue carezze, verbali e non, che la realtà è quello che possiamo fare oggi, quì, con gioia, insieme.

All' amica che mi guarda con affetto anche quando la contraddico con veemenza, grazie.
A chi mi prepara un filmato con i suoi bambini, grazie.
A chi mi scrive appassionate dichiarazioni di amore, grazie.
Alle donne che mi piacciono tanto, grazie.
A chi mi consiglia di reagire alle offese chiedendo rispetto, grazie.
All'uomo che mi tocca per sciogliere le tensioni del corpo, grazie.
Alla mia partigiana del lettino, grazie.

L'ho fatto e spero

Ho mandato richiesta d'iscrizione al corso di scrittura che si terrà al dipartimento di italianistica. Ho vinto l'imbarazzo di scegliere uno scritto da allegare, mi sono forzata a non temere il guidizio di chi farà la selezione, ho deciso che se non ci provassi mi sentirei ancora più inadeguata, ho optato per aprire una possibilità.
Che magari, chissà, verrò "autorizzata" a mettermi in gioco.

Solo l'idea di salire quelle scale e di rivedere quei corridoi, mi emoziona.
Incrociamo le dita.

Balle, ancora balle

Caduta libera di balle, freni inibitori andati, neppure un piccolo scrupolo.

- Il Coffa, lo sceriffo, il cinese, il sindaco meno amato, lascia. E la stampa a riferire la massa di stronzaten ad hoc. Certo, mi pare che proprio ci serva disquisire sulla sua mogliettina e sul povero baby di un anno. Crediamo tutti che il motivo sia che si prende lui il congedo parentale per affiancare la tata nell'accudire il piccolo principe.
- Molto utile, molto "emergenza" la questione delle pene severe da infliggere ai graffittari. Stanziati i soldini che avanzano per allargare le galere per ospitarli. Perchè non proporre una epurazione per gli imbrattattori? Test alla Csi per trovare sulle mani dei cittadini tracce di bomboletta spray?
- Il Ministro minaccia di andarsene e allora la legge passa. Notiziona!
- Accidentaccio: qualcuno ha dato un premio nobel che era di diritto italiano. Vergogna.
- La Talpa è iniziata, allora lo stato ci ama!
- Il Dio-nano rassicura: ci pensa lui, non vendete le azioni, aspettate che ve le fottano.
- Fermi tutti, la speranza esiste: 73 miliardi (milioni, caramelle?) il monte premi del super enalotto. Grattate e spendete, drogatevi legalmente e riempite le casse che dobbiamo svuotarle in fretta.

giovedì 9 ottobre 2008

Il tesoro nascosto

Ieri notte, in piena notte, al buio.
Improvvisamente mi dice "Ho dimenticato di dirti una cosa bellissima".
L'ha presa alla larga, quando mi ha detto "hai presente il negozio di carta in angolo?", ho capito.
E, senza dubbio alcuno, gli ho detto "hai scoperto il fabbro!".
Ha acceso la luce per guardarmi. Sorridevo e continuavo a dire che ero felice. Era felice anche lui.
Non gli avevo detto nulla. Mi commuove pensare che quella porta sia sempre stata lì e che noi l'abbiamo scoperta e amata solo ora.

Così. Ci sarà il senso anche per questo, no?

Tentiamo

La pace : il sogno del pianeta



Proviamo a:
-essere impeccabili con la parola
-non prendere nulla in modo personale
-non supporre nulla
-fare sempre del nostro meglio

Pianoforte: quattro mani

Renato Sellani: 82 anni
Danilo Rea: il pianista più grande d'Italia.

Dormono da me. Li aspettavo con ansia.
Rea è anche bello e affascinante.
Sellani è un delizioso e spiritoso vecchietto.

Lui non può venire con me. Mi racconta due o tre cose su di loro.
Quanto smonto vado da sola. E mi ritrovo ad ascoltare qualcosa di strepitoso. Una tastiera che dialoga con l'altra, un'anima che parla e l'altra che risponde. Due virtuosi che si accarezzano a vicenda e noi a raccogliere il risultato di cotanta arte. Mi godo il concerto in posizione privilegiata, seduta con il mio ex capo. Guardo il luogo dove ho lavorato tanti anni e mi dico che tutto ha un senso. Sellani si alza e lascia Rea in assolo. Viene da noi sorridente. L'emozione è grande. Rea suona e sorride e sembra che ci sia un orchestra, è solo e riempie il mondo di musica.

(Ripenso ai miei anni passati con un pianista, anche quelli avevano un senso)

Funziona

Che non faccio progetti ma esprimo fantasie e desideri.
Lo faccio fra me e me, senza ansia o aspettative.
E, a volte, spesso, funziona.
Funziona con lui. E forse funziona ora che mi sono tolta quel "sassolino".
Funziona perchè nella semplicità le cose riescono meglio.
E non importa se ancora non sapevo. Ho detto alla nipotuzza che forse stavo fuori. E' andata così. E la cosa mi piace. Perchè posso arrivare con la mia birra e parlare di quello che mi brucia ed avere un interlocutore con sentimenti e idee che capisco. E ci regaliamo una serena convivenza ognuno nella casa dell'altro. E continuiamo a svegliarci allegri e felici di essere insieme. E inventiamo tempi e modi ogni giorno diversi. Work in progress. Poco work e molto progress. E c'è spazio per tutto e per tutti. Se non è oggi, sarà domani. E oggi tocca a me e domani a te. E se la variante di oggi era simpatica, lui mi chiama per dirmelo. E io gli racconto che in strada ho incontrato la mia amica e l'ho portata al lavoro. E lui esulta, per così poco, (un altro dei suoi talenti). Belle le varianti.

martedì 7 ottobre 2008

Si discute, meno male

La novità è un po' questa: si discute.
A cena con un'amica, si parla per due minuti di frivoli problemi e poi si passa alla politica partendo dalla vita quotidiana e dalla stanchezza che molta gente ormai esprime senza vergogna.
Ormai faccio sempre più spesso la parte della moderatrice delle intemperanze che sfociano in parole razziste e vagamente reazionarie.
La cosa più dolorosa è sentire uscire dalla bocca delle persone a cui voglio bene le stesse parole della maggioranza subdola che sta manovrando alla grande la mente della gente. E mi ritrovo a gestire quelli che quasi mi sembrano una sorta di appello delle mie amiche. A me.
Come se, dicendomi quelle frasi che sembrano sortire da Porta a Porta o, peggio dalla voce di Brunetta o Calderoli, mi lanciassero una disperata richiesta di aiuto.

Vermi schifosi! State riuscendo a minare le certezze del mondo civile. State schifosamente insinuando il dubbio anche nel cuore e nella mente delle persone perbene, state propagandando intolleranza e impotenza fra chi ha scelto tutta la vita la strada del coraggio e dell'onestà. State spaventando le mamme e i padri. State proponendo violenza e pulizie etniche anche a chi non si è mai sognato di ragionare in questo modo vile e ignorante. State indebolendo la parte sana della società.

Non è il momento di cedere.
Non sui diritti della costituzione. Non sulle libertà sancite dallo stato democratico. Non sulle garanzie minime dei lavoratori. Non sulla libertà di opinione e di espressione. Non sull'uguaglianza fra gli uomini. Non è il momento di cascare nei tranelli delle soluzioni idiote e facili quanto irrealizzabili. Che poi non si tratta affatto di quello:
- non dei Rom
-non delle prostitute
-neppure degli stranieri

Si sta tutti non proprio bene, vero. C'è crisi, vero.

Non ho la ricetta, figuriamoci! Ma, come per l'Alitalia, il fatto che non sia un'economista non significa che non intuisca le stronzate, che non evinca che ci stanno prendendo in giro alla grande.
Il problema sono i ladri, i corrotti, i pescecani, la Mafia di tutti i colori, gli evasori, i finanzieri senza scrupoli, i ministri e le ministre, le leggi e i decreti, la democrazia, l'occupazione in calo, i guerrafondai che hanno mandato sul lastrico il modo occidentale (non prima di aver fatto fuori miglaia di persone in quà e in là) etc etc etc

Anche i Rom, forse.
Anche le prostitute all'angolo del viale, forse.

La nostra capacità di reggere e rimanere saldi e consapevoli è seriamente in pericolo.

Proviamo solo a fare una cosa: non usiamo le parole dei Tg e di Famiglia Cristiana, evitiamo di assomigliare a Calderoli il più possibile, rifiutiamo di essere complici della guerra fra poveri che ci stanno istigando ad intraprendere.
Magari troveremo altre idee.

Ferrara 1 & 2






Sabato. Cotta un po'. Che dormire è diventato un optional.
Ore 18.00 si parte.
Plain e La Occhi e lui con il sorrisone.
Ferrara piena di gente e colori. Nella piazzetta dove facciamo una fila per vedere Gipi che si conclude alla porta nel momento esatto in cui chiudono il flusso di entrata, vedo il mio mito, il cantante, musicista sud americano dell'Orchestra di Piazza Vittorio. Mi emoziono tantissimo.
E mi giro verso di lui e mi rendo conto che a quest'uomo posso dire "certe" cose che aspetto di poter dire da tanti anni. Forse le ho sempre dette... ma non sentivo corrispondenza e comprensione. Concerto bello, ballato tanto, sentito di essere dove volevo essere con chi volevo essere. Preziosa sensazione.
Ritorno a casa, sotto le coperte a smaltire l'umidità insieme.

Risveglio duro. E' sempre tardi. Un po' vorrei non andare. Un po' vorrei rimanere in questo spazio morbido delle nostre risate del mattino, finalmente senza fretta. Vado. Il sole è la sorpresa gradita. Le donne che amo sono una perpetua conferma, ormai una certezza che regala serenità e ore piacevoli senza frizioni o indecisioni di nessun tipo. E le foto sono strazianti e meravigliose. La corsa al posto in prima fila una piccola armonia che mi ha ricordato quella dell'anno scorso (vero, plain?). Al ristorante spassosi racconti dello stile che ci diverte tanto (che abbiamo resistito all'ennesimo maltrattamento del servizio delle ostesse, del resto molto carine). Un piccolo "disservizio" gestito con serenità e solidarietà (l'amica che si innervosisce e viene coccolata e accontentata). Rientro tutte stanche e spossate.

D'accordo: prossimo giro estense a mero scopo di shopping sfrenato.

(al telefono realizzo che, anche se il nome non l'abbiamo coniato, abbiamo una bella relazione).

Aggiustamenti

Venerdì che si modifica in fretta sotto le nostre mani.
Una telefonata. A cena da me, ok.
Ok. Dormi da me? Ok.
Sono convinta al 70 %. Del dormire da lui.
Mi faccio anche un piccolo pensiero sul fatto che vorrei uscire.
Sì. Ma voglio vederlo. Mi chiedo se va tutto bene. Ancora.
Ma sto imparando: chiedo e rispondo nel giro di pochi minuti.
E decido. Decido serenamente e liberamente.
Lo richiamo per accordi. Sono stanca, la verità è che mi costa, non so cosa, non ancora. Mi dice, un po' agitato nel tono, che rimane sempre gentile e accomodante, che magari andiamo a mangiare fuori e poi andiamo a casa sua. Ok. L'ennesimo ok. Chiudo. Mi richiedo se vada tutto bene. Risposta diversa: non mi va il nuovo programma. Richiamo. Esprimo la verità nient'altro che la verità. Ricambio le carte in tavola. Faccio la mia proposta con calma. Accetta, con convinzione e gioia (sempre delizioso in questa suo talento). E faccio la mia telefonata e la mia cenetta (che bisogna essere pronti a colmare le carenze apportando ognuno quello che gli riesce meglio, momento per momento). Bella serata. Bella la serenità e l'allegria. Bella l'intimità e bella anche la piccola crisi. Bellissima la rilassata accettazione da parte nostra della piccola difficoltà e il modo in cui abbiamo affrontato e risolto. E dolce il risveglio con un'altra di quelle alzataccie in armonia che stanno diventando la nostra specialità.

Se inizi la giornata alle sei meno dieci ridendo a crepapelle il buon umore è assicurato!

venerdì 3 ottobre 2008

Specchi e progetti#2

Il nervoso mi è passato, un po', quanto basta.
Vista e acchiappata la distanza.
Altro, penso ad altro.

Un progetto è anche prendere un bus e andare in provincia a recuperare la macchinetta fotografica (che ho fatto bene ad aspettare e sperare che mi piovesse dal cielo). Gente allegra il ciel l'aiuta. Il bello è che il mio genitore era più felice di me e, già che c'era, ha messo sul tavolo un altro pacco dono (non richiesto ma gradito). E così la giornata è diventata meglio del previsto.

E ho ritirato la prova di conformità del mio bra.
E ho consegnato Mr Nori e Mr Borges e ho ritirato Mr Vargas Llosa.
E ho fatto giro inutile (che tanto lo so già che quei grandi magazzini sono solo pieni di metri quadrati di schifezze, semi economiche, ma assolute schifezze, quintali di schifezze). E ho cercato e cercato scarpe, e alla fine le ho trovate (con annesso signore molto simpatico). E ho fatto scorta del mio "esaltatore di femminilità" preferito. E ho fatto un salto a salutare il mio giovane-uomo preferito. E il genitore mi ha chiamato per chiedermi se sono contenta. Certo strano papino bello! Che mi sa che mi inventerò presto un'altra scusa per vederti e darti l'occasione di farmi felice (visto chel'effetto su di te è così esaltante).

Musica greca. Babà con la voce suadente che mi aspetta a cena. Ferrara nell'aria.

Il progetto c'è: dare poco spazio ai rospi e molto alle farfalle.

Lost in translation

Come mi diverto con i miei clienti!

Ogni tanto mi chiedo perchè non mollo, è vero, turni assurdi, poco riconoscimento, colleghi isterici, tempi e spazi scomodi.

E poi me la spasso con loro, mi ingegno a parlare le lingue possibili, e sorridiamo e ridiamo e scherziamo e capiamo e ce la passiamo. E tornano e mi raccontano come è andata e mi spiegano qualcosa e commentano varie cose insieme a me.

La Lady C dice che "quelli" son freddi e duri, che non rivolgono la parola a nessuno. Due, due, minuti dopo arrivano. HALLO, gran sorrisone, mi chiedono come sto e ci accordiamo per come fare con il ristorante stasera. Mai visti uomini d'affari meno freddi

Sarà che la traduzione è impossibile? E che qualcuno non accetta neppure l'interprete?

Il ruolo

Abbiamo il "ruolo". Dice lei.
Quale? Siamo gli adulti. Ah, ok, anche tu?
Poi, cinque minuti dopo, dice "vado".
E mi lasci quì?
Mica è mia, è tua. Ridiamo, aspettiamo.
Ci sfrecciano accanto col motorino, lei mi sorride.
Noi raggiungiamo l'auto dando calci ad una lattina rumorosa.

Bella serata. Che l'amica mia è stata molto affettuosa e pedagogica.

Titti, l'ex della ex di qualcun altro, mi ha dato un bel bacione.
Stai bene? Sì. Mi hanno detto che ti sei fidanzata.
Davvero? Chi? E siamo rimasti dieci minuti a cercare di capire chi sia stato.
Mah. A quando risale la notizia? Di chi si trattava?
Ci guardiamo e ci facciamo una risata.

I ruoli, i figli (di chi non importa).
Noi che siamo figli e ancora non sappiamo cosa faremo da grandi.
Che poi non ci frega molto dire e dirci chi siamo.
Va bene così.
Le iene afgane, dice lei- la piccola, al fidanzato maldestro.

Hallo, gli faccio io.
Ma che piffero di capelli hanno 'sti ragazzetti???

giovedì 2 ottobre 2008

Vado a prendermela

Il piccolo oggetto del desiderio.
Un po' di bus e sarà mia.
La "cattura immagini" gentilmente offerta dalla famiglia di mio padre.
Che è anche la mia, dai.

In fondo mi è simpatica e io lo sono a lei.

Specchi e progetti

Paperina docet (teoria, altra cosa il razzolo).
L'unica salvezza, dice, è poter organizzare la propria vita guardandosi allo specchio e riconoscendo una faccia che sa di aver un progetto e una direzione.

Vero.

Com'è che me lo scordo?
Com'è che vado in crisi quando mi attaccano persone di cui fondamentalmente non mi frega nulla? Com'è che mi lascio confondere dalle frasi stonate degli stolti? Com'è che ancora credo all'utopia di un mondo di persone "giuste"?

La solita distanza da tenere.

Specchio specchio delle mie brame...
Chi è la meno furba del reame?

Torniamo in sella, subito!

L'appendice

Dice lui che ha "l'appendice".
La mia amica si preoccupa, sta male?
No, è che sono sempre in aumento i suoi turni con il baby.
Peccato, avevo bisogno di una serata rilassante.

ma così è

e la lezione è sempre quella: imparare a gestire le aspettative

mercoledì 1 ottobre 2008

Discorsi "pesanti" fatti ridendo

Argomenti decisamente DURI.
Al telefono con mia madre.
Ci capiamo in fretta, due parole esprimono anni e sentimenti.
Si parla di sensi di colpa e di rabbia e dei non-più segreti .
E ridiamo. Ridiamo delle fragilità e della forza, di noi che digeriamo lentamente ma digeriamo!

Clienti da 250 euro

Che mi sembra un po' esagerata una high rate di 250,00 €.
Eppure, sono tutti molto pacifici e gentili, anzi, decisamente simpatici.
Top of the top i sigg greci che mi hanno portato il pasteli.

Musicoterapia

Sai quando pensi che le cose di cui hai bisogno arrivano?
Un'amica mi linka il suo spazio musica.
Lo pensavo da un po', che la musica "vera" mi mancava.
Detto, fatto.
I regali del cuore, grazie Babà, grazie MV

Recessione

Babà oggi aveva un problema.
Grosso. Enorme.

No, non ti angosciare.
Non è colpa tua. Lascia stare la dignità.

Mi ha rattristato vedere quello sguardo dolce e preoccupato.
Ero triste anch'io, problemi anche quì, altri.
Ci siamo abbracciati un istante, così siamo un pochino più forti? Sì.

Troppi cani con troppi padroni

Stasera una decina di cani legati ad una decina di stronzi/e.
Più altri bipedi microcefali innaffiati di alcol di infima categoria.
Un tizio prende il Dogo per il cranio e lo fa girare ad un metro da terra.

Voglia di passare con uno schiacciasassi
(senza colpire i cani)