giovedì 28 aprile 2016

Dialoghi spezzati

Parole come coltelli.
Silenzio, meglio il silenzio.
Sassi che sbattono e ritornano.
Chiusure, fessure che si sfaldano.
Non si apre il cuore, non riesce ad uscire l'aria, non entra ossigeno.

Vento, il vento aiuterebbe.
Ma dovrebbe soffiare forte, dovrebbe pulire tutto e permettere il nuovo.

Vuoto, prima il vuoto e il silenzio.

Come sarebbe giusto il mare

Difficoltà di socialità

Ci sono le persone che chiedono, pretendono, urlano, fanno fretta, vogliono...

Ci sono le altre, quelle che parlano morbido, che prima ti salutano, ti chiedono come stai, ti ascoltano e ti dicono e, poi, ti chiedono. A volte ti chiedono. A volte ti danno.
Non importa cosa, non è questa la differenza.
Sono le stesse che sono anche in grado di offrire. 
Sorrisi, complicità, aiuto, leggerezza, gentili parole, allegria, scambio.
Un giorno per uno non fa male a nessuno…

Ci sono persone che ti battezzano quale colei che deve esaudire desideri, soddisfare bisogni, sono persone che hanno richieste e non hanno mai offerte, che non sono mai in pace e si propongono sgomitando o lamentandosi.

Ci sono altri che si rapportano a te in maniera paritaria, che non si pongono in veste di "bisognosi", che non ti scaricano le loro ansie addosso. Anche se ti parlano di problemi, lo fanno per consultarsi, per condividere, per chiedere un aiuto e un po' di sostegno. Sono vicine a te nei momenti di sconforto e, anche se non sanno come aiutarti, offrono il loro affetto. A volte ti ricordano che sei più forte del tuo problema, ti dicono che è e sarà dura ma ce la farai.

E gli altri, intanto, diventano fastidiosi, continuano a proporre pretese senza accorgersi che non sei più disponibile a risolvere per loro, a fare la loro segretaria o a togliere loro le castagne dal fuoco. Quelli insistono e non ascoltano ragioni. Non so proprio più come parlare a quella gente (nonostante l'affetto).
Ultimamente non ho voglia di dover convincere nessuno, semplicemente mi defilo.

Non mi piace molto "sfuggire" alle persone a cui voglio bene.

Ma non mi piace neppure essere presa nei vortici ansiosi e pretenziosi, quale che siano le problematiche altrui.

La mia tolleranza è calata, è diventata tolleranza e quindi ha un limite.
Il limite è la mia pazienza e la mia noia.
Il limite arriva quando preferisco eclissarmi, quando non ho piacere a stare alle condizioni altrui.

Un po' mi dispiace...vivere "evitando" situazioni di stress.
Finisce che evito la gente
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