martedì 29 marzo 2011

I miei oracoli parlano

"Il tema è l'individuazione. Stare seduti, paralizzati dai pensieri, cercando di capire se siamo a rischio di diventare dei grandi egoici o individui sinceramente indivisibili non funzionerà. La vita è dell'umore di spostarci dai nostri luoghi sicuri e costringerci a imparare dalle esperienze".

Ecco fatto.
Che persa nei meandri di un dubbio, che mi si presenta una strada da prendere e vorrei dire di sì, e di fatto l'ho già fatto, che poi mi sembra una specie di sogno strano...

Allora, in certi momenti che mi fuma la calotta cerebrale e me ne rendo conto da sola...Non so, cazzeggiando con dissimulata leggerezza e frivolezza, mi vado a beccare delle risposte che più chiare di così!

Che sia epoca di rinascita e cambiamento non ci piove. Potrebbe essere la mia occasione, certo occasione è. Rischio assiomatico che le garanzie mica crescono più sugli alberi...
Vero Mr C? E sorrido alla tua foto da bravo ragazzo con maglioncino azzurrino e sbircio il tuo gilet da biker e so cosa mi diresti tu.

sabato 26 marzo 2011

Una settimana, un giorno

solamente un'ora a volte vale una vita intera...
Il tempo passa in fretta e ti ruba quello che hai

Canzone della mia adolescenza, Bennato.
Una settimana dal funerale di Mr C. Che non mi sembra vero.

Piccoli passi, piccole fatiche, piccoli progetti.
Ancora alcune cose da sistemare, quelle antipatiche.
Gli amici mi chiamano e mi aiutano a rendere le cose migliori per la Maria, non è facile perdere un figlio così giovane e dover affrontare pratiche burocratiche e dispendiose. La solidarietà c'è, l'affetto anche.

Ciao tesoro, spero tu possa vedere che la mamma non è sola.

lunedì 21 marzo 2011

Facile non è

é solo lunedì...

Soffro e sono confusa. Un senso di macigno sullo stomaco.
Lo so, lo so, la vita deve andare avanti.
E ci va anche.
Che oggi sono andata a pranzo dalla Maria e ci ho trovato lo zio Giuseppe che mi piace tanto e la sua moglie dalla faccia lunare e dolciona. E l'atmosfera era bella, era serena, dopo tanti mesi. Loro, Walter e la Maria avevano l'aria tranquilla, i lineamenti rilassati. Abbiamo cercato di stare in pace un po'.

E abbiamo fatto progetti di viaggetto insieme a trovare loro in montagna, e abbiamo parlato di "fra un paio di mesi"...E ho chiamato per fare portare via l'ossigeno di Mr C e la banca per capire cosa fare. E abbiamo sorriso tanto, che è quello che vogliamo fare, consolarci nel pensiero che l'uomo buono non soffre più.

Il problema è adesso, ora che sono a casa sola e non ho voglia che non si debba parlare più di lui, come se fosse già lontanissimo. Era quì tre giorni fa...
E ora penso che non gli posso più parlare, che non sentirò la sua voce al telefono, che non ci sarà più ad ascoltare le mie cose, i miei racconti. Mi manca, mi mancherà domani e anche dopo domani. Che era tanto malato ma è sempre stato presente, lucido, che un momento prima di morire mi ha parlato ed era lui, quello che mi manca e mi fa tanta rabbia anche se lo so che devo accettare tutto questo, come ho affrontato il resto. Non è facile, anzi è schifosamente difficile

sabato 19 marzo 2011

La luna bella nel cielo bello

Tante cose, tante emozioni, tante immagini. Vorrei scriverle tutte, ricordarle tutte.

La candelina l'ho accesa e l'ho messa davanti al sorriso dolce e malinconico di Mr C che mi guarda nella cornice che mi ha regalato il signore gentilissimo. Tanto gentilissimo che molti pensavano fosse un parente.
Ho sentito chiamare il mio nome mentre stavo guardando i ragazzi che buttavano le rose bianche nella fossa. Era lui, sorriso dolce, con i miei tulipani colorati in mano che aveva capito dall'inizio che volevo gli facessero compagnia i colori della primavera che amava tanto.

Il piccolo cimitero circondato dalle colline verdi, il sole che scaldava gentilmente. Noi con i piedi nel fango. Gli uomini belli con i loro gilet d'ordinanza che facevano picchetto d'onore ai lati della cassa, poi con me immobili ad aspettare che la terra lo coprisse.

Ore in cui ovunque mi voltassi c'era uno sguardo attento a capire, ad aiutare, ad avvicinarsi se solo facevo un cenno. La Maria che mi teneva sempre a portata di occhi, che si lasciava accarezzare dai ragazzacci con gli stivali grossi. Lei così piccola occhi negli occhi con il biker di due metri.
E gente che piangeva e non sapevamo chi fosse. Un ragazzo giovane, giovane che ha pianto dall'inizio alla fine e ho capito che era il figlio di B, padre motociclista, figlio motociclista, padre e figlio con la stessa passione. Che poi è venuto ad abbracciarmi e gli ho detto di non preoccuparsi che C ora starà bene, Che mi raccontava tante cose di questo piccolo uomo in gamba.

Le risate che scoppiano improvvise a tutti. Anche la Maria. La cugina che chiamo a dirle che le due comari hanno rotto le balle e lei mi dice che sì, rompono. Che si sono inventate che bisognava dare uno psicofarmaco alla mamma e che la tiravano per un braccio per portarla a casa. Lei, leonessa incattivita che alza la voce. Vi pare di dire bagianate così? Mi volete impedire di seppellire il mio bambino?
E allora ho sgomitato mentre lei cercava il mio sguardo, ho fatto schermo allontanando le comari e le ho dato la mano come in questi due anni. Andiamo?

E T. aveva risolto il problema dello psicofarmaco incombente...ha mentito, me lo dice sorridendo, ha detto alle comari che le aveva dato un calmante. Brava, menzogna a fin di bene, non ci avevo pensato.

Andiamo. Cammino verso la macchina, sono confusa. Vedo le moto accendersi, sono tante, cinquanta. Poi incrocio lo sguardo di S sotto il casco e gli grido "hai un casco"? e salta giù e grida che lo sentono anche quelli già partiti. Corre e lo guardo correre e vedo altri correre. Poi vedo un casco che vola e lui che lo acchiappa e mi sorride da lontano. E, seduta dietro a quest'omone che non si è fatto vedere in questi mesi difficili e duri, lo abbraccio e piango con l'aria sulla faccia. Accellera e raggiungiamo Mr C e il gruppo che era con me a casa subito prima che ci lasciasse. Non ci avevo pensato ma sono felice di quest'ultimo giretto in moto che abbiamo fatto insieme e so che lui c'era e sorrideva.

mercoledì 16 marzo 2011

In veranda

Il doc l'avevo visto quando ho parcheggiato, chiuso in auto con l'aria stanca. Ho capito dalle scritte dell'Ant sulla fiancata. Stavo per andare a chiedergli poi l'ho lasciato stare e mi sono avviata. Chissà quanto sia dura per chi assiste i sofferenti e le loro famiglie, tutti i giorni...si teneva la testa fra le mani.

Ha salutato Mr C con l'aria dolce e triste, due parole, pressione, cuore. E mi ha chiesto di accompagnarlo fuori. In veranda mi ha detto che questa che vediamo è quello che immaginiamo e che forse saranno giorni ma non è detto. Mi ha anche detto che forse dovevamo dirlo anche alla Maria. L'ho chiamata, lo sapeva già

Lui se ne sta immobile. Non chiede niente.
Solo un po' di caldo, scoprimi.

In cucina con la Maria, non piange più, parliamo, parliamo di tante cose.
Poi mi ha detto "vai pure, non ho paura".
Bacino a Mr C che mi saluta con un "ciao bionda, ironico".

In auto con auricolari (cercati ieri e usati per la prima volta) parlo con P. A lungo, con calma e sento il suo sgomento ma anche la sua avvolgente empatia.
" Lo facciamo insieme, se vuoi". J mi manda un sms, che lo so che non mi vuole aggredire con le sue lacrime e allora le faccio io, le lacrimucce di commozione. Uomini deliziosi.

Ora un po' di silenzio. Domani si vedrà

Parole e silenzio

Silenzio come fonte di rinnovata connessione con la nostra essenza, come indispensabile aiuto verso la spiritualità, la pace.
Parole che esprimono e aiutano a sapere dove siamo, chi siamo, che sono tramite di condivisione e sostegno, che esprimono l'amore e la speranza per qualcuno che soffre ed è nelle tue mani. Letteralmente talvolta.

E ci sono momenti in cui è chiarissimo che non ti fermerai mai, che farai di tutto e di più sapendo che sarà poco...L'abbraccio inizia e non finisce, è così.

Ma ci vuole anche il silenzio, non me lo devo scordare, non adesso che è così importante.
Ma anche le parole dette mai sono state più vere e sincere. Lo so.

lunedì 14 marzo 2011

Abbracciamoci, nel dolore

Mr C sta malissimo, ci lascerà. Morirà, non sappiamo quando e come, non sappiamo quanto soffrirà. Sta soffrendo così tanto...
Non è facile scegliere cosa fare, come farlo. Le azioni pratiche, se Dio vuole, sembra stiano funzionando. Prego che mercoledì la funzionaria del Pra, donna gentilissima piena di energia solidale, riesca ad andare da Mr C. Lo sappiamo tutti che salvare la bellissima moto tanto amata è importante...
Ho chiamato un amico di Mr C l'altro giorno.
Ho preso il telefono e ho chiamato. Ho detto con semplicità che sta molto male e che serve aiuto per la moto. Ieri, pomeriggio terribile. Siamo crollate ma ci siamo parlate in modo diretto, cercheremo di fare la cosa migliore per lui nella consapevolezza che facile non è.

Uscita sotto la pioggia sottile, ho richiamato un numero che non conoscevo. Altro amico motociclista. Gli ho detto come stanno le cose, ho pianto un po' con lui.
Sono salita in auto e sono scesa a valle, una curva dietro l'altra, singhiozzando come da anni non facevo. Mi sono fermata al ciglio della strada non sapendo cosa fare, sapevo che non volevo andarmene a casa. Mi sono autoinvitata a cena da un vecchio amico, compagno di liceo. Non abbiamo parlato ma solo chiacchierato noi tre, lui, io, la sua bimbotta tredicenne.

Stamattina fax e telefonate con il PRA. Vado sù. E' seduto, sofferente e magrissimo, gli occhi semichiusi ma seduto sul divano. Di fianco il letto posizionato in soggiorno, che sembrava non riuscisse più ad alzarsi.
Li avviso: gli amici stanno arrivando.

Entrano in casa. Dolcissimi uomini, bellissimi, luminosissimi, grandi, atletici.
Mr C è così piccolo...sottile Due minuti e mi ritrovo in corridoio con J disperato, in lacrime mi abbraccia e mi stringe forte "Non avevo capito, non lo sapevo, come facciamo"? Due amici mantengono la calma, lo baciano, gli parlano, si siedono con lui. B trema e gli occhi si arrossano, viene a cercarmi in preda all'agitazione. Ricaccia le lacrime come abbiamo fatto noi. In cucina la mamma ora piange e i ragazzi la accarezzano. B, occhi infuocati, mi prende una mano e mi chiede cosa ho fatto per la moto e cosa farà lui, rassicura la mamma, sarà disponbile per qualsiasi cosa, si scambiano i numeri di telefono. La Maria ottantenne eroica e dolce e il biker di un metro e novanta. Improvvisamente, per la prima volta da mesi e mesi, la casa è piena di gente e la solitudine nel dolore non c'è più. E vedo questa scena come in un sogno e leggo il sollievo nello sguardo della mamma: suo figlio ha le persone che lo amano intorno a sè, anche se gli occhi sono chiusi e risponde solo se lo chiamiamo. Sorride alle carezze. Risponde ai baci di questi splendidi bikers dalla commozione sincera.

Non so. Anch'io mi sento un po' meglio sapendo che siamo meno sole nel dolore.

P mi ha appena chiamato. Per dirmi che c'è, che mi chiamerà anche per sapere se avessi bisogno di parlare, per dirmi che ha capito la difficoltà della decisione riguardo all'hospice, per dirmi che non ha smesso di pensare a Mr C ma anche a me

Amore e dolore
Dolore e amore

sabato 12 marzo 2011

Stand by me

"... è importante che tu stia fuori dagli inferni degli altri, anche se t’invitano a braccia aperte e se incautamente sei tentato di unirti a loro per dimostrare il tuo amore. Mostra tutta la tua compassione ma non lasciarti manipolare e non commettere sciocchezze. La cosa migliore che puoi fare per aiutare gli altri è coltivare ingegnosamente la tua salute mentale, confidando nel suo radioso potere di guarire con l'esempio".

uh uh. che cosa vorrà dire? Certo che voglio stare fuori dagli inferni altrui, spesso ci metto lo zampino e poi rimango invischiatina...sicuramente non mi va di occuparmi di stupidate e dinamiche perverse (leggi stranezze del lavoro), certo cercherò di non farmi agitare dai guai dei soliti noti (leggi impicci della famiglia)

Mr C ha tutta la mia attenzione ed affetto, il mio impegno per fare quel poco che posso fare e per dare il sollievo millesimale che posso dare.
Vorrei che soffrisse meno possibile e che sentisse amore intorno a sè, tesoro.

Mi rendo conto che vivo questo periodo come se fosse un tempo di attesa e sospensione, come se ci fosse un "dopo" che sarà da reinventare. E così probabilmente sarà, non so se ci siano riflessioni speciali che posso fare. Devo solo cercare di stare calma e focalizzata per non farmi travolgere, per rimanere lucida e solidale. Che tristezza però.

Riuscirò a salvare la moto bellissima?

lunedì 7 marzo 2011

Sad playlist

Oggi la tristezza non vuole essere costretta a nascondersi, mi chiede di lasciarle un po' di spazio. E allora scelgo sul pc la musica triste e lascio che le lacrime scendano libere.

Sarà che il dottore di oggi mi guardava dritto negli occhi e non nascondeva la sua commozione lieve e sincera. Era una visita programmata mesi fa, la Maria voleva portarci Mr C con l'ambulanza. Mi sono ritrovata che non sapevo come fare, come potevo dirle che non valeva la pena? Il medico dell'Ant,che ho chiamato, è stato bravissimo e mi ha detto di andarci io con gli esami. E oggi mi sono trovata nella bolgia della sala d'aspetto come in un sogno...
Il dottore ha fatto tutto quello che poteva, anche un po' di più: ha parlato con me, ha scelto con me cosa scrivere e come farlo pensando al malato e alla sua famiglia.
Ecco, la sua umanità e competenza sono state un grande sollievo. Sollievo anche se ti viene detto che qualcuno a cui vuoi bene non ce la farà, anche se ti viene spiegata la situazione nel dettaglio. Anche se esci al sole freddo di marzo e le lacrime sbocciano inattese e ti costringono ad una piccola pausa.
C'è anche il dolore, non solo il fare e l'agire.
Rimango della mia idea, anche e soprattutto nelle situazioni gravi e difficili servono le parole e la verità.