lunedì 14 marzo 2011

Abbracciamoci, nel dolore

Mr C sta malissimo, ci lascerà. Morirà, non sappiamo quando e come, non sappiamo quanto soffrirà. Sta soffrendo così tanto...
Non è facile scegliere cosa fare, come farlo. Le azioni pratiche, se Dio vuole, sembra stiano funzionando. Prego che mercoledì la funzionaria del Pra, donna gentilissima piena di energia solidale, riesca ad andare da Mr C. Lo sappiamo tutti che salvare la bellissima moto tanto amata è importante...
Ho chiamato un amico di Mr C l'altro giorno.
Ho preso il telefono e ho chiamato. Ho detto con semplicità che sta molto male e che serve aiuto per la moto. Ieri, pomeriggio terribile. Siamo crollate ma ci siamo parlate in modo diretto, cercheremo di fare la cosa migliore per lui nella consapevolezza che facile non è.

Uscita sotto la pioggia sottile, ho richiamato un numero che non conoscevo. Altro amico motociclista. Gli ho detto come stanno le cose, ho pianto un po' con lui.
Sono salita in auto e sono scesa a valle, una curva dietro l'altra, singhiozzando come da anni non facevo. Mi sono fermata al ciglio della strada non sapendo cosa fare, sapevo che non volevo andarmene a casa. Mi sono autoinvitata a cena da un vecchio amico, compagno di liceo. Non abbiamo parlato ma solo chiacchierato noi tre, lui, io, la sua bimbotta tredicenne.

Stamattina fax e telefonate con il PRA. Vado sù. E' seduto, sofferente e magrissimo, gli occhi semichiusi ma seduto sul divano. Di fianco il letto posizionato in soggiorno, che sembrava non riuscisse più ad alzarsi.
Li avviso: gli amici stanno arrivando.

Entrano in casa. Dolcissimi uomini, bellissimi, luminosissimi, grandi, atletici.
Mr C è così piccolo...sottile Due minuti e mi ritrovo in corridoio con J disperato, in lacrime mi abbraccia e mi stringe forte "Non avevo capito, non lo sapevo, come facciamo"? Due amici mantengono la calma, lo baciano, gli parlano, si siedono con lui. B trema e gli occhi si arrossano, viene a cercarmi in preda all'agitazione. Ricaccia le lacrime come abbiamo fatto noi. In cucina la mamma ora piange e i ragazzi la accarezzano. B, occhi infuocati, mi prende una mano e mi chiede cosa ho fatto per la moto e cosa farà lui, rassicura la mamma, sarà disponbile per qualsiasi cosa, si scambiano i numeri di telefono. La Maria ottantenne eroica e dolce e il biker di un metro e novanta. Improvvisamente, per la prima volta da mesi e mesi, la casa è piena di gente e la solitudine nel dolore non c'è più. E vedo questa scena come in un sogno e leggo il sollievo nello sguardo della mamma: suo figlio ha le persone che lo amano intorno a sè, anche se gli occhi sono chiusi e risponde solo se lo chiamiamo. Sorride alle carezze. Risponde ai baci di questi splendidi bikers dalla commozione sincera.

Non so. Anch'io mi sento un po' meglio sapendo che siamo meno sole nel dolore.

P mi ha appena chiamato. Per dirmi che c'è, che mi chiamerà anche per sapere se avessi bisogno di parlare, per dirmi che ha capito la difficoltà della decisione riguardo all'hospice, per dirmi che non ha smesso di pensare a Mr C ma anche a me

Amore e dolore
Dolore e amore

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