mercoledì 31 dicembre 2008

Entriamo nel nuovo anno in pace.

Anni fa sembrava lontanissimo, e si pensava al nuovo millennio come qualcosa di speciale e irraggiungibile. Ci siamo, siamo a un ennesimo passaggio. 2009. Convenzioni. Bilanci? Che stamattina ho pensato al 2008 e mi sono sorpresa nel capire che non posso lamentarmi, non è stato male. E' stato pieno di novità e avventure e di amore. E di piacevoli cose e di piccoli sogni realizzati. E non importa se alcune situazioni non si sono stabilizzate, se l'amore con la A maiuscola non è arrivato (o non si è fermato). La bella sensazione è che c'è stato movimento e non ci sono rimpianti o pentimenti su cui struggersi. Alcune cose hanno comportato molta fatica e anche un po' di dolore, ma non è successo niente di grave e gli incontri sono stati speciali e i momenti gratificanti. E la strada è ancora quì, da percorrere con coraggio e gioia. E gli affetti consolidati sono forti e più saldi, e i cuori da abbracciare sono sempre lì. Tanti auguri, la luce e l'energia ci accompagnino anche nel 2009.
SHANTI

Vischio per tutti, sotterriamo l'ascia di guerra, fermiamo ogni ostilità.

lunedì 29 dicembre 2008

Ferite e maschere

La causa principale di una ferita proviene dall'incapacità di perdonarsi quello che si fa a se stessi o agli altri.

E quando ci imbattiamo in qualcosa che ci ricorda la ferita indossiamo spesso una maschera che dovrebbe difenderci da quello che temiamo di ferisca ancora.

E allora la cosa che ci fa più paura è anche quella che cerchiamo, quella in cui ci imbattiamo o meglio attiriamo a noi.

E può succedere, e succede, che se temi il rinnegamento e il tradimento, in realtà tu faccia in modo che qualcosa succeda che ti impedisca di tradire, o che magari sia l'altro a tradire per evitarti di esporti, quasi che tu possa accettare meglio il tradimento se viene dall'altro.

Tradire che significa? Non essere leale, non mantenere fede a un impegno preso, non fare corrispondere l'azione alle parole, non comportarsi in maniera responsabile.
Ed è comunque un tranello della paura quello che si mette in atto. E si carica di aspettative sè stessi e gli altri per timore di perdere il controllo ed essere feriti. E si recita una parte che a volte sfugge di mano.
Si tratta di un atteggiamento reattivo, e una persona in fase reattiva non è centrata, non è sè stessa ma un cumulo di meccanismi che la allontanano dal suo cuore e dal nucleo delle sue capacità e sensibilità.

E se ci si imbatte in ferite simili e maschere conseguenti, il dialogo diventa una lotta che non si risolve e non risolve.

E se le maschere prendono il sopravvento diventa impossibile la pace.

Diceva mio nonno: "la difficoltà è riuscire a camminare nel mondo con il cuore sempre aperto e un bastone pronto per difendersi al bisogno. Senza confondere i due momenti, sapendo scegliere quali siano le diverse situazioni e le diverse soluzioni".

Blues

Risveglio malinconico. Anche un po' nervoso.
Ieri un amico che non sentivo da molto tempo mi chiedeva aggiornamento sulla mia vita dell'ultimo anno. Non mi ha chiesto come stia. Voleva sapere la mia situazione sentimentale. E voleva sapere cosa sia accaduto in questo anno.
Mica facile. Avevo un fidanzato, cioè, lui si era lanciato in proposta di matrimonio, io ero perplessa. Ma, per un po' ci avevo creduto anch'io, è una bella persona e stare con lui è stato bello. Poi sono emerse "cose" che mi hanno fatto decidere che non era l'uomo per me. Nel frattempo ho conosciuto qualcuno che mi ha corteggiato allegramente per tre mesi, qualcuno che mi affascinava e mi stupiva continuamente. Quando ho chiuso con il fidanzato è iniziata una bella storia fatta di risate e allegria e tante cose condivise.
Mi sentivo alle stelle.
Un giorno questo signore mi ha proposto una strana storia. Che non ho capito.
E una mattina è finito tutto. Senza parole, senza vedersi, qualche mese di affetto e telefonate quotidiane e condivisione di lenzuola e accappatoio e fette biscottate e poi PUFF. Che da un giorno all'altro ti chiedi se fosse un sogno o che. E ti senti un po' acciaccata e vorresti passare oltre.
Come lo racconti? Così?
Qualcuno dice che è "normale".
Mi risulta più difficile capire le spiegazioni proposte del fatto in sè.
E lo so che è inutile struggersi ancora.

Anche se nessuno lo chiede, ve lo dico, mi sento stanca e un po' amareggiata.
(e un pochino annoiata...il trend negativo mi ha stufato)

domenica 28 dicembre 2008

Non è finita finchè non è finita

Così dicono i filmetti d'amore di Natale.
E dicono "andiamo a sputtanarci per amore".
E i primi ministri si innamorano della ragazza del quartiere popolare.
E le recite scolastiche sono piene di gente che si vuole bene.
E Mr Bean indossa un bel borsalino.
E le regole vengono infrante senza alcuna conseguenza.
Sono le favole, quelle che ti svuotano la mente.
Così.

sabato 27 dicembre 2008

Natalizie invenzioni e convenzioni

Vigilia con l'uomo che mi piace in collina, agriturismo e camino, un paio di persone piacevoli, il padrone di casa, affascinante uomo con mitico cane conosciuti anni fa, fidanzato ora con una splendida donna che finalmente sembra felice. Le due amiche del mio amico lo adorano, io mi unisco a loro e sono felice per lui che ha amiche così. Mi accolgono con urletto di gioia, "sei tu". E lui risponde "certo, lei è l'unica". L'amico pittore (ndr, sono stata a casa sua tempo fa) ci delizia con musica splendida. Cena perfetta alla spagnola, paella e vino della Sierra Nevada.
Rilassante. Peccato, c'era un posto in macchina per fuga nel paese Basco, mare d'inverno, peccato.

Cena natalizia a casa della famiglia della mia amica del cuore. I bambini mi abbracciano, i padroni di casa mi dicono ogni due minuti che sono felici di avermi alla tavolata. Natale con ex mariti, figli di altri matrimoni, consuoceri. Noi, la sorella ed io, ridiamo a crepapelle tutta la sera, lei mi passa il cibo che non mangerà nel piatto, non si vuole offendere la cuoca. L'orgia dei regali sconvolge piccoli e grandi. Gli abbracci finali valgono assai, sono felice di avere nel cuore gente così bella.

Pranzo con padre e sister e nipoti. Non ci riescono, mia sorella e mio padre non trovano la via del dialogo. E noi esegiuamo la richiesta parlando a raffica per impedire che loro debbano rischiare lo scontro. Triste. Babbo Natale sono io, pacchetti e carta colorata. Le anonime buste sono gradite ma i fiocchetti si fanno notare per la loro assenza.

Cinema di rito. Mr C con regalino e aria serena. Tranquilla serata, film commovente e divertente, spaghettino all'osteria. Quando ormai siamo in strada, l'oste ci richiama lanciando urlo nella notte: ha sbagliato il conto, ci deve rendere qualche soldo, e ci offre il bicchiere della staffa, e chiacchieriamo di birre e ce ne regala un sacco pieno, stanno per scadere.

Natale è andato. Fuori uno.

mercoledì 24 dicembre 2008

Auguri e sorrisi

Che nonostante il freddo terribile, in giro la gente non vedeva l'ora di scambiare affettuose cose, non so, magari oggi avevo una faccia che ispirava...
Devo dirlo: oggi mi sento serena e felice. Che quello che c'è è bello nella sua originale caratteristica. Sarà che sono contenta degli inviti ricevuti per stasera e domani sera. Che l'affetto via sms ha un benefico effetto. Che qualcuno mi ha telefonato dopo tanto tempo. E, Natale o meno, si affaccia un modo morbido di relazionarsi che mi regala quella calma di cui ho bisogno.
Anche se è tutto il giorno che avrei voglia di contattare il signore della porta chiusa. Non lo so perchè non lo faccio. Orgoglio? Saggezza? Disillusione? Paura?

Non importa, ora si va a festa spagnola, olè!
Non vedo l'ora di vedere quelle mattissime donne e di sentire la voce bassa dell'uomo che mi piace e la sua risata satanica :-)

Banalità e uomini

L'amica che abita fra i monti mi invita per bicchierino fra donne. Sono l'unica che accoglie l'invito. Al bar del Titti arrivo che la musica suona ed è bellissima. Il trio è sempre piacevole. Locale pieno di gente giovane, il locale è cambiato. L'oste mi accoglie con abbraccio ed entusiasmo. Arrivano, è con il fidanzato. Lui si muove avanti e indietro dicendo le sue cose, è fatto così. Gli prende attacco di omofobia, noi non ci scomponiamo. Un tizio ci punta. Uno di quelli che conoscono tutti, che crede di avere fascino (un tempo l'aveva). Preso da desiderio non ben identificato si viene a sedere in mezzo a noi due. E dichiara che la sua parte animale gli ha regalato momenti bellissimi. Davvero?
Vuole ascoltare quello che diciamo. E parte con le frasi banali e stereotipate (e obsolete). Voi siete nate femmine. Le femmine sono curiose. Siete nate per procreare. Ed obbedire. Fate domande, imperativo. Siete fatte così, no?
Ci guardiamo. E pensiamo che la curiosità in questo caso è nulla, zero. Non riesco a trattenere sguardo di noia e insofferenza. Lei prende in mano la situazione, usa la diplomazia, rimane gentile, dice due parole semplici e lui decide di lasciarci in pace. Poi mi dice che non riesce ad innervosirsi con questa gente. E mi dice, candida, che gli uomini di una certa età (la nostra) spesso sono "andati" e non torneranno più. E che, se non fosse per il fidanzato, sarebbe andata via da questa città, da questo paese. Che in mezzo al bosco si sta bene anche se è dura.
E, fra i ragazzini, guardo questi ragazzoni di cinquant'anni e mi chiedo se la loro lucidità smarrita potrà tornare un giorno.
La musica finisce, si accendono le luci e tutti spariscono in un minuto. Passo, il giro per osterie varie non mi attrae, vado a casa, non abito nel bosco, io.

martedì 23 dicembre 2008

Qualcuno che c'è

"L'uomo che mi piace" mi ha chiamato. Non lo vedo spesso, anzi. Ma non si scorda mai di me. Arriva sempre. E mentre sento la sua voce al telefono, mi dico che ci sono legami che hanno una forza che attinge nel profondo, che alcuni incontri sono per sempre. Che siamo una famiglia, speciale e originale, sicuramente libera dagli schemi pre-confezionati. Che non ci sono obblighi o fraintendimenti ma semplice riconoscimento e solidarietà. E l'immagine che ho quando penso a lui risale ad un pomeriggio di 25 anni fa, vedo una vespa ed un violino e un paio di lacrime fra le lunghissime ciglia nere. E risuona la frase che mi ha detto quando ci siamo rivisti dopo vent'anni: "sto lottando contro la mia supponenza e coltivando la trasparenza".
Che di amore è pieno il mondo.

Del tempo e dello spazio

"Festina lente" il motto che osservo e cerco di fare mio. Occorre velocità di reazione e flessibilità, capacità di imparare in fretta e di adattarsi continuamente a nuove situazioni e nuovi stimoli. Ma anche molta attenzione, una grande capacità di aspettare; e molta pazienza. Perché i risultati non sono immediati – e non è bene che lo siano. Che spesso ci ritroviamo a prendere male le misure e a perderci in ritmi di azione non adeguati. E le aspettative confondono la prospettiva. Che il giardino è sempre bello se è vivo ma va curato e amato e lasciato respirare, che i tempi della vita richiedono attesa e pazienza e fiducia. E bisogna essere presenti e lucidi tanto da posizionarsi nello spazio con disinvoltura e dialogare con il tempo senza forzare. E rimanere in contatto confidando nell'armonia che esiste ed è a disposizione. E seguire il flusso senza nuotare controcorrente e senza farsi trasportare dove le acque sono torbide. Una bracciata ben diretta porta lontano. Un'affannata nuotata che non tiene conto delle correnti stanca e rischia di portare in luoghi che non ci appartengono. Tempo e spazio sono lo spartito su cui scrivere la musica, la nostra composizione che avrà suoni diversi a seconda degli strumenti usati. E faremo esperimenti e variazioni e ogni tanto dovremo fermare la creazione e rilassarci nell'ascolto. E poi faremo delle correzioni e andremo avanti, e torneremo indietro e ancora avanti.
E servono anche il silenzio e il vuoto fra le note, altrimenti la musica non suona.

lunedì 22 dicembre 2008

Ascolto, empatia, solidarietà

La ricetta perfetta. E lo sappiamo tutti. E ci scontriamo quotidianamente con qualcuno che invece gioca in un altro modo. E allora, rimaniamo allibiti, cerchiamo di perdonare e di continuare per la nostra strada sapendo che i bivi sono funzionali alla nostra crescita. E rimane un amaro in bocca che è difficile addolcire. Comunque tocca accettare la regola numero uno: non posso agire sul sentire degli altri e sulle loro scelte, soprattutto quando al bivio scelgono la non-comunicazione.

Ma per uno che chiude il dialogo e ci tratta come un prodotto da consumare e gettare, ci sono altri mille anime che navigano nella vita con attenzione e cercano di essere gli uni per gli altri sostegno e spunto per camminare insieme verso un presente e un futuro luminoso e di benessere individuale e della comunità.

venerdì 19 dicembre 2008

Il nuovo job

La prima riunione del mio new job: il capo, dopo una piccola introduzione, dichiara, forte e chiaro, che a pelle, a chimica, a impressione dopo avermi vista un paio d'ore, gli piaccio (e non solo perchè sono una donna bella e affascinante). Sdramamtizzo il complimento e ridiamo un po'. Poi continua, annuncia che mia sarà la gestione del front e del back, che le procedure che darò dovranno essere seguite da tutti, che saranno la legge del metodo da seguire. Rimango sorpresa, l'investimento non è compito semplicissimo. Ma ringrazio della fiducia e del fatto che finalmente qualcuno legittima un ruolo. Osservo i volti dei miei futuri colleghi. Qualche tensione traspare. Ma passa. Perchè il capo non dimentica di dare una parola e un piccolo spazio ad ognuno. Mi chiede di dire qualcosa. Non dico molto, dico che ancora non so come e quante cose cambieranno e chiedo pazienza per i primi tempi. I volti si distendono. I sorrisi arrivano.
Ho una scadenza e un piano da predisporre che verrà presentato per essere autorizzato e messo in uso.
Ho già il mio nick lavorativo: "il generale di ferro sorridente"

Febbraio

Che la tua faccia divertita e paziente mentre alzo la voce e faccio l'offesa mi ha regalato un momento liberatorio di cui avevo bisogno. Che lo so che ha tutto senso, che quello che dici lo dici per me. Che è ora di fare e smettere di dire e ormai è più che chiaro che fissarsi è solo un perdere tempo (a proposito). Va bene, open cast sarà. Fra un po'. Che ora si pensa ad altro. Festa danzante cercasi.
E febbraio è dietro l'angolo.

giovedì 18 dicembre 2008

M'ama, non m'ama

"non riusciva a trovare neppure un'immagine che le schiacciasse il cuore così forte, che avesse la stessa impetuosa violenza nei colori e che lei riuscisse ancora a sentire sulla pelle e alla radice dei capelli e tra le gambe".

"perchè l'amore di chi non amiamo si deposita sulla superficie e da lì evapora in fretta".


Che non si può sapere il perchè, che a volte si ama e a volte no, che a volte veniamo amati e altre no. Che non si sa bene che cosa definisca il termine amore. Che il sentimento viaggia su canali e frequenze misteriosi. Che le variabili del presente e la polvere appoggiata sulle nostre vite dal passato a volte prendono tutto lo spazio e il tempo, e recitiamo al nostro meglio il ruolo che crediamo giusto, e spesso sbagliamo, perchè vorremmo tutto fosse perfetto, vorremmo fare felice qualcuno, e magari vorremmo gioia e calore, e allora ci proviamo e magari ci stanchiamo e usciamo a comprare le sigarette e non torniamo più. Oppure decidiamo di smettere di fumare e iniziamo un corso di acquarello dove incontriamo l'anima gemella nel momento magico che anche lei/lui ha spazzato via un po' di polvere e ha voglia di fare una passeggiata liberatoria in compagnia per respirare aria fresca.

Oppure esiste qualcosa che decide a caso e siamo in balia della ruota che gira.

Che siamo di passaggio e che siamo eternamente quì e ora è altrettanto vero.

Sfrombolare e frombolare

Sfrombolone deriva dal verbo sfrombolare che è un tipo di azione molto intensa, travolgente, rotolante tipica degli uomini e delle donne che non stanno mai fermi.

Alla fine lo sfrombolone che riempie tutte le caselle fa frombola.

mercoledì 17 dicembre 2008

If he should ever leave you

mr Tom Jones chez Raffaella Carrà

Ever green, ever grey, ever and never

E la musica? Se la sono dimenticata (la batteria fa orrore). Così.
E la Carrà pare un ologramma. E in collegamento i fraticelli di padre Pio.

Ma che caspita di paese è questo?

Che c'è qualcuno che dice belle cose

Cara, carissima ragazza.
Mi fa il conto alla rovescia. Meno due ore, e mi sorride.
E, alla fine, mi dice: "Adesso ti dico una cosa. Tu mi hai dato questo e quello. Che io credo che sempre, quando incontri qualcuno e passi del tempo con lui, quando ci si separa sia giusto dirsi cosa ci si è reciprocamente donato."
Mi ha detto cose molto belle con una disinvoltura attinta dal suo cuore intelligente e pieno di fiducia e amore. Decisamente un grande regalo da una ventiquatrenne più matura di tanti ultra 'anta che conosco.

Peccato, quando toccava a me dirle, è arrivata LadyC.
Che, inaspettatamente, mi ha salutato con affetto dicendo che le dispiace, che, in fondo, avevamo trovato il modo di capirci. Ed è anche vero. Così l'ho detto anch'io, ed ero sincera, anche a me dispiace, un po'. Ed è giusto così.

Lasciare e sorridere, si può fare. Chi l'avrebbe detto.
:-)

Ma guarda un po'

Ore 14.00 e un pochino, meno qualche decina di minuti e non metterò più piede in questo edificio. E le mie orecchie non sentiranno sbattere il famoso portone, e non avrò una fetta di strada dove intravedere qualcuno.
E, ma che strane le coincidenze, ecco che accade: esce babà da casa sua con una minuscola ragazza asiatica (Japanese?) che gli cammina dietro di 5 metri.
E capisco che ha sviluppato la capacità di allungare la coda dell'occhio per guardare senza girare la testa. E, mentre cammina veloce, io rimango esattamente come sono, voltata nella sua direzione, gira la faccia di 45 gradi, di scatto e lancia un sonoro CIAO. A me. Senza rallentare, con i lineamenti contratti, senza sorriso, senza niente. E io lo fisso e gli faccio ciao ciao con la mano, senza entusiasmo, senza niente.

Mi chiedo che gli passi per la testa. Mi diverte l'idea che magari continuerà a fare deviazioni strane per non imbattersi in me, che magari si continuerà a chiedere come superare questo "rischio" incontro, che passando sbircerà dentro per vedere se ci sono. E non ci sarò.

E anche mi chiedo se la sua fantasia ancora inventi motivi per essere simil-arrabbiato con me e giustificare il suo voltafaccia (alibi, immagino, faticoso).
E anche, una parte di me vorrebbe dirgli che la cosa migliore sarebbe prendere un caffè e smetterla di nascondersi, che non c'è proprio niente da cui fuggire, che sarebbe simpatico potersi sorridere per una decina di minuti e andare ognuno per la sua strada, che di drammi e ostilità è già pieno il mondo.

Vabbè. Direi che come coincidenza non mi posso lamentare.

Domani, oggi, è un altro giorno.

martedì 16 dicembre 2008

New deal

E oggi, per la prima volta dal fatidico giorno X, non vorrei essere altrove e con nessun altro. Nel profondo della mia consapevolezza (uh?) stasera è la MIA serata. Che non mi muoverei per niente al mondo, che la stanchezza gioca il suo ruolo, che ogni tanto (e oggi è passato proprio tanto dall'ultima volta) ci vuole una pausa dal mondo e dalle voci che chiedono presenza quando ti serve assenza.

E realizzo che credevo di soffrire di solitudine ma la fatica è gestire la moltitudine, soprattutto quando si traduce in molteplici frasi stonate e vortici di iperattività pretenziosa. Che anche chi ti brama ti può stordire. E, ironia del gioco a chi tira più la corda, chi si agita di più, nel bene e nel male, alla fine si stanca prima. Perchè implode nel suo stesso vortice di dichiarazioni, offerte, richieste, insomma si perde nel suo stesso caos. Peccato che finisca sempre per trascinare qualcuno con sè nel baratro. Poi, il fetecchia, si alza, saluta e se ne va. Bravo.

E allora mi guardo e mi dico: ma dove cazzarola correte?
E mi rispondo: fate come vi pare, io mi fermo, rallento.
E, (ma chi l'avrebbe detto?), riguardo indietro e mi rassereno.
Chi fa da sè fa per tre? Forse.
Ma sospetto che a forza di aggiungere, moltiplicare, incastrare, fare compromessi e imbrogli piccoli e grandi, il burattinaio finisce per impiccarsi con gli stessi fili che credeva di manovrare ad arte.
E, filosofia spicciola di stasera, questo vale sia per le cosette individuali che per i grandi casini che coinvolgono l'umanità.

Pulizia e semplificazione urge
Empatia necessaria
Com-passione la grande assente
Aritmetica dell'etica indispensabile
Dialogo e ascolto (bestemmie?)
Comunicazione e attenzione? Dai.

E un po' di sana incazzatura e indignazione!

E io rido. Noi?




Chissà se qualcosa di buono arriverà.
Ma...ho come la sensazione che sarebbe più utile una pioggia, un diluvio, un alluvione di scarpe,scarponi, texani, ciabatte, zoccoli, infradito, ballerine con punta d'acciaio, tacco a spillo misura extra alta etc etc

1000 e 1 scarpe, scarponi in testa ai c......i



Ora hai un debito con me :-)

lunedì 15 dicembre 2008

Si comincia

Ho un nuovo lavoro. Oggi lo vedo e lo sento. Ho un nuovo contratto ed è molto meglio di quello che lascio. Non sarà facile ma già mi piacciono i sorrisi di oggi. Cambio zona, cambio atmosfera, cambio linguaggio, cambio orari (a parte settimana natalizia). Gli ormeggi sono liberi, si parte.

E ho comprato un regalo di compleanno che consegno stasera, va bene così.

E stamattina sono stata chiamata per dare aiuto alle mie donne in difficoltà, per un attimo mi sono spaventata, ma è passato, abbiamo risolto, più o meno.

Allegorico esorcismo




Fuggi fuggi
Non rimanere di pietra

Movimenti lenti2

Stare, andare
Andare, camminare, volare

Movimenti lenti

Andare, venire
Venire e andare

L'oblio

L'oblio vorrei fosse mio
Mio vorrei l'oblio
Oblio, vieni a me
A me, bel oblio

E, fra qualche riga, ti vedo

Non so nulla ma sento una piccola emozione. Quella di leggere nelle parole di qualcuno qualcosa che mi invita ad avvicinarmi. Che raramente ho letto parole maschili così...deliziose. Ma sì, che mi frega, vedremo.

Two is meglio che one

Che avrei voluto andare al cinema tante volte nei mesi scorsi.
E non ci sono andata. Chissà perchè?

E allora si fanno anche le "peggio" cose...

Domenica con sveglia prima dell'alba e, dopo otto ore di lavoro, il pomeriggio si trasforma in una maratona al cinema.
Con le donne-mamme il filmetto leggero al cinema parrocchiale. Dolce e allegro struggimento in una pellicola che parla di donne anziane e delle loro tenere personalità che non rinunciano a celebrare, festeggiare, giocare, ballare.
Con le donne-autonome il filmaccio violento e duro che parla di padri e figli, di dolore e amore, film bellissimo e commovente che paralizza tutti sulla poltrona ad asciugare l'ultima piccola lacrima mentre scorrono i titoli di coda.

E la musica che accompagna le due storie a raccontare che non c'è un meglio e un peggio, un prima e un dopo, un lecito e un illecito, un età per gioire o per soffrire, che le storie sono tutte valide e importanti perchè sono storie di persone e di amore. La semplice vita di tutti, difficile, tragica e piena di gioia.

E il mio cuore si sente molto meglio, un frullato di cuore ma la mente che mente si è presa il pomeriggio libero, era un po' che voleva farsi una passeggiata.

domenica 14 dicembre 2008

La voce del silenzio canta per noi

Piccoli movimenti, piccoli avvicinamenti. Al mondo e alla vita. Che mi pare che l'ultimo mese sia passato in una specie di limbo. Che la vita che avevo si è improvvisamente fermata e sono rimasta allibita e affranta a guardare le ore scorrere cercando di capire cosa sia successo. Che ho sospeso il respiro attendendo un segnale che non è arrivato. Non sono rimasta ferma. No. Ho invece fatto una delle mosse più drastiche che si possano fare. E mancano tre giorni. Tre giorni a una nuova dimensione dove mettersi in gioco. A un cambio panorama e prospettive. Che non so dove sto andando.

E si inseriscono varianti. E rivedo due donne che non vedevo da molti anni. E vengo abbracciata da due famiglie e invitata a passare il Natale in casa Natali.
E vado in provincia a sentire l'amica dell'amica che canta da mezzo soprano. E in auto parliamo con l'altra donna bellissima e incasinatissima. E il mondo si colora di altre storie e altre voci parlano e mi parlano. E si decide per un cinema pomeridiano mentre i bambini sono a teatro con i padri.

E penso ad un altro padre. Quello con cui dormivo un mese fa. Quello che non mi rivolge più la parola. E, se ci penso, mi sento ancora il sangue che si ferma e mi rivolge uno sguardo interrogativo. Come se fosse un piccolo fumetto surreale. E, in quei momenti, non riconosco il mio volto e faccio fatica a ricordare il suo.
E passo oltre. E mi chiedo quando mi scorderò di tutto questo.

E sento che devo tornare a casa. E vorrei non sentire questa scissione dentro di me. Ma i volti che vedo oggi, le emozioni di un pomeriggio fra persone "normali e speciali" mi ridanno la forza per riprendere una strada che sento frammentata un giorno, un mese fa. E non vorrei fosse così ma è così che sento.

Perchè la spiegazione non c'è, non c'è per me, non ancora. Perchè ancora sono ossessionata dal rude contrasto fra quello che sentivo e La bastonata. Perchè, anche se me lo spiegate in mille maniere, non ho capito proprio niente di questa faccenda.

E, l'unica cosa che ho capito è che non posso fare altro che accettare che vanno accettate anche le cose che non hanno spiegazione, che devo fare i conti anche con qualcosa che non dipende da me e rispetto alla quale sono del tutto impotente.

Mica piccola la lezione, quando l'avrò digerita immagino che sarà un giorno importante. E lo so che non soccomberò come so che si tratta di un piccolo istante in mezzo a tante, mille possibilità presenti e future.

E ringrazio gli sguardi e le parole che mi aiutano ad attraversare questo silenzio per ritrovare la mia voce e quella del mondo.

sabato 13 dicembre 2008

Basta

BASTA PIOGGIA!

Non se ne può proprio più.
Che mi sembrano lacrime, lacrime, lacrime.
Basta.

Solite cose

Ho accettato una birra e due chiacchiere. E mi sono trovata in un vecchio film. Che conosco e non nego. L'affetto c'è, la distanza anche. Non mi pento, evidentemente avevo bisogno di vedere qualcosa che avevo lasciato per capire che la scelta di allora era mia. Lo era, lo è. E non importa cosa sia accaduto ora. Che le due cose non hanno alcuna relazione. E, ironia, una frase dettami oggi si sistema fra quelle non dette e apre riflessioni nuove. Così. Amen.

Disse la Lella Costa

Alla domanda: meglio un grande amante di un buon marito?
Ma non si può avere un gran buon amante in un marito?
Pagando la differenza, ovviamente.

Che poi mi chiedo, ma perchè lo spazio è pieno di parole che non corrispondono? E dove, anzi quando, l'età è diventata una scusa per non badare a spese? Che, mi pare di ricordare, quando ancora si era alle prime armi, e si aveva pochi riferimenti di esperienza e conoscenza della vita e delle persone, si tentava con mille sforzi di fare la "cosa giusta" e di non ferire gli altri. Che forse ho sognato? Che magari un dì, e forse dormivo, hanno cambiato una regola e mi è sfuggita?

Cara Lella, sapere che esisti mi riesce a dare grande allegria,
me lo devo ricordare.

giovedì 11 dicembre 2008

450? Però

L'ultima frase dell'amica musicista mancata: sarò andata a letto con 450 uomini...E lo dice con tale semplicità che non mi sogno di dubitare. Né ha dette tante altre, di alcune non ho fede certa ma non si sa mai. Ma mi diverte e mi distrae e mi è vicina in questo momento in un modo tutto suo che mi aiuta a vedere le cose da mille prospettive. E mangiamo con gusto il risotto accompagnandolo con il vino rosso (lei si scola anche, dopo, la boccia che sa di tappo), e mi racconta il suo flirt inusuale ma di grande coinvolgimento, e mi copia concerti Brandeburghesi e Fiona Apple e Fossati. E la serata scorre allegra, che forse, forse l'amica sua, la regina delle registrazioni discografiche, ci darà ingressi vip per Battiato. E, nonostante quello che sostiene dall'inizio, protesta quando mi scappa di dire che babà è uno str... E' solo incastrato in qualcosa, lo siamo tutti, dice.
E mi fornisce una frase mitica del suo zio ottantenne:

"Quando parlo vorrei che le mie parole migliorassero il silenzio, per cui taccio"

mercoledì 10 dicembre 2008

Che due parole ti possono scaldare

Solo un sms di servizio dalla donna pretàporter, quella a cui cambiai tanti pannolini. La quale mi ha dato già piccolo abbraccio di consolazione. Le parole citano una cosa che le raccontavo quando era piccola e che le è sempre piaciuta tanto. Che quando aveva quasi due anni e camminava appena le piaceva farmi questo scherzetto: mentre lavavo i piatti abbracciava le mie gambe da dietro e si metteva a gridare allegra "MIA! MIA!".

Che i bambini non hanno peli sulla lingua, ci vorrebbe un bel silkepil per un paio di lingue che dico io! :-)

Piccoli passi di avvicinamento o di allontanamento

Vado al new job questa mattina, veloce approccio al programma e ad un altro paio di cose. La capessa dalla forte stretta di mano mi annuncia che si deve trovare un'altra persona che abbia voglia di lavorare, che dei fancazzisti non nè può più. Capisco poco ma le assicuro che sarà fatto. Vado. Passo per un saluto nel primo hotel dove ho iniziato a lavorare. Ci trovo Luca, passiamo mezz'ora a spettegolare dei nostri movimenti migratori in città e dei vari caratteri dei gestori alberghieri. Scambio informazioni e chiacchiere carine. Vado. Mi concedo un pranzetto economico ma soddisfacente in trattoria. Compro due cose a due euro, meraviglia dei negozietti a 99cents, che esci con un sacchettino di qualche articolo semi utile e non hai speso nulla. Sono in zona, passo per un altro saluto. La mia ex collega mi abbraccia, mi sfogo un po', lo fa anche lei. Ridiamo, che sappiamo che ogni cambiamento ha rischi ma anche potenzialità immense. Mi dichiara che per me è disposta a "tutto", carina. Ritorno nella sede del mio futuro job. C'è l'uomo carino, mi aspettava. Mi mostra due tre cose. Ridiamo. E il mio nuovo capo, amico stravagante, mi accompagna con la sua moto a casa. Piove e il caos in città è totale (la vigilessa ride, che ormai le manifestazioni non autorizzate e non comunicate sono all'ordine del giorno).
Frutta e verdura dal negozietto pak con mio fan indiano. E guardo la foto che svetta sulla cassa, il mitico signor orologiaio morto l'anno scorso. Scommetto che solo in questo negozio hanno la sua fotografia. E' giusto, era un bravissimo signore. Esco con la loro dichiarazione, se non avessi voglia di scendere, mi porterebbero a casa la spesa senza maggiorazioni, solo per me, dice il mio fan.

Fa ancora freddo. Ma, realizzo, non vedere quel palazzo tutto il giorno mi ha fatto proprio bene. Si vedrà, intanto mescoliamo le carte.

Dalle stelle alle stalle

C'è un momento della sera in cui il mio umore scivola, scivola in basso. E ogni volta che il fatidico portone produce quel suo suono sordo, il mio cuore subisce l'ennesimo colpo. A volte mi affaccio, a volte smetto semplicemente di respirare per un paio di secondi. Ha ragione chi disse che sarebbe stata dura. Lo è. Anche se la mia ratio dice che si devono accettare anche i limiti e le ostlità altrui, anche se mi sto convincendo che ho semplicemente valutato male una persona, che può accadere, che non ci sono errori che giustifichino tutto questo.

Le tensioni vanno sciolte con il dialogo. Così dice l'osservatore parlando del caos rivoltoso che si è scatenato in Grecia. E non con arbitrarie soluzioni imposte con la forza. Ecco. Non giustifico la violenza, ovviamente. Ma la protesta immediata mi ha impressionata. Dieci minuti dopo l'uccisone del ragazzo sono scesi tutti in strada in tutte le città della Grecia. Non so, è come se ci fosse una linea di confine che rompe la sopportazione e la trasforma in un urlo disperato, in una voce che grida in coro per farsi sentire, che non riesce più a trattenere la rabbia per l'inutile gioco delle parti del potere.

E ho trattenuto per un paio d'ore il mio impulso di fare qualcosa, qualsiasi cosa che rompesse questo silenzio che mi soffoca. E poi non l'ho fatto. Mi sono chiesta poi perchè non l'abbia chiamato. Credo che la delusione ormai sia piena, che nulla che potrei dire o potrebbe rispondermi cambierebbe la situazione. E non credo che mi interessi più l'ipotesi di condividere nessuna cosa con uno così, anche se non so bene così come.

Passerà, lo so. E la settimana prossima non avrò più una finestra davanti alla quale potrebbe comparire, non mi guarderò intorno per strada sperando e temendo di vedere un uomo che un giorno, l'altro ieri, credevo di conoscere e, forse, di amare. La tristezza c'è. Passerà anche quella, ci vuole un po' di pazienza, ma andrà.

lunedì 8 dicembre 2008

A house is not a home

A volte le cose non sono come appaiono, a volte il significante non viaggia con il suo significato, a volte i gesti e le parole non esprimono realmente, a volte qualcosa esce dai binari e non ci torna. Accade.

Ma accadono anche tante altre cose meravigliose e le parole portano felicità, e i gesti regalano calore, e gli sguardi raccontano molto, e l'aria fra due persone può essere carica di possibilità e di conferme.
Accade tutti i giorni.

domenica 7 dicembre 2008

No, non va bene

Il clochard a cui ho promesso ieri qualche spicciolo è venuto a riscuotere. E si è fermato a chiacchierare con me. Mi ha raccontato che gli hanno regalato un biglietto aereo per tornare a casa nel suo paese lontano, che domani è festa religiosa dell'Islam in cui si ammazzano le vacche (?), che gli hanno rubato la coperta con cui dorme in strada, che nel ricovero dei senza tetto ti fanno dormire 4 notti e poi devi stare fuori 4 notti, che sono dieci anni che è a Bologna ma che ora non va più bene "che dormire in strada non è bello".

E, come tutte le sere, esce con un tenero sorriso e gli occhi dolci dicendomi "buona notte, buon lavoro, io vado a dormire in strada, non va bene". E io gli dico la buona notte e gli faccio gli auguri, che possa veramente tornare a casa, anche se non ho proprio idea di che cosa troverà, che non lo sa neanche lui.

venerdì 5 dicembre 2008

Digestione onirica

Che ultimamente ho mangiato emozioni pesanti. L'effetto si presenta questa notte. Sogno una strana situazione in cui ci sono il babà e la Cacciottara. Lady C and Co occupano una parte della casa di lui per una grande cena, dall'altra parte della porta chiusa, lui si occupa di ristrutturare la casa. Non si incontrano, io passo da una all'altra situazione con serenità. La cosa buffa è che sono tutti calmi e morbidi, sorridenti e rilassati. Io esco e torno, vado a comprare cibo per lui che lavora con impegno soddisfatto del risultato, passo dal salone e faccio due chiacchiere con lei che si muove con grazia e soddisfazione in mezzo alla sua famiglia allegra. Chissà.

Come se sognarli mi liberi dal disagio dell'impatto con cose scarsamente armoniche.
Inguaribile romantica.
Forse ora che un'altra strada è stata aperta, liberi tutti comincia a sistemarsi nella pancia.

Ho abdicato

E mi è preso un piccolo senso di malinconia. Ho con piacere accolto la reazione pacata e sorridente della Cacciottara. Che in questo frangente si è ricordata che sa anche parlare civile e con rispetto.
E' andata.
Il tuffo è fatto, evidentemente nè avevo bisogno. Ora la svolta è cominciata.
In strada mi chiedo se mi mancheranno le facce del rione. Quando mi pare di intravedere il babà in fondo alla strada, penso che va bene cambiare zona.
La vela stroppicciata va stirata e si riparte.

giovedì 4 dicembre 2008

Fine del mondo

Per questo devo tornare a tanti luoghi futuri
per incontrarmi con me stesso
ed esaminarmi senza sosta
senz'altro testimone che la luna
e poi fischiare di gioia
calpestando pietre e zolle
senz'altro compito che esistere
senz'altra famiglia che la strada


Pablo Neruda

mercoledì 3 dicembre 2008

La gita delle mutande

Spedizione, a far man bassa di slip e frivole cose underwear.
E, stranezze delle fasi della vita, mi ritrovo a comprare, per la prima volta in vita mia, orpelli fra il sexy e il faceto. Slip pizzuti e perizoma colorati, reggicalze fucsia e calze autoreggenti. Che ben si abbinano tutti con la sottoveste osè presa a Modena.
Della serie: chi ci ha perso in questa faccenda mi sa che sei stato tu, bel tomo.
E mi piglia strana allegria e una gran voglia di lasciare quel lido e prendere il largo. Chiudere quella porta e avanzare senza paura verso le possibilità che stanno là fuori. Sono pronta ad aprire il portone.

Intanto mi lancio in una nuova sfida lavorativa, vado dove mi aspettano con gioia, dove farò parte di una squadra che lavorerà insieme, dove le persone parlano una lingua comprensibile etc etc
Il cambiamento mi farà bene, lo so già.

(Se potessi farlo, lo farei domani)

martedì 2 dicembre 2008

Si riparte dal galateo

Ho uno strano invito: serata con film noir anni '40 a casa di un tizio. Il tizio non so dove voglia parare. O lo so ma mi pare surreale. Non voleva darmi il suo telefono. Vorrebbe che mi presentassi o non andassi senza avvisarlo. Stranezze varie. Il telefono alla fine ce l'ho.

Aveva ragione: lo userò per informare che non andrò.

Che le regole classiche o meno ora mi sono più indispensabili che mai. Ma poi, da dove spuntano 'sti presuntuosi, tutti radunati da queste parti? Una volta ti si invitava a bere un caffè o una birra o al cinema, no?

Che poi, dico, il babà ha avuto costanza per quattro mesi e che mi piaceva lo ha visto la prima volta! Questo che vuole? Mah.

ps: mentre parlavo con il tizio è comparso babà, mi è parso basito, indeciso. Io ho voltato la faccia (era proprio dietro la testa del tizio e stavamo ridendo). L'ho seguito con lo sguardo fino alla vetrina dove si è fermato un po'. Mai visto camminaare così lentamente. Mah.

Vale la regola del galateo, cmq, per tutti, belli e brutti :-)

Telefonate

Il padre-
Scherzetto di apertura. Brontolino ironico a seguire (mi hai chiuso il telefono in faccia, sì scusa). Rientrato da Zanzibar (mio padre è in viaggio per il 60% dell'anno) mi/si augura che possa andarci presto anch'io perchè MI PIACEREBBE tanto, non ha mai detto una cosa così. La telefonata scorre liscia e quando mi chiede come stia mi sorprendo a dirgli la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità. Senza dettagli ma gli racconto esattamente tutto. E, a sorpresa, mi comunica la sua solidarietà e propone una piccola analisi molto saggia. Scopro con piacere che mi conosce abbastanza e che ha un'opinione molto migliore di me che dell'universo maschile. Anche se scherza con me dicendo che non è così piacevole per gli altri trattare con chi ha le idee chiare.

L'amica con figli dice strane cose-
ma è la sindrome pre-natalizia, puntuale come sempre negli ultimi anni. Mi interroga sui giorni liberi, tasto super dolente. E si tratta di un invito che faccio finta di accettare. Ma come ti viene in mente? E la solita frase odiosa: è una cosa natalizia ma niente natalizie cose. Eh? Ancora la menata dei regali. Non siamo più liberi né di fare nè di non fare 'sti benedetti-angoscianti regali. p...e

L'amico forse futuro superiore-
Minchia, parlare con te è come tentare di comunicare con la Cia.
Eh? Se sono bloccata in casa da quasi tre giorni malata e il mio cellulare non ha mai squillato? Mi rimanda il colloquio che ho pensato lungamente se rimandare io. Bene, benissimo, avevo deciso di andare solo per non fare brutta figura. A volte le cose si risovono.

Fuga veloce, olè!

Che il babyboss è così carino con me ultimamente...
Che oggi mi è venuto vicino, vicino per chiedermi come stavo con un bel sorriso morbido, sotto gli occhi severi e increduli della madre-arpia. Gli ho risposto con uno scherzetto "male, grazie, più o meno come te". Ci siamo scambiati uno sguardo complice con il naso chiuso e gli occhi lucidi, serenità fra noi, inutile ma sempre meglio che nulla. Non riesco ad essere arrabbiata con lui: è un ragazzo, lui.

Gli ho chiesto se mi lasciava tentare di acchiappare il piccolo bus che passava dopo due minuti. E, via, di corsa, ridendo sono uscita in strada.

Ho sentito il motore della navetta più lenta del west. Cinquanta metri passata la fermata. Ci ho provato. Si è fermato. Un bel sorriso e sono salita. Grazie.
A casa in orario decente. Yeah.

lunedì 1 dicembre 2008

Scambi

L'amica in emergenza: senza acqua per due giorni.
Una doccia non si nega a nessuno.
La malatina accetta passaggio all'Esselunga e farmacia.
La fila sotto la pioggia come è andata?
Grazie alle amiche. Tutte.

Ok, capito, passiamo oltre

Che poi, alla fine, la comprensione arriva.
La differenza esiste e non è poca cosa. Meglio così. Che evidente è che mi sono imbattuta in qualcosa che non conoscevo. Non ci sono possibilità. E non ci sono più pensieri da fare, indagini o ipotesi. Le brave persone esistono, e ho la fortuna di conoscerne parecchie. Esistono anche altri.
Punto.
A capo.

La convalescenza è semplice, stare al calduccio, mangiare bene, non abusare delle proprie forze, credere nella guarigione.
(imparare dagli errori è sempre cosa buona e giusta).

sabato 29 novembre 2008

Forgot! You can do it!

Certo. Lo so. Non si può fare altro. E' l'unica cosa da fare. Così è.
Eppure ancora sono invischiata. Non so in cosa. Cammino in zona (casa sua, lavoro mio, le strade delle nostre passeggiate allegre) e non riesco a pensare ad altro. Saranno i tortellini e il vino rosso, sarà che ci piace credere alle favole a lieto fine, sarà che non mi rassegno alla realtà. Cammino e sogno. Sogno che alla prossima svolta in angolo mi scontrerò con lui e lo guarderò e lui mi guarderà, e sorrideremo e ci abbracceremo forte, fortissimo. E andremo via ridendo, lui con una mano sulla mia faccia e io con la mia sul suo collo.

Non è così. Lo so.

Che, sai, dalle farfalle nella pancia a questo...
mica così facile,eh.


Deve passare un po' di tempo, che magari mi passerà e non ci penserò, non così tanto. E smetterò di sentirmi alienata e triste. E smetterò di fantasticare risoluzioni fantasiose e fiabesche.

Intanto il tortellino è stato gentilmente offerto dalla proprietaria della trattoria, che ho ancora alcune "aderenze" in città :-)

giovedì 27 novembre 2008

Sono strani? Dici?

Superficiali? Frettolosi? Capire? Qualcuno ha voglia di capire? Accogliere? Spiegare? Condividere? Impegnarsi? Noia?
Sicuramente di strano c'è molto.

Anche che stasera (come mai proprio oggi?) sia comparso Mr C.
E se mi sentivo in una bolla, ora mi sento in una bolla di follia.
Che poi non è proprio così. Non mi sento folle.
Ma la vedo, la follia che avanza nella nebbia. Non quella psichiatrica. Quella delle persone che voltano la faccia e non parlano. Il mistero avvolge e fa venire mal di stomaco. La stessa follia che racconta il telegiornale. Gli attentatori arrivano dal mare, l'India sconvolta. E in questo terrore che urla dal video pare piccolo l'improvviso stravolgimento di due persone che pochi giorni fa si parlavano come due cuori che tengono l'uno all'altro e oggi stanno per dimenticarsi il volto l'uno dell'altro. Che poi, che cavolo è successo?

E Mr C? Niente. Lui passa a fare un saluto, propone una cena, gli piacerebbe festeggiare il suo compleanno con me. Mah. Mi ha fatto piacere vederlo, magari a cena ci andiamo. Non temo nulla, è un'anima buona, comunque.
Ed è passato un tizio che conosco da due/tre alberghi fa, abbiamo fatto chiacchiere simpatiche, anche lui mi ha invitato a cena e a fare un giro in moto (in Corsica a primavera). E ho parlato con A, martedì vado a conoscere la proprietaria del nuovo albergo.

Strani tutti, liberi tutti.

SGRUNT E ANCORA SGRUNT!

Che oggi non funziona niente. Che sono arrivata al job ed era tutto per aria. Che ho sbattuto la porta di casa (e non lo faccio mai) per trovarmi poi fra le mani le belle chiavi della bicicletta. Come faccio A RIENTRARE STANOTTE? Chiamata la nipotina, mi salverà lei. Che avrei bisogno di visi amici e invece guardo fuori dalla finestra e mi ricordo che la casa di fronte è ora out of limits. E' mi metto all'opera per rimettere in funzione le macchine dell'ufficio che è riuscito a far saltare.
Vabbè, domani magari sarà giornata migliore

SGRUNT!

Pranzetto

Ti vedo dalla vetrina, seduta con il giornale steso sul tavolino e gli occhialini inforcati. Parliamo un po'. Sei stanca, lo so. Non è colpa tua. E lo so che non è facile accettare che la forza ti manca. Poco conta che per tutti sia naturale che tu abbia paura e che quello che è successo sia duro da affrontare. Non devi fare niente, non devi giudicarti in questo momento.
Ti voglio bene, lo so che l'entusiasmo ti manca, non è grave. Passerà.
L'unica cosa che devi fare è smettere di chiederti cosa devi fare, fai quello che ti senti, anche niente, anche cose diverse da quelle che si apettano da te, da quelle che tu ti aspetti da te. Non pensare a "tornare" te stessa, sei già, improvvisa, fregatene, coccolati e lascia che il tempo faccia per te.

Due parole

Mi chiama per sapere come sto. La aggiorno. Dolce, dice che le cose possibili sono due: o sta molto male o nasconde qualcosa. E già. Non è dato sapere. Valgono entrambe le spiegazioni. Ognuno ha la sua visione e sceglie quello che può e vuole.

Anusara

Chissà perché ma mi ispirava. Trovato un angolo dove le tensioni si possono sciogliere e posso riallineare corpo e respiro. Piccole cose che mi fanno bene. E la ragazza fiorentina molto piacevole e bella. Mi sono sentita la stessa di anni fa, quando il mio corpo era vivo e il mio entusiasmo alto.
E, un, due, tre, senza dubbi e senza esitazioni, mi ritrovo a testa in giù in verticale. Nessuna paura.

mercoledì 26 novembre 2008

Ce l'ho!

La risposta c'è. Sono stata in attesa per quindici giorni. Chiedendomi se io, se lui. Aspettando un segnale che mi dicesse che qualcosa di buono c'era, che qualcuno potesse fare un passo per chiarire, per placare e andare avanti. Avanti semplicemente, sì, senza aspettativa ma con una speranza. Non farlo, dicevano. Non lo faccio, dicevo io. Lo farò, dicevo. L'ho fatto. Perchè mi stavo nevrotizzando nel sospetto, perchè io sono sempre io e credo nel dialogo, comunque. Perchè non mi andava più quel gioco. La risposta, chiamiamola così, è arrivata. Forse avevo bisogno di sentirmi più normale, non mi interessa la "figura" che avrei fatto. Non c'è trippa per gatti. La scelta è confermata. Mi ha fatto male. Ma ho tentato e LUI ha fallito. Si nasconde e sceglie la farsa. Ho la prova che stiamo in luoghi differenti, non importa il dettaglio, le ortiche sono ortiche, ho preso una cantonata. Perdono le mie debolezze, vedo chiare le sue. La sua risposta mostra che è ora che smetta di pensare a cosa fare, non posso farci assolutamente niente. La novità è che mi è chiaro che la prima pensata era quella buona: non c'entro nulla, il gioco era un gioco non mio. Fa male ma...
LIBERI TUTTI

lunedì 24 novembre 2008

domenica 23 novembre 2008

Spero che ritorni presto l'era del cinghiale bianco

Alla deriva, mi chiedo dove siano finite certe cose a cui tenevo tanto.
E' non si tratta di una storia che finisce. Mi sento in una bolla. Una bolla che non mi appartiene e che si è avvolta intorno a me. Si tratta di una serie di cose che mi raccontano che mi sono allontanata dalla spiaggia e cammino in un terreno che non conosco. Non è acqua e non è terra. Non mi riconosco più nelle parole e nei pensieri. Non in quelle che sento mi vengono dette. Non in quelle che dico. Non è più reale nulla. Non è reale il tempo che separa nè quello che unisce. Non è reale il silenzio senza scelta. Non è reale supporre e non sapere. Non è reale la distanza improvvisa. Non è reale la dichiarazione che non dice. Ora un po' capisco qualcosa che forse non avevo mai valutato. Mi dispiace.Ma mi manca qualcosa. Per ripartire. Mi manca affrontare i miei demoni. La paura mi ha parlato troppo forte e sono scivolata. Mi rialzo, con i lividi ancora doloranti, accetto gli errori e affronto le paure, decido e vado incontro al presente e al futuro. Lascio il passato al suo posto. Si tratta di ridare voce ai miei sogni, di guardare in fondo al vaso di Pandora e cercarci la speranza, di alzare la testa e drizzare la schiena, di permettere a quel qualcuno che si è rintanato da qualche parte di riemergere e di sorridere a volto scoperto. E non importa quale sarà la risposta, sarà quella che potrà essere.

sabato 22 novembre 2008

L'esilio

Caro Rob, che intendi?
Dovevo sentire questo abbandono per farci che?

E l'amico viene e mi offre un lavoro nuovo, condizioni buone, si apre la strada di un cambiamento. Strano destino che propone rivolgimenti sentimentali e svolte lavorative insieme. L'amico capisce che qualcosa non va, gli dico in due parole senza spiegare. Non frena la lingua, non lo ha mai fatto "Tanto lo so che è colpa tua". Esiliata e mazzata. Vabbè. Quanto dura ancora 'sto strazio, comincio a non averne più voglia. Sarò mai calma a sufficienza da riuscire a fare quello che vorrei fare? Tre mesi. C'è chi ha definito anche questo termine. Ma...sentire tutte le parole mi rende solo più confusa, vorrei solo sentire due parole dal signore con cui dormivo. Pare che sia l'unica cosa che non accadrà, dicono, loro.

venerdì 21 novembre 2008

Miagoliamo nel buio?

Tutto tace. Sul fronte comunicazione interrotta siamo bloccati.

Le mie giornate sono fatte di alti e bassi.
I bassi sono momenti di struggimento e malinconia nostalgica, i più bassi sono dubbi strazianti e senso si abbandono, desiderio e tristezza per la porta chiusa.
Gli alti sono la calma di cui mi sto ricaricando e le bellissime sensazioni che arrivano dal contatto con persone positive e piene di calore, i più alti sono la consapevolezza di alcune cose importanti che riguardano me e la mia strada.

L'uomo buono è un compagno e un amico che sono felice di avere incontrato. Oggi abbiamo passato un po' di tempo rilassato insieme, abbiamo chiacchierato e bevuto una bella tisana. Per strada il sole rendeva piacevole attraversare il quartiere, la gente salutava e mi faceva battute simpatiche.
Certo, per quanto riguarda babà c'è il marasma silenzioso...

Ma la vita è di più.

giovedì 20 novembre 2008

Lotteria? Volare via?

Ci sto pensando. A perchè me lo dici, a perchè mi faccia uno strano effetto. Ricordo momenti lontani e un'altra persona che mi disse una cosa analoga tanti anni fa. Era il Messico. Intanto, che la provvidenza lavora per noi, mi chiamano persone che da un po' non sentivo e facciamo progetti che parlano di un clic e di luce e aria. Intanto sto per convincermi ad entrare nel team del fioretto. Intanto ho cuori che si stringono attorno a me e mi fanno sorridere e ridere.

Per te, Lussinu (così?)

Non ti preoccupare, va quasi bene, non ti volevo spaventare.
Ti aggiorno appena posso.
(sai, anche i PD hanno i loro limiti).

Lei ed io, noi tre, etc etc

Ci conosciamo da venticinque anni. Ora, da qualche anno, è fidanzata con il mio primo grande sofferto amore (sei anni di convivenza ai tempi della preistoria). Non ci sono scelte possibili: lei ed io siamo amiche da sempre, vere e sincere. Lui ed io siamo stati la coppia del secolo, lo sanno tutti. Ci conosciamo a memoria. Tutti.

Lei può parlarmi delle idiozie di lui, il suo, ex mio (che tanto le sappiamo solo noi che lo adoriamo), io posso parlarle delle mie avventure e di altre mille cose che tanto mi conosce così bene da sapere dove scivolo e quando mi "impenno" per motivi indipendenti dalla contingenza. E mi può frenare quando esagero e può dirmi in faccia che... e che...
E mi ricorda chi sono e chi voglio essere e chi POSSO essere. E mi esorta a svoltare pagina con la stessa passione con cui mi dice "fallo, tu hai bisogno di essere quello". E mi saluta con un abbraccio e una pacca sul culo dicendomi all'orecchio "leggilo tutta la notte, se riesci". (il libro che mi ha regalato ndr).

Cosa ti posso dire?

C'è chi dice che posso farcela. Può essere. Vedremo.

Capisco sempre di più, non di te, non di noi.
Tu hai chiuso il "noi", ma Noi, quelli veri, quelli che parlano e si amano, andiamo avanti. Noi. E mi viene il dubbio che già fossi altrove, dove non so e non è affar mio. O forse sono io che stavo dove non potevo stare, che forse dovevo e devo tornare a casa, che forse non sono fatta per quello che chiedevi o proponevi, e lo so che abbiamo esagerato, soprattutto tu, ma anche io. Ma oggi mi chiedo se e dove potrei tornare. E non credo che saremmo pronti a cambiare, forse sì, ma servirebbe un atto eroico di entrambi. Tu? Io? mmmm.

Che forse, ancora una volta, forse, non nè sono sicura, va bene così. Per me? Per te?

Cappelli artistici, cibo vegano, trattamenti vari

L'uomo dalle mani meravigliose, il mio "accarezza corpo" preferito, mi ha invitato.
Buffet che così racconta: vegano, se non è vegano è macrobiotico, se non lo fosse è vegetariano, se non lo fosse sarà biologico, se non fosse neppure questo, sicuramente è fatto con AMMORE.
Esattamente, ottimo, di più, tutto. Tisane di ottima qualità e, in un angolo difficile, anche vino biologico. Ovunque svettano le creazioni fantasiose del cappellaio magico, provate tutte dalla figlia della mia amica. L'uomo grande, e bello, ci offre suoi servizi gratuiti, passiamo. Improvvisamente vedo gli occhi del cartomante seduto in penombra. Mi avvicino, gli dico due parole e mi seduce con una gommosa caramella allo zenzero. Mi siedo. Non so se mi piace quello che mi dice. Ma ormai è fatta, detto e fatto. Non sono pentita, va bene così. Saluti e baci a tutti. A presto, al prossimo buffet da urlo di Barbarella (ma com'è che siamo tutti così...collegati?).

mercoledì 19 novembre 2008

Provvidenziale oroscopo

Sono un paio di giorni che leggo l'oroscopo, sappiamo perchè.
A parte l'argomento censurato...
Oggi mi avvertiva che avrei dovuto affrontare qualcosa al lavoro.
Mi sono preparata, mi sono detta, in strada mentre guardavo una certa finestra, che QUALSIASI cosa oggi l'avrei gestita con un solo dictat: calma e parole garbate e gentili. Mi ha gironzolato intorno un pochino, rimandando, poi, quando è arrivata, ha parlato calma, senza uscire dal seminato.
Il mio capo ha visto la situazione dell'occupazione dei prossimi giorni, vagamente in ritardo, vabbè, meglio.
Ero così pronta che le ho risposto con assoluto self control e, miracolo, con le parole giuste, esattamente quelle che servivano.
E lei, che non ha esattamente un ottimo carattere, ma che ha già visto che sono stata l'unica a fare qualcosa nei giorni scorsi, quasi quasi ha ammmesso che sa che non è colpa mia. Così.
C'è da fare. Faremo. Farò.
Bene, anche se fa freddo, tanto, troppo.

martedì 18 novembre 2008

Quei giorni passati a...

Un giorno qualunque li ricorderai

Fra un mese fra un anno scordati le avrai

Amore che vieni da me fuggirai

Io ti ho amato sempre non ti ho amato mai

Ricordi sbocciavano le viole

Vorrei dirti le stesse cose ma come fanno presto ad appassire le rose

Non resta che qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza

Ma sarà la prima che incontri per strada...

Te lo leggo negli occhi

Finirà me l'hai detto tu ma non sei sincero
Te lo leggo negli occhi

E nei tuoi occhi che piangono mille ricordi non muoiono, perdonami se puoi e resta insieme a me fra di noi

E fra noi forse nascerà un amore vero

Dormi dormi

Stai con me ancora solo un momento

E tu parli, parli
Sogni, sogni che poi svaniscono

E tu dormi mentre i miei sogni crollano e poi i sogni si scordano

Ad aspettare che qualcosa voli

Sentire in fondo al cuore un suono di cemento

Come si cambia per non morire, come si cambia per amore, come si cambia per non soffrire, come si cambia per ricominciare

Avere freddo e non sapere dove...

Quello che fu

A questo passato dove il mio rifugio presso di te fu quello che fu

Duri come pietre...

La follia fu quella che fu

La ripida discesa dal cielo alla terra, fu quella che fu

L'enigma del consenso, fu quello che fu

Quel che deve ancora avvenire...

Ti gridavo: sono dispersoooooooooooooo

Alla riscossa stupidi, i fiumi sono in piena

E non è colpa mia
se esistono carnefici, se esiste l'imbecillità, se le panchine sono piene di gente che sta male

Supererò le correnti gravitazionali

...
Ti porterò il silenzio e la pazienza
Ti salverò da ogni malinconia...

Io sì che avrò cura di te

Una settimana, un giorno, solamente un'ora

a volte vale una vita intera...

Sul ponte sventola bandiera bianca

CANCELLA, CANCELLA

Cancello. Via, vattene via.
Non ti voglio pensare, via, basta, silenzio.

Zitti tutti.

Uffa Fox, che vuoi?

CENSURATO

Strani e un po' cretini

CENSURATO

lunedì 17 novembre 2008

Natale, NOOOOO

Che angoscia, già si sente parlare di Natale. Come potrei esonerarmi?

Bar nazional popolare

Zeppo di uomini e baffi e spalle e giacche da lavoro e odore di sigarette di ultima. Il barista è molto carino e ci tratta da gran dame. Un latte caldo e un cappuccio con deca (sarei al quarto caffè). Lo portiamo fuori. La puzza peggiore è quella dell'alcol di pessima qualità. Troppi uomini e troppi bicchierini di vinaccio alla spina. Parliamo cercando di resistere alle urla che ogni tanto vengono a disturbare.

E pare che l'interpretazione racconti di una gran fortuna, di un'occasione per scoprire giochi karmici e guarigioni. E, comunque sia, comunque vada, si apre una strada che riguarda la vita e le sue evoluzioni. Dopo un primo momento si scarta "quell'idea" e si stabilisce un focus e un tempo da rispettare.

A parte tutto, si son dette anche cose che aggiustano altre cose antiche.

Fotoromanzi

Massimo Ciavarro sbircia con quegli occhioni azzurri dallo schermo della mia tv. L'ultima volta che l'ho visto stava nel Grand Hotel che la mia nonnina teneva infilato nel cesto della maglia insieme ai gomitoli colorati.

Ma quanti anni sono passati? Trenta?

Voci di quartiere

Che strane cose: una vecchietta della zona ha detto alla mia amica di avvertirmi che "quel ragazzo" che frequento non è proprio un fior fiore di fidanzato.

Chissà la signora dai capelli fucsia cosa saprà, o cosa si immagina.
Frequentando la sua stessa parrucchiera si sente voce autorevole, mah!

domenica 16 novembre 2008

Sii una luce per te stesso

Dubbi, indecisione, confusione.
Non accettare l'invito delle illusioni e della paura.
Vinci la tentazione di indossare l'armatura, ancora.
Rompi lo schema.
Le ferite vanno curate, convalescenza e cura.
Crea il silenzio per ascoltare le tue verità.
Non farne un dramma, non avere fretta.

Devo recuperare una cosa che mi serve, e non l'ha lui :-)

Come si fa?

Ad accettare questo silenzio e questa porta chiusa?
A fare finta che si possa stare nella perfetta distanza?
Come se nulla ci unisse?
Come se la gioia che c'era fosse un abbaglio?
Come se improvvisamente fossimo estranei?

Oggi ho sentito il rumore di una bicicletta e ho girato il viso di dieci gradi,eri tu, a venti metri da me, oltre la vetrata. Ho visto le tue spalle tristi per dieci secondi, il movimento della tua testa argento che lentamente usciva dalla mia vista. E ho smesso di respirare.

Si esce da questa situazione?
Come?

Queste farfalle nella pancia fanno male.

Sorrisi gratificanti

Dove lavoro io non ci sono i tornelli, non ci sono le pause, non ci sono protocolli e linee guida, non c'è gerarchia ma solo alternanza di atteggiamenti distesi e amicali e improvvisi scatti di autorevolezza mal comunicata (tradotto: frasi poco ortodosse tipo "io sono il padrone" etc etc). In un certo senso non ci sono regole e l'autonomia è totale. Oggi era l'ennesima mattinata complessa in cui è indispensabile stringere i denti e far funzionare tutto. Ero stanca ma è andata bene, benissimo. Anche grazie a qualcosa che è speciale, ogni volta: TUTTI i miei clienti, nessuno escluso, mi hanno elargito sorrisi enormi, parole gentili e di apprezzamento.
Così, piccole soddisfazioni.

L'ultima vergognosa frase

Disse il papero Brunetta che i "fannulloni" sono per la maggior parte di sinistra.
Complimenti per l'ennesima deviazione da microcefalo.

sabato 15 novembre 2008

Una, due, tre, quattro cuori

Che ad ogni passo, ad ogni avvenimento e ostacolo arrivano anche altre risposte che raccontano quello che siamo meglio di quello che succede. Che quando arriva la raffica di vento è una fortuna avere un luogo, più luoghi dove ripararsi. Che se qualcuno non capisce, e può accadere per svariati motivi, tanti altri indovinano alla prima occhiata o sanno perchè hanno guardato ed ascoltato.

Frasettine che mi capitano fra i piedi:
- l'unico modo per avere un complice è essere complice
- la verità non offende mai
- se hai problemi a guidare nel vento, non resistere, appoggiati

Che se hai qualcuno che ha fiducia in te la vita sorride, qualsiasi cosa succeda.

venerdì 14 novembre 2008

Rossella docet: aspettiamo domani

Che se qualcosa si può fare, meglio farlo.
Silenzio, non farò nulla. Aspetterò rispettando la richiesta.
La mia energia ora si sposta sul rilassare me e il mio cervello esagitato. Il resto si vedrà, domani o fra tre giorni.

(Grazie amiche sagge e pazienti)

WOE PASS AWAY

The day after/2

"Se mi lasci non vale" cantava il mitico Julio.

Lucciole per lanterne?
Favole e ripide discese?
Giochi e acrobazie?

Mi piacerebbe che fosse diverso. Ma comincio a digerire il tutto e a ipotizzare, nonostante i lividi, che forse va tutto bene, che magari meglio ora che poi.

Che magari "se l'acqua è poca, la papera non galleggia".
Che magari "chi mi ama mi segua".
Che magari "meglio perderlo che trovarlo".

Comincio ad accettare qualche dato di realtà, aspettando che faccia meno male, che l'amaro in bocca si attenui.

Una bastonata nella faccia

Quella che ho ricevuto. Non proporzionale a nulla. Non allo "sbrocco" mio di questa mattina presto, non alle mie lacrime che lui ha visto, non ai tre-TRE- appelli di perdono che ho inviato. Ho ricevuto qualcosa che non meritavo. Decisamente.
Sono stata brutalmente, anzi peggio, messa al bando.
Da Babà, quello là, quello che sembrava dolce e carino e tanto preso.
Un sms da guinness dei primati: ira e crudeltà, pure.
Sono stata liquidata con astio e parole non ripetibili.

Barcollo, stupita, affranta.
Le due, tre persone che hanno letto messaggi miei e suoi dicono, senza dubbi, che due sono le possibilità: farsa a favore di una vigliacca strumentalizzazione della situazione per liberarsi dell'oggetto bello ma "impegnativo". Oppure, che non si sa se augurarselo o meno, uomo impazzito e vagamente psicopatico che ha esagerato, MOLTO, nel tentativo di affrontare senza esporsi il pasticcio che ha messo in piedi.

Non so. Spero ma mi dico che devo farcela comunque. Aspetterò e soffrirò. Un giorno alle stelle, il giorno dopo all'inferno. Perchè? Giochi non miei, purtroppo.
Non morirò, questo lo so. E se ci penso, sanguino un po', molto.

Lo sapevo che c'era il rischio di farsi male, non così tanto però.

giovedì 13 novembre 2008

mercoledì 12 novembre 2008

Dammi voce

Dammi spazio. Dammi tempo. Dammi ascolto.
Non importa quanto, un pochino.

Miss Teresa Teng

Cantante pop cinese degli anni ottanta. Grande successo in Giappone e poi nel suo paese. Morta a trent'anni nel pieno di una carriera al top.
Bellissima voce, melodie incantatrici. La cerco sul web: pure carina.

Una cenetta di famiglia improvvisata ci conduce in un angolo mai immaginato, un ristorante cinese che batte quelli di Londra e San Francisco per la qualità del cibo.Ci accolgono e brindano con noi madre e figlio simpaticissimi. Il ragazzo è di una grazia sensazionale e ci aiuta a capire alcune cose della musica cinese. L'anziana madre ride con la sua faccia quadrata e piena di rughe e ci offre un vino dolce e gelato per festeggiare.

All'uscita la nebbia racconta che l'inverno c'è, da qualche parte in agguato, ma c'è.
Quasi ci stavamo dimenticando.

Rabbit romagnoli


Faenza, alle spalle del piadinaro un parco. Cosa sono quelle palle gialle? E quelli che corrono ovunque sul prato? Andiamo ad esplorare: parco cittadino pieno, stracolmo di...conigli. Conigli ti tutti i colori che saltellano allegramente ovunque, cento? Duecento? E i bambini li rincorrono e loro se ne stanno tranquillamente in mezzo alla gente che passeggia.

Mah. Quasi un safari romagnolo.

Andiamo a lavare un po' d'acqua



Un po' confusa, vagamente frastornata, avanzo verso lo stagno.
Chissà se riuscirò a raggiungere l'oggetto del mio desiderio frustrato?

martedì 11 novembre 2008

La storia di Emilia, tutti la vogliono, nessuno se la piglia

Necessito di un'amnesia momentanea.
O che qualcuno dica quello che sta proprio attento a non dire.


---recupero antico post------------fine
-------------------------------------just a joke

domenica 9 novembre 2008

E ora chiamatemi Pamela

Sole, sorridi.
Sguardi e movimenti lenti.
Sono stata VERAMENTE male.
E organizziamo come fare lo shampoo, abbiamo il permesso del medico.Ma prima si va in salotto un po', e poi in terrazzo un po'. Che l'aria è tiepida e il sole scalda la panchina. Arriva anche lui e lo facciamo ridere un po'. Discussioni tecniche: nel bidet? Lavandino? E i tubi? E la morfina? Lavaggio e piega, inventiamo look tra Valentina e Pamela. Fatto.
Ti lasciamo dormire e andiamo via, a cercare una piadina.
Intesa fra me e tuo marito: quella cafona di infermiera è stata fortunata, oggi siamo calmi e non la meniamo. Ma che ci provi ancora a parlarti così!
Abbracciati forte, camminiamo ancora insieme, e tutto si risolve.
Love

venerdì 7 novembre 2008

Ti penso e ti abbraccio con due lacrime nascoste

Panorami di tristezza. Immagini che mi fanno male.
L'intervento sembra essere andato bene. Ma questo non cambia quello che è stato e quello che vedo chiaramente, quello che mi ha descritto lui in due parole. Perchè anche lui aveva bisogno di dividere il suo dolore. Andrà tutto bene, certo. Lui è lì, io sono lontana, posso solo immaginare il dolore e il viso contratto, la stanchezza e la paura, le braccia abbandonate e lo sguardo di cerbiatto ferito. E immagino il sorriso che mi accoglierà quando ti vedrò, e le tue frasi ironiche che cercheranno di alleggerire tutti noi, non troppo (che stai imparando a essere un po' meno forte, almeno quando non serve).

Love

Vorrei...

Che i suoi occhi potessero fare la magia.
Che si affacciasse alla finestra una nuova speranza.
Che potessimo uscire da questo piccolo labirinto.
Vorrei non sentirmi così stanca e fragile.
Vorrei un giro di giornate di 48 ore.
Vorrei un volo per una spiaggia smeraldo.
Vorrei ore insieme senza alzataccie e sacrifici reciproci.
Vorrei fare un rewind e ripartire dal lenzuolo che sventola.
Vorrei una serata di tempo rilassato e di calore.
Vorrei non avere paura del suo sguardo spaventato.
Vorrei sentire corrispondenza di parole e azioni.
Voglio indietro le mie carezze preferite.
Dove si sono nascoste?
Non riesco a capire.

giovedì 6 novembre 2008

La serata dei +1

Il Japan dinner si sta facendo interessante, potrebbe essere un potenziale pasticcio ma mi diverte molto che il progetto "cena al triste Dima" abbia preso una forma non prevista. Dalle solite donne allegre si è passati agli inviti "per evitare permalosità", poi si è ipotizzato un +1 per il mio fidanzato, poi un altro +1 che si porta il suo +1 e, a sorpresa arriva il +1 dalla Germania.
A quanto siamo? +7?
E meno male che hanno solo tavolini da quattro!

Intanto digerisco gli avvenimenti e le emozioni degli ultimi due giorni e sorrido alla conquista di oggi celebrata con chi so io: la bella sensazione che su questa giostra si sta bene nonostante tutto, il mio ritrovarmi veloce nel passare dai tre minuti disperati alla allegra visione che la vita è un'avventura, nel bene e nel male, più bene che male.

Che sia la psicosi ottimista post elezione di Obama? Che abbiamo bisogno di sogni da realizzare, pare evidente.

(E l'amica carissima domani affronta l'atteso intervento che sancisce la guarigione che tanto aspettiamo, del corpo e dell'anima. Incrociamo più dita possibili!)

mercoledì 5 novembre 2008

Ce la possiamo fare, ci proviamo

Telefonata vibrante. Emozionati sfoderiamo la voce più garbata e dolce possibile, entrambi. Veloce carezza con due parole, due. E festeggiamo la notizia a stelle e strisce. Mi scappa una frase affettuosa, dichiarante...
Non abbiamo l'ansia e la fretta sospesa, non oggi. Tutto questo pasticcio rischia di farci bene, speriamo. La paura sta scomparendo, la rabbia (mia) è già andata a disturbare altrove. Grazie Plain, a volte serve una piccola spinta nella direzione che sentiamo giusta anche se non abbiamo chiare le idee.
Il resto è "aggiustare" e lasciare aperti varchi dove poter passare e da cui possono entrare gli altri.

Obama welcome

Siamo molto felici, tanti, molti. Quelli che contano. Che se avesse vinto il vecchio eroe guerrafondaio ci saremmo dovuti subire l'arroganza della parte marcia della civiltà. Gasparri non verrà rinchiuso per le dementi parole inopportune, immagino. Berlusca dice che insegnerà quello che serve a Barak, patetico, barzelletta vivente.

Una notizia confortante nel nulla della nostra situazione politica disgraziata.
Auguri Mister President, take care and good luck!

martedì 4 novembre 2008

Notte bianca a stelle e strisce

Un giro ce lo facciamo?
Nori? Babà?
Vedremo.
Intanto piove, piove, piove

Last but not least, una cosa del genere...

Ho capito che le anelle sono fondamentali per la riuscita del piano.
Mission chiara, vision non nè parliamo.
Strategia in corso d'opera. Domani si sceglie e si comincia dalle piccole spirali.Il buon segno è la ricomparsa del porta fortuna assente da tre anni.

Il primo sarà un omaggio all'uomo dalle mani che "risuscitano i morti" (che così non pare molto bello, ma rende l'idea).

Non scordiamo il Gambaletto




Non importa la bellezza del canone, il significato è tutto nell'amore che decide e abbraccia. O, nel caso, che sorride su due zampette corte ma allegrotte.

lunedì 3 novembre 2008

Non posso sedermi perchè la mia anima danza

Epifania improvvisa: accompagno la mia amica a prendere il mio bambino preferito alla sua lezione di psico-elettricità, all'entrata l'insegna dice che la scuola di danza che è il mio mito da vent'anni si è trasferita a 200 mt da casa mia.

"...Lodo la danza che tutto chiede, tutto favorisce. Salute, lucidità di spirito. E un'anima piena di slancio. La danza vuole un uomo, un uomo vibrante nell'equilibrio di tutte le sue forze..."
Sant'Agostino

Torno a casa con un piccolo sogno fra le mani e un paio di foto meravigliose.
Appoggio sul tavolo il regalo del mio curatore del corpo e mentalmente ragiono sul budget stanziabile. E, in un attimo, progetto tagli e ottimizzazioni di spesa.

Passeggiata romana





Tempi e spazi, ad ognuno un suono.



Cielo e luce

Dialogo fra artisti

Bill Viola e Giovanni Bellini.
Noi, in parte. Loro, quasi.
Movimento rallentato dell'attuale sofferenza contro ieratiche espressioni di un tempo lontano. Due distanti concetti del colore che si guardano da lontano, molto lontano. E ci parlano.

Mentre noi zigzaghiamo fra palazzi e camionettte dei carabinieri, e saliamo scaloni candidi per arrivare davanti al battesimo di Cristo e ci sediamo in silenzio a guardare l'incedere di un uomo sulla spiaggia. L'uomo arriva lentamente in primo piano e prende fuoco, no, arriva e viene inondato da un torrente d'acqua fino a disciogliersi. La Madonna, invece, scruta il sacerdote con aria disillusa, quasi di sfida. Simboli immobili, allegorie in movimento.

Luce, aria, cielo



Il fascino del cielo che anche di notte, in piena città, racconta di un luogo luminoso e pieno di vita, vita di uomini e vita della natura che rimane protagonista e complice. Spazi ampi, pini e palme, fiume e gabbiani che volano alti. E creature dell'arte di tutti i secoli. Che sembra abbiano vita propria, indipendente dalle umane follie.

Partenza, cena, pioggia

Puntuali. Il treno è una specie di carro bestiame, densa presenza umana. Carellino bar sprovvisto del necessario ma propone prodotti inutili e insani. Disidratate arriviamo nella bolgia della stazione della capitale, piove, assai, per tutta la serata. San Lorenzo, ristorante affollato. Amici romani, uno, due, tre. Il numero tre viene introdotto lungamente, ante arrivo. Tant'è che, al suo arrivo lo scrutiamo senza entusiasmo che lui, allampanato estaraneo alla comunicazione diplomatica, ricambia con assoluto disinteresse nei confronti delle forestiere. La casa dove veniamo ospitate una specie di museo (mausoleo?) con vista sul Cupolone. Bella la collina su cui si stagliano i palazzotti pieni di verande e palme. Lettone, piumone, tatami e parquet. No lampadari, solo abat jour imponenti (di cui solo 1/3 con rispettiva lampadina). Assoluta assenza di specchi. Sulla scrivania la foto del padrone di casa che stringe la mano al Papa (non il tedescaccio, l'altro, il polacco simpatico).

venerdì 31 ottobre 2008

The day after

Lacrime di coccodrillo, la testa un pallone.
Che avrei voluto semplicemente salutare babà, e invece si è, di nuovo, eclissato. Sono rimasta sospesa due ore ad aspettare una risposta, poi, quando la provvidenziale telefonata è arrivata, ho detto che sì, avrei raggiunto il gruppetto di sconosciuti allegri. Fatto. Quattro omoni simpatici (uno meno, molto meno, ci ha pensato la mia amica a distruggerlo). Vino e arachidi, il padrone di casa mi ha preparato mille piccole delizie greche che tirava fuori dalla dispensa con gusto. Ouzo e sardine, noi. Tequila e limone lei. Casa piena di strane meraviglie. La rissa fra lei e il piccolo stronzetto diventa predominante, i toni si alzano troppo, accuse reciproche che tentiamo di placare. Noi parliamo di tante cose e stiamo bene.Poi usciamo per non svegliare il notaio del piano di sopra. Nella piazza deserta ascoltiamo ancora un po' le classificazioni che hanno creato il malinteso e ci salutiamo. Lei ed io verso casa mia (oggi appiedata, meno male che ci sono le amiche) e sale un po' per un caffè, che la sua tequila era un po' troppa. Abbracci alcolici e due risate, poi parte. Tardissimo. Risveglio duro.

Babà stamattina scrive sms poco interessante: come va?
Va bene, benissimo.
Ma tu non c'entri. Ma 'sto giro non mi sei piaciuto tanto. Capisco tutto, se mi viene detto. Sarò pretenziosa, ma alle domande gradirei ricevere risposta. Va bene che...ma se io ci sono, ci devi essere anche tu.
Rimando alla settimana prossima, è meglio.

Si parte, lenzuolo matrimoniale da sotto, ombrello, che si deve mettere in più?

giovedì 30 ottobre 2008

Nostalgia di un'amica



Piccola ma di grande personalità, entusiasta dei nostri viaggi in moto, paziente e allegra come solo i bambini sanno essere.
Le cose cambiano, le sintonie fra le persone a volte hanno date di scadenza, peccato.

Balliamo?

Toc toc

Cossiga? Ancora?

Mi arriva una mail con intervista di C. Come arginare la protesta studentesca infiltrando provocatori, come riprendersi il favore dell'opinione pubblica agevolando un paio di giorni di atti vandalici che mettano a fuoco e fiamme le città per poi menare a più non posso un po' di studenti universitari e "maestrinE giovani". Perchè picchiare è più utile che mettere in moto processi e "cose" legali.
Il consiglio al premier è di essere prudente.
Il tutto si commenta da solo.

mercoledì 29 ottobre 2008

Marciamo a ritmo di tango!



Nipotuzza allegra, Babà che entra in casa con il miglior sorriso possibile (che lo so che è tardissimo ed è in giro dalle otto di stamattina), io che mi sento bene, piena di energia, consapevole delle varie possibilità da accogliere e della fortuna che mi regala questi abbracci e questi giochi. Che la mia amica è in via di guarigione e lo abbiamo festeggiato alla grande. Che l'amore passa spesso da queste parti, che va tutto bene e siamo decisi a fare del nostro meglio e a goderci il bello. Anche se gli ostacoli si presenteranno, anche se ci toccherà portare pazienza, anche se i dubbi arriveranno, anche se...

Nuotando e cantando



Se fosse possibile fermare il tempo
Se tutto venisse in secondo piano
Se ascoltassimo solo odori e sapori e sensazioni
Se le notti e i risvegli...

Piccole donne crescono


Mi accoglie con il miglior sorriso. Mi scatta una foto, divertita dal mio berretto.
E mi abbraccia forte mentre mi confessa un'azione che non andava fatta ma che le procura grande entusiasmo. "Scartalo tu, zia".

Follia, piccola, ma è delizioso. E ci lanciamo in seduta fotografica con musica a tutto volume. Il sangue sudamericano non mente.

Ti porto in un posto, copriti


Non faccio domande, vado a scatola chiusa, mi diverte come mi viene proposto.
Piove, qualche banchetto, vino ad un euro, frittelle di ceci. Lei dice "...mi irrita perchè...". Le dico che le voglio bene e mentre lo faccio sono pronta a vedere il disappunto nei suoi occhi. Spassosa donna che si indispettisce per le frasi sentimentali! Un'oretta simpatica. Rientro in casa domandandomi chi troverò.

martedì 28 ottobre 2008

Che prima o poi volevo farlo

E oggi l'ho fatto. Senza premeditazione, senza dubbi, senza alcun pensiero apprensivo. Con naturalezza e serenità, sicura e chiaramente consapevole del perchè. Ed è andata bene, benissimo. Il mio cuore è in pace (spero anche il suo). Ho incrociato il maglione preferito di Mr C nell'armadio mentre mi preparavo ad andare esattamente a 100 mt dal suo ufficio. Ho messo un sacchettino nel bauletto e, una volta fatta la commissione, l'ho chiamato. Sono passata da lui e siamo andati a pranzo insieme. Sta bene. Parecchie faccende sono state sistemate, la casa è quasi pronta (vernice fresca e consultazioni fra noi su dove sistemare i mobili), le pratiche lavorative sono definite, ha appena comprato un auto usata, ha deciso che l'estate prossima andrà in esplorazione per trasferirsi in Francia. Intanto va ad una serata settimanale con lezione di ballo country (in linea e a coppie), ha in vista un corso di sub e ha in programma lanci con il paracadute, il raduno in Austria è andato molto bene (nonostante la mia assenza, dice).
Insomma, come diceva LaCla l'altro pomeriggio, quasi gli ho fatto bene :-)

Siamo stati benissimo, chiari e lineari, godendoci l'intesa non messa in discussione. Abbiamo parlato di tante cose (ed è una bella persona con idee sane e intelligenti, rassicurante ritrovarlo ). Non siamo nemici, non siamo estranei. Probabilmente, casualmente, il tempo era maturo oggi.
Contenta di avere seguito il mio istinto, il cuore in pace, ci siamo lasciati con un bel sorriso che per me vale tanto (anche per lui, lo so).

Pijama party chez moi

Mi sono data da fare ai fornelli: risotto carciofoso, verdure alla griglia, torta al cioccolato. Lei porta il secondo ad hoc, senza saperlo. E biglietti per compleanni delle amiche. E cd che ho registrato per loro. E che non riuscivo a concentrarmi nei preparativi perchè tutta la creatività sopita mi è scoppiata nelle due ore antecedenti il loro arrivo. Ho masterizzato e tirato fuori musica per me, per loro e per babà. Ho appeso i personaggi del teatro delle ombre greci, ho ravanato ritagli di foto e altre cose che non guardavo da molto tempo. Arrivate, il clima è subito delizioso. Due bottiglie di vino, parole libere che di più non si può, ricordi e fotografie e commenti spudorati (molto spudorati) su un/due miei flirt passati. I miei uomini preferiti riscuotono approvazione. Regali e biglietti scritti in diretta, con postilla "in vino veritas". E ci si commuove davanti alla faccia di noi tre a vent'anni, bellissime e gioiose, super ganze. Faccette giovani e sorridenti e grande affiatamento che non ci ricordavamo. Scanner, urge scannerrizzare questi documenti preziosi. Un botta e risposta continuo, nessuno la passa liscia stasera. Io esagero sapendo che posso farlo: le mie fan e le mie solidali, incorruttibili amiche sono quì a mettere i puntini sulle i. Ci massacriamo a vicenda con amorevole gusto, il risultato è, stranamente, maggior forza e chiarezza per tutte. Mah?!?
E risate e scatto di flash a sancire un feeling che dura da vent'anni e più.

Vi amo come di più non sarebbe possibile. Merci

domenica 26 ottobre 2008

Grazie Amò

Per tutto. Per le tue mani che mi sfiorano e la voce nel buio. Per i sorrisi e l'emozione che provi e non nascondi. Per la serenità che accetti in regalo quando il tuo cuore è in subbuglio. Per tutti i progetti che mettiamo in piedi sperando che, esagerando con le idee, qualcuna si realizzi. Per quello che mi racconti e per come lo fai. Per i dubbi che esprimi con la pazienza che instaura fiducia fra noi. Per l'ascolto e i consigli dati con attenzione e rispetto. Per lo sguardo amorevole che appoggi sulle fotografie del mio passato. Perchè ti ricordi che non abbiamo fatto quella cosa e mi telefoni per dire che ti dispiace. Per come ti interessi alla gente a cui voglio bene. Anche per l'alterna fatica che mi procuri, per lo struggimento che provo quando mi chiedo se sia o non sia...
Ti ringrazio anche per l'insicurezza che mi assale quando penso a te, a noi e mi ritrovo a fare i conti con l'ansia di perderti.
RincitrulloTrallalà. Grazie per le farfalle che svolazzano felici.

Yin E Yang

luna sole
notte giorno
buio luce
freddo caldo
riposo attività
femminile maschile
nord sud
ovest est
inverno estate
autunno primavera
destra sinistra
introversione estroversione
terra cielo
tigre drago

Uomini femminili?

Esiste un pensiero maschile opposto ad uno femmnile? Probabilmente sì. Che, però, c'è chi tiene aperto il collegamento e non rinuncia a capire e passa la vita ad "aggiustare" i vizi del linguaggio della società.
E ci sono gli uomini che vogliono di più. E le donne che accolgono gli uomini che desiderano essere riconosciuti per quello che sono oltre le caratteristiche di genere (che variano per cultura e provenienza geografica e famigliare).
Esistono modi cosidetti maschili. Dipende dai punti di vista.
Quello che vedo, nonostante tutto, è il desiderio di rompere gli schemi. E la gioia di ritrovarsi, quando succede, dalla stessa parte della barricata.
Ho avuto a che fare con uomini "femminili", li adoro.
Mi sono imbattuta in uomini "femminucce", faticosissimi.
Le donne che simulano la forza usando metodi "maschilisti"? Terribili.

Che, semplicemente, siamo Yin e Yang e l'unione fa la forza!

sabato 25 ottobre 2008

La giornata delle missioni compiute

LadyC mi chiede di fare due cose. Eseguo con gioia e ottengo buoni risultati. Discutiamo in pace e stabiliamo come fare. Operazione insieme, a segno.

Regali per amiche del cuore: parto decisa e con le idee chiare, so cosa cerco.
Lui mi comunica che non riesce a venire per l'assistenza proposta. Passeggio e mi godo la città, mi prendo anche un minuscolo gelato speciale. Entro ovunque e parlo con tutti. Vedo l'orecchino dei miei sogni (350,00 euro, uno solo).
Mi chiama e mi raggiunge. Abbracci stradali (ammetto che mi piace essere sbacciucchiata impunemente davanti alle vetrine). Non viene con me nel negozio della sua amica (oggi non tira aria buona fra i due), ci rivediamo dopo venti minuti. Acquisto entusiasta regalo per amica A, mi piace tanto.
Per il regalo "difficile" arriva anche lui. Scelta non semplice fra due meraviglie. Felicissima, è esattamente quello che cercavo. E, presi da entusiasmo, ci facciamo tutti i negozi di pietre e argento che troviamo. L'ultimo, sorridente proprietario ci dice che sembriamo degli esperti di design. Ridiamo e decidiamo che per oggi basta

Ritornato il sereno

Ieri sera ho dovuto forzarmi ad andare, stavo per accasciarmi all'autocommiserazione.
Che poi, quando mi accade, mi spavento e stringo i denti e invento metodi di rinascita. Candele e incensi e cd della Signora Hay (in inglese che così mi diverto anche un po', acquisto di cui non mi sono mai pentita). E chiarezza telefonica con babà: "arrivo tardi e vengo per respirare con te".

venerdì 24 ottobre 2008

Accidentaccio!

Apocalittica dimenticanza: ho bidonato l'uomo buonissimo senza rendermene conto. Presa dalle gnole e dagli incubi, ho dimenticato l'appuntamento. Ribadita l'emergenza stress. Risolvere, agire, smontare e ricostruire, di corsa.

Risacca

Il vento non c'è, non si naviga. L'aria è torbida, l'acqua è stagnante.
Il mal di mare si fa sentire. Ferma in mezzo al nulla aspetto una corrente che faccia ripartire la barca e cerco di non abbandonarmi al senso di fatica destabilizzante. Non riesco a fare sempre il primo passo. Non oggi, comunque.

La gratitudine, questa misteriosa

Ho prestato la cuccia a qualcuno per farci cenetta e seratina in compagnia.
Ho avvisato diligentemente prima di rientrare.
Ho conosciuto il bel tomo (carino).
Al rientro a casa dal lavoro, il secchiaio ancora racconta la cena non mia.
Bel regalo!

Un biglietto con un giuramento mi impedisce di imbestialirmi.
Ma i piatti mi toccano, bleah.

Così non va, Veronica

Mi ronza in mente quel ritornello, chissà perchè.
Lo stress è salito e salito e ha preso possesso di me senza il mio permesso.
Il riposino del pomeriggio (turno della morte oggi) si è concluso con un incubo lavorativo con protagonista Lady Caciotta.
Che, assurdi i meccanismi dei sogni, aveva fatto saltare la luce e mi abbandonava al banco con decine di clienti inferociti appena arrivati. Nel panico, cercavo di capire cosa avesse combinato e di darmi da fare per proseguire il lavoro fatto da lei (che non mi diceva nulla). Alla fine, al buio, ho attirato l'attenzione degli innocenti ospiti stranieri spiegando loro che mi sarei presa cura di loro appena possibile, appena fossi riuscita a districarmi dalla follia che mi aveva allestito quella donna infernale (in inglese, ovviamente).
La cosa si è andata risolvendo con la sua uscita di scena (con ghigno sadico) e con i sorrisi solidali dei clienti che mi hanno aiutato a ripristinare i quadri elettrici. Praticamente come accade quotidianamente: i paganti sono gentili, amichevoli e collaborativi mentre la gente con cui lavoro ha strani atteggiamenti ostili. Sto dando i numeri, urge ripristinare atmosfere vivibili intorno a me. Inventare il COME la questione.

Voglia grande di fanculare qualcuno.
(anche il Beladim, un po', che mi sa che fa il falso amico)

giovedì 23 ottobre 2008

Novanta chili di dolcezza

Vestito da pinguino, gessato grigio, caro.
La cravatta di seta è rimasta nella mia borsa.
Andiamo alla fantomatica trattoria D. Surreale tutto. Mangiamo benino. Ridiamo molto. Mi dici, a un certo punto, che mi pensi spesso quando ti trovi ad avere a che fare con gruppi che tu chiami "tribù". Perchè, mi spieghi, e non lo sapevo, per te, io e te siamo diversi. Uguali nell'essere diversi. Buffa questa definizione a cui tieni molto. Che mi accomuni a te nel non credere nelle manie, nei fanatismi, nelle estreme passioni che escludono altro, la cosa mi rende fiera e felice. E parliamo di tutto e sento che ci sei, con il cuore e con la mente. E mi fai ridere quando asserisci che l'errore madornale di Mr C è stato non farmi guidare la Harley (tu, mio motociclista preferito). E mi fai ridere quando racconti della tua relazione e mi inciti ad avere pazienza con l'assiduo corteggiatore, facendo paralleli puntuali ed incontestabili. Love dear. Grazie per come mi sai prendere in giro con amorevole ironia.
Ritorno a casa serena, sapendo che averti incontrato vent'anni fa ha un bel senso.

mercoledì 22 ottobre 2008

Intuisco, annuso e non mi piace

Le voci, che potenza e che terribile evidenza.
Relax needed, decisamente.

Tagli anche all'illuminazione pubblica?

Attraverso a tutta velocità (le gomme nuove sono un portento) i parchi fra i palazzoni e incrocio donne sole e ragazzini. Ombre che si distinguono a malapena. Bello il crepuscolo cittadino, belle le ombre degli alberi che fanno un po' atmosfera thriller, bello cercare di indovinare la prossima curva sentendo le lacrime scendere ad offuscare la vista (è l'aria, non struggimento, purtroppo). Pedalo e vorrei arrivare più lontano possibile. Ho bisogno di sfogare il corpo per liberare la mente. Mi tocca desistere a metà percorso: la mia luce ha la pila scarica e illumina solo la mano che le metto davanti, tutti gli eleganti lampioni sono decisamente spenti. Buio pesto. Non opto per la strada, il traffico è al top. Rientro, sconsolata.
Ma a che ora accendono? Quando sono tornati tutti a casa?
Uff.

Bisogno di faccia "straffottente" amica

Come se mi sentissi la fatica del vivere altrui addosso.
Ho proprio voglia di vedere il suo sorriso ironico e sfacciato, desidero passare un paio d'ore con qualcuno che mi conosce da tanto tempo e che ha un'immagine di me "ampia" e variegata, che si diverte (e mi diverte!) a tirare fuori tutti i lati e tutte le contraddizioni che ci rendono quello che siamo. Per ridere, per sdrammatizzare, per inventare, per giocare.
Per abbracciarci e volerci bene con tutte le nostre debolezze e forze.

Poi ritorno.

Equilibrismi quotidiani

Sogno strano: entrando da qualche parte, mi dice una frase e mi volto di colpo dicendogli "ok, me ne vado, ci sentiamo domani". Mi rincorre, mi sveglio.

La collega: ho detto al mio fidanzato che se non riesce a mettere un po' di sorriso e allegria nella nostra vita, non potrò resistere.

Il piccolo della mia amica non vede l'ora che venga la sua seduta di "elettricità" ( psicomotricità, a quattro anni la vita ha le sue difficoltà).

La nipotuzza sa per certo che suo padre ha bisogno del suo aiuto.

Serata casalinga creata e mangiata: la famiglia accogliente si inventa fra noi.

Il baby si è fatto male, il padre è distrutto. Capisco e abbraccio come posso. Non è chiaro cosa succeda da quelle parti.
Vorrei... ma non posso, credo dovrò aspettare. Aspettare che decida come muoversi, che si senta pronto. Tengo a freno qualcosa dentro di me, qualcosa che vorrebbe agire in modo impulsivo, in modo distruttivo, in modo impaziente, in modo, forse, giudicante.
Mi prendo solo una pausa, innocente pausa...