martedì 27 dicembre 2011

Natale con i tuoi

e i suoi, i loro, etc etc

Le feste comandate, che fatica, che noia, che pesantezza, che poca scioltezza.

Le solite dichiarazioni prima e durante: non ho tempo di vedere nessuno, non facciamo regali a nessuno, non ci siamo per nessuno (fornitori e assistenze varie).
Al banco del pesce non ti puliscono il pesce, che quando proprio avresti bisogno del servizio, sparisce e via.
Nei negozi, al momento del conto si scopre che non hanno la carta da regalo, finita, certo, quando cavolo servirà la carta da regali se non a Natale?

E capita di andare ad una cena della vigilia e qualcuno (che non è un qualcuno qualsiasi) si distingue per comportamento proprio natalizio: non saluta, non sorride, non ringrazia, non. E mi chiedo come farò a fare finta di nulla senza diventare maleducata.

Pranzo al ristorante che si finge stra-lussuoso: rumore che manco alla mensa dell'Acoser quando ci andavamo tutti, ma proprio tutti; cibo pretenzioso ma nulla di sfizioso, chiedo Merlot e mi propone Novello, avrò Pinot Nero; personale di servizio si mostra ogni quindici minuti, tutte rigorosamente insieme,dieci odiosette con papillion d'ordinanza, ognuna darà una botta/gomitata/ginocchiata ad ognuno di noi e sparirà dopo aver decisamente rotto le balle a tutti. Meno male che i miei commensali l'hanno buttata sull'ironia e sull'allegria omertosa. Gente allegra Babbo Natale l'aiuta.

Pranzo del 26, niente gomme termiche, no party (non si viaggia, nisba, troppo ghiaccio). La storia è di quelle perfette della crisi: il comune montano dichiara che non ha più soldi per buttare il sale quindi a Natale fatevi dare un passaggio da Babbo Natale, ciccia. Le gomme termiche e un autista saltano fuori, party! Si parla greco e spagnolo, ogni tanto due parole in lingua canina, qualcuno brontola in calabrese e il gioco è fatto!

Quando arriva la Befana che tutte le feste spazza via?

lunedì 19 dicembre 2011

Io che faccio dichiarazioni

...e che chiedo chiaramente. E così accade che il fine settimana diventa quel qualcosa di strano che non so neppure io.
E respiro e cerco le parole e le dico lentamente, voglio che siano chiare e poche. La tensione c'è ma le intenzioni sono analoghe. Non ci sono sconti alla sincerità, siamo concentrati. Alla fine decido, decidiamo e sarà questo fine settimana, fatto così, che non lo sappiamo come esattamente.
E finisce che saremo sdraiati su un divano aperto in mezzo ad una cucina e, surreale situazione, giocheremo a Risiko. Lei, la ragazzina, gioca a Risiko con noi e noi giochiamo a stare in quella situazione e ridiamo, ridiamo di tante cose, anche di noi che magari ci riusciamo a progettare e realizzare tutto. Intanto quel volo, poi si vedrà.

Fuori programma: stamattina ci tocca fare un "saltino" ad Urbino, giusto il tempo per un pranzetto, riprenderci la carta di credito dimenticata mercoledì, passeggiatina fra bancarelle e straduzze dell'antico borgo. Rientro con tutte le intemperanze meteorologiche possibili: stelle, nubi, vento, grandine, pioggia, neve, di nuovo cielo stellato. Inverno, temperatura sottozero.

lunedì 12 dicembre 2011

Visuale media

Sulla poltrona nera, il simpatico dottore mi appoggia una mano sulla spalla e pronuncia il responso. E mi propone tre strade: non facciamo niente, facciamo un paio di occhiali, né facciamo due.
Sono un pochino miope, un pochino presbite. Pochino, giusto quel pochino che serve a farmi sentire a metà strada. Decidiamo che faremo quelli da lontano perchè mi infastidisce quello sfuocato in lontananza, aspetteremo il corso degli eventi per lo sguardo alle cose vicine, del resto leggo ancora benissimo.
Ho sempre visto benissimo, si apre una nuova fase.
E' gentile e sorridente questo medico, me lo ricordavo così. Capisce bene la situazione, mi racconta e solidarizza senza sminuire la faccenda.
Mi consiglia le lenti fotocromatiche per guidare e mi spiega come lavorare al computer, la distanza da tenere, tutto deve starmi ad un metro, distanza braccio.

Perché, in realtà, dice, alla distanza media la sua vista è perfetta.
Non sarà che questa storia sia un sintomo, una metafora?
Smussiamo gli angoli?
Ecco, il mio sguardo deve essere indirizzato meglio.
Non troppo vicino, non troppo lontano.

venerdì 9 dicembre 2011

Uno e mezzo

Ho appena prenotato cena e concerto. Chi mi risponde non è l'addetto ma uno a cui è stato detto "prendi il telefono". Così mi ha detto. In verità quell'uomo decido al volo che mi piace molto, magari fossero così gli ufficiali...
Mi ritrovo a chiedergli una gentilezza: che il tavolo non sia un tavolino troppo piccolo perché uno dei due è una persona grande. Lo faccio ridere, anche a me sfugge una risata. L'ho proprio detta come è, senza indecisioni o sfumature timide.

E ripenso alla mia collega oggi. Che abbiamo organizzato una cena natalizia al lavoro e il capo ha deciso che offre la cena per ringraziare tutti della pazienza e dell'impegno (che sono stati mesi duri e ancora la fine del tunnel non si vede benissimo). Lui, il capo che è il fidanzato del capo, che poi il capo rimarrà sempre lei e tutti lo sappiamo, desidera che ci siano anche i mariti, fidanzati, compagni.
Insomma sarà una cena con i famosi +1.
Lia mette la sua firma ma scherza "noi siamo uno e mezzo".
Il mezzo è il suo compagno, ovvio, che lei è una forza della natura, una roccia inossidabile, la certezza del lavoro e di tutti noi. Ridiamo mentre lei si pente e diventa tutta rossa, dolce carro armato dagli occhi scintillanti.
Io faccio la mia battutaccia che sistema tutto: nel mio caso il "mezzo" sono io, per ovvie dimensioni fisiche. Nella botte piccola il vino buono? Diciamo che il trucco sta sempre nel come si affina il vino, che la media in certe cose rende le cose più simpatiche...

martedì 6 dicembre 2011

Così abbiamo scoperto che dormire serve

Ieri sera la decisione epocale: le ore di sonno non sono (non più?) opzionali per la mia serenità psicofisica. E, usando il corso in piscina del mio Fusto, dopo aver passeggiato un po' per la città nel pomeriggio, dopo l'esplorazione di libreria nuova (e acquisto di libri usati) e piccolo supermercato in centro (spuntano come funghi ovunque), ho gestito la serata tutta con l'obiettivo di essere sotto il piumone alle 22.00. Sveglia perfetta con umore perfetto, mattinata liscia seppur intensa che lavorare con arretrato di sonno mi aveva scombussolato assai.
Fidanzato che capisce senza che gli dica nulla e mi scrive messaggino proprio commovente, che lui riesce a sintetizzare cose meravigliose in un sms.

Che la notte "sola meglio che ben accompagnata" ha un suo perché...
Abbracciamoci forte e non lasciamoci più (a parte quando serve)

Stasera io leggo e tu suoni, ok?

venerdì 2 dicembre 2011

L'identikit

Ho comprato un ricambio per un rasoio elettrico, mi sono presentata al banco con cellulare alla mano e codice sul display. Le signore sono state meravigliose, ironiche e disponibili tanto da essere le mie nuove eroine e il posto una crocetta in più sulla mappa. Che continuo ad adorare questi posti a cui non penso mai, un luogo dove ti raccontano ogni dettaglio sulla rasatura.
E proprio non sapevo esistessero rasoi da 400 €.
Il "nostro" è prezzo medio.
La tizia mi ha fatto così ridere "crede che se le mostrassi il rasoio potrebbe riconoscerlo"? Al mio sguardo perplesso, ha risposto con un sorriso fantastico: "intendo, l'ha visto, vero"?
Visto l'ho visto, guardato no, assolutamente no.

Ma sì, abbiamo fatto tutto il necessario, il prezioso ricambio è nella mia borsa, pronto alla consegna.

Non ci sono incentivi per l'autorottamazione?

La ruota gira troppo in fretta o troppo lenta.
Il fatto è che vorrei sapere dove stiamo andando, non in senso cosmico, non in senso del piano quinquiennale x o y. Giusto un po' di linea retta ogni tanto, mica tutto 'sto "sbando io che sbandi tu".
Sarò noiosa ma avrei voglia di sentire frasi diverse, parole diverse.
Anch'io finisce che mi faccio contagiare dal senso di scoramento esibito a più non posso. E che caspita, possibile che non ci siano possibilità?
Utopie? Vanno benissimo pure quelle!

Intanto, io che mi rifiuto di parlare e guardare il mondo con la lente unica della rinuncia...Ho stanchezza che mi fa sentire come un piccolo catorcio da rottamare. Ecco, a parte le due lacrime e mezza che mi piacerebbe scendessero a farsi un giro fra la crema alla calendula, mi piacerebbe avviare la pratica al PRA per rottamare la mia personcina stanca, consegnerei diligentemente le targhe e pagherei l'obolo da pagare...
E potrei andarmene allegra e spensierata al concessionario a ritirare la mia nuova personalità, la mia nuova vita. La prenderei di un colore allegro e con i miei accessori di serie e qualcuno in più. Il pulsante "cancella memoria", quello "refrigerazione cervello bollente", la marcia "andamento veloce senza fermate inutili" e tutti gli altri gadget...

Botta e risposta stasera di diverso tenore.
Prima telefonata: negativo, non è andata.
Seconda telefonata: espresso in piena trasparenza e richiesto senza supponenza. E se c'è qualcuno che sa esattamente come mi verrebbe automatico fare diversamente quando l'umore si mescola alla stanchezza è proprio lui...
Risultato positivo, che poi riesce a dirmi quelle due parole che mi fanno sorridere anche se non sono al top, che se ha una dote il mio Fusto è quella di dimenticarsi le frasi banali quando è indispensabile farlo...

giovedì 1 dicembre 2011

Botta e risposta

Sarà che la serata è stata veramente speciale, sarà che a volte la ruota gira e arrivano regali preziosi, sarà che l'affinità esiste (elettiva o meno, a tempo indeterminato oppure a spot)...

Mentre cerco di gestire la frenetica mattina lavorativa, mentre ogni minuto è fatto di incalzanti sollecitazioni, mentre sento la stanchezza delle ore piccole (così piccole seppur piacevoli da farmi un po' girare la testa)...
Non resisto e mando un sms al mio uomo ben sapendo che sarà preso da mille cose in quel di Milano, che un'idea della giornata lavorativa che lo aspettava oggi lo sapevo. Volevo condividere un piccolissimo aneddoto surreale e simpatico.
E la risposta è arrivata immediata, il tono identico, anche lui aveva una cosetta divertente da dirmi. Di quelle che piacciono a me, a noi.
Io non ho avuto tempo di scrivere la frasettina di chiusa che avrei voluto e che ho solo pensato, l'ha scritta lui ed erano le stesse parole.

Che mi viene da canticchiare il cielo in una stanza...

lunedì 7 novembre 2011

Tempistica originale

In ottobre scrivo e mai mi risposero. Chiamo e mi dicono che, chissà, la mail mica la vedono, ma sono in tanti (e quindi?). Data pubblicata di inizio corso il 9 novembre. Stavo andando là, propongo e, di persona, mi iscrivo e scopro che solo un'altra persona ha avuto la costanza di tentare l'iscrizione, era con me, i casi della vita...

Silenzio. Silenzio.
Mi ero scordata. Che altro fare?

Ore 17 oggi arriva la telefonata, domani inizia il corso. Davvero? Va bene, andiamo.

E fino a stasera cosa sarà accaduto? Saremo noi due o che?
Le premesse annunciano una meraviglia.
Vamolà.

Il ciliegio giapponese

Sakura, che fregatura.
Dal centro commerciale direttamente, piove, spesa in auto. Perchè, chiedo, non si potrebbe andare al ristorante senza appoggiare la spesa a casa? Ride, il mio uomo serioso, ammette che gli piace anche sovvertire l'ordine quando capisce che è meglio farlo...
Cominciamo bene, benissimo, siamo felici e ridanciani. Vino spagnolo che pare sia perfetto per il sushi??? Nostro. Alghette verdi fosforescenti, buone. Sushimi di qualità e wasabi che disinfetta tutto, ottimo.
Dopo un pochino siamo brilli e aspettiamo. Dopo altra attesa siamo due fra i cento infuriati di un locale stracolmo dove non si capisce dove siano finiti i camerieri che all'inizio parevano così carini e disponibili. Il vicino di tavolo urla e strepita e avrà ruolo decisivo nel fare saltare i nervi a tutti.
Torniamo a casa come di ritorno da una battaglia all'ultimo respiro, distrutti (e alleggeriti di notevole quantità di denaro, cazzarola).
Un paio d'ore serviranno per il reset dell'umore ma poi ridiamo come matti e il fine settimana sarà ozio e risate. Alla faccia di Sakura, la gran fregatura.

Padova ex sconosciuta

Last minute l'idea, mia. Tutti hanno detto "procedi". In dieci minuti il mio sms definitivo: "fatto". Che sulla capella degli Scrovegni non si scherza, "il must". Partenza e tutto il resto senza fretta, senza esitazioni, senza dubbi, senza noia, senza stress. La mostra era bella, (noi, le carogne, confessiamo che avevamo dubitato per poi ricrederci,lei non ringrazia, giustamente, ci guarda di traverso e tace). La città ci stupisce e ci piace.Anche quando, stanchi e disorientati, optiamo per tramezzini super economici e buonissimi nel baretto squalliduccio. Anche quando camminiamo e non arriviamo mai, anche quando raggiungiamo il prato della Valle e ci stupiamo che esista qualcosa di così enorme senza che lo sapessimo, anche quando non capiamo dove sia Sant'Antonio e, improvvisamente, eccola lì. dietro l'ennesimo angolo. Cammina, cammina, torniamo alla nostra meta prenotata, guai fare tardi, si sono tanto raccomandati!

Ed ecco, siamo davanti ad un vetro, una specie di astronave ad aspettare l'apertura temporizzata. Dentro altri prima di noi. Suona una specie di sirena, fuori loro, dalla porta dietro, dentro noi, da questa vetrata strana.
Ci chiudono fra i due vetri a de-contaminarci, de-umidificarci, de-pressurizzarci...Che bene, bene mica abbiamo capito.
E poi, con la successiva sirena, entriamo a vedere 'sta meraviglia, che meraviglia è, certamente, profondamente, solennemente. F ed io siamo commossi, Giotto per noi è sempre stato speciale.

Polenta fumante con funghi e scaglie di formaggio chiudono la serata. Che, ridicola situazione divertente, finisce che chiedo ad un americano che beve Amarone in piazza delle Erbe, è lui che ci darà consiglio per trattoria simpatica in zona. Invece che in padovano, le indicazioni sono in inglese...vabbè.
Unico cruccio, che qualcuno ha avuto fretta di un Campari nel posto più orribile della storia, l'aperitivo mancato nella piazza con i pescetti fritti venduti dal carretto parcheggiato lì, così per caso.

A zonzo per biblioteche e strade Brutte

Trekking urbano con F e figli di F: tutti contenti e rilassati, noi. Il babbo un pochino in ansia per l'evento, che un po' era qualcosa che metteva un segno... Che un po' è stato il giorno che sanciva che il babbo c'è ma che ci sono anche io, che le cose sono un pochino diverse da come erano.
Carino tutto, F ogni tanto camminava e ci guardava da lontano, noi facevamo i cretini con passione, i ragazzi sono piacevoli, sguardi limpidi, sorrisi belli.
E via a correre per tre km seguendo un pazzo con il microfono che diceva stupidaggini carine mentre la gente usciva alla finestra per cercare di capire chi fosse quella folla sgambettante che rideva e bloccava gli incroci.
La più bella quella dei "gerontoZanari" che risiederebbero tutti in zona XXI o XXII Aprile. E c'erano! C'erano veramente con i loro jeans gialli o rosso/rosa.
Il finale con la Comastri Montanari che sembrava uscita da un fumetto...
La cenetta in pizzeria con i piatti da scaricatori di porto...
Attraversare la città con i piedi bollenti dalle quattro ore di camminata cittadina scherzando con i ragazzi mentre sbircio F che tace per non dire quanto fosse felice della giornata...
Il suo ragazzo che mi dice con serenità massima che è stato molto felice di avermi visto, che sono belle cose quando un adolescente parla e parla come lui...
F che mi riaccompagna a casa con gli occhi lucidi e dice senza vergogna quelle parole che solo lui riesce a dire senza farle sembrare più o meno di quello che sono...
Che quando la fragilità e la forza trovano il loro equilibrio...

domenica 30 ottobre 2011

Adolescenza

G. è un ragazzo dolce e vivace, garbato, elegante, simpatico.
Sferzante, dissacrante e divertente. Ha una trentina d'anni e una vita tutta bolognese nonostante il suo colore di pelle. Non ha una strada lavorativa iniziata, non ha una direzione definita.
Non è un giovane che dorme o che non si renda conto delle cose.
Non lo conosco tanto bene da sapere che succede esattamente, lo guardo e mi chiedo dove andrà, dove potrà andare...
Quando ci vediamo mi abbraccia, mi sorride, ogni tanto mi si avvicina e mi lancia una carezza o un bacetto. Credo siano solo dei piccoli momenti di contatto, è affettuoso e si prende la libertà di esprimerlo con chi capisce.
Io capisco.
Ogni tanto estrae il suo piccolo quaderno dalla borsa e scrive.
Prende appunti. Non nasconde la noia rispetto alle convenzioni della società.
Ha grande interesse per le problematiche relative alle donne, allo sfruttamento delle donne, al mondo della notte e della prostituzione, alla vita e all'educazione dei bambini e dei giovani. Ascolta discorsi vari e beceri e interviene quando vengono dette stupidaggini su questioni pedagogiche.
Sembra un po' un matto quando battezza le coppie che si incrociano per strada: gli uomini non passano illesi dal suo "setaccio"...in linea di massima gli fanno spesso venire i capelli dritti, li descrive con lingua tagliente, non né salva molti.
Se poi vede un padre trattare i suoi figli con atteggiamento scostante, freddo, imbranato...apriti cielo. E via di spassose espressioni ironiche, invettive esagerate, dichiarazioni paradossali che ci fanno sbellicare dalle risate.
Mi hanno detto che ha un fratellino di cui si occupa con passione, che la sua è una famiglia composta da una madre giovane con tre figli e nessun padre...
Ieri sera, come altre volte, l'argomento in pizzeria era una ragazzina difficile (che io ho visto solo qualche hanno fa quando aveva una decina d'anni), una ragazzina che pare sia fuori controllo. Qualcuno diceva che si tratta di genetica, di carattere. Qualcuno diceva che bisogna evitare contatti con i ragazzini adolescenti (in che senso? li si deve abbattere?). Qualcuno diceva che la suddetta è una delinquente (in che senso possa esserlo una tredicenne mi è difficile immaginarlo). Lui stava calmo e mi guardava aspettando che parlassi, che lo sa che non so stare zitta. Alla fine l'ovvio è stato accettato dalla tavolata (anche dalla single incallita che proponeva l'eliminazione dell'adolescente in questione). Qualsiasi cosa esprima una piccola persona in crescita è sintomo ed espressione di malessere e mancanza di equilibrio. G. ed io abbiamo insistito molto sul fatto che prima di giudicare gli adulti coinvolti abbiano il dovere di capire, aiutare, cercare aiuto e proporre soluzioni possibili. Un po' storditi, i nostri commensali hanno detto che sì, probabilmente avevamo ragione.

Ma va là!?!

venerdì 28 ottobre 2011

Coniugazione becera

Io becero
tu beceri
egli becera
noi beceri
voi beceri
essi una massa di beceri sfrontati e sereni

La signora cammina lentamente nella via del centro trafficata, si ferma e, con calma, estrae un paio di scarpe da donna modello decoltè con tacco alto, seminuove. E le appoggia in un punto X del portico. Poi piega con calma il sacchettino che le conteneva e si riavvia mentre io, allibita, mi fermo per cinque minuti abbondanti a guardare questa coppietta di scarpine eleganti che ora fanno parte dell'arredo urbano. Ovviamente fra l'indifferenza generale.

Verso il mercato (dieci minuti, che più non è cosa)...
E sì, non siamo tutti uguali, che questo si saprebbe già...
Ma quello che ho visto era la selezione di Miss/Mister volgar-tamarro di Becerland!

Così, niente di che.

venerdì 21 ottobre 2011

Incidenti stradali

Ho visto un'amica che avevo perso di vista, solo di vista che nei mesi estivi abbiamo tentato un paio di comunicazioni che sono rimaste al livello telefono/sms/squilli non risposti/appuntamenti rimandati a "quando ci riuscirò".Ci conosciamo da tanto tempo, un sorriso di persona è già una cosa che scalda (non più come un tempo vista anche la giornata terribile e bagnata).
Poche notizie rilevanti.

Un racconto: macchina distrutta, la macchinina nuova tanto festeggiata. In galleria, scendendo dai nostri monti vicini, niente di che, i monti.
Improvvisamente si è trovata di fronte, in mezzo alla carreggiata, un cane. Un semplice, grosso, affranto cane SEDUTO, come fanno i cani, a "triangolo".
Mi racconta che ha seriamente pensato (pensare non è proprio la parola esatta, quando viaggi a velocità in un galleria in autostrada) fosse una sorta di allucinazione. Fatto è che non ci ha lasciato le penne solo perchè ha deciso (lei, l'istinto, il caso, il suo angelo custode?) che, comunque, avrebbe evitato il cane, o allucinazione che fosse, tentando con tutte le sue forze, di non perdere il controllo dell'auto. Schianto sulla parete della galleria, auto da buttare, ambulanza, polizia e quant'altro. Tremarella che è durata due giorni ma niente di rotto. Fortunatamente il cane c'era. Era lì, sempre seduto, sempre affranto (lui sì che aveva una zampa rotta), sempre a "triangolo" a guardare tutto quel pandemonio.
Fortunatamente perchè così non hanno chiuso la mia amica in osservazione psichiatrica e non le hanno detto "mò paghi tutto tu".

Il povero cane, veramente mi chiedo come potrà continuare la sua vita da cani dopo quest'esperienza, veniva trasportato da qualche guidatore di non so che mezzo verso una mostra canina (di bellezza canina, di abilità canina, de che?). Ancora non capisco come sia finito SEDUTO in mezzo alla carreggiata dell'A1...
Insomma, vattelapesca, 'sta gabbia si è aperta e il cane è finito sull'asfalto in mezzo alla galleria dell'autostrada del sole.

Ma che cavolo!
L'arroganza del genere umano. La stranezza dei tempi moderni. Il modo più stupido per morire in autostrada (e immagino ce ne siano a migliaia ogni giorno).
Povero cane. E meno male che la mia amica sta bene e può raccontare la storia del cane seduto "a triangolo".

mercoledì 19 ottobre 2011

Ayran: il mio yogurt salato

Buonissimo, che ho chiesto alla signora turca se assomigliasse alla bevanda che bevono in Iran...mi ha guardato con dolcezza e ha scosso la testa per dirmi che proprio non ha idea di che facciano in Iran. Giusto, perché dovrebbe?

L'arietta è dolce stasera, mi sento bene dopo qualche giorno di pseudo influenza.
Avevo un mezzo appuntamento e mi sono avvicinata al centro, la telefonata è stata veloce, non ho discusso l'improvviso rimandare a domani qualcosa che avevamo detto un'ora prima sarebbe stato oggi. Tanto, mese più, giorno meno...
Un po' di malinconia, avrei voglia di altre cose, di maggiore "scioltezza" nell'organizzare gli incontri con gli amici. Ho fatto un giretto piacevolissimo godendomi la serata calda e la luce simpatica che non faceva capire che siamo alla fine di ottobre. Nella zona universitaria i baretti erano gremiti di giovani seduti ai tavolini, ogni tanto anche un paio di anziani che parlottano e sorridono con un bicchiere di vino. Nostalgia di altri tempi, forse solo di un'altra età. Ma non è più di un dolce, piccolo, rimpianto momentaneo.

Mentre compro la cenetta a base di zuppa di pollo e mussakà con pilaf dalla cuoca turca, mi sento serena e allegra, felice. E me ne torno a casa con i miei piccoli sacchetti facendo piccoli progetti che realizzerò, lo so.

Il controllo è andato bene, l'intervento pare sia andato meravigliosamente, prossimo controllo il quattro aprile duemiladodici (che strana data), assegno staccato e non mi sento per nulla "alleggerita" o preoccupata.

F. mi chiama e sistemiamo una traduzione, che un messaggio non era stato ben capito, che spesso mi credo che tutti capiscano le cose che scrivo seppur in inglese o francese (i colleghi poliglotti fanno questo scherzo). Mi manca, ci manchiamo, questa settimana solo telefonate veloci fino al fine settimana.

Io corro, lui corre, corriamo e sogniamo qualcosa che poi ci diciamo magari "bisognerebbe aspettare". Facciamo i saggi, alternati...si vedrà.

venerdì 14 ottobre 2011

Sono un colibrì in libera uscita

Che la leggerezza mi permette di stare e volare
Che mi fermo e mi rilasso e poi prendo direzioni che raggiungo
Che mi sembra di essere in un giardino profumato
Che il colore mi piace e sono attratta dalla musica e dalla poesia


Mercoledì- luna piena- serata pazzesca in un luogo da favola.
Sette donne, un laghetto, sei cigni bianchi curiosi e simpatici, cristalli, incensi, acqua-aria-fuoco-terra posizionati nei punti cardinali.
La luna piena alta nel cielo, il nostro cerchio e le nostre parole senza indecisioni.

Giovedì- teatro- musica e letteratura.
Una delle cose più piacevoli e belle abbia mai visto.

Oggi- Tribunale, avvocati, giudice (donna bella, ovviamente). mia testimone perfettamente efficace, i due avvocati del "nemico" rimangono ammutoliti.

Intanto fidanzato desaparecido: telefono e non risponde, messaggio e niente.
Poi la conferma che c'è e che sa cosa fare e lo fa e io capisco cosa avrebbe fatto e la conferma è che, appena rispondo alla mail, sento la sua bella voce, con gioia e sollievo. Solo un telefono rimasto sul letto.

Dentista, esattamente party di accoglienza dal dentista, festeggiano il mio coraggio e il risultato sul mio sorriso. Una carie subdola viene curata, olè. Occhi belli, il dottore è un uomo buono, come disse qualcuno.

Passeggio e parlo anche con i muri, i sorrisi mi fanno sentire che siamo allegre anime che stanno poi bene insieme, basta scegliere l'opzione giusta.
Tutti: fruttivendolo, venditrice di borse, commessa vintage con la parlantina artistica che è assolutamente felice di come mi stiano i jeans d'alta moda usati (5 euro), donna del negozietto di gioielli indiani con amico simpatico (perchè un biondone così aveva una minuscola papalina sulla testa?), il bellissimo Gabriel (Cubano delizioso che mi accoglie con il primo abbraccio della nostra lieve e garbata amicizia), l'uomo che crea neonati in silicone e vinile che all'inizio mettono spavento per la verosomigianza e poi, quando mi spiega il tutto, mi riempiono di tenerezza...

La Maria che mi dice perchè ha voglia di vedermi, con la quale ci mettiamo a parlare un po' di Claudio, che ci fa tanto bene ogni tanto farlo.

Prendo il libro e leggo un po'- e non riesco a non fare quello che faccio sempre quando tocco il libro: canticchio il ritornello di una canzone che dice "libertà, libertà".

lunedì 10 ottobre 2011

Il signore delle bici

è bello sapere che sia sempre lì, sempre con quel suo non-sorriso che è però accoglienza modulata, che gli occhi lo dicono che ti sta sorridendo.
Povera bici, mi guardava con aria sconsolata, chissà chi l'ha aggredita in quel buio sottoscala...La pulisco un pochino e la porto a spasso, gomme a terra, sella stracciata (topi o umidità di un'estate afosa?). Il cagnetto ci abbaia poi scodinzola. La pompa è un'altra, mi domando se la vecchia sia stata rubata.
E le gomme si riprendono ma manca una vite. La signora me ne regala quattro o cinque (che non si sa mai, se nè ho persa una in trent'anni magari potrebbe accadere ancora). Chiedo un coprisella. I tecnici guardano la signora sconsolati: "che sella"? Lei risponde che è lunga. "da corsa"? La signora si dispera "non è una bici da corsa". Allora il signore delle bici si volta e mi guarda, parte verso un cassetto e torna con l'oggetto giusto, perfetto. Lui lo sa già, lui associa volti a biciclette e non sbaglia mai. E mi sorride sornione mentre gli dico che mi hanno regalato una pompa ma che non va bene. Che lui immagina che mi piace passare e chiedere la pompa in prestito. Ma mi allunga il raccordo e la fascetta dicendo "per la tua bici ci vuole questo, mica è una macchina".

Parto, pedalo veloce e mi sento bene, il solito benessere sulla solita ciclabile, con i soliti pensieri positivi che produce il pedalare ascoltando Edith Piaf a tutto volume. Sole ma arietta frizzante, l'estate capricciosa lascerà spazio alle altre stagioni, suo malgrado.

Il pre-post, sognando monti assolati

Ultimi giorni in ripresa lenta, oggi il dì pre -rientro alla vita quotidiana.
La frase celebre ricorrente degli ultimi giorni "accozzata come una cozza". Lo abbiamo fatto, sapendo che sarebbe stato bello e pericoloso. E' stato bello e pericoloso, abbiamo rischiato. E abbiamo messo il naso fuori (prima il naso da Piggy per giretti piccoli che mi sentivo un cagnolino portato a passeggio, poi naso semi normomorfico...) per evitare che il cervello fondesse per la troppa clausura o per la troppa vicinanza.
I video erano belli, gli amici simpatici, il prato suburbano con la coperta a quadretti rilassante, il sole che scalda la pelle in un autunno anomalo un assaggio di una stagione prossima, il film una gran stupidaggine ma spunto per rileggere e rivedere le teorie psicanalitiche del novecento.

Stamattina ancora sole, dalla Cisa mi arriva il riepilogo dei giorni passati.
Sì, anch'io vorrei essere seduta lì con i piedi sul cruscotto, mi ricordo benissimo dove finisce quella strada.

E faccio le mie telefonate, riguardo cose del lavoro che domani ritorno e devo/voglio proseguire sulla strada del riordino, ho tanti progetti.
Che va bene così, lentezza e velocità, parole e silenzio, cose da fare, cose da sognare, senza sottolineare, senza aggiungere, sottraendo il superfluo, riducendo l'indispensabile, tenendo fermo l'obiettivo, pulendo le lenti e i filtri, non scordando il fondamentale, ridendo di noi, noi che siamo uno e che siamo due, noi che ci stiamo assestando a mollare la presa e a non perderci nel "troppo pieno".

Monti assolati che portano al mare, struggimento, struggimento.

venerdì 7 ottobre 2011

La chimica questa sconosciuta

Ultima settimana un incrocio di cose e situazioni, interne ed esterne, in attesa di un evento che mi metteva agitazione.
E ci si sono messi anche gli ormoni, i miei, e le cose che investono te e gli altri.
Non mi abituo ancora a fare i conti con la chimica del corpo, a riconoscere i segnali ormonali, ad ascoltare il sistema nervoso che urla per chiedere spazio di pace che gli serve quando viene investito da problemi e dolori.

Pace fatta con il fidanzato. Ho un po' alzato la voce, poco. Solo il tanto che serviva per svegliare l'uomo che conosco che si era fatto sostituire, senza accorgersene, da qualcun'altro, nel momento sbagliato.
Per un attimo ho interpretato il gap come differenza incolmabile di linguaggio, per un attimo ho perso fiducia e mi sono lasciata prendere dallo sconforto (che forse dipendeva più dal dolore e dall'antibiotico, dalla preoccupazione e dagli sbalzi ormonali). Ma lui si è ricordato prima di me dell'influenza nefasta della paura, ha mollato il braccio di ferro quando gli ho chiesto di farlo.

Intervento riuscito, cinque ore sotto i ferri, martello e trapano e quella strana sensazione che i ferri che senti entrare arrivino fino al cervello. Ogni tanto il mio angelo (infermiera deliziosa a cui vorrei dare il premio Nobel) mi appoggiava le mani sul volto, sulla mano, sul collo in una semplice carezza di incoraggiamento. La stessa sensazione di pace immediata che suscitano le mani di F. sulla mia pelle.
Misteriosa la chimica del contatto fra due persone, quel silenzio in cui ascolti la pelle e lasci che il messaggio arrivi senza usare le parole.

Il messaggio c'è, forte e chiaro. A volte le parole fanno più fatica ad esprimere, bisogna saperlo accettare. E sarebbe saggio fermarsi quando le parole stanno andando nella direzione sbagliata.

Peccato che sia uno strazio ridere (è la cosa più dolorosa del post operatorio) perchè la parte più dolce e come F. gestisce la mia faccia alterata, i miei connotati da Piggy, labbrone superiore esagerato e naso schiacciato all'insù.

lunedì 3 ottobre 2011

Definire l'amore? Significante e significato. La furia scatenata


E si innescano una serie di malintesi. Perchè già siamo un po' tutti portati a scivolare nell'aspettativa incontrollata...
E accade che uno esprima un esigenza, che spieghi che il suo modo di essere prevede certo condivisione e solidarietà ma anche, forse prima se proprio vogliamo essere perfettini nel nominare le cose, libertà di espressione e scelta, autonomia nella gestione della propria vita, rispetto e buone maniere.
Che poi non ci sarebbe un prima e un dopo.
Che le cose esistono e crescono una complementare all'altra, normalmente dando forza ed efficacia una all'altra.
Buone maniere, quelle che si usano per fare bella figura, nell'accezione più cretina.
Buone maniere sono quella cosa che ti fa ricordare che non ci sei solo tu, nonostante la tua fatica esistenziale, buone maniere è controllarti quel minimo che serve ad essere sempre gentile con chi ti è accanto.
Insomma, la vecchia storia...
Che pare mi perseguiti. Che lo so che sarà il karma che tenta ancora di insegnarmi la strada che faccio fatica ad imparare. Zuccona.
Insomma, com'è che mi imbatto in quelle cose che mal sopporto?
Non sono la poubelle di nessuno, non voglio che ci si prenda la "confidenza" di rovesciarmi addosso in modo disarticolato e scarsamente costruttivo i propri malumori. Ancor meno se la "scusa" per questo santo sacrificio (che non voglio fare, giuro, qualsiasi segnale equivoco si possa immaginare emetta) è qualcosa in cui non credo. Non credo che volersi bene (o dichiararlo, cosa assai differente) possa giustificare tutto. Non credo che la vicinanza sia rilassarsi a dire e fare ogni cosa perchè l'altro è obbligato a prendersi tutto di noi.
Certo, accade che le fragilità, le debolezze, le mancanze siano di tutti, nessuno si salva, accade che si sia tutti stupidi, un po' insensibili, un po' egocentrici, un po' scordinati...Fa parte del gioco.
Ma l'impegno ci deve essere, l'attenzione a rispettare le regole anche, l'ascolto e il rispetto della individualità altrui pure.
E allora, non mi interessa se sembro drastica o crudele, il braccio di ferro non mi interessa, men che meno su chi debba accudire chi, le dichiarazioni sterili neppure, le frasi ad effetto hanno un effetto devastante su di me, mi innervosiscono le definizioni per sè stesse figuriamoci se usano stereotipi di bassa lega.
Sarò poco romantica, lo sono sempre stata. Preferisco chiedere scusa se mi sono comportata male e tentare di ricostruire partendo dalla mia e dalla tua identità, dal mio e dal tuo dolore, dal mio e dal tuo desiderio di gioia e condivisione del bello da farsi insieme. Non mi interessa stabilire cosa sia "dovuto", compreso nel pacchetto. Non ho fatto un contratto.
No, non ci credo che l'amore giustifichi tutto. No non viene prima la dichiarazione di "sopra ogni cosa, qualsiasi cosa accada". Sì, l'amore è indispensabile per muovere ogni cosa, sì vorrei riuscire un giorno a non affrontare nulla con rabbia e dolore ma vorrei agire con amore in ogni circostanza. Ma non è l'amore "romantico" che annulla tutto il resto.

Insomma, la solita storia. Non voglio mi si ami come "idea", come portatrice di identità...(che poi sembro una gran presuntuosa, immagino).
Non mi frega nulla di essere la fidanzata se il titolo significa solo guai, oneri e doveri ma anche diritti che non ho alcun desiderio di esercitare.
Non voglio il ruolo, non voglio la fatica di dovermi giustificare se non parlo sempre di questa "epifania" come dell'unico interesse della mia vita presente e futura. Se proprio dovessi scegliere come vorrei essere definita (perchè il mio nome non è abbastanza? perchè si deve per forza mettere titoli alle persone con cui si passa del tempo? perchè l'amore, l'affetto necessitano delle classificazioni che spieghino? a chi dovremmo spiegare e perchè?)...

Se proprio, proprio...
Amante mi sembra più divertente. Soprattutto se non c'è nessun coniuge tradito. Participio presente (colei che ama).
Amata (colei che viene amata). Con ironia e dolce coraggio anticonvenzionale.
Compagna (cum panem- colei che condivide il pane)

Rimetto in ordine l'ordine.
Pace.
Libertà.
Amore.
E basta.

martedì 27 settembre 2011

C'è aria pesante

e non mi spiego che accada.
Come se improvvisamente molti si siano messi a guardare il bicchiere mezzo vuoto...
Non ci sto. Non vorrei giudicare, non vorrei criticare le stanchezze altrui.

Ma quest'aria pesante a cosa servirà mai?
I musi lunghi che quasi toccano terra?
La rabbia incondizionata e indiscriminata?
E' sempre la solita storia, c'è chi continua a sorridere anche nei guai e affronta le cose con calma o agitazione ma non soccombe al malumore. Altri no.
Altri pretendono di spalmare i loro malesseri sugli altri.
Non ci sto.
Le vette e le valli, le cose tristi e le gioie quotidiane, piccole e grandi.
Ce n'è per tutti, tutto passa, tutto cambia.

Magari passerà presto, speriamo.

Io vado avanti con il mio passo, con amore ma con determinazione:
le pozze di infelicità non mi interessano, la vita e le sue possibilità molto di più.

Non mi devo fare coinvolgere, ho tante cose da fare.

lunedì 26 settembre 2011

Fai la cosa giusta

Che ieri mi sono sentita un po' in colpa, poco ma il pensiero c'era...
Avevo detto alla Maria che sarei andata a pranzo da loro domenica. Prima che il f. mi comunicasse che si era liberato dalle beghe famigliari e dal lavoro per passare la domenica insieme. Che volevo andare al mare. E ho chiamato la Maria per dirle che, contrordine, non sarei andata. Ci è rimasta male, ha fatto fatica a dissimulare, sincera com'è. Tant'è.
Era la cosa giusta che desideravo questa giornata al mare da un mese.
Ed è stato il mio giorno di festa, una pausa rilassante che ci siamo goduti e che ci ha fatto tanto bene. Che bella la spiaggia deserta al tramonto!

Oggi avevo il pensiero della Maria e, in modo determinato, ho deciso.
Con un po' di fatica iniziale...che avrei voluto andarmene a casa finito il lavoro.
Moto e bus. Tutta moto non mi andava, in autobus il tempo è morbido e ho letto in pace fino a destinazione.
Era la cosa giusta: la gioia dei vecchietti, il loro abbraccio sorridente e allegro mi hanno ripagato del senso di colpa per il bidone e dello sforzo del viaggetto.
Sono stata così contenta, erano così contenti loro di vedermi. Una gioia.

Tornando con l'autobus deserto ripensavo alla nostra storia e mi sentivo fortunata di avere due amici ultraottantenni così simpatici, divertenti, in gamba. Che le ore passate con loro sono sempre piacevoli e interessanti.
E non è vero quello che diceva il f. ieri, non tutti gli anziani stanno bene solo se rimangono "fermi" nelle loro abitudini e routine. Maria e Valter sembrano rinati dopo il cambio casa e tutte le fatiche del trasloco e hanno voglia di re-inventarsi.
Hanno fatto la cosa giusta.

giovedì 22 settembre 2011

L'uomo forte parla

che corre, corre tutto il giorno e poi corre da me.
Vedo lo sguardo carico della giornata infernale ma anche la bella espressione che mi piace tanto, quella che dice che è quì, adesso.
E lo abbraccio e ascolto la sua stanchezza. Non la nasconde ma mi racconta con calma i problemi chiedendomi consiglio, senza caricarmi delle sue preoccupazioni, semplicemente condivide e spiega. E mi spiega anche cose che non sapevo e mi piace che non mi tratti come una che non capisce le cose dei cantieri e dei contratti, degli operai in sciopero e della gara d'appalto truccata.
E' lui quello stanco che deve fare 800 km...eppure non perde l'occasione di prendersi cura di me con un bel sorriso. E mi chiede scusa se non mi ha svegliato, mi chiama dalla FIPILI per rassicurarmi che non sta guidando addormentato che ha deciso di spostare appuntamento e dormire un pochino.
E, quando discutiamo su una mia scelta, mi dice "assolutamente" se gli dico che valuterò la sua proposta ma deciderò autonomamente.
E, decidiamo per l'ennesima volta, che la trasparenza CI farà sempre bene.

Sogno o son desta?

martedì 20 settembre 2011

Autunno alle porte, cambiano i colori

Dice il caro Willy:
" sarai più ricettivo ai nuovi piaceri che si possono provare quando ci si rende conto che tutto cambia continuamente".

Oggi mi prese strana allegria, allegria leggera che vive del quì e ora più che dei piani quinquennali e delle analisi. E' un misto di precisa sensazione di soddisfatto appagamento e atteggiamento fatalista, disilluso. L'ansia non c'è se non come buffa cosa che molto senso non ha. Siamo quì ora e domani chissà...
Complice l'uomo serissimo che mi accompagna in atmosfera giocosa vagamente "mielosa", in compiaciuta allegria, rimaniamo connessi e ci occupiamo del tutto con rinnovata leggerezza. Felici di esserci, grati di questo "insieme" che non avevamo premeditato ma che c'è, fortemente c'è. E tutto scorre, i colori cambiano, la luce mostra che la stagione cambia, siamo e saremo, caldo e freddo, morte e vita, le cose si chiudono ed altre si aprono.
Anche le cose difficili sembrano più accessibili, che tutto ha una soluzione, quasi tutto (e penso sempre a Mr C ma oggi non mi spaventa come prima)

lunedì 19 settembre 2011

Non ci sei ma ti vedo

Mi sono svegliata così,
sentendo una presenza rassicurante e coinvolgente,
che racconta di una voce che è molto di più.
Impagabile visione, che credo non dimenticherò, quel sorriso mentre impugna la chitarra e mi guarda, mentre canta e ascolta quello che dico, mentre gioca con i bambini seduto per terra, mentre mi chiede di aspettare ancora cinque minuti.

sabato 17 settembre 2011

Sulla terrazza di Maraz

Che il nome è esotico, mi ricorda qualcosa che potrebbe essere in un romanzo di inizio secolo. Mi sembra di andare chissà dove, in moto sulla statale, una sera di venerdì. E' un posto strano ma accogliente, semplice, i ragazzi sono gran professionali nelle loro tenute che poco hanno a che fare con un ristorante. Si sta benissimo. Quando arrivano il polpo alla griglia e le vongole in zuppetta allegra con i crostini ci sorridiamo e brindiamo con il vino che è buono anche se non assomiglia al Fiano solito.
Cinque minuti e siamo noi, felici di dove siamo e con chi siamo...

Quando leggiamo insieme il messaggio pieno di ansia del fidanzato che cerca di trovare equilibrio fra i suoi ostacoli e il desiderio di accontentarmi, scatta l'operazione "sistemiamo le cose". E, in quattro e quattr'otto, confezioniamo la risposta per lui. E mi diverte vedere che le mie amiche conoscono tanto me da sapere che posso fare tutto, non conoscono bene lui ma gli vogliono già bene tanto da capire il suo stato d'animo. L'sms parte e aspettiamo la risposta. Tutto bene, ha capito esattamente lo spirito e risponde un semplice "grazie" che festeggiamo insieme. Siamo tutti piccoli cuori che tentano di districarsi con minor danno possibile fra le difficoltà della vita.

Allegramente chiudiamo la serata piacevole salutando i gattini della mia amica e la nipotina in crescita che accetta il mio regalino con una disinvoltura che mi diverte. Ci salutiamo guardando il cielo e le piccole stelle e godendoci l'arietta profumata della campagna. E penso che la famiglia è qualcosa di più e di meglio dell'istituzione standard, che l'amicizia porta risorse molto importanti nella mia vita.

Sulla statale, a notte fonda, la moto corre tranquilla e mi godo il fresco della campagna ripensando all'espressione usata da AR rispetto all'uomo "giusto".
Ci sono gli uomini e le donne GIUSTE, nessuna remora, è bello sapere che intorno a noi ci sono valori validi e persone che li rappresentano.

lunedì 12 settembre 2011

L'oblio nella modalità silenziosa

Dimenticato il telefono nella modalità silenziosa.
E conseguentemente, irremidiabilmente, dimentica di me, mi risveglio ad un orario improbabile che è buio, la luna piena alta nel cielo, il silenzio assoluto e meno male che abito in città. E la giornata è scivolata via. Avevo pensato di fare una piccola siesta mettendo la sveglia che avevo due, tre cose da fare prima di sera. Anche la sveglia si è persa nella modalità silenziosa, ha strillato afona, inefficace.
La sera è già inoltrata, volge alla fine.
E ora?

Implosione vagamente simbolica

Non so, mi viene da chiamarla implosione: il tv ha emesso un soffocato suono come se esplodesse all'interno e ha dato forfait, morto, kaput, done for, perdido. Ho subito pensato "addio, questo era il tubo catodico" nonostante non mi sia affatto chiaro di cosa si tratti.Ho annusato l'aria senza scompormi affatto e ho serenamente accettato che quel vago sentore di bruciato significasse una nuova epoca. E ho velocemente fatto mente locale. Che mi è venuta subito in mente sia la manna dal cielo, la piccola mano del destino che mi vuole ricordare che dovrei proprio rimanere concentrata sulle cose che mi interessano. E la "casalinghite" inoperosa e rassegnata non è fra le mie ambizioni, né sola nè in compagnia.
E la improvvisa departita del tv qualcosa c'entra: non riesco a leggere e vorrei leggere, per esempio. Quale migliore occasione?

Le riflessioni poi si ampliano. Perchè sabato ho avuto un piccolo momento di incomprensione con il fidanzato...che ho deciso, liberamente ammetto, di accompagnarlo al centro commerciale per fare la spesa. Dopo dieci minuti il tutto mi disgustava e non vedevo l'ora di fuggire (credo di aver deciso di evitare i centri commerciali, di sabato innanzitutto, almeno quindici anni fa).
Quando lui mi ha detto sorridente "una volta potremmo anche cenare quì da Mc Donald" mi sono sentita male e ho risposto tutto d'un fiato che avrebbe potuto significare la fine di una storia appena cominciata. E lui c'è rimasto male.
Piccole prove di trasmissione? Incomprensioni all'orizzonte?

Tant'è, non mi pre-occupo ma mi sovviene che sarà meglio chiarire dove si è, come si vuole fare etc etc.

Io so che non potrò cambiare idea, non sui centri commerciali almeno:-)
Il resto è musica da suonare e ascoltare.
E comunque mica glielo dico che il tv è defunto, che magari si prodiga a comprarmene uno e io ho voglia di stare senza!

domenica 11 settembre 2011

Sei bottigliette ghiacciate

Sono in frigorifero, la loro funzione è saltata.
Oggi era giornata che si doveva andare in gita al mare. Lui, io ed i suoi ragazzini.
Niente panini, che non avevo voglia di passare subito alla modalità famiglia bis.
Saremmo andati anche con una coppia di amici e una famigliola che conosciamo entrambi da trent'anni. Giornata che si prospettava simpatica anche se piena di incognite. Ma i ragazzi sono molto sereni e piacevoli, noi tre avremmo gestito bene il papà che invece rischiava di essere ansioso rispetto al nostro essere insieme per la prima volta.

Niente, la piccola ha pensato bene di risvegliarsi in preda a conati di vomito.
Che non fosse pronta per la giornata? Magari è solo un piccolo virus passeggero.
Lui mi invita a casa, io passo, vedremo nel pomeriggio.
Perchè gli uomini non capiscono che a volte i figli hanno bisogno di sentire che possono stare con il padre da soli? Anche quando stanno male, soprattutto quando stanno male.

Mi dedico alla micro economia domestica, ogni tanto telefono, giusto per sollevare lui che si sente un po' triste che vorrebbe guarirla e non sa bene come fare.
La giornata è bella, magari poi mi avvicino alla piscina per una nuotatina ma questa mattina tranquilla va benissimo.

martedì 6 settembre 2011

Siamo pericolosi

Dice lui. Io sto ridendo e non capisco. Poi capisco e ricomincio a ridere.
Che non mi capitava da molto tempo: riusciamo a inventarci mille stupidaggini simpatiche e ridiamo molto.
Siamo pericolosi: finisce che...
Che non lo so dove finirà ma la direzione mi piace.

Se il pericolo è lo scambio e la complicità che non si tira indietro né nelle cose "frivole" né in quelle molto serie (che finalmente c'è un uomo nella mia vita che parla e non ha paura di risolvere)...che sia.

Intanto il mio appuntamento con la mia bici dopo due mesi fallisce. Mi intristisce che la bellissima sella sia rovinata (mangiuchciata dai topi? che schifo) e che la super pompa nuova di zecca non sia riuscita nel suo scopo. Tant'è: mi metto in marcia e i tre km di pedalate diventano un passo veloce che mi riporta a casa al buio sudata e contenta.

Tristezza: le foglie e il tramonto anticipato preannunciano la fine dell'estate. Non sono pronta!!!

domenica 4 settembre 2011

Della serietà, della comunicazione, dell'amore

Una delle prime e più nobili funzioni delle cose poco serie è quella di gettare un'ombra di diffidenza sulle cose troppo serie.
In questi tempi l'unico modo di mostrarsi uomo di spirito è di essere seri. La serietà come solo umorismo accettabile.
Mentre si ride, si pensa che ci sarà sempre tempo per la serietà.
Seri bisogna esserlo, non dirlo, e magari neanche sembrarlo!

Aforismi etc

Che poi, ed è il bello della vita, capita di inventare varianti, di stupirsi a mettere in atto dinamiche nuove, di usare metodologie diverse.
E anche di notare con stupore, ma anche con piacere, che siamo ognuno specchio per l'altro. E allora, invece di usare la solita insofferenza e chiusura, invece di rimanere arroccati nei soliti comportamenti e nelle solite convinzioni, può succedere di giocare a ribaltare il tavolo e di dare alla persona accanto a te una nuova possibilità di inventare la vostra storia, insieme.

Non sapevo che sarebbe stato possibile, sono felice che lo sia stato.
Perchè quando si è sul punto di litigare è difficile tornare indietro, lo sappiamo tutti. Ma è possibilissimo se si guarda l'altro negli occhi e si ricorda quale sia la cosa che si sta facendo, non quella di quell'istante di nervosismo e di incomprensione, quella GRANDE, quella che esiste prima...quella che ti ha fatto scegliere quella persona per stare al tuo fianco.

E allora, via la supponenza e la diffidenza, via la paura, via la serietà spicciola, libera azione invece alla leggerezza, alla trasparenza, alla comprensione e alla complicità, all'ironia che ti rende possibile non distinguere fra le tue debolezze e quelle dell'altro: la solita storia, il nemico non esiste se non nella tua testa.

Certo, non sempre è facile, non con tutti.
Ma che gioia quando l'azzardo funziona e si riesce a ridere del momento di gap comunicativo e riprendere la marcia, insieme!

venerdì 2 settembre 2011

Compleanno tutto l'anno

Quest'anno è così frenetico il festeggiamento...
arretrato di sonno mi lascia stordita fino all'inconsapevole felicità.
E si accumulano festini della vigilia compleanno (mezzanotte e quindici regalo inaspettato, inizia la gara delle scarse ore di sonno), giorno canonico con la sorella logorroica e i vecchi amici (arrivo della nipotuzza con gattino importato alle 23 e un po', ecco è già tardi), mercoledì pausa da tutto e tutti (in casa da sola, in sette giorni ci voleva), ieri sera di corsa alla Festa dell'Unità dove l'umidità e il caldo uccidono ma la combriccola delle famigliole splendide mi regala gioia e abbracci che valgono tantissimo (noi, che siamo così sfrontati ultimamente, riusciamo a fare tardissimo un'ennesima volta).
Stasera sarebbe la serata "ufficiale", il gruppo è folto, ho voglia di vedere tutti, insieme mi fa un po' strano...
Le colleghe ridono quando mi vedono un po' provata a metà mattina, oggi mi strizzavano l'occhio "mi raccomando, oggi mica crollare, balla fino a mattina".

Domani guai a chi mi sveglia!

Al telefono con la Maria, ride anche lei quando le dico che certo non andrò prima delle dodici e trenta...e parlo di domenica.

ps: il collega un po' distaccato si sta sciogliendo. Non solo ha deciso che mi darà il suo prezioso contributo al lavoro ma anche che saremo amici e confidenti (oggi mi ha mostrato un ulteriore pezzo di pelle con allegato tatuaggio simbolico).

lunedì 29 agosto 2011

Ei pelkoa, vain rakkaus

Scrivo.
Mi arriva la risposta:
mutta toivon, se on kestava

Giochiamo, mai stati così seri nella leggerezza.

Che è un po' quello che credo aver deciso come rotta dei prossimi giorni, mesi, anni.

sabato 27 agosto 2011

SAUDADE, meglio lasciar stare

Se saudade è: “Un vago e costante desiderio di qualcosa che non esiste e probabilmente non può esistere, di un momento passato o futuro ma comunque diverso dal presente. Non è una vera infelicità né una tristezza struggente, ma una malinconia pigra e sognante”.
Dice il saggio Willy: "Credo che tu debba bandire la saudade dalla tua mente il più possibile. Se proprio ci tieni, in seguito potrai farla tornare, ma per il momento devi affinare il tuo desiderio di cose possibili. E per questo devi liberarti di quelle illusorie".

Non solo l'ho capita io, l'ha capita anche lui (l'uomo che mi cura gli occhi con passione da ieri sera, da quando non so cosa o chi ha deciso di farsi un giro nel mio occhio sinistro, l'uomo che se la ride un mondo quando mi invento burlesche definizioni di mie o sue piccole scivolate di stile).

Decisamente ridere rende il tutto molto più gestibile und affascinante:-)

E chi l'avrebbe detto? Passato circa un'ora a cantare canzoni vecchie e simpatiche che davano per radio e non ero da sola!!!

venerdì 26 agosto 2011

Che poi basta l'idea giusta


Afa, tanta, città incandescente, mansarda cocente. Il mio fidanzato (ieri sera mi disse che lo è, fino a nuovo ordine, che riesce sempre a farmi ridere), mi telefona e mi dice che si sente buono e che attende comunicazione di miei desideri per la serata, compreso un ripensamento dell'ultimo minuto per abbandono progetto uscita. Io gli dico che magari si potrebbe cercare refrigerio ma accetto la libertà proposta.
Quando sembrava che avrei mollato e me ne sarei stata in casa a cuocermi nel brodo dell'aria condizionata, ecco che mi arriva l'sms sfrontato che avrebbe convinto chiunque: "fra cinque minuti sono sotto casa tua, birretta al Cavaioni, mettici il tempo che ti serve". Bravo. Mi doccio in tempo record e scendo in strada. Ottimisticamente mi porto una pashmina, ho i capelli fradici ma va bene che ci saranno trenta gradi.

Detto, fatto. A guardare le stelle sdraiati sul prato con la birretta presa dai Pakistani della pizzeria d'asporto, discorsetti e amenità allegre, abbracci e sorrisi. E, miracolo delle meraviglie, il fresco c'è, abbondante e piacevole.
Tant'è, la pashmina viene indossata e mi sento proprio felice.

Proprio male non è, anzi.
Vado piano -io- ma vorrei andare sano e lontano...

mercoledì 10 agosto 2011

No, non ti voglio con me

anzi, non capisco proprio cosa ti presenti a fare...
Così inopportuna, così fastidiosa e noiosa.
Sei pregata di farti in là, di lasciarmi in pace, di non farti più vedere né sentire.






Cara ansia da tre soldi, chi ti ha chiamato?
Una semplice valigia, devo fare una semplice valigia e lasciare che il vento mi trasporti dove vorrà portarmi (il timone un po' lo avrò, un po' no, così vanno le cose del mondo, dovrei saperlo).

martedì 9 agosto 2011

Cotta come un cece ma...in partenza

Programma fatto, volo prenotato. Inventato varianti, che anche se stanchina ho bisogno di un po' di movimento. A sorpresa verrò prelevata all'aeroporto da una donna che sono anni che desidero rivedere. Che ci saranno un po' di mezzi di trasporto da incastrare...Ma che gioia vedere un po' dei miei volti greci della gioventù allegra. Voglia di fare, voglia di andare.
Voglia di progettare.
La ripresa si sta finalmente facendo vedere.
E sì, me la merito proprio un po' di vacanza e aria leggera.
E sì, arrancato ho arrancato, un po' ho anche strisciato...
Ma, suvvia, ora ho proprio desiderio di svolazzare un po' in cose carine.
Che, dai, me lo merito proprio, no?

Tuffo, come me lo sogno il primo tuffo nel mare di Poseidone!

domenica 7 agosto 2011

The voice

Telefonata the day after. Ieri notte io fuori campo, lui a novecento km di distanza dopo tredici ore di strada in bollino nero. I ragazzi dormono, la sua voce mi arriva forte e chiara, si capisce che è nel silenzio assoluto del campo di ulivi. Voce bassa la mia, voce bassa e bellissima la sua, ci siamo appena svegliati entrambi.
Mi racconta degli ulivi, dei fichi, del mare, della festicciola in riva al mare, delle tredici ore di auto, dei suoi ragazzi che dormono esausti, dell'autostrada incubo, di come ha pensato a me appena arrivati nel regno degli ulivi e aranceti.
Io ascolto la sua voce così vicina e vorrei essere lì.
Lui ascolta il racconto della mia serata e mi dice che avrebbe voluto essere con noi.

Stiamo tutti bene e ci vogliamo bene, mica male.

sabato 6 agosto 2011

Le donne del sesto piano



Grazioso filmetto che accosta la Francia e la Spagna, le donne e gli uomini, le debolezze e la passione, la leggerezza innanzitutto, l'ironia che non giudica e non vuole dire cose altosonanti. Tenerezza che rifugge l'intelligente visione, siamo tutti un po' quello che siamo. E va bene così, nessuna ricetta di perfetto nulla.

Gente allegra il ciel l'aiuta.

Perfetto per una serata d'estate, perfetto per invitarci a prenderci un po' meno sul serio, perfetto per incitare alla libertà, siamo tutti piccole anime inesperte e grandissimi eroi del quotidiano.

Tu chiamale se vuoi...emozioni

Chiedo "serve qualcosa"? La risposta è "ci servi solo te".
Arrivo. Con un po' di emozione, commozione. Perchè i miei vecchietti adottivi sono un pezzetto del mio cuore, un pezzetto importante.

E mi viene in mente l'altra sera quando ero con la mia amica del cuore (espressione da ragazzini, lo so, ma è così, che lei mi legge come un libro aperto). Perché c'è ancora nel mio cuore uno struggimento (passerà?) che riguarda lui, Mr C, lui che non c'è più ma è ben presente nei nostri pensieri. E lei lo capisce, l'amica che mi prende in giro ma che è sempre pronta per un abbraccio pieno di lacrime, lacrime per le mie batoste e per le mie fatiche. E per le sue difficoltà, per la vita che riprende dopo una malattia che l'ha fatta stare con il fiato sospeso per due anni, per la forza che ci vuole, sempre.
Stiamo tutti bene, quasi tutti. E siamo più semplici, vero?
E vogliamo andare avanti, sempre.

Intanto qualcos'altro inizia, continua.
Io non ho quelle parole per lui, spero di averle, un giorno.
E un po' mi spaventano i suoi abbracci accompagnati da parole così importanti, un po' rimango ammutolita quando mi chiama "amore" e mi sorride appassionato. E, mi dico, ognuno ha i suoi tempi e i suoi modi...
E, se mi trova con lo sguardo preoccupato, mi ricorda che mi vuole bene "gratis" e ride e mi fa ridere. E mi tengo le emozioni, tutte.
A fari spenti nella nebbia.

E vogliamo andare avanti, sempre.

martedì 2 agosto 2011

Cenetta che scava nel profondo

...di cose dette e avvenimenti che spaziano in più di trent'anni.
Sarà un tranquillo vortice che un po' farà male,
un po' per uno finisce che non fa male a nessuno.
Comincia dicendo che sa qualcosa che non avrebbe dovuto sapere, qualcuno ha fatto quello che aveva promesso non avrebbe fatto. Non mi deludo anche se mi stupisco.
E, in un balletto di "dico e aggiusto", alla fine riesco a parlare con la persona con la quale è tutta la vita che cerco di parlare, con chi è tutta la vita che cerca di parlare con me. E, sorpresa delle sorprese, ci accorgiamo che le cose si sviluppano e trovano la loro dimensione anche se ci sembra nulla stia cambiando e ci guardiamo con dolcezza finalmente liberi sapendo che qualcosa è cambiato.

Hai ragione, padre, ogni tanto siamo capaci di andare avanti insieme.
Grazie

(e improvvisamente mi manca Mr C, due lacrime e si va a letto)

sabato 30 luglio 2011

Quando le parole ti scaldano

e non sono parole dette in superficialità. E sono bellissime radici dalla potenzialità indistruttibile.
Insomma, qualcuno mi ha detto "ti voglio dire una cosa".
E mi sono ritrovata seduta nell'angolo che avevo scelto per chiudermi in me stessa e diffidare, temere, pentirmi delle cose dette poco prima, perdermi un po' nella fatica della comunicazione.
Insomma, qualcuno ha fatto qualcosa che aspettavo da molto tempo, mi ha parlato per chiarire, per costruire, per spiegare, per rassicurarmi, per farsi ascoltare e capire, per capire e per "pulire" ogni gap comunicativo.
E, miracolo, in due minuti tutto è andato a posto. Che quelle parole erano precise, profonde, sincere, vere, efficaci nella loro forza semplice.

Camminiamo, andiamo
...................

venerdì 29 luglio 2011

Con un piede sulla soglia

Libertà e perline colorate, ecco quello che io ti darò. E la sensualità delle vite disperate, ecco il dono che ti farò. Donna che stai entrando nella mia vita con una valigia di perplessità, non avere paura che sia già finita, ancora tante cose quest'uomo ti darà...

...vie di fuga...
...roccambolesche invenzioni...
...a volte mi domando dove sia finito il manuale d'istruzioni...

domenica 24 luglio 2011

Sui colli, nel vento

C'è questo posto in collina. Ci lavorava un ex collega, mi ha sempre detto che è un posto magico e che si mangia molto bene.
Verissimo.
Eravamo in sintonia assoluta: "stasera si "sboccia", si festeggia, ci regaliamo una bella serata, vero"?
I colli sono bui, le strade si arrampicano in mezzo al verde, la serata è fresca, ventosa. Siamo allegri, sereni, decisi, leggeri.
Il posto è in un angolo nascosto, bellissima posizione, allestito con cura e semplicità. Il tavolino che scegliamo è sotto un albero, ad un metro dal crinale ripido, è buio ma intravediamo il panorama mozzafiato.
Il vento arriva a raffiche, facciamo fatica a trattenere anche i bicchieri, ridiamo e ci organizziamo alla scarsa luce della candela.
Lui legge il menù mentre io devo scrivere i moduli delle tessere. Ordiniamo il cibo e siamo entusiasti dei piatti quando arrivano. Il vino prodotto a dieci metri è ottimo, tosto ma buono.
Gli altri avventori sono lontani, sotto qualche altro albero, si sta proprio bene ognuno nel suo angolino appartato. Il vento c'è sempre ma scendiamo a patti con lui e stiamo benissimo. La musica comincia mentre lui ritorna indossando la giacca rossa. Eloisa canta in modo delizioso, è proprio brava, il repertorio è esattamente giusto per la situazione.
La bella serata è proprio la bella serata che avevamo desiderato.
Eccoci quì
"il vento fa il suo giro"

Ad occhi chiusi

ad occhi chiusi a volte capita di immergersi in qualcosa di meraviglioso.
A cui non sai dare il nome, che non vorresti finisse mai, che ti trasporta in un luogo altro del tempo e dello spazio.

E rimani abbandonata a regalarti una pausa da tutto.
E gli accordi sono lì per te, solo per te.
Una voce calda canta parole bellissime, per te, solo per te.
E, ad occhi chiusi, ti prendi quella voce e il suo proprietario per te, solo per te.

sabato 16 luglio 2011

Luna piena e moto

Non voglio rimanere in casa. Chiamo prima lei. Stasera esce con la V. L'ho intravista ieri al telegiornale. Che strana cosa.
L'impulso mi fa chiamare Beby, Il Barbone, Alì. Il mio compagno dei tempi della preistoria. Va bene, ti vengo a prendere. Con la moto? Ho solo quella.

La moto è un'altra, mi fa così effetto si sia deciso a comprare qualcosa di diverso dopo vent'anni della stessa cosa. Quando vedo i suoi occhi mi intenerisco e penso che questa telefonata è stata una buona idea.
Mentre viaggiamo in moto, guardiamo la luna in cielo e parliamo mentre un fortissimo sibilo dovuto al vento che passa fra i caschi ci rende le cose difficili.
Non lo dico ma mi sento un po' agitata. Che non ero più salita in moto dal funerale, che la moto sulla quale ho fatto tanti km era quella di Mr C, che questa moto è così diversa da quella bellissima che lui amava tanto.

Bella serata, rilassata e serena. E nessuno aveva sonno, anche alle 4.30 quando abbiamo deciso che fosse meglio andare a dormire.

Qualcuno mi disse un paio di giorni fa che le serate di luna piena possono essere "usate" per abbandonare qualcosa, per intraprendere nuove strade...

giovedì 7 luglio 2011

Radicali liberi

L'omino si chiama Tolotti. Per quattro anni non ha detto una parola, ora si chiacchiera. Oggi di traumi e punteggi americani e del test dei radicali liberi. Che, dice calmo, si deve stare attenti quando l'età avanza e lo stress è ovunque. Due parole interessanti con chi non avresti detto.
Cerco sul web 'sti radicali...
E mi lancio sulla ciclabile dopo un bel film triste sulla malattia e sulla vita, cinema d'essai in pomeriggio afoso di luglio, casuale ma perfetto.

E mentre pedalo mi vengono le idee. Quelle sognate e abbandonate. E mi dico che potrei fare, osare, semplicemente regalarmi qualcosa che mi merito. Che poi non è proprio così male avere mollato un lavoro del cavolo e avere quel pochino di soldini. E pedalo veloce e penso ad una donna che mi piace che ho visto settimana scorsa. E dieci minuti dopo mi chiama. Che lei pensa che abbia ancora lavoro da "spacciare", quanto nè ho spacciato ai tempi d'oro!

Radicali liberi, liberi e radicali, radicalmente, faticosamente liberi.
E la collega part time, vecchia guardia rientrata in scena dopo tanti anni, mi chiama per farmi una domanda intelligente relativa al lavoro. E penso che non li sopporto 'sti uomini indolenti che mi frullano intorno. Meno male che non ho potere di licenziare nessuno...

Casco e giubbotto per bici in notturna, deciso.
Le donne, le donne

mercoledì 29 giugno 2011

Ci son momenti, ci son addii, ci son...

stand by - pause- momentanei cali di tensione.
O semplicemente non si vede a occhio nudo (e neppure vestito), ma le persone cambiano o cambiano le direzioni, quelle piccole e quelle grandi.
O cambiano le alleanze perchè le esigenze o le voglie non sono mai le stesse, non lo sono le nostre, non lo sono quelle degli altri. Ci si incontra e si fanno percorsi insieme, si gioca insieme ma capita di vedere un bambino che abbiamo voglia di conoscere, perchè ci piace il suo gioco, chissà.
E non ci sono colpe e neppure responsabilità, accade e la giostra prevede che l'altra corsa c'è se ci sali ma anche se fai una pausa sull'erba.

Qualcuno da lontano mi manda sms finale, lo so che l'ho agitata e la prima risposta era difensiva, potevo immaginare. La chiusa è però di disponibilità, che le persone che ci sono, ci sono e basta, che in trent'anni si sa chi e chi no.

Il coro ieri sera era commovente, potente, bello.
La solista mi ha sorriso da dietro il microfono, bella, vederla ogni quattro/cinque anni mi fa piacere.

E, comunque, ci penso alle cose che mi dicono. Che qualcosa certo posso aggiustare sempre, no?

martedì 28 giugno 2011

Lentezze e tempistica della giustizia

della serie: ma che cavolo!
Urgente, convocata per dirmi che fra sette giorni in miei testimoni si devono presentare in udienza.
Cavolo! Due anni esatti di silenzio assoluto. E oggi mi si dice che sono in ballo soldi sufficienti a quella cosa che sarebbe così bello potessi fare.
E che i testimoni sono fondamentali che fra i due litiganti potrei spuntarla se oppongo bene i miei argomenti ai loro.
I loro mi accusano in modo pretestuoso e ridicolo. Dicono che la visibilità era alta (anche troppo dico io, sole accecante delle ore 13 di luglio), che, visto che abito vicino sicuramente avevo già fatto amicizia con la buca della strada (perchè avere familiarità con la strada dove ti schianti sarebbe un'aggravante?), che, essendo la strada bella liscia e pulita una solitaria buca sicuramente si vedeva bene (al contario, in un cesso di via piena di buche magari sarei scesa e andata a spinta).
Di fatto la buca c'era, tant'è che appena arrivata mia denuncia sono corsi a chiuderla, nero su bianco scrive il Comune.

Un testimone è morto. Sai com'è, le lungaggini della giustizia, la rapidità di una malattia devastante. Ora l'altro testimone non può, non ora, non si può muovere che ha fatto intervento da assoluto riposo per almeno venti giorni.
Inventeremo qualcosa. Peccato che siano i miei primi giorni programmati di svago dopo due anni!
Ce la faremo, sì.

giovedì 23 giugno 2011

Ci sono angoli dove...

puoi andare.
in una serata qualsiasi di afa e struggimento indiscriminato. Che discriminare è fatica inutile e noiosa. Saluti e abbracci con qualche lacrima, riti affettuosi e biglietti che si devono leggere dopo, regali importanti che ci rimango così, stupita, commossa. E contrattiamo che questo no, non voglio te ne privi, partenza e telefonata di aggiornamento, che se non vuoi partire capita di sbagliare direzione in autostrada...
Faccio anche "quella" telefonata. Umana ma fredda, che lo so, lo sapevo che quell'uomo ti ha fatto arrabbiare. Io non so niente, so che è morto. Di più non riesco ad immaginare. Lei non accenna. Capisco, non approvo ma ascolto. Farò quel poco ancora che potrò ma penso che fra un attimo avrò finito di occuparmene. Basta.

E, allora, ci sta, ci sta assolutamente, precisamente, propriamente. Una pausa da tutto e tutti.
Vado lì. Che in quell'angolo nessuno chiede e nessuno ipotizza nulla sulla vita altrui. Qualcuno parla della mostra, si beve un goccetto di vino. E mi rilasso, che siamo e galleggiamo e va bene così.
Arriva Toulose Lautrec con Camilla. Che la Camilla è un cane poco simpatico, l'essere Bassotto non aiuta, il carattere noioso neppure. Toulouse invece è consapevole sia della cagnitudine che della socialità artistica, mangiamo insieme biscotti al kamut, io vino e discorsi artistici, lui scodinzola e starnutisce.
L'artista ha già deciso cosa sarà il mio regalo, ritratto marziano attende.
Va bene, serata afosa, l'avvocato inforca la bicicletta e penso, dico, che mi manca una serata di scemenze con citazione latina. Il "gallerista" accompagna la fotografa ad acquistare abiti per le modelle. Quali? Non importa, a nessuno.
Buona notte. Cena, aperitivo, non si sa domenica sera.
Il resto è solo tempo e spazio.

Pietro, con occhiali gialli, mi abbraccia entusiasta. Simpatico. Chissà cosa avrò detto quel paio di mesi fa perchè sia così caloroso!?!
Liberamente
Libera mente
Mente libera

Dormire sarebbe carino. Tantè

Panta rei

Tutto scorre, tutto si trasforma...

Un'epoca oggi si chiude, si è chiusa. E' partita. Per sempre?
Mesi aspettando che arrivasse, è arrivato quel momento.
La mia coinquilina part-time è salita sulla macchinina rossa che mi ha permesso di fare tante cose importanti ed è andata, non tornerà, forse.
E un piccolo nodo in gola c'è. Che quella macchinina mi ha aiutato così tanto, che questi due anni sono stati duri ma senza il suo aiuto gli ultimi mesi del mio malato sarebbero stati tremendi. E mi ha aiutato lei, la donna con la valigia pesante che però è stata la mia spalla su cui piangere e lo sguardo dolce che mi sosteneva quando tornavo a casa e la forza mi sfuggiva.
Abbiamo riso tanto in momenti terribili, ci siamo prese in giro sulle nostre debolezze, abbiamo preparato caffettini alle sei di mattina e abbiamo fatto le cose stupidine che fanno due compagne di appartamento. E cose difficili, le più difficili che ti tocca fare nella vita.

Buon viaggio.
A noi due, cara. Buona strada.

martedì 14 giugno 2011

GINO


Non resisto, lo schiaffo in prima pagina





(quando mi vengono dei dubbi bisogna che mi ricordi di lui)

CHE C'E'


notare: in barca a vela, in relax

Nuvoloso


Non so definire
Non voglio definire
Non credo serva definire
Non mi interessa serva
Il verbo servire, finire, sfinire, che barba
Dormire e non dormire
Galleggiare




Mi viene in mente Dante in questi giorni
Lui e le sue così precise definizioni dei peccati e delle pene
Le colpe, i vizi, le malattie del carattere
La fisiognomica
L'elettroshock e atre pratiche antiche e moderne
Accidia, mi divertiva come Dante trattava l'accidia e il qualunquismo

In piscina mentre il sole c'è nonostante le perfide sorelle continuino a dire le previsioni infauste che manco gli ottantenni parlano così del meteo.
Mi svago a rosolarmi al sole con la musichetta a coprire i decibel di troppo della MissUrlatriceDimagritissima che esibisce nuovo corpo. Mi leggo tranquilla il librone che mi piace anche se non mi appassiona. Ma, questo il dilemma amletico, nulla mi appassiona ultimamente. Poi mi si chiede di partecipare ad una decisione e mi unisco al tavolo delle birre al sole. Organizzazione fatta, contribuisco con la parte "saggia ed equa" che ancora non mi deficita...
Sai che c'è? Tutto 'sto piangere o auto esaltarsi, mica mi garba tanto. E poi c'è gente che giudica, giudica, giudica a destra e manca,
manco fosse un talent show del c. Ci cascano tanti, anche i migliori. Che non sia, il mio, un attacco di misantropia? O misogenia? O misologia? Da un lato mi sento sola, dall'altro non sono proprio in vena di tribù e discorsi da tribù, che la noia in solitaria ha un suo fascino mentre il nervosismo amplificato dal numero delle teste in gioco...mica mi piace tanto in questo periodo.
Sì, vabbè, ma ditelo!
Quando mi viene enunciata una lista di psicofarmaci, antidepressivi, ansiolitici...
mi infilo la cuffia e mi tuffo in acqua. Nuota, nuota che ti passa.

E mi ricordo che volevo provare quel take away greco, crepi l'avarizia, anche il vinello mi piglio. Il tramonto è bello, sarà questo miscuglio pioggia/sole che dura da dieci giorni che regala scorci di cielo striati e bellissimi.

...una settimana, un giorno, solamente un'ora

domenica 12 giugno 2011

Quella volta che...

ero in spiaggia seduta al tavolino con due tizi incontrati nel pomeriggio quando il cielo ha buttato giù due gocce di pioggia. Noi si beveva un bicchiere di bianco, sereni di essere i pochi ospiti di una spiaggia deserta. Ed è arrivato il mio "appuntamento", in ritardo ma con quel sorriso della complicità di una storia agli inizi, quello sguardo che, quando sei lì lì per invaghirti di qualcuno, ti si avvolge addosso con effetti devastanti.

...
quante illusioni accecanti capitano e poi scompaiono come un piccolo scherzo del dormiveglia. Ma sogno o son desta?
Quando sogno e quando son desta?
...
e quante parole sfuggono "come se" e invece non significano e finisce che si appoggiano come polvere
...
e quante volte sei lì e guardi quel qualcuno che forse sei tu ma non sei proprio sicura assomigli a te, poi ti fermi e scuoti la testa, butti via la polvere tua e altrui e rimani frastornata a chiederti quale sarà la nuova strada
...
e tutto intorno a te corre, dove andrà?

venerdì 10 giugno 2011

Festa grande dalla Maria

E la Maria incontra i tortellini in freezer mentre cerchiamo posto per il ghiaccio che preparo per il suo braccio (un mese di gesso, frattura doppia scomposta al polso). E' gonfio il polso e anche la mano. Argilla e olio di arnica che ha trovato una fisioterapista con i fiocchi che oggi sostengo a gran voce che due ottantaduenni così attraggono gente ottima come il miele...Ma sì, che dici? Ci facciamo i tortellini? Donna allegra ed intraprendente allestisce cena con una mano sola.
E che festa sia!!! La cena è da avvenimento importante, pelo patate e ridiamo quando mi geometrizza il taglio delle medesime che devo fare, il marito mi guarda sornione e mi versa un bel bicchiere di rosso. E sia! Anche la Maria oggi è da vino in allegria. Tutta rossa e ridanciana mi dice che è molto felice che siamo insieme stasera. E anche io, anche Walter. Adozione reciproca felice, decisamente un'ottima serata. Una delle migliori degli ultimi tempi.

E penso, rientrando verso casa attraversando le meravigliose colline nella luce dopo tramonto di una giornata pioggia.sì-pioggia.no, "se si può essere questo a ottantanni allora non è poi così male"!

domenica 5 giugno 2011

La proposta "indecente"

Buongiorno. Scusi se la disturbo, avrei da farle una proposta, è parecchio strana, mi perdoni e non mi prenda per matto.
Sorride, è un signore alto con gli occhiali, sulla quaratacinquina...
Ecco, vede, sto partendo e ho caricato la macchina con mille cose. Ho qualcosa che proprio non riesco a farci entrare, mi dispiace buttarla e ho pensato di regalarla a voi. Gli sorrido e gli dico "va bene". Sollevato mi ringrazia e mi dice che si tratta di una culla da campeggio.
Lo guardo allibita sbirciando il foglio che ho sulla scrivania, sarà uno scherzetto?
Insomma, esce e torna con questa bella borsa blu della Chicco con la culla semi nuova e perfetta. Gli chiedo se magari volesse solo lasciarmela in deposito e riprendersela poi. No, la prego, se la prende lei mi sentirei meglio, che voi la userete. Grazie. Passaggio di mano e mi ritrovo con la culla in mano mentre lui corre via allegro e sorridente verso la sua auto stracarica.

Guardo la collega dal vetro, viene a vedere.
La pratica che mi sono ritrovata al mio rientro dal giorno di riposo era piena di note per me "come facciamo? sul sito c'è scritto che abbiamo la culla e non l'abbiamo, questa prenotazione chiede la conferma".

Problema risolto in modo inatteso.
Quante probabilità esistono che uno sconosciuto entri e ti regali esattamente quello che ti serve? E nel momento esatto in cui ti serve. E non una cosa piccolina

sabato 28 maggio 2011

Apparizioni improvvise

Sapevo che doveva arrivare, in effetti mi è stato detto che avevamo un appuntamento con questo tizio. Poi, a volte mi accade al lavoro, che quando succede lo trovo divertente, quando me lo sono visto di fronte mi ero completamente dimenticata che sarebbe arrivato. Insomma, mi ritrovo con un bellissimo sorriso che mi dice "avevo appuntamento". Ci presentiamo. Mi presenta anche la persona che è con lui. Gli offro un caffè e parliamo un po', di fatto iniziamo a dirci le cose che dobbiamo fare. Arriva D e mi siedo al tavolino. E lo guardo, lo ascolto e, mi ritrovo affascinata, mi piace. Mi piace molto. E sento crescere questa cosa e per un attimo mi imbarazzo...Per fortuna mi tocca spostarmi per assistere un paio di persone.
Proprio bellone e simpatico. Occhi da Paul Newman pure lui ma meglio, molto meglio!
Cazzarola, rientriamo in carreggiata, che la moglie (il secondo sorriso) è piacevolissima pure lei.

Niente, magari sto solo tornando ad interessarmi al mondo, che sarebbe anche ora.

Intanto:
Il collega melomane annuncia che sono invitata al suo concerto di esordio
Piccoli rituali con i colleghi nuovi, mi piacciono
Le difficoltà con le doppie degli stranieri sono curiose: riffiutare
Ieri discussione con collega, finisce che lui, che mi ha affrontato contestando e accusando, mi abbraccia e mi promette baci e stampe quotidiane
Turisti sessantenni conoscono ospedale italiano, dopo sette giorni il neo dimesso arriva sorridente, si presenta e festeggiamo la fine della disavventura
Cerco e trovo infermiere che verrà domattina ore sette e trenta per iniezione al signore spagnolo. Simpaticissimo l'infermiere Antonio
Assistenza alla collega mi tocca: telefonata in Grecia con autista di bus, uno spasso
Nipotuzza al settimo cielo: patente in avvicinamento, abbracci per tutti
Conferenza: vichinga bionda parla con gli angeli, consigli ottimi, platea inquietante

Lituani, Inglesi, Francesi, Americani commentano le intemperanze del Berlusca che troviamo sul giornale, io devo tradurre: empatici si augurano che finisca questa storia che l'Italia non si merita. se lo dite voi...
Speriamo

lunedì 23 maggio 2011

Never ending burocratici incubi

Udienza oggi. Dopo mesi di corri a destra e a manca.
Funziona che chiedi alla tizia dello sportello informazioni e manco si alza ma ti dice "non vedo niente". Le infilo la mia convocazione sotto al naso e mi risponde, svogliata ai duemila, che devo leggere da qualche parte dove sta oggi il mio giudice. Leggo, aula 29, cerco e mi dico che per fortuna sono brava a trovare le stanze non segnalate in mille corridoi. Il giudice è una bella signora in jeans ed elegante maglietta basic. C'è un ordine ma la realtà è che gli avvocati sono tutti intorno alla scrivania e lei ascolta chi avanza. Chiedo ad uno che numero abbia, che è alto e con piglio arrogante, la risposta è secca "non ci ho neppure guardato". Vabbè, le udienze sono pubbliche per legge, ma mi sembra un pochino esagerato che tutti parlino dei fatti di tutti davanti a tutti. La privacy?
Avanzo anch'io, tipo delicato gioco della "sgomitata garbata", la vedo la numero due un po' arretrata, lo so che eravamo le uniche a sognare si seguisse l'ordine...
Il mio fascicolo è nelle mani del giudice, che l'abilità è farlo sfiorare le sue dita quando non rischi di farla arrabbiare, se lo afferra gli altri aspetteranno e ascolteranno i fattacci tuoi. Sfoglia, ascolta, capisce. E, tragedia, afferma perentoria che la controparte non c'è e non ha avuto la notifica. Come??? Una minuscola cosa lo dice in un minuscolo timbro. Sì, discuto, ma io che cavolo ci posso fare se è sparita nel nulla??? Scambio fra l'unico cittadino privato e il giudice che poi dice che devo aspettare che poi mi farà il verbale. Aspettiamo facendoci una cultura sui dibattiti di cinque minuti. Una serie di cavoli di altri pazzesca! Mi innervosisco vedendo questa cosa non finire mai, che le partite le chiude tutte con seconde udienze per il 14 di ottobre. Poi mi calmo sotto suggerimento della mia testimone (che nessuno ha pensato di interpellare, ovviamente). E, venti minuti dopo, riprendo la parola, spiego la situazione un po' brontolando un po' proponendo, questa volta le chiedo di fare sentenza per liberarmi dall'incubo (mostro ingiunzione di pignoramento). Gli avvocati ascoltano in silenzio e annuiscono partecipi (ora sono i miei affari in piazza). Decide, acchiappa il foglio e dice "in effetti è stupido lasciarla in questa condizione assurda, qualcosa mi invento". Scrive e poi mi predica di non fare mai più una cosa del genere e di non fidarmi della gente e di utilizzare gli avvocati...Ora è discussione sui massimi sistemi fra la formichina (io) e la giudice. Immagino sappia meglio di me che la sua funzione sarebbe evitare iter legali immensi. La ringrazio infinitamente. Non ho letto ma confido nella sentenza definitiva.
Che cosa devo fare ora? Risposta semplice: aspettare, ma dai!

Non si è risolto ancora niente, ma si risolverà, quando non è dato sapere.

Chiamiamo l'amico splendido, esperto di beghe fiscali, pranzo con lui in tenuta da pinguino. Decifra le quattro righe "ha messo la tizia in contumacia, sentenzia".
Però il procedimento di ingiunzione cattiva andrà intanto fermato.
Indovina come? Devo pagare e poi rimettere in piedi un'altra storia lunga per avere il rimborso. Bello. E meno male che ormai sono anni che TUTTI dicono che non spetta a me pagare e che si evince da ogni millimetro dei documenti che presento.

Con qualcuno però pare si sia sciolto il nodo: chi mi ha messo in questo casino ha finalmente capito qualcosa compreso lo stress di questi dieci anni.
Meglio tardi che mai!

venerdì 20 maggio 2011

Gelsomino profumato

Che non mi ricordavo tanto gelsomino nella mia città, il quartiere è pieno, nel silenzio del tramonto in bicicletta mi arriva il profumo forte e deciso, dolce.
Mi ricorda tanto l'infanzia greca. Me ne porto un mazzetto a casa, trasferisco la musica dalle orecchie alle casse, che bello rimanere concentrati sulla musica.

Day off sereno, ci voleva.
Mi sveglio tardino e me la prendo comoda, l'amica è sveglia da un po'. Le propongo il mio buongiorno assonnato sotto le lenzuola. "sono agitata", mi dice. Allora le dico l'unica cosa possibile: "salta nel lettone con me".
Si tuffa e il sorriso arriva immediatamente.
Colazione e discorsetti rilassati poi si va a fare la spesa. Alla cassa mi tocca impormi per pagare metà conto, tant'è.

La "Piva" pare essere il muso storto di chi ti propone appuntamenti per salutarsi e invece ti propina le sue lamentele brontolone. In che lingua sarebbe 'sta Piva? So che quando ho visto quell'espressione ho subito cambiato il mio programma...
L'amica è tua, io me la batto!

Maurizio Crozza for president!
"Non siamo mica quì a rompere le noci a Cip e Ciop"

giovedì 19 maggio 2011

Luna in quadratura

"Temo che tu sia così innamorato della tua ricerca senza fine da aver perso di vista il suo oggetto. Sembra che tu preferisca questo inquieto girare a vuoto, per quanto a volte possa essere doloroso. Significa che probabilmente non sei più in sintonia con i tuoi desideri originari. Torna alla loro fonte pura e palpitante, per favore"

Willy, caro, che mi dici certe cose...

Che solo ora mi viene il sospetto che sia il caldo a darmi alla testa, troppo umido e troppo improvvisamente. Ripenso alla Doc che mi diceva ogni tanto "e che cavolo"! Che, in effetti, non è certo colpa mia se alcuni hanno modalità poco attraenti. Uff.
Ma non comincerò certo oggi a dare responsabilità ad altri.
E' che a volte vorrei solo piccole proposte di passatempi allegri invece di...

E' che poi immagino che a parte il quid astrologico (pare che l'opposizione della luna domani andrà a quel paese) ci sia quel rimescolo ormonale che da qualche mese mi sorprende sempre. Intanto mi sono fatta un bicchiere di magnesio. Ora invece mi vado a prendere una birra (che il mio amico tiene parcheggiata nel frigo solo per me) e la butto in "vacca". O comunque...

Accetto che la luna storta 18.30-20.30 esiste
(appuntamenti futuri da verificare con posizione lunare)

Bici o moto? Moto, non mi va di sdraiarmi con bicicletta sotto le auto per raggiungere la cantina:-)

mercoledì 18 maggio 2011

ore 22.00 binario 2 piazzale est

Ognuno ha la famiglia che si merita...
Le tre belle donne vanno in pizzeria e intortano il cameriere (io c'ero ma annuivo con sorrisi fra l'apologia e il divertimento). Cena allegra con partecipazione dello staff del ristorante che poi ci salutano con baci affettuosi. Effetto mia sorella socievole. Poi si cammina per il dintorni stazione fino al binario est. Stazione di notte, ci piace, un po'.
Da lontano parte l'abbraccio della ragazza cerbiatto, occhi dolci come quando era bimba, il suo abbraccio ancora profuma come allora.
La nonna abbraccia lei e cerca "piccolo cane" che il meeting in stazione è stato organizzato per le presentazioni ufficiali fra nonna e piccolo quattrozampe.
C'è anche Tia, ha lui Hydra, con la Y si raccomanda la nonna, in braccio.
Ragazzotto di vent'anni con tanti piercing e un po' di tatuaggi in giro... la dolcezza che regna nella sua faccia onesta e serissima. Sorride e mi tende le braccia, bacetti con lo schiocco per la zia, con vamolà ironico, tò.
Piccolo cane metterebbe di buon umore chiunque, chissà se un giorno sarà un cane di cui la gente potrebbe aver paura. Occupiamo la panchina di marmo un po', poi saluti e baci. Animaletto e padrona e nonna della padrona salgono sul treno che sale sui monti. Noi si ritorna verso il ristorante, la nonna alza la gonnetta e sale sulla moto con il casco che la fa sembrare "sessantasettenne frichettona con gambe belle sotto vestitino frivolo", uno spasso. Le ore fuori casa sono tante, troppe.

Ma sarà sonno perfetto

martedì 17 maggio 2011

Che peccato la distanza

Chiacchierata con la Grecia, alla fine con telefono normale che Skype non ci ha sostenuto...la chiusura della telefonata ha lasciato una malinconia nel mio cuore. Perchè sarebbe stato stupendo e risolutivo (immagino, ovviamente) finire questa giornata con una bella cenetta in qualche taverna della metropoli dove, nelle belle serate, il profumo del mare arriva anche in mezzo allo smog cittadino.

LaMaria, la splendida ottantenne, si è rotta un braccio, accidentaccio, non c'è pace quaggiù! Mi ha segnalato una lettera pubblicata on-line su un giornale di motociclisti. Proprio una bella lettera con foto deliziose e commenti molto dolci.
E mi riguardo la faccia da schiaffi del MrC felice e sereno che ho conosciuto anch'io. La distanza fa male. Ma sapere che le cose belle e importanti ci sono state ricorda anche che ci sono e ci saranno sempre.

Così, struggimenti vari in una serata inutile, che l'ozio oggi è senza remore.

Ps: desisto dall'andare a recuperare l'auto: 'sti fetecchioni dei miei vicini hanno parcheggiato tutti come ubriachi, sarà che sono sconvolti dal risultato elettorale?
:-)

E meno male!

lunedì 16 maggio 2011

Confesso che non ho vissuto


Negli ultimi due anni? Non è esattamente così. Ma un po' sì. Un po' come se fossi stata parcheggiata e il motore si sia ingolfato. Devo rifare il tagliando e cominciare a circolare nuovamente. Penso a Mr C, mi manca e mi fa una tenerezza infinita sapere che non c'è più, una parte di me ancora non ci crede. Una parte di me è ancora così sconvolta e perplessa.

Biciterapia versione solitaria che così diversa è dal giretto in compagnia dell'altro giorno. L'amico non aveva colpa se aveva una bici scassata e i freni assenti e cento chili da portare in giro con indole pigra...
La mia versione è pedalata veloce, orario del tramonto oppure ora pranzo, quando la strada è sgombra e incontro altri solitari a piedi o in bici, niente bambini o famiglie che non "danno strada", musica nelle orecchie e pensieri accesi e sereni, sguardo su ogni angolo, luce, colore, fiore, volto, albero. La mia versione è una pausa ma anche una presenza in cui la mente e il corpo ritrovano energia e fanno un reset che si nutre dell'aria sulla faccia e del cielo e dei suoi colori.
Quando arrivo a casa che quasi è buio il mio cuore è sgombro, respiro meglio e farei tante cose, vedo tutto come possibilità e non come ostacolo.

E che cavolo, com'è che troppo spesso non mi ricordo e mi faccio prendere dalla pigrizia?

venerdì 6 maggio 2011

Giochiamo senza ritegno


LaMaria ed io in camera di Claudio, il sole che scalda la stanza, le gazze ladre che fanno il bagnetto in giardino. Dopo pranzo, caffè, sigaretta in giardino, racconti vari e divertenti. Dopo che abbiamo parlato anche delle cose tristi e importanti e ci siamo scambiate qualche emozione. Dopo che mi ha detto una storia vecchia e "scandalosa" del mitico Giuseppe e della sua amica Gianna...

Insomma, siamo andate a vedere negli armadi cosa c'era ma prima mi voleva mostrare alcune cose che le hanno portato, che qualcosa lo terrebbe per sé ma magari c'è qualcosa che mi piace. Ed ecco che si prova le giacche e ascolta i miei commenti e passeggia davanti allo specchio e ride e mi dice "provalo tu". Che qualcosa "rubo" al guardaroba di Mr che mi serve e mi piace.
Insomma ridiamo e scherziamo e prendiamo decisioni, ci rilassiamo e stiamo bene insieme. LaMaria e i suoi ottantun anni tutti energia, serenità e amore.
E simpatia infinita, un pomeriggio piacevole.

Dopo un po' di ordine in due/tre carte, che è bravissima a mandare avanti la famiglia ma la burocrazia a volte la mette a dura prova, ci facciamo le ultime battute scherzose e mi abbraccia forte, forte mentre il Walter sorride e non vorrebbe andassi via. Gente allegra il ciel l'aiuta.

Ecco, Plain hai ragione, brave persone non significa niente, anzi, è sospetto...
Belle persone rende bene la differenza fra chi ti piace e chi meno.

giovedì 5 maggio 2011

Precarietà? Possibilità?

Si naviga a vista. Che un po' di ansia si insinua...
Ma oggi mi godo il momento ipotetico, il cambiamento di panorama, il gioco della vita che ti porta nel posto che sarebbe giusto, che potrebbe esserlo. E con la gente che magari vorresti avere come compagno di viaggio, più o meno.
Magari, forse, che cavolo ci posso fare? Fare finta che.
Chi non risica non rosica.
Ma che strampalata situazione mi è capitata!

Oggi mi sento così, scaccio la preoccupazione e mi guardo vivere e sognare. E non è che mi senta male. Non so se durerà. Troppe cose non dipendono da me. E allora pace per qualche giorno, mese...Forse sono solo felice di essere uscita da una scatola che non mi piaceva. Intanto.

vabbè, se sono rose fioriranno
vabbè, se il disastro è in manovra di avvicinamento, dovrò inventare altro.

Ma c'è qualcuno che crede alla morte di Bin Laden? E a tutta 'sta manovra mediatica al limite della barzelletta?

lunedì 2 maggio 2011

Pani e tulipani

Il film dove vorrei tuffarmi e non tornare più.
La favola della rinascita nella semplicità di una vita di colori e suoni e profumi. Nessuno schema da seguire, solo quello del cuore.

"aggi sbagliato pure 'sta volta"! E' la mia frase preferita quando mi sento abbastanza bene da vedere con sospetto e ironia le mie ansie da prestazione. Vorrei poter riprendermi quello spirito e quella leggerezza...

Leggendo "non li sopporto più i latifondisti beceri e la loro corte di ruffiani di campagna", sì, ho bisogno di altre cose e me le vado a cercare.

I tulipani sul tavolino, i tulipani che mi compravo per farmi una gentilezza quando nè sentivo il bisogno, i tulipani che ho preso a Claudio, il mio ultimo regalo per lui. I tulipani che sono colore e simbolo dell'allegria della primavera.

Ballare con un fiore nei capelli in riva al mare...
Via, lontano dalle pozze di infelicità e dalle lotte per la supremazia, via dalla rabbia e dalla competizione sterile. Un vestito a fiori, un piccolo angolo di pace.

Oggi, primo giorno nel new job, semplice serenità, per la prima volta dopo tre anni esco e non mi sento una bestia da soma esausta.
La pace sia con noi e con il nostro spirito

martedì 26 aprile 2011

E improvvisamente

mentre non stai pensando a niente, mentre fai una curva o rallenti al semaforo...
ecco, ti prende un piccolo fremito del cuore, vedi un normalissimo angolo della città e pensi a lui. E il respiro si ferma per un istante, quell'istante in cui pensi a lui prima di sapere per l'ennesima volta che non c'è più, che lo sai benissimo che è morto e non potrai vederlo e parlargli più. Ma, improvvisamente vorresti avere sognato, vorresti svegliarti e sapere che la realtà è un'altra. Poi la curva finisce, la frenata arriva alla riga e tu sei quella che guarda una foto, solo una foto nella cornice e, incredula, continua a cercare un senso, nonostante tutto. Mi manchi, lo sai?

E intanto il cambiamento procede, avanza. Domani ultimo giorno, armadietto svuotato. I futuri colleghi si preparano al mio arrivo e qualcuno invece oggi ha fatto lacrimuccia di commozione.

mercoledì 13 aprile 2011

Sotto esame: autostima conflittuale

Nervosismo degli ultimi dieci giorni si stempera. L'attesa mi destabilizzava. Fatto, forzando le mie giornate, che sono così intollerante a dipendere dalle decisioni altrui...I ragazzi sono stati molto generosi e la Maria ora è tranquilla così anch'io mi sento più libera.

La camicia viola. Ridiamo di Mr C che girava con la flebo per la strada per comprare questa buffa camicetta per me. Che la Maria, imbarazzata aveva detto "non so per chi fosse questo regalo". Dopo il caffè e le cose serie, scherziamo un po' con i bikers.
Il vincitore del suo bel giubbotto sarà Jean, lo abbiamo provato tutti con risultati ridicoli che su di me è enorme e sui giganti arriva a metà pancia. Operazione moto dovrebbe andare in porto oggi. La messa domenica con la benedizione dell'ulivo. Chissà se il parrocco potrà avere le sue moto...

Arrivo in centro, sono 14 ore che sono fuori casa, la stanchezza c'è ma la tensione è scivolata via. LaCla mi stava aspettando e se ne va appena arrivo, bello vederla ed è subito scomparsa...

Dentro? Fuori? Freddo e vento. Ci spostiamo? Sì.
Ed a quel tavolino i bicchieri di vino diventano tanti, ad ogni passaggio la ragazza porta via qualcosa e viene scrutata con sospetto. Così decide di continuare tutta sera a portarci cosette da mangiare, alla faccia della dieta.

Plain parla tanto, racconta, enuncia, dichiara, ride.
E tira fuori quella preoccupazione che conosco sulle mie parole, alcune parole.
E chiede alla Sandra. E mi sento accerchiata, sotto esame. Mica me lo ricordo bene di avere detto che "mi adorano". E loro si confrontano parlando di me. E io ascolto senza riuscire/potere dire molto. Sono scatenate, ognuna a modo suo.

Lei ha autostima alta. Dici? No, forse oscilla fra autostima troppo alta e momenti di sfiducia, è in perenne conflitto. Quelle frasi le dice. Sì, le ha sempre dette? Allora non è preoccupante. Un po' lo è. E poi mi guarda e mi chiede "ma ti stai facendo curare?" E io rispondo che no ma vorrei. E non so da chi.

Sarà che sono così stanca di stress e imbuti stretti...vagabondare, saltellare fra le parole e le opinioni, inserire varianti, quello di cui ho bisogno.
Mica mi offendo, me la rido. Leggerezza ci piglia e ci divertiamo così tanto.
Questi sono gli aperitivi riusciti bene, vero?

Ai saluti ilarità sovrana, ovviamente lei dice "non vi bacio" e, appena gira l'angolo, noi ci abbracciamo dicendoci ogni possibile smanceria estrema.