mercoledì 19 ottobre 2011

Ayran: il mio yogurt salato

Buonissimo, che ho chiesto alla signora turca se assomigliasse alla bevanda che bevono in Iran...mi ha guardato con dolcezza e ha scosso la testa per dirmi che proprio non ha idea di che facciano in Iran. Giusto, perché dovrebbe?

L'arietta è dolce stasera, mi sento bene dopo qualche giorno di pseudo influenza.
Avevo un mezzo appuntamento e mi sono avvicinata al centro, la telefonata è stata veloce, non ho discusso l'improvviso rimandare a domani qualcosa che avevamo detto un'ora prima sarebbe stato oggi. Tanto, mese più, giorno meno...
Un po' di malinconia, avrei voglia di altre cose, di maggiore "scioltezza" nell'organizzare gli incontri con gli amici. Ho fatto un giretto piacevolissimo godendomi la serata calda e la luce simpatica che non faceva capire che siamo alla fine di ottobre. Nella zona universitaria i baretti erano gremiti di giovani seduti ai tavolini, ogni tanto anche un paio di anziani che parlottano e sorridono con un bicchiere di vino. Nostalgia di altri tempi, forse solo di un'altra età. Ma non è più di un dolce, piccolo, rimpianto momentaneo.

Mentre compro la cenetta a base di zuppa di pollo e mussakà con pilaf dalla cuoca turca, mi sento serena e allegra, felice. E me ne torno a casa con i miei piccoli sacchetti facendo piccoli progetti che realizzerò, lo so.

Il controllo è andato bene, l'intervento pare sia andato meravigliosamente, prossimo controllo il quattro aprile duemiladodici (che strana data), assegno staccato e non mi sento per nulla "alleggerita" o preoccupata.

F. mi chiama e sistemiamo una traduzione, che un messaggio non era stato ben capito, che spesso mi credo che tutti capiscano le cose che scrivo seppur in inglese o francese (i colleghi poliglotti fanno questo scherzo). Mi manca, ci manchiamo, questa settimana solo telefonate veloci fino al fine settimana.

Io corro, lui corre, corriamo e sogniamo qualcosa che poi ci diciamo magari "bisognerebbe aspettare". Facciamo i saggi, alternati...si vedrà.

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