lunedì 10 ottobre 2011

Il signore delle bici

è bello sapere che sia sempre lì, sempre con quel suo non-sorriso che è però accoglienza modulata, che gli occhi lo dicono che ti sta sorridendo.
Povera bici, mi guardava con aria sconsolata, chissà chi l'ha aggredita in quel buio sottoscala...La pulisco un pochino e la porto a spasso, gomme a terra, sella stracciata (topi o umidità di un'estate afosa?). Il cagnetto ci abbaia poi scodinzola. La pompa è un'altra, mi domando se la vecchia sia stata rubata.
E le gomme si riprendono ma manca una vite. La signora me ne regala quattro o cinque (che non si sa mai, se nè ho persa una in trent'anni magari potrebbe accadere ancora). Chiedo un coprisella. I tecnici guardano la signora sconsolati: "che sella"? Lei risponde che è lunga. "da corsa"? La signora si dispera "non è una bici da corsa". Allora il signore delle bici si volta e mi guarda, parte verso un cassetto e torna con l'oggetto giusto, perfetto. Lui lo sa già, lui associa volti a biciclette e non sbaglia mai. E mi sorride sornione mentre gli dico che mi hanno regalato una pompa ma che non va bene. Che lui immagina che mi piace passare e chiedere la pompa in prestito. Ma mi allunga il raccordo e la fascetta dicendo "per la tua bici ci vuole questo, mica è una macchina".

Parto, pedalo veloce e mi sento bene, il solito benessere sulla solita ciclabile, con i soliti pensieri positivi che produce il pedalare ascoltando Edith Piaf a tutto volume. Sole ma arietta frizzante, l'estate capricciosa lascerà spazio alle altre stagioni, suo malgrado.

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