martedì 5 febbraio 2013

Un passo indietro, due passi avanti

Rimango in casa da sola, rinuncio alla cena con la mia nuova famiglia.
I ragazzi non me ne vorranno...mi sembra buono e giusto che abbiano serate soli con il loro papà.

Devo cercare dei documenti che non vedo da dieci anni, devo rispondere ad un ufficio che mi chiede dei soldi che quasi non mi ricordavo neppure. Ai tempi avevo tentato di sanare la cosa ma la risposta era stata definitiva "deve solo aspettare che la contattino loro".
Grazie mille!

Non ho ancora trovato ma ho aperto tanti cassetti...e ho trovato tante cose, tante cose che hanno bisogno di essere sistemate, catalogate, gestite, curate.
Tanta carta, tante tracce di anni di lavoro e cose scritte, messaggi di persone amiche che non vedo quasi più, segni di avventure e problemini e problemoni.

Ho fatto una pausa e ho preparato una bozza per il nuovo curriculum.
Sono veramente stanca di starmene ad aspettare che la spada di Damocle mi si sfracelli in testa...

Non so cosa e come farò.
Non riesco più a gestire questo senso di passività, forse ho semplicemente capito che le cose vanno accettate ma non per forza subite.
Odio subire, faccio anche fatica ad aspettare anche se mi dico che devo imparare ad avere pazienza, a non farmi prendere dall'ansia. Subire passivamente proprio non mi si addice.

E allora faccio un passo indietro, qualche passetto indietro per prendere la rincorsa ed andare avanti.

Il mio vecchio pc risponde bene (non è poi così geloso dell'ipad) e la serata solitaria mi mancava.
Non so ancora cosa farò, non so bene come mi posso muovere, cosa sia meglio fare.
Ma oggi ho capito che devo lasciare scivolare via questa parentesi e prepararmi per un nuovo lavoro, una nuova vita, una nuova possibilità.

E' stressante ma s'ha da fà!