lunedì 7 novembre 2011

Tempistica originale

In ottobre scrivo e mai mi risposero. Chiamo e mi dicono che, chissà, la mail mica la vedono, ma sono in tanti (e quindi?). Data pubblicata di inizio corso il 9 novembre. Stavo andando là, propongo e, di persona, mi iscrivo e scopro che solo un'altra persona ha avuto la costanza di tentare l'iscrizione, era con me, i casi della vita...

Silenzio. Silenzio.
Mi ero scordata. Che altro fare?

Ore 17 oggi arriva la telefonata, domani inizia il corso. Davvero? Va bene, andiamo.

E fino a stasera cosa sarà accaduto? Saremo noi due o che?
Le premesse annunciano una meraviglia.
Vamolà.

Il ciliegio giapponese

Sakura, che fregatura.
Dal centro commerciale direttamente, piove, spesa in auto. Perchè, chiedo, non si potrebbe andare al ristorante senza appoggiare la spesa a casa? Ride, il mio uomo serioso, ammette che gli piace anche sovvertire l'ordine quando capisce che è meglio farlo...
Cominciamo bene, benissimo, siamo felici e ridanciani. Vino spagnolo che pare sia perfetto per il sushi??? Nostro. Alghette verdi fosforescenti, buone. Sushimi di qualità e wasabi che disinfetta tutto, ottimo.
Dopo un pochino siamo brilli e aspettiamo. Dopo altra attesa siamo due fra i cento infuriati di un locale stracolmo dove non si capisce dove siano finiti i camerieri che all'inizio parevano così carini e disponibili. Il vicino di tavolo urla e strepita e avrà ruolo decisivo nel fare saltare i nervi a tutti.
Torniamo a casa come di ritorno da una battaglia all'ultimo respiro, distrutti (e alleggeriti di notevole quantità di denaro, cazzarola).
Un paio d'ore serviranno per il reset dell'umore ma poi ridiamo come matti e il fine settimana sarà ozio e risate. Alla faccia di Sakura, la gran fregatura.

Padova ex sconosciuta

Last minute l'idea, mia. Tutti hanno detto "procedi". In dieci minuti il mio sms definitivo: "fatto". Che sulla capella degli Scrovegni non si scherza, "il must". Partenza e tutto il resto senza fretta, senza esitazioni, senza dubbi, senza noia, senza stress. La mostra era bella, (noi, le carogne, confessiamo che avevamo dubitato per poi ricrederci,lei non ringrazia, giustamente, ci guarda di traverso e tace). La città ci stupisce e ci piace.Anche quando, stanchi e disorientati, optiamo per tramezzini super economici e buonissimi nel baretto squalliduccio. Anche quando camminiamo e non arriviamo mai, anche quando raggiungiamo il prato della Valle e ci stupiamo che esista qualcosa di così enorme senza che lo sapessimo, anche quando non capiamo dove sia Sant'Antonio e, improvvisamente, eccola lì. dietro l'ennesimo angolo. Cammina, cammina, torniamo alla nostra meta prenotata, guai fare tardi, si sono tanto raccomandati!

Ed ecco, siamo davanti ad un vetro, una specie di astronave ad aspettare l'apertura temporizzata. Dentro altri prima di noi. Suona una specie di sirena, fuori loro, dalla porta dietro, dentro noi, da questa vetrata strana.
Ci chiudono fra i due vetri a de-contaminarci, de-umidificarci, de-pressurizzarci...Che bene, bene mica abbiamo capito.
E poi, con la successiva sirena, entriamo a vedere 'sta meraviglia, che meraviglia è, certamente, profondamente, solennemente. F ed io siamo commossi, Giotto per noi è sempre stato speciale.

Polenta fumante con funghi e scaglie di formaggio chiudono la serata. Che, ridicola situazione divertente, finisce che chiedo ad un americano che beve Amarone in piazza delle Erbe, è lui che ci darà consiglio per trattoria simpatica in zona. Invece che in padovano, le indicazioni sono in inglese...vabbè.
Unico cruccio, che qualcuno ha avuto fretta di un Campari nel posto più orribile della storia, l'aperitivo mancato nella piazza con i pescetti fritti venduti dal carretto parcheggiato lì, così per caso.

A zonzo per biblioteche e strade Brutte

Trekking urbano con F e figli di F: tutti contenti e rilassati, noi. Il babbo un pochino in ansia per l'evento, che un po' era qualcosa che metteva un segno... Che un po' è stato il giorno che sanciva che il babbo c'è ma che ci sono anche io, che le cose sono un pochino diverse da come erano.
Carino tutto, F ogni tanto camminava e ci guardava da lontano, noi facevamo i cretini con passione, i ragazzi sono piacevoli, sguardi limpidi, sorrisi belli.
E via a correre per tre km seguendo un pazzo con il microfono che diceva stupidaggini carine mentre la gente usciva alla finestra per cercare di capire chi fosse quella folla sgambettante che rideva e bloccava gli incroci.
La più bella quella dei "gerontoZanari" che risiederebbero tutti in zona XXI o XXII Aprile. E c'erano! C'erano veramente con i loro jeans gialli o rosso/rosa.
Il finale con la Comastri Montanari che sembrava uscita da un fumetto...
La cenetta in pizzeria con i piatti da scaricatori di porto...
Attraversare la città con i piedi bollenti dalle quattro ore di camminata cittadina scherzando con i ragazzi mentre sbircio F che tace per non dire quanto fosse felice della giornata...
Il suo ragazzo che mi dice con serenità massima che è stato molto felice di avermi visto, che sono belle cose quando un adolescente parla e parla come lui...
F che mi riaccompagna a casa con gli occhi lucidi e dice senza vergogna quelle parole che solo lui riesce a dire senza farle sembrare più o meno di quello che sono...
Che quando la fragilità e la forza trovano il loro equilibrio...