lunedì 7 novembre 2011

Padova ex sconosciuta

Last minute l'idea, mia. Tutti hanno detto "procedi". In dieci minuti il mio sms definitivo: "fatto". Che sulla capella degli Scrovegni non si scherza, "il must". Partenza e tutto il resto senza fretta, senza esitazioni, senza dubbi, senza noia, senza stress. La mostra era bella, (noi, le carogne, confessiamo che avevamo dubitato per poi ricrederci,lei non ringrazia, giustamente, ci guarda di traverso e tace). La città ci stupisce e ci piace.Anche quando, stanchi e disorientati, optiamo per tramezzini super economici e buonissimi nel baretto squalliduccio. Anche quando camminiamo e non arriviamo mai, anche quando raggiungiamo il prato della Valle e ci stupiamo che esista qualcosa di così enorme senza che lo sapessimo, anche quando non capiamo dove sia Sant'Antonio e, improvvisamente, eccola lì. dietro l'ennesimo angolo. Cammina, cammina, torniamo alla nostra meta prenotata, guai fare tardi, si sono tanto raccomandati!

Ed ecco, siamo davanti ad un vetro, una specie di astronave ad aspettare l'apertura temporizzata. Dentro altri prima di noi. Suona una specie di sirena, fuori loro, dalla porta dietro, dentro noi, da questa vetrata strana.
Ci chiudono fra i due vetri a de-contaminarci, de-umidificarci, de-pressurizzarci...Che bene, bene mica abbiamo capito.
E poi, con la successiva sirena, entriamo a vedere 'sta meraviglia, che meraviglia è, certamente, profondamente, solennemente. F ed io siamo commossi, Giotto per noi è sempre stato speciale.

Polenta fumante con funghi e scaglie di formaggio chiudono la serata. Che, ridicola situazione divertente, finisce che chiedo ad un americano che beve Amarone in piazza delle Erbe, è lui che ci darà consiglio per trattoria simpatica in zona. Invece che in padovano, le indicazioni sono in inglese...vabbè.
Unico cruccio, che qualcuno ha avuto fretta di un Campari nel posto più orribile della storia, l'aperitivo mancato nella piazza con i pescetti fritti venduti dal carretto parcheggiato lì, così per caso.

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