martedì 27 dicembre 2011

Natale con i tuoi

e i suoi, i loro, etc etc

Le feste comandate, che fatica, che noia, che pesantezza, che poca scioltezza.

Le solite dichiarazioni prima e durante: non ho tempo di vedere nessuno, non facciamo regali a nessuno, non ci siamo per nessuno (fornitori e assistenze varie).
Al banco del pesce non ti puliscono il pesce, che quando proprio avresti bisogno del servizio, sparisce e via.
Nei negozi, al momento del conto si scopre che non hanno la carta da regalo, finita, certo, quando cavolo servirà la carta da regali se non a Natale?

E capita di andare ad una cena della vigilia e qualcuno (che non è un qualcuno qualsiasi) si distingue per comportamento proprio natalizio: non saluta, non sorride, non ringrazia, non. E mi chiedo come farò a fare finta di nulla senza diventare maleducata.

Pranzo al ristorante che si finge stra-lussuoso: rumore che manco alla mensa dell'Acoser quando ci andavamo tutti, ma proprio tutti; cibo pretenzioso ma nulla di sfizioso, chiedo Merlot e mi propone Novello, avrò Pinot Nero; personale di servizio si mostra ogni quindici minuti, tutte rigorosamente insieme,dieci odiosette con papillion d'ordinanza, ognuna darà una botta/gomitata/ginocchiata ad ognuno di noi e sparirà dopo aver decisamente rotto le balle a tutti. Meno male che i miei commensali l'hanno buttata sull'ironia e sull'allegria omertosa. Gente allegra Babbo Natale l'aiuta.

Pranzo del 26, niente gomme termiche, no party (non si viaggia, nisba, troppo ghiaccio). La storia è di quelle perfette della crisi: il comune montano dichiara che non ha più soldi per buttare il sale quindi a Natale fatevi dare un passaggio da Babbo Natale, ciccia. Le gomme termiche e un autista saltano fuori, party! Si parla greco e spagnolo, ogni tanto due parole in lingua canina, qualcuno brontola in calabrese e il gioco è fatto!

Quando arriva la Befana che tutte le feste spazza via?

lunedì 19 dicembre 2011

Io che faccio dichiarazioni

...e che chiedo chiaramente. E così accade che il fine settimana diventa quel qualcosa di strano che non so neppure io.
E respiro e cerco le parole e le dico lentamente, voglio che siano chiare e poche. La tensione c'è ma le intenzioni sono analoghe. Non ci sono sconti alla sincerità, siamo concentrati. Alla fine decido, decidiamo e sarà questo fine settimana, fatto così, che non lo sappiamo come esattamente.
E finisce che saremo sdraiati su un divano aperto in mezzo ad una cucina e, surreale situazione, giocheremo a Risiko. Lei, la ragazzina, gioca a Risiko con noi e noi giochiamo a stare in quella situazione e ridiamo, ridiamo di tante cose, anche di noi che magari ci riusciamo a progettare e realizzare tutto. Intanto quel volo, poi si vedrà.

Fuori programma: stamattina ci tocca fare un "saltino" ad Urbino, giusto il tempo per un pranzetto, riprenderci la carta di credito dimenticata mercoledì, passeggiatina fra bancarelle e straduzze dell'antico borgo. Rientro con tutte le intemperanze meteorologiche possibili: stelle, nubi, vento, grandine, pioggia, neve, di nuovo cielo stellato. Inverno, temperatura sottozero.

lunedì 12 dicembre 2011

Visuale media

Sulla poltrona nera, il simpatico dottore mi appoggia una mano sulla spalla e pronuncia il responso. E mi propone tre strade: non facciamo niente, facciamo un paio di occhiali, né facciamo due.
Sono un pochino miope, un pochino presbite. Pochino, giusto quel pochino che serve a farmi sentire a metà strada. Decidiamo che faremo quelli da lontano perchè mi infastidisce quello sfuocato in lontananza, aspetteremo il corso degli eventi per lo sguardo alle cose vicine, del resto leggo ancora benissimo.
Ho sempre visto benissimo, si apre una nuova fase.
E' gentile e sorridente questo medico, me lo ricordavo così. Capisce bene la situazione, mi racconta e solidarizza senza sminuire la faccenda.
Mi consiglia le lenti fotocromatiche per guidare e mi spiega come lavorare al computer, la distanza da tenere, tutto deve starmi ad un metro, distanza braccio.

Perché, in realtà, dice, alla distanza media la sua vista è perfetta.
Non sarà che questa storia sia un sintomo, una metafora?
Smussiamo gli angoli?
Ecco, il mio sguardo deve essere indirizzato meglio.
Non troppo vicino, non troppo lontano.

venerdì 9 dicembre 2011

Uno e mezzo

Ho appena prenotato cena e concerto. Chi mi risponde non è l'addetto ma uno a cui è stato detto "prendi il telefono". Così mi ha detto. In verità quell'uomo decido al volo che mi piace molto, magari fossero così gli ufficiali...
Mi ritrovo a chiedergli una gentilezza: che il tavolo non sia un tavolino troppo piccolo perché uno dei due è una persona grande. Lo faccio ridere, anche a me sfugge una risata. L'ho proprio detta come è, senza indecisioni o sfumature timide.

E ripenso alla mia collega oggi. Che abbiamo organizzato una cena natalizia al lavoro e il capo ha deciso che offre la cena per ringraziare tutti della pazienza e dell'impegno (che sono stati mesi duri e ancora la fine del tunnel non si vede benissimo). Lui, il capo che è il fidanzato del capo, che poi il capo rimarrà sempre lei e tutti lo sappiamo, desidera che ci siano anche i mariti, fidanzati, compagni.
Insomma sarà una cena con i famosi +1.
Lia mette la sua firma ma scherza "noi siamo uno e mezzo".
Il mezzo è il suo compagno, ovvio, che lei è una forza della natura, una roccia inossidabile, la certezza del lavoro e di tutti noi. Ridiamo mentre lei si pente e diventa tutta rossa, dolce carro armato dagli occhi scintillanti.
Io faccio la mia battutaccia che sistema tutto: nel mio caso il "mezzo" sono io, per ovvie dimensioni fisiche. Nella botte piccola il vino buono? Diciamo che il trucco sta sempre nel come si affina il vino, che la media in certe cose rende le cose più simpatiche...

martedì 6 dicembre 2011

Così abbiamo scoperto che dormire serve

Ieri sera la decisione epocale: le ore di sonno non sono (non più?) opzionali per la mia serenità psicofisica. E, usando il corso in piscina del mio Fusto, dopo aver passeggiato un po' per la città nel pomeriggio, dopo l'esplorazione di libreria nuova (e acquisto di libri usati) e piccolo supermercato in centro (spuntano come funghi ovunque), ho gestito la serata tutta con l'obiettivo di essere sotto il piumone alle 22.00. Sveglia perfetta con umore perfetto, mattinata liscia seppur intensa che lavorare con arretrato di sonno mi aveva scombussolato assai.
Fidanzato che capisce senza che gli dica nulla e mi scrive messaggino proprio commovente, che lui riesce a sintetizzare cose meravigliose in un sms.

Che la notte "sola meglio che ben accompagnata" ha un suo perché...
Abbracciamoci forte e non lasciamoci più (a parte quando serve)

Stasera io leggo e tu suoni, ok?

venerdì 2 dicembre 2011

L'identikit

Ho comprato un ricambio per un rasoio elettrico, mi sono presentata al banco con cellulare alla mano e codice sul display. Le signore sono state meravigliose, ironiche e disponibili tanto da essere le mie nuove eroine e il posto una crocetta in più sulla mappa. Che continuo ad adorare questi posti a cui non penso mai, un luogo dove ti raccontano ogni dettaglio sulla rasatura.
E proprio non sapevo esistessero rasoi da 400 €.
Il "nostro" è prezzo medio.
La tizia mi ha fatto così ridere "crede che se le mostrassi il rasoio potrebbe riconoscerlo"? Al mio sguardo perplesso, ha risposto con un sorriso fantastico: "intendo, l'ha visto, vero"?
Visto l'ho visto, guardato no, assolutamente no.

Ma sì, abbiamo fatto tutto il necessario, il prezioso ricambio è nella mia borsa, pronto alla consegna.

Non ci sono incentivi per l'autorottamazione?

La ruota gira troppo in fretta o troppo lenta.
Il fatto è che vorrei sapere dove stiamo andando, non in senso cosmico, non in senso del piano quinquiennale x o y. Giusto un po' di linea retta ogni tanto, mica tutto 'sto "sbando io che sbandi tu".
Sarò noiosa ma avrei voglia di sentire frasi diverse, parole diverse.
Anch'io finisce che mi faccio contagiare dal senso di scoramento esibito a più non posso. E che caspita, possibile che non ci siano possibilità?
Utopie? Vanno benissimo pure quelle!

Intanto, io che mi rifiuto di parlare e guardare il mondo con la lente unica della rinuncia...Ho stanchezza che mi fa sentire come un piccolo catorcio da rottamare. Ecco, a parte le due lacrime e mezza che mi piacerebbe scendessero a farsi un giro fra la crema alla calendula, mi piacerebbe avviare la pratica al PRA per rottamare la mia personcina stanca, consegnerei diligentemente le targhe e pagherei l'obolo da pagare...
E potrei andarmene allegra e spensierata al concessionario a ritirare la mia nuova personalità, la mia nuova vita. La prenderei di un colore allegro e con i miei accessori di serie e qualcuno in più. Il pulsante "cancella memoria", quello "refrigerazione cervello bollente", la marcia "andamento veloce senza fermate inutili" e tutti gli altri gadget...

Botta e risposta stasera di diverso tenore.
Prima telefonata: negativo, non è andata.
Seconda telefonata: espresso in piena trasparenza e richiesto senza supponenza. E se c'è qualcuno che sa esattamente come mi verrebbe automatico fare diversamente quando l'umore si mescola alla stanchezza è proprio lui...
Risultato positivo, che poi riesce a dirmi quelle due parole che mi fanno sorridere anche se non sono al top, che se ha una dote il mio Fusto è quella di dimenticarsi le frasi banali quando è indispensabile farlo...

giovedì 1 dicembre 2011

Botta e risposta

Sarà che la serata è stata veramente speciale, sarà che a volte la ruota gira e arrivano regali preziosi, sarà che l'affinità esiste (elettiva o meno, a tempo indeterminato oppure a spot)...

Mentre cerco di gestire la frenetica mattina lavorativa, mentre ogni minuto è fatto di incalzanti sollecitazioni, mentre sento la stanchezza delle ore piccole (così piccole seppur piacevoli da farmi un po' girare la testa)...
Non resisto e mando un sms al mio uomo ben sapendo che sarà preso da mille cose in quel di Milano, che un'idea della giornata lavorativa che lo aspettava oggi lo sapevo. Volevo condividere un piccolissimo aneddoto surreale e simpatico.
E la risposta è arrivata immediata, il tono identico, anche lui aveva una cosetta divertente da dirmi. Di quelle che piacciono a me, a noi.
Io non ho avuto tempo di scrivere la frasettina di chiusa che avrei voluto e che ho solo pensato, l'ha scritta lui ed erano le stesse parole.

Che mi viene da canticchiare il cielo in una stanza...