venerdì 9 dicembre 2011

Uno e mezzo

Ho appena prenotato cena e concerto. Chi mi risponde non è l'addetto ma uno a cui è stato detto "prendi il telefono". Così mi ha detto. In verità quell'uomo decido al volo che mi piace molto, magari fossero così gli ufficiali...
Mi ritrovo a chiedergli una gentilezza: che il tavolo non sia un tavolino troppo piccolo perché uno dei due è una persona grande. Lo faccio ridere, anche a me sfugge una risata. L'ho proprio detta come è, senza indecisioni o sfumature timide.

E ripenso alla mia collega oggi. Che abbiamo organizzato una cena natalizia al lavoro e il capo ha deciso che offre la cena per ringraziare tutti della pazienza e dell'impegno (che sono stati mesi duri e ancora la fine del tunnel non si vede benissimo). Lui, il capo che è il fidanzato del capo, che poi il capo rimarrà sempre lei e tutti lo sappiamo, desidera che ci siano anche i mariti, fidanzati, compagni.
Insomma sarà una cena con i famosi +1.
Lia mette la sua firma ma scherza "noi siamo uno e mezzo".
Il mezzo è il suo compagno, ovvio, che lei è una forza della natura, una roccia inossidabile, la certezza del lavoro e di tutti noi. Ridiamo mentre lei si pente e diventa tutta rossa, dolce carro armato dagli occhi scintillanti.
Io faccio la mia battutaccia che sistema tutto: nel mio caso il "mezzo" sono io, per ovvie dimensioni fisiche. Nella botte piccola il vino buono? Diciamo che il trucco sta sempre nel come si affina il vino, che la media in certe cose rende le cose più simpatiche...

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