martedì 26 aprile 2011

E improvvisamente

mentre non stai pensando a niente, mentre fai una curva o rallenti al semaforo...
ecco, ti prende un piccolo fremito del cuore, vedi un normalissimo angolo della città e pensi a lui. E il respiro si ferma per un istante, quell'istante in cui pensi a lui prima di sapere per l'ennesima volta che non c'è più, che lo sai benissimo che è morto e non potrai vederlo e parlargli più. Ma, improvvisamente vorresti avere sognato, vorresti svegliarti e sapere che la realtà è un'altra. Poi la curva finisce, la frenata arriva alla riga e tu sei quella che guarda una foto, solo una foto nella cornice e, incredula, continua a cercare un senso, nonostante tutto. Mi manchi, lo sai?

E intanto il cambiamento procede, avanza. Domani ultimo giorno, armadietto svuotato. I futuri colleghi si preparano al mio arrivo e qualcuno invece oggi ha fatto lacrimuccia di commozione.

mercoledì 13 aprile 2011

Sotto esame: autostima conflittuale

Nervosismo degli ultimi dieci giorni si stempera. L'attesa mi destabilizzava. Fatto, forzando le mie giornate, che sono così intollerante a dipendere dalle decisioni altrui...I ragazzi sono stati molto generosi e la Maria ora è tranquilla così anch'io mi sento più libera.

La camicia viola. Ridiamo di Mr C che girava con la flebo per la strada per comprare questa buffa camicetta per me. Che la Maria, imbarazzata aveva detto "non so per chi fosse questo regalo". Dopo il caffè e le cose serie, scherziamo un po' con i bikers.
Il vincitore del suo bel giubbotto sarà Jean, lo abbiamo provato tutti con risultati ridicoli che su di me è enorme e sui giganti arriva a metà pancia. Operazione moto dovrebbe andare in porto oggi. La messa domenica con la benedizione dell'ulivo. Chissà se il parrocco potrà avere le sue moto...

Arrivo in centro, sono 14 ore che sono fuori casa, la stanchezza c'è ma la tensione è scivolata via. LaCla mi stava aspettando e se ne va appena arrivo, bello vederla ed è subito scomparsa...

Dentro? Fuori? Freddo e vento. Ci spostiamo? Sì.
Ed a quel tavolino i bicchieri di vino diventano tanti, ad ogni passaggio la ragazza porta via qualcosa e viene scrutata con sospetto. Così decide di continuare tutta sera a portarci cosette da mangiare, alla faccia della dieta.

Plain parla tanto, racconta, enuncia, dichiara, ride.
E tira fuori quella preoccupazione che conosco sulle mie parole, alcune parole.
E chiede alla Sandra. E mi sento accerchiata, sotto esame. Mica me lo ricordo bene di avere detto che "mi adorano". E loro si confrontano parlando di me. E io ascolto senza riuscire/potere dire molto. Sono scatenate, ognuna a modo suo.

Lei ha autostima alta. Dici? No, forse oscilla fra autostima troppo alta e momenti di sfiducia, è in perenne conflitto. Quelle frasi le dice. Sì, le ha sempre dette? Allora non è preoccupante. Un po' lo è. E poi mi guarda e mi chiede "ma ti stai facendo curare?" E io rispondo che no ma vorrei. E non so da chi.

Sarà che sono così stanca di stress e imbuti stretti...vagabondare, saltellare fra le parole e le opinioni, inserire varianti, quello di cui ho bisogno.
Mica mi offendo, me la rido. Leggerezza ci piglia e ci divertiamo così tanto.
Questi sono gli aperitivi riusciti bene, vero?

Ai saluti ilarità sovrana, ovviamente lei dice "non vi bacio" e, appena gira l'angolo, noi ci abbracciamo dicendoci ogni possibile smanceria estrema.

sabato 2 aprile 2011

Parole in libertà allegra

"Se vedrai comparire sintomi come bocca secca, sopracciglia contratte, mani sudate e pelle d’oca, potresti essere affetto da una malattia chiamata anatidaephobia, cioè paura di essere osservati da un’anatra. Quindi, per favore, dovresti cercare di evitare i luoghi dove si riuniscono le anatre".
@l'oroscopo che adoro

"non è gratis ma è prestigioso"
@plainsex propone un corso letterario

"grazie delle tue parole, sappi che per qualcuno sono una merda"
@vela imbarazzato per il mio ringraziamento e apprezzamento

"le valvole non fanno click clack come dovrebbero ma ci sono abituato al mio cuore che fibrilla"
@mio padre racconta la sua emergenza cardiaca

"ho detto VOCE amica"
@amico dei tempi del liceo sollecita mia telefonata

Altro giro, altra corsa

Il destino, si chiama così?
Ricorsi. Concidenze?
Accade per la terza volta: un punto nodale, un trauma, un cambiamento radicale che si viene ad accostare ad una svolta importante per la vita.
Come se i fili della matassa improvvisamente prendano una direzione...
Succede che il cambiamento arrivi nel momento in cui le circostanze hanno portato qualche sconvolgimento di altro genere.

Dopo quasi due anni di malattia, Mr C non c'è più.
E mi arriva la proposta di lavoro che non posso non accettare. E, incredula, non mi tiro indietro. Chissà se lui da lassù vede?

E siamo in tre, più cagnone dolcione, a colloquio. Che è un incontro di conoscenza con l'uomo grande che sarà datore di lavoro insieme alla donna che conosco da tanti anni e che adoro. Lui mi piace e lo sapevo. Ed è chiaro che saremo una squadra e che abbiamo voglia di fare bene, di lavorare insieme e di stare bene. Che la fatica ci sarà ma parliamo la stessa lingua.
Tant'è che stampo le dimissioni e trovo il momento per consegnarle e lo faccio con calma, con serenità. E poi mando il messaggio a lei.
Armiamo le vele e ci prepariamo alla partenza, vento in poppa.

Qualcuno mi manda una parola per sms "congratulazioni".
Sì, è una bella cosa. Un'opportunità di rinascita e miglioramento che aspettavo senza osare sperare. Grazie.

Mr C sarebbe così felice per me...