lunedì 29 settembre 2008

Trash trash trash

Ancora in onda L'isola dei famosi.
Ancora sull'onda il nano malefico.
Ancora?

Non posso lamentarmi

Carezze e massaggi e abbracci e regali terapeutici e incontri con persone speciali .


(Ora mi metto in testa una cosa e comincio a lavorarci)

Strane comunicazioni

Non è affatto chiaro.
Mi viene detto che il babyboss è il padrone.

Alltro che bandiere rosse e fischietti.
Come dice il super terapista dalle mani calde,
quando si tratta di famiglie con il loro gioco imprenditoriale,
tu sei "il corpo estraneo".

Questo è vero.
Mai stata più sicura della mia estraneità!

domenica 28 settembre 2008

Circo?

SMS lui
se mi lasci i jeans, li lavo, li stiro e ti faccio l'orlo

io
se mi lasci il tuo cuore, te lo lavo, stiro e ci faccio un giro

lui
ti bacio forte




Indecisa fra un sano fanculare tutti e un' altrettanto sana immersione nei meandri del nuovo e misterioso circo umano (attivata la modalità "piano B")

Vortice/2

Domenica. Lei dorme. Lui dice. Io dico.
Prendo la bici.
Troppo tardi, gli altri hanno finito.
Chi a casa, gli altri dall'altra parte della città.
Lo chiamo. Ci svaghiamo? Va bene, rimango in bici? Ok, mi raggiunge.

Mi fermo in piazza S. Stefano a smaltire struggimento e rabbia.
Non è rabbia attuale. Si tratta di cosa del passato.
Scrivo e penso e guardo e cerco di focalizzare.
Ho visto tanti bambini. Ho incrociato un uomo che mi aveva fatto battere il cuore un paio di anni fa. Lui e la sua voce emozionante a spasso ai giardini con un bebè fresco fresco.
I cani vengono a strusciare il musetto sulla mia gamba ai semafori.
Il signore che vende fiori di fronte a casa di Plain mi grida "ciao bella" da lontano.
I vecchietti seduti in strada mi salutano con la mano.
Il dog sitter sfoggia il suo cane, bellissimo.
Un po' mi sfugge la situazione di mano. Seduta al sole sento gli occhi lucidi.

Riparto. Pedalo cantando Il cielo in una stanza. Spero che Babà sia allegro. Mi chiedo se dirgli.
Uno spasso con la bicicletta. Al ristorante dove andavo sempre con Mr C. Vabbè.
Al parco come quindicenni. La nipotina si installa a casa mia. Invito a liberare il campo. Desisto.
Cambio programma. Babà va da suo figlio. (certo, come ho fatto a non pensarci!).
Ci vediamo dopo. Va bene. A casa mia. Mia sorella passata e andata. La nipotina mi molla e se ne va. E mi annuncia che non va più stasera non so dove. Zia stiamo insieme? Vabbè, no.
Babà mi chiama. E racconta cosa ha trovato a casa della ex. E mi chiede pazienza, deve rimanere un po' lì con i bambini (la ex è fuggita per un po').
Cosa mangiamo? Dove? Cosa vuoi? etc etc

E SE VI FERMASTE UN PO' TUTTI?

Vortice intorno a me

Pasticci e cambi improvvisi.
Che ieri è stata una lunghissima giornata.
Marcia, corteo, fischietti e bandiere rosse.
Ciao all'amica, salto in farmacia.
Chiama. Dove sei, due minuti?

Abbracci. Quest'uomo quando mi vede si avvolge intorno a me. E mi fissa negli occhi e mi appoggia la mano sul viso e mi accarezza. Lo fa per strada, lo fa al ristorante, lo fa anche se siamo fra la gente. Giriamo, torniamo, avanti, indietro, la posta, Coin, libreria, gelateria, guarda questo, bello quello.Vetrine, borse, barbiere, scarpe. Telefono, suo. Entro, da fuori mi sorride e approva o storce il naso a seconda della scarpa che infilo. Entra. Accarezza il bebè nella carozzina. Chiacchera con le signore. Compro. Mangiamo? Dove? Passi da casa tua? Vieni a casa mia? Andiamo a comprare i calzini? Cosa ti manca? E si ferma ogni tanto, mi ascolta e mi mette la mano dietro il collo, mi bacia e ripartiamo e ridiamo. Vieni a stenderti un po'? Tardi, non c'è tempo. Sfogliatella? E vada anche per quella.
Vieni stanotte? Chiamami tu.
Mi chiama, rimandiamo a domani, ti va?
- son talmente stanca e frastornata, sì, preferisco anch'io.

Viene a trovarmi l'amico ex collega. Le notizie sono ottime, nuovo lavoro, finalmente per lui ottima occasione (e si spiegano le tre ore che è stato con me l'altro giorno senza dirmi ma fantasticando di prendermi con sè). Risate con il babymedioboss, quello buono e caro. Pizza e saluti in giro per il centro. Rientro stravolta. Mentre esco dalla doccia sento aprire la porta. Brivido, infilo accappatoio, preoccupata. Mr C? Possibile?
No. Nipotina assassina! Che mi fai prendere un colpo.
Sono stanca. E lei chiede questo e quello. Orizzontale, voglio mettermi orizzontale!
Con tre coperte, dormiamo.
Nella notte "zia russi. è la prima volta, giuro, non russi mai".
Davvero? Cercherò di non russare.

sabato 27 settembre 2008

Sto forse arretrando?


Mi piacerebbe essere più...

Quando l'avrò capito, si vedrà.

Anatema sul baby boss

Che quasi mi scoppia la giugulare.
Avevo messo piccola nota per la data di Ferrara.
Il coglioncello l' ha gettata e mi ha messo di corvè.
Senza hablar (che esula dalle sue capacità).

Già risolto, lui non sa quanto lo abbia fanculato oggi!

Papagallino wanted

Se trovaste un cocorito arancione, rivolgersi a...

Dove lo potrei trovare? Sotto la sella della moto?
Sotto il tacco? Nella cassetta della posta?

La mitica birrettina

Declinato invito.

Scelto la birretta mignon con l'oste che mi chiama principessa.
Sarà... Avevo bisogno di cinque minuti così.


(Realizzo che la musica che mi regala è struggente e romantica)

Rospetto

Il baby boss è da prendere a schiaffi.
Autistico e sbruffoncello.
Comunica ringhiando mentre gli trema il pisellino ino ino.
E cosa comunica? Che ha apportato una regola.
Eh?
Niente acqua da mezzo litro al bar. Non la posso bere io e neppure gli ospiti.
Motivo?
Ci sarà un risparmio di 0,0005 euro?
O che si tratti di una politica occulta di customer satisfaction calabra?

venerdì 26 settembre 2008

Galleggio nel tempo

Non sto e sono
Sono ma non ci sto
Ascolto ma non ricordo
Penso ma non produco
Amo ma non tiro la corda
Capisco ma non approvo
Vedo ma non giudico
Guardo e sorrido
Scivolo fino a domani
Anche l'oggi è dolce e piccante
Tocco la pelle a memoria
Non aspetto e non rinuncio
Mi fermo e corro nel vento

La scimmia dell'inchiostro

Aspetta pazientemente che tu abbia finito di scrivere per bere l'inchiostro rimasto

(dal bestiario di Borges)

Hidebehind

Non lo vedi mai
sta sempre dietro a qualcosa o qualcuno

(dal bestiario di Borges)

Goofus bird

Vola all'indietro.
perchè non gli importa dove va
ma dove è stato

da "Il libro degli esseri immaginari"

giovedì 25 settembre 2008

Chupito/ULTIMO

Alitalia, scoperto l'arcano.
Dove cavolo li metto a dormire i miglior jazz men d'Italia?
Desiderio di una birra.
Anche di un'altra cosa. Almeno una mi toccherà?
Che così di colpo ci viene un colpo!
(non ci sono più le mezze stagioni?)

Tante mezze s...e, in compenso.

Non so se mi sento spietata e cinica....
Simulerò rabbie altrui, và

Chupito/the last one-La mezcla

Freedom. La prima.

Se la psicoDoc si arrabbia così, cosa dovrei fare io?
(io rido, dopo 40 anni, mi sento meno coinvolta!).

Bel professore, dormi a Bologna, a Parma ci vai domani.

Ex-collega mi ha ronzato intorno 3 ore senza dirmi che aveva un piano diabolico che cambia le carte in tavola, decisamente. Decisamente stupita.

Cena con le due ex-ex colleghe. Baby pieno di fascino.
Famiglie allargatissime che viaggiano da Bologna a Santo Domingo, da Bologna al Piemonte passando per Londra.
Domandone: questi bambini saranno chiamati "stranieri" per quanti anni?

(faccio finta di niente ma mi incanto pensando a lui)

Progetti di ottobre, essere previdenti, agire subito sui turni.

Zanzare tigre di 2 ettogrammi atterrata sul mio collo, sangue.



Chupito/3

Il massimo è quando mi ripeti la frase traducendola.
Mi piace quando ridi.

Chupito/2

Pensavo non mi volessi più.
Anch'io.
Perchè lo facciamo?
Secondo te?

Chupito/1

Peccato non poterti abbracciare.
Tuo figlio ha occhi meravigliosi.

Ciniche e cattivelle?

Ok.
Che sono buona da troppo tempo.
Inseriamo varianti.

(Ps: in attesa di una visita medica ho conosciuto Mr Nori. Scrittura psichedelica e cantilena che sarebbe perfetta per il karaoke finlandese. Irma è già il mio mito)

Che un po' mi rode

Poca. La voglia di stress.
E di starci male.
Ma mi rode quest'altalena di super presenza e assenza.
E magari tre giorni non sono molti.
Ma mi pare che un po' di linearità mi serva.
Non so dire se siano le parole o i tempi, o cosa.

Pauserò.

Mambo

Alla fine.
E all'inizio.
Invito vip al Mambo per inaugurazione mostra alla pàge.
Solo la crème degli addetti e degli "introdotti".
E moi.
Che si traduce in facce incartapecorite versione maschile e femminile.
Con abiti che si chiamano ricercati perchè proprio hanno cercato e cercato di sembrare affascinanti e ricchi e originali e alla moda.
Il risultato mica tanto bello: rughe cotte dall'abbronzatura, labbra colorate e rinsecchite, scarpe che vabè saranno quasi belle ma...troppo viola mie care vecchie bacucche del jet set!
Omini brizzolati con codino: alcuni 10+
Le solite donne giovani, magrissime, frigidissime, con voce querula e spalle da scoliosi che ti capita di pensare ma com'è che 'ste famiglie bene hanno questi geni dell'anoressico dai colori grigio topo?
L'artista, che non c'era, mostra lato A e lato B.
Lato uno: belle cose emozionanti seppur troppo cerebrotiche (pannelli fatti con le spine e lunghissimi alberi finti che diventano veri). Lato B: due palle. Citazioni e fotografie di boschi che fanno sbadigliare. Gli addetti del museo scassano le balle appena ti avvicini di un metro ad una spina. (Giustamente la mia amica giornalista-direttrice di galleria si indispettisce non poco).

Bar dei vip e dei scarsamente ma aspiranti vip: carino ma la "pretenzia" dopo un po' annoia.
(Perchè sai...ero a Milano per la Settimana. Tu?)

Cambio scena. Al barettino con un litro di vino.
Bla Bla racconti simil realistici di decenni amorosi.
Ascoltando capisco (per l'ennesima volta) che va tutto bene. Da me, intendo.
Poi ridiamo e tocchiamo TUTTO. Filosofia esistenzialista, letture adolescenziali, Totò letto a gran voce dall'avvocato marchigiano, psicanalisti con cui berresti il bevibile, i morti recenti (oggi un funerale) e quelli degli ultimi vent'anni, buddismo e rosari e mafia e l'educazione alla correttezza, e Platone, pure!

Ma tu non pisci mai? Puntata alla toilette e si va.

Party finlandese con performance di karaoke digitale.
EH? Sotto terra, posto bello. Pochi ma buoni-
Due o tre ci provano, bravi, simpatici.
Arrivederci Roma in finlandese, poi in tedesco e francese, rappato sulla base psichedelica con l'uovo sullo schermo che ruota al ritmo delle parole.
Si sta bene, comunque, belle facce.

Finale con mambo e si balla, tutti.
E ho negli occhi queste facce, dormirò pensando a quei sorrisi.
Grazie M.V.
Anche della spesa di "cose morbide" per il compagno clarinettista sdentato.
Il modo dell'arte, questo sconosciuto.

martedì 23 settembre 2008

Pensierino

A volte penso che ci sono persone che sono "tue" e basta.
E lo senti e lo capisci.
E lo vedi nei loro occhi , chè quando li hai davanti ti sembra che sia sempre stato così, che nulla potrà cambiarlo e che non c'è nulla da ragionarci.

Missione "sistema arretrati" iniziata

Ho espletato i compiti di oggi.
Risultato?
Soldi passati dal mio codice pin a vari numeri di conti non ben identificati per tasse, multe, pizzi e varie ed eventuali.

Che tanto stare in pari non è cosa da mortali.
Che però ora ti minacciano sul serio con l'ipoteca facile.
(ipotecarmi la casa per qualche arretrato di tassa immondizia! dai!)

Rissa sventata alla cassa

Che il pranzetto a tempi vagamente scordinati era stato carino.
Il locale dai muri irregolari sempre piacevole.
Che non sono riuscita ad andare in bagno perchè una tizia si era accomodata sul trono e non si è alzata più (vista per sbaglio aprendo la porta che non aveva chiuso, svaccata sulla tazza manco a casa sua). Si va - semplicemente - alla cassa.
E inizia la barzelletta, il balletto delle frasi sbagliate, dei conti che non tornano e del tono per nulla appropriato (tutto da parte della signora cassiera). LaCla si stupisce, poi si innervosisce, poi tenta il diaologo, poi mi guarda allibita. LaCla è una signora, decide per la non belligeranza, si arrende.
Interrompo la follia e imposto il conto. Paghiamo e usciamo.
Com'è che mi tocca sfoderare 'ste doti da locandiera così spesso?
In questa città non sanno più lavorare con il pubblico, sig.

Come dice LaCla mentre rido a più non posso,
Non è possibile!
Un minimo di professionalità , anche da parte degli imbranati!

lunedì 22 settembre 2008

Notte babà, nun ce pensà


L'asta di Fantozzi

La cordata
la stronzata
la buffonata
la bidonata
la cantonata
la bandiera
la patria rimbambita
l'idiota, solita presa in giro
e i soldoni che si spostano sempre nelle tasche dei soliti bastardi
e i soliti porci noti che la fanno da padroni
e le chiacchere sul paese
e i sondaggi imbecilli
e la fame di migliaia di persone contro una stupida italianità
e tutti che parlano di alta finanza e intanto grattano i grattini dei cretini
e il consenso e le parole demagogiche e populiste
e ancora si parla della repubblica di Salò
e il coperchio ancora non si alza
e la puzza è sempre più forte
e la merde più la mescoli più inebria col suo fetore
e tutti comodi, tutti bla bla
tanto è tutta colpa dei Rom e della pelle scura
tanto noi siamo nel G8 e allora possiamo permetterci di spendere i soldi del grande brother
e tanto 20000 posti di lavoro sono brustolini
e, guai a dare qualcosa ad Air France
Alitalia finirà in palio alla pesca della parrocchia

NON FA RIDERE
Fa incazzare

Massaggio e messaggio metamorfico

Eh?
Mi suggerisce, con quel bellissimo sguardo che abbraccia, di prendermi un'ora di tutto relax, anzi, l'ideale sarebbe tutta la sera, in modo che il m.m. continui la sua prorompente azione...
Il sorrisino ammicca ironicamente, ma non scherza.
Certo carissimo! E chi si lascia disturbare, me la sto godendo proprio quest'azione di trasformazione non ben identificata.
Io e il mio m.m. e Mr Miles Davis
(ennesimo regalo del mio adorato non-fidanzato).

Racconti di ragazzini coraggiosi

Ieri sera epilogo simpaticissimo: protagonista la mia nipotuzza.
La sua serata romantica è saltata, il padre del fidanzato li ha sfrattati causa arrivo della sua donna. Mi ha raccontato storie spassose e tenerissime.
Storie di "prime volte" sessuali.

La sua che è stata dolce e serena, nonostante il primo tentativo disastroso. Mi ha raccontato di come si chiedessero entrambi cosa fare e come fare. Di come il tutto si sia concluso con lei che rideva a crepapelle e lui che, dopo le risate, si sia fatto prendere dal senso di inadeguatezza. Poi lui chiedeva a lei di confermargli i suoi sentimenti. Lei ha chiamato urgentemente sua madre per chiederle come uscire dalla situazione. E' andata bene: sono stati uniti nell'affrontare il tutto senza silenzi.

Mi ha raccontato della preoccupazione di un'amica rispetto all'avvenenza della sua vagina. Di bugie dette per non affrontare i genitori. E dei rischi conseguenti. Di come molte ragazze arrivino al sesso senza mai avere visto un pene. Di come è rimasta stupita alla vista di un pene "piccolo". Di come la regola del preservativo o nulla sia diffusa fra le minorenni. Di come alcune piccole stupide usino termini volgari e maschilisti che suscitano ilarità e condanna fra i più.

Insomma, mi sono proprio divertita.
E mi hanno fatto molta tenerezza.
E sono contenta che, in parte, a qualcosa sia servito il lavoro di tanti per emancipare l'emancipabile.

domenica 21 settembre 2008

Sogni condivisi

I have a dream.
E' lo stesso di A.
Sarà che ci conosciamo da venticinque anni,
sarà che con l'età abbiamo deciso di dircelo ad ogni occasione,
sarà che cominciamo a crederci.
Un sogno semplice che riguarda noi due (e chi vorrà esserci).
Un sogno colorato e profumato.
Che non importa se saremo vecchietti. Anzi.

Lasciamoli essere quello che vogliono

Il mio dolcissimo amico A è l'uomo migliore che conosco.
Non è una persona facile perchè è un uomo molto speciale.
Mi ama da sempre, lo amo da sempre.
Sua moglie non ci ostacola ma dall'inizio è la nostra migliore complice e fan. E certo, se non fosse come è, mica se la sposava.
Qualche anno fa il mio sensibilissimo ma virilissimo amico si è reso conto che il suo figlio piccolo non aveva molto interesse per il calcio (ndr, il padre è stato un abile calciatore. Il figlio grande, gioca in una squadra di calcio da sempre.)
Ai tempi, la moglie mi disse che il "nostro" era molto preoccupato.
E allora ho detto, convinta, che il destino di quel bambino era la danza classica.
Fra le risate generali, lui mi inseguiva per casa e mi urlava
"NO, questo no!".

Dopo anni di compromessi con il padre, lo splendido ragazzino (che dal padre ha sicuramente preso la gioia e l'originalità), ha preso la sua strada.
Apprezzato da tutti, balla e recita e, finalmente, ha iniziato la scuola di danza classica.
Non nè ho parlato con lui, con la moglie abbiamo deciso che ha bisogno di ancora un po' di tempo per abituarsi al figlio in calzamaglia.
Alla sua fotocopia in calzamaglia.

Domenica perfetta

Mattina con risveglio lento dopo sua telefonata presto, non tanto.
Chiude in fretta, non volevo svegliarti.
Faccio tutto con calma, me la godo.
Lo chiamo dopo due ore, quando ho smesso di agitarmi e di aver paura di esprimermi.
E' morbido, ascolta la mia proposta, accetta con gioia (è una sua specialità).
Prima di uscire mi chiama la mia amica storica di fuori città.
Affetto e comprensione allo stato puro.
Ridiamo e scherziamo e ci abbracciamo
(il telefono funziona anche così se ti alleni per anni).
Vado. Il programma dei miei desideri si realizza senza il minimo intoppo.
Mi costa un pochino lasciarlo andare...ma è tutto così perfetto che non mi azzardo a vederci qualcosa che non va. Va tutto bene.

Ho qualcos'altro da fare: telefono al mio amico storico.
Parlo con sua moglie e poi con lui.
Che il nostro è un legame che mi ispira sempre gratitudine immensa.

Giornata autunnale, il cuore è al calduccio.

sabato 20 settembre 2008

Incontri del sabato mattina

Sono uscita per una piccola, veloce passeggiata.
Una piccola coccola di 12 minuti e mezz'ora al mercato.
Ogni volta penso che vorrei la macchina fotografica.
Volti e occhi di altri paesi, donne e bambini, veli scuri e veli a fiorellini, lingue d'oriente , turisti e ragazzini fragili con tatuaggi aggressivi, signore dell'est e ruspanti indigene, donne con i tacchi a spillo e la voce querula, africane con il piglio deciso e minaccioso che sfoderano risate sonore.
E venditori cinesi con improbabili oggetti da un euro e giubbotti di ogni tipo, il banco delle creme e dei profumi di seconda scelta, mutande coloratissime a prezzi ridicoli, fiori e stivali, musiche che non ti aspetteresti
(Bach? Un banchetto di grembiuli ricamati).
Provo un'ottima giacca a prezzo ridicolo, troppo piccola, peccato.

Incontri:
Bobby e splendida bimba
( mi abbraccia forte, ancora si chiede come mai sua madre ed io abbiamo chiuso).
Intravedo il mitico terapista dalle mani calde con la compagna.
Mi frena quasi addosso un tale di un "incontro ravvicinato" che ho interrotto io per semplice noia.
(sul momento si era un po' offeso ma un anno dopo mi ha invitato per una pizza).
In fila per il bancomat, aspetto il mio turno.
Il corteggiatore e bimbo. Proprio lì.
Imbarazzo, emozione. Il bambino ci guarda e non favella.
Il padre me lo presenta.
(ci guardiamo, è la terza volta che ci presenta. Basta).
Mi fa segno con la mano, telefono.
Entro dal giornalaio mentre escono loro.
Corteggiatore, sorridi sorridi, e poi?

E' che il mio giretto doveva essere un solitario senza effetti e senza sollecitazioni.
Vabbè.

Oggi al job sereno e tranquillo, tutti al concerto del Blasco, yeah!
Scoppiati ma simpatici, ventenni e 45enni con prole
(Cacciottara e Co anche loro al concerto, pacchia grande)

venerdì 19 settembre 2008

Non capisco il senso

A volte ho la sensazione che
mi manchi un tassello del puzzle umano.

Due inviti a visionare il profilo su facebook.
L'ex collega che velatamente mi corteggia da anni.
Mr C che si inventa strade assurde.

Proprio non capisco.
La comunicazione è proprio così bloccata?
Che senso ha?

Ripenso a certe frasi del corteggiatore, frasi simpatiche.
Come quando disse a Willy
"dovresti presentarti alla sua finestra su una piattaforma per i traslochi".
Oppure quando mi ha detto che, al posto di un vecchio approccio moscio che mi fece un tizio,
lui mi avrebbe detto "per favore, potresti considerarti invitata a cena per le sere dei prossimi tre mesi?" .

Mah. Che noia, che barba certi uomini.
Vabbè.

Libero disordine

Una serata come non ricordavo più.
Di corsa cerco il libretto di garanzia della moto, senza trovarlo.
Corro a ritirare la piccola che ha fatto ottomila km e chiedeva un tagliando.
Ammiro, come sempre, la coppia di meccanici.
Pago. Parcheggio e prendo la bici.
Pedalo e sgombro la mente. Rientro che è buio.
La musica mi accoglie insieme a tutto ciò che ho sparso nella mia ricerca.
Penso a Mr C che mi ha lasciato un mio libro e un biglietto sotto la sella della bici. No, non lo chiamo. Non so proprio cosa dire.
Ghiaccio per il ginocchio. Tagliolini in brodo e birra.
Non tocco nulla, non metto in ordine.
Penso al corteggiatore al risveglio stamattina. Non lo chiamo.
Guardo le mail. Un ex collega mi invita a guardare il suo profilo su facebook.
Trovo due amiche, le loro foto.
No, non mi registro, non mi interessa.
Guardo il caos intorno a me, mi mangio un biscottino al cioccolato.
Mi rilasso nel disordine, nell'abbandonarmi a questo tempo vuoto.
Mi godo una libertà che interrompe un'attività di mesi .
Parentesi e sospensione.
Stand by rigenerante.

giovedì 18 settembre 2008

Che spudorata

Che son partita da casa pensando che, magari...
e tutto il pomeriggio sono rimasta in attesa.
E non è accaduto nulla.
Nessun segno, nessuna telefonata.
Solo il piccolo scambio questa mattina.

E, due minuti fa, quando già non ci pensavo più,
sono uscita in strada, senza neppure guardare verso il famoso portone.
Era lì. Al telefono. Si è avvicinato.
Anche se faccio la dura...
Anche se un po' mi spaventa...
Insomma, lui l'offerta l'ha fatta.

Ho di nuovo optato per l'ascensore e gli abbracci.
Che spudorata!

Cara, rimetti un po' in ordine!

Programmi da rispettare? Qualcuno.
Compiti da espletare? Alcuni.
Pagamenti da smettere di rimandare? Un po'.
Sogni da riportare a galla? Sempre quelli.
Persone da vedere? Quelle che mi vanno. Le altre aspetteranno.
Ordine da fare? In casa, nell'alimentazione.
Moto? Un piccolo tagliando se lo merita, dai!
Martedì giornata dedicata.

Fioretti? Non saprei.
Ancora devo pensare.

mercoledì 17 settembre 2008

Ipotecnologica

Confesso, non ho idea di come eseguire il compito.
Plain dovrai istruirmi.

Vado sola?

Penso che farò così, nel caso.
Vincendo il piccolo fastidio.
Decidendo per la serenità INNANZITUTTO.
Parlo di una semplice sarata al cinema.
E' che aspettavo di capire che voleva fare lui.
E allo stesso tempo non avrei voluto aspettare lui.
Orgoglio? Poca semplicità, cmq.

Lui ha chiamato (lo fa sempre).
L'altro non risponde.
Lui mi dirà dopo.
(sceglierà me e il film o il pupo?).

Sogni

Con la pancia piena di molluschi e crostacei e alici e calamaretti.

Arrivo in Germania. La mia amica arriverà con un volo dopo un paio d'ore.
Non è lui (il fidanzato vero, non ci assomiglia neanche).
Insomma, a parte immagini strane ritagliate dalla mia attività onirica nel repertorio di Derrik, l'uomo in questione è gentile ma se ne esce con un cinismo che mi lascia interdetta.
E mi chiedo come fare.
Poi arriva suo figlio e ci mettiamo a cucinare.
Salva.

Ho come il sospetto...che la metafora del sogno riguardasse qualc'un altro.
(che ieri ho avuto un piccolissimo dubbio che il corteggiatore mi abbia mentito)

Pranzo di famiglia

Se tuo padre sparisce e non lo vedi mai,
se hai solo telefonate come flash nel corso di mesi,
se un giorno ti stanchi di aspettare il modo e il tempo giusto...
Ho telefonato e ho detto che mi era venuta una fantasia.
E se vieni un po' verso la città (che abita e lavora solo a venti km)?
Gli è piaciuta. Mi ha confermato questa mattina.
"Devo venire solo?".

Loro con il super Suv, io con la mitica bicicletta gialla.
Sole. Il ristorante ha entusiasmato la moglie, come al solito.
(non sbaglio mai! sono il suo consulente gastronomico).
Ci siamo pappati pesce strepitoso chiacchierando piacevolmente.
Abbiamo riso degli effetti del mio sfidanzamento sulla nonna.
Ho guadagnato la famosa macchina fotografica (da andare a ritirare a breve).

Abbracci e sorrisi.
Mio padre, felice e soddisfatto, mi saluta con la manina.

Basta così poco.

Per Plain

Oggi proprio non ho la forza e la pazienza di sistemare quell'inestetismo blogghesco.

Ma ci arriverò, prima o poi.

:-)

Vigile dispettoso

Mi sono dimenticata (oppure ho voluto tentare).
Arrivata alla svolta erano ancora lì a bloccare la strada.
Mi chiede se sono residente. No ma lavoro lì.
Non indugio, vado al punto: "mi fa passare, per favore".
Quello di stamattina, col cavolo avrebbe ceduto.
Questo invece ha fatto un piccolo sorriso sotto ai baffi,
poi su e giù con la testa. Vada pure.
E, mentre mi apprestavo a ripartire, mi ha sussurato
" STIA ATTENTA A NON INVESTIRE I DEFICIENTI"
... mio sguardo perplesso...
" LI RICONOSCE DAI CAPPELLI VERDI A PUNTA" .

Anch'io proprio non riesco a mandare giù i Goliardi!

martedì 16 settembre 2008

Spiando i movimenti del palazzo di fronte

Mi sono abituata al rumore dei cancelli dello stabile.
Quello del garage emette uno strano sibilo e un finale SBAANG.
Il pedonale invece sbatte forte con un sordo suono metallico.
Negli orari del corteggiatore, mi sorprendo ad allungare il collo.
E spesso lo trovo in "pausa" a un metro dall'entrata, ad aspettare di vedermi alzare gli occhi. Il rituale del sorriso da venti metri di distanza.

Ma il cancello in questione racconta anche altre cose.
Vedo piedi e scarpe che si allontanano velocemente.
Vedo una motociclista affascinate.
Ragazzi dal passo deciso o donne dal viso teso.
Vedo giacche e cravatte e ventiquattrore.
Vedo un signore in tenuta da arabo in bianco che pulisce i vetri.
Vedo le signore con la spesa (poche, è un palazzo chic).

Tanti cani abitano il palazzo.
E i suddetti cani hanno rispettivi padroni, almeno un paio per uno.
Vengono portati a passeggio regolarmente.
Ce n'è per tutti i gusti. Bassotto, Labrador, una coppia di raffinatissimi Fox Terrier, un cucciolo delizioso, piccolissimo e trotterellante di una razza inglese che non ricordo, e altri. Ma quanti sono?

Oggi ho rivisto il dog sitter. Evidentemente hanno creato un "comitato cani a spasso" e si dividono le spese. E allora, dopo il frastuono del portone, non ho potuto fare a meno di uscire per godermi la scena.
Lui, il dog sitter, se ne stava immobile e assorto a leggere o scrivere un sms e i cani (cinque, di taglie e stili e tono assolutamente diversi) se ne stavano immobili ad aspettare. Lui al centro e loro, i cani, ognuno a distanza massima l'uno dall'altro, i guinzagli tesi, lo sguardo indifferente e paziente rigorosamente nel vuoto. Niente contatto fra loro, come gli estranei in un ascensore di un grattacielo.
Poi lui ha finito. Ha detto "ok, ho finito, andiamo" e, senza che tirasse nessun guinzaglio, sono partiti al trotto veloce, scodinzolando leggermente, sereni.
I cani e lui, anche lui mi pare scodinzoli un po', serio, serio, veloce, veloce.

Dolcezza trasgressiva

"La follia per eccesso di dolcezza, la dolce follia...
pensare, agire, cancellarsi: il disastro della dolcezza...
non c'è nulla di estremo se non nella dolcezza."
M. Blanchot

Dedicato a Lù (come promesso, non avevo perso il foglio).

Dedicato a Plain che non ama le parole sdolcinate (quelle stereotipate), ma che di dolcezza è maestra. Plain che chiama dallo scantinato delle meraviglie
" Signor fabbro...". Che decide per un regalo pieno di significati.

Dedicato all'amica che mi porge l'unico fico, "perchè ti piace".
Dedicato alla potenza dolce di un terapista che appoggia le sue mani sul mio viso e mi regala pace e nuova energia.


Dedicato all'uomo che mi vizia di:
profumi, musiche, baci, parole, abbracci, sorrisi, entusiasmi, risate, carezze, attenzioni, discorsi, immagini e colori.
Con cui passiamo in rassegna suoni dell'estremo oriente mentre si gusta la mia cenetta con ingredienti stravaganti ma graditi.
Lui che progetta pasta e patate e manicaretti con la zucca.
A colui a cui riesco a dire che mi assale ansia da prestazione.
Che mi risponde con una soluzione inattesa:
" Allora andiamo con le mie due macchine fotografiche a fare scorta di immagini di mare e nuvole".
A chi riesce a commuovermi pianificando una serata dedicata a leggere insieme un libro sul respiro (perchè, confessa, gli abbracci notturni servivano a "consolare" la mia apnea).
A quel simpaticone che stava uscendo da casa mia con giubbotto, borsa a tracolla e mie infradito con annessi calzini.


Struggimento dolce, regalo e conquista.

sabato 13 settembre 2008

Uggia e rilassate cose.

Risveglio morbido, all'inizio.
Mi allungo fra le lenzuola godendomi la buona dormita e il buon ricordo della serata.
Sms: ciao, che fai di bello?
(Lui, già attivo a quest'ora, pare).
Rispondo rilassata, ammiccante, la verità detta in due parole.
Continuo lo stiracchiamento piacevolissimo.
(perdo la sua chiamata, avevo suoneria disattivata).

DRINNN. Il fisso.
Mi alzo malvolentieri
(se è un rompi c. lo aggredisco, penso).
Plain, cara, va bene, va bene...stavo scrivendo la tua risposta.
Ritorno a letto. Impossibile: i bambini di sotto iniziano i loro rumori assurdi
(perchè avete comprato loro un SUV giocattolo!!!).

Ok.
Caffè, musica, lavatrice, stirare, lavare piatti.
Dopo reciproci tentativi falliti, scambio due parole con lui.
"Ho visto una tua sosia!
Eri tu, capelli, camminata, schiena, mani."

In cerca di lettore DVD o non si sa, usciamo prive di acquisti.
Aperitivo mentre diluvia un po'.
Si sta bene. Cerchiamo di fare piani per domani.
Work in progress. Senza stress.

Al job rivedo gli amici musicisti,
intercedo per loro e vanno a provare in pace.

Arrivano i biglietti per il Sana.

Calma assoluta in strada e quì.
Pisolo e penso, lentamente.
Forse, forse, farò qualcosa di vagamente lavorativo.

Musica, musica come se piovesse

Ieri sera meraviglia dei concerti jazz.

Lui si presenta all'appuntamento con dieci cd e un abbraccio.
Due strumenti sono stati istituiti, ieri sera:
a casa sua l'elenco di quello che mi masterizza,
agendina dove lui appunta le sue ispirazioni nella mia borsa

Passa il gruppo del "Traghetto all'inferno" e ci mettiamo in coda ascoltando la musica Kletzmer allegra e impertinente. Ci accompagnano fino a destinazione.
I dolci ragazzi che volevo ascoltare sono decisamente bravissimi e la loro musica una carezza per l'anima.
Ci accolgono con gioia, i batteristi si scambiano parole veloci, veloci mentre io e il pianista li prendiamo in giro.
Brividi per me e per lui quando sentiamo il sound del loro ultimo disco.
Saluti e abbracci a chiusura concertino.

Piccola passeggiata. No, dormo a casa mia.


Certo che caffè e questa musica aiutano a partire bene.

venerdì 12 settembre 2008

Troppi programmi, saltano i programmi.

Ipotesi tante.
Tante persone coinvolte.
Il tempo non aiuta.
L'umidità uccide.
Sabato sì, sabato no.
Domenica, ma Willy non c'è.
Domenica, ma LaCla a quell'ora non può.
Auto sì, ma solo da quell'ora.
Treno diretto ma ce la farà la bimba?
Sana, sì, ma quando arrivano i biglietti?

Plain: vado anche a letto.
Lù: presentazione di libro, troppo presto, non ce la faccio.
Amica.S.: ore 22.15 a ballare, così tardi? locale da ballo?!?
L'avvocato: aperitivo o fidanzato? Chissà come butta oggi?

Vorrei andare a sentire suonare Marco
(batterista delle famose bacchette).
Chissà se riuscirò a riprendermi e a "ri-prendere in prestito" il corteggiatore?

Fa caldo, Antonio, fa caldo.

Umidità tropicale

Sarà che sono talmente stanca da non riuscire a riposare.
Sarà che il mio organismo protesta per le ultime 24 ore di frenetica attività.

Ma che schifo di afa putrida c'è oggi?
Uff!

Zucche, bacchette e mirtilli.

Il turno della morte versione azzardata...
Opto per l'ascensore e il letto a 2 minuti dalla postazione di lavoro.
Mi fermo dal mio amico vinaio e compro vino campano.
Esco dal lavoro con sacchetto di ghiaccio e vino e salgo nell'appartamento profumato di cannella dove mi aspetta un sorriso e una cenetta leggera.
Si parla di bacchette da batteria (e del musicista a cui, dopo mio intervento, nè ha regalate un paio speciali).
Ricevo una veloce lezione e dimostrazione dei vari suoni.
Si parla di zucche greche che cercherò di fare arrivare in qualche modo perchè si trasformino sotto le sue mani in strumenti accattivanti.
Intanto la cenetta procede e decidiamo che ci meritiamo anche la candela.
E scegliamo la musica e la posizione migliore per far riposare il mio ginocchio.
Etc etc.
A una cert'ora decido che sarà meglio dormire.
Detto, fatto.

E mi dice che mi comprerà un cuscino.
E ogni tanto si sveglia per controllare se stia bene e per un grande abbraccio.
Nel dormi-veglia mi chiedo da che pianeta venga.
Alle sei la domanda di rito: marmellata di mirtilli o fichi?

MIRTILLI!

E lui spalma e ride mentre mi vesto al ritmo della musica caraibica che ha deciso di mettere all'alba di questa giornata.

martedì 9 settembre 2008

Ma avete visto la tv?

Il livello è racapricciante.
In perenne peggioramento.
Tristemente alienante.

L'uncinetto, propagandiamo l'uncinetto.
Salviamo i bambini.

Da un sito di naturopatia

"Masturbazione:

A volte è utile, altre è una perdita di energia e di tempo. Quando ci vuole, ci vuole e spesso tranquillizza e favorisce il sonno con il minimo grado di effetti collaterali; ma non sempre conviene dormire…"

in che senso non conviene dormire???

Claustrofobia

Tre giorni in casa, non nè posso più.
Voglia di uscire.
Di cinema, di musica, di ballare, di vedere gente.

Ho cucinato più in questi tre giorni...
Avrei voluto, immagino, cucinare per lui.
Stasera è fuori a suonare, mi avrebbe portato, dice.


E mi tocca non rispondere agli sms di Mr C.
E l'amica pare avere ancora la luna di traverso.
Ladonnapretaporter oggi è felice.
Dopo cena è andata a spasso con le mie scarpe col tacco.

Che strano...
la tentazione è fare una certa telefonata, magari la farò.

Intanto domani metto fuori il naso, finalmente.

Nuovo gioco, finalmente

Entrata nel mondo della condivisione di file musicali.
Olè.
Sakamoto & Morelenbaum aprono la lista.

Pian piano l'umore cambia

Notizie arrivano.
L'emergenza è passata.
Va un po' meglio per tutti.
Dalla mia staticità casalinga mi godo le varie comunicazioni.
L'aria ritorna a circolare, le voci si sono rilassate.

Sono felice per voi, ragazzi.
Anch'io vi bacio.

lunedì 8 settembre 2008

Della leggerezza difficile

Non mi muovo, ascolto, ricevo visite e telefonate.
E sms.

Mr C tenta la via della presunta leggerezza.
Un invito così, per un aperitivo, come se fosse facile e liscio.
Non lo è. Non mi pare tale. Di fatto non nè ho voglia.
Non ha proprio nulla di facile. Rispondo, vaga.

La mamma viene a pranzo, cucino per lei appena dopo aver lavato tutti i piatti di ieri sera. Ascolto tutte le solite parole, i soliti problemi irrisolvibili.
Perchè non lo possiamo fare noi, tocca a qualc'un altro.

La nipotina mi trova on line e lancia appello.
"Zia ho bisogno del tuo aiuto, sono triste e non so cosa fare".
La chiamo, se tanto le decisioni sono già prese (e già non-prese) a cosa serve?
Ci vediamo domani per apprestare strategia.

Esco per prendere un certificato e per il mio appuntamento terapeutico.
Il sorriso dell'uomo bello è rilassante, pare essere possibile tutto.
Mentre si prodiga ad allungare la mia schiena e le mie gambe,
sussurra con la voce più bella che abbia mai sentito che
"trattengo troppo la rabbia". Ho gli occhi chiusi, non li apro.

Rientro camminando lentamente, molto lentamente.

La sua telefonata mi racconta di una giornata difficile, sento il suo respiro affaticato e, in sottofondo, la voce del bambino.
Dice che mi richiamerà più tardi. Non riesce a ridere, oggi.

Comunico con il collega, non rientro, mi fa gli auguri.

Quattro piani di scale, il ginocchio è bollente.
Chiudo la porta di casa e mi rilasso nel silenzio.
Ringrazio per lo spazio a mia disposizione.

Domani? Staremo un po' meglio ragazzi, vero?
Ci saranno piccoli spiragli di allegria?

Serata "alla vecchia".

La domenica con ginocchio gonfio e dolorante è andata.
Sì, dopo un primo smarrimento, non ci penso più.
Meglio una toccata e fuga di niente, no?

Parlottare in linea si traduce in una serata in casa con un'amica.
Di quelle che si facevano spesso una volta.
Cena, vino, risate, parole. E tanta allegria.
E lei che mi predica la gravità del mio ginocchio, che mi vuole portare all'ospedale, che mette tutto il pessimismo ortopedico sulla tavola.
Dopo un paio d'ore, ammette che forse faccio bene a sperare nella naturale ripresa del ginocchietto adorato.

A notte ormai fonda esce con sacchetto spazzatura.
Risveglio ok, entrambe.

domenica 7 settembre 2008

Toccata e fuga.

Ha fatto tutto lui.
Dalla telefonata di ieri notte.
Va bene se ti porto argilla? Passo in farmacia e prendo anche arnica?
Stamattina mi richiama, allora vengo?
Ok, non cammino, mi fa male, vieni.
Ho preparato pranzo, che avevo voglia di quel cibo.
E, pensavo, mangiamo insieme.
Campanello, bacio, regalo di compleanno con relativo pacchetto e biglietto.
E se ne è andato. La spiegazione è di quelle che non si possono certo discutere.
"Devo andare, mi spiace,
mio figlio mi ha chiamato perchè sua madre è a pezzi".

Vorrei abbracciarlo, non voglio essere invadente.
Mi abbraccia lui, mi bacia e mi dice veloce, veloce cosa succede.
Ipotizza menu vari per pranzi futuri.
Un, due, tre, è fuori.

Rimasta di sale.
Torno in cucina e guardo le pentole.
Qualcosa non torna. Oppure sì?
Delusa, è scomparso in cinque minuti.
Cosa posso fare?

E penso alla proposta che mi hanno fatto due ore prima:
un week end al mare in un campo nudista.
E mando giù il piccolo rospo di oggi.
Non sapendo cosa aspettarmi dal domani,
sapendo che sarà quel che sarà.

Cambio musica,
usiamo 'sta argilla e prepariamo lo schema del Feng Shui.
Un'amica a cena, last minute.

sabato 6 settembre 2008

Perchè?

Sms acido?
"Cmq mi sono già organizzata".
E non mi rispondi al telefono?

Non posso rispondere a tono, non lo farò.
Decido che il malessere rende permalosi (forse gelosi?).

Le pretese non mi sono mai piaciute.
I meccanismi accusatori neppure.
Non mi sembra poi così tardi.
E perchè non hai chiamato tu?

Pazienza. Se non rispondi alla mia chiamata sbagli tu.
Ma non è questo il punto.
Aggiusteremo anche questa.
(du palle!)

Va tutto bene, ma proprio tutto.

In prima fila sulla piazza ai piedi delle torri.
Vi guardo sedute affianco a me e mi sento a casa.
I bambini sono meglio dello spettacolo, il clochard a lato palco rende la scena più affascinante. Fa tanto caldo, troppo.
Willy parla al telefono, ci raggiunge.
Mentre andiamo verso il bar incontro un mio vecchio amico.
Non nè sapevo nulla, è il suo ultimo giorno della sua vita in questa città.
Da oggi vive un po' più a nord, un nuovo lavoro, una nuova vita.
E' felice di avermi potuto salutare. Anch'io.

Tavolino nell'afa, una bella cagnona Terranova come compagna di aperitivo.
Stiamo bene, ci guardiamo e sorridiamo, dall'inizio.
Piccola gag sull'ordinazione, l'unico uomo ordina un'analcolico che finisce prima deriso e poi rovesciato su pizzette, pantaloni, scarpe e di tutt'un po'.
Mi chiama il corteggiatore, lo invito a unirsi a noi. Arriva.
Premetto che "è molto napoletano".
E le ragazze spiegano a Willy cosa vuol dire.
Capisco subito che la serata non avrà controindicazioni di sorta.
Lo vedo dal suo sguardo diretto sulle mie amiche,
dal sorriso che si muove sereno fra lui e Willy.
Dall'argomento che rimane lo stesso, dal tono intimo e divertito che prende piede fra vino bianco e bastoncini di carota.
Dalle sue mani che mi sfiorano, dall'allegria che sale.
Dalla sigaretta che accende Plain, segnale inequivocabile!

Saluti.

E continua ad andare tutto bene. Quando mi consegna il nuovo regalo. Quando camminiamo per tutto il centro per andare in libreria. Quando ci fermiamo ad ascoltare il concertino in piazza. Quando ci comportiamo come ventenni avvinghiati a sbacciucchiarci. Quando prendiamo la pizzetta orribile.
Le ore passano. E lui mi spalma le fette biscottate. E ridiamo del lenzuolo giallo che mi sono avvolta addosso per sedermi al suo fianco mentre suona il piano.
E non posso più dubitare quando prende la spazzola e riesce a districare i nodi assurdi che mi trovo fra i capelli.
Va tutto bene.

venerdì 5 settembre 2008

Coda di paglia? Ma stai scherzando?

Che tipo!
Rientra dopo un mese di vacanza.
E' palesemente "rimbambito" ('sta volta la mia capessa l'ha detta giusta).
E...cosa decide di fare?
Brontola. Accusa. Si lagna. Dice che non vuole leggere niente.
Si lamenta perchè gli ho chiesto di venire un'ora prima
(e di andare via un'ora prima). Non mi ha neppure risposto.
Ha fatto una grossa STRONZATA
(la più grave che si può fare in questo lavoro).
Si atteggia a capo (de che?).
Non si ricorda niente.
Gioca a non fidarsi, mi tocca fargli vedere la mail inviata.
Ha l'aria affranta.
Lui?!?

Ma vai a quel paese, bello.
Se non hai voglia di lavorare, raccontala a qualc'un altro la favola!
Se non sei capace di inserirti nel miliardo di cose da fare, prendi una camomilla o un ricostituente, fai tu.
Se senti di dover difenderti, mostri esattamente di aver paura, caro.
Se le novità ti hanno tanto disturbato, evidentemente non sei così sicuro, eh.
Cmq, non mi rompere le palle, caro.
Ti do un'altra news: dovrai adattarti, non mi va più di giocare a Tarzan & Jane.

Seppur che siamo donne paura non abbiamo,
abbiamo delle belle lunghe lingue e ben ci difendiamo.

Tò.

giovedì 4 settembre 2008

Vado a prendermi il mio regalo

Alle 10.00. Vado in bici.
Suono. Mi viene a prendere un bell'uomo vestito di nero con le scarpette cinesi.
Bella casa. Profumo e musica.
Mi racconta cosa fa.
Mi chiede di raccontarmi.
Mi offre un bicchiere d'acqua.
Sorridiamo mentre mi racconta cosa vede nei miei occhi e cosa invece si può vedere nei suoi. Sistema simpatico, nervoso, organi interni e blocchi di energia.
Gli dico che mi sento fortunata perchè non sono malata.
Ride, perchè dovresti esserlo?
Mi scuso per la serata alcolica di ieri.
Ride, un due tre, caccia fuori la lingua, senza paura.
Mi rilasso, mi rassicura, la mia lingua è accettabilissima.

Bella persona, bellissima energia.
Abbiamo un piccolo progetto insieme, che bello.

Grazie amiche del cuore, questo regalo è veramente strepitoso!

Tardissimo, su un furgone di montanari

Belle! A me piacete tanto.
Un po' mi sento in colpa per aver trascurato qualcuna.
(Ma sono felice di essermi goduta qualcuna).
Regali strepitosi, MOLTO carini e molto "pensati".
Atmosfera caotica ma rilassata.

Fine serata da...libera&bella - ma quanti anni hai?
A porta Saragozza apriamo il portellone dietro della jeep, di circa trenta centimetri e ci infiliamo per poi sdraiarci su una lurida (cosa cavolo sono? truccioli di legno?) coperta insieme a pale e attrezzi vari.
Il mio compagno è un tale mai visto che mi chiama Tata e mi sorride nella sua tenuta assurda (pantaloncini corti e canottiera, faccia da indiano metropolitano).Chi è? Per dieci minuti mi sento in un film sul Texas.

All'arrivo sotto casa mia, la coppia di amici apre il portellone, lei prende i miei sacchetti di regali e lui mi afferra per le gambe e tira.
Non fare cadere la Tata, dice il mio nuovo amico.
Baci all'amica. Il suo compagno, noto orso scorbutico, mi afferra dietro la schiena e mi abbraccia con foga. Ciao. Vieni sabato al concerto jazz.

Salgo, la porta di casa si apre.
La nipotina (l'avevo scordata, era passata a prendere le chiavi di casa mia in osteria) mi accoglie in casa mia. Ciao zia, hai l'aria di stare bene, è tardissimo.

mercoledì 3 settembre 2008

La cena del nubilato

Da un paio d'ore mi scappa da ridere.
In realtà rido e sorrido, un misto di stanchezza e sollievo.
Stavo per mandare un invito ironico ad un mio quasi-amico per la cena di stasera.
Stavo per rispondere al corteggiatore con brio.
Servizi Tim mi informano che ho consumato 30 € (zzzzo) di carica dal 28 di agosto.
ZERO. Non partono neppure i due sms diretti all'universo maschile.
Sig, che disdetta!
Due messaggi stanno lì in attesa che i soldini immessi di corsa sul bpmbanking facciano il loro dovere e li facciano partire.

Nel frattempo mi preparo per la cena di donne.
Più che un compleanno mi sembra di andare ad un addio al nubilato "inverso".
Come se a festeggiare ci fosse la crème de la crème delle donne simpatiche e toste che conosco. E cosa si celebra?
Ma sì!!!
Che siamo vive e vispe e allegre e romantiche e spudorate e belle e ingenue e forti e creative e noiose e tristi e ottimiste e generose e ironiche e capaci di giocare con le parole e i sogni e con la serietà e la frivolezza.

Non sarebbe stato male neppure festeggiare un matrimonio sulla spiaggia di un'isola delle Cicladi.
Ma neppure così mi dispiace, ammetto.


Ecco. Sono in ritardo.
messaggi partiti.

martedì 2 settembre 2008

Telefonate di servizio

Ciao.
Come stai?
Giornata così...
Per te?
Sto cucinando. Ho asciugato allagamento fino ad ora
(la sua cucina si allaga un giorno sì e due no).
Oggi non sono passato per non essere invadente.
...............
Film in tv da non perdere! Davvero non l'hai visto?
Assolutamente guardalo. Bellissimo.
Un bacio.

Parla lui. Io rispondo, timida come una scolaretta.

SMS 1 minuto dopo: film molto duro, preparati.
Secondo SMS, subito dopo: tema musicale di..., film impregnato di poesia ma...

Puntini di sospensione ovunque, da queste parti.

Ribadisco, il mio cervello-cuore è alla frutta.
Inserire varianti, urgentemente.

Cosa so di lui? Gioco semi-serio




Giusto per giocare.
Per distrarmi dal mal di pancia.

Suona la batteria e le percussioni.
Ha una passione per gli strumenti antichi.
Ha una collezione di piatti turchi
(quelli che si suonano con le spazzole).
Ha un bimbo di otto anni grande studioso di mitologia e che tira di scherma.
Ha una risata che sboccia improvvisa illuminandogli gli occhi verdi.
Ascolta musica deliziosa. Jazz ed etnica, ovviamente.
Cucina con passione e disinvoltura, risultati ottimi.
Gli piace accudire in una maniera divertente e divertita.
(vederlo alle sei di mattina seduto sereno a prepararmi le fette biscottate con la marmellata mi ha stupito non poco).
E' napoletano, tanto, abbastanza, con ironia.
Lava, stira, mette in ordine con determinazione
(e ha una casa che sembra un magazzino dove è appena passato un tornado).
Parei, bracciali di osso e legno, candele e diffusori di essenze.
Libri e attrezzi vari ovunque (da "manutenzioni casa").
Amico fotocopia dell'ispettore Derrick
(non conosciuto causa miei capi imprevisti).
Grande capacità di improvvisazione
(e dissimulazione, se necessaria).
Discorsi sull'omeopatia e sulla sua dottoressa
(che mi deve far conoscere).
Faccia allegra, capelli argentati.
Sorriso sorriso.
Faccia sbarazzina, a volte "da schiaffi".
"Balli?" Più o meno. "Cioè?". La pizzica.

Chissà cosa mi sta succedendo?
Mi sto preoccupando un po'.

Mi sto rincitrullendo?
Cerco motivi per... e per non...?

(mettici anche un po' di noia e paranoia)

La stanza semi-privata

Da un telefilm stupido di cui ho sbirciato un minuto.
Era una camera di ospedale per il travaglio.

Non è esattamente il mio pensiero principe, che lo sappiamo tutti quanto sia refrattaria a lasciarmi andare nelle ipotesi sentimentali...
Che in realtà mi sento un po' sfasata e stanca e i settori in cui sento di dover fare riordino sono talmente tanti!
Ma, credo di vivere un leggero stress dovuto alla novità: udite, udite, ho a che fare con il primo uomo che non mi dichiara amore eterno dal primo istante.
E la cosa mi lascia perplessa, stordita.
Modalità incognita e nuova sfida (ho scritto "sfida"???).

E' che, da un lato la gamma delle possibilità prevede ampia libertà di azione.
Azione? Intraprendenza? MIE?
E mi chiedo come si faccia.
E, dall'altro, mi sento un pochino spaventata.
I miei dubbi non verranno dal fatto che sia partita così?
Come la "avventura semi-seria di due liberi pensatori".
Riuscirei a condividere la "stanza" con non so chi?

Sarebbe più facile se...
Se che?

E poi, ma di cosa si parla?
Non voglio un fidanzato. Non ora.
Ma lo voglio nel futuro e per un tempo indeterminato che produca progetti e benessere. Credo.
Ma ho bisogno di ridere e di giocare.
Non devo fare scelte ora, vero?

Bla Bla Bla
Che fatica questa mente che macina scorie!

Dove è finito quel matto che sventolava lenzuolo bianco dalla finestra?
A me piaceva quello.
Ma, povero, mica può fare tutto da solo.
Dovrò inventarmi qualcosa di frivolo, in fretta.

lunedì 1 settembre 2008

Taccio, non sapendo cosa dire

Completamente presa dai dolori che da qualche ora mi stanno facendo compagnia, decido di non rispondere
(anzi, non decido di rispondere).
Non aspettavo più la sua telefonata, me lo ero scordato.
Non lui. L'eventuale contatto telefonico.
Come se la porta del castello fosse già chiusa e se i contatti fossero già stati rimandati a domani.
Non ho voglia di parlare con lui ora.
Forse perchè non sarei in grado di reggere la conversazione "di servizio", quella in cui facciamo finta di niente sapendo di fare finta di niente, quella in cui teniamo un controllato distacco alternandolo a piccole frasi affettuose.
Preferisco tenermi l'immagine di questa mattina quando ho alzato lo sguardo sulla strada nel preciso istante in cui usciva dal portone e deviava di quei due metri per cercarmi con quello sguardo che mi piace tanto. C'ero, mi sono voltata in quel momento e l'ho trovato lì. Sorriso e un bacio sussurrato, nella luce di una silenziosa strada alle sette e trenta del mattino.
Continuo a non sapere di cosa si tratti.
Ma probabilmente non c'è niente da sapere.
Mi guardo il film (mi ha appena mandato sms per segnalarmelo), mi faccio la tisana sperando che mi faccia passare il dolore e mi godo la pace della mia musica e dello spazio a mia disposizione.