domenica 21 settembre 2008

Lasciamoli essere quello che vogliono

Il mio dolcissimo amico A è l'uomo migliore che conosco.
Non è una persona facile perchè è un uomo molto speciale.
Mi ama da sempre, lo amo da sempre.
Sua moglie non ci ostacola ma dall'inizio è la nostra migliore complice e fan. E certo, se non fosse come è, mica se la sposava.
Qualche anno fa il mio sensibilissimo ma virilissimo amico si è reso conto che il suo figlio piccolo non aveva molto interesse per il calcio (ndr, il padre è stato un abile calciatore. Il figlio grande, gioca in una squadra di calcio da sempre.)
Ai tempi, la moglie mi disse che il "nostro" era molto preoccupato.
E allora ho detto, convinta, che il destino di quel bambino era la danza classica.
Fra le risate generali, lui mi inseguiva per casa e mi urlava
"NO, questo no!".

Dopo anni di compromessi con il padre, lo splendido ragazzino (che dal padre ha sicuramente preso la gioia e l'originalità), ha preso la sua strada.
Apprezzato da tutti, balla e recita e, finalmente, ha iniziato la scuola di danza classica.
Non nè ho parlato con lui, con la moglie abbiamo deciso che ha bisogno di ancora un po' di tempo per abituarsi al figlio in calzamaglia.
Alla sua fotocopia in calzamaglia.

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