sabato 31 gennaio 2009

Zapping

Noah canta e dice che tutti vogliono la pace.
Parlare della morte significa spesso parlare dell'amore.
Operai disoccupati inglesi protestano per l'arrivo di operai siciliani. Bilancio domestico entrate e uscite, voci di spesa preventivate. Economia domestica ed economia emotiva: caselle excel in cui fare progetti, calcoli e previsioni. Annotare cosa si fa per imparare cosa fare. Bistecca e senape. "Devo stare comodo, devo andare nelle stalle". Genitori anni sessanta, madri malate di ansia. Parenti fascistoni, blogger di sinistra, gente di chiesa, secchioni e filosofi. Le due categorie: buoni di animo ed egoisti bestie. I due libri che fanno da spartiacque: il libro Cuore e le favole di Rodari. La musica che separa le ragazze di un tempo: Baglioni e Jim Morrison. Gli amici dei gatti e quelli che ci vedono solo peli e sporco. Programmi di nicchia, vita di nicchia.
L'era glaciale. Il sommelier Albanese: in questo mondo di parole ognuno ha la sua.

Che di colore è pieno il mondo.

INFERNO

Si annulla la fisica della realtà e si entra nella dimensione del sogno. I corpi galleggiano, fluttuano, ruotano, salgono a testa in giù, si tuffano in veloci discese. Come se la gravità non ci fosse. Come se i movimenti fossero nell'acqua, come se lo spazio permettesse movimenti non legati da nessuna legge. Forza e poesia, disciplina e libertà, armonia e complicati giochi acrobatici. La luce, i colori e la musica ci accompagnano fino alla fine e ci fanno vivere un paio d'ore gentili e rilassate.

L'amica ingegnere non riesce a trattenere lo sforzo per comprendere il trucco tecnico. Usciamo nella sera che preannuncia la non vicina primavera. Al bar prendiamo bibite rinfrescanti. Le due mie amiche si scambiano chiacchiere che colmano tre decine di anni di distanza (erano compagne di elementari e medie). Sconvolgo la sedicenne parlandole del professore che ha ascoltato in conferenza storica questa mattina a scuola. Ridiamo e ci abbracciamo.
Finale da vere gattofile appassionate.

Che di colore è pieno il mondo.

venerdì 30 gennaio 2009

Carta acquisti social card

Ma che strano paese.
La social card usata a scopi commerciali. Che già mi pare una demagogica presa in giro. Che fra tutti gli studi possibili la schedina magnetica che regala elemosina invece che diritti mi sembra così tanto mediatica e poco politically correct. Che immagino usi fantapolitici dei codici a barre dei "fortunati" del club degli assistiti a basso reddito.
Despar propone ulteriore sconto del 5% ai possessori della carta (manco fosse un club esclusivo), ovviamente lo sconto si intende su spesa a venire (bonus, non reale risparmio immediato). Ma prima devi verificare al numero verde il budget della tua carta. Ed ecco fatto: il movimento economico del solito magna magna dei passaggi vari ha un nuovo gioco ad hoc.
Bene. Bravi. Complimenti.

E chissà che altro arriverà.

giovedì 29 gennaio 2009

Soddisfatte, bella serata

La corsa è contro il tempo. Stanchissima (sempre 'sto lavoro iper invasivo) mi accascio sul letto dopo un salto in pasticceria con la madre che non vedevo dall'anno scorso (che quando è troppo non va bene). Mi sveglia con la sua voce squillante "ce la faccio, salgo in macchina, arrivo". Il marito è riuscito ad arrivare in tempo. Doccia, caffè, phon, tempi record. Scendo in strada, sconvolta: in tempo ma distrutta, lacrime agli occhi, naso che cola, venti starnuti in serie.
Ma sono, siamo, soddisfatte. Il parcheggio, fortemente voluto e studiato è riuscito. Il cinema è stato raggiunto just in time, il film è bello e appassionante.
Bravi i bambini, simpatico il modo di raccontare la favola e la realtà straziante dell'India e del degrado in cui vivono milioni di persone. Simpatico il gioco che rimanda alle manie televisive. The Millionaire. Meglio del previsto. Più duro del previsto. Ringraziamo per l'happy end e per l'assenza di prediche ed ermeneutiche da due soldi. Alla fila alla cassa le dico che ci immagino (spero) fra un po' di anni nella stessa fila a chiedere due biglietti con sconto anziani. Ride, anche lei si augura si possa fare, e ci piace sapere che avremo l'una l'altra per cinemini insieme. L'osteria è garantita. L'insalata e il vino e le chiacchiere completano la serata. "Fai la brava". "Anche tu".

Domani niente alzataccia, un giorno a settimana aiuta assai.
Ho negli occhi i sorrisi dei bambini che vivono in mezzo all'immondizia.
Non credo che potrei fare la turista privilegiata in India.

martedì 27 gennaio 2009

Desiderio di mare tranquillo




Di quella splendida serenità che trasmette la barca che scivola sul mare azzurro.

Formentera

Che situazione!

Si lavora tanto e duro. Sto cercando di mettere la nave in grado di navigare, con tanto sforzo. Quello che mi hanno chiesto, quello per cui mi hanno voluta. Faccio più o meno le cose che ho sempre fatto ma con maggiore carico perchè la barca è acciaccata e gli ingranaggi necessitano di revisione e di attenzione continua. Il guaio è che i miei sforzi (e risultati) vengono apprezzati dal capo e, paradossalmente, è successo qualcosa di estremamente antipatico. Mentre l'organizzazione comincia a delinearsi, un collega, quello che mi ha pubblicizzato e chiamato, è nel mirino del capo che si accanisce contro di lui in ogni istante. Perchè è scarsamente incisivo e i fatti dicono che è stato dispersivo, ma anche perchè si sente presa in giro. L'aria è appestata, pesante, faticosa. E io non so proprio cosa fare. Non c'entro nulla. Non posso smettere di essere efficace per proteggere lui, non posso fare di più di quello che faccio. Perchè ascolto lui e lo consiglio di stare calmo e non fissarsi. Perchè ascolto (meno) lei e le chiedo di non esagerare e di avere pazienza. L'assurdo è che lei, il capo, è sempre più logica e mi aiuta nel lavoro mentre lui comincia a stancarmi, nel senso letterale del termine. Perchè, anche se capisco la difficoltà in cui si trova, non riesce a smettere di brontolare e urlare e agire in modo approssimativo sul lavoro, cosa che tutti vedono, lei per prima. Situazione imbarazzante, io cerco di fare il possibile per aiutarlo e lui finisce per essere un "ostacolo" allo svolgimento del lavoro con il caos che diffonde e il malumore con cui riempie l'aria. Lui parla male di lei (continuamente) e lei di lui (meno). Come si esce da tutto questo? Come si ferma una guerra se nessuno intende rinunciarvi?

domenica 25 gennaio 2009

La musica compagna dell'anima



Deliziosi strumenti originali che raccontano una passione che appartiene alla vita degli uomini, e delle donne, da sempre e per sempre.

E mi sorprendo a voltarmi per cercare gli occhi di qualcuno che condivida con me questa piccola emozione. Non c'è. E mi dispiace. Che "quella" condivisione mi rendeva molto felice, che era speciale e credevo non l'avrei persa, che sono sicura fosse egualmente gioiosa per lui.

Il cavallo di Troia?

Art White Night

Pioggia, pioggia, pioggia.
Partiamo, parcheggiamo, camminiamo.

L'ex chiesa n° 1 è ora una biblioteca, i pannelli c'erano già un anno fa, sono bellissimi. Ora è tutto nuovo e candido. Un gruppo di stravaganti poeti/attori passeggia al centro della navata decantando poesie in svariate lingue, a volte si sovrappongono in un rumoroso pasticcio. La Giapponese si contorce in un lentissimo ballo, l'Africano saltella suonando delle strane nacchere metalliche. Improvvisamente tutti cantano "Mandinga". Anche la rappresentante della Groenlandia con il sedere peloso (di pelliccia).

L'ex chiesa n° 2, diroccata per anni e usata senza remore come magazzino fino a qualche mese fa, si presenta come uno splendido labirinto di scale e sale e soffitti decorati e ancora scalette e sale gremite di gente. Il concerto di clavicembalo è irragiungibile, in mansarda la piccola mostra in onore di Rossetti mi commuove, l'ultimo piano con grandi vetrate, immagino con vista sui tetti, mi/ci fa fantasticare di poterci permettere un appartamento così, un giorno.

La galleria Falcone & Borsellino sembra chiusa, cerchiamo un cancello aperto, che ci deve essere perchè vediamo gente, e, dopo alcuni tentativi a vuoto, entriamo.
Decollages, Massive Attack, piccola Francia, cane bellissimo. 7000 € per due pezzetti di carta e colla sembrano troppi.
Futurismo colorato in bellissime cornici, le onde del quadro escono dalla cornice.
Schifano con il suoi campi di grano iper colorati e macchie di verde acido. Il video in cui lui si diletta a fare l'imbianchino nelle favelas brasiliane ci regala una pausa rilassante (anche perchè siamo seduti al calduccio). Nel cortile d'ingresso le sculture sdraiate sono fradicie. Siamo d'accordo che 35000 € per il quadro che ci ha rubato il cuore non sono poi moltissimi (certo! E' quanto ho pagato il mio miniappartamento dieci anni fa).

La galleria chic ci accoglie con musica a tutto volume, niente di artistico.
Alcuni pannelli enormi dondolano pericolosamente su una piccola bacchetta da direttore d'orchestra. Un mega cromosoma di plexiglass sulle nostre teste non permette alcuna fotografia.

Al museo archeologico il primo premio va all'installazione densa di fumo del coccodrillo. Che significa?

Il party è ovviamente troppo affollato, ci salutiamo davanti alla massa della gente che tenta di entrare.
Non ha smesso di piovere un secondo. Gli uni avvisano gli altri delle pozzanghere: "attenti, non entrate nella pozzanghera dove si è appena tuffata bb."

Tutto diverso dalla scorsa edizione, pioggia e cibo a parte.
Tutto bello, comunque.

sabato 24 gennaio 2009

Dell'anno del serpente

Non si va più a ballare nel locale in mezzo alla bassa padana. Causa mal tempo, che la stradina schifosina non è il massimo con nebbia/neve. Un po' mi dispiace, ero stanca morta ma convinta. E mi divertiva l'idea della trasferta per rivivere momenti anni '80 a suon di musica antica che ci piace tanto. Anche perchè, ridicola e spassosa cosa, pare che il 2009 ci autorizzi... a "maragliare" in balli sfrenati funky-afro-rock. L'uomo che mi piace stasera non poteva. Ci andremo presto, però.

E la serata diventa una chiacchiera fra il nostalgico e l'ironico intelligentemente rilassato e leggero. E invento un gioco e tutti si danno da fare. E una tovaglietta diventa una bibbia di titoli musicali cult. E il festeggiato (doppio festeggiamento: compleanno e primo bacio con la sua mogliettina), si impegna molto e promette uno special di Herbie Hancock (si scrive così?) tutto per me. L'ho incontrato qualche mese fa, si ricordava di me al liceo. Io no. Ma non importa, siamo compagni di merenda e abbiamo tante cose di cui parlare. Così è stato sancito e non è male. Ma ragazzi...avete un po' esagerato con i "remember", manco fossimo pensionati!
Ridere fa bene al cuore.

venerdì 23 gennaio 2009

Rimescoliamo le carte

Nuovo lavoro, nuova zona. Il movimento comporta scambi nuovi che ripescano amicizie che si erano perse/sospese. L'imminente assunzione del dolce uomo spagnolo mette allegria a me e a colleghi e capi. E il suo fidanzato entra con un sorriso luminoso e ci lanciamo in un abbraccio gioioso e ci ricordiamo che stavamo così bene insieme. E sono due bellissime persone e ci divertiremo. Il cliente napoletano rimane affascinato dal mio intervento per chiudere la porta della sua camera, chiede dove si va...Faccio finta di niente. Entra un uomo con cappello, è il proprietario di un jazz club vicino "Bello, sei vicino a me. Passerò a trovarti, sei uguale". Dieci anni che non lo vedevo. M.V. si presenta con la sua gonna palloncino psichedelica di seta e mi racconta di pazzoidi galleristi milanesi, tentiamo visita notturna della mostra di Morandi, non riesco a spacciarmi per giornalista d'arte (strano, vogliono vedere la seconda tessera vip). Si arrabbia, sventola il suo accredito e conclude demolendo l'allestimento della permanente, esagera come spesso sua abitudine. Si va in enoteca, tavolo vip, abbracci vari, mi chiedono il biglietto da visita (ce l'ho). Insalata di carciofi e vino docg (offerto dalla casa). La splendida donna che era mio datore di lavoro anni fa, mi manda curricula e mi assolda per tradurre il menu di un lussuoso ristorante chic di Maranello (Ferrari etc). I clienti americani mi vogliono raccontare la loro gioia e la loro speranza, offro loro un amaro non-bolognese e sorrido empatica (gli occhi lucidi mentre parla di Obama, mi spiega che è di Chicago).
Un po' di vortice, un po' di colore.

mercoledì 21 gennaio 2009

A.A.A. Cercasi

La nipotina scatenata prepara un annuncio per la ricerca:
"cercasi uomo simpatico, romantico, intelligente, che ami andare al mare per nuotare, visitare mostre d'arte, ballare, ma, soprattutto che possieda almeno 3 appartamenti e che abbia ben chiara la differenza fra un maiale soddisfatto e un Socrate infelice e, in caso scelga comunque la seconda opzione"

E, e non so proprio cosa pensare, aggiunge che quel fenomeno lo conosco già.

M.V.@ non avremo creato un mostro?

Nostalghia

Ad occhi chiusi
la pelle ricorda e cerca
La musica evoca e accarezza
cerco le parole e non le trovo
Non so agire, non so dimenticare
rimango nel silenzio
Le immagini scivolano
il respiro si fa lento
Avanti
lasciare andare
Dimenticare chi ha cambiato indirizzo

martedì 20 gennaio 2009

Alla voluttà

Mirra e delizia della vita m'è il ricordo delle ore in cui trovai la voluttà come la desideravo e la trattenni forte. Mirra e delizia della vita a me che disdegnavo ogni piacere dei consueti amori.

Costantino Kavafis

(sfogliare un libro di poesie che abita con me da tanti anni, un lusso prezioso)

Congratulation Mr President

God bless and help you.

Sarà conformista? Nel coro delle parole mediatiche. Un po' mi disturba questo univoco e spesso ipocrita celebrare e festeggiare della politica e delle facce da schiaffi nel tubo catodico.
Eppure un po' di emozione c'è, che un uomo di colore così in alto sicuramente è meglio che ci sia, che gli Americani hanno tanti difetti ma tentano sempre la strada della speranza e dell'inventare strade nuove.
E, sarà un po' naif il loro modo di fare cerimonie varie, ma parlare di democrazia e impegno morale non è male, sopratutto quando in Italia non è più di moda.

Bel discorso:
"entriamo nella nuova era della responsabilità"
"non accettiamo mugugnando".

Così.

Pensierino metereopatico

Piove. Ancora. L'inverno mi stanca. Sarà che non ho fatto la pausa estiva al mare come mi sarebbe servito. Che i tanti cambiamenti del 2008 si sentono tutti. Ma, vedi famosa frasetta del bicchiere mezzo pieno, in un certo senso, meglio così. Che se piove e fa freddo la stanchezza si appoggia senza remore in serate casalinghe, che col tempaccio da lupi pesa meno fare la vita casa-chiesa.

E fantastico sull'arrivo della bella stagione, e sogno piccole cose che mi mancano: giretti in bicicletta, passeggiate in collina ad ammirare i fiori, il calore del sole sulla pelle, il cielo in una serata limpida, un tuffo nel mare smeraldo dell'Egeo. E tour in moto etc etc

Il sole non dipende ancora dalla crisi e dalla recessione, no?
Aspetto, posso farlo.
E respiro.

Lavoro, lavoro, lavoro

Full immersion nel lavoro. Lavoro tosto e tensione. Sicuramente non mi annoio, anzi. E ogni giorno è una lotta, peccato non sia esattamente mia. Tante cose da fare, che io so sempre cosa fare, cosa urge fare, che il caos ha regnato sovrano fra quelle mura e a me tocca l'arduo compito di recuperare. E sto recuperando un sacco di soldi che si erano misteriosamente persi per strada. E la posta elettronica è zeppa di mail indirizzate a me e da tutto il mondo arrivano richieste e conferme. E, ed è la parte più faticosa, il mio amico-collega non riesce a trovare la sua posizione e il capo è innervosito e sbraita continuamente. Contro di lui. E mi affida compiti e mi esprime fiducia piena e si allea con me. Ma io non voglio stare in mezzo a questa storia. E ho detto a lui di sistemare le cose prima che la situazione precipiti. E ho dovuto dire al capo che deve avere pazienza (e mi sono beccata un urletto). E, alla fine, il capo mi ha promesso che starà calmo, che si toglierà dalle scatole un paio di giorni. E sono andata a cercare una persona da assumere (che non si capisce perchè nessuno aveva idee) e ho parlato con un sacco di gente con cui ho lavorato e, dopo svariati abbracci e chiacchiere rievocative, ho fatto un colloquio (io? sì, mentendo al capo, volevo parlarci da sola prima di presentarlo) a un uomo bello, simpatico, in gamba, spagnolo. Che, e l'ho detto chiaro, ci serve uscire da questa situazione di sotto-staffati-sfigati.
E, se tutto va bene, aiuto anche una coppia di amici a cui tengo molto.

Tempo di crisi e di disoccupazione, licenziamenti e crisi economica...
Spero solo che, una volta ripristinata una dimensione normale, si possa lavorare in pace. Che da fare c'è, tanto. Che non c'è tempo per discussioni e crisi caratteriali, che dal fatturato dipende la vita di troppe persone.

E che magari riusciremo anche a fare qualcos'altro nel time out.
Che ho anche un po' bisogno di piccole cose piacevoli.

venerdì 16 gennaio 2009

Canzoni

La serata si è fatta movimentata, in un attimo. E abbiamo riso tanto. E abbiamo mangiato e riso ancora. E abbiamo cantato canzoni dei nostri diciasette anni. E dal bagno si sentiva la voce della dicianovenne che si univa a noi.
La nostra era commozione vera, lei era divertita ma convinta.
La serata è piaciuta a tutti.
Quando hanno chiesto se volevo uscire per bere qualcosa ho risposto che aspettavo solo che se ne andassero per infilarmi sotto le coperte. E hanno capito.

"Una settimana, un giorno, a volte un'ora vale una vita intera...

Sono troppo stanca per struggermi, ma un po di voglia ci sarebbe.

Ma perchè ovunque mi giri sento canzoni napoletane?

"Ed io fra di voi, se non parlo mai, nascondo così l'angoscia che sento in me..."

mercoledì 14 gennaio 2009

La tensione si scioglie

Sto lavorando come una pazza, veramente tante cose da fare e il tempo che manca. Non è facile ma credo di essere contenta.

E, quando torno a casa, mi rilasso leggendo post deliziosi e pensando a come realizzare piccoli sogni. Così, sarà che i turni e la responsabilità nuova aiutano molto. E stasera cenetta con le amiche del cuore, yeah.

martedì 13 gennaio 2009

Esplorando mondi sconosciuti

L'ho fatto per curiosità, per gioco. Ora so che non avevo capito nulla, ingenua donna! Il ritmo è sostenuto, i messaggi arrivano copiosi e la velocità è troppa per me. E ho altro da fare. In parte. Ma mi diverte, credo che risponderò alle mail che vengono da lontano e a quelle in lingue straniere. Quando mi riprenderò dalla sorpresa. E non pensavo ci fosse tanta gente dentro i video e sopra le tastiere a qualsiasi ora!
Vabbè. Bello. Chissà.

Pianoforte

Pianoforte
Piano
Forte
Un tasto dietro l'altro
Bianco nero
Allungo
Ritorno
Forza e dolcezza
Basso, alto
e ritorno
Tocco e sequenza
Melodia e stacco e ritmo
Abbandono e struggimento
Vita

Non posso non fare un piccolo salto nella memoria e pensare a lui, con il quale ascoltavo Danilo Rea e Bollani. Quello accanto a cui sedevo mentre mi suonava vecchi pezzi strepitosi di Cocciante.

Il maestro yoga è esattamente come immaginavo, anzi meglio. Amore a prima vista, anzi, a immediato scambio di sorrisi. E l'energia riprende a circolare, e il respiro avvolge il corpo e aiuta il cuore. E il pianoforte suona anche se lui non c'è. Ci sono io, e c'è la musica, con la stessa forza e lo stesso regalo d'amore. I tasti sono lì, e io ci sono. L'amore anche. Non ha un volto di un uomo, non più, non ancora, ma questo non cambia la musica.

domenica 11 gennaio 2009

De Andrè day

Sul piccolo palco due musicisti e la cantante. Le due canzoni più conosciute sono eseguite con amore. Ma la serata è un po' fiacca. Veniamo via (la gara di poesia non ci appassiona) per rientrare a casa in modo da poter vedere un pochino del programma su Rai3. E mi commuove vedere i volti di alcuni artisti che non vedo da molto tempo e che mi ricordano tante cose della mia vita (Bennato, Fossati, Piero Pelù, Finardi etc). La sensazione è strana, come se si trattasse di vecchi amici, di una rimpatriata e di una rievocazione dei bei tempi che furono. E i testi delle canzoni sono poesia e raccontano di valori che mi fanno sentire a casa. E mi sorprendo ad apprezzare Tiziano Ferro e la sua voce che canta senza alcuna esitazione. E la musica mi ricorda che ci sono splendide persone e che sono fortunata perchè nè ho conosciute molte. E intravvedo le luci che luccicano sul mare mentre i mandolini suonano e vedo tutto un po' più rosa, e il testo di una canzone mi regala un bel sorriso con cui dormirò questa notte.

Si può fare

Il film bello, scorrevole, divertente, commovente, intelligente nella sua semplicità e assenza di pretese esaustive. So che non è facile trattare l'argomento, ho apprezzato i piccoli accorgimenti delicati usati per non scivolare nella banalità. Un modo per parlare del disagio psichico che è anche un modo per raccontare un sogno di inclusione, per toccare l'argomento tabù del malessere sociale e individuale che va aiutato dando possibilità e occasioni a tutti. E non importa se la ricetta non c'è, il film mi ha regalato un'emozione e una piccola speranza.

venerdì 9 gennaio 2009

Achtung per i consumatori

Inauguriamo un passa parola per fare contro pubblicità?
Latte detergente per bambini, marca Coop. Il bruciore è sconvolgente. Poveri culetti dei bebè. Avvisate chi di competenza (che i baby certo non hanno facoltà).

Che dire? No grazie

Passo per un saluto all'ex collega. Abbracci. E mi dice che se volessi tornare sarebbe cosa fatta. Grazie, ma se sono venuta via il motivo c'era. E mi passa un contatto che mi può servire per il nuovo lavoro (cosa che se sapessero considererebbero spionaggio).

Di strada, l'ex-ex-ex collega. Torni da noi? Grazie ma dove sono, problemi a parte, che ancora non so come andrà, ho plus molto plus

Qualcuno mi invita a cena a casa sua. Grazie. Ma se abiti in mezzo ai monti e sai che certo non verrei in moto fin laggiù, che invito è?

L'ex-ex mi invita un giorno sì e uno no. Grazie, ma non ho cambiato idea.

E mi ritrovo davanti al portone dell'uomo che sappiamo dopo un mesetto e ancora mi stupisce l'effetto illusionistico con il quale è sparito dalla mia vita.


Per riprendermi, per giocare, per regalarmi qualcosa di utile e un'idea divertente, mi concedo l'acquisto di un paragambe super tecnico da moto. Che penso al gelo degli spostamenti quotidiani ma anche a futuri viaggetti con i bikers. Quali non importa, tanto una moto mi ricapita prima o poi.

E sorrido sotto i baffi, mi ricapiteranno tante cose che mi piacciono.

(una news letter mi informa che ci sarà un seminario che non vedo l'ora di frequentare e al quale mi iscriverò, che mai avrei pensato di conoscere quel professore di persona).
Sì grazie.

Avviso ai naviganti della mia città

I primi giorni di agosto ci sarà un'invasione: i Testimoni di Geova hanno il raduno nazionale presso il nostro stadio. Non ho idea dei numeri ma l'onda sarà numerosa, stanno già prenotando gli alberghi cittadini a trenta camere alla volta (e siamo appena ai primi di gennaio).

giovedì 8 gennaio 2009

Cose da donne

Perchè ogni volta che vado dal parrucchiere finisce che mi imbestialisco? E che, oltre alla bella chioma restaurata, mi tocca portare fuori anche un nervoso incontrollato? Avrà a che fare con le manate ricevute e le orecchie sbrucciacchiate? O con il conto che sale vertiginosamente ogni santa volta?

Riunioni lavorative

Parole
Le due parole ripetute all'infinito.
Parole e noiose affermazioni.
Noiosi brontolamenti.
Brontolose perdite di tempo.
Bla bla bla.
E a cosa servirebbe?
Sinceramente stanca di queste sedute a dire nulla.
E se tutti parlano, chi lavora? E quando?
Mi interrogo sulla possibilità reale.
Mi rispondo che quello che ho detto loro è quello che penso. Io farò così. Da oggi silenzio stampa e si produce. Due mesi e vedremo.
L'obiettivo è concentrare nell'orario stabilito il compito stabilito e uscire veloce, veloce per fare ALTRO.

Cenetta contro cinema

Ha vinto la pigrizia e la sensazione di freddo.
E, a proposito di cucina e ricette, quanto preferisco la mia cucina alle pizze e stupidaggini varie!!! Che la semplicità e l'ingrediente autentico sanno regalare momenti di serenità vera al palato. Al cinema andremo presto.

mercoledì 7 gennaio 2009

Tempeste, di neve e non

Mattinata lavorativa sull'onda delle raffiche emotive della mia nuova capessa. Che ha sferzato e sferzato dosi di adrenalina sconvolgendo i suoi sudditi. Ho retto l'onda anomala con la velocità richiesta, io. Il collega è crollato esangue.
La sottoscritta, Azzurra, la fata turchina, ce la mette tutta per fare miracoli richiesti.
Ce la faranno i nostri eroi?

E la neve arriva anche quì. E lo sguardo di un ragazzino dell'estremo oriente che quasi si spataccava con lo scooter mi fa una gran tenerezza.
E la nostra auto, miracolosamente, riesce ad evitarlo.

martedì 6 gennaio 2009

Il passato parla

e non lo capisco. E lo leggo e mi chiedo dove qualcosa è cambiato e quando ho smesso di prestare attenzione. E capisco l'errore, che è di oggi, non di ieri. Perchè non è su qualcosa che sta laggiù che posso agire. E accetto la pigrizia che vorrebbe occuparsi del già fatto perchè il futuro rende ansiosi. E la scaccio con dolcezza. Che il vuoto presente è un'opportunità da vivere, che il momento andato non si riacchiappa più, che non c'è nulla da capire o perdonarsi o da giustificare. E la cura ha le sue regole. E le correnti gravitazionali ci sono, l'importante è imparare a pilotare nel vento e seguire la rotta migliore appoggiandosi alle correnti favorevoli.

Ricreazione, driinnn.

lunedì 5 gennaio 2009

Nel mondo magico basta condividere qualcosa che tutto cambia

La febbre va e viene. Le labbra cercano di riprendere connotati umani a fatica. Il freddo è terribile. Il filmetto racconta favole e la befana prende pallonate in testa. Al lavoro, fra le risate che scateno, si sistemano mesi e mesi di pasticci. E i colleghi cominciano a sperare che riusciremo a riprendere la marcia senza danni. E la collega mi chiama per organizzare cenetta indiana e mi aiuta nella ricerca dell'impiegato giusto. E ieri la passeggiata al sole sulla collina innevata (e ghiacciata) è stata molto rilassante e divertente (che i texani notoriamente sono le calzature adatte a finire con il sedere per terra).
E stasera la stanchezza è sovrana e chiudersi in casa un lusso gradito.
Qualcuno mi chiama. E fa due squilli e chiude. E non lo richiamo. Che, anche se dicono le amiche che è bello come un fotobidello, non è sufficiente, che le tre parole che mi ha detto a capodanno manco me le ricordo.

Febbre delle mie brame, chi è la più stanca del reame?

domenica 4 gennaio 2009

La solitudine dei numeri primi

Non so perchè, mi sono svegliata con questo titolo in testa. Da trasformare. Il concetto non mi è chiaro. Del libro mi è piaciuto di più...il titolo. Che non è grande recensione in effetti. Non capisco questo gran successo. Lo trovo un mattoncino per niente entusiasmante. Che accenna ma non dice. L'argomento però è interessante, sparpagliato fra banalità varie.
Ma il mio mondo onirico cosa ha collegato?

Forse il diritto alla solitudine e all'originalità come qualcosa che la società non riconosce e non autorizza. E il pensierino forse mi è venuto pensando alle persone che ho incontrato ieri sera. Che l'unica omologazione che raccontano è quella di essere non classificabili. Che ho letto come atto coraggioso, che ne siano consapevoli o meno. E che importa se la perfezione è assente? La cosa simpatica è che la piccola osteria di biassanot era piena di voci libere che non recitavano e non chiedevano riconoscimenti. Che ad ognuno l'oste non chiede di essere speciale ma solo sè stesso. Che tutti abbiamo storie e limiti, chi più chi meno. Come se fosse un moderno porto franco.

sabato 3 gennaio 2009

Il freddo che scalda

Sole, lascio entrare l'aria gelata in casa, spalanco le finestre (si fa per dire, la mansardina non ha grandi aperture sul cielo) e vado a farmi un giretto. Di acquisti semplici che non so perchè rimando. Calzini, cappello, borsa economica che mi serve. E sento le gambe fremere al contatto con l'aria fredda, e capisco che il ghiaccio che trovo sulla sella della moto è lo stesso che rende la strada grigio chiaro, attenzione, scivolare sarebbe farsi molto male. Il variopinto mondo del mercato mi mette allegria, le famiglie multietniche mi rilassano. E il freddo ci rende tutti uguali e sorridenti. E le parole scambiate con gli estranei hanno toni gentili e simpatici. E faccio due pensieri che più semplici non si può: il sole è indispensabile alla vita e al buon umore; l'individualismo della nostra civiltà è una truffa di cui non possiamo più essere complici.

venerdì 2 gennaio 2009

Propositi semi seri, segue...

Fare propositi e progetti che siano parenti stretti dei sogni.
Fare del bene appena si può (alla sottoscritta e al prossimo).
Stare alla larga dal "male" (quello piccolo e quello grande).
Pilotare il controllo sulle questioni di mia competenza e lasciare danzare il caos della vita come più desidera.
Dividere il tempo in unità di facile gestione.
Creare parco giochi per la mente e bella campanella per suonare la ricreazione.
Istituire il premio città delle favole.
Aprire la stagione del predico male e razzolo bene.
Mischiare le carte, farne castelli, soffiarci sopra e ripartire.
Scegliere un personal trainer settimanale per l'allenamento del muscolo cardiaco.
Battezzare i giorni della settimana a scopi benefici.
Ballare e festeggiare senza motivi costituzionali.

Comunicato un pensiero

Che è uscito veloce e si è andato scrivere sul display.
Che secondo una teoria mi dovrei consentire di fare qualcosa che temo non sia giusto... E l'ho fatto, e mi sento meglio. In realtà ho solo chiesto che qualcosa che mi dava fastidio si interrompesse. Era giusto per me, non importa come sarà recepito. Che è un mio diritto essere lasciata in pace. E certe persone non mi piacciono. Che facciano come ritengono, ma che non mi coinvolgano in qualcosa che non mi interessa. Che la chiarezza e la trasparenza vorrei fossero linee guida per il presente e il futuro. L'ho solo detto, ho solo interrotto un gioco a cui non volevo partecipare. Che abbia usato due parole che qualcuno mi ha detto qualche tempo fa è solo un dettaglio liberatorio, che l'abbia fatto anche se mi sentivo "cattivella" una piccola rivincita sulla mia aspirazione all'approvazione cosmica. Che devo imparare a dire NO GRAZIE.

giovedì 1 gennaio 2009

L'audace arena

A parte il cibo e l'atmosfera surreale e le facce un pochino strane...La serata è stata molto carina e divertente, le persone conosciute sono state molto piacevoli e tutto si è svolto con grande serenità e allegria. Che l'idea di inserire varianti paga sempre, che a volte da cosa nasce cosa ed è sempre bello confrontarsi con il nuovo, che nascono feelings e alleanze. Che dal nulla si può improvvisare una celebrazione danzante e si conosce gente nuova e simpatica e tutto fila liscio.

E arrivo da Titti e vengo "rapita" per dieci minuti da un gruppo di ragazzotti veneti per una seduta fotografica sulla porta del locale, e quando entro mi ritrovo in braccio all'oste che mi solleva da terra per un'allegra giravolta in mezzo alla pista, che la musica è fantastica e i compagni ballerini si alternano con entusiasmo, che i suonatori scendono in pista per duettare con noi.
Chi balla il primo dell'anno balla tutto l'anno.

Stamattina un po' di sole e i tetti imbiancati.
E da San Sebastian arriva via sms la carezza dell' u.c.m.p.

Buon anno

Y QUE NOS SUEGNOS SE HAGAN REALIDAD.