sabato 28 febbraio 2009

Inquietante facebook

La zia che mi contatta, passi. Che è la mia zietta da sempre, nonostante tutto. Ma il marito della zia che mi scrive "visto che non ci conosciamo", no. E non so perchè. Ma non mi diverte e non mi interessa. Che mai ci siamo detti nulla e non cominceremo nella rete. Che poi mi chiedo...ma che strana storia è? E non me ne frega niente, che chi c'è ci sia, chi non, non.

Surrealismo post moderno

Tenuta da me stessa che sa di andare in luogo dissimile. Total black e tacchi. Va sempre bene. Che le facce amiche ci sono e sono il motivo per cui. E sono, sarò estranea e allo stesso tempo indispensabile. Mi preparo, in fretta. Suono di sms. Sicura che sia la mia auto che annuncia il suo arrivo, leggo l'inaspettato messaggio. Il desaparecido lancia un filo di distensione. Ora? Mi stupisco ma non mi agito. Certo ora non c'è tempo. Sono arrivati i miei compagni di viaggio. Autostrada, ricerca del luogo e parcheggio, entriamo sereni e complici. Bello l'abbraccio con l'amica di sempre e la sua gioia in sandali estivi, senza calze il tocco di trasgressione. L'uomo bello, il suo, è felice di vedermi. Mi sbacciucchia senza vergogna, il vanitoso. E' una bella persona, ci voleva. Al tavolo i sorrisi e i brindisi e le risate ci piacciono. Poi arriva il fatidico momento che temiamo. Il tutto si trasforma da piacevole sala con musica e tavoli rilassati in pista da...ballo ma soprattutto circo per una fauna che dopo un'ora non reggiamo più. Noi siamo noi, sempre noi. Ma intorno c'è una depressa e allucinante kermesse di giovani mostri emuli del Grande Fratello. Balliamo un po' sognando le balere di campagna, odiando il vocalist che riesce ad essere tamarro più di un animatore della Valtur, mal sopportando la selezione musicale da bocciofila anni '80. Quando la mia tolleranza mi porta a fuggire all'esterno trovo altre vittime solidali. E' ora di riprendere l'autostrada. Vale sempre la pena, circa una decina di scambi con persone ottime hanno dato un senso al tutto, è sempre una questione di misura: quanta pena e con quale frequenza? Va bene così. In macchina ci sorridiamo, sapevamo ed è stata una libera scelta. D'amore. Per un paio d'anni siamo a posto.


E mi domando come sciogliere un nodo, quel nodo. Ci dormo sopra. Sicuramente saprò cosa/come fare al mio risveglio.
Che di suoni e risate è pieno il mondo.

giovedì 26 febbraio 2009

Imparare la trasparenza

Certo è che il problema c'è. E fa male. E far finta che non ci sia non risolve. Il problema E' far finta di niente. Far finta. Che nasconde allo stesso tempo supponenza e paura del rifiuto. E allora si immagina il rifiuto senza chiarire, senza chiedere spiegazioni. E la mancata chiarezza crea una confusione che si diffonde come un male che tocca ogni organo vitale.

E le persone a cui si vorrebbe chiedere si allontanano e sparisce l'incanto, si dissolvono le alleanze, e non sai più chi stimi e chi sia invece un estraneo.
Non va bene.

Marzo viene battezzato il mese dei nodi chiamati al pettine.
Un po' di balsamo districante e un po' di coraggio.
Come un programma di quelli da alcolisti anonimi dei vecchi telefilm: un nodo alla volta, un chiarimento alla volta, un confronto alla volta. La lista delle verità e delle relazioni da sistemare. Tentativi che andranno come potranno. E se qualcuno non sarà disponibile dovrà dichiararlo alla luce del sole.
Più o meno. Devo capire meglio.

mercoledì 25 febbraio 2009

The reader

Per metà del film eravamo rilassatamente sulle onde di un film ben girato con buoni attori e una storia interessante. Mi sono anche ripetuta che amo il cinema e le sale cinematografiche. L'immersione nel film che permette il buio della sala e il fatto che siamo tutti fermi a "fare solo quello" mi ha fatto sempre preferire la biglietteria e la passeggiata per raggiungere il cinema al semplice consumo di un prodotto in vhs o dvd. Però alla fine abbiamo fatto un piccolo sbadiglio e ci siamo dette che qualcosa non tornava. Non è stato convincente fino alla fine, anzi. Troppa roba sul fuoco, troppe riflessioni buttate lì. E l'argomento non era chiaro. Hanno esagerato e allo stesso tempo si sono fermati troppe volte in anticipo. Che non è un plus in un film.

L'aria frizzante che annuncia la primavera che verrà e lo scambio di sereni momenti di condivisione hanno fatto la bella serata. Anche se l'argomento di riflessione è stato quel nonsochè di aria pesante e di precarietà che ci propone il momento storico. E l'aria di ricatto e pesantezza che si respira nell'ambiente di lavoro un po' ovunque.

Che l'amicizia è un bel regalo, sempre.
Che di colore è pieno il mondo, anche quando soffre e cerca soluzioni.

martedì 24 febbraio 2009

Un colpo al cerchio e uno alla botte

Che se parti la mattina dandoti un dictat per la giornata...
Mi ritrovo verso sera in pace con tutto e tutti. E ci scambiamo con il collega dolce i nostri pensieri sulla nostra riflessione comune. Che anche lui ha analizzato il suo atteggiamento e ha preso la stessa decisione: non vogliamo più perdere le staffe. Anche se intorno a noi alcuni hanno comportamenti agitati. Abbiamo lavorato insieme con serenità e grande complicità. E abbiamo risolto un sacco di cose.
Che di passi e colore e fatto il mondo.

Insofferenza

Al lavoro si sta stretti. Fisicamente e mentalmente. E mi capita di perdere la calma. Urge riprendere una certa distanza e un contegno. Sarà la settimana del silenzio e dell'autonoma astensione dalla tensione. Le parole vanno gestite. Silenzio stampa fino a lunedì. Gli altri facciano come ritengono.

La schiena e la mente ringraziano il maestro yoga e il suo sorriso simpatico che sorpassa Babà dei tempi d'oro.

domenica 22 febbraio 2009

Il mare d'inverno






Sole, vento, freddo, gabbiani e cani. Camminare lasciandosi cullare dal silenzio e dallo spazio vuoto del cielo e del mare.
Decisamente una pausa di tutto rispetto. L'ossigeno aiuta la mente e il cuore.

sabato 21 febbraio 2009

Si riparte?

Stabilisco un periodo di prova. Sono stanca ma decido di resistere ancora un po'. Ho però cominciato a indagare sul piano B. Che, è ancora mi si ripropone una prova per risolvere la questio "o tutto o niente" che mi attanaglia (ndr, qualcuno capisce di cosa parlo). Un po' viandante, un po' precaria.

Parlo del lavoro che è un caos in cui ancora non ho capito come dare il mio contributo senza che si succhi troppo le mie energie. Vabbè, d'altra parte è solo un mese e l'eredità è pessima, se riesco a farmi aiutare (altro dilemma atavico), magari ci riusciremo.

Parlo dei nodi relazionali e di un'identità che lotta per trovare la sua dimensione e che vorrebbe essere in pace con l'ombra e le sue ragioni.

Festina lente, navighiamo a vista tenendo alta la concentrazione sulle cose importanti, non dimenticando di curare il baricentro.

Take it easy, ther's so much you have to know.
Take your time
(Cat Stevens)

Braccio di ferro

Speravo. Sbagliavo.
Che se la scelta è la pavida fuga, l'occasione non è stata colta. Non azzarda la variante scambio consapevole e sereno. Un passo avanti e due indietro, parole che si smentiscono, giochi politici, meccanismi di controllo. Non c'è trippa per gatti. Mera illusione di possibile distensione. Che se io non voglio più confusione e ambiguità non basta perchè gli altri decidano di affrontare il confronto, che anche se il messaggio parte chiaro, arriva distorto.

L'amico ha la sua teoria che mi lascia perplessa ma serena. Certo che se gli uomini stessi hanno quest'immagine dei loro colleghi...

Che di colore è pieno il mondo
Che le pozze di infelicità sono perennemente alimentate, purtroppo.

mercoledì 18 febbraio 2009

Botta e risposta

LUI- il perfetto mentitore: "ti meriti di meglio".
RISPOSTA: "E chi te l'ha detto che a me non va bene uno stronzo qualsiasi? Sennò non mi ci mettevo proprio con te."

citazione, mi ha fatto sorridere

Varianti varie

Giornata che se non mi viene un colpo...
Detto tutto quello che potevo. Mi hanno detto tante cose. Alcune scarsamente sensate. Altre che non fanno una piega. Certo è che mi hanno messo in mezzo e non mi piace. La situazione pare avere un'idea. Pare. Stanca.

Chiamo e organizzo un party in prima serata. Arriva un'inatteso "aggiungi un posto a tavola". Mi viene detto che sono audace. Per così poco? Due minuti e facciamo tutto. La moto, questa prodiga compagna.

Cena. Cozze e spaghetti alle vongole. Ridiamo, molto. Abbracci.

Devo tradurre qualche riga in russo. E mi viene l'idea di "sfruttare" il fatto che forse, che ben non si sa, il mio ex si sollazza con una signora dell'est Europa. E, fra il serio e il faceto, capisco che non ho proprio più voglia di essere arrabbiata con lui, che la cosa di cui ho più bisogno è finirla con questa pesantezza fra noi. E sento la sua voce e capisco che è proprio vero, presto potremo riderne insieme.

Jacques Brel, colonna sonora di una fine giornata all'insegna della romatica ironia.

Che di colori e profumi è pieno il mondo.
Liberi tutti.

(La filosofia di oggi, partorita alla rotonda x, mentre rischiavo la vita per colpa di un guidatore insicuro, il problema non sono gli stronzi ma i rincoglioniti. Lo penso, ogni giorno di più)

martedì 17 febbraio 2009

Preghiera laica

Cari tutti, per favore fate sparire la becera tv per una decina d'anni.

Cari dei di ogni religione e credo,
dateci un po' di nuova e rinnovata pace fra gli animi.

Care onde magnetiche, rimettete un po' di ordine in questi campi gravitazionali.

Care parole riprendete la via della comunicazione.

Cari sguardi degli umani, appoggiatevi con attenzione dove serve esserci e lasciate perdere i giochi inutili.

Cari cuori sofferenti, rilassatevi e recuperate speranze e sorrisi.

lunedì 16 febbraio 2009

Om Namah Shivaya Gurave

Stabili ma liberi.

Che non c'è stabilità senza libertà e senza libertà la stabilità è precaria.

Be my valentine?

Passeggiando per ore e ore. Bla e bla. Allegria e sole. Cena con gli omoni dolcioni. E i pensieri vagano fra le parole. E capisci delle cose nuove che si vanno a stemperare fra le emozioni vecchie e nuove.
Be my valentine? My sweet valentine.
Ma quello di Tom Waits, ovviamente, mica quello dei baci perugina.
Con calma, veloci saette.

sabato 14 febbraio 2009

Pape

Compongo il numero d'istinto. Sono passati alcuni mesi. Dall'altro capo la risposta è "sei una strega". Evidentemente la comunicazione ha altri canali che vengono prima delle azioni. E, come nulla fosse, ci ritroviamo a decidere se partire immediatamente per il mare. Troppo tardi per oggi.
Sono stati mesi difficili, nè rideremo insieme.

Mostri

Hanno preso possesso della scena con le loro urla e le loro parole figlie del nulla condito chimicamente. Un'altra volta. L'oste paziente ha perso la pazienza. Le mie orecchie hanno protestato e mi sono alzata senza dissimulare la mia insofferenza. Qualcuno si è risentito della mia decisione di smettere di far finta che potesse essere accettabile stare al tavolo con certa gente.
Il gioco della torre in un'oretta ha ripristinato le energie sprecate.
Un biglietto di San Valentino grande come un lenzuolo mi lascia perplessa.
Una dichiarazione molto piacevole da una persona che non mi interessa mi mette un po' in imbarazzo ma risolviamo impostando immediatamente il piano B. Che le parole che funzionano fanno sempre piacere.

Che di colore è pieno il mondo.
Il colore rancido non ci piace.

venerdì 13 febbraio 2009

Alla rinfusa

Una donna decide di smettere di tingersi i capelli perchè vorrebbe che le riconoscessero lo status di donna adulta, che la rispettassero e smettessero di usarle non so quale angheria.

Scopro casualmente che siamo pubblicati su un portale turistico per gay, nello stesso istante capisco che non lo sa nessuno.

Verranno intensificate le attività dei Nas per controllare i botox-party.

Qualcuno è appasionato della chiesa copta e si professa grande religioso ma usa parole spietate come nulla fosse.

Mi ritrovo a riflettere su alcune cose che mi ha detto una persona con cui ho parlato solo un paio d'ore e mi sorprendo a vedere alcune cose sotto una nuova prospettiva.

Chi fa da sé fa per tre oggi è stato vero più che mai.

Canova a Forlì? Si può fare.

giovedì 12 febbraio 2009

Melitsanosalata, tsatsiki e occhi verdi

Dopo il piccolo "disguido" che mi fa saltare la lezione di yoga, mi ero un pochino abbattuta. Ma ho preso il toro per le corna e sono uscita con le idee chiarissime e il vestituzzo delle occasioni allegre.
La guida dell'amorevole amica mi sconvolge. Cosa succeda alle donne over quaranta è un mistero: alcune sono imbarazzanti tanta è la fifa e la mancanza di sicurezza con cui portano in giro le proprie automobili (e le terrorizzate amiche). A parte questo, e il miracoloso parcheggio riuscito perchè ho pregato, la serata è stata rilassante e piacevole. Merito delle salsette agliose e delle polpettine di ceci ma anche di due uomini greci che conosco da anni e che è sempre un piacere incontrare. Notiziona: l'uomo magnetico e affascinante dagli occhi che bloccano il respiro ha cambiato zona, ora è in società con il mio amico ristoratore.
Un ottimo motivo in più per passare per una pita da quelle parti.

Passeggiata in centro con il naso all'insù e tour di mezzanotte in libreria. Il cielo in queste notti è una delizia.

martedì 10 febbraio 2009

Sono decisamente idignata e affranta

E non vorrei farmi portare via l'energia residua. E non riesco a dormire e non so dove guardare per non vedere questa farsa vergognosa. Hanno esagerato, hanno passato ogni limite e continuano a farlo. E non vorrei nemmeno citare il suo nome e non lo farò. E mi vergogno di chi parla di vita e di morte senza alcun rispetto. Riposa in pace, finalmente. Per noi si prospettano anni difficili, anni di becere parole e di aggressive ingiurie mascherate da moralismi da due soldi. E le parole dette e quelle negate si mescolano in una miscela tristissima.

E meno male che all'alba la luna gigante a filo dell'orizzonte è riuscita a scaldarmi il cuore. E meno male che il canto del maestro mi ha fatto sognare una possibilità di pace e amore.

Respirare. Ritrovare il ritmo.

domenica 8 febbraio 2009

Fenomenologia degli eventi traumatici

E come disattivare il blocco delle emozioni.
Parlando di pozze di acque termali a 40° in mezzo al bosco.
Passando ore con un gruppo di amici fra piatti e musica jazz. Ridendo e scherzando fino allo sfinimento. Passeggiando di notte in un borghetto in mezzo al bosco con un uomo bello e simpatico mentre la luna illumina il profilo della montagna. Svegliandosi in un lettino di una camera d'albergo mentre qualcuno recita. Aprendo gli occhi realizzando qualcosa che inseguivi da un paio di mesi. Condividendo sorrisi e mal di testa e penne alla qualtese parlando degli alberi della Costa d'Avorio (come si scrive?) e di auto d'epoca parcheggiate in Somalia. Salutando gli amici dandosi un arrivederci per un fine settimana in Maremma e un augurio per la dura settimana lavorativa.

Peccato che la serata sia saltata improvvisamente per un tristissimo motivo, avevo voglia di rivedere i nuovi amici conosciuti a capodanno.

Che di colore è pieno il mondo.
Che a volte qualcuno che non conosci ti aiuta a capire e a voltare pagina.

sabato 7 febbraio 2009

The day after, sunny morning, raining afternoon

Mi sono svegliata un po' stordita, ho guardato la luce e mi sono decisa ad uscire per una passeggiata e una piccola decisione da prendere. Ho camminato e pensato. Ho riflettuto su alcune cose che ho scoperto avevano bisogno di essere chiarite. Ho fatto quello che mi disturbava fare ma che avevo bisogno fosse fatto. E non c'è un risultato buono o cattivo. C'è solo che mi dovevo liberare di qualcosa e forse ci sono riuscita. E sono molto contenta del mio vagabondaggio nella luce, della vetrina dei libri lussuosi, della fermata sul muretto di marmo bianco, del passaggio al mercato del pesce, delle parole che ho detto, della calma che muoveva le mie gambe.

A casa le tensioni degli altri mi hanno sfiorata ma non toccata.
Ho detto un NO con immediatezza (che i vortici altrui vanno presi per quello che sono). Mi preparo per la piccola gita fra i monti sapendo che la strada è davanti a noi perchè la si percorra, ostacoli compresi.
E se piove ringrazio che il sole ogni tanto faccia capolino.

Che di colore è pieno il mondo.
(e l'arcobaleno, anche se non si vede, c'è sempre)

venerdì 6 febbraio 2009

Non capisco

Un po' di cose.
- Job: emergenza in atto, il capo fa discorsi di preoccupazione, dice che siamo in ritardo, che ci sono troppe cose da fare e che dobbiamo agire con determinazione, che Lui è un problema, che vuole si cambino gli orari in modo da poter fare meglio. Lui "risponde" prendendosi due giorni di ferie. Estraneandosi. Mah.
- Qualcuno mi manda un messaggio come se nulla fosse: ti chiamo domani. Mah.
- Caso Englaro: quando pensi che di peggio non si può fare. Mah.
- Il mio corpo manda segnali di stress: sarà influenza in agguato?
- Un paio di inviti inattesi. Mah.

Che di colore è pieno il mondo.
Che anche il grigio è un colore.

mercoledì 4 febbraio 2009

Teen age

Loredana Bertè che canta Luna e mi ritrovo con gli occhi lucidi. Allora passo a Vecchioni che parla di trote che non sanno godere.
E la situazione non migliora.

"Io vorrei ammazzarlo per farti tornare".

E, per dare il colpo finale,
Respiro di Franco Simone!
Non me le ricordavo proprio più queste canzoni.
E gioco alla quindicenne romantica.
Che non sono stata.


Ero refrattaria alle romaticherie da ragazzina, avevo la mia musica rock e la mia lotta contro lo stereotipo che voleva le donne oche e succubi dell'amore (ancora non era richiesto avere la sesta di seno, un lato B etc). Dall'alto della mia spocchia anti-romantica guardavo chi ascoltava Baglioni con quel tanto di distacco e superiorità che sicuramente mi rendeva odiosa. E realizzo che frequentavo solo maschi perchè mi annoiavano le cose da femmina. E mi sono divertita molto nella mia doppia vita di allora: libri e arte e politica in casa, scorribande fra partite di calcio dei vari amici, partite di pallavolo, gare in moto, biliardo, esplorazioni della città "proibita" (fabbriche abbandonate e bar malfamati) con la banda dei ragazzacci. C'è da dire che, incazzusa com'ero, stranamente, avevo un fidanzato bellissimo dalla terza media e il mio bel da fare con lui (litigate, soprattutto sulla politica, e amorevoli cose).
Lui non c'è più, si è perso e non è più tornato. Peccato, sarebbe un ottimo uomo.

Le voci, gli accenti

Che se stai in casa un pochino in orario d'ufficio ti chiamano dai vari call center. Cerco sempre di non essere odiosa, per rispetto al fatto che dall'altra capo del filo c'è qualcuno che deve guadagnarsi da vivere. Qualcuno è gentile e deciso. Qualcun'altro/a è insistente e sgradevole e mi tocca chiudere in modo secco. Questo era simpatico, sereno e gentile. Ed era napoletano. E i Napoletani hanno quel qualcosa che hanno solo loro. Cosa sia esattamente non so dire. Mi fanno sorridere, mi mettono di buon umore, mi fanno pensare al sole e alla luce. E...mi catapultano in una dimensione strana. Mi passerà prima o poi?

Il mio nuovo collega spagnolo è una delizia, voce bassa virile e modi gentili e delicati, sorriso ampio, diretto e occhi attenti, sensibili. E il suo accento catalano mentre mi dice che mi parla in modo teatrale e tragico perchè tanto anch'io mi diverto a parlare così, mi regala l'allegria che serve a cominciare la giornata alle 06.45 del mattino.

Andrew ha una bella parlata pulita, calma e decisa.Riesce a dirmi cosa pensa di una questione spinosa in modo splendidamente limpido. Ha ragione.

domenica 1 febbraio 2009

La quarantena emotiva

L'ex si può rivedere solo quando si è felicemente accoppiati.
Perchè grattare sopra una ferita è il modo migliore per farla tornare a sanguinare.

(TV in una giornata da lupi)

La scoperta dell'acqua calda

Non sono capace di cucinare mentre lavoro al pc: le pentole bruciate hanno indetto una protesta che non lascia dubbi.
Perseverare sarebbe diabolico. Mi adeguo, ammetto i miei limiti.

Il transito di Venere, Saturno nel segno

La classifica del Fox, cara Plain, ci mette in fondo, nel gruppo della settimana NO. C'amme a fà?!?
Mi si dice che ci vuole un cambiamento interiore, che devo rompere gli indugi e parlare con chi di dovere, che l'analisi spietata vada attenuata (anche se ho ragione), che manderò qualcuno a quel paese.
Il caro Rob parla di strani miscugli di tendenze sessuali, eh?

La primavera è rimandata, nevica.
Chissà se convinco qualcuno per un massaggio a domicilio.