sabato 25 dicembre 2010

Natale allegro in famiglia allegra

L'esperimento con gli umani non ha funzionato...
E' ora di dare il controllo agli ippopotami.

E allora, ci travestiamo da ippopotami e giochiamo!

Natale in famiglia. Siamo state veramente brave, lo devo dire. Ci siamo organizzate e coordinate alla perfezione. Alle sei eravamo tutte su un treno con i nostri mille pacchettini colorati e abbiamo passato proprio una bella serata, serena e allegra. Le ragazze erano affettuose e allegre e con la sister e la Mom ci siamo fatte tante risate. Gatto e cane con fiocchetto rosso di ordinanza elargivano coccole varie e la pappa preparata tutti insieme era ottima e perfetta. Brave. Regali a mezzanotte e la buonanotte con i nostri bei pigiamoni, baci prima di dormire, come ai vecchi tempi.
Ho sentito chiaramente che sappiamo fare squadra e abbiamo tanti spunti comuni di allegria e condivisione, bello. Questa è una forza di cui sono grata.
Stamattina il risveglio e l'uscita veloce, che l'unico uomo aveva improvvisamente fretta...ma tant'è, la serenità c'era e tutto è andato benissimo, compresa la colazione in pasticceria con allegata cagnona dolce (che si era fatta la vigilia da sola, poverina).

E via in autostrada, di nuovo.
Il nonno, quello vecchio, è felice di vederci.
Il nonno, quello più giovane, il nostro Pà, è morbido e contento.
Il direttore del ristorante e la figlia sembrano usciti da un film, con quella voce metallica...inquietanti loro e tutte quelle tizie che ci frullano intorno. Il pesce è buono, comprese le ostriche, ma nè mangio una sola che non mi fido del tutto. La delusione ci prende tutti quando arriva l'astice tutto impregnato di pan grattato iper condito. Ma che stranezze fanno in Romagna!

mercoledì 22 dicembre 2010

Miseria e nobiltà


Promessa mantenuta, che la madre espresse desiderio e mi sono organizzata. L'attore è molto bravo e molto napoletano. Incontrato al tavolino di un bar, ci invitò. Il teatro è walking distance dalle nostre rispettive case. Piove, questo non è bello. Gran ressa all'entrata, i posti sono ottimi, il caos un po' troppo ma c'è tanta allegria. Sono, siamo stanchi, in molti nella sala, lo spettacolo è lungo, lunghissimo. Un pisolo ci scappa quà e là. Mi affascina questo mondo sconosciuto di appassionati di teatro, di brave persone per nulla aristocratiche, bambini attori con sorelline addormentate, baristi-attori pieni di entusiasmo, Napoletani doc alleati con attori dialettali bolognesi. Lui mi piace, è bravissimo e si muove e parla come se fosse una versione "alta" di Babà. E me lo ricorda tantissimo. Struggimento passeggero a tratti. Nelle scene di monologo della moglie si sente una piccola voce arrivare dalla platea. E' Aristotele che chiacchiera, che i suoi genitori sono in scena e lui è abituato ad esprimersi, carino il cucciolo.

La fine arriva che è l'una, il pubblico allegro è decisamente stremato, bambini accasciati sulle poltrone, ovunque. Solo Aristotele è in piena forma e vuole fare un giro sul palco, sorride alla sala e vuole fare gli inchini di ringraziamento con mamma e papà. Fuori soffia vento gelato, a piedi non si affronta e chiamo un taxi.
Guardo mia madre e i suoi movimenti affaticati, l'età avanza, mi intenerisce la sua difficoltà fisica. Rifletto con amarezza sulla decadenza del corpo e sulle possibilità mancate, sulle solitudini dei giorni della festa, su quello che si potrebbe fare per vivere meglio un po' tutti...

Sogni strani e mal di gola. Come disse la madre, non siamo tanto adatte a questo clima. Vuoi mettere i teatri all'ombra del Partenone?

lunedì 20 dicembre 2010

La bellezza del somaro

Piacevole, divertente. Spunti intelligenti, parodie grossolane e demenziali, eccessi inutili vagamente demodè e ruffiani a tratti. Il ritratto borghese molto nel clichè del solito cinema italiano che descrive la realtà ispirandosi alle fiction, che barba. Castellito e la Morante credibili perchè attori veri, teatrali. Momenti da cine panettone che servivano al botteghino ma la risata è liberatoria, che la morale altrimenti sarebbe stucchevole e rischierebbe di apparire seriamente condivisibile. Che poi...alla fine è una stupidaggine interpretativa. Il titolo non dice niente. Insomma, meglio di tette e culi natalizi, divertente ma non facciamo finta che ci dica qualcosa di interessante.
Jannacci pittoresco per circa tre minuti, gli stessi in cui non si capisce niente di quello che biascica, ma gli vogliamo tutti bene. La ragazzina con i codini a pon pon graziosa, vagamente antipatica, speriamo tutti che i giovani capiscano di più, temo sia la solita macchietta del giovane che l'adulto non sa leggere.
La mia amica esce dalla sala dicendo che il film era triste.
La parte migliore quella delle performances dello psicopatico.

La pizza dallo "sporcaccino" (ndr pizzeria storica dove il prezzo abbordabile è compensato dalla mancanza di igiene) è degno dopo cinema della domenica pre natalizia.

Sensi di colpa preventivi, onirico delirio

Non si sa mai quando il mondo nascosto proverà a passarti una dritta. Presta attenzione alle trame più profonde che s’intrecciano appena sotto la superficie in cui si presume si stia svolgendo la storia principale.

Free Willy scrive...e io leggo e mi metto in ascolto, de che?

Sogno: ospedale, nessun dettaglio. Siamo occhi negli occhi, poi abbracciati. Entra lei e non riusciamo a fare di meglio che rimanere immobili, in silenzio, la guardiamo e lei guarda noi. Ha in braccio un bambino piccolo ed uno è affianco a lei. Come si esce dalla situazione? Il sogno non finisce, si interrompe.
Chissà cosa vuole raccontare o suggerire il mio mondo onirico?
Immagino abbia a che fare con la lunga telefonata con lui, con il fatto che gli anni sono passati e tante cose non le ho capite ma con lui mi sento capace di esprimere, anche che continuo a sentire il suo affetto, che le sue parole mi mancano. Immagino che anche la serata di sabato con il piccolo bimbo e la sua mamma abbia influenzato i meandri dell'inconscio. Che c'è una storia di ramificazioni di relazioni della quale io ero il fulcro. E oggi? Oggi forse è il tempo del riordino...Che mi sono persa nel bosco e devo fare un veloce percorso a ritroso, raccogliere le briciole, metterle nel sacchettino e ripartire dal nastro di partenza.

O forse devo solo lasciare andare tutto, farlo scivolare nel baule delle cose che sono ed erano, apprezzare ed accettare che il mistero c'è e non ha bisogno di nessuna interpretazione o azione, liberi tutti, vale tutto, per me e per gli altri.

Che se la smettessi una volta per tutte di chiedermi di fare la cosa giusta!!!
Caro Babbo Natale, la mia wishing list ha una richiesta sola: la bacchetta magica per cancellare dubbi e gabbie autolimitanti.

giovedì 16 dicembre 2010

Quando le donne...

Scendo le scale per cambiarmi, che in questi giorni di gelo lavoro con altra tenuta da quella del gelo cittadino. Incontro le ragazze delle pulizie dei piani. Sorridono e mi accolgono con rumorosi saluti come se non ci vedessimo da giorni. Rosy è truccata e luminosa e mi abbraccia piena di entusiasmo. "Sono finalmente divorziata"!
Ricambio l'abbraccio e ascolto la descrizione della sua gioia, mi mostra che si è truccata per l'occasione e mi dice che quando toglierà il grembiule da lavoro indosserà i suoi abiti migliori e andrà con le sue figlie a festeggiare.
Ha tre bambine meravigliose e fascinose che la adorano e un passato terribile che è appena concluso. E' riuscita a dare alle sue figlie una casa che ha decorato e curato con tutta la passione possibile, una serenità che erano anni che aspettavano, una vita italiana con la scuola e tutto il resto. La ammiro per la sua forza ma soprattutto per l'allegria e la generosità con la quale festeggia ogni meta raggiunta, che mi chiede sempre che turno farò per preparare una torta o un pranzetto speciale da condividere nei tre minuti di pausa comune che riusciamo a fare. Ormai ci salutiamo spesso con una delle poche parole che conosco in albanese, kusheri, cugina.

lunedì 13 dicembre 2010

Donne di ogni età

Ottanta anni. Moglie e madre. Due malati in casa. Lei che accudisce tutti con passione e amore e grande grinta, senza scordare la dolcezza.
Quando scopre che il marito, magrissimo uomo rimasto in casa ad aspettare il ritorno dall'ospedale, non ha mangiato nulla, nonostante il tegamino pronto sul fuoco...che in modo inopportuno lui dichiara che da solo non riesce a mangiare...Lei si infuria, sbotta, le tremano le labbra dalla rabbia.

In dialetto, senza alzare la voce, dice "nella vita bisogna sapersi arrangiare, anche se si è uomini, cavolo".

Quali parole?

Mettere alcune righe su una tastiera o su di un foglio spesso aiuta. Aiuto. Ecco la parolina magica. Venerdì, sabato, domenica, lunedì. Quattro giorni diversamente difficili sono finiti. Ho riempito la vasca di acqua bollente e sale grosso, ho aggiunto qualche goccia di olio essenziale del secondo chakra, ha un ottimo profumo. Ho spento le luci grandi e lasciato due piccole e un po' di candele ovunque, ho spento la tv e acceso la radio on-line sulla voce "relax", ho lavato via le ore di ospedale usando olio e una vecchia spugna.

Ho ripensato a quello che sono state queste ore, ai dubbi, ai volti, alle parole, agli occhi, alle scelte, alle attese.
Alle lacrime di qualcuno che sono scoppiate in un'esplosione improvvisa, ho rivisto quello sguardo che cercava i miei occhi e subito dopo ho riconosciuto il braccio dell'infermiera che mi sussurrava di entrare nella stanza vuota delle medicazioni, ricordo i suoi occhi solidali e accoglienti.

Ora mi sono calmata. Grazie all'amica che mi ha sostenuto con le parole e con la piccola auto che mi ha lasciato in dotazione nei giorni in cui serviva, senza saperlo. Grazie a chi mi ha risposto al telefono mostrandosi disponibile a fare quello che gli chiedevo con grande naturalezza e dolcezza nonostante non lo veda da molti mesi. Grazie ai corridoi gelati dell'esterno dell'ospedale che hanno accolto i miei passi nervosi che studiavano cosa fare e come.

Grazie a lui, che ha resistito tante ore dicendo solo un paio di "non ce la faccio più" e che, a casa, finalmente nelle sue pantofole calde, ci ha sorriso con l'occhio vivace e dolce senza nascondere che fosse merito dei farmaci anti dolore.

Trattengo e controllo la rabbia per come sono andate le cose, che tutti sappiamo che se ci fosse stato il dottore dai capelli lunghi sarebbe stato tutto diverso, lo hanno detto anche le infermiere e le signore dell'urp...spero di riuscire a parlargli anche se da domani è il primario in un altro ospedale.

Abbracciamoci forte, ora più che mai

giovedì 9 dicembre 2010

Potiche. La bella statuina

Secondo filmetto dai colori pastello della settimana. Con amica che non vedevo da parecchio, amatissima amica con la quale mi sento a casa, nell'unica casa reale dove mi sento a mio agio al 100%. Arrivata, lei, di corsa al limite di inizio del film, ci tocca entrata nella sala buia e stracolma. Appena accasciate sulle poltrone, mi ha sussurrato "mi sono persa da sola, scusa, ti voglio bene" e mi ha abbracciato. Da lì in poi il film ci ha avvolto e abbiamo sorriso e riso per due ore, con risate sonore e liberatorie. La Deneuve e Depardieu potrebbero reggere decine di pellicola a soli, che spettacolo! Simile, alla francese stavolta, al film dell'altra domenica per l'ironia e parodia di clichè e rappresentazioni, spumeggiante nelle sue esagerazioni, divertente e ben fatto.

La stanchezza ringraziava della leggerezza e allegria, la voglia di concetti intelligenti in quest'epoca becera si rilassava nell'enunciazione lieve dei pregiudizi e vizi della società.

All'uscita abbiamo incontrato Alì, il mio fidanzato storico di un paio di decenni orsono...si sono abbracciati con affetto nonostante ai tempi della nostra rottura lei fu l'unica a tenergli testa con veemenza (che anche lui la rispettava in un tempo in cui non stimava quasi nessuno). Birretta allegra dal BelAntonio e a nanna. Bella serata, alla vecchia.

lunedì 6 dicembre 2010

We want sex


Seratina carina, cinemino della domenica pomeriggio che ci stava proprio bene, benissimo. Leggero e grazioso, allegro e ironico, garbato senza essere lezioso. Brave le attrici, le sfumature favolistiche nella trama non davano fastidio, anzi.
La verosomiglianza un optional di cui non abbiamo sentito eccessiva la mancanza. Che lo sappiamo che non sono andate proprio così le cose...
Ma sappiamo bene che le conquiste e le lotte sono fatte anche di persone semplici e che si può raccontare qualcosa di importante anche in modo lieve.
L'ironia e la rappresentazione della realtà quotidiana del mondo inglese di un certo cinema è qualcosa a cui sono affezionata. Anche agli Inglesi, nonostante tutto.

E le donne! Magiche.

domenica 5 dicembre 2010

La cioccolata donata

Ieri era il compleanno di un piccolo bambino, un anno. La sua mamma è una piccola donna albanese che lavora con me. Ha un suocero con meravigliose orecchie a sventola, un signore che sembra uscito da un racconto di fate e gnomi, chiaramente uno che ha lavorato tanta terra dura e secca in qualche landa di quel paese piccolo quanto difficile. La piccola donna in qualche mese ha imparato l'italiano perfettamente, è sempre sorridente e gentile, efficiente ed efficace. Il marito è un bellissimo uomo con un sorriso ampio e morbido, dagli occhi vivaci e splendenti.
Ieri ha chiesto se poteva uscire prima dal lavoro, che aveva finito il suo lavoro. Ci ha ringraziato per averle permesso di andare a casa dalla famiglia e ha regalato a tutti una tavoletta di cioccolata, che ci sono tradizioni orientali che mi piacciono molto: se festeggi qualcosa lo condividi con un pensiero per gli altri.

Altre tradizioni che si seguono in Grecia, in Albania, in Maghreb sono il fare gli auguri ai figli per il compleanno delle madri e viceversa (in greco la frase rituale di augurio si traduce con "che ti possa vivere a lungo") e portare un piccolo regalo se viaggi da un paese all'altro. Così capita spesso che in albergo arrivino clienti mai visti dalla Turchia, dal Giappone, dall'Algeria con un pacchettino di dolci o datteri in regalo per lo staff che li accoglie al loro arrivo.

Un po' mi mancano certe cose che fanno parte della cultura della Grecia, piccole cose che fano stare bene e che quì non si usano.
Per esempio in Grecia mi salutano spesso (gli estranei) con frasi tipo "la pace sia con te" e "che Dio ti benedica" "che tu possa essere felice".
E non sono abitudini e basta, si sente la sincerità semplice che le accompagna.

Shalom, Shanti...
Inventiamoci tutti un nuovo modo di essere empatici e piacevoli con i nostri coinquilini dell'uiverso.