Scendo le scale per cambiarmi, che in questi giorni di gelo lavoro con altra tenuta da quella del gelo cittadino. Incontro le ragazze delle pulizie dei piani. Sorridono e mi accolgono con rumorosi saluti come se non ci vedessimo da giorni. Rosy è truccata e luminosa e mi abbraccia piena di entusiasmo. "Sono finalmente divorziata"!
Ricambio l'abbraccio e ascolto la descrizione della sua gioia, mi mostra che si è truccata per l'occasione e mi dice che quando toglierà il grembiule da lavoro indosserà i suoi abiti migliori e andrà con le sue figlie a festeggiare.
Ha tre bambine meravigliose e fascinose che la adorano e un passato terribile che è appena concluso. E' riuscita a dare alle sue figlie una casa che ha decorato e curato con tutta la passione possibile, una serenità che erano anni che aspettavano, una vita italiana con la scuola e tutto il resto. La ammiro per la sua forza ma soprattutto per l'allegria e la generosità con la quale festeggia ogni meta raggiunta, che mi chiede sempre che turno farò per preparare una torta o un pranzetto speciale da condividere nei tre minuti di pausa comune che riusciamo a fare. Ormai ci salutiamo spesso con una delle poche parole che conosco in albanese, kusheri, cugina.
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