lunedì 20 dicembre 2010

La bellezza del somaro

Piacevole, divertente. Spunti intelligenti, parodie grossolane e demenziali, eccessi inutili vagamente demodè e ruffiani a tratti. Il ritratto borghese molto nel clichè del solito cinema italiano che descrive la realtà ispirandosi alle fiction, che barba. Castellito e la Morante credibili perchè attori veri, teatrali. Momenti da cine panettone che servivano al botteghino ma la risata è liberatoria, che la morale altrimenti sarebbe stucchevole e rischierebbe di apparire seriamente condivisibile. Che poi...alla fine è una stupidaggine interpretativa. Il titolo non dice niente. Insomma, meglio di tette e culi natalizi, divertente ma non facciamo finta che ci dica qualcosa di interessante.
Jannacci pittoresco per circa tre minuti, gli stessi in cui non si capisce niente di quello che biascica, ma gli vogliamo tutti bene. La ragazzina con i codini a pon pon graziosa, vagamente antipatica, speriamo tutti che i giovani capiscano di più, temo sia la solita macchietta del giovane che l'adulto non sa leggere.
La mia amica esce dalla sala dicendo che il film era triste.
La parte migliore quella delle performances dello psicopatico.

La pizza dallo "sporcaccino" (ndr pizzeria storica dove il prezzo abbordabile è compensato dalla mancanza di igiene) è degno dopo cinema della domenica pre natalizia.

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