domenica 29 luglio 2012

ancora una settimana

Non vedo l'ora!

Quando non mi piaccio

quando mi faccio condizionare, quando interpreto male le cose e finisce che mi faccio imbrogliare dalle cattive abitudini altrui. Come se non mi bastassero le mie! Ci sono abituduni che non mi piacciono negli altri e neppure in me. La prinicpale è l'abitudine alla paura. Che di abitudine si tratta, quasi un vizio. E finisce, a volte, che mi lasci imbrigliare in richieste che non capisco. E, nonostante protesti a gran voce, mi scappa di rimanere nella rete a dimenarmi come un insetto preso dal ragno di turno. E, lo so bene, non ci sono ragni in giro a cercare di prendere me e nessuno potrà mai inventare una vita per me, al posto mio. E, nella massima perplessità, improvvisamente realizzo che non ha senso aspettare che altri sappiano cosa vuoi o come lo vuoi. E anche che non serve avere aspettative quando si può benissimo parlare ed agire. Mi è toccato dire chiaramente un NO e mi è costato anche se sapevo benissimo che era senza ombra di dubbio un no giustissimo, utilissimo, necessario. Ho dovuto spiegarlo ma non ho dovuto insistere troppo. E allora, perchè mi sarà mai presa l'insicurezza. Perché.... Cattivi usi e costumi. Ed è tutto affare mio liberarmi dalla necessità che tutto fili liscio sempre. Ed è anche "liscio" quando si deve dire un no. Che ti frega? Ma ho scoperto che ogni tanto devo fare un reset e riscordarmi quali siano le cose importanti, chi sono io e chi voglio accanto a me. Per fortuna ci pensa qualcuno a dirmi che non ha senso avere paura. Ed è quel qualcuno che mi prende sempre quando finisce che mi dimeno tanto nella rete (sua? mia? nostra?) da finire per cadere nel vuoto. E va bene anche il vuoto, ogni tanto. Che il vuoto è fatto appositamente per essere riempito e svuotato. Basta che non diate dei giochi dove tutto è pieno di regole immobili, ecco perchè ho detto quel No. Ecco.

giovedì 26 luglio 2012

Un po' di tutto

è quello che mi serve. tutto, tutto. Ma le varianti di quel tutto che io vedo e annuso e mi piace. Che ho bisogno di vedere le persone che mi piacciono, quelle che mi parlano di questo e quello. Che ho bisogno delle serate a girovagare per librerie, delle facce delle mie amiche che conosco da tanti anni, di scherzare con mia sorella sulle nostre cose belle e brutte. Che ho bisogno di lavorare con persone capaci di interessarsi delle cose del lavoro ma anche delle persone del lavoro, delle cose del mondo e degli argomenti allegri e delle cose politiche. Che mi piace il mio collega cantante di lirica che dall'Argentina mi manda i bacetti come solo lui sa fare. E mi sento fortunata quamndo decido alle sette di mattina di non mettermi subito la divisa ma di perdere (guadagnare) un po' di tempo con il notturno a parlare di charango ed altri strumenti andini. E mi piace che mi saluti consigliandomi di ascoltare un'antica canzone che scopro nella versione dei Simon & Garfunkel (quanto tempo, come si scriveva pure?). El condor pasa. E l'amica con la quale ci siamo prese una lunghissima pausa di riflessione mi/ci invita a festino a casa sua, quasi un pigiama party. Ed è bello riconoscere che, nelle differenze, siamo una bella coppia quando si tratta di condividere l'energia positiva, propositiva e la voglia di festeggiare, anche senza motivi precisi. Mi piace avere sollecitato una telefonata dalla mia nipotina appena sbarcata dalla Spagna, mi piace che mi chiami e mi dica che è contenta di sentire la mia voce. Mi piace che quando sia felice abbia voglia di dirlo anche a me. E mi piace avere scambi di sms che scorrono lisci e decidono con ironia. E quando il fidanzato mi chiede cosa mi serva dal centro commerciale, gli rispondo che mi servirebbe un frisbee. Sento la sua sorpresa. Non mi vengono in mente cose più utili :-)

martedì 24 luglio 2012

demente[de-mèn-te] agg., s.

Passeggio per strada davanti a casa, tipo passeggiatrice. Poi mi volto e lo vedo arrivare sorridente, con camminata elastica e braghetta chiara, scarpa di cuoio morbida e leggera. Ha un mazzo di fiori in mano che lascia ondeggiare a testa in giù,e riesce a farmi ridere immediatamente. Non mi aspettavo pure i fiorellini d'ordinanza. Abbiamo detto che sì, ci divertiamo a fare che oggi festeggiamo quest'anno passato e volato, questi mesi di tante cose ma, cosa più importante di tutte, di tante risate. La giornata è stata dura, la mia più che altro. Racconto, sì, le stressanti cose ma sono già oltre. Abbiamo altre cose da fare, concordiamo. Come faremo stare la chitarra nella micro macchina? Come gestiremo la cosa se l'appartamento prenotato non sarà di mio gusto? Quel simpaticone che deve portarci in giro in barca doveva proprio spaccagnarsi la caviglia oggi? Dopo il vino ghiacciato a fine cena, che il tavolo ci è toccato dentro ma la fine serata ci viene concessa nel micro giardino urbano, saliamo in casa. A fare i de-menti. Cioè tutto quello che di stupidamente allegro e liberatorio ci viene in mente. Era da quando avevo dieci anni che non spegnevo così la lampadina della contegnosa intelligenza...Ridere per leggerezza, ridere per de-faticare la serietà e la stanchezza. Anniversario sì: della complicità più seria che ci sia, quella del sovvertire e ironizzare, giocare e scherzare. DE- un po' di de............ci vuole ogni tanto

lunedì 16 luglio 2012

Il sommergibile

Sogno. Una località stranissima, di mare ma lunare, strade e alte salite, c'è gente , è una specie di piccola città ma non assomiglia a nulla che conosca. Il mio compagno esce e cammina veloce. Non è chiaro se esco per cercarlo o se sto cercando di allontanarmi da lui. Improvvisamente sono in bicicletta e raggiungo una specie di porto nascosto. Ci sono delle persone che si stanno accordando per la serata, sono invitata, se lo voglio. Si cena lì e poi si potrà dormire in questo strano posto. E' una specie di sommergibile, enorme ma nascosto nell'acqua. Mentre il sole tramonta,entriamo da una botola pesante a livello del molo e scendiamo per scalette di metallo, tante scalette di metallo. Alla fine la zona dove staremo si allarga e c'è luce, non la vedo ma sappiamo che ci sarà anche una specie di terrazza all'esterno. esterno dove? nell'acqua? ci sarà un luogo all'interno di una caverna subacquea? Nel sogno non sono sicura se starò o tornerò a casa. Il capo, in che senso non saprei, non è ancora arrivato. C'è il suo letto e uno strano lettino piccolo che se lo chiudi sembra un pianoforte verticale. Dopo un po' siamo tutti seduti per terra mentre lui parla e mi si siede in braccio questo bambino piccolo e biondo. Non lo conosco queso bambino ma lui conosce benissimo me e starmi appiccicato è per lui cosa naturalissima. Mi sveglio con la stessa perplessità che mi sono sentita addosso per tutto il sogno.

Anniversari

Non abbiamo capito quale sia la data, lui mi ha detto di cercarla, io gli ho detto di provare a fare mente locale. Sicuro che la cosa ci diverte molto, ce la inventiamo noi. Finalmente oggi provo a cercare, fra i miei deliri scritti trovo qualcosa. Ora? Ci piacerebbe inventarci una data da trattare come il nostro aniversario, chissà per farci cosa... Detto, fatto. Oggi sancisco che sia il 23 luglio. Ci siamo quasi.

mercoledì 11 luglio 2012

Onde

mare, mare com'è che un tramonto e una nuotata al crepuscolo ci regalano tanta serenità?

Vorrei abbracciarti

e dirti che passerà. e vorrei che, magicamente, il tuo sorriso si apra e mi confermi che non hai più paura. e, lo faccio io quel sorriso, anche se capisco che hai ragione ad aver paura. anche se lo so che lo sai che ci inventeremo qualcosa. mi hai appena scitto che no, non hai voglia di quella serata che non è nelle tue corde stasera. forse non è neppure nelle mie. non importa. io me la invento, sono anch'io stanca di stare con tanta gente. farò il salutino e tornerò da te. grazie per l'abbraccio di ieri e per tutti gli altri. e non lo so se la crisi ci lascerà uguali a prima, non lo so come potrà essere quando i mesi lavorati e non pagati saranno di più. quello che so è che ci inventeremo il modo perché i sorrisi siano il nostro motore quotidiano, sempre