giovedì 26 luglio 2012
Un po' di tutto
è quello che mi serve.
tutto, tutto. Ma le varianti di quel tutto che io vedo e annuso e mi piace.
Che ho bisogno di vedere le persone che mi piacciono, quelle che mi parlano di questo e quello. Che ho bisogno delle serate a girovagare per librerie, delle facce delle mie amiche che conosco da tanti anni, di scherzare con mia sorella sulle nostre cose belle e brutte. Che ho bisogno di lavorare con persone capaci di interessarsi delle cose del lavoro ma anche delle persone del lavoro, delle cose del mondo e degli argomenti allegri e delle cose politiche. Che mi piace il mio collega cantante di lirica che dall'Argentina mi manda i bacetti come solo lui sa fare. E mi sento fortunata quamndo decido alle sette di mattina di non mettermi subito la divisa ma di perdere (guadagnare) un po' di tempo con il notturno a parlare di charango ed altri strumenti andini. E mi piace che mi saluti consigliandomi di ascoltare un'antica canzone che scopro nella versione dei Simon & Garfunkel (quanto tempo, come si scriveva pure?). El condor pasa.
E l'amica con la quale ci siamo prese una lunghissima pausa di riflessione mi/ci invita a festino a casa sua, quasi un pigiama party. Ed è bello riconoscere che, nelle differenze, siamo una bella coppia quando si tratta di condividere l'energia positiva, propositiva e la voglia di festeggiare, anche senza motivi precisi.
Mi piace avere sollecitato una telefonata dalla mia nipotina appena sbarcata dalla Spagna, mi piace che mi chiami e mi dica che è contenta di sentire la mia voce. Mi piace che quando sia felice abbia voglia di dirlo anche a me.
E mi piace avere scambi di sms che scorrono lisci e decidono con ironia.
E quando il fidanzato mi chiede cosa mi serva dal centro commerciale, gli rispondo che mi servirebbe un frisbee.
Sento la sua sorpresa. Non mi vengono in mente cose più utili :-)
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