martedì 24 luglio 2012

demente[de-mèn-te] agg., s.

Passeggio per strada davanti a casa, tipo passeggiatrice. Poi mi volto e lo vedo arrivare sorridente, con camminata elastica e braghetta chiara, scarpa di cuoio morbida e leggera. Ha un mazzo di fiori in mano che lascia ondeggiare a testa in giù,e riesce a farmi ridere immediatamente. Non mi aspettavo pure i fiorellini d'ordinanza. Abbiamo detto che sì, ci divertiamo a fare che oggi festeggiamo quest'anno passato e volato, questi mesi di tante cose ma, cosa più importante di tutte, di tante risate. La giornata è stata dura, la mia più che altro. Racconto, sì, le stressanti cose ma sono già oltre. Abbiamo altre cose da fare, concordiamo. Come faremo stare la chitarra nella micro macchina? Come gestiremo la cosa se l'appartamento prenotato non sarà di mio gusto? Quel simpaticone che deve portarci in giro in barca doveva proprio spaccagnarsi la caviglia oggi? Dopo il vino ghiacciato a fine cena, che il tavolo ci è toccato dentro ma la fine serata ci viene concessa nel micro giardino urbano, saliamo in casa. A fare i de-menti. Cioè tutto quello che di stupidamente allegro e liberatorio ci viene in mente. Era da quando avevo dieci anni che non spegnevo così la lampadina della contegnosa intelligenza...Ridere per leggerezza, ridere per de-faticare la serietà e la stanchezza. Anniversario sì: della complicità più seria che ci sia, quella del sovvertire e ironizzare, giocare e scherzare. DE- un po' di de............ci vuole ogni tanto

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