domenica 5 dicembre 2010

La cioccolata donata

Ieri era il compleanno di un piccolo bambino, un anno. La sua mamma è una piccola donna albanese che lavora con me. Ha un suocero con meravigliose orecchie a sventola, un signore che sembra uscito da un racconto di fate e gnomi, chiaramente uno che ha lavorato tanta terra dura e secca in qualche landa di quel paese piccolo quanto difficile. La piccola donna in qualche mese ha imparato l'italiano perfettamente, è sempre sorridente e gentile, efficiente ed efficace. Il marito è un bellissimo uomo con un sorriso ampio e morbido, dagli occhi vivaci e splendenti.
Ieri ha chiesto se poteva uscire prima dal lavoro, che aveva finito il suo lavoro. Ci ha ringraziato per averle permesso di andare a casa dalla famiglia e ha regalato a tutti una tavoletta di cioccolata, che ci sono tradizioni orientali che mi piacciono molto: se festeggi qualcosa lo condividi con un pensiero per gli altri.

Altre tradizioni che si seguono in Grecia, in Albania, in Maghreb sono il fare gli auguri ai figli per il compleanno delle madri e viceversa (in greco la frase rituale di augurio si traduce con "che ti possa vivere a lungo") e portare un piccolo regalo se viaggi da un paese all'altro. Così capita spesso che in albergo arrivino clienti mai visti dalla Turchia, dal Giappone, dall'Algeria con un pacchettino di dolci o datteri in regalo per lo staff che li accoglie al loro arrivo.

Un po' mi mancano certe cose che fanno parte della cultura della Grecia, piccole cose che fano stare bene e che quì non si usano.
Per esempio in Grecia mi salutano spesso (gli estranei) con frasi tipo "la pace sia con te" e "che Dio ti benedica" "che tu possa essere felice".
E non sono abitudini e basta, si sente la sincerità semplice che le accompagna.

Shalom, Shanti...
Inventiamoci tutti un nuovo modo di essere empatici e piacevoli con i nostri coinquilini dell'uiverso.

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