domenica 4 gennaio 2009

La solitudine dei numeri primi

Non so perchè, mi sono svegliata con questo titolo in testa. Da trasformare. Il concetto non mi è chiaro. Del libro mi è piaciuto di più...il titolo. Che non è grande recensione in effetti. Non capisco questo gran successo. Lo trovo un mattoncino per niente entusiasmante. Che accenna ma non dice. L'argomento però è interessante, sparpagliato fra banalità varie.
Ma il mio mondo onirico cosa ha collegato?

Forse il diritto alla solitudine e all'originalità come qualcosa che la società non riconosce e non autorizza. E il pensierino forse mi è venuto pensando alle persone che ho incontrato ieri sera. Che l'unica omologazione che raccontano è quella di essere non classificabili. Che ho letto come atto coraggioso, che ne siano consapevoli o meno. E che importa se la perfezione è assente? La cosa simpatica è che la piccola osteria di biassanot era piena di voci libere che non recitavano e non chiedevano riconoscimenti. Che ad ognuno l'oste non chiede di essere speciale ma solo sè stesso. Che tutti abbiamo storie e limiti, chi più chi meno. Come se fosse un moderno porto franco.

2 commenti:

inattesa ha detto...

Io ho finalmente restituito il libro alla lù dopo forse più di due mesi che lo tenevo sul comodino senza neanche averlo cominciato.
Forse era già mio per usucapione ;-)

Mi dispiace non averti vista ieri sera ma sono contenta che non hai rinunciato per la stanchezza.
Certo che non so dove la trovi tutta questa energia..

bb ha detto...

@plain L'energia è al minimo, il fatto è che il sotto zero mi ha fatto optare per l'osteria sulla via di casa, sai, noi motociclisti non ce la passiamo benissimo. brrr!