lunedì 10 ottobre 2011

Il pre-post, sognando monti assolati

Ultimi giorni in ripresa lenta, oggi il dì pre -rientro alla vita quotidiana.
La frase celebre ricorrente degli ultimi giorni "accozzata come una cozza". Lo abbiamo fatto, sapendo che sarebbe stato bello e pericoloso. E' stato bello e pericoloso, abbiamo rischiato. E abbiamo messo il naso fuori (prima il naso da Piggy per giretti piccoli che mi sentivo un cagnolino portato a passeggio, poi naso semi normomorfico...) per evitare che il cervello fondesse per la troppa clausura o per la troppa vicinanza.
I video erano belli, gli amici simpatici, il prato suburbano con la coperta a quadretti rilassante, il sole che scalda la pelle in un autunno anomalo un assaggio di una stagione prossima, il film una gran stupidaggine ma spunto per rileggere e rivedere le teorie psicanalitiche del novecento.

Stamattina ancora sole, dalla Cisa mi arriva il riepilogo dei giorni passati.
Sì, anch'io vorrei essere seduta lì con i piedi sul cruscotto, mi ricordo benissimo dove finisce quella strada.

E faccio le mie telefonate, riguardo cose del lavoro che domani ritorno e devo/voglio proseguire sulla strada del riordino, ho tanti progetti.
Che va bene così, lentezza e velocità, parole e silenzio, cose da fare, cose da sognare, senza sottolineare, senza aggiungere, sottraendo il superfluo, riducendo l'indispensabile, tenendo fermo l'obiettivo, pulendo le lenti e i filtri, non scordando il fondamentale, ridendo di noi, noi che siamo uno e che siamo due, noi che ci stiamo assestando a mollare la presa e a non perderci nel "troppo pieno".

Monti assolati che portano al mare, struggimento, struggimento.

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