lunedì 29 dicembre 2008

Ferite e maschere

La causa principale di una ferita proviene dall'incapacità di perdonarsi quello che si fa a se stessi o agli altri.

E quando ci imbattiamo in qualcosa che ci ricorda la ferita indossiamo spesso una maschera che dovrebbe difenderci da quello che temiamo di ferisca ancora.

E allora la cosa che ci fa più paura è anche quella che cerchiamo, quella in cui ci imbattiamo o meglio attiriamo a noi.

E può succedere, e succede, che se temi il rinnegamento e il tradimento, in realtà tu faccia in modo che qualcosa succeda che ti impedisca di tradire, o che magari sia l'altro a tradire per evitarti di esporti, quasi che tu possa accettare meglio il tradimento se viene dall'altro.

Tradire che significa? Non essere leale, non mantenere fede a un impegno preso, non fare corrispondere l'azione alle parole, non comportarsi in maniera responsabile.
Ed è comunque un tranello della paura quello che si mette in atto. E si carica di aspettative sè stessi e gli altri per timore di perdere il controllo ed essere feriti. E si recita una parte che a volte sfugge di mano.
Si tratta di un atteggiamento reattivo, e una persona in fase reattiva non è centrata, non è sè stessa ma un cumulo di meccanismi che la allontanano dal suo cuore e dal nucleo delle sue capacità e sensibilità.

E se ci si imbatte in ferite simili e maschere conseguenti, il dialogo diventa una lotta che non si risolve e non risolve.

E se le maschere prendono il sopravvento diventa impossibile la pace.

Diceva mio nonno: "la difficoltà è riuscire a camminare nel mondo con il cuore sempre aperto e un bastone pronto per difendersi al bisogno. Senza confondere i due momenti, sapendo scegliere quali siano le diverse situazioni e le diverse soluzioni".

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