martedì 23 dicembre 2008

Del tempo e dello spazio

"Festina lente" il motto che osservo e cerco di fare mio. Occorre velocità di reazione e flessibilità, capacità di imparare in fretta e di adattarsi continuamente a nuove situazioni e nuovi stimoli. Ma anche molta attenzione, una grande capacità di aspettare; e molta pazienza. Perché i risultati non sono immediati – e non è bene che lo siano. Che spesso ci ritroviamo a prendere male le misure e a perderci in ritmi di azione non adeguati. E le aspettative confondono la prospettiva. Che il giardino è sempre bello se è vivo ma va curato e amato e lasciato respirare, che i tempi della vita richiedono attesa e pazienza e fiducia. E bisogna essere presenti e lucidi tanto da posizionarsi nello spazio con disinvoltura e dialogare con il tempo senza forzare. E rimanere in contatto confidando nell'armonia che esiste ed è a disposizione. E seguire il flusso senza nuotare controcorrente e senza farsi trasportare dove le acque sono torbide. Una bracciata ben diretta porta lontano. Un'affannata nuotata che non tiene conto delle correnti stanca e rischia di portare in luoghi che non ci appartengono. Tempo e spazio sono lo spartito su cui scrivere la musica, la nostra composizione che avrà suoni diversi a seconda degli strumenti usati. E faremo esperimenti e variazioni e ogni tanto dovremo fermare la creazione e rilassarci nell'ascolto. E poi faremo delle correzioni e andremo avanti, e torneremo indietro e ancora avanti.
E servono anche il silenzio e il vuoto fra le note, altrimenti la musica non suona.

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