martedì 2 dicembre 2008

Telefonate

Il padre-
Scherzetto di apertura. Brontolino ironico a seguire (mi hai chiuso il telefono in faccia, sì scusa). Rientrato da Zanzibar (mio padre è in viaggio per il 60% dell'anno) mi/si augura che possa andarci presto anch'io perchè MI PIACEREBBE tanto, non ha mai detto una cosa così. La telefonata scorre liscia e quando mi chiede come stia mi sorprendo a dirgli la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità. Senza dettagli ma gli racconto esattamente tutto. E, a sorpresa, mi comunica la sua solidarietà e propone una piccola analisi molto saggia. Scopro con piacere che mi conosce abbastanza e che ha un'opinione molto migliore di me che dell'universo maschile. Anche se scherza con me dicendo che non è così piacevole per gli altri trattare con chi ha le idee chiare.

L'amica con figli dice strane cose-
ma è la sindrome pre-natalizia, puntuale come sempre negli ultimi anni. Mi interroga sui giorni liberi, tasto super dolente. E si tratta di un invito che faccio finta di accettare. Ma come ti viene in mente? E la solita frase odiosa: è una cosa natalizia ma niente natalizie cose. Eh? Ancora la menata dei regali. Non siamo più liberi né di fare nè di non fare 'sti benedetti-angoscianti regali. p...e

L'amico forse futuro superiore-
Minchia, parlare con te è come tentare di comunicare con la Cia.
Eh? Se sono bloccata in casa da quasi tre giorni malata e il mio cellulare non ha mai squillato? Mi rimanda il colloquio che ho pensato lungamente se rimandare io. Bene, benissimo, avevo deciso di andare solo per non fare brutta figura. A volte le cose si risovono.

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