mercoledì 10 dicembre 2008

Piccoli passi di avvicinamento o di allontanamento

Vado al new job questa mattina, veloce approccio al programma e ad un altro paio di cose. La capessa dalla forte stretta di mano mi annuncia che si deve trovare un'altra persona che abbia voglia di lavorare, che dei fancazzisti non nè può più. Capisco poco ma le assicuro che sarà fatto. Vado. Passo per un saluto nel primo hotel dove ho iniziato a lavorare. Ci trovo Luca, passiamo mezz'ora a spettegolare dei nostri movimenti migratori in città e dei vari caratteri dei gestori alberghieri. Scambio informazioni e chiacchiere carine. Vado. Mi concedo un pranzetto economico ma soddisfacente in trattoria. Compro due cose a due euro, meraviglia dei negozietti a 99cents, che esci con un sacchettino di qualche articolo semi utile e non hai speso nulla. Sono in zona, passo per un altro saluto. La mia ex collega mi abbraccia, mi sfogo un po', lo fa anche lei. Ridiamo, che sappiamo che ogni cambiamento ha rischi ma anche potenzialità immense. Mi dichiara che per me è disposta a "tutto", carina. Ritorno nella sede del mio futuro job. C'è l'uomo carino, mi aspettava. Mi mostra due tre cose. Ridiamo. E il mio nuovo capo, amico stravagante, mi accompagna con la sua moto a casa. Piove e il caos in città è totale (la vigilessa ride, che ormai le manifestazioni non autorizzate e non comunicate sono all'ordine del giorno).
Frutta e verdura dal negozietto pak con mio fan indiano. E guardo la foto che svetta sulla cassa, il mitico signor orologiaio morto l'anno scorso. Scommetto che solo in questo negozio hanno la sua fotografia. E' giusto, era un bravissimo signore. Esco con la loro dichiarazione, se non avessi voglia di scendere, mi porterebbero a casa la spesa senza maggiorazioni, solo per me, dice il mio fan.

Fa ancora freddo. Ma, realizzo, non vedere quel palazzo tutto il giorno mi ha fatto proprio bene. Si vedrà, intanto mescoliamo le carte.

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