venerdì 24 ottobre 2008

Così non va, Veronica

Mi ronza in mente quel ritornello, chissà perchè.
Lo stress è salito e salito e ha preso possesso di me senza il mio permesso.
Il riposino del pomeriggio (turno della morte oggi) si è concluso con un incubo lavorativo con protagonista Lady Caciotta.
Che, assurdi i meccanismi dei sogni, aveva fatto saltare la luce e mi abbandonava al banco con decine di clienti inferociti appena arrivati. Nel panico, cercavo di capire cosa avesse combinato e di darmi da fare per proseguire il lavoro fatto da lei (che non mi diceva nulla). Alla fine, al buio, ho attirato l'attenzione degli innocenti ospiti stranieri spiegando loro che mi sarei presa cura di loro appena possibile, appena fossi riuscita a districarmi dalla follia che mi aveva allestito quella donna infernale (in inglese, ovviamente).
La cosa si è andata risolvendo con la sua uscita di scena (con ghigno sadico) e con i sorrisi solidali dei clienti che mi hanno aiutato a ripristinare i quadri elettrici. Praticamente come accade quotidianamente: i paganti sono gentili, amichevoli e collaborativi mentre la gente con cui lavoro ha strani atteggiamenti ostili. Sto dando i numeri, urge ripristinare atmosfere vivibili intorno a me. Inventare il COME la questione.

Voglia grande di fanculare qualcuno.
(anche il Beladim, un po', che mi sa che fa il falso amico)

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