venerdì 31 ottobre 2008

The day after

Lacrime di coccodrillo, la testa un pallone.
Che avrei voluto semplicemente salutare babà, e invece si è, di nuovo, eclissato. Sono rimasta sospesa due ore ad aspettare una risposta, poi, quando la provvidenziale telefonata è arrivata, ho detto che sì, avrei raggiunto il gruppetto di sconosciuti allegri. Fatto. Quattro omoni simpatici (uno meno, molto meno, ci ha pensato la mia amica a distruggerlo). Vino e arachidi, il padrone di casa mi ha preparato mille piccole delizie greche che tirava fuori dalla dispensa con gusto. Ouzo e sardine, noi. Tequila e limone lei. Casa piena di strane meraviglie. La rissa fra lei e il piccolo stronzetto diventa predominante, i toni si alzano troppo, accuse reciproche che tentiamo di placare. Noi parliamo di tante cose e stiamo bene.Poi usciamo per non svegliare il notaio del piano di sopra. Nella piazza deserta ascoltiamo ancora un po' le classificazioni che hanno creato il malinteso e ci salutiamo. Lei ed io verso casa mia (oggi appiedata, meno male che ci sono le amiche) e sale un po' per un caffè, che la sua tequila era un po' troppa. Abbracci alcolici e due risate, poi parte. Tardissimo. Risveglio duro.

Babà stamattina scrive sms poco interessante: come va?
Va bene, benissimo.
Ma tu non c'entri. Ma 'sto giro non mi sei piaciuto tanto. Capisco tutto, se mi viene detto. Sarò pretenziosa, ma alle domande gradirei ricevere risposta. Va bene che...ma se io ci sono, ci devi essere anche tu.
Rimando alla settimana prossima, è meglio.

Si parte, lenzuolo matrimoniale da sotto, ombrello, che si deve mettere in più?

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