sabato 18 ottobre 2008

18 anni dopo

Entra e si ferma di fronte a me. Io sono seduta al tavolo del ristorante di un mio amico. Mi guarda, poi sorride. Lo riconosco anch'io anche se faccio fatica a ricordare esattamente. Mi si lancia addosso in un abbraccio (ma eravamo tanto in confidenza?). Era un personaggio conosciuto da tutti, una specie di pierre che trovavi ad ogni concerto o festa o locale notturno con la sua voce bassa e gli occhi vispi e calmi, sempre solo. Tu sei...la fidanzata del P. Vero?
In parte imbarazzata, in parte divertita, rispondo "sì, tredici anni fa, sì". Non ci stai più? E no, da un bel po'. Bla bla. Cita un sacco di gente a cui non pensavo....da 17 anni e mezzo.
Mi chiede di lui. Lui? Sono 18 anni che non lo vedo (e quando ci lasciammo era l'ultima persona che volevo incontrare, una storia pazzesca in un periodo folle). Ma non demorde, cita, chiede, tira fuori nomi di persone e di locali che non ci sono più. Quando tira fuori anche i morti, mi scuso e vado in bagno. Non eravamo amici allora, perchè dovremmo esserlo ora?
Anche se non ho rimpianti, anche se quel periodo aveva il suo perchè, anche se non ho scordato quello che aveva senso, non mi interessa fare finta di essere qualcuno che non ero neppure allora.

(Di quei tempi mi mancano solo le lunghe ore a ballare con i tizi più ballerini della storia).

Ai saluti mi lancia un apprezzamento...trova che non sia cambiata per nulla.
Questo mi gratifica.

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