venerdì 2 aprile 2010

Eliane Elias Call me

Raccontando di donne che ho conosciuto e amato, camminiamo nel sottopassaggio pieno di graffiti metropolitani (anche se si tratta di una piccola città). La Viviane che racconta i primi tempi, quando le davano una borsetta improbabile che le insegnavano come roteare. La Bienvenue che mi offre polenta di semolino e intruglio di pesce all'africana mentre mi offre il suo completo giallo limone di Armani. La Vic, aggressiva donna dalla cacofonica voce altotonante, che è la stessa che mi accarezza dolcemente per placare una recente crisi di pianto. La Paperina che mi regala pacchetti rossi e infiochettati e sparisce per mesi, persa in qualche barca a vela nel Mediterraneo.

E racconto a mia madre di quella sera che le raccontai del sogno più "colpevole" della mia vita. Quella stessa sera che pensavo a qualcuno di cui mi ero infatuata. Quella sera che poi quasi mi spaccavo un pollice cadendo miseramente dalla bicicletta. Si ricorda bene di quella sera. Il mio sogno aveva impressionato più me che lei. Anch'io lo lasciai passare senza troppi problemi. Anche quella storia in erba lasciai andare. Chissà com'è...?

E' che non mi va di inseguire, non è mai stata la mia specialità.

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