giovedì 1 aprile 2010

Charly Bird Corcovado

Avvenimenti ed emozioni in questo maggio che pareva il massimo della noia. Riesce ad essere così naturale. Molto dipende dal suo carattere espansivo, ma abbiamo un legame antico. Non è molto cambiato, forse lo sono più io. Dice che quando siamo insieme non si sente giudicato, per il suo carattere e il suo modo di fare. Dice che è stanco, stanchissimo, che gli ultimi anni sono stati molto faticosi. Improvvisamente il suo viso si riempie di lacrime. Siamo appoggiati alla parete esterna della casa, in giardino, intorno a noi le persone vanno avanti e indietro, la musica è forte, assordante. Piange, questo omone di novanta chili, e poi sorride, mi prende per mano. Recupera l’allegria sfrontata e dolce che conosco tanto bene. Torniamo dentro, corriamo in pista a ballare. Ridendo, scherzando, la serata va avanti. Ossimoro, dice, “più ti stringo fra le braccia e più il desiderio di non lasciarti più mi fa male, più sento quanto mi fa sentire bene averti vicino a me, più mi struggo e desidero mandarti via, allontanarti”.

E le parole si contorcono e i sorrisi non riescono a stare dietro al tempo che sfugge. E ai chilometri che creano uno spazio che non si potrà colmare, non più. Era la Svizzera ora è l'Africa. Ma sono gli anni e le differenze fra le anime che spiegano tutto. Finchè non c'è più niente da chiarire o capire.

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