Avvenimenti ed emozioni in questo maggio che pareva il massimo della noia. Riesce ad essere così naturale. Molto dipende dal suo carattere espansivo, ma abbiamo un legame antico. Non è molto cambiato, forse lo sono più io. Dice che quando siamo insieme non si sente giudicato, per il suo carattere e il suo modo di fare. Dice che è stanco, stanchissimo, che gli ultimi anni sono stati molto faticosi. Improvvisamente il suo viso si riempie di lacrime. Siamo appoggiati alla parete esterna della casa, in giardino, intorno a noi le persone vanno avanti e indietro, la musica è forte, assordante. Piange, questo omone di novanta chili, e poi sorride, mi prende per mano. Recupera l’allegria sfrontata e dolce che conosco tanto bene. Torniamo dentro, corriamo in pista a ballare. Ridendo, scherzando, la serata va avanti. Ossimoro, dice, “più ti stringo fra le braccia e più il desiderio di non lasciarti più mi fa male, più sento quanto mi fa sentire bene averti vicino a me, più mi struggo e desidero mandarti via, allontanarti”.
E le parole si contorcono e i sorrisi non riescono a stare dietro al tempo che sfugge. E ai chilometri che creano uno spazio che non si potrà colmare, non più. Era la Svizzera ora è l'Africa. Ma sono gli anni e le differenze fra le anime che spiegano tutto. Finchè non c'è più niente da chiarire o capire.
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