martedì 27 aprile 2010

Ciao bella ciao

Domenica di sole, 25 aprile rituale, tanta gente, musichetta e corsetto di balli scozzesi, se ti va puoi farti fare anche un assaggio di massaggio Shiatsu...
Ci porto la mia amica, quella con il compagno desaparecido, ha dovuto portare il suo piccolo bambino in Piemonte per poter lavorare i quattro giorni di questa settimana, ha lo sguardo triste ma è contenta di fare un giretto.
All'arrivo incontriamo subito Sandreuse che mi aggiorna su "chi c'è". Il vip della situazione è un baby nato a luglio e che non ho ancora conosciuto. Parto alla ricerca. Incontro il padre e gli dico "dove?". Molla quello che stava facendo e si fa largo fra la folla. Non la troviamo, la mamma dalla chioma esagerata. Esploriamo la zona zeppa di famiglie e incontro TUTTE le mie amiche con pargoli. A volte le vedo io, a volte si sente il mio nome gridato da un angolo del prato. I bambini non li vedo da un pezzo, dalla primavera scorsa. Eppure mi corrono incontro senza sollecitazioni di adulti e mi regalano i loro baciotti, salivosi o asciutti. I piccoli con le loro voci da paperino, le grandi con il loro sorriso più bello (dodici anni e mi superano già in altezza!). I papà, che non vedo da anni, mi abbracciano con gioia e ci aggiorniamo sulle ultime cose che ci eravamo detti. La mia amica accusa un pochino tutti questi padri "normali" ma ci pensano i bambini a consolarla, che i piccoli hanno una sensibilità speciale...
Mi accordo per i prossimi appuntamenti, quelli stabiliti e quelli in ipotesi e le famigliole vanno a casa per la cena. Il vip ancora non l'ho incrociato. Ecco, sento la voce della neo mamma che mi chiama. Il baby è strepitoso, nove mesi di serenità dolcissima, profuma di buono. Due secondi e mi lancia le braccia al collo, mi esplora la faccia con le manine cicciotte, si impossessa dell'orecchino e ride alla grande dietro il ciuccio. Ci scambiamo i numeri di telefono e mi aggiorna sulla nuova residenza, "vicino a casa tua, vieni appena puoi".

Restiamo ancora un pochino e andiamo a farci una pizzetta. Due lacrime le scappano. Non è facile ma passerà.

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