mercoledì 17 febbraio 2010

Andiamo a Lourdes?

Alla mia collega è scappata questa frase. E, sì. Fra me e lei siamo alle prese con ospedali da quest'estate. Lunedì corro al Malpighi da mr C, falso allarme, intervento fatto, decidono di dimetterlo, nelle mani del primario va tutto meglio. Martedì il telefono squilla, emergenza. Per l'ennesima volta risulta chiaro che abitare vicino al maggiore ospedale della città ha i suoi vantaggi. Preparo quello che serve per il ricovero e vado al pronto soccorso. La piccola donnapretaporter è da qualche ora muta e con gli occhi lucidi, la flebo attaccata in attesa che vengano scartate ipotesi fastidiose (infettivi? NO!). Stamattina mi chiama e parla, quanto parla. Fra un pochino vado per assistenza doccia alla malata. Allegra, è felice dei libri che le ho portato e degli amici che organizzano visite simpatiche.

Arriverà la primavera, vero?

Scherziamo sul percorso breve fra cervello e parola della sua mamma (mia sister ndr), argomento antico: all'arrivo del suo ex fidanzato storico, la mamma grida un nome che non c'entra niente. Imbarazzo generale, appena smorzato dal mio immediato smentire e riconoscere (e l'avevo visto due volte anni fa).

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