domenica 8 ottobre 2006

Risveglio

Il corpo è indolenzito, riprendere coscienza un'operazione lenta e faticosa.
Mi alzo. E' tardissimo.
Cosa ho fatto nelle ultime ore?
Ho sognato. Tanto. Tanto che non riesco a ricordare nulla.
Immagino che la mia mente abbia cercato di organizzare ed interpretare.

Ieri.
Telefonate interurbane.
Una internazionale.
Nonno. Novantacinque anni. Lo amo. Profondamente, serenamente, appassionatamente.
Vive in solitudine, in giornate identiche l'una all'altra, legge e divora film.
Aspetta con pazienza il contatto con ciò che lo tiene in vita. Noi.
La sua famiglia lontana. Tre minuti di parole.
"Grazie della telefonata. Ti voglio bene."
ANCH'IO.

Chiamo anche il mio amico di B.
Lo amo. E' l'uomo migliore che conosco.
Sapere che avrò il suo affetto -per sempre-
mi da sicurezza e speranza.

Chiamo C. La mia amica di sempre.
Ossessione. Faccio fatica a reggere la telefonata.
Le dico quello che vuole sentire ma aggiungo a piccole dosi
qualche consiglio. Ti prego: ritorna in te.
Per fortuna l'uomo migliore che conosco
si è affezionato a lei e alle sue figlie e le tiene d'occhio per me- con me.

Serata post lavoro con vecchia amica di passaggio a Bo.
In centro, in mezzo alla gente alla moda,
ci prendiamo due bicchieri di daiquiri
che sembrano due opere d'arte contemporanea frozen.
L'uomo del tavolo vicino tiene il braccio sulla mia sedia.
Mi chiama la sua fidanzata. Sorride.
Sorridiamo.
Mi saluta dicendo "dormi bene tesoro".
Scemo ma simpatico.
Molto virile nelle sue spalle forti e la sua sexi pelata.


L. , l'uomo che adoro,
mi passa a prendere alle tre con la sua bellissima moto.
Andiamo in campagna da amici suoi.
Ecco una variante che mi piace.

Stordita, cerco di stare nella vita.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Moto, campagna, amici.
Bel programmino.
Brava.